"Mario Pannunzio: cittadino dell'Italia civile"

Io no
Nel ricordo di Mario Pannunzio a venticinque anni dalla scomparsa
Il convegno più al patrocinio della Regione Piemonte
Del Consiglio regionale del Piemonte
Della provincia di Torino dell'Italgas si apre in questa sala intitolata ad Aldo Viglione che fu socio dirigente e amico del Centro Pannunzio e fu presidente della regione Piemonte per molti anni
Delle decine e decine di telegrammi lettere messaggi per evidenti ragioni di tempo donna lettura necessariamente parziale incominciando dal telegramma inviato dal Presidente della Repubblica
In occasione della solenne commemorazione di Mario Pannunzio
Volentieri ricorda la figura e le opere del grande giornalista e scrittore
Che si colloca fra i protagonisti del processo di crescita democratica del nostro Paese
Nel formulare i più fervidi auguri per il miglior successo della manifestazione sono gli ha detto di fare giungere a lei e a tutti i partecipanti un sincero cordiale saluto firmato Oscar Luigi Scalfaro
Do ora lettura della testimonianza di Giovanni Spadolini
Presidente del senato e ultimo superstite dopo la scomparsa di Maccari del primo numero de il mondo uscito nel febbraio mille novecentoquarantanove a cui collaborò giovanissimo
Cari amici
Sarei stato ben lieto di intervenire questa sera alla commemorazione di Mario Pannunzio
Se i molteplici impegni parlamentari istituzionali di queste ore particolarmente difficili per la vita del paese non me lo avessero impedito
Desidero tuttavia che mi consideriate idealmente presente alla manifestazione
E affida questo messaggio il mio saluto affettuoso e il mio rinnovato augurio per l'opera che il Centro Pannunzio svolge a testimonianza di quei principi di moralità civile di laicismo come senso della funzione pubblica come senso dello Stato
E degli insegnamenti di quella stagione irripetibile di cui il fondatore del mondo cittadina dell'Italia civile come recita giustamente il titolo del vostro convegno fu impareggiabile animatore interprete
Sono trascorsi venticinque anni dalla sua scomparsa Maselli potesse vedere l'Italia di oggi di apparirebbe senz'altro lontana anni luce da quella che aveva sognato
Nella politica Pannunzio vita sempre l'esercito e di una missione il compimento di un dovere civile l'assolvimento di un mandato pubblico
Che ieri fuggiva da ogni soluzione prefabbricata nella sua astratta perfezione e aveva delle istituzioni della Repubblica
Oggi oggetto di Justine di Scream minati attacchi un senso religioso
Le istituzioni sono anche passioni
Questo pensiero di un amico che gli fu caro Vittorio De Caprariis fu Dell'Utri prese in una delle poche pagine riassuntive del proprio pensiero che ci abbia lasciato la prefazione alle posto me garanzie della libertà dello storico è amico stroncato a trentanove anni
è un'esclamazione che potremmo trovare intoccabili aveva osservato Pannunzio aggiungendo che De Caprariis come lui non credeva nelle città felici non preparava liste per le trattorie dell'avvenire
Ecco oggi possiamo politicamente rilevare un fatto fondamentale
Forze di cultura illuministica laica assolutamente minoritarie e una volta quasi marginali o irrilevanti nella vita italiana hanno condizionato quasi tutti i movimenti della politica italiana in questo quarantennio
Il mondo non è stato solo un'avventura
Da via Campo Marzio è partito un processo di rinnovamento dalla Società italiana dalla politica al costume che nel quarantanove quando uscì il primo numero del settimanale sembrava quasi irrealizzabile
C'era
Nel giornale pronunziano un innesto fra politica e cultura
Quale non si era ancora realizzato in nessuna delle prove giornalistica del periodo postbellico
Pur caratterizzato dalla novità tutta italiana da rotocalco del settimanale Tito europeo dovuto al fervore alla iniziativa di Arrigo Benedetti allievo di Omnibus come Pannunzio
Pannunzio non sarebbe stato in nessun caso un direttore di stampo antologico o indifferente secondo una moda tanto rapidamente invalsa quando quanto fulmineamente smentita
Difensore fermo di una certa concezione del mondo egli l'avrebbe impressi in ogni pagina di quell'ideale quotidiano
Non avrebbe scambiato l'obiettività del giudizio con la rinuncia all'opinione qualificante se necessario asse telai e spietata
Essere indipendenti risoluti intransigenti ecco in sintesi la regola che Pannunzio tracciando un bilancio degli organi di informazione democratica indicava al giornalista
Una regola che suona come un monito da non dimenticare ma
Lo stile del mondo fu fin dall'inizio uno stile di assoluta unità
Voci diversissime confluirono nello straordinario settimanale ma mediate contemperate da questo direttore che scriveva pochissimo che leggeva tutto che rispondeva ogni collaboratore
Che credeva ancora nella scoperta a cui oggi si è rinunciato dei talenti sulla Pannunzio riuscì di far convivere le pagine di Croce di Salvemini gli sfoghi di Sturzo e quelli di Ernesto Rossi
Ma il suo amore dei classici non lo porto mai a sottovalutare l'apporto dei giovani o dei giovanissimi l'individuazione di voci nuove che lui cercava anche nella pigra e torbida province italiane
Tutte le rubriche al loro posto vigilato e perfino immobile
Niente di eccentrico di stravagante
Quasi la ricerca anche tipografica di una nuova classicità
Ma calata nella realtà adito a dei problemi confrontata con le tensioni di una società nuova cui non bastavano più gli approdi o i compromessi o di adattamenti dell'immediato dopoguerra
Riempiamo con la memoria al primo numero del diciannove febbraio mille novecentoquarantanove ricordo che la prima pagina concepita con impostazione quasi euro indiana che ospitava il fondo di Augusto Guerriero ma pubblicato con una misurata firma anonimo
E l'articolo di taglio basso del ministro degli Esteri incarica Carlo Sforza
Due importanti contributi che segnavano per sempre la scelta occidentale ed europea in vista del il mondo il settimanale che non indulge era mai nei suoi diciotto anni di vita alle tentazioni terzomondista e equidistanti mediterranee quelle che tanto avevano atterrito Gobetti
Ricordo quegli anni speranze quel tensioni
Gli uomini che approdavano all'esperienza del mondo avevano origini diversissime Pannunzio proveniva dall'esperienza della Resistenza e della liberazione
Il nucleo dirigente del settimanale si rifaceva ad un giornale che era stato quasi promotore della prima crisi del CLN il Risorgimento liberale un giornale che si era mosso in costante polemica con i fermenti e con le attese del Partito d'Azione
Il termine liberalsocialismo non era affatto di casa in via Campo Marzio anche nella fase più progressista del liberalismo del mondo
E Pannunzio non era né punto né poco ungo picchiano
Proprio Gobetti il giovane apostolo della rivoluzione liberale
Che influì direttamente o indirettamente sulla cultura politica degli uomini del Partito d'Azione
Penso a Ferruccio Parri a Carlo Levi a leone Ginzburg a Franco Antonicelli
Nell'immediato dopoguerra non era fortemente difeso dalla cultura liberaldemocratica
Pesava la condanna così severa così impietosa di Adolfo Omodeo
