Le parole e le cose - Conversazione con Simone Perotti sul suo libro «Atlante delle isole del Mediterraneo» (Edizioni Bompiani)

Radio radicale bentornati in questo nuovo appuntamento delle parole e le cose abbiamo nei nostri studi Simone Perotti benvenuto a radio radicale grazie grazie bello essere qui
Allora ci viene a parlare oggi del tuo ultimo libro edito da Bompiani Atalante delle isole del mediterraneo storie navigazione arcipelaghi di uno scrittore marinaio allora ti definisci già nel titolo scrittore marinaio una definizione molto bella perché ci porta proprio nel cuore del tuo libero l'idea di ritrovare innanzitutto
Non tanto un percorso geografico un percorso di viaggio un percorso cartografico ma un percorso interiore tu cerchi con questo libro di ricollocare l'uomo al centro del dell'universo che sembrerebbe una pretesa eccessiva per un libro però in realtà ci riesci perché questo è un volume che un atlante come recita il libro ma è anche in qualche modo un atlante interiore spesso l'uomo diventa sempre più turista sempre meno viaggiatore e e sempre meno viaggiatore nella sua contemporaneità nella sua nel suo habitat naturale quasi uno stereotipo alle volte l'idea del viaggiatore che sembra appunto uno che deve per forza andare dall'altra parte del mondo per trovare qualcosa
E questa visione viene sempre meno
A fare
Da corollario tutto questo c'è il Mediterraneo che ovviamente è un ma aree importantissimo per la nostra civiltà e per il nostro sviluppo anche intellettivo intellettivo e questo viaggio che cercava di arrivare a capovolgere un po'le certezze le conoscenze e le ambiguità mentali che ci portiamo dietro allora innanzitutto come è stato vivere questo atlante delle isole mediterranee per primo
Per grazie tanto è attivato almeno dieci linee di di ragionamento molto importanti che sono epoca di decadenza talmente tanto
Profonda che quando inizia a parlare di questioni come il viaggio interiore sembri subito simpatico Fricke Tone o una un personaggio come dire da prendere con le molle o con le pinze perché e e talmente tutto svilito che persino di riferimento viaggio interiore sembrava cosa banale invece non lo è affatto come non lo è parlare del Mediterraneo come tu hai giustamente riferito che nell'ambito di questo viaggio reale immaginario
Perché anche qui da G. Dario il Mediterraneo pensiamo tutti di sapere cosa riconoscerlo è che sia un concetto semplice
E infatti poi si vede tanto quanto ci sbagliamo perché di fronte le grandi scelte mediterranea siamo completamente in impreparati metteranno a un mondo è il settimo continente
è un luogo dove si fronteggiano non solo tre continenti a loro volta a contatto dove sono nate le più le tre importanti religioni monoteiste dove arabi musulmani non arabi eredi di una tradizione così meticcia come non me ne viene in mente un'altra come come la la cultura europea
Faticano ancora a trovare un linguaggio comune c'era un linguaggio comune nel Mediterraneo non era l'inglese era il Sabir che si è parlato fino alla fine del mille ottocento che era la lingua dei marinai che era un miscuglio tra genovese veneziano arabo giudaico e spagnolo
Ed è una lingua perfettamente funzionante perché era la lingua come conseguenza della vita quando hanno provato a creare una lingua comune hanno fatto l'esperanto senza la vita infatti è naufragato prima di partire
E questo intralcio alla comunicazione la dice lunga su come guardando al Mediterraneo ci sbagliamo più spesso che non questo viaggio anche importante dirlo ai lo hai citato te fatto non da uno scrittore e basta restano un punto importante della storia ma da un marinaio c'è uno che vive nel mare e e tocca fisicamente
Le coste di le isole di questo mare questo fatto aspetto importante lesione poca in cui quasi nessuno di chi parla dice cose che ha fatto dice cose che lo riguardano profondamente questo è un po'un impegno morale invece del
