"La società italiana non ha più bisogno della RAI"

Non c'è bijou bisogno della RAI la società italiana non ha più bisogno della RAI
Parola nientemeno che di Gianni Pasquarelli direttore generale del cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo
Ma frenata e gli entusiasmi perché naturalmente il direttore non dice sul serio il suo è un paradosso per rafforzare la richiesta di mezzi risorse carenti così li definisce perché per rivolta al suo partito la Democrazia cristiana e al governo tutto insomma per battere cassa uno dei compiti principali del direttore RAI
Pasquarelli va egregiamente svolto pochi giorni fa a Pindaro nell'ambito frutto per l'appunto della festa dell'amicizia democristiana davanti al suo protettore politico Arnaldo Forlani durante un dibattito con altri autorevoli esponenti del mondo dei mass media e dell'informazione
Un'interessante occasione per farsi un'idea della Pasquarelli pensiero
Ad esempio il dottor Pasquarelli è noto per essere un animale a sangue freddo ma quando si passa a parlare della moneta delle risorse di cui la macchina mangia se holding viale Mazzini sempre affamata il direttore perde il sangue freddo si scalda e per la prima volta si dimostra capace di autentiche passioni
Lo fa nel rispondere alla rappresentante della concorrenza Gianni Letta portavoce Fininvest che contesta la televisione pubblica di volere non solo l'aumento del canone pagato dai cittadini in cambio di Vesta e Pippo Baudo ma anche la Libre l'intenzione delle risorse pubblicitarie o quanto meno l'innalzamento di quel tetto che impone alla RAI quote regolamentate ancorché abbondanti
In gli spot pubblicitari ascoltiamo come argomenta Gianni Pasquarelli questa sua richiesta
Letta
Per la RAI il canone è una risorsa primaria e poi dice due mila miliardi e sì io volessi dare un senso un significato a questi due mila miliardi dovrei storicizzare un po'dire che cosa la RAI è stata per questo Paese magari ripetere le sue stesse parole quando dice che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di quel suo paese è nata in un certo modo è nata con centri di produzione in tutto il Paese la concorrenza invece è nata in un altro modo ma a parte questo
I due mila miliardi io dietro
Che questi due mila miliardi anno dopo anno
Diminuiscono in termini di potere d'acquisto reale perché i prezzi mi crescono più dell'incremento del canone io Vò anno dopo anno un impoverimento di risorse guardiamo la risorsa primaria della concorrenza che si chiama pubblicità
Io cito a memoria ma la serie storica degli aumenti
Della risorsa primaria della concorrenza credo che si misura intorno al trenta trentacinque per cento con punte qualche anno del cento per cento allora ecco le due linee che con bacche di per buono
Gli introiti irreali non nominali non monetari in termini reali del canone all'ingiù gli introiti irreali nella concorrenza all'insù
Altro punto la pubblicità
Grazie al tetto ha permesso e alla concorrenza radiotelevisiva e ai privati della carta stampata di crescere come sono cresciuti la prova letta grosso modo negli anni scorsi Hassan niente di un'audience intorno trentotto trentanove per cento un rastrellamento delle risorse pubblicitarie intorno accettare per cento quindi semmai la concorrenza del dire grazie alla RAI per la sua risolta accessoria plafond data Nappi
è convincente Pasquarelli nell'argomentare la richiesta di nuove risorse per la Rai ma lo fa perché è convinto che le grandi prospettive che si aprono alla televisione pubblica nel nuovo regime di piena concorrenza con le private la RAI a suo dire è in gran forma
Ricordiamo queste cose non perché cerchiamo pietistico che elemosine
Ma perché abbiamo il dovere il dovere manageriale di difendere per alloggi e per il domani
La vitalità vincente della RAI qualche giornale ha titolato
Di una RAI alle corde
Di una RAI addirittura morente
Approfitto di questa occasione per dire con molta eredità
Come stanno davvero le cose in casa nostra
La RAI è vincente edittale
E lo è più di quanto porta apparire poi Camus oppure prende da alcuni anni e sul ring vogliamo restare ma vogliamo restarvi ad armi pari
Così Pasquarelli nelle poco convincenti venti di Bruxelles
