Rassegna di Geopolitica.Nel Kurdistan iracheno si vota oggi per il referendum sulla indipendenza

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale la rassegna di geopolitica di nome di venticinque settembre due mila diciassette oggi si vota perché un referendum per l'indipendenza nel Kurdistan iracheno qualche data qualche notizia prendeva gli approfondimenti con le analisi il quattordici agosto scorso la commissione elettorale del Kurdistan iracheno a ufficialmente approvato e ratificato le date per elezioni legislative e presidenziali e per il referendum per l'indipendenza
Il referendum si tiene oggi venticinque settembre elezioni parlamentari e presidenziali invece il primo novembre le ultime legislative si sono tenute nel due mila tredici e le presidenziali addirittura nel due mila nove il presidente uscente del Kurdistan iracheno Barzani ha già fatto sapere che non si ricandiderà
Il diciotto settembre arrivata la decisione ufficiale da parte della Corte suprema dell'Iraq che ha ordinato la sospensione del referendum ma Barzani ha detto che si è andrà comunque avanti
Il ventuno settembre scorso a pochi giorni fa a New York a margine dei lavori dell'Assemblea generale
Dell'ONU i tre ministri degli Esteri di racket Iran e Turchia tre paesi che ospitano cospicue minoranze curde ci sono incontrati al termine della riunione hanno riaffermato il proprio impegno per l'integrità territoriale dell'Iraq e l'opposizione totale al referendum hanno anche dichiarato di valutare il ricorso ad eventuali contromisure in coordinamento tra loro
Lo svolgimento del referendum sostengo infatti mette a rischio le conquiste fatte nella lotta contro lo Stato islamico dunque fortissimamente contrari Piera Iran e Turchia
A favore anche la Stati Uniti hanno preso le distanze dal referendum anche l'Unione europea anche le Nazioni Unite
Ton deceduti a favore dell'integrità territoriale del Paese a favore esplicitamente a quanto pare il solo il governo israeliano o meglio il premier Netanyahu secondo il Gerusalemme poste nei giorni scorsi Netanyahu durante un incontro
A porte chiuse con una delegazione di parlamentari repubblicani americani si è detto favorevole al referendum esprimendo il suo parere positivo nei confronti di uno Stato curdo in Iraq sostenendo che i curdi sono coraggiosi il filo occidentali condividono i nostri valori questa la citazione da Netanyahu
è raro sottolinea giusto imposte che Netanyahu prenda posizione pubblica su un tema così sensibile per quanto riguarda l'alleato americano dato che gli Stati Uniti almeno prima dell'insediamento di Trump sono sempre stati a favore della integrità dell'Iraq dalla Jerusalem posa fatta siamo al Financial Times per un altro retroscena
Secondo il fa lascia il Times trenta agosto scorso Israele nei mesi scorsi avrebbe acquistato dal Kurdistan iracheno diciannove milioni di barili di petrolio per un valore di un miliardo di dollari pari a due terzi del suo fabbisogno annuo
Un finanziamento che secondo il Financial Times si dovrebbe considerare in questa ottica una sostegno indiretto ai curdi impegnati in prima fila contro lo Stato islamico in Iraq
Una notizia che non è stata presa affatto bene dal governo arabo a Baghdad e non solo perché il cliente punto Israele ma anche per la questione dei diritti energetici
Che il Kurdistan dovrebbe versare che spesso non versa il governo regionale del Kurdistan nega di vendere direttamente o indirettamente il petrolio Israele ma spiegati la priorità è quella di far cassa per pagare gli stipendi ai militari e civili
E garantire la funzionalità del Governo secondo il Financial Times son tra Israele e il petrolio del Kurdistan arriva anche in Italia
Francia e Grecia
C'è un precedente che la Financial Times ricorda decisamente interessante relazione tra curve israeliani risalgono agli anni sessanta quando
Il Mossad rinvio propri consiglieri a sostegno di Mustafa Barzani padre dell'attuale presidente il Kurdistan Massoud Barzani
Allora in lotta contro l'esercito iracheno lasciamo il Financial Times e passiamo all'agenzia Reuters il petrolio curdo piace anche alla Russia questa notizia
Nei giorni scorsi la società russa Rossi mette ha annunciato un accordo da un miliardo di dollari con le autorità del Kurdistan iracheno per la costruzione di un oleodotto che dovrebbe a raggiungere il Mediterraneo i mercati europei già nel due mila venti
