Rassegna di Geopolitica. La demografia come interesse strategico nazionale per l'Italia

Buongiorno agli ascoltatori di Radio Radicale sabato ventisette maggio due mila diciassette con la rassegna di Gio politica di oggi torniamo ad occuparci della tema della demografia o meglio dei trend demografici che interessano
Il nostro paese lo spunto ci è dato dall'articolo pubblicato all'interno dell'ultimo numero della rivista l'incasso
L'ultimo numero dedicato proprio al nostro Paese non li esamina profonda non solo introversa ma anche solo versa per quanto riguarda che le relazioni non solo gli probabilmente i deficit interni dell'Italia
Ma che il deficit come dire strutturali esterne nei nostri rapporti bilaterali o internazionali comunque
La tesi di fondo è che l'Italia è una grande incompiuta a cui manca anche un minimo di definizione di un interesse strategico nazionale Prot e allora quale
Più importante tra questi dovrebbe essere come interesse strategico nazionale che non quello dell'interesse per quanto riguarda il futuro del nostro Paese stesso che parliamo delle tendenze demografiche
Andiamo dunque l'articolo
Intitolato la democrazia prima di tutto
La drastica riduzione delle nascite in Italia non ha precedenti se non paragonando la cinquecento anni fa l'immigrazione compensa in parte lo squilibrio ma occorre incentivare un'immigrazione di qualità e l'occupazione femminile
Autore di questa analisi è un demografo il professor Massimo Livi Bacci che già in un precedente articolo sulle in marzo del due mila sedici se non andiamo errati
Già aveva elaborato e proposto le sue tesi quelle rivede aggiornate a come l'Italia è uscita se è uscita
Dalla crisi economiche in che maniera i trend demografici ne hanno risentito nel bene e nel male andiamo a leggere cosa scrive dunque Livi Bacci a differenza delle grandezze economiche sottoposti a forti scossoni congiunturale ciclici che siano
La dinamica della popolazione normalmente lenta così che la questione demografica rimane lungamente assopite tempi tranquilli ma di emerge regolarmente nelle fasi critiche della storia
La demografia quando caricata di significati ideologici attrae un'impropria tensione suggerisce diagnosi frettolose ricette irrealizzabile dannose
Così analisi superficiali proclamano che la bassa natalità è sintomo del declino dell'Occidente Dese valori
Per l'immigrazione corrode l'identità nazionale e la solidarietà sociale che un rialzo della mortalità dovuta a fattori meteorologici poco epidemiologici è la prova della crisi del sistema sanitario del moderno welfare e potremmo continuare
Per molti mezzo secolo fa la crescita demografica avrebbe inevitabilmente portata all'esplosione degli equilibri economici ambientali del mondo
Per molti oggi la debolezza demografica il sintomo della decrescita che di una irreversibile involuzione di larghe parti del pianeta
La ragione ci dice che la democrazia non è che la sintesi di milioni e milioni di comportamenti individuali di divisione giornaliere
Gli stati d'animo fluttuanti ci dice anche che governare questa galassia atomizzata di impulsi e molto arduo spesso impossibile
E che comunque richiede tempi lunghi la demografia dunque non è né buona né cattiva chissà semplicemente
è il frutto della complessità della società
Entriamo nel merito del caso italiano secondo il professore di quel bacino
L'Italia fa parte di una vasta parte del pianeta che sta attraversando vicende relativamente simili all'inizio del Novecento un abitante del mondo su quattro viveva in Europa Russia inclusa
Alla metà di questo secolo appena un abitante su quattordici sarà europeo queste due cifre offro la sintesi la profonda trasformazione giro demografica del mondo
Che con passo lento ma continuo affatto un lungo percorso
Nel resto del mondo un tempo in povertà estrema l'aumento della disponibilità economica portata a maggiori consumi ma era una prima fase si è trattato soprattutto di consumi alimentari
Disciplina e di Cina energia
Che hanno determinato la discesa della mortalità e l'allungamento della vita con una mortalità relativamente bassa e una di produttività non controllata la crescita della popolazione accelerato il passo
