Cerimonia celebrativa del centenario della nascita di Giuseppe Di Vittorio, primo grande leader della CGIL post-fascista

Signori e signori
Grazie per aver accettato il nostro invito
A celebrare il centesimo anniversario della nascita di Giuseppe Di Vittorio
Lo salutiamo con grande riconoscenza
Tutte le autorità gli amici compagni
Che hanno accettato il nostro invito
Fra poco sarà qui con voi il signor Presidente della Repubblica
I presidenti del Senato e della Camera sono già arrivati il Presidente del Consiglio onorevole Amato che ringrazio particolarmente e il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro
Professor De Rita che già qui con voi sono già arrivate anche Baldina Di Vittorio e sua figlia Graziano con grande calore affetto per aver accettato di patrocinare Gorno in questa occasione
Naturalmente quando si fa un elenco di persone da ringraziare si rischia di commettere molti peccati di omissione
L'unico peccato che non vorremmo commettere quello di non invitare Antonio Pizzinato segretario generale della CGIL qui al tavolo della Presidenza corno i precari i capitoli di stare qui con noi al tavolo
Mi pare che si sia esaurita così questo introduzione molto sobria alla cerimonia dei saluti e dei ringraziamenti
Io pregherei il compagno Bruno Trentin di prendere la parola per l'introduzione di questa nostra iniziativa prego
Giuseppe Di Vittorio
è morto nel
Mille novecentocinquantasette
E sembra
Un periodo
Molto lontano da noi
Dalle nostre vicende
Dai problemi il movimento sindacale
Italiano il Paese
Si trovano da affrontare
Eppure
Soprattutto quanti hanno avuto la fortuna
Di lavorare con lui
Nella sua organizzazione quando negli anni di Gela
Avvertono ancora quanto grande
Il ricco
E il patrimonio umano culturale e politico
Che gli ha lasciato al movimento sindacale italiano
Io potrò soltanto tentare
E mi scuso tutte le approssimazioni
I testimoniare
Su alcuni di quelli che mi sono sembrati
I suoi rapporti più rilevanti
In molti casi smarriti dal memoria collettiva dalla nostra organizzazione
In ogni caso quegli apporti che forse hanno segnato maggiormente le persone che come me hanno avuto
La fortuna di iniziare la milizia del sindacato
Lavorando con lui
Pur partendo
Da
Differenze di età di origini di formazione così gravi
Il primo tratto che sento ha pesato in tutta l'opera di di Vittorio
Come dirigente della CGIL
Quello che porta il segno incancellabile della sua origine sociale e politica
L'aver cominciato l'amicizia sindacale come bracciante
La vera assunto il sindacalismo rivoluzionario
Come terreno sul quale organizzare e promuovere
L'unità fra i lavoratori la solidarietà
Fra i poveri
In una regione in cui appunto
Le distinzioni tradizionale fra lavoro attivo disoccupazione sotto occupazione precariato lavoro stagionale
Erano affidate alla statistiche ma erano negati continuamente della realtà
E maturato sin dall'inizio con questa scelta
Indi vittorie una concezione del sindacato come solidarietà organizzata che comprende l'intero universo del mondo del lavoro
Che noi scomparirà mai
Nel corso del suo impegno successivo
Anche quando avrà abbandonato
Il sindacalismo rivoluzionario
Quando avrà partecipato
Alla direzione della CGIL
Quando si sarà confrontato negli anni del dopoguerra con gli uomini
Drammatici problemi di una società in trasformazione
Voglio dire che questo intreccio che era proprio delle leghe braccianti ivi del sindacalismo rivoluzionario
Fatto di disciplina
E anche di ricchi
Di giuramento
Intorno a un progetto di solidarietà
Questa concezione dell'universo
Dei lavoratori
Che coinvolgeva
Non soltanto di occupare mai stagionali precari il bar di ieri
Che diventano braccianti
I pensionati
Diventerà
L'ossessione
Della sua opera
Un'ossessione che si porta dietro sin dall'origine e che non ha mancato mai tentare di testimoniare
A chi voleva
Ascoltarle comprenderlo certi
Questa concezione a traversato come ricordavo
Per gli ordini
E trasformazioni sconvolgenti
Basti pensare a quelli della ricostruzione nell'immediato dopoguerra
Al dramma sconfitti negli anni Cinquanta
Ma è lo stesso filo rosso che può spiegare
Le scelte che allora ispirarono un'azione inibitoria
Peso all'accordo sulla scala mobile associato al patto
Con la Confindustria
Per il blocco degli aumenti salariali blocco dei licenziamenti
No da ridare un filo di speranza
In un'Italia distrutta
Penso alla scelta assolutamente eccentrica
Per un sindacalismo tradizionale
Anche per il sindacalismo ambiti della grande tradizione riformista
Come è stata quella del Piano del lavoro
I cui protagonisti
Era uno dovevano essere proprio quelli che non lavoravano non avevano un'occupazione
E che esprimevano con il Progetto con la proposta con l'alternativa realizzata sul campo
La loro volontà di entrare a pieno titolo dalla società civile
Penso
Ma la sua battaglia
Contro quello che lui chiamava le nuove forme di sfruttamento vi si diffondevano una fabbrica ironizzato da
Nei primi anni cinquanta
E alla suo incessante lotta
Per associare la conquista di un diritto di rappresentanza dei lavoratori non iscritti al sindacato
Alla conquista di diritti individuali e collettivi
Attraverso quello Statuto
Dei diritti dei lavoratori Furlan si è
Inascoltato per oltre dieci anni
Il sindacato della solidarietà nella lotta per il lavoro
Lo porta quindi
Ad una visione anche qui non tradizionale
Non tattica come
Stava nei dogmi
Della sinistra italiana
Dell'unità sindacale
Dell'unità sindacale
Come unità nella CDL
Come unità con gli altri sindacati
E anche qui io credo
Di Vittorio va oltre la stessa tradizione
Del sindacalismo rivoluzionario delle sue origini
E del sindacalismo tradizionale sindacato degli iscritti
In quali prevale molto spesso
Orgogliosa autosufficienza di organizzazione
Di Vittorio
Sapeva associare infatti
Una grande fermezza è una passione
Nella difesa dei principi chi
Riteneva fondanti
Di un sindacalismo di classe
E la solidarietà
Era il primo fra questi
Con la lucida consapevolezza non solo della necessità
Ma dei valori creativi
Di nuova cultura di nuova strategia che erano contenuti nell'unità sindacale
Da costruire e da ricostruire incessantemente
Al bisogno di trasparenza
Nella discussione a volte a Scola con le altre organizzazioni
Egli sapeva
Con insistenza e con affanno
Associare sempre
La proposta unitaria
Perché ridere immessa la garanzia la solo la garanzia di una prospettiva
Era cioè
La sua concezione unitaria il contrario della logica settaria della separazione
Che precede la lotta per il sopravvento
Di un'organizzazione sull'altra
Di un sindacato sull'altro una fazione sulla
E quando oggi qualche dannunziano del sindacalismo arriva a parlare
Di questi tempi
Dell'unità sindacale come un disvalore
Al di là del dissenso
Confesso che Sorgi me l'angoscia
Per la perdita di memoria storica
Che pervade non soltanto alcune persone ma gran parte di questo sindacato
E per il rischio che venga dispersa anche nella memoria degli altri
La fatica di Vittorio nella sua lotta per unità
L'umidità
Con la quali
Ricercava anche nei momenti più duri più difficili
Il rapporto con gli altri
L'unità con gli altri
Il secondo dato che mi pare emergeva da tutta la sua vita
Nel suo lavoro
Che conferiva questo lavoro anche
Innanzi a costante
Dicono
è stata la sua straordinaria curiosità per il mondo che cambia
E nel mondo che cambia per gli altri per gli uomini e le donne le persone
Che cambiano in questo mondo
Una delle cose che più marcato io credo
La fatica di Di Vittorio come dirigente della CGIL è stata questa comprensione sofferta del nuovo
Che finiva sempre con l'avere il sopravvento su ogni altra cosa
E finiva con il contrapporsi ad ogni forma di autosufficienza
Ad ogni primato di organizzazione
O al cosiddetto primato della salvaguardia della propria in vendita
Anche contro la realtà che cambia
Sono questi immane
Le chiusure che hanno portato ricorrentemente la sclerosi daremo craxiani le organizzazioni sindacali
Dalle forze politiche
La sclerosi di rinvio ad oggi
All'inevitabile riflusso nei momenti bui verso un corporativismo interessi chiaramente autoritario proprio perché si definisce in contrapposizione con gli altri
A ben vedere
Questa sua curiosità questa sua attenzione questa sua percezione fisica
Del cambiamento
Costituì uno nelle radici culturali
Della sua concezione peculiare dell'autonomia del sindacato
Una concezione che andava ben oltre
Il superamento delle vecchie cinghie di trasmissione
Proprio perché
Si trattava di un'autonomia
Culturale vissuta in primo luogo dall'Unità alla sua esperienza i dirigenti
L'autonomia che nasceva dal vissuto un'esperienza sindacale unitaria nel mondo
Con le sue vittorie le sue tragedie
E che lo portava a scontrarsi
Concretamente
Duramente
Con tutti i tavoli interdetti
Che pure facevano parte della sua formazione politica
Solo così possiamo capire
Una sua capacità
Di cambiamento anche radicale delle proprie posizioni ma prima di tutto delle proprie convinzioni
Di fronte all'elezione della storia
Si ricorda spesso
La sofferta battaglia e lo pose la direzione Partito Comunista Italiano
Al momento dei fatti d'Ungheria
Si ricorda meno
Che prima di per battaglia
All'inizio del cinquantasei
Di Vittorio assunse una posizione durissima
Nei confronti della repressione
Dei movimenti popolari
Degli scioperi
In Polonia
Affermando
Pubblicamente
E in un'assise internazionale come la F sembra
Il diritto inalienabile dei lavoratori organizzati di decidere
Sulla distribuzione delle risorse fra investimenti e consumi
Come base qualsiasi tipo di democrazia
Ma solo così possiamo comprendere come
Su questioni cruciali
Come
Il tentativo del piano Vanoni
Come il primo lancio
La prima sperimentazione dalla Cassa del Mezzogiorno
Di Vittorio pur mantenendo posizioni estremamente critiche
Si dissociò nei fatti anche nel volto al Parlamento
Dalle posizioni del suo partito
Appunto per non negare
All'esperienza al futuro la possibilità
Di fare crescere esperienze nuove
E soprattutto non si capirebbe
Quella che è stata
Forse la pagina più straordinario della sua vita il dirigente sindacale
La svolta del cinquantacinque cinquantasei
Dopo la sconfitta alla fine
Vittoriosi confronto allora
Con un organismo dirigente della CGIL
E credo
