"1848, 1922, 1992": settantesimo anniversario della fondazione del Partito Liberale Italiano

Autorità signore e signori amici liberali
Dichiaro aperti i lavori per celebrare il settantesimo anniversario della Fondazione del Partito liberale che avvenne esattamente settant'anni fa qui nella città di Bologna
Innanzitutto prego di scusare l'assenza dell'onorevole Altissimo segretario generale del partito perché è trattenuto come ben è ovvio alla Camera per le votazioni di fiducia sul governo
Ringrazio tutti presenti in particolar modo l'autorità che saranno voluto aderire al nostro invito e partecipare a questa nostra manifestazione
Ringrazio l'onorevole Zanone presidente del partito
Di essere venuto tra noi nonostante gli impegni
Nonché il semplice segretario generale un orrore Patuelli per gli stessi motivi che hanno trattenuto a Roma onorevole altissimo invece hanno accolto il nostro invito si sono sobbarcati notevole pratiche di viaggio per essere qui presenti tra nove stasera
Io ho ricevuto parecchi messaggi da parte dei parlamentari liberali anch'essi impegnati che sono qui tra noi lo stesso idealmente presenti e inoltre vi vorrei dare lettura se
Presidente però consente di alcune importanti messaggi che ci sono pervenuti
Primo fra tutti
Quello del Presidente della Repubblica
Nel giorno in cui i liberali italiani celebrano il settantesimo anniversario della loro costituzione impartito
E caro far giungere un saluto cordialissimo a lei e ai dirigenti agli iscritti convenuti a Bologna per la storica ricorrenza
Ben più antiche dell'istituzione del partito sono in realtà l'idea e la prassi liberale che affondano le loro radici secolari nella storia europea
E che l'Europa e il mondo hanno potentemente modellato nelle strutture portanti dei rapporti civili dell'economia dello Stato
I liberali italiani furono in prima fila nel contribuire alla prodigiosa riscossa spirituale che portò alla liquidazione della dominazione straniera all'unità nazionale allo stato di diritto
Valori che hanno coerentemente difeso anche nei momenti più oscuri della nostra storia offrendo con i loro uomini migliori un contributo essenziale all'antifascismo la resistenza alla Costituente alla Repubblica
Alla costruzione dell'Europa alla solidarietà atlantica
Innalzò il pensiero grato e commosso
A tanti che conobbi e coi quali ebbe l'onore di avere consuetudine di rapporti
Da Gaetano Martino a bottega Malagodi al grande amico Valitutti e soprattutto quasi sintesi luminoso indimenticabile
L'eccellente figura di Luigi Einaudi maestro del sapere nel governare nell'incarnare il senso del servizio
Dello scrupolo morale dello Stato
Mentre il Paese vive ore difficili è assolutamente vitale che i partiti tornano in piena sintonia con la società civile infondono nei cittadini la consapevolezza della comune responsabilità
E l'indispensabile fiducia nella gestione della cosa pubblica
Con cordiale animo Oscar Luigi Scalfaro
Sergio Napolitano Presidente della Camera
Ci sono giovani
Caro segretario lei conosce bene quale carico di lavoro è quale delicato e complesso grave in questo momento sulla Camera dei deputati mi impedisca purtroppo di partecipare alla celebrazione
Del settanta del settanta in arrivo della fondazione del Partito liberale italiano
Nello stesso Teatro Comunale di Bologna in cui oggi riunite settanta anni fa pure suo maggior Camillo Benso di Cavour e a Marco Minghetti come indicare radici già profonde del movimento risorgimentale
La rifondazione guidato da Benedetto Croce si inseriti in una fase critica dei rapporti politici e istituzionali allora profondamente segnati dalla progressiva divaricazione fra la collocazione politica dei liberali la trasformazione nell'assetto e nella concezione dello Stato che pure storicamente definito Stato liberale
Sarebbe ardito qualsiasi parallelo con quel periodo tanto più con gli anni infausti del fascismo che di lì a poco seguirono travolgendo gli ideali di libertà della parte più avvertita del mondo politico
