Rassegna di Geopolitica. Demografia, diseguaglianze economiche e migranti: quali prospettive per l'Italia.

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale con la rassegna di geopolitica di lunedì venti marzo due mila diciassette torniamo ad occuparci di demografia dei trend è in atto nel nostro Paese
Partiamo dagli indicatori demografici che l'Istat ha pubblicato nel mese di marzo due mila diciassette punto
Al primo gennaio due mila
Diciassette si stima che la popolazione italiana Monti a sessanta milioni cinquecentosettantanove mila residenti ottantasei mila unità in meno rispetto all'anno precedente
La natalità conferma la tendenza alla diminuzione con quattrocentosettantaquattro mila nominati nel due mila sedici
Il saldo naturale nascite meno decessi registra un valore negativo meno centotrentaquattro mila
Che rappresenta secondo maggior calo di sempre superiore soltanto a quello del due mila quindici
Il saldo migratorio estero nel due mila sedici è pari a più centotrentacinque mila
Al primo gennaio due mila diciassette i residenti hanno un'età media di quarantaquattro virgola nove anni
Individui i sessantacinque anni e più superano i tredici milioni rappresentano il ventidue virgola tre per cento della popolazione totale
Individui di ottant'anni e più sono quattro virgola uno milioni il sei punto otto per cento del totale
La fecondità totale in Italia scrive l'Istat scende a uno punto trenta quattro figli per donna ricordiamo che per un equilibrio di popolazione il tasso di sostituzione due punto zero due figli per
Donna nel caso della media italiana è uno punto trentaquattro però va scomputato tra
Straniere che sono che hanno avuto in media uno punto novantacinque figli nel due mila sedici quindi quasi
E livelli del tasso giusto di sostituzione
Mentre le italiane sono rimaste su un valore molto basso che è quello di uno appunto ventisette figli
L'età media delle donne al parto di trentuno virgola sette anni la vita media per gli uomini in Italia raggiunge ottanta virgola sei anni e per le donne ottantacinque virgola uno anni questi indicatori demografici appena pubblicati dall'Istat
Che riguardano il nostro Paese
Partendo da ciò andiamo la prima lettura che ella settimanale pagina novantanove la storia di copertina fate più figli sarete più ricchi il crollo delle nascite in Italia è causa di diseguaglianze ecco perché
Scrive Maurizio sì però è che è una giornalista che esso copre i temi economici e sociali
Per poche ore alcuni giorni fa di osservatori dei fenomeni sociali hanno abbandonato la sostanziale distrazione con la quale guardano le visite alle cose demografiche dopo la pubblicazione delle stime Istat indicatori per il due mila sedici
Come grande stupore ampiamente manifestato l'indomani sulle pagine quotidiani italiani si sono ricordati perché lo sapevamo già
Che non solo nascono sempre meno bambini nel nostro Paese ma che aumenta notevolmente anche il numero di coloro che vanno a vivere all'estero
Questo doppio Trend combinandosi diminuisce la popolazione che ha perso ottantasei mila unità sul due mila quindici che soprattutto ne fa aumentare letta media
L'Italia è un Paese sempre più vecchio con tutto ciò che ne consegue per la società e l'economia gli ultrasessantacinquenni sono ormai ventidue tre per cento della popolazione parliamo di undici virgola sette milioni di persone
La fascia di popolazione più numerosa è ancora quella dei nati tra il mille novecentosessantuno e il mille novecentosettantacinque ma ormai anche loro si stava avvicinando alla soglia dell'età anziana
Tra un decennio poco più la piramide dalla popolazione mostrerà una base ridotta è un vertice sproporzionato
Immagine che di per sé evoca una profonda instabilità queste osservazioni che appaiono fugacemente nel nostro dibattito pubblico che subito dimenticate
Non vengono quasi mai messa in relazione con gli effetti che sono capaci di provocare sul tessuto economico i demografi non si occupano di solito di economie sono tirato gli economisti estendono le loro analisi fino ad includere conseguenze non intenzionali delle distribuzioni demografiche
Con il risultato che alcuni fenomeni vengono sovente ma compresi
Alcuni studi recenti mostrano come la scarsa natalità con gli effetti perversi che induce sul tessuto socio economico possa essere una delle cause dell'aumento delle diseguaglianze che stanno scuotendo il mondo
Insomma non fare figli sembra produrre sulla redistribuzione della ricchezza un affetto del tutto contro intuitivo e vediamo perché
Scrive Sgroi sull'aumento delle diseguaglianze negli ultimi anni si è fermato una narrazione col secondo la quale l'impoverimento del ceto medio e la concentrazione della ricchezza e la fascia più benestante della popolazione
è stata causata da ragioni squisitamente economiche in particolare della liberalizzazione dei flussi di capitale che si è sviluppata dei primi anni Ottanta paga i processi di globalizzazione che hanno favorito lo spostamento delle fabbriche dimostri molti posti di lavoro all'estero