Con il senso comune della maggioranza degli iscritti della CGIL
Con orgoglio
Di organizzazione di erogazione ferite ispirava tanti suoi militanti e dirigenti
Che individuavano giustamente
Nella repressione padronale che infuria
Nelle centinaia di licenziamenti discriminatori
Nell'avanzare insidioso del paternalismo aziendalistico del padrone
Le cause fondamentale
In quella sconfitta
Tutto questo c'è
Ma Di Vittorio la sola cosa sulla quale far leva
Di fronte ad una prova e a una sconfitta di quella dimensione
Era la capacità della CGIL di cambiare le leggi dello scontro
Di dare le sue risposte
Ai problemi della condizione operaia nella grande fabbrica che nessuna politica generale per l'occupazione o per il salario poteva assorbire o cancellare
Egli avvertire
Che la sola cosa da fare in quell'occasione
Al di là
Direttore che è espressione
Di orgoglio migliorabile
Era quello di scavare sugli errori che la CGIL poteva aver commesso
Sui suoi ritardi e di Correggio
E questo fece
E questo fece sfidando lo ripeto allora
Con una sua autorità morale con una sua passione umana
Certamente la grande maggioranza del gruppo dirigente della Confederazione
E tutta la strategia della CGIL che fu messa in questione
Partendo dalla consapevolezza dell'impossibilità di separare
Ormai la riconquista di una solidarietà di classe
Dalla conquista di nuovi diritti e di nuovo il potere nei luoghi di lavoro
La comparazione collettiva nei luoghi di lavoro contrazione articolata opera chiamiamo
I sindacalisti come parte di una strategia generale sindacale un'alternativa positiva unificante nei confronti dei pericoli certamente esistenti di chiusura aziendalistica di corporativismo aziendalisti
Presenti nelle concezione allora dominante nel grande padronato
Ma presente anche una certa misura nella cultura
Gli altri sindacati
Una cultura tutta incentrata su una concezione la partecipazione dei salariati ai guadagni derivante dall'aumento alla produttività aziendale
Prescindendo nel bene o nel male dei connotati specifici
Della condizione intermedia
Della sofferenza operaio della dignità operai nel ruolo di là
La scelta della CGIL sul ruolo primario racconta l'azione centrale
Convince
Da questa svolta
Che di Vittorio sette comma negando una gran parte
Del passato che lui stesso aveva contribuito a costruire
Infine
è rimasto nella testa e nel cuore di molti di noi vi ricordo di un uomo
La sua capacità cioè di immedesimarsi senza riserve nelle scelte che propone il venir loro implicazione
Di pagare con tutto se stesso
Ogni decisione ogni proposta
Ogni richiesta di sacrificio
E mi faceva
Nome di una più alta solidarietà del mondo del lavoro
Una passione una sofferenza un'implicazione disse che dava il suo linguaggio anche quando esso diventava crudo brutale un'autenticità sconvolgente
Che probabilmente ne abbiamo perduto
Io voglio ricordare
Chiudendo
Questo intervento
Un'esperienza personale
Che io feci al Congresso delle FS nel mille novecentocinquantaquattro
Di vittoria del relatore
Sul problemi obiettivi dei movimenti sindacali nei Paesi del Terzo Mondo
La sua relazione
Aveva incontrato
Un dissenso in un ostacolo che sembrava insuperabile
In tutti i sindacati dei paesi dell'Est
E anche nei sindacati
Di tradizione di origine comunista di molti Paesi dell'Occidente
La bestemmia era quella
Di parlare di un movimento sindacale
Capace di metterci alla testa
Di un grande movimento di riforma agraria industrializzazione di essere protagonista in prima persona
La bestemmia
Perché ha la testa non ci può essere dopo
In tutti i continenti che i partiti
Il sindacato
Chiedo
E malgrado
Una sofferta discussione di continuo punteranno intrisa
Il penoso dogmatismi
Lui fece la sua relazione
Una freccia Monzuno tralasciando completamente gli appunti di iscritti lavoro di tanti giorni qualcuno Dino
E la feci proponendo
A quel congresso ma soprattutto
Ai tempi lavoratori
Del terzo mondo dell'Africa dell'Asia e dell'America latina
Il suo sindacato come forza d'avanguardia come sindacato dalla riforma agraria come sindacato avendo senza come sindacato del governo dell'economia nella democrazia
Non lo fece a modo suo
Chiamando
I delegati al congresso a rispondere al suo appello
E dicendo che ero davanti a me
Tante facce vedo dei neri
Vedo di quelli che sono contro neri neri neri
Vedo dei bianchi
Dei giardini
Dei mezzi neri come me
Ma tutti insieme
Con voi siamo un sindacato
E il Congresso impazzì
Nell'imbarazzo
E nella stizza dei burocrati del sindacalismo internazionali
Di fronte a questo spettacolo di liberazione umana
Un linguaggio
Così semplice ma
Con il quale appunto di Vittorio si metteva in mezzo agli altri
Così il record di vittorie
Un grande dirigente che sapevo in ogni momento mettersi in questione
Per immettersi in mezzo agli altri con i loro problemi le loro angosce loro speranza
E farli però
Per questo anche per questo
Ognuno di noi
Ritrovava allora
Ed erano tempi durissimi
Anche nei momenti più amari le ragioni
Di una milizia di un lavoro di un'attività di servizio
Senza risparmiare nessuno delle proprie risorse
Dobbiamo forse riuscire a ritrovare
Nella CGIL di oggi
Certo con altre parole con altri termini
Il linguaggio dei genitori
E la tensione morale che questo linguaggio
Che questo è un messaggio di Di Vittorio esprime
Se uno si domanda
Che cosa resta dell'insediamento Vittorio a prima vista
Uno può anche può anche dirsi
Ma deve restare poco
Perché la formazione dell'uomo
Formazione materiale formazione morale e culturale dell'uomo
Fu tutta radicata in una città agricola società accadesse dietro le nostre spalle anche la stessa società industriale che ha preso il suo posto mostro adesso molti completamente nuovi
Un altro aspetto della formazione un'altra formazione strettamente politica almeno a partire da novecentoventi
Di una politica di partito socialista poi comunista soprattutto comunista
Che anche se oggi non ci mostra una serie di punti di riferimento idonei per costruire l'eredità un'eredità culturale
Disabili era certamente un uomo del suo tempo tutto del suo tempo ma era anche qualcos'altro
Aveva qualcosa di diverso
Che era come dire qualcosa che era la non accettazione della realtà come tra la percezione profonda della realtà come il conflitto varando un'accettazione della realtà come puro
Era lo sforzo di trovare livelli diverso in questa che sala ci sono alcuni compissimo ormai che hanno avuto il privilegio di lavorare a lungo di Vittorio edili così ricavare molto Daloui fra l'altro all'otto favole ci sono
L'Ama Trenti
Chiedo a loro severo quella che è l'immagine che ho di quell'uomo dal volto di quel
E capace sempre di analizzare il conflitto oggi e la protesta per la condizione che veniva creata ma il volto sia un problema qualunque fosse il problema grande piccolo piccolissimo il voluto si concentrava tutto alla ricerca dei che no cosa dobbiamo fare per uscire
Mai egli si chiudeva dalla protesta sapeva contestare duramente come ma non si è mai chiuso tra tutte il suo impegno la tutto fatto per vedere di di di guardare il futuro dividere come andare avanti
Io vorrei prendere alcuni alcuni esempi
Più molto forti nella memoria Pistorio
Il primo impatto di Roma
Nori Tasso di Roma è ricordato come il patto dell'unità e vero io non dirò nulla Simonetta ha già detto delle cose Trentin che siano ovviamente l'unità anche quando c'è la scissione anche quando ci sono fratture nel tessuto sociale anche quando sono alti e bassi di frizione delle composizioni L'Unità è una costante speranza io non voglio parlare qui de L'Unità
Il Papa di Roma era anche un'altra cosa e una costruzione di un centesimo che avere dei riferimenti e delle sponde molto precise della politica dei partiti il Patto di Roma era un un patto che era costruito su iniziativa dei partiti
Noi sappiamo che può lo sviluppo delle cose è stato molto molto complesso vi sono state lunghe fasi di conquista dell'autonomia difficoltà di ogni genere
E oggi questa è un'ipotesi che avanza sotto questo profilo il Patto di Roma è indubbiamente esaurito
Perché la sinistra politica quale era uscita dalla dal dal dalla Resistenza oggi non esiste più nella sua forma di allora
E allora qual è il punto di riferimento ecco se si va a vedere nel Patto di Roma si vanno a leggere né per il Patto di Roma i lavori preparatori
Le lunghe lettere i lunghi documenti che di Vittorio scrisse sulla formazione del patto noi abbiamo ma idea precisa di quello che può e deve essere il punto di riferimento anche quando la sponda diciamo con gli partitica viene meno
E punto di riferimento è proprio diga del lavoro la ricerca del rapporto con lavoro questo è il dato costante che si vede nelle lettere di Vittorio quando costruisce il Patto di Roma quando costruisce il sindacato
Ed esiste alle linee corporative del sindacato e chiede sempre che sindacato abbiamo un solo referente che sono i lavoratori che poi si conclude col primo comanda tipo trentanove della costruzione e l'organizzazione sindacale libera cosa vuol dire per l'azione sindacale libera
Nonché un partito uno Stato la organizzare da polso che i lavoratori tutti sono liberi da organizzare senza privilegi senza discriminazioni questo mi pare è il punto che nasce dal dal i lavori preparatori del Patto di Roma e nasce dalla Costituzione
Detto questo vorrei dire che questo riferimento al lavoro come fonte del diritto sindacale dell'esperienza sindacale e quello che poi trova espressione la più alta al termine la vita inibitorio ha ricordato aspetti
Del cinquantasei chi legge il il rapporto la realtà rari dibattito purtroppo molto sommario burocratico della riunione che la direzione Partito Comunista tenne per deplorare Vittorio in Val d'Arda alla posizione che gli aveva preso sull'invasione della dell'Ungheria e molto interessante di nonostante la l'attività burocratica del della registrazione e molto interessante che di fronte a un un una unanimità di compagni che dicevano che un paese in un paese socialista non si non ci può essere insurrezione risposte di Vittorio era molto semplice