Se richiamo il travaglio con cui liberale in quel tempo si riorganizzarono impartito esser mai per riaffermare il dovere di avvertire le difficoltà le stesse incognite di ogni determinato momento storico perché siano affrontate con impegno animato dagli antichi valori rinvigorito da una consapevole volontà riformatrice
E questo indubbiamente è tempo di riforme riforma elettorale riforme istituzionali e anche cambiamenti effettivi nei comportamenti politici e morali di quanti abbiano pubbliche responsabilità
Il rischio è che le stesse istituzioni democratiche conquistate così alto Pretto prima con il Risorgimento e poi con la Resistenza siano arbitrariamente coinvolte e travolte dalla crisi del sistema politico
Del rapporto di fiducia tra cittadini partiti e dello stesso governo della finanza pubblica
No certo bisogno con voi di richiamare il magistero il monito di Luigi Naldi
Per sottolineare il valore irrinunciabile del ruolo del Parlamento come sede di libero confronto anche di competizione ma sempre al fine di garantire decisioni trasparenti ed efficaci
Per uscire da una crisi così acute rinnovando le regole e lo stesso volto della politica offrendo nuove prospettive di sviluppo e di progresso all'inderogabile processo di integrazione europea
Questo sforzo di tutti ed in questo sforzo che si misurerà la capacità di far rivivere la televisione negli antichi compiti del presente agli ardui compiti del presente cordialmente Giorgio Napolitano
Presidente del senato Caro altissimo sarei stato ben lieto di intervenire alla manifestazione celebrativa del settenario dalla fonte del settanta e Mario dalla Fondazione Partito liberale italiano se me lo avessero consentito gli impegni istituzionali di questa stagione difficile ed anzi drammatica della vita italiana
Desidero tuttavia far giungere gli amici liberali riuniti a Bologna il mio saluto affettuoso il mio augurio più fervido
Un insegnamento che ritornato prepotentemente attuale in questi anni per quei Paesi che erano oltre cortina si sono liberate dal giogo premente dottore sarei desumo e dalla dittatura ma anche un monito per tutti noi
In questa stagione particolarmente travagliate della vite del nostro paese mentre siamo chiamati a scelte fondamentali per il nostro destino di democrazia avanzata nel formulare i migliori voti di successo alla manifestazione inghiotte agli intervenuti tutti il mio mentore cordiale pensiero
Giovanni Spadolini
Ho ricevuto inoltre dal presidente del del gruppo parlamentare della non resti spiana un augurio è un saluto onorevole Gerardo Bianco
Maurizio Pagani ministro delle poste e telecomunicazioni
Amelia e cortese al DS assessore regionale della Campania
Il presidente della Commissione Finanza camere occupate Manfrè del Manfredo Manfredi
Il Diego Novelli
Deputato
Però Parlamento
Onorevole Giuseppe Pisicchio sottosegretario di Stato alle Finanze
Onorevole Lino Armellini presidente della dodicesima Commissione affari sociali
Senatore col fare Senato
Presidente Corte Costituzionale dottorando collassa ancora Santi
De Cosmo Presidente Commissione industria Senato
Onorevole Aldo Aniasi
Gruppo parlamentare del PDS
Onorevole D'Alema
Segretario nazionale del movimento sociale onorevole Gianfranco Fini
Ministro del lavoro Nino Cristofori
Ferdinando fa chiaro ministro Protezione civile
Raccolgo il Enrico Ferri capogruppo del partito socialdemocratico alla Camera il ministro sottosegretario di stato Grazia e Giustizia Germano dei cinque
Il l'onore senatore Gennaro Acquaviva del Partito Socialista Italiano Antonio Maccanico presidente prima Commissione del Senato
Piero Barucci ministro del tesoro
Io ringrazio per l'attenzione ma era doveroso
Rendere a tutti voi questa testimonianza questa partecipazione alla nostra celebrazione io quindi dare la parola all'onorevole Antonio Patel Patuelli vice-segretario vicario del partito
Agli amici
Dei concittadini
Il settantesimo anniversario della nascita
Del Partito liberale italiano col Congresso Nazionale costituente di Bologna
Non è per noi un'occasione rituale
Quando l'otto e il nove e il dieci ottobre del ventidue proprio in questo teatro comunale di Bologna
Tanti liberali italiani si riunivano in rappresentanza delle associazioni territoriali