Raggiungendo la seconda parte del secolo scorso tassi annuale di incremento del due tre per cento e più solo in una fase più matura queste popolazioni di percorrono la strada europea accrescendo gli investimenti sui figli aumentando la qualità e riducendo il numero
Questo processo abbastanza avanzato e molti grandi Paesi dell'Asia e dell'America latina ma in gravissimo ritardo nel continente africano a sud del Sahara
In sintesi le forze del cambiamento determinano il ristagno con l'arretramento della popolazione in Asia orientale in Europa
Un rallentamento della crescita nelle altre Regioni d'ansia che in America una turbolenta crescita in Africa
Queste forze hanno generato negli ultimi settanta ottanta anni e continueranno a generare nel resto di questo secolo un profondo sconvolgimento dell'Angelo demografia del mondo
Torniamo all'Italia nel mille novecentocinquanta si situava al decimo posto della graduatoria mondiale per numerosità della popolazione
Nel due mila diciassette arretrata al ventitreesimo posto nel due mila cinquanta sarà ulteriormente scesa al trentunesimo posto
In ambito Mediterraneo nel cinquanta la popolazione italiana dell'undici per cento più numerosa di quella francese nel due mila cinquanta sarà del venti per cento più piccola
Sempre al mille novecentocinquanta agli italiani superavano di spagnoli di due terzi ma il vantaggio si sarà ridotta un sesto nel due mila cinquanta
Nel mille novecentocinquanta gli italiani erano poco più numerosi dei nordafricani egiziani libici magrebini fa nel due mila cinquanta i secondi saranno cinque volte più numerose dei treni
Nello scorso mese di marzo prosegue liberarci l'Istat ha pubblicato il consuntivo delle vicende demografiche del due mila sedici che questa rassegna a segnalato
Tendenze che confermano debolezza del nostro Paese nel due mila sedici nascita hanno subito un'ulteriore contrazione scendendo quattrocentosettantaquattro mila punta minima nella storia dell'Italia unita
Bisogna anzi risalire alla metà del Cinquecento quando l'Italia contava meno di un quinto della popolazione attuale per trovare un racconto di nascite così ridotto
La notizia ha fatto scalpore ma solo per qualche giorno qualche ora le nascite continua a diminuire nel silenzio mediatico nell'indifferenza dell'opinione pubblica nell'impotenza della politica
Il due mila sedici lo potremmo considerare sperando di non essere smentiti avverte Livi Bacci
Come l'anno di uscita dalla crisi economica possiamo perciò confrontare la performances del Paese nello scorso anno con quella dell'anno iniziale della crisi due mila otto e trarre qualche considerazione
Va detto che questo articolo ricco anche i grafici di tabelle che ovviamente
Radiofonica mentre non possiamo riproporre ma insomma fidatevi della questura
La riduzione delle nascite squilibri baci come emerge netta dovuta per circa un decimo di punto alla diminuzione della se mi condita delle coppie soprattutto all'assottigliarsi numerico delle donne in età riproduttiva
I matrimoni sono diminuiti in parte compensati da un aumento delle unioni di fatto il divorzio aumentate il sughero delle morti sulle nascite di poche migliaia di unità nel due mila otto è cresciuto a centotrentaquattro mila unità nel due mila sedici
In quest'ultimo nel saldo migratorio è stato pari appena un quarto della
Di quanto era il saldo del due mila otto ma nello stesso lasso di tempo il saldo migratorio dei suoi cittadini italiani si è quadruplicato
La crisi per fortuna non ha inciso almeno sembra sulla qualità delle vite delle cure
Dal due mila otto al due mila sedici la speranza di vita di uomini e donne è aumentata di un anno e mezzo più che negli otto anni precedenti assai più tranquilli almeno sotto il profilo economico il sociale
La lunga crisi economica si è inserita su un ciclo di indebolimento demografico iniziato negli anni Settanta e parzialmente attenuato nel primo decennio di questo secolo
Da una leggera ripresa della bassissima natalità dalla vigorosa e disordinata immigrazione che ha accresciuto la popolazione italiana al mito dell'impatto i circa tre milioni di persone
La crisi ha prodotte ben noti effetti depressivi ritardo dei matrimoni e dell'Unione il rinvio del ridimensionamento dei piani produttivi delle coppie
Flessione dei flussi di immigrazione e aumento degli enti in patria aumento delle uscite dal Paese di cittadini italiani una parte dei quali presumibilmente stranieri detenuti italiani
