02 OTT 2001

Intervento di Emma Bonino sulla situazione politica e umanitaria in Afghanistan

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 4 min 26 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Emma Bonino sulla situazione politica e umanitaria in Afghanistan", registrato a Parlamento Europeo martedì 2 ottobre 2001 alle 00:00.

Sono intervenuti: Emma Bonino (parlamentare europeo, Ni).

Tra gli argomenti discussi: Afghanistan, Aiuti Umanitari, Bin Laden, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Diritti Umani, Donna, Droga, Geopolitica, Medio Oriente, Parlamento Europeo, Terrorismo Internazionale, Traffico, V.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Emma Bonino

    parlamentare europeo (NI)

    Signora Presidente, onorevoli colleghi, non v'è dubbio che la risposta a quanto è accaduto deve consistere di diversi elementi, e io non mi soffermerò sulle risposte in termini di sicurezza interna o in termini militari, dato che ovviamente non ne ho l'intelligence, e neppure sulle risposte in termini umanitari, perché sono sicura che l'Unione europea e tutta la comunità umanitaria internazionale sapranno rispondere in modo generoso, efficace e competente, come hanno sempre saputo fare. Il problema non è quello dell'efficienza o dell'efficacia umanitaria, ormai da anni comprovate, ma piuttosto quale sarà la risposta politica al tema che abbiamo di fronte. Sono lieta di dichiararlo proprio in quest'Aula perché questo Parlamento, unitamente alla Commissione europea, è stata l'unica, rara eccezione istituzionale che in questi anni ha sempre prestato attenzione al problema dell'Afghanistan, che in questi anni ha formulato alle capitali e al Consiglio dei ministri tutta una serie di suggerimenti, anche sul piano politico. Dobbiamo solo rammaricarci di non essere mai stati né ascoltati, né seguiti ma, devo dire, neppure presi in considerazione. Da anni ripetiamo che il problema è certamente la drammatica violazione dei diritti umani, ma fin dal 1997 Commissione e Parlamento europeo ribadiscono che in Afghanistan vi è un problema di terrorismo e di droga, cioè un problema geopolitico di grande rilevanza. Possiamo solo, in un certo qual modo, rammaricarci dell'indifferenza di grandi istituzioni internazionali. Al punto in cui siamo oggi, però, credo che una scelta s'imponga: vi sono momenti nella storia in cui occorre schierarsi senza tanti "se" e senza tanti "ma"; e se ci si deve schierare, non bisogna farlo in relazione a fanatismi religiosi, dittature o nazionalismi di altro genere, bensì accanto alle democrazie liberali, con tutti i loro errori, con tutte le loro imperfezioni - se vogliamo - ma anche con tutta la loro forza e la loro capacità di esprimere sistemi più adeguati alla difesa dei diritti umani nel mondo. Ciò che mi preoccupa è la risposta politica. Io temo che stiamo commettendo un errore se pensiamo che il nostro avversario sia il solo terrorismo, e in particolare magari soltanto Osama Bin Laden. Credo che il problema sia invece molto più complesso; credo cioè che oggi il nostro avversario sia costituito da quella miscela esplosiva che mette insieme il fanatismo religioso come base di regimi autoritari e dittatoriali. Occorre compiere uno sforzo e andare più a fondo, e non pensare semplicemente che catturando Osama Bin Laden - cosa legittima, doverosa e necessaria - avremo risolto il problema. È in preparazione una "Santa alleanza" antiterrorismo, con una serie di alleati improbabili, per non dire ambigui: una serie di regimi che rischiano di far parte di questa alleanza, ognuno per i propri scopi, ognuno facendo magari l'elenco dei suoi terroristi, veri o presunti, per meglio opprimere i propri dissidenti, magari laici e democratici. Stiamo attenti a non fare di tutt'erba un fascio, senza differenze ! Mi chiedo se non sarebbe più sensato e più utile pensare anche ad un'organizzazione mondiale della democrazia: della democrazia liberale come la conosciamo - lo ripeto - con tutti i suoi difetti; ma ritengo che questa sia l'istituzione a cui dobbiamo pensare a medio termine. Oggi, quando ci riferiamo alle donne, o alle violazioni, o alle mutilazioni genitali femminili, non abbiamo nessuna organizzazione a cui rivolgerci. Ma è questa la grande sfida che dobbiamo affrontare: creare, esportare, convincere alla democrazia e alla libertà.
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