Che avrebbero dato vita al Partito liberale italiano
Non a caso la stessa mattinata della giornata inaugurale dell'otto ottobre culminò con un corteo che aveva come obiettivo l'omaggio ai monumenti in Bologna di Cavour e Minghetti
Passando per via Farini
Ai veri fondatori del movimento politico liberale in Italia
Dal mille ottocentoquarantotto al mille novecentoventidue
Nel settantenni o d'Italia liberale salvo alcune fasi come i governi Crispi e per lo via stata una forte identificazione fra lo Stato e dei liberali che lo avevano fondato con istituzioni democratico parlamentari seguendo l'esempio soprattutto dei Parlamenti ottocenteschi di Francia e Belgio
Lo Stato liberale andò in crisi con la prima guerra mondiale
E Giolitti non aveva lucidamente intuito
E ancor più con l'abolizione del sistema elettorale del collegio uninominale a doppio turno e con l'adozione della proporzionale
Voluta fortemente dai partiti di massa come il partito socialista ed il Partito popolare di don Sturzo
Che invece si sarebbe poi ricreduto ed avrebbe fatto anche autocritica nel secondo dopoguerra
La proporzionale accettata da Nitti ma fortemente osteggiata da tanti liberali a cominciare da Giovanni Giolitti e Giovanni Amendola
Quando a Montecitorio si discusse l'effimera riforma elettorale del mille ottocentottantadue
Che introdusse per la prima volta lo scrutinio di lista in sostituzione del collegio uninominale a doppio turno che verrà poi ripristinato dopo la prima negativa sperimentazione di questa nuova legge
Marco Minghetti con lucidità quasi profetica
Fece presente che il collegio uninominale vendeva il cittadino elettore più libero nelle scelte
Mentre lo scrutinio di lista e la proporzionale avrebbe limitato tale libertà accentuando il peso e l'importanza delle organizzazioni i liberali in quasi un secolo e mezzo di storia politica italiana
Dal mille ottocentoquarantotto in poi si sono sempre mantenuti coerenti con l'esempio di Cavour e l'insegnamento di Minghetti e si sono sempre mossi anche quando hanno avuto alte percentuali elettorali
Non come un partito di massa burocraticamente organizzato di cosiddetto modello leninista Hogan Luciano ma come un'associazione di cittadini liberi da troppo stretti condizionamenti di organizzazioni
Questo può anche il limite dei liberali per i fascisti e post fascisti
Che proprio perché privi di organizzazione si trovavano a soccombere di fronte all'insorgere dei partiti di massa dal socialista al popolare dal nazionalista al comunista al fascista
Il collegio uninominale a doppio turno legava il candidato eletto al giudizio diretto dei cittadini che non davano così delle che più o meno in bianco alle organizzazione burocratiche di partito
Da cui i comitati elettorali
E le associazioni liberali furono sempre diversi
Oggi celebriamo anche un secolo e mezzo di diversità del modo di far politica dei liberali rispetto a tutti gli altri partiti
Un vero e proprio modo di essere e di associazione movimento o partito di opinione
Quando per i liberali e non per altri esse nel movimento associazione o partito è stato sempre sinonimo di ugual modo DS e di comportarsi il congresso di Bologna
Dell'ottobre mille novecentoventidue fu la risposta dei liberali all'abolizione del collegio uninominale e all'introduzione della proporzionale
I liberali che non erano raggruppati nazionalmente tentarono così di coordinare le associazioni e di vari comitati sparsi in ogni parte d'Italia
Ciò avvenne non a caso poche settimane prima della marcia su Roma
Nel momento in cui finiva lo Stato liberale
I liberali non potevano più assolutamente identificarsi come avevano lungamente invece fatto in precedenza con le istituzioni dello Stato e così nasceva la necessità di un accordo e di un indirizzo comune
Quando dopo il ventennio dittatoriale Benedetto Croce
Dibattendo
Ricostituendo lo il movimento politico dei liberali in Italia
Non a caso lo definì nuovamente Partito liberale italiano il quale assorbì
Anche il partito liberale democratico che in un primo tempo Siena separatamente costituito fondato da Raffaele De Caro che fu poi un successore di Benedetto Croce alla presidenza del partito