Di chi fa comunicazione io non scrivo di montagna perché chiunque se ne intendesse dopo una riga capirebbe che sto improvvisando sto cincischia no non è il mio mondo
Credo che scrivere non sia così necessario ma se lo si fa
Lo si debba fare con l'onestà di raccontare solo quello che si sa quello che si conosce per esempio le isole del Mediterraneo dove io sono stato tante volte dove viaggio dove
All'interno di progetto e mediterranea oggi che è un giro per tutto il Mediterraneo di cinque anni terreno arrivato al terzo anno di di navigazione siamo già state nel Mar Nero veniamo da Beirut da Tel Aviv adesso sono sbarcato qualche settimana fa intervistiamo i grandi intellettuali del Mediterraneo per avere le migliori idee del Mediterraneo ma anche prima di questo viaggio
è il mio mondo insomma il mondo dove io vivo le isole che di qui parlo le conosco
Ho tentato di raccontare quello che invisibile indescrivibile se non attraverso la finzione letteraria che ci aiuta dove la descrizione si fermerebbe proprio perché c'è talmente tanta raccontare che dopo che abbiamo definito lo spazio geografico non abbiamo neanche iniziato a dire ciò che davvero serve di raccontare
Ed è davvero uno spazio dell'immaginazione della
Ecco perché io parlo di gelo soffia in questo volume perché la geografia è una cosa la filosofia è un'altra ma girare nei luoghi essere dentro i luoghi e cercarne il vero senso profondo significa fare qualcosa di più della singola geografia
Né con la la peculiarità di questo libro è costituita anche dal linguaggio linguaggio che non appartiene alle carte nautiche alla diciamo tradizione chiara e netta della cosiddetta letteratura di viaggio ma sì fondono tanti generi è un libro pratico per i nostri ascoltatori molto o può etico che ha dei picchi narrativi importanti
E in qualche modo questo lo fa
Sfuggire anche a delle categorie il libro di viaggio generalmente un libro che ha una nicchia abbastanza ristretta
Ed è un peccato perché di solito i libri di viaggi sono i migliori libri anche di come dico sempre sul limite dei trattati di sociologia applicata però questo mondo ci consente in qualche modo che tu racconti all'interno
Di questo atlante delle isole del Mediterraneo di comprendere la Società del Mediterraneo allora in questo progetto finché tu stai facendo che è parte anche di questo libro
In qualche modo vediamo quello che il Mediterraneo è veramente dico è veramente perché la narrazione della cronaca ce lo restituisce come o un una un mare che serve per fare la sponda disperati che giustamente fuggono dalle crisi da conflitti dei cambiamenti climatici nel sud del mondo oppure diventa solamente un territorio militari un territorio di scambio mercantile
In realtà il Mediterraneo che ci racconti è tutt'altro
La la la prima parte della tua domanda molto affascinante perché il racconto del mare è una cosa che paradossalmente nella cultura italiana è sfuggito sfuggito e dopo i primi sei libri dell'Eneide che sono un racconto di mare mutuato sull'odissea sulla retina otite
Abbiamo smesso di scrivere di mare essere davvero non c'è salvo pochissimi casi
Una letteratura nautica nel paese al mondo che ha la più antica tradizione nautica anche di questo siamo profondamente ignoranti
Non sappiamo che siamo il Paese con la maggiore tradizione nautica al mondo non ne abbiamo scritto mentre c'era da raccontare le grandi esplorazioni e Tommaso Moro nel mille cinquecentosedici scriveva
L'isola di utopia in un Paese come l'Inghilterra che non stava partecipando alle grandi scoperte quindi non aveva nulla più di noi per essere affascinato dalle notizie che circolavano
Noi non abbiamo scritto altro che la GM Gerusalemme
Liberata è Rolando arriva nell'Orlando Furioso a a su un'isola a cavallo di un di un Grifo alato quindi neanche navigando ci arriva dovendo atterrare invece che