E gli diceva io avessi visto degli operai ungheresi accanto alle truppe d'invasione ci avrei pensato su ma gli operai erano da questa parte ecco questo fatto il punto di riferimento che gli aveva allora era certamente la democrazia da Lucrezia in generale ma era anche il lavoratore la classe operaia era questo il suo punto di riferimento ed è questo a mio giudizio il punto di riferimento costante della vita sindacale
Vorrei toccare un altro punto
Le esperienze editore un punto sul quale ho avuto il privilegio di lavorare a lungo con lui insieme con
La solo in contanti insieme con altri
Ed è il piano del lavoro
Ecco il piano del lavoro
Io naturalmente oggi si può avere sul piano del lavoro di giudizi critici ex-post molto limpidi il piano era molto al di sotto zero al padre possibilità che c'erano nella nell'economia italiana il piano c'entrava tutto su un programma di lavori pubblici dei lavori pubblici mentre lo sviluppo dell'Italia negli anni cinquanta è stato a cinquanta sessanta è stato fondamentalmente industriale per tutte queste cose sono sono molto chiare
Ma il Piano del lavoro così è stato è stato un tentativo di dare una risposta positiva di fronte a una posizione fino al loro assunta di carattere negativo cioè di pura resistenza di pura vendita
Che erano forti licenziamenti che non trasformazione industriale in corso c'era un problema drammatico di occupazione la disoccupazione altissima a dire il vero protagonista della vita sociale italiana in quel tempo
E a Positano ed eravamo tutti portati fatalmente a difendere il tutto quello che c'era tutto quello che va difeso perché erano creature umane che andava difeso nel loro laboratorio ha colpito ma diviso avviando un regime e disse sì c'è che la difesa dell'uomo viene colpito ma c'è anche il progetto collettivo di tutti e diamo del lavoro è una proposta per tutti non più solo Pelligra colpiti e ribaltava il discorso e portava il discorso ad un livello diverso e ragione il discorso dell'esigenza
Di una di una di una risposta che fosse una risposta
Capace di Rispo al di dare il progresso non soltanto chi lo chiedeva ma tutti questo mi pare che è rimasto uno dei punti centrali
Della sua esperienza e a me pare che questo vada tenuto molto in conto anche oggi io non ho nessun consiglio da dare ma pensando a quell'esperienza penso che il vero problema che oggi si impone all'organizzazione sindacale non è la difesa pura della rigidità anche se tutti i problemi che la protezione della tutela Parrino posti evidenza ma e il problema di cambiare la qualità del nostro struttura produttiva oggi la nostra crisi
Certo e in parte congiunturale venendo in gran parte strutturale indicando il livello arretrato delle nostre capacità competitive coi Paesi più avanzati
Ed è su questo punto che l'intervento è necessario non sul punto di difendere quello che c'è ma sul punto di cambiare introducendo elementi di forza di qualità
Nel cambiamento questo mi pare un punto centrale io potrei dire molte altre cose sul Vittorio sul suo patriottismo la pappa probabile ottengono appalti in corso ma è una era una parola vera quando si parlava dell'Italia il suo cuore si scaldava è una cosa è una cosa impressionante
Per evitare quando raccontava il suo ritorno in Italia nel quarantadue quando le le guardie tedesca e lo consegnano a ai carabinieri italiani e lui si aspettava logicamente chissà quali stracci chissà quali torture
La prima cosa che fanno i carabinieri italiane gli offrono pastasciutta
E lui dice Alitalia carriera cioè l'umanità ecco che vedeva nell'Italia l'umanità quando lui fa l'accordo confederale unità il dal fondo globale è vero con la Confindustria
Lui ha detto a questo punto questa è la prima unità italiana deve vedere in questa con la lotta contro il corporativismo e contro il settimo marinismo ed era aziendale cioè io vengo in questo senso di io andrei qualcosa di più ancora e poi concludo
Nel calore umano su su cui trentini ha detto delle cose molto giuste anche molto commovente
Nella sua capacità nel suo nella sua capacità di animare i sentimenti più profondi dell'umanità di sollecitare orizzonti nuovi Devero agli occhi della delle umanità sofferente qualche volta mi pareva di vedere anche qualcosa che andava al di là della mia esperienza puramente lei cistica ristretta me vero alla vita all'evidenza empirica
Un
Un uomo attento di sensibile come Zaccagnini Benigno Zaccagnini disse una volta sai quando diventeremo ti ho pianto
Sono convinto che il Paradiso già fatti e vi rimase
è vero cosa voleva dire voleva dire che nel suo linguaggio e le sue nei suoi occhi nel suo atteggiamento c'era un rispetto profondo anche per quelli che non avremo né ci vede chiaro rispetto per tutti e c'era anche la ricerca che era terrena tutta terrena marca sapevamo che andare al di là delle evidenze di ogni momento ecco io sentivo dire uniti in una parola
Un insegnamento profondo per me da parte di Giuseppe Di Vittorio mi pare questo se tu voi difendere vede te stesso il tuo gruppo parlasse hai un solo modo sabbia e difendere anche gli altri sapere difendere tutti
Adesso la parola al professor Gino Giugni
Io mi trovo in una posizione un po'diversa da pesanti
Chi ha preso la parola prima
Perché personalmente non ho mai conosciuto Di Vittorio
C'è stato forse uno scarto anagrafico
E di Vittorio l'ho conosciuto
Indirettamente in lontananza
Come un momento fondamentale di percorso nell'elaborazione della mia tesi di laurea
Perché fece inattesi sul diritto di sciopero
Era forse il primo studio
Che veniva elaborato sull'argomento in materiali di dottrina e di giurisprudenza come diciamo noi
Erano quasi inesistenti
Esisteva una splendida relazione di Di Vittorio alla terza sottocommissione della Commissione dei settantacinque che elaborò la Costituzione
E su questo fissai la massima parte della mia attenzione
Ci sono due aspetti che voglio qui ricordare a questo proposito come tutti sanno la Costituzione in materia di rapporti sindacali e poi molto sottolinea si limita a due articoli questi due articoli furono scritti non so se in modo amanuense o per ispirazione ma furono scritti nel quadro delle e proprie di Giuseppe Di Vittorio
Il riconoscimento della libertà sindacale
Così come contenuto del primo comma dell'articolo trentanove oggi appare quasi scontato perché dire che c'è la libertà sindacale o che c'è l'organizzazione sindacale che ho o che l'organizzazione sindacale libera è una verità corrente eppure va tenuto conto
Del fatto che Aldo tra le forze democratiche
C'era una profonda divisione sul modo in cui si sarebbe collocato il sindacato nel sistema sociale da costruire
Perché la dottrina cristiano sociale che aveva trovato espressione prima in Achille Grandi
Per ora va ancora la visione della sindacato libero nella categoria organizzata e quindi un sindacato inserito nell'ambito di strutture pubblicistiche
La posizione dei socialisti era molto variegata ma non dimentichiamo che in un documento importante di Bruno Buozzi
Pochi mesi prima della sua morte si proponeva la costruzione di un sistema di consiglio di e di rappresentanze munite di riconoscimento giuridico
Che riecheggiano a molto certi aspetti e certe costruzioni che erano state tipiche della repubblica di Weimar
Che delle ITI che avevano contribuito a conformare quel modello di assetto di rapporti
Di Vittorio sceso navighiamo più semplice
Quella del sindacato come associazione che si autotutela come associazione
Un'idea che ebbe sviluppi importanti perché sull'articolo trentanove così come concepito
Nelle sue linee essenziali in pratica si costruì negli anni e nei decenni successivi
Tutto quanto il sistema che è stato proprio della nostra esperienza di rapporti sindacali
E fu una visione quella di Di Vittorio che probabilmente non prevista dallo stesso protagonista preparo poi il terreno alle grandi spinte verso l'unità sindacale perché era la stessa visione verso la quale si stava lentamente evolvendo il sindacalismo Bertonico il sindacalismo socialista
Se negli anni Sessanta si gettarono le basi di quell'ambizioso ma non del tutto fallito disegno che fu la unità sindacale beh una premessa importante un primo passo uno scalino fu compiuto nel mille novecentoquarantasette quando furono elaborate queste norme
è vero ci sono poi altri punti dell'articolo trentanove della Costituzione non attuati ma io tendo a considerarle come ora variante tecnica di un obiettivo che si voleva raggiungere
La validità generale dei contratti
Tra loro non attuazione non tolto significato valore a quell'importantissimo primo comma il precetto di proclamazione della libertà
Vengo diritto di sciopero che l'aspetto in cui pensiero di Di Vittorio emerge nel modo più originale e personale
Direttore ne svolge un'appassionata difesa
Lo sciopero dice un'arma decisiva per i lavoratori per difendere il proprio pane impropri diritti
Lo sciopero come lo vede di Vittorio è un diritto di tutti
E qui emerge una linea di interpretazione che sarà poi accettata creerà anche qualche problema
Lo sciopero è un diritto di titolarità individuale
Si estende a tutte le categorie
Nessuna o esserne priva
Il testo che aveva elaborato di Vittorio che poi fu mutato idea stima in Assemblea era tutti i lavoratori hanno il diritto diciamo
Lo sciopero va riconosciuto la serrata no
E questa fu una novità a cui la dottrina giuridica del tempo nella per niente preparata
Di Vittorio i costituenti
Né né precorso colpa
Giustifica
Lo sciopero Piero ecco questo è il punto che vorrei sottolineare
Richiede un uso responsabile e trova limite nella salvaguardia dell'interesse generale
Mai uno sciopero per lo sciopero disse Di Vittorio in una relazione del mille novecentoquarantotto
L'urlo comuni
Un tempo gioventù sindacalista rivoluzionario ci diceva che lo sciopero non è una ginnastica e rivoluzione
E poi la tutela dell'interesse generale deve essere compiuta
Avendo ben presente i conflitti che si possono generale fra le stesse categorie dei lavoratori quando lo sciopero investe l'interesse generale vacui consentitemi di fare la citazione
L'affermazione di questo principio il riconoscimento del diritto di sciopero non può significare che non si debba tener conto delle obiezioni cui abbiamo accennato
Dato il fatto che lo sciopero in un servizio pubblico può danneggiare un gran numero di persone estranee alla vertenza
Occorre una remora anche nei freni l'uso e nervi gli abusi