E pesavano i giudizi non certo favorevoli di Benedetto Croce di Luigi Salvatorelli
è in questo quattro che si spiega la resistenza di Pannunzio a frequentare gli scritti Gobetti anni almeno i primi anni quando una mia certa proposte in materia fu respinta io aveva esordito come giornalista militante proprio con uno scritto su Gobetti e la rivoluzione mancata in Italia sul Messaggero di Missiroli agli inizi del mille novecentoquarantotto
Dice intellettuale del mondo era insieme crociana e Salvemini Anna con quell'intreccio fra liberalismo e democrazia che ritroveremo nella rivista nord e sud di Francesco Compagna
E sappiamo bene quanto fosse forte e talvolta ingiusta la polemica di Croce verso il Partito d'Azione
Animato proprio da discepoli o amici del filosofo che si erano poi affrancati a partire da un modello da De Ruggiero che non potranno vedere il primo numero de il Mondo
La terza forza progettata via Campo Marzio era legata al filone del liberalismo di sinistra approdato all'esperienza radicale
Io al filone insieme repubblicana ed azionista nato dalla confluenza della concentrazione di la Malfa Parri nell'antico partito di democrazia risorgimentale
La breve parabola del terza forza Sismondi socialdemocratico era durato dal dal quarantasette al quarantanove poco più dello spazio di un mattino
Sarà carta frequentava poco il salotto del mondo e gli amici del mondo la sera prevalentemente al caffè Rosati quello rievocato da Eugenio Scalfari
E il primo progetto della terza forza si arrestò di fatto di fronte all'indisponibilità socialdemocratica rispetto ad un cartello borghese o solo democratico-liberale
Si iniziava la seconda fase della terza forza in Italia
Guidata impersonata si può dire per oltre un ventennio da Ugo la Malfa erede diretto dell'impostazione azionista non socialista
Interprete coerente dello schema Mendo gli hanno dell'Unione Democratica Nazionale come germi di un partito della democrazia senza aggettivi
Il partito chieste delineato già nel luglio del quarantacinque da Luigi Salvatorelli sulle colonne della nuova Europa
Terza forza sismico come forza democratica e riformatrice non socialista
Nessuna confusione col socialismo nelle sue varie paste articolazioni Manzi funzione propulsiva del suo riscatto autonomistico dal congresso di Venezia davanti riunire i repubblicani i democratici senza etichette i liberali di sinistra diventati dopo la fine del cinquantacinque radicali in seguito alla scissione col Partito Liberale Italiano di Malagodi
Prova non fortunato elettoralmente l'alleanza repubblicano caro radicale delle politiche del cinquantotto
Linea di tendenza quella della ricomposizione repubblicana culminata col sessantaquattro nella segreteria di la Malfa e nei conseguenti nuovi apporti intellettuali
Senza l'Utopia di Pannunzio l'Italia starebbe oggi meno laica perché meno europea
Ma c'è ancora molta strada da percorrere quell'Italia diversa e migliore di cui il mondo ha costituito un grande punto di riferimento
Che rivive oggi nelle nostre battaglie civili e politiche pure in mezzo a tante amarezze tanti disinganno accentuati in questi mesi da tutti i fattori di disgregazione di arretramento
Che incombono sulla Repubblica firmato Giovanni Spadolini
Lettera di Alberto Ronchey Ministro per i beni culturali e ambientali
Caro quali ENI
A venticinque anni dalla scomparsa del mio amico maestro Mario Pannunzio
Quel giorno sembra quasi ieri aderisco alla vostra manifestazione con animo commosso
Ma numerosi impegni d'obbligo deprecabile mente mi impediscono di venire Torino
Toni più cordiali saluti firmato Alberto Ronchey
Lettera autografa del senatore a vita Norberto Bobbio
Cari amici
Mi dispiace di non poter essere presente alla commemorazione di Mario Pannunzio
Perché nella stessa ora l'Accademia delle Scienze si svolge una cerimonia qui non posso mancare in ricordo del professor Giancarlo Picchio mio vecchio amico
Non sono stato un collaboratore de il Mondo ma mi sono sempre considerato un cittadino del mondo di idee di cui la rivista è stata per tanti anni la più felice e fortunata espressione
Nel mio profilo ideologico del Novecento ho ricordato la funzione che il giornale ha avuto nella formazione di un'opinione pubblica libere colta
Le sue analisi spregiudicate realistiche della società italiana la sua diffidenza nei riguardi dei miti rivoluzionari senza concessioni agli anacronistici rimpianti del passato
La sua tendenza esaminare discutere problemi concreti del nostro Paese affinché diventasse un Paese moderno e civile
Terminavo citando una frase del Congedo scritto da Mario Pannunzio che non ha perduto nulla della sua attualità
Domina soprattutto in Italia la presenza di un potere radicato e penetrante do un governo segreto morbido e sacerdotale che conquista amici ed avversari e tende a snella portare ogni iniziativa di ogni resistenza
Non ho conosciuto personalmente Mario Pannunzio ma ho avuto con lui un breve scambio di lettere quando il giornale Fini che agli amici del nostro centro furono fatte conoscerlo dal professor coglie al quale in via i miei cordiali saluti cui uniscono affettuoso abbraccio al vecchio amico Mario Soldati firmato Norberto Bobbio
Telegramma di Carlo Lessona prefetto di Torino
Ho ricevuto il cortese graditi invito Hutter cerimonia per la venticinquennale scomparsa Mario Pannunzio in programma mercoledì dieci febbraio
Non potrò purtroppo essere presente dovendo rispettare concomitanti improrogabili impegni precedentemente assunti nel ringraziare gentile invito formulo comunque miei migliori auguri pieno successo manifestazione firmato Carlo Lessona prefetto di Torino
Di Valerio Zanone presidente nazionale del Partito liberale italiano
Caro quali ENI ti prego di considerarmi idealmente presente
Alla commemorazione di Mario Pannunzio cittadino dell'altra Italia e assertore minoritario ma non rassegnato del costume liberale firmato Valerio Zanone
Telegramma di Cesare Romiti
Particolarmente spiacente non poter assistere a commemorazione Mario Pannunzio indimenticato protagonista vita culturale nostre città nel venticinquennale sulla scomparsa ringrazio l'apprezzato invito auspicando ottima riuscite importante avvenimento in viva lei è relatore i miei cordialità in molti auguri firmato Cesa ha detto Romiti
Di Carla Spagnuolo presidente del consiglio regionale del Piemonte
Mi è pervenuto graditi invita a presenziare la cerimonia in ricordo di Mario Pannunzio nella ricorrenza del venticinquennale della scomparsa
Purtroppo impegni precedentemente assunti e non derogabili mi impediscono di essere presente
Voglio però unirmi idealmente a quanti lo ricordano e si sentono orfani di un grande maestro delle virtù civili firmato Carla Spagnuolo
Cedo ora la parola al professor Pier Franco quali ENI direttore del Centro Pannunzio
Io
Mi limiterò a ringraziare le autorità
A ringraziare io il relatore di questa sera che certo non necessitano di presentazioni
Voglio ringraziare ovviamente l'assessore regionale alla Cultura ingegner Giuseppe Fulgheri che rappresenta anche il presidente della giunta ma credo di non dire una cosa fuori posto in una cerimonia ufficiale dicendo che non sono tutto solo Assessore alla cultura in Giuseppe Fulgheri ma saluto il vecchio en amico di sempre
