Presentazione del libro a cura di cheFare cultura e innovazione "La cultura in trasformazione. L'innovazione e i suoi processi" (Ed. Minimum Fax)

Intanto Benvenuti
Sì grazie qui con noi credo che possiamo iniziare la nostra presentazione conversazione su questo pubblicazione su questo di quella cultura in trasformazione intanto
Oltre che dare il benvenuto salutare tutti presenti vi dico che sarebbero dovuto essere qui con noi due classi scolastiche delle medio degli istituti medi superiori di Roma che però non son d'intervenire perché anch'io ho preso diciamo così in questi giorni che Inés primo mese scolastico non si possono come dire fare iniziative fuori dagli istituti insomma per una circolare del MIUR e quindi insomma sicuramente sarebbero stati imbevuti sarebbe anche stato molto interessante la loro presenza su questo tema
Intanto saluto ringrazia relatori che sono qui con noi oggi parto da Valeria Verdot lini
Poi salutare Alessandro bollo per tre anni San Cristian Raimondi e la mia cara collega Caterina peste fa parte come dell'ufficio di presidenza oltre che della Commissione cultura
Naturalmente il contenuto del libro verrà illustrato dai relatori meglio di me mi fa però piacere introdurre l'argomento mentre concluderà poi la collega spesse il titolo già come diretti suggerisce alcune considerazioni ce la cultura in trasformazione l'innovazione che sui processi credo che il termine cultura sia uno dei più diciamo così abusati e forse spesso diciamo così un po'retoricamente evocati non c'è nessuno per sia disponibile a dire che la cultura la difesa ma incrementata già nei investire in cultura e quindi è sempre un po'difficile come dire iniziare questo tipo di di rischio di confronti se si vuole o può sfuggire dalla retorica però sicuramente un buon metodo
Il contenuto stesso di questo libro cioè interrogarsi su che cosa e l'innovazione oggi parlando di cultura come si può fare cultura tenendo conto dell'innovazione quali sono questi processi di innovazione come e può cambiare il concetto di cultura questa riflessione e ovviamente
Legata e collegata sicuramente al rapporto tra con i fruitori della cultura prima ancora che con Lippi produttori perché il libro si pone il tema di
Chi sono oggi i produttori di cultura come si produce cultura poi chiaramente dopo
Le risposte a queste domande
Si si chiede dove si possono e come si possono reperire
Le risorse però penso che innanzitutto bisogna tener conto dei dei fruitori quali sono ormai i mezzi di comunicazione è fin troppo ovvio
Ricordare che internet e comunque in generale tutte la digitalizzazione della della comunicazione influisce moltissimo su questo non sono per le modalità coi quali ci si avvicina
O si può fruire della cultura ma anche diciamo così nei i tempi il linguaggio della della comunicazione culturale e quindi sicuramente ci sono
Molti nuovi spazi anche modalità Audi sto ho letto punto con interesse
Lanari della questione degli spazi comuni di di lavoro eccetera che creano comunque una condivisione che non è soltanto la condivisione dello spazio materiale ma appunto una una condivisione un modo diciamo di di di lavorare insieme così
Come mi è sembrata profonda interessante come dire interrogarsi su che cos'è
La figura diciamo così dell'intellettuale oggi appunto nel terzo millennio
E anche quindi non poteva che essere così anche in questo settore la precari la precarietà la precarizzazione come influisce cosa ci dà cosa ci come dire ci e cosa e cosa ci e cosa ci toglie e pensando ovviamente quindi ai fruitori ai cittadini
Vorrei sottolineare un concetto che sicuramente farà verrà trattato c'è quella della innovazione sociale per la cultura perché
Io io diciamo che riterrei prevalente tra i concetti diciamo così prioritari ex e quello della funzione sociale della della cultura insomma pensando a chi deve fluire cioè qual è la funzione nella società perché storicamente post legge se leggiamo la storia se vogliamo delle leggere la storia
Guardando cosa è stata la cultura nella storia c'è se vogliamo declinare quello che voi avete esaminato diciamo nel libro no produttori fruitori sistemi sia meno potremo leggere la storia
Guardando a questi tre questi tre soggetti no
Scopriremmo appunto
Molte molte cose ci darebbe sicuramente molti elementi siamo in una società ormai appunto
Che che molto come dire Massif
Ti di fruizione di massa ma allo stesso tempo una società che in questo annegarsi in queste trasformazioni rischia di escludere molte più persone che ci può rischia di essere un po'un ritorno al passato se mai pensiamo alla cultura in questa funzione sociale anche in una funzione emancipate riceve come diciamo da persone impegnate in politica mi piace pensare una funzione emancipazione di formazione
Dei cittadini quindi del senso di di cittadinanza
Quindi
Mi pare che logicamente collegata a questo ci siano gli altri temi che vengono trattati nel libro c'è questa facilità di fruizione i processi digitali la velocità eccetera
Per esempio influiscono sul profondità o sul tempo di riflessione del messaggio culturale perché certamente la
La velocità di per sé può essere sicuramente a un aspetto positivo o anche la la possibilità di raggiungere qualsiasi cosa ma io penso anche per esempio alla fruizione della cultura sentenziano le istituzioni museali no allora gli certamente per esempio c'è un interrogativo
Su l'allargamento gran forte che c'è che giustamente c'è un grande sforzo su questo
Però cioè la facilità al la possibilità di arrivare a tutti con un messaggio senza banalizzare il messaggio
Non è un
Ecco non è scusate la ripetizione non è una questione banale insomma se abbiamo pensare a tutti i processi di innovazione i infine prima di passare immediatamente la presentazione dei nostri relatori non prendere più spazio di quello che che mi spetta
Proprio perché la cultura in senso a tutto campo mi piace anche la la riflessione che è stata fatta che c'è sul come dire sulla questione di come si costruiscono le città quindi gli spazi così detti spazi urbani e l'innovazione dal basso che uno dei temi che lo tratta trattati
Dal da veterani sono che alla mia alla alla mia destra insomma questo cd di nuovo ci sfida
Molto ci interrogasse pensiamo e perché appunto la cultura né un concetto astratto ma la vita al di tutti i giorni su così tanto la quotidianità delle nostre città
Se pensiamo a come sono organizzate le nostre città la riflessione sulle periferie della nostra città di cosa stiamo parlando stiamo parlando esattamente esattamente di questo a queste sono quindi più che mai le sfide del terzo millennio che toccano molti argomenti non ultimo per esempio il tema dell'immigrazione dell'INPS e dell'integrazione ma non solo
Allora passo subito alla presentazione dei nostri relatori limitati nell'ordine in cui compaiono con l'invito nell'invito alla mia testa Alessandro volle che recentemente è diventato anche il direttore del polo del Novecento di Torino è quindi diventato anche mio concittadino
è il polo del Novecento sta pienamente diciamo agosto discorso da con la scommessa che ha fatto Città di Torino di concentrazione di vari istituti culturali non solo per ottimizzare le risorse ma anche in un'ottica di in TIR disciplina Rita
Appunto come dire di di di un di un elaborazione di un di una vite di un messaggio culturale che si pone esattamente sulla questione delle innovazione esperto di management di marketing della cultura ha scritto anche su questi temi
E destato responsabile della ricerca e consulenza della Fondazione Fitzcarraldo di cui anche Confort cofondatore ed infine sempre per stare a Torino insegna al Politecnico
Non più mai insegnato prete di Torino
E però c'è Torino è come dire non si può se è un must master sulla visione anche la città invece Bertamè Nissen alla mia destre mia testa e ricercatore progetta Luisa di Milano
In Stalin sino alle relazioni tra le città come prima appunto citava economia della creatività e processi di innovazione sociale si è occupato punto di quest'argomento degli spazi urbani
Cultura della Rete di innovazione dal basso
E in questo senso appunto insistito sull'intreccio tra cultura tecnologia e Società e direttore scientifico della piattaforma di innovazione culturale che fare che appunto come dire il il il il fondatore il l'organizzatore di ditte di questa pubblicazione anche del progetto che sottende che ha dato luogo come dire il percorso che ha dato poi luogo a questo scritto
E in quattro anni questo progetto ha raccolto mille ottocento progetti di innovazione sociale a base culturale ha messo in connessione centri culturali indipendenti piattaforme di finanziamento alternativo
Start-up tecnologiche che lavorano con in musei
Mentre invece alla mia sinistra Cristiana RAI nonché anche storicamente uno degli autori scrittore giornalista insegnante ha scritto numerosi libri tra cui il peso della grazia di Nautilus dodici anche l'ideologia italiana
