Secondo Cacciari, infatti, per intendere appieno il significato teologico metafisico della Divina Commedia, e in particolare del Paradiso, occorre rifarsi ad un'idea che non è tematizza nella tradizione filosofico-teologica medievale-latina … ma, invece, centrale in alcune correnti della teologia bizantina orientale: l'idea di una costituzione divina del nostro mondo sensibile percettivo.
Questa paradossale congiunzione tra l'elemento sensibile percettivo intuitivo e il divino è per Cacciari quella fondamentale per comprendere il tessuto non solo teologico ma anche figurale della Divina Commedia, e in particolare del Paradiso in tutta la sua drammaticità, con una lettura radicalmente opposta ad ogni lettura del Paradiso come un "cantus firmus" a differenza dell'Inferno e della speranza del Purgatorio.
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