Che fu compagno di villa Bruna Rizzini Lamberti di bocca negli anni del Mondo di Pannunzio fu amico di quel gruppo piemontese
Che ebbene anche in Arrigo holding Olivetti che io voglio ricordare in questa circostanza in modo particolare insieme a Nicolò Carandini
Perché furono i due editori del Mondo di Pannunzio che spesso vengono dimenticati ed ignoranti completamente
Sanno sale lutto con particolare cordialità il dottor Forlani
Che rappresenta la città in un momento come sappiamo di commissariamento della stessa
Non sono tutto
Ancora
Più particolarmente se posso dire così affettuoso lo voglio rivolgere a Giulia Massari e che qui in rappresentanza di Indro Montanelli da un lato che si rammarica di non potersi essere qui queste questa sera
Ma Giulia Massari non è certo soltanto in rappresentanza di Montanelli perché è stata una delle protagoniste più autentica del Mondo di Pannunzio
A tal punto che
Ecco direi ha vissuto quell'esperienza
A tal punto che la timidezza di Pannunzio
Si è quasi trasferite in lei per cui Pannunzio non parlava in pubblico Giulia Massari non parla in pubblico e interviene interviene a questa riunione dall'altra parte anche se il cuore credo sia più di qua che non dall'altra parte
Giulia Massari
Che con coerenza estrema ha tenuto alta la bandiera del Mondo di Pannunzio
Così come permettetemi
Di ringraziare l'amico Mario Soldati di essere qui questa sera
Io vi dico sinceramente che non volevano che sia affaticarsi a venire da Tellaro in giornata come lui ha voluto fare ma voglio qui dire che nel mille novecentottanta in momenti difficili per il Centro Pannunzio Mario Soldati diede il suo nome il suo prestigio al Centro Pannunzio facendosi superare in momenti più difficili e con grande coerenza e con grande continuità ecco rappresenta la bandiera ideale in cui tutti i soci del Centro Pannunzio ritrovano coniugate insieme
E qui sono in dissonanza quasi con Spadolini
La tradizione Gobetti anche soldati rappresenta perché l'ultimo dei Gobetti anni e con la tradizione Pan segnala che per noi torinesi
E una cosa un po'un po'diversa ecco da come la sente Spadolini
Voglio portare il saluto ufficiale e concludo di numeri Pannunzio che ci voleva che va che voleva intervenire fino all'ultimo è rimasta incerta
E mi ha telefonato stamattina ci siamo scambiati una telefonata di oltre mezz'ora ed era proprio profondamente rammaricato di non poterci essere ricaduto in un secondo influenza e quindi mi incarica di portare il saluto più cordiale a tutti gli intagli intervenuti
Io avrei tantissime altre cose da dire ma non voglio rubare lo spazio a persone molto più illustre di ne vorrei soltanto dire
Concludendo
Ecco un qualcosa su Aldo Viglione il cui ritratto negli alla mia destra
Questa sala intitolata ad Aldo Viglione bene Aldo Viglione è stato per noi del Pannunzio un amico sincero da sempre
Stato presidente della della regione che cinque anni fa quando commemorando Pannunzio con Montanelli Aldo Viglione che presiedeva il consiglio regionale piemontese
Fece un intervento che noi pubblicheremo insieme all'intervento di Monti Montanelli di Giovanni russo e di Spadolini
Dicendo che Pannunzio non aveva bisogno io mi sono andato risentire il nastro non aveva bisogno di a scarico di truppe cammellate per affermare le sue idee e Aldo Viglione ricordava la dignità della politica il rigore civile e morale
Che c'era dietro Pannunzio e i suoi amici
Ecco Aldo Viglione queste cose alle ricordava cinque anni fa
Nel clima di pantano in cui ci troviamo oggi certamente alla figura di Pannunzio risalta in tutto il suo furgone scusate della retorica perché la figura veramente ecco del titolo di questo incontro di un cittadino dell'Italia civile
Simile come dice Bobbio appunto in un titolo che forse quello che rappresenta il libro suo più Serra
Io non avrei altro da aggiungere
Se non ringraziare tutti
Mario Soldati
Presidente del Centro Pannunzio
Mi ha pregato di leggere il suo saluto
Ha dimenticato gli occhiali a Tellaro
E tre che altri scusate
In questo momento proprio per la prima volta desiderio di spiegare spiegare a me stesso perché una decina di anni fa non aveva esitato ad accettare l'onore di presiedere il Centro Pannunzio
Vero che Pannunzio nativo di Lucca ma da sempre per quasi tutta la vita residente a Roma aveva a Torino molti amici
Vero che nel mille novecentocinquantuno durante un convegno del Partito liberale che si teneva proprio a Torino Pannunzio si dimostrò più vicino di altre volte a quel partito
Vero infine che forse era il più torinese tra gli amici e collaboratori di Pannunzio
Ma non c'è dubbio che non avrei mai accettato se il mio predecessore non fosse stato uno dei più cari amici della mia vita
Mario Bonfantini nel giro degli stessi anni è più o meno come mi fu anche lui amico di Pannunzio e collaboratore del mondo
E se Bonfantini il quale non vivendo a Roma non poteva frequentare regolarmente Pannunzio come invece sarebbe stato possibile anni questa di barriera tristemente compensato da una distesa tra
Io che durante tutti gli anni Cinquanta vivevo ancora a Roma facevo il cinema
A il cinema
Il cinema
Uno che come me ha vissuto nel cinema per tanto tempo non si meraviglia che in grande maggioranza immetteva transenne a bordo perfino dalla parola italiana siano così ignoranti
Non hanno mai tempo di leggere poveretti e se non sono stati così fortunati non profittare degli anni ginnasiali e liceali e in extremis del servizio militare
Arrivano al mezzo del cammin di loro vita avendo letto al massimo una decina dei cento romanzi che pur sarebbero indispensabili al loro mestiere
Bisogna fare un'eccezione riescono a leggere tutti i romanzi necessari soltanto quelli che sono diventati famosi al primo secondo film
Lavorano un po'meno ogni anno e dedicano qualche mese alla lettura
Chiedo scusa della divagazione
Morale non avevo mai il tempo di andare a trovare Pannunzio
Quante volte verso le sei e le sette di sera mi dicevo che mi sarebbe bastato di uscire prima dalla sala di proiezione o dalla camera della moviola per prendere un taxi e arrivare in centro a tempo
La gioia che provavo quando infilato via Colonna Antonina e salivo su al primo piano al mondo
Ma non si era lì dietro la sua scrivania oppure quasi subito si alzava e passava sedersi un divano vicino a me e si chiacchierava tranquilli Allegri anche se gli argomenti erano tristi
Era talmente una sensazione meravigliosa
Scommesse improvvisamente fossi giunto là dove mi sarebbe piaciuto di stare tutto il giorno tutti i giorni
E non solo a parlare con Pannunzio ma anche a lavorare in una stanza dello stesso ufficio con dei libri libri intorno
E niente altro
Perché la sensazione meravigliosa che mi dava parlare con Pannunzio era quella che Giacomino Debenedetti ventenne riferendo se i suoi colloqui con qualcuno dei più simpatici e più intelligenti professori della nostra università Ferdinando Neri Gaetano De Santis Francesco Ruffini definiva l'aria dei ventilati altipiani
Sì non si potrebbe dire mai