Mandiamo avanti in questo florilegio stentiamo ad esempio cosa pensa il direttore generale di un problema scottante come quello della lottizzazione che lo chiama con pudore tutto democristiano giornalismo politicizzato
Due parole sulla lottizzazione
Ma dicono tutti di non voler per Finpart
Prendiamolo in parola
Facendo però già noi oggi quello che possiamo fare
Per Carriglio Acciari
Il legame Rubus tutto che fa del giornalismo italiano a differenza del giornalismo nordamericano nordeuropeo
Un giornalismo fortemente e tradizionalmente politicizzati
E poi chiediamoci tutti assieme
Se per caso non esista da lui
Oltre al politico l'utilizzatore
Anche il giornalista che fa di tutto per farsi lottizzare
Il direttore generale della RAI ha molto a cuore la moralità il benessere spirituale l'equilibrio politico degli italiani per preservarli ha usato spesso e a volte incorrendo in un caffè eclatanti l'arma della censura
è di questi giorni la vicenda Funari ma molti ricorderanno l'episodio dell'intervista del TG uno all'uomo della CIA Brehme che o la clamorosa sospensione dita marcando in periodo preelettorale
La RAI dice Pasquarelli deve fare informazione e cultura ma la cultura che più gli piace quella tranquillizzante del varietà di qui Pippo Baudo insomma e la definisce in termini a dir poco aulici
Una cultura sapienziale popolare
Una cultura spontanea
Il piemme e della continuità e del cambiamento
è un interrogativo angoscioso e un accorato appello quello che Pasquarelli dalla festa dell'amicizia di pensiero rivolge al suo partito
Mi chiedo
Non credo che un partito popolare sensibile ai richiami di dei valori al richiamo dei valori
Posta concedersi il lusso di affidare soltanto sottolineo soltanto ai privati
La leva delicatissima e cruciale dell'industria informativa e culturale del Paese
è un interrogativo molto serio credetemi
Lo lascio alle vostre riflessioni lo lascio alle vostre coscienze
Come dire insomma una mano sulla coscienza ed una sul portafoglio affinché la RAI i TG lottizzati varietà del sabato sera possano trionfare sulla concorrenza
è un piccolo Blob Pasquale indiano quello che abbiamo voluto proporvi ma ora secondo il costume di radio radicale che non è certo quello della RAI vi proponiamo nella sua integralità intervento appese era del direttore generale della RAI Gianni Pasquarelli
Ce la farà la RAI anzi ce la faremo
Cari cari amici
So che so che non è originale
Dire che il Paese vive un momento difficile
Che finisce per condizionare un po'tutti i settori
Non ultimo anzi primo quello editoriali e sia dei mezzi radiotelevisivi sia della carta stampata
Questo vale in modo particolare per la RAI
Per la quale RAI governo e Parlamento dovranno fare nei prossimi giorni scelte che io giudico decisive
Dovranno cioè decidere
La nuova disciplina delle sue risorse
Dovranno decidere il suo nuovo assetto proprietario a causa delle privatizzazioni
Attenti però a non confondere
La RAI sta vivendo un momento decisivo
Per le scelte che dovranno fare ideali
Non per la situazione in cui essa oggi si trova
E dico questo non a caso
Qualche giornale ha titolato
Di una RAI alle corde
Di una RAI addirittura morente
Approfitto di questa occasione per dire con molta serenità
Come stanno davvero le cose in casa nostra
La RAI e vincente e vitale
Il lume più di quanto possa
Apparire
Proverò a dimostrarlo con qualche cifra iniziando da quelle dell'informazione
Il TG due delle tredici ha il triplo di ascoltatori del dirimpettaio concorrente
Il TG uno delle venti supera il concorrente per due milioni e duecento mila telespettatori
Il TG tre delle diciannove lo sopravanza per un milione e mezzo
Infine il telegiornale regionale lo sopravanza per tre milioni e trecento mila telespettatori
Insomma all'incirca l'informazione della RAI richiama un numero di ascoltatori superiori di due volte e mezzo quello della concorrenza
Ed ecco i dati più significativi sull'ascolto dei programmi nel periodo gennaio agosto
Nelle ventiquattro ore la Rai e a quarantacinque virgola cinque per cento la concorrenza quarantatré virgola uno per cento cioè due virgola tre punti in più
Ma in Time e cioè l'ora di punta Rai quarantasei virgola sette per cento concorrenza quarantatré virgola tre per cento