Si tratta questo del terzo corde energetico in pochi mesi il valore totale di tutti i contratti supera i quattro miliardi di dollari
Però si mette arrivato in Kurdistan solo nel dicembre scorso ma in pochi mesi i russi IRES di Rossi parte sono diventati i principali partner commerciali dei curdi
Le compagnie americane hanno cominciato a fare affari in Kurdistan già nel mille centonovantuno al tempo della protezione offerte garantita ai curdi dalla repressione di Saddam sei
Ma le compagnie americane stanno cominciano a uscire dal paese la Russia sta riempiendo questo vuoto
La Russia non ha preso ufficialmente decisione sul referendum curdo ma ha recentemente ribadito il proprio sostegno all'integrità territoriale dell'Iraq pur riconoscendo legittime aspirazioni dei curdi ad avere una patria
Questo la notizia dalla Reuters entriamo nel merito del referendum per l'indipendenza del Kurdistan
Qui siamo sul sito di notizie al monitor l'articolo intitolato la prima sfida per il referendum curdo sono i territori oggetto di disputa
Il diciannove luglio scorso il presidente del governo regionale del Kurdistan Massoud Barzani ha dichiarato che il referendum un diritto naturale delle popolazioni di nel Kurdistan
Secondo la Commissione elettorale locale e non nazionale sono sei milioni di aventi diritto a votare sparsi anche nella regione della città petrolifera di Kirkuk
Complessivamente il quarantotto per cento del territorio rivendicato dal Kurdistan che oggetto di una contesa tra governo locale dietro Bill è quello centrale di Baghdad in questi territori vivono oltre due virgola sette milioni di persone
Secondo l'articolo centoquaranta della costituzione irachena la disputa territoriale avrebbe dovuto essere risolta entro la fine del due mila sette
Ma il governo iracheno non ha mai implementato tale articolo presidente Barzani la mancata attivazione da articolo centoquaranta è una tra le principali ragioni per lo svolgimento del referendum
Permangono molte difficoltà di carattere legale politico e pratico tali che il referendum e a rischio di svolgimento l'articolo dell'agosto scorso però a quanto pare oggi si è arrivati al tenero il referente di Barzani per il referendum è stata preceduta da un voto in Consiglio provinciale di Kirkuk del quattro aprile scorso un voto boicottato le rappresentanti arabi e turkmeni
Che si appresta a boicottare anche il voto di oggi anche i i curdi a loro volta non presentano neanche un fronte unito in materia
Lasciamo stare da parte per un momento le questioni etiche locali ce ne occuperemo con la prossima segnalazione restiamo su questo articolo di al monitor per quanto riguarda i Paesi della regione interessati e coinvolti
Oltre la posizione del governo centrale di Baghdad c'è anche l'opposizione di rane Turchia al referendum di oggi
Lire che con FIAT diretta mitico il Kurdistan iracheno ha già manifestato la sua più totale contrarietà al referendum curdo e per far vedere che non scherza
Nei giorni scorsi ha interrotto il corso di un fiume che attraversa il Kurdistan lasciando le popolazioni locali senza acqua
La Turchia si oppone in maniera totale al referendum curdo e si presenta poi come garante delle minoranze Tormene presenti molti territori contesi compresa la città di Kirkuk
In passato a causa di difficoltà nel determinare gli aventi diritto al voto nei territori disputati non si è votato e non c'è stato neanche Censimento
Due punti cruciali per la piena attivazione dell'articolo centoquaranta della costituzione irachena
Inoltre da circa tre anni è presente anche lo Stato islamico che controlla alcune aree della provincia di Kirkuk alla luce di tutti questi fattori le sfide sono tali che il presidente Barzani potrebbe uscire di posporre il referendum
La segnalazione la prima sfida per il referendum curdo sono il territorio oggetto di disputa dal sito al monitor punto comma l'articolo è dell'agosto scorso ma evidentemente la presidente Barzani ha deciso comunque di proseguire per lo svolgimento di questo referendum nel Kurdistan iracheno oggi con ciò sollevando tutta una serie di nuove e ulteriori tensioni di carattere etnico che settario