Era quella l'aria che respirava ogni volta che dentro Roma mi riusciva di fuggire da Roma semplicemente perché passava una menzogna racconta Nunzio
Furono brani di tempo che rimasero come ritagliati nella mia memoria
Ripeto il suo sguardo sorridente posato su di me
è una grande calma intorno
Come se mi dicessi
Esistono dunque da qualche parte a che oggi la giustizia
E la verità almeno qui esistono
E questa la testimonianza che rendono come presidente del Centro Pannunzio a nome del quale doc il benvenuto a tutti
Diamo la parola ora a Rossana Hombres scrittrice e giornalista collaboratrice de il Mondo di Pannunzio componente del Comitato culturale del centro
Io vorrei parlare di come
Ho conosciuto Pannunzio
Il e di quella volta che giovanissima avevo ventisei anni
Entrai nella redazione del Mondo di Pannunzio
Letti subito l'impressione non di una redazione di un giornale ma di un laboratorio
Di un laboratorio non solo di giornalismo ma anche di scrittura
C'era per quelle sale di via Colonna Antonina
Un'aria insieme composta e austera ma anche
Un'aria di di complicità mi sembrava che appunto tutti i giornalisti
Che erano in quella redazione fossero tutti quanti dei complici
Di un disegno molto bello
Che era quello di creare un giornale come nessun altro d'Italia
Un giornale che sarebbe stato non solo Amato ma anche molto criticato
Ma un giornale che usciva da quella palude di tutti gli altri di molti degli altri per lo meno che erano giornali in qualche modo ho clericali o giornali o o giornali clericali o giornali di estrema sinistra giornali di altri gruppi politici insomma
Nella nella redazione del Mondo di Pannunzio io conobbi fra le prime persone
Un'altra giovanissima che Giulia Massari che qui presente
Perché i racconti i Novellini e gli articoli venivano portati a Giulia Massari
Giuliani rigidità con un'aria serissima
Esista un polso speso ad aspettare il suo giudizio perché era molto severa Giulia Massari e poi in fra l'altro al Mondo di Pannunzio non contava assolutamente essere dei nomi di successo essere degli scrittori notti degli scrittori molto lenti per pubblicare in questo settimanale
Anzi
Questi molti di questi scrittori degli anni cinquanta e sessanta
Scrittori che andavano allora per la maggiore non avevano assolutamente l'ingresso il Mondo di Pannunzio
Quindi bisognava affidarsi alla lettura di Giugliano
E poi ovviamente alla Giuliana totalmente quando dava il suo benestare in questi racconti passavano il direttore del mondo perché Pannunzio leggeva i racconti leggeva tutto quello che compariva sul suo giornale
Ora questi questa redazione aveva le sue propaggini
Non è in via Veneto perché non ci incontravamo via Veneto ma ci contavamo in un ristorante di via Colonna Antonina che schema in battaglia ristorante noto per le granseola e freschissime e per il risotto al nero di seppia
E quello era il luogo dove continuavano i discorsi le polemiche le discussioni che si erano cominciati nella redazione
E io questo proposito mi ricordo
Che c'erano degli spiriti focosi c'era Ernesto Rossi c'era Paolo Pavolini c'era battaglia che non gli spiriti più focosi e mi ricordo o della mediazione sempre
Raffinata e gentile della piemontesi Nina Ruffini che aveva un suo tono garbato
Sembrava assomigliava molto a quelle figurine di Felice Casorati ma anche lei con vestiti accollati con filino di di pelle insomma e mila ogni tanto
Si metteva così in mezzo alla discussione per cercare di calmare gli spiriti
Ma naturalmente si riusciva fino a un certo punto perché fra questi spiriti c'era anche Ennio Flaiano c'era il Mino Maccari fu così Simo anche lui è pieno di di di battute di battute bellissime fu cose violente insomma molto belle molto spiritose molto a volte anche molto audaci molto spiritose
In questa redazione io avevo imparato una cosa riparato che bisognava accostarsi
Al giornalismo accostarsi cogliere con estrema umiltà perché c'era c'era sempre ancora molto da imparare c'era tutto da imparare e da queste persone devo dire con imparato molto
Ho imparato molto anche e proprio e l'atteggiamento che avrei poi preso nella come scrittrice
Nella mia vita e anche come persona perché ho conosciuto tutte persone che mi hanno lasciato un segno poi ho imparato un'altra cosa importantissima in quegli anni
Che c'era un luogo dove la parola impegno non aveva quel valore diciamo così a volte anche un po'becero che era il valore normale corrivo di questa parola da Paolo impegno a Temù i valori di rigore chiare diversa eredi era diverso questo valore
Cioè le mani nulla a che vedere con il valore che attribuiva questa parola tutta un'tutto un gene di letteratura
E neorealista e cose di questo tipo arriva invece un valore e di rigore l'impegno e anche la dizione della Resistenza
L'avevano dunque non è completamente diverso di di severità dice ostili sia che non trovavo in altri in altri luoghi
E devo questo punto ricordare come Mario Pannunzio e gli amici del mondo siano stati appunto impegnati e rigorosi
Contro ogni razzismo e allora non si trattava di razzismi per verso extracomunitari o ATER perché in un non c'erano ecco ma si trattava soprattutto di antisemitismo
Ora il Pannunzio e gli amici del mondo
Avevano un coraggio da leoni in questo senso è questo ma hanno dato e ricordato sempre perché è stata una cosa molto molto importante
A un certo punto
Si scoprì che un scoprirono insomma che è un collaboratore del mondo aveva avuto a che vedere con la deprecabile
Rivista della razza e questo collaboratore del mondo fu senza esitazione cacciato via ecco non non non fu più ammesso a collaborare a questo settimanali ora questa è una cosa che non so che dico impressione può fare a dei giovani a della gente che sente oggi parlare di queste cose ma allora era un gesto importantissimo
E nei gesti importante che altri gruppi politici altri gruppi
Non l'avrebbero fatto molto probabilmente questo è un gesto estremamente rigoroso estremamente giusto estremamente importante e Mario Pannunzio è il coraggio di farlo e questo va assolutamente detto perché tante cose con gli anni si dimentica le tante cose i giovani non le sa
Poi volevo dire un'altra cosa che
Proprio c'era stata c'era in questo giornale una vera e propria lezioni di scrittura questa elezione di di scrittura veniva fatta
Da tutti quanti i giornalisti del mondo da e anche ai collaboratori naturalmente cioè il testo
Corrivo il testo non so il testo Ciabattoni in quei testi giornalistici che oggi si vedono sempre di più in giro
Non era messo non era assolutamente ammesso insomma chi scriveva chi firmava sul Mondo di Pannunzio non era solo un giornalista doveva essere anche uno scrittore c'è un giornalista scrittore e questa è anche una cosa che io ritengo molto importanti si oggi si vede come come oggi leggiamo degli articoli che de dei quali non ma nemmeno il meno due righe sarebbero apparsi sul Mondo di Pannunzio ecco
D'altronde molti degli diede dei giornalisti del mondo firmavano sui giornali dai cd all'ora cioè sulla stampa sul Corriere della Sera e su un giornale che io vorrei
Vorrei ricordare qui diretto da Carlo Zaghi dove firmava appunto dei paletti Caprariis prima nominato che il Giornale di Napoli diretto da da Carlo Zaghi e con spendi dove ho firmato anch'io anch'io insomma è questa ditta molto giovanile
