Più libri più liberi - Siria. Una guerra senza fine

Può essere a può essere tutti passiamo a cominciare
Prima di tutto vorrei ringraziare le persone che sono accanto a me persona hanno accettato di presentare i lo farebbe sono Anna Maria Malato l'editore
Delle di Siria il perché di una guerra vorrei ringraziare il direttore di Limes Lucio Caracciolo il senatore Nicola Latorre presidente la Commissione Difesa del Senato
E naturalmente nostro tornata Bressan purtroppo Domitilla Savignoni non può essere con noi questa sera perché l'emergenza della situazione Aime
Chissà svolgendo tra Israele e Cisgiordania lei è una giornalista come sapete il TG cinque conduce il TG cinque la tenuta in redazione e forse la così detta una diretta che gli ha impedito di essere con voi vi lascia comunque i suoi saluti
Siria il perché di una guerra credo che sia difficile capire il perché di una guerra una guerra non ha mai un perché che veramente sia spiegabile tuttavia quello che si pone in questo libro Matteo bel Sanna
E insieme a Domitilla è il tentativo di dare veramente un una spiegazione di quello che è il quadro che ha portato a una situazione molto complessa
Quello che è uno dei peggiori cd della nostra storia se non ricordo male sono cinquecento mila morti sei milioni di sfollati la catastrofe umanitaria più grande del nostro tempo
Non tutta l'opinione pubblica alla consapevolezza di quanto grande di quanto profondo sia questo conflitto e quindi in questo libro cercano veramente di spiegare quali sono tutti gli attori in campo qual è lo scenario internazionale e come si è arrivati a questo punto io siccome i nostri incontri sapete che possono durare sonora non voglio rubare tempo ai prestigiosi relatori e quindi do subito la parola al senatore Nicola Latorre
Sì grazie innanzitutto
Vorrei subito ringraziare gli autori di questo libro è ovviamente con essi l'editore
Perché c'è tanta letteratura su queste tematiche c'è tanta letteratura anche sulla sulla crisi siriana ma un testo che aiuta
A comprendere in maniera così chiara una questione ed un dossier così complesso quale quello siriano
Non è facile trovarlo e questa questo è un lavoro che accusa sicuramente centrato questo obiettivo e soprattutto credo che abbia funzionato questo lavoro a quattro mani tra l'analista da un lato e la giornalista dall'altro
E che consentono di dare da un lato un punto di vista sulla crisi siriana e dall'altro anche un approfondimento proprio quasi una inchiesta giornalistica che essi concilia con questa analisi proposta dall'autore dunque
Un lavoro che io considero estremamente interessante che per chi ha voglia di approfondire conoscere meglio la vicenda siriana è uno dei testi tra i tanti che ho avuto la possibilità di leggere che più di ogni altro aiuto a centrare questo obiettivo
Ovviamente la natura complessa di questa crisi che nasce appunto
Come una una rivolta una rivolta democratica che poi si trasforma via via in una ipotesi lo auspicabile di arrivi dall'inizio del due mila undici di rivoluzione fino a diventare una guerra civile certamente ed è questa la tesi che sostengono gli autori che io molto condivido
E un paradigma rappresenta un paradigma dello scontro in atto in questo momento in tutta l'area del Mediterraneo in tutta l'area del Medioriente proprio per questa ragione io insisto nel ritenere che la l'esito della crisi siriana condizionerà in maniera non marginale il destino di tutta l'area
In questo senso potete immaginare quanto sia importante anche per il nostro Paese per l'Europa
L'esito che questa vicenda potrà avere lo dico perché non mi pare che ci sia una sufficiente attenzione ma su questo punto che permettono di tornare alla fine di queste mie considerazioni
E è un paradigma dello scontro in atto perché contiene tutti gli ingredienti che in questo momento