E ancora sempre un libro che non ho letto ma che leggerò assolutamente perché il titolo mi incuriosisce che però fu la richiamo io tranquillo e operoso la la richiamo questo cominciano sicuramente da questo ed è redattore di internazionale responsabile la collo della collana saggistica Minimum Fax autore del programma di Rai Storia Riwang per RAI Educational ed infine liste sede non last Valeria verde Dini ricercatrice USA Day Milano sociologa del diritto presidente di Antigone Lombardia attivista dei diritti umani
Su su doppio zero che è un sito on line di letteratura attualità potete sicuramente leggere reportage e racconti da tante realtà diciamo così del mondo ora come vedete già nella presentazione diciamo così delle competenze dei dei relatori si può leggere già da questi profili la interdisciplinarità dei vari argomenti
Sia per quanto riguarda gli ultimi concitato le questioni riguardano il diritto e i diritti umani
Che punto anche questo molto che vedere con con la nostra cultura o con quello che la cultura può fare su questi temi
E anche penso soprattutto Christian Raimo il la questione che riguarda la comunicazione è il giornalismo insomma che si pone sicuramente da questo punto di vista come non solo come un interlocutore ma con un attore importante della della cultura al quale battuta finale che mi permetterà che se Alaimo io penso che per esempio i giornalisti fanno parte a pieno titolo della classe dirigente di questo di questo Paese quindi penso anche una responsabilità molto grande da da questo punto di vista proprio nell'era dell'innovazione forte delle dei metodi le tecnologie delle modalità di comunicazione mi fermo
Adesso davvero e do immediatamente la parola a D'Alessandro
Bollo
Beh intanto buonasera a tutti vini grazie per innanzitutto l'invito a questo incontro di oggi della presentazione del libro la cultura in trasformazione l'innovazione sui processi grazie a che fare grazie la Camera dei deputati
Rivoli riprendere subito alcune
Parole temi che l'onorevole Rossomando a anticipato ha parlato di fruitori ha parlato di cittadini in realtà nel testo che ho scritto parlavo di discutibile del del sistema culturale oggi parlavo appunto del bisogno anche di costruire nuove retoriche Riduo immaginari quindi nonché modo di fare progettazione vuole focalizzare però il mio intervento più su questo tema della della partecipazione culturale per cui tra molto spesso si usano a anche dei dei termini che realtà non sono sinonimi si parla di pubblicità cultura si parla di fruitori si parla di consumatori
Si parla di utenti si parla di produttori una mente è una galassia semantica
Differente che però mi piacerebbe qui provare a ricomporre dentro questo concetto di partecipazione culturale cioè per me partecipazione
L'insieme dei modi che consentono l'espressione di fare esperienza della cultura
Di fare cultura di entrare in relazione con la cultura cogliere il senso al proprio gira attraverso la cultura quindi questo diciamo così a a approccio ampio a Lidia di partecipazione che molto spesso invece viene interpretata in modo molto molto riduttivo volte la partecipazione sono i biglietti che uno stacca per andare al cinema piuttosto che di visite dentro un museo allora si parla molto in realtà il tema della partecipazione culturale è un tema che riguarda perlomeno dalla seconda metà del Novecento fino ci in realtà nel dibattito delle politiche culturali ma anche poi nelle pratiche del mondo culturale del sistema culturale il tema della partecipazione culturale ha avuto un'accelerazione una centralità molto forte soprattutto nell'ultimo decennio
In particolare negli ultimi anni ad esempio grazie anche alla luce riflettori che ad esempio l'Unione europea attraverso il programma Europa creativa posto su questo tema io l'ho posto innanzitutto da un punto di vista politico
Nella visione ad esempio dell'Unione Europea
Si utilizza una parola inglese che si chiama audience del bello mente sviluppo di pubblici è un diciamo così è un concetto che dal contesto terminologico non mi piace moltissimo
Perché enfatizza la parola audience in realtà oggi punto quello che su cui dobbiamo ragionare in termini di innovazione non è solo l'audience ma sono le persone come giustamente anche se richiamava all'inizio però al di là di questo diciamo così difetto vizio
Terminologico realtà all'audience de veramente oggi apre apre ha un sacco di opportunità dal punto di vista delle delle progettualità delle politiche della possibilità di sperimentare
Vecchi modelli attraverso nuovi linguaggi attraverso nuove esperienze
I motivi perché penso che non si indifferente l'Europa e l'Unione europea attraverso il progetto ero protettiva sono stati così attenti a dare centralità questo tema per una serie di motivi che qui non ho possibilità di affrontare però partendo da una constatazione anche una costruzione piuttosto amara per certi versi cioè quella che i tassi di partecipazione degli europei alle attività culturali che normalmente vengono finanziati Politi quindi teatro la musica
I musei il patrimonio le biblioteche la lettura ecco questi tutti questi elementi della partecipazione negli ultimi anni si sono ridotti l'ultima ricerca
E la ricerca di euro eurobarometro che confronta che cosa fanno gli europei che cosa ha fatto nel due mila tredici che cosa ha fatto nel due mila sette e evidentemente i risultati sono stati molto preoccupanti perché hanno tutti un segno meno
E aggiungo dentro questa lettura europea Alitalia a a un ruolo ahimè piuttosto negativo
Ovvero i tassi di partecipazione degli italiani sono mediamente più bassi rispetto tutti i tassi di partecipazione degli europei
Dico questo perché l'esempio c'è un indicatore anche si chiama indice di vitalità culturale quella specifica al momento anche fa un indice di sintesi dice quanto un Paese partecipa la cultura allora questo indicatore ha un indice che si chiama
Indici di bassa partecipazione cioè persone che in realtà non partecipano alla cultura anni in Italia questo indice del quarantanove per cento
In Svezia dell'otto per cento tanto per darvi un'idea anche della del dei rapporti allora perché dico questo dato che ovviamente poi viene ripreso dal dall'Istat
Quando dice che ancora oggi nel due mila diciassette la pratica culturale rimane strettamente connessa con le caratteristiche individuali di appartenenza sociale cioè sembra un muro ragionamento visto negli anni sessanta settanta ma ritorna ancora oggi
In cui le differenze di appartenenza sociale non con un impatto molto forte sui modi di usare interpretare e abilitare di comportamenti attraverso la cultura nonostante il digitale nonostante queste enormi possibilità di ampliamento
Dell'Offerta e quindi si crea di questo mi aspetto che vorrei evidenziare o permangono per lo meno delle diseguaglianze nelle opportunità di accesso e nella capacità di esercizio culturale fra i gruppi all'interno indeterminato Società questo l'aspetto che poi vorrei riprendere allora mi pare che questo dato stride un po'no con un'immagine invece con una retorica anche dell'Italia che invece viene sempre presentata come il Paese
In cui ci sono il maggior numero di siti UNESCO museo a cielo aperto la più grande dotazione culturale allora
Come possiamo leggere un Paese e come possiamo leggere diciamo così questo confronto tra un Paese che ha moltissime infrastruttura culturale
Ma bassa partecipazione
E come se avessimo una Rover morto potente su cui però abbiamo cariche caricato di sorta un po'vecchi un po'opzioni etiche non consentono punto a questo hardware di sviluppare tutto il suo potenziale qui il tema è secondo me quali sono le implicazioni che cosa si perde da questa situazione
Io penso che di nuovo ci siano diversi elementi dentro dentro questa contraddizione
Direi che per poter interpretare partirei da un'altra vettura ulteriore che anche un'altra se volete figura retorica della cultura oggi in che tutto sommato per una figura retorica o un'immagine retorica
Che ha una sua diciamo così che promette delle possibilità anche molto legata all'innovazione cioè considerare la cultura siccome un settore e quindi il settore che produce valore c'è una ricerca di singola che dice che il quattro e mezzo del valore aggiunto culturale del del del settore culturale
Pesa sul sull'economia
Che se consideriamo anche settori indotti il valore aggiunto della cultura pari al quattordici per cento quindi caspita stiamo parlando di un settore cultura e creativo che ha un rilievo che deve essere sostenuto dalle policy e che produce lavoro che produce competenze
Ma è altrettanto vero che la cultura oltre che essere un settore e anche un enzima
Un fattore in grado di Crocco di catalizzare di processi
Di coesione e di competitività
E di sviluppo allora perché dico questo perché molti molto spesso e quindi nuovo vengo all'innovazione si fanno studi si fanno ricerche si fanno dibattiti che mettono in relazione ad esempio la partecipazione culturale con il capitale creativo i Paesi che hanno una forte partecipazione culturali sono anche i Paesi che hanno maggiore capacità innovazione non solo culturali innovazione tout-court