E che era appunto un giornale crociano
E e un giornali dove anche lì insomma non neo non venivano ammesse persone che non sapessero scrive
Ecco questo è è importante perché poi questi questi giornalisti si ritrovavano nel mondo e poi un'altra cosa ricordo di quegli anni di come il mondo fosse interpretato nella cioè incerti incerti
Luoghi della della non cultura naturalmente ma per esempio in luoghi delle di pubblici uffici di queste cose ma se qualcuno aveva in mano in tasca il Mondo di Pannunzio c'era appunto una una uno strano convento dicevano che si trattava di un giornale diabolico citi chiare diceva che si trattava di un giornale diabolico
Le i dati e di enti dicevano che si trattava di un giornale di protestanti io risolva tra tra Napoli e Roma alla campagna latina tutti questi questi luoghi che allora frequentavano ho sentito appunto i commenti più più strani più astrusi su questo giornale perché era un giornale che in qualche modo appariva estraneo e solitario per gente appunto che non non non faceva parte di un campo culturale
Quindi appariva un po'giornali del diavolo
E di questa cosa io allora chi di collaboravo come dicevo giovanissima andavo abbastanza orgogliosa perché mi piaceva molto ecco collaborare nel giornale
Del quale ci forse spuntone che avesse questo questo odore di zolfo e con questo odore di zolfo che era poi l'odore di zolfo che c'era veramente ecco non intenso in quel modo come lo potevano intendere queste persone ma inutili inteso in un modo in un modo molto molto alto ecco molto singolare molto molto bello cioè era era il giornale che naturalmente sollevava delle polemiche e sottolineava tutte le cose che allora non andavano nel nostro Paese ci fosse ancora adesso il Mondo di Pannunzio
E chissà come corre io non penso assolutamente che oggi non potrebbe esserci ancora un Mondo di Pannunzio nonché lo sa io penso non so anzi io auguro ai giovani
Che in qualche modo ricordino questa questo giornale ricordino la la lezione di Mario Pannunzio si informino vengano qui al centro Pannunzio vedono Asfor vengano a spogliare
Ieri la collezione del del settimanale
E qui si non si non non non può non non può darsi pace non è possibile fra qualche anno o anche adesso
E fondare un altro giornale come il Mondo di Pannunzio che in qualche modo tenga presente certamente ora siamo in altri tempi gli anni sono passati ma che tenga conto di questa grandissima lezione dell'indimenticabile Mario Pannunzio
Al quale io sento appunto di dovere proprio questa sera
Dire proprio questo Mario Pannunzio grazie di essere esistito così di avere diretto il mondo
Concluderà il condono
Giovanni Russo giornalista e saggista collaboratore autorevole del mondo coerente continuatore della sua lezione attuale
Vicepresidente vicario del Centro Pannunzio
Dopo le testimonianze di Mario Soldati Rossana Hombres Giovanni Russo ricorderà la figura di Pannunzio di cui fu più intimo fedele è sincero amico
L'ambiente del mondo una sua
Atmosfera
La sua irripetibile atmosfera è stato ha ricordato e molto bene stasera
Da
Mario Soldati
Da Rossana Hombres che ha fatto rivivere quell'ambiente quella della redazione in quel modo di affrontare
I problemi nella società italiana
Quel modo di scrivere diciamo pure quello stile
E credo che anche coloro che non vi hanno preso parte hanno potuto almeno intuirne
Una parta almeno intuire che cosa ha significato per chi come Giulia Massari con cui ho condiviso lei lavorava al mondo proprio come redattrice io
Nero collaboratore talvolta ozioso perché talvolta mi recavo solo per stare con gli amici
E non per scrivere ma spesso poi finivo incitato da annunzio per portare degli articoli e quindi
Anche le parole direi del Presidente del Senato Spadolini
Le intense appassionate belle espressioni di Bobbio hanno fatto capire quale era il significato il rilievo che nella storia della cultura della vita civile della politica della società italiana avuta la figura di Mario Parma
E qui e questo fatto che sia stato già creato diciamo così un po'l'atmosfera di quello che era il mondo e di come in quel mondo e nel giornale
Pannunzio si muoveva e che cosa li faceva mi confermo nel proposito di ricordare più forse gli aspetti di impegno politico e civile che Pannunzio ha avuto
Nella storia del giornalismo ma nella storia della vita politica e culturali
La ricorrenza del suo venticinquesimo del venticinquesimo anniversario della sua morte coincide infatti con uno dei momenti più difficili della nostra vita democratica
Con una crisi che coinvolge non solo i partiti politici
Che con la fine del fascismo detto noi loro fondamentale contributo alla nasce la Repubblica della democrazia
Ma anche con una situazione in cui emergono i gravissimi danni provocati dal tradimento di molti principi di etica pubblica e privata
Questi venticinque anni dalla sua morte che eseguì solo di due anni la chiusura della sua creatura i settimanali il mondo in cui condusse nel Pannunzio la sua battaglia culturale e giornalistica invece di appannare né il ricordo
E la Nostalgia per il ruolo egli ebbe nella vita politica e culturale del nostro Paese per collocarlo nel limbo affidato agli studiosi di storia ne hanno reso invece quanto mai attuale l'esempio di insegnamento
Non sono in coloro che ebbero la possibilità di lavorare con lui di frequentarli ma anche in di oggi cioè come punto di riferimento per riprendere la via della ricostruzione della rinascita di una vera democrazia nel nostro ricordare Pannunzio quindi la sua personalità e quello che rappresentò il mondo nella società italiana dal mille novecentoquarantanove
Quando il settimanale nacque fino al mille novecento Sisto il sessantasei quando deluso ma non vinto Pannunzio dovette chiuderne la pubblicazione
Ritorna porre ripercorre il cammino che lo portò insieme con i suoi più stretti amici e tanti collaboratori tra cui alcuno delle personalità italiane maggiori fino alla fondazione durante la resistenza del Risorgimento liberali
E al suo incontro con gli esponenti del Partito d'Azione e che non erano caduti
Nella illusione di poter trovare nella nel marxismo e nella sinistra comunista
La soddisfazione dei loro ideali significa oggi concretamente agire per capire qual è la strada che bisogna imboccare per uscire dal tunnel e soprattutto dalla crisi di fiducia nella politica in cui ci troviamo
Pannunzio era tutto il contrario del giornalista così come inteso nel senso comune e come viene talvolta considerato eppure era un giornalista vero il migliore che io abbia conosciuto
Egli aveva una grande sensibilità per le notizie ho una grande fiducia nella forza della verità un grande rispetto per le idee degli altri anche se diverse dalla sua purché non fossero negate dice dunque
Pannunzio ora quindi la conferma per un giovane che arrivava dalla Provincia dal Sud nella Roma del dopoguerra che il giornalismo in attività è una missione degna di essere svolta da un uomo libero