Scandiscono la vicenda mediorientale e la vicenda che caratterizza l'area del Mediterraneo per brevità di esposizione io richiamerò soltanto quelli che mi sembrano i temi essenziali e anche per esprimere una mia personale opinione su questo innanzitutto non c'è dubbio
Che sta diventando sempre di più la Siria il campo il terreno
Su cui si va sviluppando quello che ormai uno scontro e lo scontro colossale all'interno dell'area mediorientale
Nella nella stagione così definita da molti posta americana dopo
Quel vuoto geopolitico che è stato determinato dalla scelta americana di disimpegnarsi progressivamente dall'area mediorientale di concentrarsi sempre più nell'area
Del Pacifico e che ha lasciato spazio ad una uno scontro per definire in quell'area le nuove gerarchie
Per definire il la nuova egemonia e naturalmente uno scontro che tende a rafforzarsi costantemente accrescere costantemente tra l'aria sunnita guidata dall'Arabia Saudita l'area la mezzaluna sciita guidata dall'diranno una conflitto che viene rappresentato come un conflitto in cui tutto religioso è interno al mondo islamico in realtà è un conflitto tutto politico tutto finalizzato a definire le nuove le nuove egemonie la nuova egemonia in quella in quell'area e il che oggettivamente avveniva ha avuto un primo tempo che io definirei la stagione conclusiva della presidenza americana di Obama e adesso a un secondo tempo dopo l'elezione di Trump
Nel primo tempo non c'è dubbio che la saggezza politica dell'Iran della del della leadership iraniana moderate iraniana da un lato e anche la capacità di azione militare
Declinando con il Pasdaran da un lato e con anche la funzione fondamentale che gli Hezbollah libanesi hanno avuto certamente ha consentito in questo primo tempo
Di vedere una diciamo ma conquista di posizioni direi presto da parte del dell'Iran
Anche ripeto per la lungimiranza del della sua leadership politica questo secondo tempo dopo l'elezione di Taranto è segnato da una situazione completamente nuova perché la scelta questa volta degli Stati Uniti di schierarsi in maniera netta dalla parte dei sauditi di rilanciare anche una vecchia ho un vecchio rapporto di alleanza tra gli Stati Uniti e i sauditi mettere in discussione l'accordo sul nucleare che aveva era stato lo strumento politico attraverso il quale anche l'Iran aveva conquistato un suo protagonismo
Diciamo ripropone in termini nuovi questo conflitto e e anche con delle con dei rischi molto seri che possa esplodere in una conflitto che adesso si combatte sud altri terreni con una serie di guerre per procura
Infatti tutte le crisi mediorientali sono scandite da questo dato di fondo e questo è uno degli elementi confuciani della con che nella crisi siriana l'altro elemento sul quale e io vorrei soffermarmi anche perché rispetto a questo e importante definire questo aspetto in relazione anche a un possibile esito di questa crisi è il ruolo globale che la Russia grazie alla vicenda siriana e andato ad assumere in quest'area
Da questo punto di vista l'iniziativa militare
E politica assunta dalla Russia nel in Siria acconsentito di fatto alla Russia di svolgere un ruolo che e politicamente è diventato un ruolo cruciale ai fini della stabilizzazione del Mediterraneo naturalmente questa iniziativa è questo ruolo svolto dalla Russia e che viene molto ben descritto anche in questo in questo al lavoro sia fondato con su una alleanza molto forte
Con politica di fatto con l'Iran
Allo stesso tempo
Un'alleanza fondata sul supporto da dare ad Assad e che diventava diciamo il l'elemento fondamentale sul quale questa alleanza venirlo a difesa di Assad era l'elemento fondamentale di questa di questa alleanza politica ma ha consentito allo stesso tempo la Russia di diventare addirittura soggetto interlocutore di tutti i protagonisti dalla vicenda mediorientale compreso il principale nemico dell'Iran che Israele perché e questa iniziativa russa sia proposta anche come garante nei confronti di Israele rispetto alla possibilità di contenere l'attenzione tra queste tra questi Paesi per cui adesso il problema