I Paesi e che hanno delle forti tassi di partecipazione sono i Paesi veemente che hanno anche delle possibilità di sviluppare delle politiche di integrazione di coesione sociale qui ci sono delle relazioni significative molto forti
Ci sono studi ed esempio che mettono in relazione la partecipazione culturale con il benessere percepito dei cittadini o addirittura che mettono in relazione la partecipazione culturale con la salute cioè ci sono studi che dimostrano che è una esposizione e una pratica continua della cultura la musica il teatro la visita ad esempio combattere ma del piede rigenerative
Nella nella fascia avanzata con degli impatti su guai frequentemente molto importanti
Ma allora qual è il punto il punto è che se questa non è solo una diciamo così posizione retorica ma può essere un punto di policy cioè il fatto che ci sia una correlazione positiva tra la porta citazione culturale e lo sviluppo sociale ed economico
Questa questo assunto si porta dietro un corollario cioè se ne vogliamo che questo avvenga e produca degli effetti che sono i qui perduranti duraturi dobbiamo il più possibile ampliare la base sociale
Se dobbiamo fare in modo che il più possibile di persone partecipino a questi processi per evitare proprio che si crei neo al contrario invece ancora di più del divo divaricazioni tra cittadini seria
Che sono padroni di queste potenziali opportunità anche hanno gli strumenti che sanno utilizzare i codici che dispongono di un contesto interpretativo è una società di serie B periferici che perde
Non solo la capacità di partecipare ma perde l'istinto partecipativo tout-court se viene esclusa da questi processi ma penso che questo sia un tema di politica culturale che mette la fruizione e la partecipazione al centro e quindi qui il grande tema eccome ampliare la base sociale della cultura e quindi come sviluppare nei processi di innovazione
Che devono riguarda principalmente dei nostri istituzioni culturali il sistema di mediazione che siano pensate per avvicinare per coinvolgere di pubblici nuovi i giovani lavorare con una maggiore integrazione con le scuole in quell'attività educativa su questo non ho tempo ma ugualmente ci sarebbero molte
Molte molte riflessioni che possono essere messe sul campo la nuova cittadinanza proprio propriamente costruire queste queste queste fertilizzazione mi positive e chiaro che però di nuovo se vogliamo
Cambiare il pubblico
Dobbiamo per
Cambiare innanzitutto negli stessi panni stesi intendo anche le istituzioni culturali e quindi ragionare su delle forme di innovazione Cadena a che fare con i linguaggi con i modelli di coinvolgimento e che prendano consapevolezza che anche la partecipazione culturale cambia
Cioè rispetto anche dieci venti trenta anni fa la partecipazione culturale c'è il modo con cui le persone si relaziona la cultura e molto più complesse molto più stratificato non c'è più sul consumo una fruizione passiva come unica dominante del rapporto con la cultura cioè il fatto che pensare che uno vada al cinema con lo vado a teatro con uno del museo e chiaro quella lagrima noti Missione permanente e importante ma oggi ci sono nuove modalità addirittura si parla di
Confusione o di sovrapposizione tra produzione e consumo repressione vogliono produrre non solo consumare
Le persone vogliono essere partecipi vogliono essere protagoniste Bonino poter dire la loro voglie loco partecipare ai processi di generazioni senso che la cultura consente o potrebbe consentire quindi anche le organizzazioni culturali devono essere capaci di portare dentro questo tipo di domanda questo tipo di istanza
Questo per venire al tema con l'innovazione secondo me apre delle grandi porte unitarie se io vedo che il tema della partecipazione il tema dell'apertura di nuovi pubblici il tema della ricerca di nuovi linguaggi anche utilizzando il digitale perché è chiaro che il digitale qui diventa una grande una grande opportunità
Sta aprendo spazi innovazione nuove realtà nuovi soggetti dentro e fuori il mondo culturale che stanno lavorando start-up ma non solo realtà associazioni gruppi di cittadini che stanno in qualche modo facendo emergere questa voglia di protagonismo questa voglia di intervento queste intrapresa
Faccio due esempi proprio due due esempi che in qualche modo
Tengono assieme l'elemento dell'innovazione ma con il bisogno anche di legarlo può ed i fattori di innovazione sociale
Perché è chiaro che novazione cultura innovazione sociale hanno dei forti elementi di sovrapposizione uno che potrebbe sembrare quasi un accostamento per certi versi provocatorio è un videogioco
Che è stato realizzato alcuni mesi fa dal Museo Archeologico di Napoli in quindi parliamo nel museo statale che Rizzato questo videogioco che si chiama Father and Son padre e figlio
è un videogioco che questo mese ha avuto un milione di download su ai chiude cioè è stato un bestseller quanto altri prodotti che vuol dire con milioni di persone hanno utilizzato quell'espediente comunicativo che in realtà è una narrazione che attraverso la storia di un figlio che ricerca il padre consente alla alle al giocatore di entrare nel museo e in quel percorso di ricerche in realtà scoprire dei contenuti ha avuto un impatto dal punto di vista della capacità di ampliare un tipo di di pubblico che altrimenti Musio con i metodi ordinari non l'avrebbe fatto
L'altro esempio che faccio mi sposto ad esempio nell'ambito della lettura e il progetto Twitter natura che è un progetto in cui
Attraverso la meccanica di Twitter sì stimano i ragazzi si stimano le scuole si stimano gli insegnanti ad esempio nel caso di promessi sposi a rileggere I promessi sposi che come sappiamo voglio dire il classico
Romanzo che alle superiori normalmente di insegnare ovviare ebbene I promessi sposi attraverso tiratura in realtà è stato letto è stato rimesso dentro questo processo di le sementi Izzo azioni di gioco e cinquecento classi all'anno hanno prodotto dei contenuti a partire da quelle strane potrei fare altri ma per dire come oggi
L'innovazione sui linguaggi se fatta bene e quando parlo di digitale non penso per capirci di aprire una pagina Facebook sul sito cioè non è quella la soluzione cultura la soluzione che il digitale pervenire anche le indicazioni prima può aprire la possibilità di dare leader e voce di danaro aziende delle profondità di riflessione dei contenuti c'è il digitale ha senso se si attacca dei contenuti io sono direi direttore di una di una struttura che si chiama Polo del Novecento che ha come focus quello appunto di riprendere i grandi temi del Novecento il lavoro le migrazioni l'emancipazione i diritti la democrazia la resistenza e di tradurli in un dispositivo di interpretazione del presente cioè di fare risuonare quelle domande dell'oggi
E quindi chiaro che tutto quello che mi aiuta che si è la tecnologia che siano le comunità che sia la partecipazione diventa la possibilità di rimettere in circolo questo aspetto
Allora e qui concludo aperto finito il mio tempo questo vuol dire innovazione su fronti diversi il sistema culturali le organizzazioni devono appunto pensare nuovi linguaggi nuovi formati avere un in Partia è un coinvolgimento diverso rispetto a questa nuova società che devono andare a riconquistare io parli proprio di un patto sociale che il mondo culturale deve ricostituire con la società non può farlo da solo
C'è bisogno di politica cioè ci si c'è bisogno di politiche che sostengano
Le gli sforzi di intraprese divisi nei singoli altrimenti revisioni singoli rimarranno degli sforzi meccanici eroici ma che produrranno pochissimi infatti la politica lo può fare ovviamente su fronti diversi
Creando dei contesti che abilitino
Stimolando questo tipo di innovazione favorendo dei comportamenti che sono dei comportamenti appunto che tocchino questi temi la partecipazione attiva il coinvolgimento la premi Lampre l'ampliamento della base sociale
E quindi magari sta morendo altri tipi
Di comportamenti e soprattutto considerando che questi sono dei processi che richiedono tempo di nuovo il tempo è un fattore non di progettazione ma fattore politico cioè se vogliamo coinvolge le persone
Quello è un atti quella un'attività che richiede anni
Non non ce la si cava in profitti in pochi giorni e quindi quindi viene un tema che i Progetti i finanziamenti invece non degli archi temporali molto con un respiro molto corto quindi capire come si possono costruire delle politiche
Che si sorrisino cattoliche proteggano i processi che molto spesso sono fragili e però non producono gli effetti nel tempo e l'ultima parola apprendimento
Non solo il pubblico bisogna prendere ma tutti noi come sistema abbiamo bisogna imparare