Queste identità fra pensiero e azione trascrivere operare alla quale c'eravamo educati sui libri antifascisti di Omodeo di De Ruggiero oltre naturalmente di Croce di San di De Santis di Giustino fortunate dall'insegnamento anche di Gobetti era in Pannunzio perfettamente realizzata e non venne in mente
La sua coscienza morale non era un fatto astratto o una forza concreta e operante una testimonianza che il dovere di affermare la verità e il compito di un intellettuale che non è altro e non può aver degli altri
Pannunzio aggiungeva spesso che questa testimonianza si poteva e si doveva dare negli scritti e negli articoli e che chi veniva meno a questo compito lo faceva più spesso per debolezza incoerenza per mancanza di fiducia di onestà anche per ragioni Esterni
Per imposizione di padroni siano essi capitalistici o parchi
Giustamente Indro Montanelli scriveva cinque anni fa nel quando rinvenne qui a commemorare Pannunzio
E come risulta dal libro Pannunzio il mondo pubblicato dal Centro Pannunzio Pannunzio era un uomo di è lite quindi condannato alla solitudine anche in politica
Aveva militato nel Partito Liberale anziana era stato l'anima ma poi si era rifiutato di avallare una delle propensioni conservatrici ed era uscito alla testa dell'ala radicale
Il fatto è che al suo temperamento riponiamo il concetto stesso di partito come oggi lo si pratica corso asfissiante centralismo è infatti un partito i radicali di Pannunzio non lo furono mai proprio gli avvenimenti di questi ultimi anni dimostrano che l'IMI sedimento la degradazione della vita pubblica nascono proprio dal fatto che la maggior parte dei nostri politici e intellettuali hanno rinunciato a quest'idea
Mi è capitato di leggere proprio in quest'occasione un taccuino del mille novecentocinquantacinque
Che molto probabilmente fu scritto anche se questo accadeva di rado dal proprio da parte i taccuini erano come ricordano quelli che hanno letto il mondo puntuali commenti anonimi nella seconda pagina in cui si legge una separazione folgorato
Gli italiani si dicono insofferente di governo ma in realtà adorano il governo
E addirittura non riescono a concepirla se non in forma di governo grande alla cui testa sia una personalità dominante di grandissimo rilievo e che da sola riesca a riempire tutta la scena del Paese
Folgorante perché le cose stanno esattamente così nell'Italia del mille novecentonovantatré e si potrebbero ripubblicare i passi del taccuino per descrivere una parte qual è stata l'atmosfera del Paese
Nell'opinione pubblica e nella stampa nel periodi in cui la stella di Craxi sembrava tutto illuminare e i destini della democrazia italiana dipendere dal suo decisionismo e dalla sua personalità dominante
E dall'altro il senso di smarrimenti e di umiliazione conti con volge tanti di fronte ai veri caduti intorno all'astro tramonta
Si potrebbero ripubblicare i vari passi di quel taccuino ma anche di altri che fotografano già dal mille novecentocinquantasei il male che ha corroso la democrazia italiana e che doveva portarci alla crisi odierne
Come quel taccuino del ventisette marzo mille novecentocinquantasei intitolato la disgrazia di essere onesti vi si legge
Siamo davvero al punto in cui la moralità è sinonimo di stupidaggine procura soltanto manifestazioni di noia e di insofferenza
Non si parlerà si badi bene di quel particolare tipo di moralità che sconfina nel moralismo e che davvero in molti casi può diventare odiosa perché rivela quasi sempre presunzione astrattismo è in causa soltanto Lone Star nella sua accezione più elementare
Non rubare non rientra l'alzare non servirsi del danaro pubblico per scopi privati non favorire il nepotismo non abbandonarsi al trasformismo rimanere sempre fedele ai propri principi ai propri programmi
In queste poche parole sono riassunti i principi a cui si ispirava Mario Pannunzio
Egli non era un uomo superbo né sussiego Urso anzi Cedar anche se dava soggezione
Era un uomo piuttosto timido pieno di curiosità di fiducia nell'intelligenze a questi principi era fedele senza ostentazione si è detto che Pannunzio non erano intellettuale astratto
Appassionato di letteratura e di cinema apparteneva a una generazione che era cresciuta facendo la fronda al fascismo
Con Arrigo Benedetti nato come lui a Lucca e che fu un altro dei protagonisti del giornalismo italiano
Aveva partecipato alle esperienze più brillante di rinnovamento della stampa dal settimanale Omnibus fondato da Longanesi fino alla coalizione di oggi soppresso coi da Mussolini durante la guerra
Dopo aver diretto Risorgimento liberale fondato con Franco Libonati che doveva costargli sembra accanto insieme a Nicolò Carandini
E nel primo dopoguerra Pannunzio fondò il Mondo agli inizi del quarantanove quando dopo le elezioni del diciotto aprile al quarantotto si profilava il dominio della maggioranza assoluta democristiana che poteva rappresentare un grave pericolo per la mancanza di ogni alternativa di vera opposizione
Poiché il partito comunista pur con i meriti che aveva guadagnato nella Resistenza bloccava con i suoi profondi legami che Togliatti manteneva con l'Unione Sovietica
La possibilità di un'opposizione capace di garantire nella giustizia sociale nel progresso anche la libertà la creazione di un'alternativa di questo tipo capace di svincolarsi dal ricatto costituito dalla contrapposizione senza via d'uscita fra le due Chiese
Quella cattolica e quella comunista
Puro scopo essenziale a cui Pannunzio dedicò i suoi sforzi con il mondo e con le altre iniziative Daloui ispirati dei convegni degli Amici del Mondo fino alla fondazione del Partito radicale di democrazia liberale nel mille novecentocinquantasei
Sforzi che lasciare una traccia profonda anche se non riuscirono a modificare il sistema che come Pannunzio il gruppo che si riunì intorno all'UCOII prevedeva fosse destinato a degenerare
Quando nacque il mondo la cultura laica italiane era quindi sconfitta e divise
Pannunzio concretizzò nel mondo quello che a nessuno più riuscito né a un singolo intellettuale né a un gruppo politico perché il Partito Comunista faceva prigionieri gli intellettuali nella sua concezione gramsciana dei rapporti di dipendenza della cultura dal partito
Egli raccolse attorno al settimanale l'azione di intellettuali non organici ma impegnati in una battaglia civile politica e culturale che doveva durare ben diciotto anni
Si leva l'autorità morale alla della de alla sua personalità oltre che alla sua capacità di organizzatore culturale se poter fare incontrare sulle stesse pagine
Personalità così diverse di idee temperamento come Benedetto Croce e Salvemini Einaudi Esarcato Ernesto Rossi al leone Cattani
Mario Paggi Alessandro Galante Garrone Panfilo Gentile Ignazio Silone Ugo la Malfa che veniva quasi ogni sera a trovarla
E Arrigo Benedetti il suo compagno d'infanzia che con lei condivideva ansia e idee politiche culturale Aldo Garosci e Leo Valiani
Nicolò Carandini l'amico caro Paolo Pardini troppo presto scomparso
Nicola Chiaromonte Arrigo Cajun mi Achille battaglia Mario Ferrara Guido Calogero Carlo Antoni Enzo Tagliacozzo Ferdinando Santi Riccardo Lombardi
E scusate se faccio questo elenco di nomi ma per ognuna di queste nomine