Che si pone quale può essere in uno scenario di questa natura
L'esito di questa di questa crisi e naturalmente vengono anche al pettine una serie di contraddizioni che sono dentro questo processo
Perché le possibili i possibili scenari adesso sono sostanzialmente due il primo quello che io ritengo sia privilegiato auspicabile da parte della Russia che ovviamente dopo aver vinto di fatto la guerra ha bisogno anche di disimpegnarsi per evitare che la Siria per la Russia diventi ciò che è stato in qualche modo l'Iraq per gli americani
D'altro canto in Russia si sta per votare dunque ha tutto l'interesse Putin di tornare a casa con questo grande successo militare ma anche con la possibilità di disimpegnarsi anche per ovvie ragioni economico-finanziaria diciamo da questo da questo impegno e dunque per la Russia a questo punto il tema fondamentale e costruire una soluzione che veda come protagonisti tutti i soggetti che hanno partecipato diciamo da diverse postazioni a questa a a questo conflitto
O la questione della difesa di Assad non è più come dire il il tema fondamentale e in qualche modo si ipotizza una soluzione nella quale c'è un al regime
Debole con una serie di compromessi sui territori che garantisce il controllo della situazione una vera e propria esito di tipo di un assetto federale diciamo
Che garantisce anche la presenza delle basi russe in silente teniamo conto che per la Siria per la Russia la Siria è un punto di riferimento fondamentale perché l'unica presenza significativa nell'area del del Mediterraneo
Da questo punto di vista questo questa poi scenario non è quello che auspica l'Iran perché l'Iran attualmente alleato della Russia punta invece ad una soluzione nella quale Assad sia lì fermamente
Solido e irremovibile perché e la garanzia per consolidare questo asse sciita che dalla Siria al Libano all'Iraq consente diciamo di svolgere la funzione politicamente fondamentale alla quale l'Iran aspira
Né e dunque un soluzione che garantisce questa leadership garantisce un controllo di tre del territorio attraverso una serie di milizie
Locali che per la maggior parte sono state anche formati militarmente
Dall'Iran ora come si concluderà
Poi magari se ci sarà la possibilità tornerò su questo su su su questi aspetti
Lo scopriremo questo non non siamo in grado di prevedere adesso quale sarà l'epilogo di questa vicenda anche perché queste contraddizioni
Fanno comprendere che lo scenario e in continuo movimento persino le alleanze anche rispetto a quello che sta accadendo in tutta l'area possono possono cambiare se ci pensate su questo vorrei concludere tutte le crisi aperte nell'area mediorientale hanno questa questo grande punto interrogativo sul loro esito e a presentano possibili sbocchi alternativi
Questo testimonia che tema della stabilizzazione del Mediterraneo è un tema difficile ma la cosa che più angoscia rispetto a tutto questo
E una grande assenza e cioè il fatto che rispetto a questo situazione no il continente e i paesi che sono più interessati all'epilogo di questa situazione
Sono l'Europa e il nostro Paese e il nostro Paese come l'Europa in questo momento è più impegnato a riflettere a discutere sui destini del del
Sulle ferite chiuso su succo qualcosa ci dirà Ghizzoni nella prossima Commissione delle banche siamo per iniziare una campagna elettorale
Delicatissima il cui esito sarà decisivo anche rispetto al ruolo che l'Italia giocherà in queste partite che abbiamo di fronte ma di tutto questo non se ne sta discutendo di non non c'è un'iniziativa adeguata da questo punto di vista in particolare appunto l'Europa che dovrebbe essere la realtà il soggetto più interessato a prendere una iniziativa in questa situazione ha impegnarsi per perseguire obiettivi di stabilizzazione anche rispetto alla vicenda siriana continua ad essere completamente