Perché è un mondo nuovo nel quale ci muoviamo che siano le politiche che siano istituzioni che siano organizzazioni che se non le persone questa nostra grande sfida ma di nuovo se non lo fa l'Italia chi lo può fare oggi grazie
Grazie
Credo che la conclusione del del suo intervento abbia sottolineato un altro aspetto c'è anche nel terzo millennio c'è un un accesso atto per tutti apparente
Perché mi sono appuntata che i ha parlato giustamente di partecipazione attiva questo il tema dei temi perché accedere è un accesso diciamo generalizzato ma la partecipazione attiva esattamente un'altra cosa che non può che essere costruita cioè non non è come dire una cosa che spontaneamente accedendo ecco do subito la parola Beta Nissen come vi dicevo direttore scientifico di che fare io mi sono appuntata queste queste parole relazioni tra le città economia della creatività
Potrebbe sembrare un ossimoro ma ci spiega che invece il come può non esserlo e processi di innovazione sociale correlati agli spazi urbani
Subito la palla molisane sì grazie mille per non è tanto grazie a tutti per essere qua la cosa buffa è che il libro in realtà compie un anno credo questa settimana se non ricordo male la prima presentazione pubblica sarà fatta il sei ottobre del due mila si dice a Milano nel frattempo ne abbiamo fatte quindici sedici in tutt'Italia letteralmente tutt'Italia nel senso che abbiamo girato quasi tutte le regioni
E la cosa interessante credo è che lo dico sempre provocatoriamente ma credo sia la cosa più importante e che il libro mi sembra ancora più incompiuto di prima cosa vuol dire vuol dire che a libro siamo arrivati dopo
Diversi anni di lavoro con che fare innanzitutto e soprattutto col bando per progetti novazione culturale abbiamo issato il due mila dodici con un bando che metteva a disposizione cento mila euro per progetti
Appunto di trasformazione culturale intesa nel senso più ampio possibile
Abbiamo fatto tre edizioni quindi le prime due cento mila nella terza invece centocinquanta mila divise per tre progetti
La cosa interessante e che in questi Inc negli anni dei bandi ci sono arrivati oltre mila ottocento progetti da tutt'Italia
Nella fase di votazione on line perché per me è una parte molto importante per misurare la capacità delle progettualità di coinvolgere appunto in modo attivo
I propri pubblici di riferimento perché votare erano cosa piuttosto noiosa ci volevano cinque dieci minuti che per i appunto i tempi di fruizione normali di internet son tantissimi se non bastava dare laica ma bisognava far consiste avanti indietro con delle mail centottanta mila votanti sono un numero enorme che però in realtà ci dice una cosa molto interessante cioè che le nuove realtà dal basso noi tendiamo a chiamarle dal basso quindi diciamo sono quelle che non stanno ormai mente dentro Hirai varrà del industrie culturali tradizionali in realtà hanno una capacità spaventosa
Di mobilitare i propri pronti pubblici di riferimento mobilità dei su cosa
Stavo cercando sostanzialmente progetti che fossero intanto in grado di riflettere in modo nuovo e di praticare in modo nuovo una sostenibilità economica delle pratiche culturale il che non vuol dire assolutamente stare in piedi da soli perché da questo punto di vista il finanziamento pubblico e ovviamente ineludibile ma che fossero in grado in qualche modo di in grado di essere virtuosi
E questo è il pezzo fondamentale che fosse in grado di attivare delle comunità di riferimento quindi pubblici pubblici attivi prossimo numero quindi produttore e consumatore lo stesso tempo
E di coinvolgerli nella propria dita appunto di organi di lavoro sulle forme simboliche
In questo abbiamo trovato progetti progetti più diversi molte delle cose che ovviamente Adamo appare intorno al due mila dodici son diventate in qualche modo delle tendenze molto concrete oggi della vita non solo delle pratiche culturali ma più in generale tutte le formative di cittadinanza ad esempio l'abbiamo ricevuto tantissimi progetti di piattaforme di finanziamento alternativo chiaramente per progetti culturali quindi tutto il mondo e crauti funding e di delle nuove forme di azionariato popolare in qualche modo per la cultura
Tutte le pratiche che cerca un di riflettere su la sharing economy o meglio su l'economia della collaborazione in modo a volte anche diciamo contraddittorio al suo interno
Nuove forme di mutualismo quindi nuove organizzazioni dal basso che cercavo di sopperire ai processi precarizzazione dei lavori della cultura costruendo economie parallele o che comunque in qualche modo si integrano con l'economia ufficiale
Tutti i mondi della manifattura quattro punto zero che ultimamente è diventata una cosa diciamo di cui si discute anche più nel dibattito ministeri ma quindi il mondo dei Fab la De Michiel Space della stampa tre D eccetera eccetera eccetera
Sul punto fondamentale è stato quello dei centri culturali indipendenti quindi dei nuovi centri culturali che in qualche modo o hanno cambiato completamente la vita di forme organizzazioni preesistenti oppure che sono poco nati ex novo e qui c'è un range enorme che va da una serie di spazi che hanno cercato direttamente
Una anche una conflittualità più diretta quindi tutto il mondo dell'occupazione culturali che riguarda i teatri occupati che è iniziato più o meno
Cinque sei anni fa fino invece a cose completamente diverse quindi nuove organizzazioni che cercano ad esempio di mettere in piedi forme di mutualismo nuove cooperative
Diciamo di cambiare il rapporto possibile tra spazi fisici territorio né quella cultura si pratica e pratica culturale
Chiaramente tutto il mondo nuove forme di coinvolgimento che è fondamentale due esempi che ha fatto De Sole Sandro bollo sono riconosciamo anche molto bene tra l'altro perché diciamo sono stati di cinema riflessione di questi di questi anni ma le cose stanno proliferando ad affianco a questi sono ad esempio tentativi o anzi pratico ormai consolidate di fare ad esempio attività teatrale attività cinematografica attività di concerti fuori dagli spazi normalmente deputati per cui farla su né nei condomini sui ballatoi portarla nei parchi a portarla nei bar eccetera eccetera eccetera questo vuol dire sostanzialmente cercare di rompere diciamo i confini tradizionali
Tra pratiche culturali consolidate e luoghi tradizionalmente reputati alla funzione
In un'ottica di rimescolamento complessivo delle carte
In tutti questi anni appunto poi dopo il bando abbiamo iniziato a fare cose anche molto diversa grazie ad occuparci anche di progetti direttamente sui territori abbiamo iniziato
A fare ricerca quindi finanziando anche delle Borse ricerca che indagavano esattamente questo tipo di di attività e soprattutto ci siamo resi conto come dicevo prima di quanto il libro fosse inevitabilmente incompiuto cioè sostanzialmente di quanto se dovessimo rimetterci oggi a ripensarlo riprogettato e riscriverlo chiedere altri contributi gli Autori chiaramente sarebbe già tutto nuovo e tutto diverso ma perché dichiarano e sulla cultura in trasformazione vuol dire sostanzialmente personale sulle linee anche di frattura sue e che sono anche linee di possibilità chiaramente
Di come i mondi della cultura si o producono e si riproducono nella vita italiana perché quello che di fatto abbiamo provato che gli autori hanno provato a indagare in questo libro e sostanzialmente proprio questo cioè quali sono le fatture intese in termini di conflittualità ma anche di possibilità di potenzialità e trasformazione
Che abbiamo davanti perché chiaramente ragione di cultura oggi su questo sono molto d'accordo non vuol dire esclusivamente rivolgersi a l'industria culturale intese in senso tradizionale ma vuol dire sostanzialmente ragionare su quali sono le nuove figure professionali che sono in giro per l'Italia qual è quindi il nuovo ruolo delle istituzioni sia di quelle tradizionali che hanno bisogno di aggiornarsi sia forse ancora a maggior ragione di quelle che stanno nascendo adesso qual è quindi la constituency in qualche modo di queste nuove istituzione cosa viene messa in discussione anche all'interno di queste linee trasformazioni quali sono le nuove pratiche culturali che in gran parte sono
Radicalmente anche diverse rispetto a quello che succedeva solo dieci o quindici anni fa quali sono i nuovi diritti che chiedono queste nuove pratiche culturali e quindi forse in ultima istanza quali sono le nuove pratiche di cittadinanza sostanzialmente che la trasformazione culturale
Porta con sé esattamente nell'ottica dell'emancipazione che poi credo che è una parola che in qualche modo forse in quanto tale non c'è nemmeno la volta nel libro ma è allo stesso tempo il una delle delle pietre miliari tutto lavora abbiamo fatto in questi anni perché ragiona sulle forme cittadinanza vuol dire sostanzialmente ragionare su quelli che sono due degli aspetti principali