C'è dietro un'onda di ricordi è un significato politico in una funzione che non era mai confusione di liberali crociani salde Mignani ex azionisti e rappresentanti della migliore tradizione socialista
Cioè tutta la cultura laica che conta
Aggiungiamo ancora i nomi già fatti ma non dimenticabili di Vittorio De Caprariis Francesco Compagna Rosario Romeo e poi il grande storico Arturo Carlo ieri
Massimo Salvadori Eugenio scarto di Mario Vinciguerra è di leopoldo portarvi con cui poi si ebbe la frattura irreparabile che spezzò l'unità tra gli amici del mondo
Tra l'ottobre sessantanove il marzo sessantadue senza contare i giornalisti famosi come Paolo Monelli Vittorio corresse a Riccardo Aragno San Gian Gaspare Napolitano Sandro De Feo Ercole
Scrittori come con le parti rileggendo questi scrigni scritti del mondo ci si accorge che essi sono legati da un'intima coerenza che non deriva da un programma ideologico
Ma da un atteggiamento etico che ha le sue radici nella grande tradizione liberale europea e che può riassumersi nella frase di Salvemini secondo cui la libertà non è solo la libertà propria ma soprattutto quella degli altri
è questa la ragione che consente di affermare oggi l'attualità e la vivezza dell'insegnamento di Panucci che fa apparire sempre solo a chi non crede che i valori della libertà il rigore morale
Siano gli undici metri di giudizio validi per una società che voglia considerarsi veramente degno della democrazia
Il mondo anche per merito di Ernesto Rossi ha avuto un ruolo determinante in nella polemica che sembra oggi
Così grave e che è oggi così necessaria contro il sottogoverno il malcostume il termine sottogoverno in cui affondano le radici la peste della corruzione di partiti che hanno già sembra travolgendo i fu coniato da Panfilo Gentile nella sua rubrica firmata vero
Ernesto Rossi proseguì nel mondo la campagna moralizzatrice in nome di una con il via libera dei convenzionamenti ed ai condizionamenti sia degli interessi privati che dei controlli di uno stato parzialmente pianificatore
E l'impegno civile di Salvemini
Come scriveva nell'introduzione al suo libro i padroni del vapore
Che raccoglie gran parte di articoli pubblicati nel mondo alti sono raccolti in un altro volume dal titolo oggi particolarmente significativo Settimo non rubare
Il
Iscrivermi Ernesto Rossi i baroni delle nostre industrie sfruttano più che possono il mercato interno con pratiche monopolistiche riversa nostri contribuenti le perdite loro affari sballati
Sottraggono la maggior parte possibile del loro reddito al pagamento delle imposte
Hanno una mentalità affaristica che riconduce attenere le industrie come base delle loro acrobatiche speculazioni i castelli di carta delle società catena sono caratterizzati dall'assenza completa di scrupoli quando si tratta di comprare giornali
Finanziare i partiti appoggiare candidature al Parlamento corrompere funzionari per ottenere favori e privo di è un ritratto identico a quella che è la realtà
Il pelata dalle indagine giudiziaria ci mostra e oggi era il settembre cinquantaquattro quando usciva questo libro che raccoglieva solo una parte degli articoli di punta del mondo e sembra che sia stata scritti oggi dopo Tangentopoli
Dal mille novecentocinquantacinque i convegni degli Amici del Mondo affrontano i nodi della società italiana che oggi appaiono ancora irrisolti
I convegni che affiancano la vita del settimanale per ultimi dieci anni
Trattarono della programmazione della lotta alla speculazione edilizia della questione dell'energia della libertà di stampa della riforma della scuola del finanziamento dei partiti
Dei rapporti tra Stato e Chiesa della lotta ai monopoli dei mercati generali del petrolio fino al convegno dal trentuno gennaio al primo febbraio intitolato significativamente verso l'
Il regime il termine su cui oggi si è aperto il dibattito a cui Norberto Bobbio e altri intellettuali hanno partecipato proprio sulle caratteristiche assunte
Dal sistema politico italiano
Presidenti delle varie sedute di questo convegno intitolato verso il regime furono Vincenzo arancio Ruiz Achille battaglia Arrigo Benedetti
I don Calogero Nicolò Carandini leone Cattani Nicola Chiaromonte Tristano Codignola Giorgio levi Della vida Riccardo Lombardi Ferruccio Parri
Paolo Serini lignaggio Cylone Nino Valeri Bruno villa Bruna Bruno Visentini
Le relazioni furono tenuti da Mario Boneschi sulla crisi delle istituzioni da leopoldo portarvi che cosa fare da Ernesto Rossi una riforma per la RAI
La prevalenza di un partito se risparmiò al nostro Paese si scriveva nel manifesto che presentava il convegno verso il regime il pericolo dell'instabilità governativa fece sorgere all'opposto pericolo
Quello di una parte politica che detenendo il potere in modo incontrastato tende appunto a trasformarsi in regime
Confondendo l'interesse proprio con l'interesse della generalità sostituendo alla legge il proprio ab arbitri ecco cosa diceva il manifesto congressuale di quel compito
Il ruolo principale del mondo fu quindi una battaglia in nome della moralità pubblica e nello stesso tempo lo scopo fu quello di creare una forza laica di alternativa non si tra le Sciarra di esaminare la condizione sociale delle varie categorie dei lavoratori
Di criticare la bigotteria della piccola borghesia di denunziare alle condizioni di miseria e di arretratezza del Sud delle deficienze dei servizi pubblici di battersi per la difesa dell'ambiente e del paesaggio in un momento in cui questa tendenza era dai Praga Matisse ti derisa e quasi considerata un pezzo di intellettuali aristocratici
Esteri ma era anche la polemica verso la politica dei comunisti l'ambiguità di Togliatti legato all'URSS e allo stalinismo così come da sola Nostalgia fasciste di una destra retriva
Era una scelta difficile di minoranza quella delle Cassandre del mondo così chiamate dei loro dei suoi avversari perché rimaste inascoltate
E a cui eventi dal mille novecentottantanove ad oggi hanno dato pienamente ragione con il crollo del comunismo e della sua ideologia lo sfascio delle istituzioni la scoperta della corruzione di Stato di Tangentopoli
Il mondo prendeva di mira gli intellettuali cosiddetti impegnati
I vivi anche altri su cui Flaiano scriveva satire così efficaci
Le vignette di Maccari dovrebbero essere ristampate tutte oggi da quelle sulle malefatte democristiane o della chiesa a quelle sulla crisi comunisti
Ce n'è una che era presente un gruppo di preti a Dorando un televisore con la scritta beni di di video
Una che era presente gli intellettuali di sinistra Mosca con la scritta il Ca'trattino viale del tramonto
E un'altra con i carri fitta viale del tramonto un'alta con i carri armati che sparano sugli operai ungheresi con la scritta operai di tutto il mondo sparpagliate
Questo spirito e civile laico circolava
In tutte le parti del settimanale da quelle saggistica letteraria che hanno fatto scoprire nuovi scrittore narratori italiane e straniere hanno per
Sto le porte della cultura europea i suoi lettori a quelle dedicate alle inchieste giornalistica del conformiste sulla società italiana ai ritratti
