15 MAG 1990

Intevento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sul rapporto Tindemans sulla cooperazione internazionale

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 6 min 22 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intevento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sul rapporto Tindemans sulla cooperazione internazionale", registrato a Parlamento Europeo martedì 15 maggio 1990 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo).

Tra gli argomenti discussi: Acp, Cee, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Cooperazione, Deserto, Economia, Fame Nel Mondo, Finanziamenti, Iii, Parlamento Europeo, Poverta', Sahel, Sviluppo, Terzo Mondo, Tindemans.

La registrazione video ha una durata di 6 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Pannella

    parlamentare europeo

    Signor Presidente, capisco benissimo il motivo per cui dovremmo adottare subito questa relazione che, evidentemente, a livello tecnico, è eccellente, ma che a livello politico é aberrante. Signor Presidente, io ritengo che solo in una situazione di distrazione, di marginalità del dibattito, si possa adottare questa politica poiché, se essa fosse veramente oggetto di un reale dibattito politico, verrebbe respinta. E non credo che in questo caso noi, in quanto Parlamento, siamo nelle condizioni di poter criticare la Commissione finanche il Consiglio, poiché la politica del nostro Parlamento è anchessa all'origine degli effetti che tutti conosciamo. Qual é la situazione, signor Presidente? E' molto semplice: abbiamo una dotazione finanziaria la cui entità é tale da non poter risolvere i problemi che pretendiamo di risolvere. Inoltre questa dotazione non riesee a trovare degli sbocchi concreti. Ignoriamo i veri e grandi problemi come, per esempio, quello del nostro atteggiamento per cosl dire paternalistico, come lo definiremmo noi italiani, nei confronti degli stati africani; è un paternalismo di sinistra e di stampo ideologico spesso é ancora peggiore dell'altro, poiché nella maggior parte dei casi i nostri interlocutori sono la causa dello sterminio e l'espressione del disastro in cui versano le loro popolazioni. Bisogna pur dirlo visto che, nell'ambito stesso di Lomé, accettiamo di discutere, di lavorare con loro ed avere degli obiettivi senza porre il problema dell'impossibilità di una rinascita dell'Africa - rinascita economica, sociale, culturale e politica nel quadro degli stati nazionali entro i quali il Sahel e tutta l'Africa si trovano frazionati; bisogna pur dirlo quando non consideriamo neanche il fatto che il problema del Sahel, evidentemente, era quello di ricostruire e far rifiorire il deserto, come per certi versi sono riusciti a fare gli israeliani in condizioni a noi note; oppure vogliamo dare al nostro intervento, a Lomé, al Parlamento ed alla Comunitò anche la coscienza che ci teniarno ad avere dodici politiche di cooperazione autonome per potere, all'occorrenza, frenare meglio i pochi impulsi positivi che riusciamo ad imprimere qui a livello ideologico. Signor Presidente, quando ci viene chiesto di votare unanimemente a favore di questo disastro, perché di disastro si tratta: sia a livello concettuale e teorico che a livello gestionale (dato che le stesse premesse non consentono una diversa gestione), mi sembra che il nostro Parlarnento sia al livello dei parlamenti ACP, 0 quanto meno di certi fasulli parlamenti ACP. Dunque, è con gioia che ho sentito l'onorevole Wurtz esortarci di non votare, per porre fine a questa sorta di unanimità nefasta della commissione per lo sviluppo e la cooperazione, che da sette o otto anni ho tentato di denunciare inutilmente come elemento di cattiva politica. In tutta coscienza ritengo che proprio il valore della relazione e del relatore ci diano la misura, per cosi dire "inversa" di quello che non dobbiamo fare. Come si potrebbe affermare il contrario di quanta dico, Signor Presidente, quando in base alle cifre di cui disponiamo, le importazioni sui mercati europei proveniemi dai paesi ACP si sono ridotte dall'8% nel 1975 al 3,8% nel 1987 e sono poi ulteriormente diminuite; quando l'ammontare di bilancio destinato all'adeguamento strutturale per i paesi ACP corrisponde alla somma attribuita alla sola Ungheria; quaudo una Volta di più non siamo a conoscenza dei problerni riguardanti l'iscrizione in bilancio del FES e la nostra reale autonomia finanziaria, e quando si vede il disprezzo con i membri dell'Uf?cio di presidenza ampliato tremano i rappresentanti dei propri gruppi politici presso gli Stati ACP! Tutto cio non é indice che di una politica miserevole, di una politica che non si pub assolutamente nobilitare né rendere ef?cace. La Commissione non c'entra, tranne per il fatto che neanch'essa pone il prohlema dell'istituzione di una politica di cooperazione comune, che ricordi la politica agricola comune gié sperimentata. Infatti i contatti con questi paesi vengono resi sempre più marginali, visto che adesso é in atto quella che si potrebbe definire la corsa all'oro per l'indebitamento dell'Est europeo, e visto che dopo quindici anni abbiarno eliminato con scientificità ogni possibilità che avevano gli Stati ACP e l'Africa di essere dei veri e propri partner capaci di invertire la loro tendenza al regresso. Quindi, signor Presidente, noi non facciamo altro che sanzionare politicamente lo sterminio per fame, miseria e sete di quelle popolazioni da pane dei nostri interlocutori. ll fatto che alcuni di noi continuino a rispettarli come fa lonorevole Daly o altri, quando in realtà essi, per la maggior parte, rappresentano solo quelle classi dirigenti che calpestano i diritti e la vita degli abitanti dei loro stessi paesi, dimostra fino a che punto un voto di opposizione politica, per una volta, pò pretendere di essere anche un voto di opposizione morale. Per questo motive, signor Presidente, sono ?ero di dirle che oggi esprimerò un voto negativo, come del resto farei fra un anno, se fosse necessario.
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