Della vita culturale e quindi anche della trasformazione culturale quindi da un lato ragionare su quelle che sono le forme di coesione quindi come e se e quando la cultura può essere uno strumento per sviluppare nuove forme di coesione sociale sui territori nelle periferie ma non necessariamente anche diciamo sia nell'on line che nello Fly me perché cioè credo ormai i tempi siano maturi per poter considerare anche i mondi on line come dei territori veri e propri
Però allo stesso tempo anche considerare la cultura come lo strumento possibile per nuove forme di conflittualità quindi non esclusivamente necessariamente qualcosa che serve a farci sentire necessariamente tutti più buoni ma anche qualcosa che serve anche dire ok queste cose proprio assolutamente non vanno e questi due aspetti in qualche modo dobbiamo essere in grado di portarli avanti di tenerle sempre presente continuazione questo è sempre uno degli elementi più difficili
Nonostante questo tutto sommato quando le pensavo la cultura del novecento cioè tutte le cose che per noi sono sta tutti credo per quasi tutti quelli in questa stanza state significative la cultura del novecento dal punto di vista musicale cinematografico della letteratura
O dalla pittura veramente molte poche cose l'alterno pacificamente non piuttosto cose che realtà ti mettevano in discussione in un modo o nell'altro
Quindi io direi che in qualche modo questa anche la cosa interessante
E qui poi passo la parola credo gli elementi divertenti sono di qua abbiamo un po'per scelta un po'per caso un po'l'alfa e l'omega del libro nel senso che il libro si apre con in contributo di Christian Raimo e si chiude con un contributo di Alessandro bollo i contributi di Serraino eletta la prima volta che l'ho letto a metà ho detto ma veramente stiamo stiamo pubblicando festa cosa perché la prima parte anche piuttosto forte c'è questa scena che ormai diventata abbastanza
Famosa quindi di una di una di un un incontro di scrittori dove un certo diciotto scrittori trenta-quarantenni dove tutti a un certo punto tirano fuori
Dico farmaci che si portano dietro perché la vita precaria lista li sta smontando poi realtà la il PPI capito le volte su una serie di altri pezzi tre
Necessarie con e complementare quindi sul valore poi della dell'istruzione ed è di istruzione pubblica come strumento di di coesione sociale e dall'altra parte appunto il il capitolo delle Sandro bollo col quale si conclude che è Direi il capitolo del del delle prospettive di coinvolgimento e di sviluppo possibile cosa tra l'altro quando arrivato apprezzato molto perché c'era cosa confrontati
Per diversi anni su questi temi però a parte il il fatto di usare la figura retorica estraete poi tiene quella dei Dragoni
Che che si liberano nel cielo e che in qualche modo libero allergie credo che abbia avuto il merito di prendere un tema che di solito viene trattato in un modo abbastanza tecnico scientifico quindi quello del coinvolgimento del pubblico ed invece renderlo accessibile un pubblico completamente diverso quindi intanto ringrazio gli autori che son qua grazie
Adesso se lo Stato preceduto da questa diciamo sarà oltre un terzo del suo capitano cedo volentieri la parola Christian Raimo
Grazie Bertrand grazie a a chi mi ha invitato qui e qui sono contento che insomma i libri abbiano non soltanto una una permanenza in libreria ovviamente ma abbiano anche una permanenza discussione Sanzo che poi
è un libro che ha tanti tenne a tanti centri e di fatto era anche un modo per provare a creare un precipitato di quella che l'esperienza di che fare che giustamente è stata ricordate è un'esperienza luminosa
Mille ottocento
Progetti vogliono dire appunto probabilmente dieci mila persone perché dietro ogni progetto diciamo ogni volta un piccolo gruppo un piccolo grande gruppo di persone provenienti veramente di tutt'Italia che si mette lì e passa evidentemente dei mezzi per costruire ma nella maniera più intelligente efficace possibile
Un Progetto
Che magari riuscirà ad ottenere quel finanziamento quel premio di che fare o comunque est ha avuto il
Quel tempo per maturare che quindi magari a un certo punto troverà una
Una un approdo da un'altra parte con un'altra magari con un'istituzione pubblica o si trasformerà in qualche altra cosa B
Effettivamente se noi ma passivo quei mille ottocento progetti e provasse a immaginare un'Italia a misura di quei mille ottocento progetti sarebbe veramente un Paese decisamente migliore e io dico poche cose diciamo che a corredo di di di questo libro insomma che che appunto giustamente un libro molto plastico molto aperto come è un po'il anche l'habitus diciamo che che che che fare si è dato e che il gruppo che gira intorno a che fare si è dato
Dico due cose rispetto alla questione della cultura e i punto vuol dire tutto e niente porte si parla di cultura si parla di di di là di dei vari definizioni antropologia culturale in Sociologia dalla cultura eccetera eccetera
Per me
Come dire riflettevo su questa questione
Diciamo che nella società della conoscenza molte delle pratiche culturali sono state sostituite possono essere sostituite da dispositivi tecnologici
Appunto Rispetto a la questione di per esempio creare un indice su un un libro un indice dei nomi sul libro oggi presepi sono dei software che lo sanno fare abbastanza bene
Rispetto alla questione di trovare un creare dei dei sistemi di di lessicografia cedere cioè sono dei sotto orfano abbastanza bene i soldi sotto sempre più ludiche per esempio fanno abbastanza bene delle traduzioni
Google translate
Sempre più efficace qualche anno fa facevano ridere i prodotti di gol con translate oggi soprattutto in alcune lingue presente si traduce delle cose dell'italiano dall'inglese all'italiano trovate come dire una roba che
Ci sono magari gli errori mi ma insomma non non probabilmente ci sono esseri umani con anche delle buone qualifiche l'inglese che saprebbero tradurre peggio allora mi dico che mi facevo la domanda su quali diciamo di pratiche culturali a un certo punto sparirà cioè nel senso che non so solo Technology disabili non sono riducibili a un dispositivo tecnologico
Ce ne sono alcune che per esempio sono contento che come dire fanno parte della dell'educazione a scuola il riassunto presente molto difficile fare un buon riassunto
Ma dice difesa di fatto appunto magari
Si troverà un dispositivo che fa dei buoni riassunti
E la mano così quindi dicevo a un certo punto l'intera area delle pratiche culturali
Umane potrebbe essere sostituita da buoni dispositivi è veramente come dire che sono il frutto di anni di ricerca
Che cos'è che quindi resta fuori dall'aspetto culturale e che quindi io a un certo punto provavo a
Individuare rispetto alla questione culturale sicuramente il conflitto
Il conflitto rispetto all'esistente cioè nel senso che se anche noi potessimo pensare una capacità del
Tecnologia di prendere e tutte le pratiche culturale trovare delle se positivi di dispositivi di applicazioni dei gruppi di ricerca che riescono attraverso la tecnologia
A fare nel modo più raffinato il migliore quello che che è stato invece una grande casa tradizione culturale
Le traduzioni le edizioni la stampa
Appunto il anche parte dell'educazione effettivamente eccetera eccetera quello che rimane ovviamente la metà riflessioni su questi aspetti culturali e per me
Questa meta riflessione riguarda il conflitto cioè che cosa ci facciamo con tutto questo che cosa ci facciamo con la società che la del nel della conoscenza evidentemente dobbiamo pensare che quella
Roba lì può produrre del conflitto
La seconda questione riguarda per me invece l'aspetto
Di quello che che si potrebbe chiamare Loewe sculture
Provando a vedere come dire
Il genitivo soggettivo e oggettivo di questa parola oggi si parla tanto di Hugh sculture rispetto appunto alla questione del dello Iuss io mi focalizzerei Babu su invece l'aspetto delle culture la culture ossia il diritto alla cultura più il diritto dato dall'aspetto culturale
Che evidentemente ha una componente politica in sede
Ed è un diritto poco rivendicato
è un diritto su cui poco si insiste l'accesso alla conoscenza di fatto non si fanno delle battaglie molto importanti su altri temi ma l'accesso alla conoscenza
è una battaglia che pochi poche forze politiche si interessano ed è una battaglia che evidentemente come dire
Confligge politicamente quindi diciamo che è una battaglia di sinistra per me con l'altro grande ideologia che invece appartiene le destre che fondamentalmente la questione e l'ideologia dell'identità quindi non abbiamo oggi due grandi ideologie insomma ha senso parlare ancora di destra e sinistra come si stanno riproponendo forse sì forse no per alcuni sì e per alcuni no per me un po'assenso se parliamo di da una parte di identità come parola chiave delle destre e parliamo di accesso alla conoscenza come parola chiave delle sinistre cosa voglio dire in questo senso qui dico che voglio dire che e faccio metto anche qui un po'di dati
Per me c'è un problema fondamentali cioè per me se c'è un problema fondamentale in Italia una priorità politica in Italia e qui appunto sono esplicitamente politico