Ricordi Tumi come quella colonna l'invitato in cui Giulia Massari con cui abbiamo avuto tanti hanno in comune riprendeva la Roma del suo tempo N fusti Gava abilmente e graziosamente i costumi
Agli al cinema al teatro alle vignette satiriche di Maccani dibattiti e alla scelta delle fotografie che per merito di Pannunzio di Flaiano creare uno stile che per la loro efficacia è per il loro tematica le rende ancora oggi
Documenti di un tempo e non fotografie passeggeri
Pannunzio gli intellettuali del mondo furono politicamente sconfitti l'idea di una terza forza non si realizzò veramente mai e il centrosinistra in cui tante speranze erano state riposte non assolse il suo compito e deluse profondamente il mondo doveva cessare le sue pubblicazione nel mille novecentosessantasei sia per difficoltà economiche fuga di collaboratori come ha scritto il naso lettera Pannunzio sia perché sembrava nel cambiamento dei tempi che non ci fosse più una speranza di opposizione come scriveva basso abbasso
Pannunzio per il conformismo delle forze di sinistra forse anche per questo concludeva la sua lettera Pannunzio a Lelio Basso il mondo è morto in piena solitudine a ripercorrere oggi le pagine del mondo compito in cui ci soccorre Antonio Cardini nel col suo libro Tempi di ferro il mondo dell'Italia del dopoguerra pubblicato dal Mulino
Si osserva e si si accorge che fu porse guida per diciotto anni una linea di grande coerenza dall'intuizione europeista
Che come ricordo spinse Pannunzio nel mille novecentoquarantanove a chiedere un colloquio Eisenhower e dove Luis forbice aiuto con Altiero Spinelli e Carlo Sforza avendo ottenuto l'appoggio di azionare un euro otto Vitta
Che
Fu però o impedita dalla posizione sciovinista dei governanti francesi alle posizioni di politica estera coerentemente filo-occidentali a favore del Patto Atlantico alla fedeltà al pensiero di Croce alle grandi tradizioni del pensiero deve pratico liberale
Conciliando connessa all'eredità del Partito d'Azione
Sarebbe troppo lungo citare i nomi di tutti coloro che avevi dire una grande compito culturale politico della rivista dove accanto a Salvemini Inaudi Rossi Doria scrisse anche Sandro tax Scala prima storia del Partito comunista italiano e dei suoi rapporti con lo stalinismo
Una storia la quale fu poi pronti può pur dette poi origina dure polemiche quando agli atti e compaia ettari all'accusa di inveterato anticomunista nel libro di Cardini si ricordano due episodi significativi
Uno è il caso Tambroni nel mille novecentosessanta quando Brondi tenta l'apertura a destra dette l'incarico a Tambroni che ebbe l'appoggio dell'MSI io ricordo quei giorni Pannunzio non esitò a schierarsi proprio insieme con quei comunisti che non credevano
Anche lo credevano un anticomunista inveterato contro la minaccia di una destra fascista
Allora c'erano le guardie della celere nel portone del mondo a via Campo Marzio quando Pannunzio era pronta a creare un nuovo comitato di liberazione
Lei che episodi o Tambroni il passo anche per merito e per la fermezza bisogna ricordarlo con cui Pannunzio si rivolse al Capo dello Stato e mise il mondo al servizio de di un di una lidi delle idee della libertà contro questa svolta di destra l'altro episodio
è piuttosto triste e la storia della della scissione complicate di cui di cui tra poco parleremo Pannunzio con il partito radicale con la terza forza polo di illusione del centrosinistra può considerarsi un uomo sconfitto voglio ricordare ancora qualcosa che scrisse Indro Montanelli sulla Stam va in intervistato sempre in quell'occasione
E che poi ripete i durante la sua commemorazione
Pannunzi il mondo morì anche per ragioni finanziarie certo di scrive Montanelli ma non solo per quello era sempre stato un giornale libero quindi povero con una tiratura di un date queste il suo grande titolo di merito e di onore senza dubbio Pannunzio non volle mai un settimanale a grande tiratura e non fece mai nullo perché il mondo lo diventasse fu un tipico settimanale di è lite come tale visse e morì ma morì anche perché Pannunzio era deluso di questo sono stati testimoni la battaglia del centrosinistra l'avevamo fatto insieme sia pure da sponde diverse entrambe riuscirvi segnate una profonda delusione Pannunzio comunque molto più di me perché si era inverato impegnati messa con grande entusiasta
Due anni dopo la chiusura del mondo l'uomo che ne era stato
L'animatore morì oggi ci resta qualcosa di più del suo insegnamento
Egli aveva indicato la strada che bisogna tornare ad imboccare per risalire la china egli stesso del resto congedandosi gli elettori del mondo non credeva che il suo compito come diceva Nicola Chiaromonte
Fosse cessato perché come diceva Ciccone Chiaromonte
Ogni intellettuale non rappresenta nulla se non manderà a qualunque costo il principio stesso dell'individualità il rifiuto alle menzogne utili e il diritto al dubbio alla critica
Proprio questa coerenza con questa fermezza e questa coerenza determinarono la rottura con il il caso piccato nel volume di Renzo De Felice uscito nel sessantuno comparve il nome di leopoldo Piccardi come partecipando a un convegno razzista anti ebraica nel mille novecentosessantatré in Germania
Questo fu indusse Pannunzio a sollecitarlo a dimettersi Ernesto Rossi prese invece le difese di piccato nacque un dissidio insanabile
è nonostante i tentativi di mediazione di molti il gruppo di si ruppe Ernesto Rossi cessò la sua collaborazione
Questa divisione russi alla crisi del mondo
Così
Il mondo Fini ma Pannunzio non pensava che il suo compito fosse Fini
Se oggi consideriamo scriveva Pannunzio nel suo ultimo articolo articolo di congedo conclusa la nostra giornata non è per rassegnazione né perché consideriamo che il nostro compito si esaurì
Vorremmo dire al contrario che mai come ora abbiamo sentito urgente bisogno della partecipazione attiva alla vita pubblica e alla civiltà morale del Paese di uomini appassionanti indipendenti intransigenti Harrison
è il messaggio
Che Mario Pannunzio ci lascia è che il sempre valido un invito che vorremmo raccogliessero tutti coloro che credono ancora nel ruolo degli intellettuali e che reagiscono al disgusto per la situazione attuale
Non con la rinuncia ma con la fiducia nella riaffermazione dei valori che sembrano oggi essere stati sconfitti
Io
Credo di non dover aggiungere altro se no di ringraziare il ringraziamento verso tutti il relatore partecipanti poiché sottolineare il fatto che abbiamo costruito un uomo politico soltanto l'ingegner Fulcherio
E credo che quello che abbiamo sentito da questa parte
E le sedie idealmente vuote degli uomini politici invitati
Siano coi il sugo di tutta la storia per dirla con Manzoni
E non sono fuori dell'argomento perché vorrei ricordare che Mario Pannunzio proprio in quei giorni del sessantotto in cui gli studenti
Bruciavano senza averlo neppure letto il grande libro di Manzoni volle fare l'ultimo viaggio accompagnato dai Promessi Sposi
Di non giovani anche in questo Pannunzio sia lasciato un'estrema lezione di stile
Che è andato completamente smarrita ma che noi almeno come Centro Pannunzio si impegniamo da venticinque anni indegnamente ricercare non dico di continuare
Almeno di preservare vi ringrazio molto