12 DIC 1990

Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sui progetti di costituzione dell'Unione europea

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 5 min 12 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sui progetti di costituzione dell'Unione europea", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 12 dicembre 1990 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo).

Tra gli argomenti discussi: Assenteismo, Cee, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Europa, Iii, Istituzioni, Parlamento Europeo, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 5 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Pannella

    parlamentare europeo

    Signor Presidente, affinché ciò risulti poi nel processo verbale, volevo dire che ci è sempre più difficile lavorare in questo Parlamento. Credo che il gran numero di assenze non sia più dovuto, come talvolta si è potuto pensare in passato, ad un interesse assai relativo dei parlamentari per i nostri dibattiti, bensì piuttosto al numero crescente delle riunioni, diciamo istituzionali, di commissioni, di comitati ed ora anche dell'Ufficio di presidenza ampliato - dal quale giungo adesso di corsa, giacché è a 300-400 metri - riunioni che rendono veramente impossibile un lavoro serio. Ciò detto, signor Presidente, anche a mezzogiorno, in seduta plenaria ero iscritto a parlare sulla relazione Colombo. Desideravo dire per quale motivo avevo votato a favore, e volevo intervenire anche su tutte le altre relazioni. Mi sembrava fondamentale ricordare che a livello di ferrovie, a livello di trasporti aerei, a tutti i livelli, ci troviamo nella necessità di avere una gestione politica chiara, di avere ormai una dinamica - governo, esecutivo e Parlamento - e tuttavia non ho potuto farlo. Ora sono qui. L'accoglienza che la nostra stessa commissione le ha riservato dimostra che la relazione del nostro collega Roumeliotis è eccellente, come lo dimostra il numero relativamente basso degli emendamenti da noi presentati. Rivedo ancora tutte le divergenze che abbiamo avuto all'inizio, allorquando le previsioni del Parlamento si sono rivelate totalmente esatte. Da parte mia, posso ricordare quali sono stati, nella commissione politica, gli interventi della Commissione, che ha adottato una posizione piuttosto accanita, una logica burocratica, in certo qual modo di allineamento, di dialogo non istituzionale. Dunque allora, vorrei cogliere qui l'occasione, signor Presidente, per dire che, se è vero che nel nostro lavoro esistono mille cose talvolta eccitanti, a giusto titolo possiamo rivendicare una visione del Parlamento che, anche nei dettagli, anche nelle impostazioni più lontane finisce per convergere. Vorrei dire alla Commissione, affinché ancora una volta tenga conto di questo specifico elemento - e lo dicevo ieri al Presidente Delors - che è impossibile pensare che i poteri, il perimetro istituzionale dell'esecutivo siano difesi al di là di una alleanza nettissima, molto soggettiva, ma infine coraggiosa, tra la Commissione ed il Parlamento, che non ha mai cessato, mese dopo mese, di difendere a grande maggioranza uno stato di diritto, procedure di diritto, la chiarezza, la trasparenza, una dialettica. Spesso noi siamo stati più lontani di voi nel domandare, giustamente, dei poteri alla Commissione, poteri che, troppo di frequente, voi non vi preoccupate affatto di domandare, perchè ciò porrebbe il problema dei diritti d'insieme, per mantenerli di fatto al livello non dico tecnocratico, ma burocratico, e dunque abbastanza cieco. Pertanto, è tempo che, anche a partire dalla comitatologia, voi assumiate una posizione radicalmente differente. Occorre la partecipazione affettiva. Non bastano nozioni acquisite a poco a poco. Quando chiediamo una realtà formale e sostanziale che non sia schizofrenica, affinché non siamo di fatto privati di potere formale e decisionale, affinché le cose si decidano e affinché noi possiamo essere anche un luogo di decisione, io credo che dovremmo essere ascoltati, e mi auguro che un Commissario quale quello che, ex-collega, ora ci fa l'onore di ascoltarci, trovi in questo dibattito il coraggio di porre all'interno della Commissione il problema della scelta di appoggiare il parlamento. Un Parlamento più forte vuol dire una Commissione più forte nel suo quotidiano rapporto di lavoro con il Consiglio. Una unione europea debole è una unione impossibile, e dobbiamo evitare che la Commissione molto presto, molto presto, signor Commissario, sia messa totalmente in pericolo dalla posizione del Consiglio.
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