E poi assorbì anche la Democrazia del lavoro Di Muccio Luini e Aldo Bozzi
Non a caso quando dal ventinove aprile al tre maggio del mille novecentoquarantasei se io o lui il primo congresso nazionale dei liberali del secondo dopoguerra
Esso fu chiamato da Benedetto Croce che lo appesi come presidente
Terzo Congresso nazionale del Partito liberale italiano facendo riferimento appunto alla continuità col congresso di Bologna del mille novecentoventidue e con il secondo quello di Livorno del mille novecentoventiquattro
La voce riuscì a far confluire nel Partito liberale italiano i principali filoni del liberalismo puro
Poiché volle giustamente costituire un partito liberale puro senza aggettivi e compromessi nelle premesse culturali ed ideali i liberali rimase ma minoritaria all'assemblea costituente quando proposero il ritorno al collegio uninominale a doppio turno
E non si adattavano mai fino in fondo al modo di far politica che ha caratterizzato ormai mezzo secolo di Repubblica
Anche quando il partito liberale di Giovanni Malagodi
Ottenne fa il sessantatré il sessantaquattro il massimo storico con il sette otto per cento di voti ma con punte fino al venti per cento in diverse città nemmeno allora il partito liberale ad otto
Forme organizzative burocraticamente organizzate ma rimase imperniato su associazioni dette sezioni o direzioni provinciali fortemente legate al territorio ma uniche sempre sul territorio delle rispettive città o province
E non segmentati in scritture capillari ma collegate culturalmente e nei comportamenti all'Italia liberale del collegio uninominale
Il fondatore del Partito liberale l'artefice dell'iniziativa del mille novecentoventidue fu il professor Alberto Giovannini bolognese
Direttore del Resto del Carlino fa il venticinque luglio è l'otto settembre mille novecentoquarantatré componente poi la Consulta e deputato nella prima legislatura e anche ministro negli anni più belli del centrismo
Ma il protagonista principale del congresso di Bologna di settanta anni fa fu Luigi Albertini
Il mitico direttore del Corriere della Sera che fosse unico Ingusci a riscuotere il consenso convinto di ogni settore del congresso proprio perché il suo discorso fu pieno essenzialmente di principi è bene ricordare oggi tutto questo significa rivendicare la diversità del Partito liberale italiano di ieri come di oggi
Il dimensionato nei numeri dalla quasi secolare mancanza di un'adeguata organizzazione ma consapevole che proprio in questi anni stanno crollando i partiti di massa che vengono sempre più contestati innanzitutto per il loro modo di essere e di far politica che non è mai stato invece il nostro questa diversità dei liberali che ci ha sempre penalizzato in questo lunghissimo secondo dopoguerra
Deve ora portare alla consapevolezza che i liberali non sono compromessi col sistema politico che sta decadendo e che era ormai agonizzante
E che i liberali non si arrenderanno nemmeno disponibile a condividere
Ma combatte hanno rigorosamente tutti i tentativi che dovessero affacciarsi di mummificare questo sistema politico e di trasformarlo in a regime così come vi sono sintomi veri con l'esprimere un rinvio di elezioni che oggi alla Camera ho l'orgoglio di dire che è stato bocciato con l'iniziativa innanzitutto dei liberali che non l'avevano condiviso nemmeno nei banchi del consiglio dei ministri
Così come stiamo combattendo
Il tentativo di chi storce l'elezione diretta del sindaco da parte dei partiti di massa che così cercano un proprio appostamento surrettizio in un momento di locande declino anzi per la prima volta dal secondo dopoguerra i cittadini stanno uscendo dalle consuetudini e dai condizionamenti nell'esprimere le loro scelte che sono sempre più libere
Non ci faremo coinvolgere nel trasformare il dissenso e la contestazione presso il sistema politico nel tentativo di fare ogni erba un fascio di confondere tutti patiti fa allora
Non distinguendo culture comportamenti e responsabilità che sono distinti