Ma questa remora non può consistere nel diniego di un diritto incontestabile
Bensì nella coscienza civica degli stessi lavoratori dei servizi pubblici e quali sono consapevoli delle conseguenze particolarmente gravi dello sciopero
Un'altra remora spontanea e costituita dall'interesse che hanno i lavoratori di altre branche di lavoro di evitarne gli abusi dato che sarebbero fra i danneggiati e qui fa riferimento diffuso a una articolo dello statuto della CGIL che prevede particolari modalità per la proclamazione dello sciopero nei servizi pubblici
Per io credo che
Portando al presente questa visione forse anche la definizione dello sciopero come data di Vittorio potrebbe essere leggermente corre serve a difendere il proprio partner fraseologia forse un po'arcaico
Serve a difendere i propri diritti
Fraseologia molto moderna
Non dovrebbe servire a difendere i propri privilegi questo approccio
E ha suscitato al senso di responsabilità dei lavoratori
Delle categorie delle loro organizzazione quando siamo giunti dopo quarant'anni più di quarant'anni
Ad approvare una legge sul diritto di sciopero
Questi palleggi si ispira a questo criterio
La forma sarà diversa il contenuto è imperativo perché si tratta di una legge
Ma lo struttura tutta fondata sul consenso consenso nell'elaborazione del testo consenso nella implementazione della legge stessa
Perché è tutta basata su una sequenza e su una reti di accordi sindacali gran parte stipulati in parte da stipulare
E chiuso questo capitolo ne aprono un altro molto brevemente perché è molto più attuale lo sentiamo ancora come vivo e lo Statuto dei lavoratori
In un intento troppo se ne è parlato troppo le ho parlato rilevamenti vorrei farne parlare soltanto un momento lo stesso diritto
Tutta l'esperienza storica non soltanto la nostra dimostra che la democrazia c'è nella fabbrica c'è anche nel Paese e che se la democrazia ucciso nella fabbrica essa non può sopravvivere nel Paese
Noi dobbiamo difendere la democrazia nella fabbrica il che non vuol dire che vogliamo sottrarre i lavoratori ad ogni disciplina di carattere produttivo professionale
No il lavoratore deve compiere il proprio dovere nell'azienda non deve distrarsi dei suoi doveri
Ma nelle ore libere dal lavoro al diritto anche all'interno dell'azienda di conservare le sue idee di propagandare un di diffondere la stampa che vuole di svolgere il lavoro sindacale in una parola
Non deve essere considerata deve essere considerato un uomo libero non uno schiavo
Fu al congresso di Napoli del mille novecento cinquantadue
Il titolo capitolo si chiude con questa frase noi perciò sottoponiamo all'approvazione del Congresso il pesto di uno Statuto dei diritti della libertà e della dignità dei lavoratori nell'azienda che proporremo alle altre organizzazioni sindacali
Primo atto concreto fu la legge sui licenziamenti individuali mille novecentosessantasei
Segui la legge sul di tutela della libertà che dà dignità dei lavoratori chiamata impropriamente perché non è il suo nome anagrafico
Statuto dei diritti del rapporto
Il cammino ha compiuto ecco qui vorrei solo per un attimo ricordare che terminino si compiono ma i passi sono sempre parsi verso qualcosa in movimento altri compiti incombono
Alle legislatore anche in questa mattina il problema di identificare la capacità rappresentativa del sindacato e certamente un problema attuale se ne parla si tratta
Si tratta del paese e materia di vive polemiche ne abbiamo avuto anche una rappresentazione scenica recentemente
Della tv
E una materia rispetto alla quale però credo che occorrerebbe procedere tenendo ben presente
La lezione di diritto
Anche su questo si deve procedere attraverso la via del consenso non si può risolvere il problema che si fa aggravando imponendo un modello o un abito fatto su misura via
La base deve essere sempre una costruzione volontaristica il perno del sistema deve essere preavviso anche in questo caso nella volontà e nella rappresentanza telefonato
Prende adesso la parola compagno senatore Luciano lama
Parlare di Di Vittorio a trentacinque anni dalla sua morte
E parlare a tanti che non lo hanno conosciuto
Anche se molti hanno forse sentito narrare di luglio
Possiamo farlo con qualche distacco anche noi che per il molto tempo intercorso siamo in grado di misurare meglio l'opera sua
E di giudicarla più liberi dai sentimenti dagli affetti
Che a lui profondamente ci lega
Ma vi assicuro cari amici che nonostante lo sforzo
Un giudizio critico oggettivo
In questa mia testimonianza mi riesce anche oggi oltremodo difficile di questo limite del resto
Noi testimoni dobbiamo sempre essere consapevole
Ma volendo esprimere un parere sintetico sul campo sindacale e sull'uomo politico
Sempre più mi convinco che di Vittorio è stato il sindacalista che più di tutti
Ha contribuito a fare del sindacato un pilastro essenziale della democrazia e dell'unità del paese e questo in un rapporto diretto costante in un'azione di convinzioni etichetta occasioni fra i lavoratori Italia
Egli concepiva il sindacato come sindacato generale di tutti i lavoratori del braccio e della mente come ripeteva spesso e si sforzava affinché ogni piattaforma ogni rivendicazione si collocasse nella cornice armi sempre presente degli interessi generali
Per questo
Nessuno più di lui combatte le politiche corporative localistiche e aziendalistiche tanto da incorrere qualche volta anche in errore poi corretti con fatica e con conseguenze certamente non lievi
A questo riguardo come ha fatto Trentin voglio ricordare uno di questi errori
Eravamo nel mille novecentoquarantanove al congresso della CGIL di Genova
Un punto all'ordine del giorno che io stesso relatore sviluppare con tutta convinzione
Perdeva il diritto di contrattazione sindacale
Si partiva dal presupposto noi partivamo dal presupposto che in fabbrica i pericoli di una contrattazione finita
Subordinata alla pressione padronale
Ed esposta agli accordi separati in quegli anni Pratiarcati del resto dalle altre confederazioni fossero tali da negare alle gestioni sindacali di fabbrica il diritto alla contrattazione
Ai lavoratori di fabbrica il diritto alla contrattazione e quindi che si dovesse affidare tutto il potere contrattuale ad istanze sindacali Esterne alla intendiamoci i pericoli allora esisteva ma questa posizione che aveva alla radice una sorta di sfiducia nella capacità di autonomia dei lavoratori di fronte alla diretta controparte
Privava il sindacato non solo della propria più profonda legittimazione democratica Manning riduceva la forza offensiva e la tempestiva capacità viaggi
A questo errore ci devono importare in buona parte il progressivo indebolimento della CGIL nella prima metà degli anni Cinquanta e le sconfitte successivamente subite nella contrattazione e poi nelle elezioni delle commissioni interne
Ma dopo le sconfitte alla FIAT in alcune altre grandi fabbriche ecco manifestarsi come è stato detto il coraggio e la grandezza di diritto
In quel famoso comitato direttivo già ricordato
Riconobbe l'errore e prese anche su di sé la responsabilità di ciò che era avvenuto indicando rigidamente la via da percorrere per restituire alla CGIL la capacità di azioni iniziativa che si erano tanto affievoliti
Di Vittorio polemizzando con molti di noi che tendevano ad addossare solo ho prevalentemente all'offensiva padronale i successi riportati sostenne con foga che la causa essenziale dell'indebolimento della CGIL o comunque quella di cui dovevamo essenzialmente occuparci
Era erano i non
Terrore e soprattutto l'allontanamento nei rapporti fra il sindacato e i lavoratori
Per far capire ai giovani e meno giovani d'oggi
Quanto di Vittorio avesse presenti le esigenze generali
E paese voglio citare un altro episodi
Nell'ottobre mille novecentoquarantotto il compagno santi ed io rappresentammo al a Parigi
La CGIL al congresso dell'assemblea francese e i compagni della sedicente con alla testa i segretari generali Benoit Fraktion eletti allele Lea
Ci attaccarono aspramente in un incontro durato quasi una notte
E si partivano dal presupposto ci parlava di scala mobile non avevamo appena rinnovato un contratto di Calamo
E si partivano dal presupposto che il mantenimento del potere d'acquisto dei lavoratori era una pericolosa illusioni
Poiché in un sistema capitalistico il livello di vita operaia io non può che peggiorare lo schema dell'impoverimento Asso
E aggiunge con un po'che la scala mobile avrebbe avuto un effetto depressivo sui lavoratori e ridotto la loro volontà di lotta io stesso e ancor più quel grande polemista e straordinario sindacalista che fu Fernando Santi
Rispondemmo ai compagni francesi che bastava guardarsi attorno e ripensare al passato per constatare quanto schematica e assurda forse la teoria dell'impoverimento assoluto appunto
E nega mo'che la combattività dei lavoratori italiani potesse venire minimamente scalfita da un meccanismo salariale che adeguava almeno in parte i salari all'andamento del costo della vita
Gli anni successivi poi hanno ampiamente dimostrato che avevamo ragione
Quando tornammo a Roma e riferimmo di Vittorio su questa discussione egli rispose che conoscendo gli interlocutori non ci meraviglia delle loro critiche ma poi ci stupiscono un'affermazione
Perché disse
Se fosse anche vero che la scala mobile riduce un po'la combattività dei lavoratori e permette al nostro disgraziato Paese di sanare il più rapidamente le sue ferite ricordiamoci che eravamo due anni dalla fine alla guerra
Non sarebbe questo un vantaggio per tutti lavoratori compresi
E approfittò di quell'occasione per ripetere un concetto che gli era caro
I lavoratori non sono un corpo estraneo compito a casa nella nazione
Sono una parte di essa la più povera quella che produce
E devono diventare sempre più coscienti della loro funzione storica di costruttori di una società migliore come parte essenziale di questa società
Può sembrare strano e per certi aspetti lo è anche
Che un uomo come Di Vittorio che proveniva dal sindacalismo rivoluzionario avesse consigli appunto e sempre presente il senso dello Stato come espressione giuridica e etica di una comunità democratica dotata di regole che finalizzate all'interesse generale devono essere rispettate da tutti