Il capitale libero di allocarsi dove media creduto ha provocato ondate massicce di deindustrializzazione che hanno distrutto i settori manifatturieri nei Paesi avanzati a vantaggio dei Paesi emergenti
Questo trasferimento di capitale e lavoro che pure esportato insieme a fabbriche occupazione ancora standard di vita elevato verso Paesi poveri
Ha creato pulsioni antiglobalizzazione che sanno fare potendo le classi politiche di mezzo mondo
Ma questa lettura trascura una variabile che potrebbe avere giocato un ruolo chiave nell'andamento della disuguaglianza interna la demografia cioè
Di recente la Federal Reserve disse all'U.L.S.S. ha pubblicato un articolo nel quale si pone la domanda se
Invecchiamento della popolazione abbiamo tirava in futuro effetti sulla diseguaglianza domanda senza tizia considerato che come abbiamo visto guardando al caso italiano non certo isolato
Il futuro avrà sempre più i capelli bianchi gli economisti della Banca centrale americana dimostrano che la correlazione esiste
La ricchezza si concentra nelle fasce più attempate della popolazione per la semplice ragione che hanno avuto molto tempo per accumularne
Mentre i giovani che devono ancora farsi ne hanno una quota inferiore ovviamente tale schematizzazione non tiene conto delle differenze di censo di opportunità e possono esserci sin dalla nascita e tuttavia e confermata dai numeri
Letta scrive l'affaire d'diesel LUISS è una fonte significativa di disuguaglianza i Gruppi più numerosi giovani quelli sotto i trentacinque anni rappresentano il venticinque per cento della popolazione ma detengono solo il cinque per cento della ricchezza totale
Questo mentre il gruppo più ricco le persone in fascia cinquantacinque sessantaquattro anni di qualità
Malgrado pensi solo di sedici per cento detiene quasi il trentuno per cento della ricchezza totale la ricchezza si concentra dunque nelle fasce più anziane della popolazione e questo fenomeno tenderà ad accentuarsi perché gli ultrasessantacinquenni
Che oggi sono il quindici per cento della popolazione saranno il trenta per cento nel due mila trenta cosa succederà la distribuzione della ricchezza ma mano che procedere all'invecchiamento
La risposta della fede è sfumata prosegue Sgroi teoricamente la diseguaglianza potrebbe persino diminuire
Se gli anziani che sono quelli dove si concentra in media la ricchezza diventa la maggioranza relativa da un punto di vista puramente aritmetico la disuguaglianza totale diminuisce
Ma questo esso la versione aggiornata del vecchio pollo di Trilussa le medie sono bugiarde perché nascondono profonde differenze
Perché andiamo per meglio se la ricchezza si concentra nelle fasce di popolazione più anziana vuol dire che ne subiranno le conseguenze le Corti anagrafiche più giovani che non godono delle feto trascinamento silenti dica il passare del tempo porta con sé
Se torniamo al caso italiano quest'osservazione ancor più evidente l'ultima indagine sui bilanci delle famiglie italiane pubblicata dalla tante Rita del dicembre due mila quindici mostra l'impatto delle tasse sulla disuguaglianza del reddito e sulla ricchezza nel nostro Paese negli ultimi vent'anni
Quando il periodo bene a ricordarlo nel quale i trend demografici di cui oggi soffriamo si sono consolidati
Nel ventennio tra mille novecentonovantacinque oggi sia il reddito sia una ricchezza complessiva si sono concentrati nelle fasce più anziane
Addirittura dopo il due mila dieci il reddito equivalente degli ultra sessantaquattro enne ha superato quota la fascia cinquantacinque stessa quanto qua treni ossia quelli vicino al termine della vita lavorativa che quindi dovrebbero avere il reddito più elevato
La crisi lentamente ha penalizzato i redditi da lavoro ma non quelli da pensione proprio in conseguenza di quell'effetto di trascinamento i cosiddetti diritti acquisiti nel caso di pensionati che rendono vischiosi gli aggiustamenti micro economici
La crisi insomma può far perdere il lavoro non una tensione una tendenza silenzio serva anche per la ricchezza che di fatto cresce al crescere dell'età
Conclusione nel nostro Paese la disuguaglianza aumentata esattamente come è accaduto negli Stati Uniti ma tale andamento non è dipeso solo dalla congiuntura avverso dalle pratiche disdicevoli della globalizzazione
C'erano la componente che ha sedimentato le differenze letta l'analisi di Maurizio Sgroi per il settimanale pagina novantanove fate più figli sarete più ricchi che lega la demografia le disuguaglianze economiche
E sociali ora vediamo al contributo attivo dei migranti facciamo un passo indietro e torniamo un numero passato di Limes dove c'è un intervento di un tre principali
Che più noti democrazia italiana il professore
Massimo Livi Bacci il titolo dell'analisi era Alitalia servono persone prima che braccia
