Non la fumerò, ma la terrò in tasca finchè non ci sarà una legge sulla legalizzazione.
Non è un gioco, è una misura che vale la libertà.
E anche miliardi di euro.
Alla faccia degli ipocriti e dei conservatori di tutte le specie.
Che non la piantano mai".
Così Pippo Civati, su Facebook, a corredo di una foto che lo ritrae con una canna nelle mani.
"Ieri sera - aggiunge Civati - in un passaggio della manifestazione degli antiproibizionisti, laici e liberali, mi hanno passato una sigaretta che forse era una … 'canna' o forse no.
Com'è noto, non sono un fumatore di spinelli, per una serie di ragioni che attengono alla mia liberta' e alle mie scelte.
Mi avessero passato del vino, nessuno se ne sarebbe accorto.
Una sigaretta, ancora meno.
Eppure possono fare più male della cannabis".
Civati conclude: "A me piace il modello dell'Uruguay, per dirne una.
Leggo che tutto il mondo ne parla con approccio scientifico, da noi hai sempre paura che intervenga qualcuno in divisa, come e' capitato a Andrea Trisciuoglio, che si cura con il Bedrocan, insospettendo puntualmente le forze dell'ordine.
E non e' colpa loro: e' una questione culturale, e' un punto di vista che fa male, perche' alimenta le mafie, lo spaccio, il nero.
E fa anche male alla salute, discrimina i malati, rovina la vita delle persone, per ragioni che non riguardano colpe, ma solo scelte" (Rai/Dire).
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