Nelle scelte rivendica prive di vittorioso pensava all'entità delle richieste non solo in termini assoluti ma anche il rapporto tra una qualifica e l'altra tra un settore e l'altro
E ciò per non provocare eccessivi squilibri
Che avrebbero potuto produrre rotture o frizioni tra gli stessi lavoratori
E anche a questo riguardo mi soccorre un ricordo personale
Nel mille novecentoquarantanove se non sbaglio scusate questi ricordi antichi ma antiche ormai e la nostra vita perché trentacinque anni sono passati come dicevo prima dalla morte di Di Vittorio
Eravamo nel mille novecentoquarantanove
Che
Con una lunga trattativa stipulammo con gli industriali elettrici che allora erano privati ancora
Un accordo sulle pensioni
Il risultato era brillantissimo
Poiché si istituivano pensioni vicine vicinissime all'ultima retribuzione
Con un bel colpo di scala mobile quando per gli altri lavoratori al loro nel mille novecentoquarantanove eravamo ancora al sistema degli adeguamenti mille lire due mila lire ogni due o tre anni e molti moltissimi erano addirittura privi di ogni protettivo
Perché pur avendo lavorato non avevano ottenuto il pagamento dei contributi da parte dei padri
Quando come rappresentante della segreteria confederale
In quella trattativa portai via Di Vittorio questo risultato con molto garbo
Il suo giudizio fu il successo è grande forse troppo grazie
Quanto tempo impiegheranno questo era il suo problema quanto tempo impiegheranno gli altri lavoratori alla ad arrivare a tanto
Un'avanguardia che apre la strada avvantaggia il grosso dell'arma
Ma un'avanguardia che va tanto avanti e si isola dal resto rischia l'accertamento lager l'accerchiamento e non porta alcun vantaggio alla lotta comune
Io non so se ti Vittorio avesse in quel caso ragione o del tutoraggio so che ci sono voluti più di trenta per portare agli altri lavoratori gli altri lavoratori a una pensione ancora oggi inferiore a quella degli eletti anche se questi ultimi gli elettrici forse accerchiati non furono mai costretti alla resa
Non vorrei che queste mie parole dessero la sensazione che di Vittorio fosse un moderato un uomo accomodante o quasi rinunciatario
La sua autonomia rispetto alle controparti era davvero totale e nessun lamento della Confindustria ebbe mai il potere di commuovere
La ragione vera delle sue scelte talvolta apparentemente persino troppo ragionevoli e moderate ripeto Piera che egli guardava sempre alla parte più povera come è stato detto a il deboli
A coloro che non avevano neppure voce perché evitare la loro protesta
I disoccupati pensionati lavoratori senza pensioni peggio pagati
Erano in cima ai suoi pensieri
E per questo
Una iniziativa come il Piano del lavoro pur coi tanti i suoi limiti
Ra sumeri riassumeva felicemente i suoi figli di ammodernare sviluppare un'economia portando civiltà e lavoro come diceva dove non c'era
Di moltiplicare l'occupazione
Quell'esperienza è rimasta certamente nella storia sociale italiana come una delle pagine più luminose anche se non intende compiutamente realizzata
Ma fu lo strumento educativo di una vera generazione di un uomo non solo dei sindacati
Il classismo di Di Vittorio ci poneva dunque agli antipodi delle concezioni settoriali e corporative che pure hanno fatto anche tanto forte sindacati di altri paesi occidentali
Ma si distingueva anche da quello classismo tradizionale anche di molto i riformisti come giustamente ha detto Bruno Trentin che tutto sommato concepiva i lavoratori dipendenti
Come in una gruppo a sé stante
Del quale promuovere l'emancipazione sociale culturale in perenne e insuperabile antagonismo con ogni altra parte della società di Vittorio conosceva questo antagonismo le sue asprezze
E mi accettava le regole
Naturalmente
Ma non limitava la propria visuale alle esigenze dei soli lavoratori dipende
Cercava di armonizzarle con le necessità di progresso di sviluppo del Paese
In sostanza quando si discuteva di una piattaforma il rapporto di forze come si diceva allora
Necessario per conquistarla
Medici poneva non una sola ma due domande
Abbiamo la forza necessaria per ottenere quei risultati
E anche queste rivendicazioni rispondono anche alle esigenze di avanzata della società di cui facciamo parte
In questo suo modo di pensare troviamo la radice dell'indirizzo sindacale ma anche l'orientamento di fondo che ispirava di Vittorio come uomo politico
Militante di un partito nel quale uno fra i molti contrasti assai più quelli sconosciuti che quelli noti
Aveva acquisito grande autorevolezza e prestigio
Per queste ragioni per questa sua aspirazione profonda a servire la nazione italiana e lo ripeteva sempre
Oltre che per dar forza i lavoratori di Vittorio fu assertore convinto dell'unità sindacale e soffrì Sempre come una sconfitta anche personale per decisioni che si verificarono nel quarantotto e nel quarantanove
A chi come me e tanti altri considera vanno l'uscita dalla CGIL della corrente cristiana e poi dei socialdemocratici e dei repubblicani
Come una sorta di Libération
Dagli impacci che nei primi anni del dopoguerra avevano frenato una più audace politica rivendicativa leggi rispose anche ha dichiarato
Che non vedevamo i guasti eravamo c'è
Non vedevamo le conseguenze negative di quella divisione che avrebbe indebolito tutto il movimento sindacale e affievolito la sua capacità di difendere i lavoratori
E di pensare come forza progressista nelle vicende politiche nazionali
Di questi insegnamenti dell'opera di Di Vittorio è rimasto qualche cosa nel sindacato di oggi se lo è chiesto poco fa anche
Vittorio Foa
Aver pare di sì
Anche se i tempi sono tanto cambiati e coi tempi gli uomini e anche i lavoratori e anche il loro modo di pensare
I problemi che gli si poneva non sono stati risolti
Alcuni anzi si sono persino aggravato
Ma oltre il progresso ai miglioramenti grandi della condizione sociale dei lavoratori che devono costituire ragione di orgoglio del sindacalismo italiano
Possiamo affermare che il sindacato confederale in particolare la CGIL
Persegue
Nella sua maggioranza politiche di unità ha piena coscienza britanniche per tutti rappresenta la divisione delle forze sindacali
E la linea seguita nella difesa degli interessi Ennahda definizione dei diritti dei lavoratori
Apre dialettiche e confronti
Nei quali interessi generali specie quelli dei più deboli hanno grande incidenza anch'io nel recente del movimento sindacale e della CGIL in particolare
Il lavoro sindacale difficile e lo è sempre stato
Specie quando si ispira a questi criteri
E a sentimenti di solidarietà che partono dall'uomo per emancipare l'ho nella condizione sociale e nella coscienza se
Si trovano da una parte interessi costituiti delle controparti che resisto
Dall'altra gli impazienti di egoisti anche coloro che non vedono non vogliono vedere il bisogno di minuta elementari di chi sta dietro
Ed è impotente a difendersi da sola
Ma proprio in queste difficoltà
In questo scegliere quotidiano una strada ardua qualche volta impopolare stalla bellezza il fascino per me indimenticabile senza uguali del lavoro sindacale
Perché come di vittoria ci ha insegnato il sindacato non è soltanto una fabbrica di politica rivendicativa
Esso è anche una scuola di vita una sorgente di cultura uno strumento di emancipazione civile e morale della gente che lavoro
Avevamo
Intervento adesso lo possiamo fare direttamente sanno abbiamo già fatto prima che fosse qui con noi è arrivato l'onorevole Giorgio Napolitano presidente della Camera dei deputati che salutiamo e ringraziamo della sua presenza voglio dire che il programma prevede adesso un breve intervallo deve arrivare il Presidente della Repubblica il Presidente della Repubblica ha dovuto concentrare i suoi impegni nella mattinata deve salutare il corpo diplomatico presenta a Roma
Se voi sapete che c'è opposizione degli auguri natalizi sarà qui fra poco quindi ci concediamo un brevissimo intervallo al termine del quale arriva il Presidente della Repubblica poi daremo la parola all'onorevole Giorgio Napolitano
Io voto la parola al l'onorevole Franco Carraro sindaco di Roma per un breve saluto
Va bene
Signor Presidente da Repubblica
Autorità signore e signori desidero rivolgere a nome dell'amministrazione comunale e mio personale più cordiale benvenuto in Campidoglio per questa cerimonia celebrativa
E i sensi del più vivo apprezzamento per aver voluto con la vostra presenza sottolineare l'attenzione delle più alte istituzioni dello Stato nei confronti del mondo del lavoro del quale Giuseppe Di Vittorio è stato una delle figure più rappresentative del dopoguerra
Come hanno avuto modo di ricordare nella loro analisi i relatori che hanno poc'anzi parlato
Un saluto rivolgo altresì a tutti i presenti ai sindacalisti a quanti hanno accolto l'invito a partecipare a questa celebrazione
Una delle caratteristiche salienti dell'esperienza personale politica di Di Vittorio a me sembra sia stata quella dello sforzo costante di coniugare i propri principi le proprie ideologia con una visione unitaria del mondo del lavoro e dei suoi rappresentanti
L'unità è stata la ragione fondante della CGIL al suo primo nascere nel periodo durissimo per il nostro paese a ridosso della fine della guerra e del regime fascista nel quale incombeva l'urgente necessità della ricostruzione
E alla visione unitaria di diedero il loro prezioso contributo uomini come Bruno Buozzi Achille Grandi foreste di stabili Fernando Santi
Il tentativo di mantenere unito il movimento dei lavoratori fu perseguito con impegno da Di Vittorio e dagli altri dirigenti sindacali anche quando il corso della storia condusse alla nascita delle altre due confederazioni desiderosa di una più specifica identità ideale
In un momento come quello attuale percorso da pericolose spinte disgregato Licci che da più parti si esercitano io credo che sia particolarmente significativa una riflessione su questo punto
Lo slancio unitario
Pur tra le mille difficoltà incontrate ha consentito la maturazione di una coscienza solidale tra i lavoratori e tra i cittadini
Di una sensibilità particolare verso i più deboli di una rigorosa difesa dei diritti civili