I liberali sono stato sono stati a lungo per tanti anni nella Repubblica una voce di critica nazionale sono gli unici democratici e occidentali convinti che sono stati oltre vent'anni all'opposizione
Non per ragioni di interesse ma di ideali un'esperienza che ci ha nobilitato al di là di ogni calcolo politico
Ora questo sistema politico sta finendo sono sulla via del tramonto ai suoi principali protagonisti i partiti di massa
E compito dei liberali è ora quello di S. anticipatori cultuali
E realizzatori razionali graduali ma tempestivi della nuova democrazia che dobbiamo non da soli costruire una nuova democrazia che superi l'ormai esausta Prima Repubblica
E non ceda e non sia travolta da ondate emotive di protesta Inessa è comprensibile ma guidate da soggetti che tentano di ottenere consensi di protesta verso la declinante Prima Repubblica
Lanciando parole d'ordine sostanzialmente eversive verso lo Stato di diritto
E sfuggendo dal confronto parlamentare ma scambiando il Parlamento solamente con una cassa di risonanza
Anche ora i liberali sono distinti e DiVersi sia rispetto ai nostalgici che tentano artifizi di conservazione e di restaurazione della vecchia e anomala democrazia italiana e sono distinti anche dinanzi a chi confonde la protesta legittima in eversione dell'unità nazionale e delle regole dello stato di diritto
Ugualmente i liberali non possono condividere che taluni sindacati tenti no oggi con la minaccia o il ricorso allo sciopero generale di distorcere il corretto apporto fa Governo e Parlamento
Quando tutti i cittadini votano ugualmente per il libero Parlamento
Perché non può essere scavalcato dalla pressione di manifestazione di massa che divenne ebbe a una violazione del cornetto al rapporto di fiducia fra Governo e Parlamento
Se fossero accettati scavalcamenti corporativi
Di chi vuole contare più di altri prima come cittadini e se soccombenti in Parlamento poi come movimento di massa populista e quindi non liberale taluni sindacati tentano ora dipendesse anche la rivincita sulla sovranità del Parlamento
Rispetto alla sconfitta di metodo più ancora che di merito che subivano nella nel ferendo ma del nove giugno mille novecentottantacinque sulle distorsioni della scala mobile
Aldo Bozzi mi ha insegnato che nei momenti più difficili liberali debbono ricorrere ai propri principi
In una fase di sfondamento come queste della Prima Repubblica i liberali debbono rivendicare le proprie peculiarità avverto no che stanno venendo al pettine i nodi le contraddizioni e le scelte che da tanti anni
Dalle lotte di Malagodi di tutti noi al primo centro sinistra e poi al compromesso storico avevamo lucidamente individuato
Indichiamo come liberali il diritto e il dovere di essere artefici di un futuro non io che lo slargo ne balcanico né di deteriore trasformismo ma di una nuova democrazia basata non sul cesarismo carismatico
Ma sull'attribuzione di maggiori responsabilità dirette di scelta dei cittadini in una democrazia conflittuale mai consociativa mai foto di ammucchiate e di parte fatti una nuova democrazia dove vi sia un continuo potenziale ricambio alla guida delle istituzioni
Cari amici
La continuità cultuale politica dei liberali è fuori discussione
A seconda delle leggi elettorali e delle conseguenti forme di presentazione alle consultazioni i liberali italiani dovranno mantenere una nitida caratterizzazione cultuale e conseguentemente politica
Coerente con la linea che va da Cavour da Minghetti e da Farini a Malagodi Bozzi e Valitutti a tutti noi
E che ci ricordano pagine della nostra storia che rappresentano i principi e le nostre ragion d'essere di ieri di oggi e di domani e questo penso che sia il messaggio e la ragion d'essere di questa nostra celebrazione dell'anniversario dalla fondazione del Partito liberale italiano grazie
Adesso pregherei l'onorevole Zanone si svolge nel suo intervento in questa nostra celebrazione
I cittadini di Bologna
E cari amici liberale di varie parti d'Italia
Che vedo che saluto
I settant'anni
Del Partito liberale italiano
Registrati negli atti dei suoi ventuno congressi
Sono soltanto un secondo tempo