Un ritorno alla normalità potrà provocare qualche modesto rimbalzo recupero dei programmi ridotti rinviati delle copie ripresa del flusso di immigrazione meno rientri in patria di immigrati o meno uscite di giovani italiani
Ma sarà alti un rimbalzo sull'indipendenza non compatibili con un equilibrato sviluppo non solo a lungo termine diciamo la fine del secolo
Ma anche a medio termine cioè tra dieci co venti anni incompatibili col perdurare di una qualità della vita che contro venti il mare è in miglioramento almeno sotto il profilo della salute
L'immigrazione possono in parte risolvere i problemi dell'invecchiamento e del declino della forza lavoro un giovane
Il clima politico italiano come quello europeo e mondiale entrato in una fase non certo favorevole all'arrivo di flussi consistenti
La natalità segue appiattita su storici livelli bassi all'opinione pubblica non sembra preoccuparsene troppo limiti il mondo politico sembra voler dare priorità politiche sociali dirette incoraggiare le frustrate propensione riproduttive delle giovani coppie
Troppo incerti e dilazionati gli effetti troppo militanti costi
è dunque necessario un dibattito politico nazionale su questo tema ma che faccia anche un salto di qualità nel merito del dibattito stesso vediamo che cosa scrive il professore Livi Bacci
Gli adulti responsabili gli intellettuali gli imprenditori politici non solo loro dunque debbono essere convinti che
La questione demografica se non affrontata rischia di indebolire la società
Di compromettere i livelli di benessere acquisiti di creare nuove disuguaglianze
Qui non si tratta di auspicare unitaria dei sessanta settanta o cento milioni con la strabica visione mussoliniana
Ma di auspicare un'Italia il cui equilibrio anche demografico debba essere patrimonio comune
Senza per questo pretendere il sigillo costituzionale come si è fatto per l'equilibrio di bilancio
Anche se l'equilibrio demografico fatto da donne ed uomini forse più importante anche perché né precondizione dell'equilibrio economico
L'articolo è lungo e offre ancora serie di suggerimenti e raccomandazioni ma c'è una particolare che vogliamo segnalare
Bisogna operare operiamo volgere l'orologio del ciclo di vita dei giovani che ha ritardato enormemente letta al conseguimento dell'autonomia e delle scelte di vita fondamentali
Lavoro indipendenza la famiglia di origine Unione matrimonio nascita di un figlio
La mancanza di autonomia deprime la natalità di due generazioni in quella dei genitori che mettono in conto una lunga dipendenza della prole e quindi ne limitano la numerosità
In quella dei figli che diventano autonomi tardi hanno meno spazio per dar corso alle proprie scelte
Allora l'equilibrio demografico si persegue anche con le politiche migratorie già discusse per esteso in un articolo pubblicato su Limes nel due mila sedici questa rassegna cito a suo tempo
In quell'articolo schivo di liberarci sostenevo Pilar debolezza demografica dell'Italia l'accentuato processo di invecchiamento
Il contrarsi dalla popolazione età attiva egli intralcio alla produttività posti una forza lavoro la quale diminuiscono i giovani e o mentre ogni anziano
Sono tutti fattori che continuano ad alimentare la domanda di migranti in misura minore rispetto alla primo decennio di questo secolo ma maggiore rispetto agli anni di crisi
Nel quinquennio due mila sette due mila undici il saldo netto anagrafico con l'estero secondo l'Istat fu di circa quattrocento mila unità all'anno ridotte a centosettanta mila nel quinquennio successivo due mila dodici due mila sedici
Un saldo netto annuale di duecento mila migranti non sembra un'ipotesi azzardata per il prossimo decennio
L'articolo citato si richiamava il crescente consenso all'idea che l'immigrazione per essere utile allo sviluppo debba essere di qualità o in altre parole rincari capitale umano
Solo così può contribuire alla crescita della produttività e quindi allo sviluppo economico
Nel concreto molti Paesi hanno sviluppato politiche migratorie volte ad attrarre migranti con alte qualifiche buone specializzazioni con livelli di istruzione relativamente elevati buona conoscenza della lingua della cultura del Paese ospite
I criteri per selezionare i migranti più adatti sono molti che a volte assai complicati tutti presuppongono pena il fallimento sistemi amministrativi rigoroso ed efficienti tutti sono mossi dall'intento di migliorare la qualità dei flussi
