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24 NOV 2017

intervista

Intervista a Gianni Cuperlo sul suo libro «Sinistra, e poi. Come uscire dal nostro scontento» (Edizioni Donzelli)

INTERVISTA | di Lanfranco Palazzolo - Roma - 13:37 Durata: 14 min 56 sec

A cura di Enrica Izzo

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"Intervista a Gianni Cuperlo sul suo libro «Sinistra, e poi. Come uscire dal nostro scontento» (Edizioni Donzelli)" realizzata da Lanfranco Palazzolo con Gianni Cuperlo (deputato, presidente del Centro studi del Partito Democratico).

L'intervista è stata registrata venerdì 24 novembre 2017 alle ore 13:37.

Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Austria, Blair, Centro, Consumi, Corbyn, Crisi, Cuperlo, De Gaulle, Democrazia, Destra, Economia, Elezioni, Est, Europa, Germania, Giovani, Gran Bretagna, Inflazione, Integrazione, Iscrizioni, Istituzioni, Italia, L'ulivo, … Lavoro, Le Pen, Legge Elettorale, Liberalismo, Libro, Macron, Merkel, Movimento 5 Stelle, Nazionalismo, Obama, Pannella, Partiti, Partito Democratico, Partito Radicale Nonviolento, Politica, Polonia, Regionali 2017, Regioni, Renzi, Repubblica Ceca, Riforme, Schulz, Scuola, Sicilia, Sinistra, Slovacchia, Socialismo, Societa', Spagna, Ungheria, Uninominale, Unione Europea, Veltroni.

La registrazione audio ha una durata di 14 minuti.

