09 GEN 2017
intervista

La bellezza e i misfatti: il caso del distributore Api di Satriano di Lucania - Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Satriano di Lucania - 09:26 Durata: 28 min 24 sec
A cura di Valentina Pietrosanti
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Il 1 agosto 2003, su incarico di API (Anonima Petroli Italiana), la Petroltecnica Srl invia al Comune di Satriano di Lucania, alla Regione Basilicata, alla Provincia di Potenza e all'Arpab una "notifica d'inquinamento" ai sensi dell'allora vigente DM 471/99, avente per oggetto "Punto vendita carburanti Api Satriano di Lucania (PZ)".

Nella comunicazione, la società riminese specializzata in bonifiche, riferisce di una perdita di carburante da uno dei serbatoi interrati del distributore.

Gli operatori della Petroltecnica segnalano "che si è determinata una situazione di pericolo concreto e
attuale di superamento dei valori di concentrazione limite accettabili del sottosuolo".

Dall'esame dell'incartamento relativo al sito inquinato, ubicato a pochi metri dal fiume Melandro, è emersa nel corso degli anni una preoccupante contaminazione non solo del terreno a valle del distributore, ma anche delle falde acquifere e dello stesso torrente Melandro, tributario del Tanagro (affluente di sinistra del fiume Sele).

La bonifica del sito, iniziata circa dieci anni dopo la notifica inviata nell'agosto del 2003 dalla Petroltecnica, non risulta ancora conclusa.

Tonino Iallorenzi, consigliere comunale della lista "Satriano Insieme", e Fiorenzo Magni sottolineano l'abnorme presenza di alcuni inquinanti registrata nel corso degli anni, tra i quali un additivo denominato MTBE (metil-t-butil etere) utilizzato per accrescere il numero di ottani delle benzine.

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