La questione
Del
Dell'accesso la conoscenza dell'uguaglianza delle opportunità che si hanno a scuola
Per mi sono due dati che sono due dati allarmanti sono due dati gravi sono i peggiori dati che si possono come dire dare quando si parla di politica estera il quattordici virgola sette per cento
Dispersione scolastica quindi persone che non non fanno non arrivano all'obbligo formativo queste quattordici virgola sette per cento stanco lo zero virgola ottantotto che non arriva al
Al alla terza media diciamo che ci sono anche dei tassi Gravine la gravità
Con come dire percentuali molto diverse da regione a regione Sicilia e Sardegna una percentuale del venticinque per cento con dei tassi molto diversi tra aree della stessa città l'Alessandrino a Roma arriva al ventisei per cento
Questo da questo dato io lo metto vicino a il venticinque virgola sette per cento che è il dato dei cosiddetti netta dai diciotto e ventinove anni notte eventualmente education or training quindi un quarto e passa della popolazione italiana
Non fa formazione non ama l'università non e non e non
E non è il non lavora
Nella nella fascia dei diciotto ventinove anni
Mi sembra abbastanza come dire
Palmare che con il quattordici virgola sette per cento
è assai probabile che finisca in quel ventinove in quel venticinque virgola sette per cento
Molto chiaro che chi non riesce ad avere nemmeno un successo formativo poi e difficile che abbia un successo di una formazione di alto di secondo grado di alto livello che riesca a trovare lavoro facilmente
Ora in tutto questo quindi i discorsi che ne facciamo sulla cultura
Sono discorsi in qualche modo
Di chi cerca di tamponare con strumenti meravigliosi intelligentissimo i grandi sforzi
Quella che è una falla abnorme che in qualche modo viene creata da elementi strutturali
Ossia io arrivo a dire che ci sono delle problematiche come giustamente alla fine del suo intervento le Sandro bollo diceva va tutto questo correlato a quello che noi facciamo con le politiche dell'educazione perché se è inutile che come dire le mettiamo diversamente insieme tutto questo come dire chiaro diciamo nel libro e e e per tutte le persone che hanno partecipato ma
Per me in qualche modo bisogna vedere che cos'è che produce questa fa le norme perché sennò noi continua a mettere delle pezze
Ma dall'altra parte non ci occupiamo della delle ragioni di questa falla e quindi il lavoro che facciamo è un lavoro che da una parte i improbo e dall'altra parte da un certo punto di vista forse c'è alcuna forma di alle volte penso autosfruttamento o auto
Cioè nel senso io mi occupo di questioni ma da tanto tempo mi occupo di questioni che riguardano fondamentalmente il giornalismo culturale l'editoria
La Milito le varie forme di militanza questo libro di fatto una forma di militanza in un modo o nell'altro e che fare nonostante appunto è una forma di militanza il modo in cui abbiamo
Ripensato la militanza probabilmente politica intellettuale e culturale
Dido scusate
Due minuti ancora
Ma non abbiamo presente le ragioni per ragioni fondamentalmente il per cui la scuola pubblica crea queste grandi disuguaglianze sono diverse
E che però bisogna metterci mano diciamo che la questione fondamentale per me par puntano possiamo parlare in maniera molto più diffusa è che la scuola pubblica seleziona invece di recuperare studenti questa è quello come dire parli posso dire dati alla mano i posso dire da dove vieni posso dire come dire quali sono i dispositivi con cui la scuola pubblica crea disuguaglianze e selezione invece di di recuperare creare uguaglianze però diciamo questo magari a
Poi possiamo fare un lungo un un un lunghissimo discorso su questa cosa
L'evidenza che quindi noi in qualche modo ci occupiamo delle ragioni ma ci occupiamo alle volte semplicemente i tamponare dei sintomi è per esempio nella con il mediocre risultato che i due bonus docenti e studenti
Hanno
Mostrato
Diciamo qui i conti dell'ultima corte dei delle degli ultimi
Dell'ultima risulta la Corte dei conti poco fa
Il l'ottanta per cento degli insegnanti è fluido del bonus cioè l'ottanta per cento del del fondo del bollo siano circa settecentoventiquattro milioni è stato fluido agli insegnanti perché
Quel venti per cento no
Intanto il venti per cento in meno per quindici e il venti per cento
E che non non è stato speso da i cinquecento euro si debbono debbono insegnanti soltanto il sessantuno per cento diede il bollo sui diciottenni e tanto il trentanove per cento in meno Del Bono si diciottenni
Di quelle dei bonus dei gli insegnanti soltanto il quindici per cento è andato in libri
Perché
Questa percentuale
I libri
E perché c'è un
Misunderstanding qui sono due grandi misunderstanding
Che sulla cultura bisogna fare promozione della cultura e non educazione
Che
Su rispetto appunto alle ultime riforme bisogna cercare di lavorare sulle soft skill e non sulle Arts chissà cioè sulle competenze non sulle conoscenze
Io per fortuna come dire tutto ciò che trovano la pratica in classe sempre mi dice il contrario oggi me studenti mi dicevano
Come sempre vediamo più questo e non quello e questo è conoscenze nozioni dati strumenti eccetera eccetera e non capacità di adattare queste conoscenze che mancava un mondo che non si sa bene quale sia
I
C'abbiamo questi questi strumenti sì ce l'abbiamo a me mi sembra assurdo che a un certo punto in Italia sono stati prodotti dei grandi dispositivi di emancipazione
E questi strumenti non vengono utilizzati
Le tesi del G scelte cioè le tesi del gruppo che ha pensato come l'educazione linguistica fosse fondamentale
Per l'emancipazione ed pensato come dire una grande pratica politica sul sull'educazione linguistica sono oggi non soltanto come dire
Un una specie di reliquia
Che i alcuni dottorandi ti esisti si vanno a riprendere ma sono come dire completamente dimenticati da un punto di vista dell'attuazione politica
L'elisir educazione linguistica sono del settantacinque fanno quarantadue anni
Tutta questa roba che noi oggi diciamo
Come dire tamponiamo anche qui lì c'era comunque grande programma politico da attuare anno per anno da monitorare anno per anno
Per far sì che questi dati siano differenti altrimenti se non facciamo secco sia differenti il disco i grandi discorsi facciamo solo discorsi secondo me laterali
Che ovviamente ci fanno stare per fortuna dalla parte dei salvati
Però a me comunque interessa di somme e credo che tutti qui interazioni sommersi
Molte parola evocativa quest'ultima sicuramente va anche il termine conflitto è tornato più volte diciamo nella discussione di oggi e quindi questo mi consente di passare la parola all'ultima seri relatori appunto a Valeria verdura vini sociologa del diritto e presidente di Antigone di tutti stanno appunto le cose quindi parliamo sì di Lombardia certa di parliamo di di carcere quindi stamani una realtà complessa in cui si discute si ridiscute seppur con fatica fatica monito ENI diritti umani quindi insomma
Conflitto cultura diritti cittadinanza credo che gli argomenti non manchino ai la parola grazie
Grazie per l'invito
Io son qui anche in veste come socia fondatrice se ne avvertiva Bertram infermità a fare nella riunione in cui abbiamo dato la vita per l'associazione la parola conflitto e
Era una delle parole che le correvano di più anzi era una delle
Delle funzioni che avevamo immaginato per l'associazione trovare dei canale degli strumenti
Perché conflitto che vedevamo sempre più sottotraccia trovasse uno spazio e una forma per essere quanto meno ha raccontato a Sinope affrontato il mio intervento cercherò di essere molto breve non si sente
Come se
Cercherò di essere molto breve
Quello che ho cercato di fare proprio perché si tratta di un libro dimetta cultura che riflette su e si domanda su cosa sia la cultura oggi
Provare a invertire il titolo era già nelle sue trasformazioni sociale come anni influenzato la cultura in parte il tema è già stato affrontato del relatore che mi hanno preceduto ma
Ci sono due piccoli aspetti che vorrei segnalare per telefono un piccolo aneddoto
è un testo che ho trovato qualche mese fa sul Corriere Dacia Maraini racconta di un viaggio fatto nel mille novecentosessantanove in Uganda in questo gruppo che si componeva di lei Alberto Moravia Ninetto Davoli e Pier Paolo Pasolini stavano cercando
Non solo i protagonisti dell'Orestea che Pasolini voleva girare ma soprattutto il viaggio sarà prolungato moltissimo perché cercavano un bel fumo azzurro
Che doveva avvertire da lontano dell'arrivo di Agamennone questo fuma vedere caratteristiche dovrà essere poetico dove estrattore in evanescente ma anche precise gonfio e pronto a parlare il linguaggio dei segni
Queste sono un un frammento che si colloca
In quella che ne potremmo definire in un certo senso la memoria collettiva della costruzione culturale del nostro Paese