Il deficit di popolazione in età attiva il forte invecchiamento sono attrattori sotto dall'immigrazione senza migranti di qui a metà secolo perderemo otto milioni di abitanti quali politiche sono necessarie al di là dell'emergenza
Andamento demografico scriveva Livi Bacci sull'in massa va interpretato su tre piani diversi tra loro strettamente connessi prima quello Marco il più evidente l'insieme degli individui influenza la produzione il consumo riparto delle risorse rapporti col territorio l'impatto ambientale
In secondo piano è quello micro fenomeni demografici nascite unioni morti migrazioni sono anche il frutto di scelte comportamenti individuali
E come tali sono sintomi propensioni di scelte di situazioni di vita che hanno conseguenze di lungo periodo
Il terzo piano infine riguarda la qualità della popolazione i fenomeni demografici insomma anche componenti fondamentali del capitale umano
La bassa mortalità è sintomo di miglior salute la capacità di mese riprodursi l'aggregarsi di spostarsi sono conseguenze di condizionamenti ma anche di libere scelte individuali
Ci accorgiamo quanto sia importante questa capacità di scelta solo quando essa viene limitata collegata
Nel due mila quindici rischi relativi berci sulle in massa la popolazione italiana di metà rispetto all'anno precedente la prima volta che questo avviene in tempo di pace da quando il Paese appunto
L'Italia era al settimo posto la graduatoria dei Paesi più popolosi del mondo l'inizio dell'ottocento al decimo nel mille novecentocinquanta al ventitreesimo nel due mila quindici
Che sarà al trentatreesimo posto nel due mila cinquanta la popolazione è uno stock che nel breve periodo si modifica lentamente poiché i flussi di entrata come quello di uscita sono relativamente modesti
Tipicamente attorno all'un per cento all'anno nei Paesi demograficamente maturi
Ma quando i flussi mutano di dimensione perché si deduce la natalità o si allunga il ciclo di vita si prof DoCoMo profonde modifiche nell'assetto demografico e quanto è venuto in Italia negli ultimi decenni con velocità sorprendente si può quantificare questo calo demografico che in Italia e quanti milioni di individui servirebbero per rimpiazzare gli italiani che non ci saranno più
Secondo i calcoli che fa qui Livi Bacci partendo dai dati dell'ONU dunque
Il calcolo e questo la popolazione italiana si ridurrebbe di oltre tre milioni poco più di un ventesimo nei prossimi anni non molto si dirà
Se non che questa modesta diminuzione è la risultante della diminuzione di un decimo per i giovanissimi sotto i quindici anni di un quarto degli adulti di età di lavoro che dell'aumento della metà degli anziani ultrasessantacinquenni insomma
Senza immigrazione ma con le stesse ipotesi di natalità e mortalità il declino tra il due mila quindici e due mila cinquanta in Italia sarebbe pari a otto milioni di cittadini
Qui non abbiamo tecnicamente io dove tempo di poter dare conto di tutta l'analisi che falliti bacinella sull'articolo di Limes ma si può riassumere in questi
Punti preliminari che vengono affrontati primo il Paese l'Italia continua ad attrarre migrazione con flussi d'ingresso e saldi netti notevoli inferiori a quelli massimi del primo decennio del secolo ma comunque cospicui
Secondo il volume la composizione dei flussi dipenderanno dalle politiche che si adotteranno quelle riguardanti la missione in primo luogo ma anche quelle sociali e quelle di natura economica e fiscale
Infine conferite catastrofi nel mondo esterno potranno generare ulteriori ondate di rifugiati imprevedibili nelle loro dimensioni che interagire hanno con i normali i flussi migratori
Due considerazioni finali ancora dall'analisi di Livi Bacci presupposto di una politica migratoria efficiente l'esistenza di un sistema mi sentivo competente ed efficiente capace tra l'altro di ridurre ha un minimo fisiologico l'irregolarità
L'ISMU stima in circa quattrocento mila il numero degli irregolari nel due mila quindici un numero ridotto rispetto al passato
Ma comunque sempre troppo alto un altro presupposto che le politiche si fondi non sono a rischio autorevole indipendenti accurate delle necessità del Paese
Tenendo conto della domanda espressa dai datori di lavoro siano questi impresa o famiglia e delle potenzialità effettiva integrazione
E poiché le migrazioni concorrono al cambiamento del Paese accresco il corpo sociale e generano nuovi cittadini
Le regole e le azioni che le governano debbono essere condivise e fondarsi su un ampio consenso democraticamente espresso
Questa l'analisi del professore Massimo Livi Bacci intitolato L'Italia servono persone prima che braccia nel numero del luglio due mila sedici di Limes
Con questa segnalazione si chiude la puntata di oggi della rassegna di geopolitico insoluto ringraziamento per l'ascolto da Lorenzo rendi ci sentiamo mercoledì alle ore sette