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Radio radicale siamo con Gianni Cuperlo del partito democratico il giorno dopo la presentazione di sinistra e poi di libro edito da Donzelli che che ha è stato presentato ieri nell'auletta dei gruppi parlamentari insieme a a Matteo Renzi è un dibattito che naturalmente radio radicale ha seguito indiretta e innanzitutto che cosa ha voluto dire nel col col suo libro che mi sembra e il suo secondo saggio ne ha fatto un altro con
Con la dizione diciamo triestina basta cercarla cosa del genere se non ricordo male fisicamente altri due uno in anni lontani con Donzelli sulla par condicio ma risaliamo a un'altra era storica
E nel due mila e nove per i comunque son passati otto anni questo basta cercare con spazi gli ultimi due quello del due mila e nove e questo è uscito adesso nelle seggi nel Carmine Donzelli tutto sommato hanno un filo che li collega e dell'idea che
La sinistra deve ridefinire se stessa a partire innanzitutto da pensiero che utilizzi anche come spiega bene Mauro Magatti in un saggio appena uscito nuove categorie un nuovo paradigma rispetto al fatto che alle spalle abbiamo la crisi più profonda
Lunga duratura che ha investito l'Occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale e quindi non torneremo più a all'economia alla società i consumi
Le aspettative di vita di prima
E la grande prova per una sinistra che voglia misurarsi con quella che viene chiamata la modernità è
Capire come ricollocare sui principi sui valori fondamentali libertà uguaglianza un senso di giustizia il valore del conflitto che è una bella parola una sana parola della democrazia dentro questo nuovo tempo
La presentazione di ieri è stata interessante per me avevo chiesto naturalmente io a al segretario del Pd la sua disponibilità a dialogare sulla merito di questo libro
E e grazie a voi per avere seguita rilanciato questo incontro era interessante per Melilla la conversazione con Renzi perché con credo nato anche di sincerità di onestà intellettuale io
In apertura di questo volumetto provò a spiegare perché il problema non è rappresentato da una singola persona
Nella logica di chi indica in Renzi il l'avversario da da sconfiggere o da sperare o l'ostacolo da rimuovere io ho condiviso diverse tra le riforme che abbiamo realizzato in questi anni di governo su altro avuto un dissenso anche molto esplicito pensa già passata alla buona scuola alla riforma elettorale alle due riforme elettorali per come l'abbiamo licenziate
Però mi rendo conto che ci sono state luci e ombre cose positive limiti ed errori ma credo che i problemi che accennavo e che riguardano la identità la natura la missione della sinistra in questo nuovo tempo siano problemi che vengono da più lontano
E hanno molto a che vedere se parliamo del partito democratico con le stralci di fondamenta le poco profonde fondamenta che abbiamo scavato per tale corpo evita a un progetto così ambizioso e quindi sono problemi che vengono dapprima
Dell'ingresso di Matteo Renzi sulla scena politica nazionale e però questo non toglie che insieme a oggi al gruppo dirigente di questo partito quei problemi vanno affrontati e qui veniamo all'attualità e chiudo è evidente che le divisioni che oggi attraversano il campo più largo del centro sinistra
Non vanno secondo me nella direzione di aiutare a risolvere questi a sciogliere questi nodi a dare delle risposte convincenti a questi interrogativi
Dico ma cosa talmente ovvie banali e l'abbiamo ripetuto in tanti in queste settimane non mi sembra che era questa banalità non si possa prescindere la Sicilia ha tolto ogni alibi a chi ancora ne usava alcuni ma quando la la sinistra si divide
Non è che vince una parte sull'altra semplicemente perdono entrambe nove siamo in questa condizione dovremmo cercare con un soprassalto di il coraggio di responsabilità di umiltà e di generosità di ricomporre quel perimetro largo di un centrosinistra di governo che in altre stagioni pensa l'Ulivo è stata la molla
Che ha parlato alla coscienza di milioni di elettori
Quindi lei ritiene che sia Veltroni che Renzi abbiano sbagliato
In questa in questo tentativo di auto su licenza del partito democratico
Ma adesso non è un problema di pagelle o di voti ritengo che la linea dell'autosufficienza del partito democratico sia stata smentita dalle urne questo principale motivo per cui è è stato giusto correggere quella impostazione il punto è che siamo transitati da una vocazione autosufficiente ad una ritorno alle coalizioni con una legge elettorale che per le ragioni che avete immagino mille volte ricordate in queste settimane reintroduce collegi uninominali maggioritari per un terzo degli eletti
E in una logica delle coalizioni dove
Apparentemente ma forse anche nella realtà il centro destra da destra risultano avvantaggiati perché una coalizione pare essere in grado di pare che siano in grado di di di di di realizzarla
Per noi che gli ostacoli sono maggiori la situazione più divise più difficile però insisto non non non ascolto più nessun appello perché su questo piano ha ragione chi dice che
Oramai di buone intenzioni e di appelli all'unità è lastricata la storia la strada della storia però non c'è dubbio che dovremmo almeno provare ad affrontare questa campagna elettorale
Considerando che il nostro avversario non è quello che ci sta più vicino Pilato e quindi anche se non riusciremo ad aggregare in una stessa coalizione tutte le forze che insistono sullo stesso campo lo stesso perimetro quello di un centro sinistra di una sinistra di governo
Bisognerà provare a fare di tutto
Dedicare ogni impegno ogni risorsa a sconfiggere l'idea che Bersani che sono la testa
Questo modello di di di centrosinistra del PD lei a quale altro modello europeo lo vede simile a quello dell'Spd che oggi è dibattuta se riproporre una grande coalizione a quello blairiano
O addirittura quello del del del modello di Macrone che viene spesso a associato alle idee di di di Renzi
Ma dire che il modello blairiano appartiene ormai alla alla cronaca storica nel senso che labour ha fatto una scelta diversa investito su una leadership alternativa quel modello Colvin ha portato il partito laburista ad un risultato significativo dal punto di vista del consenso in particolare del consenso nelle generazioni più giovani anche questo forse vuol dire qualcosa