Molti Paesi realizzano queste politiche con normative più restrittive degli ingressi particolarmente per i lavoratori generici nonché per i ricongiungimenti familiari
Insomma in sintesi brutale meno migranti ma di migliore qualità e anche l'Italia finirà col muoversi su questa linea pur tenendo conto che continua a non essere sostenuta la domanda di manodopera generica sei richieste in molti settori dell'economia della società
Questo implicherà una profonda revisione della politica migratoria che l'adesione convinta al principio che l'immigrazione si governa esiguità che non si subisce
Si otterrà poco si le politiche sociali con ricadute favorevoli sulla riprodotti vita non verranno tra loro ben coordinate
Se la politica migratoria non sarà ben governata in vista del migliore sviluppo del capitale umano dei migranti che dei rifugiati e se non si prende atto che lo squilibrio demografico corrente essi non contrastato che almeno parzialmente corretto
Chi l'aveva costi economici e sociale rilevato questa l'analisi le tesi del demografo professore mass Molini Banci che rivede aggiorna le tesi già esposta dall'articolo precedente sull'in massa del due mila sedici
Alla luce anche dell'elaborazione dell'incrocio dei due tendenze demografiche con i dati della crisi economica che ha investito
Il nostro paese tutto o quasi per quanto riguarda la puntata di oggi dell'assegno di geopolitica resta nel segnalare questa notizia che abbiamo trovato sul South China Moni spostati a uno quotidiano di concorde
Che la notizia è questa
Che la Cina potrebbe essere meno popolosa di quel che sembra
La Cina e l'India hanno un dato ufficiale che questo la popolazione dell'India ha raggiunto miliardo trecentotrenta milioni di persone lo scorso anno supererà quella cinese secondo le stime i entro il prossimo quinquennio
Ma per qualcuno macina potrebbe non essere così popolo russa addirittura il sorpasso ci sarebbe già stato e qui entriamo nel merito
Secondo ricercatore cinese indipendente lascino infatti potrebbe avere qualcosa come novanta milioni di persone in meno rispetto alle stime ufficiali
Novanta milioni una cifra grosso si tratta più dell'intera popolazione della Germania se fosse vero ciò significherebbe che l'India ha superato la Cina già per popolazione prima del previsto
Il professore citato questo ricercatore cinese indipendente gli infusi INEA che è un cinesi ma che insegna la University oppure il Consiglio
Intervenuto ha fatto queste dichiarazioni intervenendo un simposio all'università di Pechino discorso
E a pubblicamente dichiarato che la reale popolazione cinese sarebbe di un miliardo duecentonovanta milioni e non di un miliardo trecentosettanta milioni come invece sostengono le autorità cinesi
Autorità che secondo ricercatore avrebbero barrato sui numeri in particolare dei nuovi nati tra il mille centonovantasei e due mila sedici
Come demografo accademico scrive il quotidiano prosegue il quotidiano
Il foggiana e noto presso un critico forte critico delle politiche di pianificazione familiare decine sufficiente
Che sono quale quali politiche sono ancora nel segno del meno nascite quando anzi sarebbe necessario ad avviso del professore invertire decisamente la rotta se si vuole evitare una crisi demografica da invecchiamento della popolazione
Lo scorso anno ricorda il quotidiano la Cina fatto finalmente cadere la politica del figlio unico rimpiazza Andora però con quella dei due figli per famiglia
Allora per i Fulvia non è tuttavia ancora una misura efficace anzi a suo avviso andrebbero abolite tutte le limitazioni al controllo che nasce
Va detto anche che le tesi dei fucili Anna sono condivise da altri esperti alcuni di questi hanno anche partecipato al medesimo simposio qui lo ricordiamo era all'università di Pechino
E spenti che giudicano le cifre ufficiali cinesi a dir poco discutibili insomma
Da sembrerebbe che la Cina meno popolosa di quel che sembra e il sorpasso
Da parte dell'India che doveva avvenire nel prossimo quinquennio ci sarebbe già stato
L'articolo del Sult cena Mon imposta chiude questa signora di geopolitica di oggi un saluto un ringraziamento per l'ascolto da Lorenzo venti ci risentiamo lunedì mattina alle ore sette