Nella storia del movimento liberale
Quale soggetto della politica nazionale italiano
Io idealmente ho sempre datato alla fondazione del Partito liberale a sei prima agli inizi del mille ottocentoquarantotto
Con i primi articoli di Cavour sul Risorgimento e con i suoi primi discorsi nel Parlamento subalpino
Non diversamente Croce
Scrivendo Casati il tredici agosto mille novecentoquarantatré mi comunicava avvenuta ricostituzione del Partito liberale puro semplice di tradizione cavouriano
Aggiungendo subito dopo qual era quello che Ruffini dirigeva con me e con altri e fu soppresso dal fascismo nel mille novecentoventicinque
Per la breve storia dei primi due congressi liberali
Celebrati mentre l'Italia era ormai percorso dal fascismo è cominciata qui
Settant'anni fa
Dopo l'appello lanciato a Ravenna dal convegno dalla stampa liberale
Si trattava di riunire in un solo partito
Le molte associazioni e di vari gruppi che nelle elezioni del mille novecentodiciannove
Si erano presentati come una quindicina di nomi DiVersi
E di maggiori contrasti di quel primo congresso furono i contrasti sul nome da dare al partito
Molti propendevano per il nome di partito liberale e democratico
Ma infine prevalse questo nome che è stato ed è
Tanta parte della nostra vita di partito liberale italiano
La scelta del nome raccolse quarantaquattro mila voti favorevoli
Contro ventuno mila astensioni in gran parte dei torinesi
Ho approvato un decalogo di principi esentato dal torinese Corrado Gai
Dal bolognese Alberto Giovannini e dal toscano Giuseppe Mascagni
Giovannini fu eletto segretario
Il Genovese Emilio Borsino presidente
Già Antonio Patuelli ha ricordato con me
Momento saliente del discorso più acclamato di quel primo congresso
Fu il discorso di Albertini
In realtà non tutti gli ottimati del liberalismo erano presenti
Giolitti era rappresentato da Marcello Soleri
Salandra aderire al giugno dell'anno dopo con un biglietto in cui non dava molto affidamento circa la propria disciplina di partito
Croce che nel mille novecentoquarantatré si sarebbe prodigato con tanta generosità alla ricostituzione del partito era avrebbe poi assunto la presidenza a Bologna non c'era sebbene fosse in viaggio nel Nord
Ita qui di quei giorni registrano un otto ottobre a Milano ospite di Casati
Un nove ottobre a Torino
Un dieci ottobre a Bardonecchia dove il solerte filosofo chiusa le vacanze della famiglia e come spesso gli succedeva sulle montagne piemontesi si Busco un raffreddore
Il più attento al congresso di Bologna fu Einaudi
Pochi giorni dopo uscì dal Corriere della Sera
Il suo celebre articolo sulle varianti regionali del liberalismo italiano
Dove si metteva in luce il carattere non dottrinario anzi anti dottrinario del liberalismo piemontese
Era duplice inclinazione del suo pragmatismo
La tendenza non estremizzare i contrasti ideologici a cogliere qualche utilità anche degli argomenti e degli avversari magari con la mezza intenzione di addomesticabili
E la tendenza ad intendere l'attività politica
Essenzialmente come amministrazione della cosa pubblica per modo che il fine della politica si riassume nel governo e Bindi nel concreto buongoverno di stampo giolittiano
Ora quel congresso di Bologna rivive in noi nelle pagine ingiallite dei suoi resoconti come la cronaca di un irrimediabile tramonto i liberali si organizzavano in partito quando già socialisti e popolari avanzavano come partiti di forte apparato sulla strada aperta dalla proporzionale
E la proporzionale a sua volta era il portato del suffragio universale che la democrazia liberale aveva voluto prima della guerra
E alla guerra come scrisse Missiroli aveva affilato il suffragio come la selce affila una lama
Le sparse membra del parlamentarismo e dell'associazionismo liberale
Si raccoglievano Polonia quasi alla vigilia della marcia su Roma
Per cercare nei confronti dell'incipiente fascismo un ruolo che inizialmente pare per poter essere di raccordo con la classe di governo tradizionale
Ed in pochi anni dovette convertirsi in un'ora opposizione di testimonianza