Quel modello di come la cultura noi andiamo definirla attraverso un passato prossimo difficilmente si parla da culture presenti difficilmente si danno etichette al presidente che possano vantare la dimensione culturale allo stesso tempo però le trasformazioni che vengono ci permettono e ci richiedono di ragionare sulla cultura come dispositivo del presente abbiam parlato all'emancipazione abbiam parlato e cittadinanza abbiam parlato delle urgenze di periferia di fratture beh tutto questo contesto ci chiede
Di ragionare di cultura come dispositivo il presidente ma nel farlo
Mi piacerebbe suggerire e domandare anche incinta lo cultori
In che modo trovare è un equilibrio perché da una parte assistiamo ad una richiesta della cultura che andrà a sostituire un ruolo che per lungo tempo è stato sempre quello deputato alla politica a cultura diventa quindi corpo intermedio va o te tenta di andare a recuperare quelle fratture a costruire quella linea dell'esclusione che negli ultimi tempi abbiamo visto sempre più marcata
Dall'altra parte però
C'è a un un lamento
Sì definì in varie forme ossia nel momento in cui la cultura perde un rapporto con la dimensione di classe sedici collettiva se non esistano più come forme di aggregazione sociale quindi non è più una cultura che fa critica una cultura che racconta un gruppo sociale diventa difficile trovarla prospettiva la dimensione critica e quindi anche fare Mercer pur conflitto perché nel momento in cui la cultura assume un ruolo di corpo intermedio sostitutivo non ha più quella distanza che le permette di vedere la critica associare dovrebbe andare a fare da una parte e dall'altra non tutta
La produzione culturale possiamo ricondurla ad un compito
Di soccorso o di sostegno quindi da una parte ci troviamo ad una domanda e ad una diffusione e produzione richiesta di produzione culturale e vado a ricoprire un ruolo diverso
Che va da colmare quella distanza che vada a a dialogare a tradursi nei contesti periferici a me piace molto l'idea di soluzione che non è solamente la capacità lessicale di esser capiti con forme complesse come diceva prima l'onorevole Rossomando ma anche la traduzione come riuscire a fare sì che quella memoria collettiva e quindi quel patrimonio culturale del passato riesca a dialogare col presente
Rischia ad avere una funzione di raccontare e di parlare a quegli studenti che io vedo poi ieri nel
Nelle aule universitarie si trovano sempre più polarizzati tra studenti bravissimi con una fortissima formazione e studenti che hanno delle grosse difficoltà a comprendere testé complesse
Allora in tal senso
è interessante vedere e
Questo nuovo posizionamento del processo culturale in bilico tra una funzione politica sempre più marcata ma che non è più quella di dialogo con la politica ma di sostituzione e un tentativo di tenere insieme passato e presente sono le sfide che forse dovrebbero andare in un secondo volume immaginato della coltura in trasformazione perché
Quel processo
Diventa l'unico processi in grado di rilegittimare quegli spazi di cittadinanza e quegli spazi cita innanzitutto e sa come cittadinanza sociale quindi che tiene insieme a un processo di riconoscimento manco processo di possibilità
Lo strumento del diritto seguirà ma se non vi è prima un riconoscimento
Che che passa attraverso l'incontro con un alterità che vasta che passa attraverso la riduzione di quello spazio esclusione diventa difficile non solo ragionare di cultura ma anche ragionare in conflitto
Grazie davvero per questo intervento graffiante quanto diciamo così infamante insomma comunque ci ricorda che il diritto insomma l'espressione anche di una cultura di fondo insomma ad essere preceduto ma
Qui entreremmo in un altro libro visto un'altra riflessione che magari erano invece di fare in seguito bene io direi che siamo arrivati e la conclusione dei nostri lavori e prima
Di cedere molto volentieri la parola alla collega Caterina peste che si occupa anche al Po di cultura in Commissione anche professionalmente viene da quel mondo
Vorrei soltanto dirvi che i colleghi i nostri colleghi parlamentari deputati oggi sono impegnati in aula e quindi questo il motivo per cui non sono
Presenti prevediamo tra l'altro la votazione di importanti provvedimenti
In particolare modo oggi stiamo discutendo del Codice appunto antimafia e quindi che anche non è così distante dalla discussione di oggi cedo subito la parola a Caterina grazie
Grazie aggiungo che ieri abbiamo votato la legge più di tutela e di sostegno di promozione alle start-up culturali per cui io credo che siamo assolutamente nel tema intanto voglio subito dire che ringrazio i relatori perché
Non ora per la Camera dei Deputati credo di poterlo dire poterne in qualche modo presentare questo libro che offre degli stimoli che sono per me molto importanti e anche autorevoli da un certo punto di vista e vorrei anche sottolineare l'opera meritoria di questa associazione a che fare che insomma comunque si occupa di cultura produrre pratiche e anche riflessioni su cui mutamenti attuali della cultura e di questo poi vorrei parlare perché poi in realtà secondo me l'aspetto più interessante di questo libro sia e in questo i relatori che c'hanno
Cannoli si son confrontati con noi oggi
Tutti quanti producono cultura fanno cultura
Ci fanno e ci presentano buone pratiche di questo c'hanno parlato anche in questo libro che guardate può sembrare qualcosa o anche un po'dalla nostra presentazione oggi qualcosa di astrattamente teorico in realtà niente del genere
Loro entrano proprio dentro il tema dei processi culturali è pongono domande FIAMM sono molto serie anche alla politica e alle istituzioni direi anzi
Che quello che mi ha colpito maggiormente e l'assenza della politica in questo libro e quindi delle istituzioni anzi non nella politica sarebbe meglio dire quindi probabilmente di questo dovremo parlare perché mi sembra che poi sia il mio compito parlare di questa
Diciamo che insomma partiamo un po'Dalia dal da Alessandro bollo che si è occupato molto dei di come fare incontrare le varie forme di produzione culturale che parlano un linguaggio nuovo di contemporaneità con il mercato cioè quanto sono in fondo si possono come si può diffondere questo nuovo linguaggio e e sua non a caso quella famosa battuta insomma
Che ha citato venisse prima che dice
La crisi ha liberato i draghi naturalmente adesso
I draghi ci impediscono di fare le cose come le facevamo prima cioè come dire oggi il linguaggio della produzione della trasformazione della diffusione
E del fare cultura evidentemente completamente nuovo Fo e con questo fatto noi dobbiamo fare i conti
Cioè non può essere quello della cultura più un linguaggio come quello novecentesco
E di questo mi sembra che poi insomma vorrei ritornarci
La trasformazione della cultura la domanda è produce sempre democrazia io credo di sì
Credo di sì per forza perché cambia il rapporto tra chi fa cultura ed il pubblico che la riceve è e questo è un tema che è vecchio e vecchia nella storia culturale e vecchio nella storia
Diciamo dell'arte della letteratura della pittura in generale cioè e se noi pensiamo che uno dei temi più importanti trattata o dai dagli studiosi di questo campo negli anni Cinquanta mi riferisco soprattutto alla Scuola di Francoforte a Benjamin prima prima della guerra tra le due guerre ad Adorno più tardi è proprio questo cioè e la per la producibilità tecnica la nuova di imprese dimensione della tecnica ha cambiato il modo di fare cultura
Prima della fotografia assi conoscere solo chi andava nei musei poteva conoscere la Gioconda con la diffusione della fotografia
Basta arte è stata in qualche modo pur perdendo la sua autorità
Come dire democratizzare da perché tutti oggi sanno cos'è la gioca Munda
E questo avviene ancora di più vuoti quando in un luogo nel quale la e il linguaggio della cultura è diverso
Perché c'è la rette perché c'è una multimedialità che rende evidentemente totalmente diverso il rapporto tratti chi produce e chi e e e chi riceve la cultura chi fruisce la cultura che diventa esso stesso protagonista queste cose sono presenti nel libro un o comunque creano mi sembra in caso di dire delle interessanti domande
Nissen da questo punto di vista
A chiarito molto bene anche in particolar modo nella sua introduzione il tema fondamentale di questo nuovo linguaggio della contemporaneità per cui noi ci troviamo di fronte ad una realtà totalmente diversa dove abbiamo i giornalisti senza redazioni abbiamo i ricercatori senza all'università luoghi dove esprimersi produceva la cultura che sono abbandonati ecco allora però la cultura si fa la spia lo stesso e si fa come con un modo di diffusione di approccio di confronto che è diverso perché per la cultura per definizione e trasmissione
E ancora oggi si trasmette il punto è in che modo
Questa trasmissione avviene e questa è la domanda che viene fatta evidentemente alle istituzioni che sono assenti cioè qual è il ruolo delle istituzioni nell'intercettare quello che è il nuovo linguaggio questo è il punto fondamentale e mi sembra che da questo punto di vista Christian Raimo