Di una gelosa salvaguardia dell'unità nazionale in un periodo di forti flussi migratori interni che rendeva esposti a discriminazioni i lavoratori del Sud quanto più il movimento dei lavoratori ha saputo esprimersi in senso unitario tanto più è stato in grado di realizzare importanti risultati sul terreno dell'equità
Di combattere le sue battaglie in difesa della democrazia di vigilare affinché l'economia nazionale non cadesse preda di strategie monopolistiche
Oggi la situazione di crisi in cui versano le nostre istituzioni richiede un rinnovato slancio costruttivo una ripresa di idealità
Una sempre più approfondita capacità di analisi rispetto a ciò che si muove all'individuazione dei disegni in campo espliciti o meno che essi si presenti no e alle forze che li perseguono
Un appunto a lettura di quali siano gli interessi che si confrontano
Di quali siano gli obiettivi di ciascuno di quali siano le alleanze possibili e le strategie a sostegno di un rafforzamento della democrazia può essere espressa pieno titolo
E in modo maturo e meditato da un'organizzazione come quella del grande sindacalismo italiano
Forte della propria esperienza di analisi e di lotta
Le istituzioni dello Stato e quelle delle autonomie locali possono trovare una insostituibile sponda nel movimento sindacale a difesa della democrazia e del processo di riforma da cui essa deve essere investita la commemorazione di Giuseppe Di Vittorio non riguarda dunque solo l'area sindacale organizzata della CGIL
Bensì l'intero movimento in quanto dalle infaticabile azione del leader pugliese
Condotta assieme agli altri esponenti di area laica socialista cattolica avuto origine sviluppo un soggetto sociale così presente significativo nella vita democratica italiana
Tale presenze significatività sono stati sono tanto più incisive
Quanto più tempestive rigorosa e l'individuazione del ruolo politico che il sindacato è chiamato a svolgere in un determinato periodo dall'evolversi dei tempi
E in ciò sta anche io credo la chiave per la soluzione dei momenti critici che lo stesso sindacato si trova talvolta ad attraversare questa è una fase in cui nel bene e nel male vengono meno molti punti fermi mentre più dura si fa la crisi economica nel nostro Paese chiamato ad un confronto internazionale sempre più stringente
Non v'è dubbio che vi siano rischi di forte involuzione rispetto alle passate conquiste sindacali
Se il debito pubblico riduce le possibilità del ricorso agli ammortizzatori sociali
Se la crisi riduce immagini della produttività e della dell'occupazione aziendale il mercato di là del lavoro rischia di pagare i prezzi più alti della sfavorevole contingenza la crisi di credibilità delle forze politiche e le divisioni interne al movimento sindacale
Sono i più preziosi alleati di quanto ne hanno interesse ad indebolire la capacità di controllo e di intervento delle forze sociali e dei partiti democratici sull'evolversi della situazione
Tutto questo è ben chiaro a quanti hanno a cuore le sorti della democrazia in Italia e vedo non necessario sforzo di riforma dei partiti e delle istituzioni l'impegno politico primario in difesa degli interessi della popolazione
Il movimento sindacale è stato ed è un protagonista essenziale dello sviluppo economico civile democratico nel nostro Paese
Ed è nel pieno riconoscimento di questo suo ruolo che le nostre istituzioni prima fra tutte il Capo dello Stato rendono omaggio alla memoria di quanti come Giuseppe Di Vittorio hanno dato il loro contributo in tale direzione grazie
Signor presidente
Desiderio desideriamo ringraziarlo ancora
La sollecitudine con cui ha raccolto il nostro invito ad essere con noi
In questa giornata
La sua sulla sua presenza alla presenza del presidente del Senato la presenza del signor Presidente della Camera delle più alte autorità dello Stato di molti parlamentari del gruppo dirigente del sindacato non solo di quello della CGIL
Ci onora e un'ora un uomo straordinario del nostro Paese
Grazie anche a lei sindaco di Roma
Per le cose che ha detto e per la prontezza con cui ha accettato di ospitare questo nostro centenario
Io a questo punto avrei dovuto riassumere il senso della discussione che c'è stata prima che lei arrivasse signor Presidente ma non lo farò
Non solo perché è impossibile riassumere il pensiero di uomini che lei conosce benissimo di trentina di fori Giugni diranno che hanno parlato Carlo illustrato la vita e l'opera di Vittorio
Ma anche perché in genere capita a chi deve di assumervi essere più lungo di coloro che hanno parlato essendo stati tutti quanti mi pare molto sintetici molto sobri questo partito
Allora per essere
Così allo stesso modo come loro
Ho cercato di trovare un né episodi una storia di per sé il senso
Anche di una cosa diversa
E che desse anche il senso di una grande straordinaria attualità di nuovo come Giuseppe Di Vittorio che non è più tra noi dal mille novecentocinquantasette
Voi qualche anno fa presidente ordinando
Un ritratto di Giuseppe Di Vittorio
Lo ordinava ad uno dei pittori italiani più rappresentativi di questa epoca storica coordinava Piero Guccione
Quel ritratto si può vedere riprodotto con un processo serigrafia su quella
Su quel tabellone
Noi chiediamo a questo pittore un ritratto hanno diciamo più nulla come fanno i bravi committenti come fanno i committenti Selig rispettano
L'autenticità dell'opera d'arte
Piero Guccione disegno un di Vittorio severo
Qualcuno dice troppo severo
E questa mattina ma mano che di Di Vittorio si parlava io guardavo quel ritratto il ritratto di Vittorio diventava sempre più severo succede alle opere d'arte quando si guarda con
Un certo stato d'animo
Evitato fece discutere
Perché More magari molti di noi pensavano che di Vittorio potesse essere rappresentato
Come vero e del riscatto del Mezzogiorno del Paese
Oppure qualcuno poteva pensare che era giusto ritrarlo come il grande
Paladino dell'epopea contadina dell'Italia dalla fine della guerra alla metà degli anni Cinquanta
Quando viene a mancare
Oppure era possibile immaginarlo come lo hanno immaginato tantissimi di noi anche quelli che non l'hanno mai sentito parlare con un tribunale fascina
Anche se lui diceva che era un autodidatta di non sapeva parlare non sapeva farsi capire dalla gente
Talvolta scherzava pure su questa sua difficoltà
A essere preciso nel linguaggio
Ma ciò che ha colpito tutti di quel disegno
E la verifica che l'artista
Non il committente che l'artista
Ha voluto porre ritratto
Nessuno di voi la College da questa distanza
Ma ve la leggo io c'è scritto a Vittorio e alla sua passione morale
Vede signor presidente agli artisti tocca qualche volta non sempre
La fortuna di saper guardare oltre le loro tele i loro disegni
Sono capaci del volto di leggere le cose lontane
Piero Guccione aveva scelto la passione morale di Di Vittorio
Per parlare di un uomo
Che ormai era solo un mito
Per le nuove generazioni di sindacalisti
Ma l'artista probabilmente sentiva
Avvicinarsi un ciclone nella vita del Paese
E pensava di contro quel ciclone potesse valere anche la passione morale di un uomo come Giuseppe Di Vittorio
Che è un grande protagonista presente sempre
Nella storia della memoria del barese
Noi l'abbiamo messo della tessera della nostra organizzazione di quest'anno
E ci siamo preoccupati non tanto che inserito la foto ritrae sebbene quella faccia in fondo fa discutere
Non importa ma che lo stampatore non dimenticasse di mettere sulla tessera alla sua passione morale
Questo ci è parso molto importante
Perché noi vogliamo fare del mille novecentonovantatré l'anno di un grande sussulto morale il nostro Paese dell'Italia
Vogliamo partecipare anche noi acquista fatta l'anno della rigenerazione
è il nostro augurio l'augurio che noi facciamo al nostro Paese
Ed è l'augurio che rivolgiamo a lei signor presidente perché la posso trasmettere all'intero Paese con la sua grande autorevolezza e con il suo grande prestigio morale
La ringraziamo ancora per la sua presenza e ringraziamo tutte le autorità che hanno accettato il nostro invito per questo vi chiediamo adesso di ascoltare le parole che pronuncerà il Presidente della Camera l'onorevole il compagno Giorgio Napolitano che ricorrerà a nome di tutti la figura di Giuseppe Di Vittorio
Signor Presidente della Repubblica onorevole Presidente del Senato il signor Sindaco di Roma Amici della Confederazione generale italiana del lavoro e delle altre confederazioni sindacali signore e signori alle rievocazioni e testimonianze di coloro che furono vicini a Giuseppe Di Vittorio segretario della CGIL che mi hanno tratteggiato questa mattina la straordinaria figura di dirigente del movimento sindacale e non solo giusto ma doveroso accompagnare la riflessione e l'omaggio di quanti rappresentano le istituzioni democratiche perché di Vittorio è stato uno dei costruttori
Della democrazia italiana risorta dalla tragedia del fascismo ed è la guerra ha contribuito come pochi a gettare a me le nuove fondamenta ad allargarne le basi ad assicurarne il consolidamento in anni travagliati e rischiosi
E ritornare oggi sul suo contributo ci aiuta a capire ciò che resta vivo ed essenziale di quella costruzione comune pur insidiata da tante insufficienze e distorsione possiamo partire dalle significative formulazioni consegnate nella relazione sul diritto di associazione sul diritto sindacale che di Vittorio deputato all'Assemblea Costituente presento e sostenne
Nell'ottobre del mille novecentoquarantasei in seno alla terza sottocommissione della Commissione per la Costituzione
La società moderna pone il lavoro come fondamento del proprio sviluppo in Italia il capitale più grande e più prezioso di cui dispone la nazione è rappresentato appunto dalla sua immensa forza lavoro
I sindacati dei lavoratori costituiscono obiettiva mente uno dei pilastri basilari dello Stato democratico e repubblicano ed un presidio sicuro e forte delle civiche libertà che sono un bene supremo dell'intera nazione
Essi costituiscono obiettiva mente il tessuto connettivo più solido
Della nazione e dalla sua stessa unità in queste formulazioni si racchiudeva tanta parte dell'esperienza già vissuta da Di Vittorio
Della concezione dell'impegno che avrebbe portato avanti fino al termine della sua vita ancora per l'UDC intensissimi anni
In effetti le affermazioni che ho richiamato possono apparire al lettore di oggi piuttosto apodittiche