Le consumate saggezza e parlamentari della classe dirigente liberale poco potevano contro lo scatenamento della piazza
Quell'anno il mille novecentoventidue
Fu dominato da quella che De Ruggiero chiamava la plebe apolitica venne il fascismo
Ed è Ruggero non restò per la sua storia del liberalismo altra conclusione se non quella di una sfida disarmata la forza con cui gli italiani
Sapranno riaffermare la dignità della persona umana darà la misura della loro capacità a percorrere tutta la via del liberalismo moderno molti anni sarebbero occorsi perché intorno al fascismo si formasse almeno una cognizione chiara circa gli ascendenti e la sostanza spesso del fenomeno
Ancora nei nostri anni
Il fascismo rimane oggetto di differenti interpretazioni storiografiche
Vi è chi lo ha interpretato come l'ultimo atto si Kato frutto della decadenza del vecchio Stato dopo la guerra vi è chi lo ha interpretato con un'eclisse un lungo sonno della ragione
Una parentesi destinata a chiudersi con il ritorno ai liberi ordinamenti
La vita nazionale lungo ormai quarantasei anni di Repubblica porta ad un giudizio diverso da entrambe quelle interpretazioni vent'anni di fascismo hanno lasciato nella coscienza democratica della nazione cicatrici di cui affiorano ancora le tracce
Il fascismo non fu nella decadenza della vecchia Italia né una parentesi della storia Unur otto che avvenne ad un tratto proprio perché nessuno lo credeva possibile una frattura
Che chiuso un'epoca e può a sua volta chiusa soltanto comune poca nuova
L'Italia del mille centoventidue
I liberali del mille novecentoventidue
Non avevano della fine incombente una precisa percezione ma presto
Ai migliori di essi sarebbero rimaste come viatico le parole scritte ancora del Missiroli nell'opuscolo sul colpo di stato
Gli spiriti liberi sanno servire la patria anche nell'esilio di una patria ideale
Idealmente esule in patria furono i pochi che durante il fascismo custodi erano in sé la tradizione liberale
E quando il fascismo card e si ricostituirono i partiti
Si vide appunto che rispetto all'organizzazione delle masse cattoliche comuniste socialiste
Il Partito Liberale poteva essere soltanto l'espressione di una minoranza ma nella sproporzione delle forze il partito liberale
Seppe dare un contributo non marginale prima la lotta per la liberazione e poi nell'Italia liberata all'assemblea costituente
Alla ricostruzione economica del paese
All'Alleanza atlantica alle prime istituzioni dell'Europa futura
Sovrastano quei primi anni della Repubblica
Dall'alto di un magistero culturale tuttora attivo la personalità di Benedetto Croce primo presidente del nostro partito
E di Luigi Einaudi il primo presidente della nostra Repubblica
Alleati nel centrismo avversari del centrosinistra
I liberali seppero dare prova delle due qualità che più difettano costume politico nazionale il senso dello Stato e la cultura della opposizione ridotti ad un pugno c'è però di reddito al compromesso che avrebbe trasformato l'arco costituzionale incredibile
Poi eventualmente essere però ricrescere
Trovare il filo di una nuova collaborazione con gli altri partiti democratici
E servire la nazione in compiti di governo sempre dell'atteso che si avverasse
La previsione crociana di una nuova più ampia cittadinanza degli uomini liberi e con essa prendesse corpo anche
Un'altra Italia
Anche nelle molte forse troppe
Transazione imposte dalla congiuntura politica
Credo abbia sempre accompagnato i liberali autentici
Il senso della propria appartenenza all'altra Italia quella prima dei rivoluzionari ottocenteschi
E poi dei ministri devoti alla corona ma non servili verso i re
L'altra Italia di Gobetti ad Amendola feriti ma non piegati dal bastone
L'Italia dei pochi che anche nella propria esistenza personale antepongono i rischi della libertà l'istinto della sicurezza
L'Italia dei cittadini che considerano lo Stato alcun dispensatore di favori né un terreno di occupazione ma lo strumento dei propri diritti
Adesso
La grande cittadinanza liberale vaticinato da Croce non è più un sogno
E forse con essa anche
L'altra Italia e alle porte
Forse è il momento di aprirci
Ad una grande speranza