Che prende l'ormeggio siamo rimasti impermeabile alla fascinazione del Grande Mare e questo è un miracolo come un mistero una cosa che non non si sa come sia avvenuta come immaginare la letteratura russa senza la neve o la letteratura del Sudamerica senza i Barrios i coltelli Pancheri le ma alle milonghe o quella francese senza i salotti e le Madeleine
è un è un autentico mistero in cui davvero non so come
Ecco come questo sia accaduto io cerco di fare quello che vedo che non è mai stato fatto che è raccontare il mare raccontare il Mediterraneo in questo racconto c'è capitato oltre che viaggiando mi è capitato di essere nel Dodecaneso durante la grande crisi dei migranti di dare una cima a una barca di disperati che non avevano neanche la la forza per alzare un braccio e prenderla questa cima che era la loro unica salvezza
Ho visto che non c'erano motovedette della Capitaneria turca e greca in mare che era stato creato quel corridoio ho intervistato i migranti che mi riesce ma raccontavano che passato il confine
Tra il Kurdistan siriano nel Kurdistan turco c'erano i pullman della polizia con il sacchettino colpa nell'acqua come il come per prendendo dei tifosi in trasferta venivano portati a Smirne dove i
I frontalieri in maniera del tutto aperta
Lui li caricavano per mille euro a testa per essere portati la quindi la crisi che prima fu portato cinque miliardi di euro Verdon è stata generata da dalla polizia che prendeva i migranti li portava
La perché lì ci fosse quella
Quella emergenza quindi
E e lo stesso mediterraneo che io immagino invece paradossalmente fra cinquant'anni fra cento anni possa essere invece un luogo un intorno tutto sommato Spinelli Rossi quando
Passavano a un'Europa unita nel quarantatré a Ventotene
Erano sotto i bombardamenti c'erano i campi di concentramento e uno Tupi ancora maggiore pensare uno Europa unita
Quando loro ragionavano sotto le bombe eppure lo fece per quella buona idea come tutte le buone idee diventata realtà poi fatta male pure se non se ne può discutere naturalmente e quindi non è così utopie utopia pensare oggi nell'epoca dell'Isis o dell'opposto Isis
Ad un gli Stati Uniti del Mediterraneo che invece renderebbe il tema dei migranti un problema di circolazione interna con una umanità
Tra simili che sarebbe tutt'altro rispetto alla disumanità tra a presunti DiVersi noi siamo molto più vicini con la Sicilia e l'Africa di quanto non siamo ad altre regioni d'Italia eppure sentiamo questa diversità abbiamo già fatto scorrere così tanto sangue nelle isole del Mediterraneo io racconto anche in alcuni dei racconti di questo libro
A un po'di questo sangue perché raccontare Mediterraneo senza l'orrore senza il sangue e senza la tragica avventura dei disperati sarebbe volersi chiudere gli occhi di fronte a una delle realtà profonde molteplici del Mediterraneo ma questo sangue
Che nel corso dei secoli è scorso insieme a alle onde del Mediterraneo
Abbastanza per poter immaginare domani un mare più pulito senza questo sangue
Parlavamo delle delle parole delle diciamo anche del modo con cui
Riesci a descriverle vale la pena di citare queste Kim somma
Vorrà anche approfondire non solo con questa intervista la la bella recinzione di Massimo Onofri su avvenire che mette a punto anche il risalto alla tua capacità come dicevamo prima
Di reinventare i luoghi perché a mio avviso quando tu definisci le isole che incontri o i luoghi o anche i deserti perché poi di fatto se pensiamo a tante isole disabitate in qualche modo ci sono tracce di una civiltà che è passata ma che ormai non c'è più o
L'isola sarda di mortorio insomma ci sono
In qualche modo all'interno di questo libro
Delle nuove definizioni per i territori ecco in qualche modo è anche un invito alla geografia viva se possiamo dire perché di fatto la nostra visione scolastica ma che forse siamo stati fortunati a studiare geografia perché volessero che aggiunge per gli ultimi oggi neanche si faccia