Tre virgola quattro punti in più
Cito queste cifre senza iattanza essenza spocchia
Dico questo perché la RAI eccetto un servizio pubblico ma non mi dimentico che la RAI e anche una società per azioni
Certo
Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso siamo scesi un po'
Nell'ora di punta siamo scesi dell'uno virgola otto per cento ma attenti
Ieri avevamo il monopolio della diretta oggi non più
Ieri avevamo il monopolio del calcio oggi non più ieri avevamo il monopolio dei telegiornali oggi non più si aggiunga che cito a memoria intorno al mille novecentottantasei ottantasette
L'ascolto della concorrenza ammonito se posso usare questo verbo al guanto quello della RAI nonostante che la RAI operasse con i fattori di monopolio appena ricordati
Ecco perché affermo che oggi la RAI è più vincente che ieri
Editions sento di dover ringraziare tutti i lavoratori della RAI giornalisti
Vinci programmi i e quant'altri i quali ce la stanno mettendo tutta per farcela e per misurarsi con successo
Ma perché proprio siamo un'azienda vitale vincente e tali vogliamo restare oggi domani e dopodomani
Non posso non preoccuparmi per il futuro
Preciso per il futuro che non dipende Danovi
Noi alcune cose le abbiamo fatte grazie anche alla collaborazione intensa del presidente e di tutti i consiglieri di amministrazione
Abbiamo ridotto l'indebitamento di trecento miliardi
Abbiamo diminuito il personale di cinquecento unità in quattro anni senza ricorrere come fanno i privati alla cassa integrazione
Abbiamo bloccato dal mille novecentonovanta il numero di dirigenti in seicentoventi
Abbiamo chiuso in attivo il conto economico l'anno scorso e speriamo di chiuderlo in pareggio anche quest'anno costo del denaro permettendo
Voglio dire insomma che noi siamo sul ring e da alcuni anni e su un ring vogliamo restare
Ma vogliamo restarvi ad armi pari
Senza che ci si sfidino i guantoni durante la partita
Perciò alcune cose debbono far le gli altri
E mi spiego
Gli ultimi dieci anni il canone è aumentato dell'ottanta per cento
L'inflazione del centosessantotto per cento
Il prezzo dei film e dei telefilm che si acquistano a Los Angeles e dintorni mediamente dell'Ottocento per cento
Gli ultimi trent'anni il fatturato della RAI è cresciuto quarantadue volte il capitale sociale della RAI soltanto dodici volte
Cosa vuol dire che il fatturato è un mancato di quarantadue volte
E il capitale sociale soltanto il dodici volte
Vuol dire rispondo con un esempio
Far transitare sopra una strada costruita trent'anni fa
Il traffico di un'autostrada costruita oggi
E non basta mi pare alcuni amici lo hanno ricordato Carra errati la RAI paga ogni anno come canone di concessione qualcosa come centocinquantacinque miliardi l'anno
Invece i privati si la cavano con quattrocento milioni l'anno
La RAI paga la SIAE una novantina di miliardi l'anno i privati pagano bazzecole
Noi vogliamo restare sul ring ripeto
Ma ci si deve finalmente dire su quali e quante risorse possiamo contare
Mentre invece oggi noi non sappiamo di quali mezzi finanziari potremmo disporre
Non dico di qui ad un anno U due
Ma nemmeno di qui a un mese punture mentre la concorrenza liberal più lira meno sa quanto incasserà di qui alla fine del secco
Ricordiamo queste cose non perché cerchiamo pietistico che elemosine
Ma perché abbiamo il dovere il dovere manageriale di difendere per alloggi e per il domani la vitalità vincente della RAI
Qualche parola sui programmi culturali di cui tanto si parla
La parola cultura è un contenitore in cui portar spostarli ambiguamente tutto
Non fa cultura secondo me
Chi la identifica soltanto nella pedagogia della cattedra
C'è infatti anche una cultura sapienziale popolare
Una cultura spontanea
Insieme e della continuità e del cambiamento
Forse non è cultura nemmeno quella di chi programma soltanto ciò che la gente chiede solletica androne emotività qui distintività
Fare un programma culturale forse significa fotografare tutto ciò che bolle nella pentola del Paese
Gli Nacci in avanti
Come le spinte all'indietro gli umori le tendenze
E di fotografare tutto questo non passivamente ma attraverso una specie di fibre più per il quale la Società nutre i programmi sta e i programmi Istanbul tre la società tutti i tipi di programmazione possono essere veicoli di cultura non fare discriminazioni