Questa parola che ha tanta parte della nostra vita partito liberale
Si compone di un nome e di un aggettivo
Vorrei dire ai nostri giovani amici che hanno distribuito questa lettera sono qua
Mi sono
Vorrei dire loro che il nome risente fatalmente della crisi che colpisce un po'tutti i partiti
Ma l'aggettivo non è più un'etichetta minoritaria
Il futuro concederà di meno ai partiti il futuro concederà di più ai liberali
Poi
Noi che oggi siamo qui
Abbiamo una responsabilità che c'è deriva dall'eredità ricevuta
In pochi anni sono scomparsi gli ultimi protagonisti
Della generazione liberale che fu entrò in campo agli inizi della Repubblica
Aldo Bozzi poi Giovanni Malagodi e adesso Salvatore Valitutti
I loro nomi sono scritti nella storia del partito liberale che oggi compie settant'anni
Siamo venuti a Bologna per celebrarlo
Ed anche pare chiederci cosa fare con questo settantenne
Sta accadendo non solo in Italia
Qualcosa che mette in questione il rapporto fra Stato e cittadini e fra libertà e potere
Questo accade mentre nel mondo
E segnatamente in Europa si fa strada il modello liberale
Mai nella storia come dal mille novecentottantanove ad oggi
La democrazia liberale ha guadagnato tanto spazio quanto il cinema
Gli Stati ad ordinamento libero sono passati in pochi anni da trenta ad oltre settanta
In Europa la liberalizzazione arriva fino alle soglie del mondo russo
E della polveriera balcanica
è una autentica rivoluzione liberale
E rimette tutto in discussione anche nei nostri affari domestici
Entra in discussione anche il sistema dei partiti modellato secondo le esigenze geopolitiche della guerra fredda
E di invalso dal mille novecentoquarantasei ad oggi
Quel sistema conferiva all'Italia due anomalie
Quella di ospitare il Partito comunista più forte del mondo
E per reazione a ciò anche di ospitare il partito di governo più longevo del mondo
Con gli anni il sistema si è appesantito
Il regime di ed in più punti guastato e corrotto
Un senso diffuso di distacco e poi di discredito ha investito il sistema dei partiti visto come un organismo complessivo
Ed il sistema ha reagito
Prima associandosi al coro delle depredazioni contro la partitocrazia
Come il cancelliere Ferrer si associava alle depredazioni dei milanesi contro il vicario di provvisione porrà mandarlo alternanza Liguori
Poi di fronte al processo reale di riforma che procede per le spinte interne il sistema dei partiti ha cominciato a riservarsi Introna intorno ai propri apparati di massa residui come votarsi di un lago i pesci si ammucchiano nelle ultime pozzanghere
Siamo ad una svolta
Siamo ad una svolta che sembra politica ma è storica
La storia dice salta e il nostro partito settantenne deve saltare
Beve
Recuperare intero il senso della propria diversità fare di se stesso il nucleo di un'alleanza più vasta
Che la riforma elettorale potrà certificare non produrre
Non ha detto che il solo destino possibile per i liberali in Italia si è quello di presidiare una posizione una posizione di minoranza
Ciò che accade in Europa e nel mondo
Indica che la rivoluzione liberale in atto
E sopra i confini degli Stati si sta formando degli individui un senso di nuova cittadinanza transnazionale
Nuove energie civili
Nuovi soggetti politici sono prossimi ad emergere anche in Italia dovranno passare per una dura selezione
Misurarsi alla prova del più difficile frangente finanziario economico e sociale che l'Italia si trova ad affrontare almeno da vent'anni
Ma infine un file che ha prossimo
Vedremo cambiare lo scenario io immagino e credo
Che è al centro di esso possa collocarsi
Un grande movimento che raccolga laici e cattolici liberali
Intorno alla costruzione
Di una democrazia adulta immagino e credo che dopo settant'anni
Le idee
I metodi
I costumi liberali
Ritornino a governare l'Italia
Ringrazio tutti per la partecipazione alle autorità presenti di amici liberali che sono venuti anche da altre città gli esponenti del partito
è auguro a tutti gli amici liberali di essere qui per una prossima celebrazione del centenario del partito
Allora
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