Se non nobilmente retoriche ma quel che vi dava forza e senso
Era l'esperienza di bracciante agricolo di organizzatore contadino e sindacale
Di combattente antifascista via via vissuta a cominciare dal momento in cui nella sua Cerignola venne avviato al lavoro nei campi ancora ragazzo per la morte del padre abbandonando la scuola alla seconda elementari
Ragazzo bracciante semianalfabeta figlio Bibracte Ciampi analfabeti vivente in una società in grande maggioranza degli analfabeti avrebbe poi detto di sì ricordando in particolare la fatica della conquista da autodidatta del libero della cultura delle prime letture tra la Città del Sole di Campanella e I promessi sposi offerti gli dava cappellano del carcere di Lucera
In cui era detenuto nell'autunno del mille novecentoundici per aver partecipato allo sciopero della vendemmia
Lotta per il lavoro e di difesa del lavoro orgoglio per il lavoro
E la libertà di associazione e agitazione di Berta sindacale politica facevano tutt'uno nel formarsi e nell'affermarsi divi Vittorio sindacalista rivoluzionario e socialista
Il secondo decennio del secolo vide già diventare un capo
Lo vide anche partecipare alla Grande Guerra ferito in battaglia ma nonostante ciò classificato come sovversivo pericoloso allontanato dal fronte internato in Cirenaica
Lo vide infine scontrarsi col fascismo anche erario dilagante
Non si può comprendere nulla
Del significato crede parole lavoro illibertà
Avevamo per Di Vittorio nel momento in cui contribuiva a collocarle negli articoli della Costituzione
Se non si ricostruisce storicamente il non ci si sforza di immaginare che cosa fosse stata negli anni della sua adolescenza e della sua giovinezza la condizione umana e sociale del contadino bracciante in Puglia
L'asprezza sanguinosa del conflitto di classe la durezza della reazione ione culminata nel fascismo
D'altronde gli era entrato per la prima volta a Montecitorio non con le elezioni del due giugno mille novecentoquarantasei ma con quelle del quindici maggio mille novecentoventuno
E vi era giunto direttamente dal carcere di Lucera dove era stato ancora una volta ristretto per lo sciopero generale contro le violenze fasciste del febbraio di quell'anno
I capi di imputazione erano pesantissimi
Nonostante che di fronte al prolungarsi negli scontri dopo la cessazione dello sciopero fosse venuto proprio dalla Camera del lavoro di Cerignola un manifesto severo
Contro ogni atto di ritorsione disperata e feroce da parte dei lavoratori
Le nostre lotte
Finito il rito compiere atti
Che ripugna Magoni coscienza onesta le grandi e nobili idee ispiratrici delle nostre organizzazioni non consentono tali Barbarisi
Di Vittorio non iscritto né al partito socialista massimalista
Mi alla prima costituito Partito Comunista accettò la candidatura proposta di nelle liste del primo essendovi stato indotto da una formale sollecitazione del consiglio generale della Camera del lavoro di Bari
L'elezione a deputato era il solo modo di tornare libero e riprendere la battaglia e nonostante il clima di vero e proprio terrore in cui si svolsero le votazioni a Cerignola impedendomi di fatto la partecipazione dei contadini socialisti
E provocando l'uccisione di nove persone
Di Vittorio fu eletto con largo suffragio soprattutto grazie ai voti della provincia di Bari
Dopo essere stato liberato e aver preso posto a Montecitorio fu naturalmente raggiunto da una richiesta di autorizzazione a procedere e su di essa riferì alla Camera il deputato del Partito popolare Melzi
Nella relazione si diceva
L'esame degli atti ha convinto la vostra Commissione che nessuno neppur tengo indizio fu raccolto dall'istruttoria il quale in alcun modo le
GT mille imputazioni fatte al Di Vittorio di avere formato delle bambine armate per commettere reati puntuali persone la proprietà e di avergli su citato la guerra civile portato la devastazione e il saccheggio della strage nel territorio di Cerignola nei giorni venticinque ventisei febbraio mille novecentoventuno la denuncia dell'onorevole Di Vittorio sembra in Chatham da preoccupazioni manifeste di parte e grave dubbio sorse che l'imputazione stessa abbia avuto come ragione causa il fatto che il Di Vittorio era propagandista del sindacalismo in quella regione
La proposta di non autorizzare il procedimento contro l'onorevole Di Vittorio Giuseppe fu quindi approvata dalla Camera mi si consenta per inciso di trarre il razzo spunto per rilevare come vi siano istituti
La cui validità sotto il profilo delle garanzie di libertà e di democrazia va considerata con sufficiente respiro storico per quanto diverse e penose possano essere le contingenze politiche
L'esperienza e l'impegno di cui Di Vittorio si fece portatore anche in quel primo mandato parlamentare nelle drammatiche condizioni determinate sì con l'avvento del fascismo emergono nel discorso dell'undici giugno mille novecentoventitré il decreto del governo fascista sulle otto ore di lavoro comportava un pesante regresso di un insopportabile imposizione per i contadini braccianti
Del Mezzogiorno d'Italia visto che non si considerava il tempo per l'andata allo campo e quello per il ritorno dis
Tanto il campo dall'abitazione urbana del contadino simulati dieci ed anche a quindici chilometri da percorrere a piedi come Di Vittorio scrisse sull'Avanti
Con gli strumenti del lavoro sulle spalle e spesso sostrato X folle fangose ed in comode attraverso gli immensi latifondi
Non si poteva pretendere il contadino si sottoponesse otto ore di lavoro effettivo giornaliero l'intera annata tanto più che nel Mezzogiorno si lavorava non con la banca ma con una zampa e questa richiedeva uno sforzo di gran lunga maggiore il nome del giovane deputato d'
Il Cerignola entro dunque negli annali del Parlamento comunque il discorso tenace martellante in contraddittorio col ministro dell'agricoltura s'sullo sforzo che lavorare con una zampa in difesa del contadino che mi uscì
Viva col passare degli anni con la spina dorsale curvata in avanti e anchilosata
Un discorso che rivendicava con parole chiarissime le battaglie già condotte e si poneva a tutela delle conquiste che ne erano scaturite
Noi abbiamo dovuto assolvere il compito doppiamente gravoso di togliere i contadini da una condizione di serba dalla condizione Kiba a Bari in cui erano tenuti e non solo di elevarlo di a condizioni migliori dal punto di vista economico ma viene darne la dignità di uomini liberi e di imporla altri sospetto dei loro padroni
La conquista la riconquista di quella dignità esigeva unità
L'unità dei lavoratori l'unità sindacale rappresentarono l'assillo costante di Vittorio oltre ogni ottica il limite di categoria in una vi io come generale degli interessi delle classi lavoratrici e del popolo e mi la saldatura tra popolazione rurale del Sud e proletariato industriale del Nord
Tra il mille novecentoventiquattro e il mille novecentoventisei era confluito nel Partito comunista si era incontrato con Gramsci era stato designato segretario dell'associazione di difesa tra i contadini aveva subìto otto mesi di carcere e infine era sfuggito un nuovo arresto sia al Rino espatriare lungo in Francia
L'attività nell'Internazionale conta di Lina e nel movimento antifascista la partecipazione alla guerra di Spagna il lavoro nell'emigrazione italiana furono una lunga preparazione al ritorno in patria dapprima trasferito viva la Francia in stato d'arresto
Sto e confinato a Ventotene fino alla caduta del fascismo una lunga preparazione in sostanza
All'assunzione di responsabilità decisive nella ricostruzione del sindacato e dell'unità sindacale nella nuova Italia democratica
Le tesi sostenute da Di Vittorio nella terza sottocommissione all'assemblea costituente erano dovunque il frutto di una profonda maturazione politica
Ed esse avevano già costituito materia di vivace dibattito nella fase del negoziato per il patto di unità sindacale del mille novecento quarantaquattro
Unità non unicità i due concetti sono del tutto diverse e in un certo senso opposti si regge in quella relazione
L'unicità o l'unità obbligata non unifica assolutamente nulla l'osservazione che la mettere la pluralità dei sindacati
Sia contrario al principio dell'unità sindacale opposta compromette ma non appare infondata la vera unità sindacale presuppone la libertà
Di Vittorio respinse nettamente in sede di Assemblea Costituente l'idea di un sindacato obbligatorio riconosciuto e controllato dallo Stato pur
Siccome l'aveva respinta nei colloqui del gennaio mille novecentoquarantaquattro tanto con Bruno Buozzi quanto con Giovanni Gronchi
Ho sottolineato scrisse nel riferire di quei colloqui luminosità della coazione dopo venti anni di dittatura fascista
Il bisogno della libertà il fatto che il sindacato deve cercare nella sua iniziativa nella sua azione di effettiva difesa degli interessi dei lavoratori la sua forza che la sua autorità reale
Nessun vantaggio a cominciare da quello delle iscrizioni delle quote obbligatorie poteva indurre a ricalcare il vento può fascista
Nella relazione del quarantasei tornarono le espressioni di oltre i due anni prima
Il sindacato benessere libero nel senso più alto deve essere indipendente dallo Stato noi crediamo che il sindacato per adempiere effettivamente i suoi compiti debba essere libero volontario autonomo indipendente
Peraltro di Vittorio aggiungeva che una tale esigenza era conciliabile con l'altra di ottenere dai
Sono quelle garanzie che sono necessarie per potergli affidare legalmente alcune funzioni di carattere pubblico
Che il sindacato esercita di fatto e che non potrebbe non esercitare ma quelli di lo sforzo di combinazione che attraverso non facili discussioni avrebbe trovato sbocco nell'articolo trentanove della Costituzione per non parlare di quelle che condussero all'articolo quaranta
Ma da parte mia si voleva solo mettere in rilievo la sensibilità di Di Vittorio per i temi della libertà e dell'autonomia sindacale come inscindibili dalla ricerca dell'unità
Non vi è possibilità così egli aveva concluso il congresso della CGIL il primo febbraio del mille novecentoquarantacinque al Napoli con parole di ineguagliabili
Rigore essenzialità non vi è possibilità di difesa autentica dei lavoratori del pane dei lavoratori dell'educazione Biffi