Più nelle scuole si studi più però abbiamo l'idea di un planisfero scarico all'estero in qualche modo che mette sempre in risalto le zone centrali poi è in realtà il lettore che avrà la porta di trovarsi nel tuo libro comprenderà le la miriade di soli che si trovano all'interno del Mediterraneo e allora
E come è stato inventarsi una geografia in questo senso fare delle domande di una ricchezza ci vuole un mese per pensare soltanto ai tutti ma è quello dell'aria per innovare nove eccitato delle cose che ognuna apre un mondo allora la prima e quando è hai parlato della come dire della modalità di viaggio nell'epoca del viaggio low cost
Dove finiamo in posti dove non avremmo mai pensato di finire te ci finiamo semplicemente perché c'era un'offerta quarantasei euro e quindi lui che chiama lei no e dici Caracciolo affermato vendiamo andiamo a Mila s'meno strane manco dove sta
Però ci andiamo nonché bello andare al miele San quarantasei euro ma per andare in un luogo non basta che sia conveniente occorre che ci sia una risonanza con quel luogo e che venga da un pensiero da una riga magari che è eletto o da una fascinazione anche solo tuo magari in ricordo della geografia studiato da bambino o semplicemente dall'esotismo della lontananza o della presunta vicinanza pur nell'esotismo perché al quello che sono molto vicini a noi
Ma suonano con straordinariamente lontani ed esotici
Ecco questo magnetismo che è quello che poi fa muovere l'uomo da dove sta con una speranza e quindi con un'aspettativa che si carica
Cercando e chi cerca fatalmente trova perché ha in testa quello che troverà questa risonanza nei luoghi dove va e quindi trovando quella quota di sé di cui va cercando questo ritrovarsi
è il viaggio come è sempre stato non soltanto quelli di ghetti o di Marco posto ma certamente quello che affascinano i del viaggio trovarsi senza motivo vero motivo meramente Diana offerta via internet in un luogo che non conosce che non ha senso significa sentisse né alienati tornare delusi e quei quarantasei euro sono per tutti non guadagnati perché hanno portato in un non luogo un non viaggiatore hanno fatto un danno quindi il tentativo è quell'ultima parte la tua domanda
Non può che essere quello di tentare di raccontare l'invisibile che invece deve essere visto
Non si può immaginare il il Mediterraneo senza almeno un riferimento a quella serie stratificati Issey una di storia racconti personaggi parole ipotesi guerre scontri amori amicizie misteri
Che sono affastellati uno sull'altro una colonna di fascinazione che grava sulla testa dei viaggiatori ispirato e che sono il contrario della colonna
De di vuoto che s'che grava sulla testa del viaggiatore occasionale questo modo di viaggiare e quindi anche se ci riesco se ci sono riuscito questo modo di raccontare il viaggio
è una delle grandi opportunità che noi dobbiamo la parola riscoprire non mi piace però certamente se l'avessimo dimenticata forse un po'riscoprirla perché è quella che ci può portare alla conoscenza che ci può portare al sentimento del tempo e dei luoghi e che forse ci ridà anche il piacere
Di fare cose
Che forse sia se abbiamo un po'vituperati ormai commercializzato in maniera immonda come il viaggio le vacanze queste parole che sembrano ormai risuonare in un vuoto cosmico e che invece deve essere riempito e non può non essere riempite in un Mediterraneo che sembra fatto apposta per riempire invece finisce con l'essere un luogo vuoto per viaggiatori vuoti
Bene allora
Atlante delle isole del Mediterraneo storie navigazione arcipelaghi di uno scrittore marinaio Simone Perotti grazie mille grazie questa offerte conversazione ricordiamo libro edito da Bompiani ringraziamo i varati ce la fa alla regia e ringraziamo voi che ci avete
Ascoltato e seguito fino a questo momento rimanete con noi perché continuano le trasmissioni di Radio Radicale