Può essere veicolo di cultura d'informazione l'inchiesta il talkshow perfino il varietà e il comizio
Ciò che conta e riuscire a conciliare qualità e ascolto
La RAI vi è spesso riuscita
Se le si avvicina cinque milioni di ascoltatori
TG l'una pure Linea verde sta sui sette milioni qualche speciali si attesta sui cinque milioni e mezzo
Come pure la macchina meravigliosa
Molto interessata mi altri in buona fede
Vorrebbero che spingersi mo'questo tipo di programmazione soprattutto nelle ore di trenta enne cioè nelle ore di maggiore ascolto
è un rischio
Ne sono profondamente convinto è un rischio che non possiamo correre
Nel giro di pochi mesi tenendo conto della contro programmazione dei concorrenti nel giro di pochi metri la nostra udienze crollerebbe al quindici per cento
E perderemo alcune centinaia di miliardi di entrate pubblicitarie
Servizio pubblico per poche elette sarebbe un servizio sprecato fallito inutile
Non sentiamo la vocazione del suicidio
Due parole sulla lottizzazione
Ma dicono tutti di non voler perfino i partiti
Prendiamolo in parola
Facendo però già noi oggi
Quello che possiamo fare
E carenti schiacciare
Il legame robusto che fa del giornalismo italiano a differenza del giornalismo nordamericano nordeuropeo
Un giornalismo fortemente e tradizionalmente politicizzati
E poi chiediamoci tutti assieme
Se per caso non esista da noi
Oltre al politico lottizzatore
Anche il giornalista che fa di tutto per farsi lottizzare
In questi giorni governo e Parlamento dicevo stanno elaborando due provvedimenti decisivi per il futuro della RAI
La nuova disciplina delle sue risorse
Il suo nuovo assetto proprietario
Sì ha detto a proposito della recente assegnazione delle frequenze
Che la legge che la legge Mammì va rispettata e puntualmente applicata
Mi limito a ricordare che nella legge Mammì non c'è soltanto l'articolo trentadue
Che stabilisce i tempi per l'assegnazione delle frequenze c'è pure l'articolo otto che fa obbligo al Governo otto e quindici che fa obbligo al Governo e Parlamento
Fissare la nuova disciplina della RAI intro quest'anno dico entro quest'anno nei prossimi due tre mesi
Non vorrei proprio che la legge sia applicata puntualmente in certi casi e disattesa in certi altri
Aggiungo
Se si pensasse di far vivere la RAI riducendole i ricavi da pubblicità
Bloccando le l'aumento del canone
E continuando a far pagare e essa sola la tassa di concessione di centocinquanta miliardi l'anno
Allora sarebbe meglio che il Governo e Parlamento avessero il coraggio di dire che non c'è bijou bisogno della RAI che la società italiana non ha più bisogno della RAI
Poche parole ed ho finito
Sull'assetto proprietario dell'azienda
Il mio pensiero
E mi pare di concordare con le cose dette poc'anzi dall'onorevole Rabin il mio pensiero e che il capitale sociale della RAI quando dico capitale sociale della RAI di colleghi azioni RAI
Debbano restare debbano restare tutte in mani pubbliche
Anche se questa formula può assumere assetti societari diversi
Dico questo non perché io abbia vocazioni
Ho convinzioni statalisti
Lo dico per due motivi
Primo
Riflettiamo sulla topografia della proprietà editoriale del nostro Paese cioè radio più televisione più quotidiani più periodici
La presenza dei privati e addirittura straripante
Secondo
Che se dessimo ai privati anche la RAI oppure li facessimo metterci il becco
Significherebbe prive privatizzare una merce con cui si fa nel bene e nel male la democrazia nel nostro Paese
Mi chiedo
Concludo stavolta davvero
Mi chiedo se un partito popolare sensibile ai richiami di dei valori al richiamo dei valori
Possa concedersi il lusso di affidare soltanto sottolineo soltanto ai privati la leva delicatissima e cruciale dell'industria informativa e culturale del Paese
è un interrogativo molto serio credetemi
Lo lascio alle vostre riflessioni lo lascio alle vostre coscienze
Ho la sensazione che viviamo tempi di scoop
Il sensazionalismo di immagine per l'immagine
Tempi nei quali la difesa del vivere democratico non credo possa essere soltanto affidato al metodo pure decisivo del voto elettorali