Parlando di un leader che non è certamente di nuova generazione ma che ha compreso come la ricetta blairiana aveva finito con il rappresentare agli occhi di milioni di elettori
Delusi e soprattutto colpiti dagli effetti della crisi una sorta di palliativo ecco di
Antibiotico rispetto ad una ricetto mainstream liberista che si è rivelato penalizzante per le fasce più esposto della popolazione quindi una sterzata in termini di cultura politica di programma di governo che non ha consentito al ai laburisti di vincere le la sfida elettorale Magliari ricollocati riposizionati nella vicenda politica del loro Paese
Capitolo tedesco fa storia a sé per tante ragioni perché la Germania uscita dal secolo breve dal Novecento anche alla luce delle tormentatissima tragiche vicende che l'hanno contrassegnata con una sorta di totem è un incubo ottenne è stato quello della stabilità dei suoi governi nell'incubo quello dell'inflazione che dopo mai ma è una sorta di di pericolo che non viene mai rimosso nella sensibilità della Prima Repubblica di quel Paese
Oggi l'inflazione non è all'ordine del giorno dei problemi ma il fatto che la Germania
La locomotiva d'Europa
Dal punto di vista economico e non solo si trovi da due mesi e più in una condizione di instabilità e che si ragioni sulla possibilità di nuove elezioni
O in alternativa su un corteggiamento molto serrato verso le schede di Martin Schulz che aveva fatto una scelta molto nette molto chiara in campagna elettorale mai più grande coalizione conoscendo il prezzo pagato per quella strada per quella scelta
Tutto questo può della Germania al centro dell'attenzione ed è una crisi quella del sistema politico tedesco che riguarda da vicino anche anche noi perché manifesta ancora una volta
La realtà di un'Europa dove elementi di instabilità
Governi coalizione Ali mettono radicalmente in discussione quella impostazione quasi quelle ideologia del bipolarismo che ha dominato gli anni Novanta e parte degli anni zero
E dal punto di vista francese matrone una come definirla un'esperienza del tutto anomala
è la prima volta dopo
La nascita della Quinta Repubblica che all'Eliseo si insedia un inquilino che non proviene dalle grandi famiglie dalle grandi culture tradizionali la cava un po'nel suo movimento ha sconfitto sia Fronte socialista che il fronte gollista per fortuna a sconfitto soprattutto il fronte le tennista c'è la destra estrema e questo ovviamente dato da cui non si può prescindere
Io credo che sia io che lei fossimo stati chiamati a esprimere il nostro voto è ballottaggio avremmo scelto l'attuale presidente della Repubblica francese
La sua la ricetta per l'Europa si muove dentro un'ottica che sembra vero da una parte usare un linguaggio
Di di nuova integrazione di nuove solidarietà anche se poi le prime mosse della presidenza francese pensiamo soltanto alle che era il che hanno caratterizzato rapporto con nostro paese sul versante delle fusioni del con i grandi gruppi si muove nella logica è sempre stata la logica di quel paese cede la difesa degli interessi
Prioritari della Francia dunque alla fine l'Europa è attraversata come la sinistra europea da dinamiche diverse non abbiamo accennato alla Spagna non abbiamo parlato di altre situazioni che meriterebbe la nostra attenzione non abbiamo accennato a che cosa accade nel nell'Est europeo il quartetto di di Segrate
Polonia Ungheria Repubblica Ceca Slovacchia che potrebbe diventare facilmente un quintetto dopo il risultato del voto a Vienna e lì c'è una nuova destra arrembante con caratteristiche illiberali che dovrebbe allarmare
Tutte le sere miscele democrazie tutti sinceri liberali del continente quindi
Io credo davvero l'ho fatta troppo lunga lei mi perdonerà ma la domanda ho mai o no fatta molto lunga ma non credo che ci sia oggi un modello al quale riferirsi un papa straniero al quale fare riferimento non puoi non vedo un nuovo Obama comparire all'orizzonte e la sinistra italiana troppo spesso e troppo a lungo si è votata a diciamo alla politica o alla al primato di di questo o quel leader comparso sulla scena poteva essere Zapatero poteva essere Blair per fortuna è stato Obama nella fase più recente credo che sia davvero un'opera complessa ridefinire
Natura e il pensiero insisto su questo aspetto di una sinistra
Che deve necessariamente fare conti non tanto a questo punto e non solo con la sua storica la sua tradizione ma con il nuovo mondo che abbiamo davanti a noi
Certo l'ultima considerazione che esula dal dal suo libro ma che in fondo poi lo riguarda anche io ricordo che lei aveva un buonissimo rapporto con con Pannella spesso commentavamo le sue interviste a radio radicale anche quando era segretario della Federazione giovanile comunista
Lei lo sa che il partito radicale sta raccogliendo iscrizioni per la sua sopravvivenza volevo sapere se sapeva questo è se aveva pensato di di iscriversi al partito radicale che cosa ne pensa della logica del doppio del doppio partito della doppia tessera
No sinceramente non non ce l'ho pensato non ci ho pensato lo ricordo di di Marco non ricordo intenso Cuoso
è una personalità che manca manca molto poiché la comunità radicale ma in generale ma anche secondo me
A una dibattito pubblico
Di questo paese che ha fruito spesso della sua
Della sua
Capacità di di sollecitare pensiero di provocare ma sollecitando anche riflessioni
Che spesso si sono rivelate
Un'avanguardia di qualcosa che è venuto dopo no alla doppia tessera non ho prestato per la verità io appartengo a quella generazione che viene da una tradizione abbastanza rigida per il cui ci si iscrive ad un partito alla volta però tutto quello che si potrebbe fare che si potrà fare per contribuire a far sì che questa realtà
Della politica italiana oramai credo che sia il partito di più antica tradizione lignaggio nel panorama delle sigle politiche di questo Paese anche questo qualcosa vorrà dire
Tutto quello che si potrebbe e si potrà fare per sostenere le ragioni all'esistenza di questa cultura questa storia milita da quella parte
Io la ringrazio molto ringrazia Gianni Cuperlo autore di sinistra e poi libro saggio edito dato Zell i che ha visto la la sua prima la presentazione ieri alla l'auletta dei gruppi insieme al segretario del Partito Democratico Matteo Renzi grazie ancora

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