Figli dei lavoratori se non via Libertà
E la libertà è un problema politico non di partito ma politico su cui la CGIL aveva deciso volontariamente di prendere posizione
Le posizioni che essa prese per la convocazione dell'assemblea costituente e poi per il voto a favore della Repubblica restano nella storia della costruzione della democrazia italiana
Ma il cammino dell'unità democratica e dell'unità sindacale era destinato a interrompersi presto traumaticamente
Possiamo dire che Di Vittorio operò perché quel filo non si spezza asset mai del tutto
Lo fece negli anni difficilissimi che seguirono la rottura nel mille novecentoquarantasette della coalizione antifascista
Muovendosi su una linea che tendeva a convergere con quella del suo partito ma senza temere di vivere il germe
E portando in ogni scelta innanzitutto le ragioni del sindacato e l'impronta della sua personalità del suo modo di sentire di affrontare i problemi della sua indipendenza egli contribuì in modo determinante
A scongiurare irreparabile lacerazione della convivenza democratica nei giorni drammatici luglio mille novecentoquarantotto dell'attentato a Togliatti dello sciopero e dello scontro che scossero il Paese
La percezione del rischio e il senso del limite che prevalsero in ambedue gli schieramenti si possono cogliere ancora oggi leggendo le pagine del confronto svoltosi alla Camera il sedici luglio
Tra Vegas
In risposta a un'interrogazione di Di Vittorio e quest'ultimo
Si giunse però lo stesso fatalmente alla divisione nella CGIL la separazione della corrente sindacale cristiana fu di certo perché Vittorio una ferita grave
Non erano state formali le espressioni che aveva rivolto aprendo il congresso di Napoli ai cattolici che portavamo del nostro movimento sindacale il loro su
Io di spiritualità evangelica questo sentimento profondo di umanità di rispetto della persona umana espressioni non formali perché i richiami evangelici non era uno estranei alla sua stessa predicazione di sindacalista i socialisti dopo la divisione continuo a credere sempre nell'esigenza e nella prospettiva dell'unità sindacale e a cercare i essere il filo del dialogo politico tra tutte le forze democratiche
Fu in questo senso straordinariamente significativa infruttuosa iniziativa del Piano del lavoro se ne è discusso molto anche in tempi recenti anche qui questa mattina
Da diversi punti di vista a me preme mettere in luce innanzitutto come la Conferenza nazionale tenutasi a Roma dal diciotto al venti febbraio mille novecentocinquanta in piena guerra fredda si risorse in un momento di dialogo dopo vero impensabile senza l'apporto trascinante di Di Vittorio accanto ai comunisti ai socialisti della CGIL nel teatro dei reati se la memoria non inganna
Chi come me di prese posto in qualche angolo
Si ritrovarono i ministri Pietro Campitelli e Ugo la Malfa cordialmente accolti dall'indimenticabile Fernando Santi e Amintore Fanfani
Che era stato punti vittoria nella terza sottocommissione all'assemblea costituente e Giorgio la Pira e uomini tra i più rappresentativi dell'Università del mondo della ricerca del mondo finanziario della pubblica amministrazione
La ricaduta politica fu ben visibile nelle decisioni prese poi dal Governo specie con l'avvio della politica di intervento straordinario nel Mezzogiorno con l'istituzione della cassa
Essa del Mezzogiorno rispetto alla quale come si sa l'atteggiamento di Di Vittorio si distinse da quello di netta opposizione del PC
E quella distinzione si sarebbe mantenuta e ripetuta alcuni anni dopo quando nel novembre del mille novecentocinquantatré al convegno o della Cassa del Mezzogiorno si annunciò con la relazione del professor saraceno il passaggio a una politica di industrializzazione il consenso Espresso in quel convegno da Di Vittorio gli procurò rinnovate critiche in sede di partito quella che a dirigenti e giovani turchi
Del PCB quel tempo apparve come ingenuità o avventatezza politica era in effetti volontà di apertura scelta di movimento
Contro gli indubbi rischi di schematismo e rigidità e in risposta a esigenze prioritarie di caratteri sociale il sindacale compresa l'esigenza di una ricerca
Di possibili convergenze unitario fra di organizzazioni dei lavoratori
Nell'impostazione presentazione del Piano del lavoro si ritrovano d'altronde tutte le grandi costanti della visione ed esperienza dell'impegno di Di Vittorio la disoccupazione come nemico fondamentale
L'arretratezza del Mezzogiorno come il vincolo il banco di prova per una politica di sviluppo produttivo dell'intero Paese per una politica di effettiva unificazione nazionale
Lo spirito di solidarietà in antitesi agli egoismi corporativi
Il senso delle comuni responsabilità Aris
Poi l'interesse democratico generale come tratti irrinunciabili del movimento dei lavoratori e come motivi di esaltazione del suo ruolo
Nulla sarebbe più arbitrario che il ricercare in Vittorio una contrapposizione tra la tematica dell'occupazione e quella delle condizioni e delle retribuzioni dei lavoratori
Anche nella relazione alla Conferenza di Roma sul piano del lavoro era ben presente la denuncia dei bassi salari la convinta rivendicazione della necessità di elevare i salari
Anche per elevare la capacità di acquisto del popolo lavoratore nell'interesse stesso dello sviluppo industriale italiano l'accento che
Priva tuttavia sull'esigenza primaria di dare alla disoccupazione allora così massiccia una risposta che non fosse come invece fu
Quella dell'emigrazione
Di garantire al Mezzogiorno lavoro insieme a vita
Sì io un servizi condizioni di vita civili i lavoratori si preoccupavano disse di Vittorio di far uscire il Paese dalla oppressione di Ingram di Renato
Che aumentare la produzione di aumentare il reddito nazionale ed eravamo pronti a sacrificarsi sì per questo ad accollarsi sono ancora sue parole pur soffrendo un sacrificio supplementare magari sotto forma di una modesta percentuale sui salari o sotto forma di un lavoro supplementare
Alla sofisticata e innovativa rispetto alla cultura prevalente allora nella sinistra quali
Azione del piano in senso keynesiano che aveva costituito l'apporto degli economisti vicini alla CGIL di Vittorio accompagnava il messaggio politico e sociale dell'artista punibilità dei lavoratori ad un'ascia
Il di responsabilità e solidarietà nell'interesse nazionale
Vittorio Foa ha scritto di recente credo di dover riconoscere in quell'uomo il mio solo maestro di politica
E lo ha scritto in polemica con criceti un Vittorio puro tribuno o sindacalista il motivo guidato dal sentimento piuttosto che dalla ragione politica egli fece in realtà da straordinario diligente del movimento dei lavoratori straordinario anche per calore umano una grande politica democratica
Di consolidamento innanzitutto di una democrazia ancor così esposta a incognite e rischi
E politica non certo puramente emotiva sulla scelta del cinquantasei
Aveva per anni anche gli esaltato e difeso l'URSS dei Paesi socialisti
Ma un forte turbamento del ripensamento condusse prima nel giugno
Ai interrogarsi
Sui sanguinosi scontri tra operai e polizia post Nanni in Polonia e poi il ventisette ottobre ad aderire all'iniziativa dei socialisti
La CGIL per un comunicato della segreteria che fece grande scalpore di deplorazione dell'intervento sovietico in Ungheria
Un fatto di convinzione sofferta
Come ha voluto ricordare ore poco Antonio Giolitti iscrivendo DVD Vittorio travolto dall'emozione con la voce rotta dal pianto cui sconvolto nel vedere quel ma ci
Il mio quel gigante che singhiozzava
Signor presidente la nostra democrazia
E cresciuta anche attraverso quel grande
Ieri oggi saper recuperare quella ricchezza morale e umana
Non può rinunciare a quell'ancoraggio vitale nel valore del lavoro e nel mondo del lavoro
E tutto così diverso certo dall'Italia di Di Vittorio l'antico selvaggio dei contadini braccianti nelle campagne pugliesi appartiene a un passato sto fin troppo dimenticato e tanti altri vincoli e limiti sono stati spezzati
Trasformazioni inimmaginabili non solo quando Di Vittorio nacque ma quando morì
Hanno cambiato le forme del lavoro e gli atteggiamenti verso il lavoro ma si può immaginare
Io credo come Di Vittorio avrebbe nonostante tutto reagito a ogni tendenza a sostituire la parola d'ordine della liberazione del lavoro con quella della liberazione dal lavoro quale do in un'Italia e in Europa pur così sviluppate c'è da fare i conti con problemi
Complesse gli aggravi di disoccupazione crescente abbiamo ancora da imparare leggendo le parole di Di Vittorio sul progetto di Costituzione garanti
Effettivamente il diritto al lavoro come diritto alla vita riconoscere i diritti del lavoro che è la fonte della vita
è vero che come scrisse Sandro Pertini nei volumi dei discorsi parlamentari le parole sono scritte non dette
E non hanno il calore e i disegni gestuali che Di Vittorio di aggiuntiva ma alcuni di noi ebbero la fortuna di sentiti aderire tante di quelle parole e non solo in Parlamento e sanno che cosa fosse il suo carisma termine pure mai usato allora per l'unica e successivamente così abusato
Poteva bastare il suo arrivo prima ancora che si imponesse alla tribù in un'assemblea di lavoratori e di popolo come quella cui partecipava anche chi vi parla all'inizio degli anni Cinquanta Bari per
Suscitare un turbine di entusiastico
Ma il noi è rimasto impresso egualmente il turbine di dolore suscitato dal passaggio del suo filtro a Roma quel triste giorno di novembre del mille novecentocinquantasette
Tra la gente tra i lavoratori che i contadini venuti dalla sua Puglia qualche settimana prima l'avevo visto giungere a Montecitorio turbato
Mi confidò di essere stato criticato al partito
Per aver voluto nonostante le precarie condizioni di salute di ritorno da Lipsia proseguire per Andria Barletta Gioia del Colle San Severo visto che stavano per svolgersi le elezioni comunali
Ma come potevo disse solo non andare INAIL si
Se si vota
Bene
Che quel legame perfino fisico naturale con la sua terra quel principio di fedeltà alla sua gente resta una lezione da non dimenticare
E del serrato il signor presidente della Camera e tutte le autorità e gli amici intervenuti arrivederci e vuole fare