Anche Valeria per due linee che ha parlato per ultima che io conoscevo soltanto per la sua attività di sociologa adesso invece hanno evidenziato in maniera chiara cioè e comunque c'è una sferzata al luogo
Ai luoghi che rappresentano le istituzioni cioè ai luoghi che sono per i ricatti di diffusione della cultura per eccellenza la scuola come nel caso di RAI uno anche della Bertolini le cose si sono evidentemente chiarite la cultura ci dice soprattutto la convenzione di faro è un diritto umano è un diritto dell'uomo fa parte dei diritti dell'uomo e quindi va tutelata ecco allora che anche nella
Nella battaglia per rivendicare la
Difesa dei diritti d'ognuno di noi ci vuole anche la tutto con la la tutela di questo diritto fondamentale
La scuola la scuola mi permetto semplicemente di entrarci un attimo perché Simon mi mi tocca personalmente essendo anche un insegnante commettere io considero la scuola una flora lavoro più quello della scuola e lavoro più di frontiera che in assoluto in vista di frontiera vuol dire anche è destinato a modifiche a modificarsi a spostarsi in continuazione e a modificare anche a spostare il suo epicentro di volta in volta secondo delle questioni che vengono poste e quindi penso che anche la dialettica tra conoscenza e competenza subisca variazioni di volta in volta e non sia detta una volta per tutte
E poi in finale vorrei fare
Una piccola riflessione una piccola
Considerazione al di là di insomma quello che ha sviluppato il mela lettura di questo libro
Questo cambiamento che il cambiamento del linguaggio della trasmissione della cultura ma anche del fare cultura
è un cambiamento che noi dobbiamo assolutamente imparare ad abitare imparare a pensare perché e chiaro che
Non può essere più fatta la cultura come si faceva prima
Si leggono meno liberi ed si leggono meno giornali non si leggono più non si legge più la carta stampata si legge
Se si leggono i portali dei di internet e delle redazioni
Ma non solo molte notizie noi ormai le abbiamo attraverso Facebook quelle abbiamo attraverso settantacinque per cento ecco il fax dice il primario mai fra il settantacinque e l'ottanta per cento toglieva Juve arriva sulle pubblica il Corriere arriva attraverso è chiaro è chiaro quindi cioè capiamo bene che e completamente diverso il modo la trasmissione il confronto
Ma quello che mi piace e che in questo libro quello che si evidenzia di più e la pars construens scavi Peter cioè non ci si ferma ad una lamentarsi o non si dice guardate non si fanno più le cose come prima
Anche perché coloro che l'hanno scritta sono giovani quindi sono coloro che hanno il linguaggio voglio dire della modernità
E sono figli di questo tempo per cui i fanti essendo figlio di questo tempo questo tempo forse lo interpretano
Meglio di come l'opposto interpretare io
Però è vero che io
Abito momentaneamente questo palazzo è abitando momentaneamente questo palazzo come tutti noi che lo abitiamo abbiamo un dovere ed è quello di rispondere
Con alle domande che ci vengono anche alle proposte direi perché non non c'è
Diciamo e c'è solo un invito a pensare a ripensare a come abitare questa nuova modalità
E quindi credo che noi queste risposte le dobbiamo dare allora indicò tre punti su cui abbiamo lavorato in questi anni perché mi interessa perché da lì poi dobbiamo ripartire
Il primo che mi viene in mente il libro bianco
Sulla
Sulla creatività che è stato voluto più di dieci anni fa dall'allora ministro Rutelli
è importante questo libro bianco perché su quella scia poi siamo andati anche per lavorare per la strategia sull'Europa due mila e venti e questo è importante perché
Anche lì per la prima volta la cultura veniva posta in stretto contatto con le città con il paesaggio con il territorio
Forse ho capito male RAI no però io non credo che oggi ci sia realmente
Una distinzione politica tra il concetto di identità e quello di conoscenza
Tra la sinistra forse però volevi dire proprio quello sull'orlo di un po'queste l'esatto allora abbiamo la che la non credo che Italia ed Evola o l'idea di Tradate alla parola leaders anzi io credo che la parola identità appartenga in generale alla dimensione
Del se mi scusate questa parola un po'troppo insomma
Sentita però dell'uomo moderno nel senso che
Il l'appartenenza e comunque una condizione fondamentale e lo dico da sarda guardate lo dico da da persona che
Fa cultura perché a mio modo lo faccio anch'io
E che proviene da un luogo dove otterrò fai motivo
Intellettuali per far cari il Tirreno oppure
Tutto questo diventa estremamente difficile l'identità è o anche la consapevolezza dell'identità del è una forma di consapevolezza di appartenenza da cui poi parti per conoscere
Il resto del mondo
Penso anche ad un altro intervento estremamente importante che abbiamo fatto ed è approdato è stato votato al Senato la settimana scorsa
E che il nuovo Codice dello spettacolo curate che è molto importante perché è un tentativo su cui si è discusso per tanto tempo e finalmente siamo arrivati ad un risultato da contravvenire alla Camera
Di unificare in un unico grande contenitore
Il sistema culturale la ricerca lo spettacolo dal vivo la musica il cinema con obiettivi eh riflessioni di interventi che sono una uguali
Penso alla convenzione di faro di cui ho parlato prima che è una convenzione che è devono ratificare gli stati europei e noi finalmente si chiamo approdando dopo tanti perso tempo a questo Laura della la Cam la commissione cultura
Della della Camera e del Senato l'ha approvata adesso in dirittura d'arrivo in Aula poi arriverà anche questa
Alla Camera e infine penso alla legge ultima ma non ultima che abbiamo votato ieri è importante una legge che soprattutto i giovani
Che fanno cultura ma fanno insieme la cultura impresa aspettavano da tempo e l'abbiamo fatta è una forma di tutela di riconoscimento e di e favore ed ed è un modo per favorire addirittura l'occupazione
Se pensate che in Italia esistono imprese culturali che portano un valore aggiunto dell'economia all'economia pari a novanta
Miliardi di euro se pensate che già da uno studio del Sole ventiquattro Ore già nel due mila e undici queste imprese culturali creative producevano un dieci per cento dell'export italiano allora evidentemente qui può esserci anche il futuro di tutto questo e qui c'è anche la condizione che rende impossibile a piccoli a a giovani che abitano in piccoli paesi delle periferie
Del nostro Paese
Penso ad un piccolo paese della mia isola di poter rimanere lì ed essere contemporaneamente in Europa
Quali sono le condizioni che rendono possibile tutto questo
Evidentemente quelle condizioni che sono l'espressione della diciamo che sono gli strumenti più democratici del nostro tempo si chiama banda larga si chiama internet si chiama rette
Questo è possibile questo rende possibile anche battere combattere quelle forme di sradicamento di allontanamento di e di diciamo di necessità di andare oltre che molti dei nostri ragazzi si trovano a dover svolgere non è tutto lì questo sia chiaro perché non è che il lavoro dei ragazzi si può risolvere solo nelle start-up
Urali evidentemente questo è chiaro per tutti
Però ecco io non credo che sia possibile pensare
Di
Di rimanere fuori come istituzioni senza favorire la formazione di tutto questo larve l'avverarsi di tutto questo
Noi abbiamo istituzioni abbiamo il dovere di conoscere di rappresentare e di sostenere tutto questo e dal dibattito di oggi secondo me viene fuori in maniera molto chiara che c'è una cultura viva c'è che esiste in Italia un'economia forte vivace fatta di giovani che nelle impresa culturale vogliono investire quindi è difficile concludere voglio dire a questo dibattito dicendo altre cose che non siano scontate sarà nostro dovere nostro compito lo dico per me lo dico per Anna lo dico per tutti noi che appunto abitiamo questo posto di a di di adoperarci perché l'ascolto di tutte queste esperienze non rimanga effettivamente un fatto isolato grazie
Grazie alla collega pensa grazie ai relatori soprattutto grazie a voi io non so se in tutt'nell'anno di presentazione che avete fatto avete fatto cose con molti enti locali perché naturalmente
E penso sicuramente di sì
Mi viene da pensare che immediati interlocutori di questa discussione sicuramente sono gli amministratori innanzitutto per condividere diciamo così un'impostazione è una una discussione che sicuramente e molto come dire nuova e e di frontiera che insomma entra veramente
Nel nel vivo e
In una cosa insomma che ci riguarda molto da persona diciamo così impegnate in
Almeno attivamente in prima linea dalla politica c'è la necessità di avere una visione insomma per poterne appunto incidere cambiare anche qui ti amo sempre dell'argomento di uscire dall'immediato e guardare un pochettino più avanti grazie ancora a tutti buon pomeriggio