Su questo tema di proponiamo questa seconda segnalazione la dimensione etica del referendum in Kurdistan un'analisi accurate la Carnegie Endowment ti Washington
E la Centro studi che pubblica la rivista Forlimpopoli sì
Il referendum promosso principalmente dal presidente del Partito Democratico del Kurdistan Massoud Barzani si fonda su aspirazioni storica dei curdi per un proprio Stato
Ma da questo voto diciamo subito non nascerà un nuovo Stato data l'assenza di infrastrutture istituzionali comunque il fatto che contempli zone disputate etnicamente miste sta causando comunque forti tensioni
Marzani il cui mandato è scaduto nel due mila quindici ma agisce da presidente ad interim l'otto giugno scorso approvato un decreto esecutivo per indire il referendum
Anche i curdi sono molto divisi in materia perché come vediamo oltre al PDK il Partito Democratico del Kurdistan di Barzani che è ovviamente favorevole
Degli altri partiti curdi l'Unione islamica del Kurdistan che a favore l'Unione patriottica del Kurdistan UPK si è fortemente divisa sul sostegno meno al referendum gli altri partiti curdi più piccoli sono tutti contrari
Ci sono innanzitutto due domande relativa la costituzionalità del referendum che a oggi non hanno avuto risposta
Primo il decreto di indizione del referendum è stata approvata da un presidente il cui mandato è formalmente scaduto come detto nel due mila quindici e che agisce da presidente ad interim
La seconda questione anche più importante che che la costituzione irachena non contempla che essi possano tenere un referendum di carattere indipendentista anzi all'articolo primo recita che l'Iraq deve essere un Paese unito
Il referendum si terrà anche in aree miste in cui sono presenti oltre ai curdi arabi turkmeni e altre minoranze religiose che parlano arabo i referendum prevede che a votare non siano solo i curdi ma tutti coloro che vivono in quei territori
Sebbene Barzani abbia detto che le minoranze sul territorio avranno diritto comunque un qualche tipo di voto per decidere del loro futuro lavoretti tutte le minoranze per hanno forzatamente inglobate in mano allo Stato
L'esenzione del voto anche alle aree contese rischia dunque di innescare un conflitto etnico soprattutto a causa della retorica incendiaria dello stesso Barzani che in dichiarazioni recenti e meno recenti ha parlato di aperte virgolette frontiere tratteggiati con il sangue chiuse virgolette
E della eventuale possibile immolazione della vita dei curdi se necessario per combattere per la conquista della città di Kirkuk
Per molti arabi questo linguaggio è la prova che sono vittime di una aggressione
Sebbene altamente improbabile che dal referendum arrivi l'indipendenza la percezione che un futuro Kurdistan indipendente che inglobi anche tutte le minoranze sta causando reazioni violente che perfino nelle zone curde non si può escludere lo scoppio di conflitti
Anche a Baghdad dove ha sede il governo centrale c'è una tensione molto alta e diversi esponenti tra cui in particolare si segnala il vicepresidente ex primo ministro Nouri Al Maliki
Di medesima incendiaria retorica contro il referendum sostenendo che è in atto una pulizia etnica a danno delle minoranze che che non si può escludere l'invio dell'esercito nazionale per fermare Barzani
A fronte di questa crescente tensione Barzani ha recentemente stemperato la sua retorica dicendo che i referendum da solo non disegnano le frontiere che sarà comunque necessario un negoziato politico dopo
Se Bazzani avesse allentato la sua retorica sin dall'inizio adesso potrebbe tentare di far passare il referendum come puramente simbolico ma è troppo tardi
In conclusione se per un conflitto militare su larga scala sembra improbabile c'è la possibilità dello scoppio di violenze locali da parte di milizie armate
L'analisi è intitolata la dimensione etica del referendum in Kurdistan la trovate sul sito della Carnegie Endowment for International Peace il centro studi di Washington così si gode la puntata di oggi della rassegna di geopolitica dedicata al referendum per l'indipendenza del Kurdistan iracheno che si sta tenendo proprio nella giornata di oggi
Un saluto e un ringraziamento per l'ascolto da Lorenzo rende la prossima puntata dell'assegno di geopolitica mercoledì mattina alle ore sette