Cinema & cinema: "Il colore nascosto delle cose" di Silvio Soldini

Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
Una delle possibili virtù del cinema che in effetti si ritrova sempre più raramente dei film che vanno per la maggiore e rispetto della realtà
Perché i film sembrano per lo più improntati al principio opposto a quel rispetto
Che cioè la realtà sia di per sé insufficiente a interessare lo spettatore che debba essere per così dire dopata
Insufflando elementi i romanzi rischi spettacolari magari di genere orrori fico o di tipo farsesco
Un film che ci ricorda il piacere che può darci la rappresentazione della realtà senza artifici purché certo la realtà sia osservata con sensibilità con alcune senza restare alla superficie delle cose
è il film di Silvio Soldini che s'intitola per l'appunto il colore nascosto delle cose che è stato presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia
La realtà che prende in esame il film che almeno in apparenza delle più risaputi delle più raccontate un tradimento sentimentale una specie di adulterio
In un ambito si sarebbe detto una volta borghese
Tra persone tutte più o meno benestanti
C'è però una variante originale che condiziona tutto il racconto
L'amante che l'uomo si sceglie eh cieca
Ma la portata di questo condizionamento è soltanto gradualmente svelata allo spettatore perché la vita di quella donna cieca a prima vista non è poi tanto difforme dalla normalità
è una professionista hutu marito vive in casa da sola a volte aiutata da un'amica ipovedente
Con l'aiuto il suo bastone è in grado di muoversi per conto suo per la città di fare la spesa e di provvedere autonomamente a tutte le proprie necessità
E se l'uomo ha una relazione con lei è evidentemente perché la trova attraente e affascinante
Certo è lì tutt'altro che esente dalla volgarità
E non è detto che almeno in un primo tempo l'amore con una cieca non gli si prospettico una variazione gustosa della sua carriera di libertino
Ma allo stesso tempo non si scorge in lui un'attrazione perversa per le persone deboli io inferme
Così la loro relazione sembra del tutto simile appunto a un comune adulterio
Condotta dall'uomo con la disinvoltura di chi ha l'abitudine alle bugie che ai sotterfugi ai danni naturalmente dell'amante ufficiale
Tuttavia alcuni dubbi alcune inquietudini sono via via introdotte nel racconto
Nella scelta sentimentale definitiva dell'uomo avrà un peso che una delle due donne sia normale che l'altro comunque diversa
E l'abbandono per chi è diverso non comporta una delusione tanto più cocente perché sembra sancire un'esclusione pregiudiziale dalla possibilità dell'amore
E non è penoso il sospetto che l'amore sia concesso per pietà
L'esito di questi interrogativi nel racconto non è pessimistico
Ma l'uomo dovrà imparare a vedere fino in fondo dentro se stesso libero dai condizionamenti sociali invisibili ma presenti prima di compiere la scelta giusta
Ma è proprio la presenza dei dubbi che non sono soltanto dei personaggi ma anche dello spettatore perché l'esito della relazione non è ovvio non è preordinato
E poi il fatto che i personaggi tutti quanti abbiano qualità e difetti
Che l'integrazione di chi è invalido non sia data come pacifica che appaia come il risultato di uno sforzo e comunque precaria
E serve a ricordarcelo il ritratto molto bello di una ragazza adolescente in rivolta contro se stesse ai contro il mondo dopo la scoperta di essere diventata cieca
Ecco questi elementi contribuiscono a dare al racconto un grande senso di verità e di naturalezza
Merito anche degli attori tutti i pienamente credibili
A partire dai due protagonisti che sullo Valeria Golino e Adriano Giannini dunque a mio parere un film da non perdere il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini un saluto da Gianfranco Cercone