18 FEB 2015
intervista

Libia: il ruolo e il peso di Isis, i rischi di un intervento senza una riconciliazione nazionale. Intervista a Mattia Toaldo (ECFR)

INTERVISTA | di Ada Pagliarulo - Radio - 12:56 Durata: 11 min 38 sec
A cura di Delfina Steri
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Le due opzioni possibili per intervenire in Libia: quella egiziana, con copertura Onu con la missione di combattere l'Isis o quella sollecitata da Gb, Francia, Italia, Usa, Germania, che pone l'enfasi sul prerequisito della riconciliazione nazionale, con un governo unitario che poi sia in grado di sconfiggere l'Isis.

Un Paese con due governi: a Tobruk, con il premier Al Thani e il generale Haftar, con forze militari ex gheddafiane, anti-islamisti e forte spinta sepratatista Cirenaica; a Tripoli, l'alleanza 'Alba libica', sostenuta da milizie di Misurata, forze berbere e milizie islamiste con
alleanze di convenienza con Ansar al-sharia.

Il ruolo dell'Egitto e degli Emirati arabi uniti.

Il modello Al Sisi per il generale Haftar.

Lo scotro interno al mondo islamista libico, la sopravvalutazione del peso dei Fratelli musulmani e l'opposizione dell'Egitto a governi di unità nazionale con elementi islamisti.

L'Isis non ha reale e pieno controllo di territorio libico ed ha forze ingenti solo a Derna.

Il rischio di un intervento militare esterno è che si ricompattino sotto le bandiere dell'Isis tutte le formazioni islamiste, nel nome di una guerra santa contro Haftar.

L'Isis si propone come modello alla luce di quanto fatto in Iraq e Siria: la capacità di 'farsi Stato' in un Paese ormai dilaniato,.

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