Assente e questo ci fa essere diciamo un spettatori passivi di una situazione in cui destini invece direttamente ricadono su o su di noi e da questo punto di vista l'auspicio diciamo che questi temi non diventino soltanto oggetto dello studio straordinario degli autori di questo libro ma possono diventare anche materia di una seria iniziativa politico-diplomatica del nostro paese grazie
Grazie alla sintesi e dell'analisi sicuramente però è vero che questo lo studio di di un analista di una giornalista per siamo in una sede che ci conforta nel pensare che l'India rompono importante cioè anche i risultati di questa manifestazione sorprendenti lasciatemi dire fanno capire quanto poi ci sia interessa e quanto sia importante
Continuare a farlo questo lavoro anche difficile perché sicuramente un un testo di questo genere non sarebbe stato forse il testo ideale per la grande vittoria tra popolo che rispecchia il valore della piccola meritoria dei nostri progetti culturali
Una delle difficoltà Nicola da chiudere questo libro nel nel fare questo innestato proprio dare il si stampi tutto solamente detto quale sarà lo scenario difficile trovare un punto in cui dire adesso ci fermiamo perché è talmente in continua evoluzione
Ma certo punto abbiamo dovuto dire andiamo e forse chissà verrà il volume secondo la parola al professor Caracciolo grazie
Grazie buonasera mi associo calorosamente al giudizio guardato Nicola dell'opera i manca ringraziamento all'editore
Mi fa molta allegria vedere di successo che ha questa fiera ma anche negli anni scorsi e io credo che uno dei motivi di questo successo sia anche la qualità dell'informazione
Diciamo pure gli mediante correnti social meno sociale ufficiale fidare un'informazione totalmente scarsa in alcuni casi anche falsa di ciò che accade intorno a noi che forse andare
Un po'più in profondità leggendo dei libri magari anche dei romanzi ci può aiutare a capire la realtà di oggi
Meglio di quanto questo sì sovrabbondante ma non straordinario formazione può darci lo dico naturalmente dal giornalista e quindi
Uno dei meriti di questo libro a mio avviso
E che
Rompe con una visione che c'era molto diffusa all'inizio della crisi siriana piuttosto semplificata sostanzialmente la Siria c'era stata presentata come
Un'altra delle cosiddette primavere arabe una rivolta popolare contro un dittatore sanguinario una rivolta diciamo per la libertà la democrazia diritti umani vs
Un regime poliziesco e dittatoriale il che secondo me coglieva molto poco della realtà concreta anche perché le primavere arabe ce le siamo inventate noi
Cioè non è un termine che nessuno degli attori delle così dette primavere arabe mai usato è una interpretazione dei media occidentali di quello che è accaduto in Tunisia in Egitto
E siccome noi amiamo ragionare per analogia vediamo uno che si si cosparge di pensi di benzina e si brucia in Tunisia vediamo uno che si cosparge di benzina si brucia in Siria pensiamo a bere
è evidente la stessa cosa niente di più falso e credo che uno dei meriti appunto di questo libro sia di studiare dei specificità del caso siriano e quindi anche per esempio sull'altro fronte quello del Regina che certamente regime brutale che certamente brutale
Sul fatto che Assad sia un dittatore ho qualche dubbio nel senso che qualche volta ho l'impressione che agisca sotto dettatura più che dettare lui qualcosa ma in ogni caso anche lì la situazione leggermente più complessa vengono illuminate anche le radici economiche sociali il rapporto città campagna il modo in cui Bashar che certamente non nasce politico
Non cura sufficientemente quell'intesa tra la borghesia sunnita che rappresenta la maggioranza oltre che qualitativamente anche quantitativamente della Siria
Quella
Patto diciamo così tra la minoranza alauita quella che esprime il il nucleo del regime
Era stato stabilito dal padre il vero diciamo Assad ha adesso con appunto questo sorta di raccordo tra questa maggioranza sunnita la sua
Che abbiamo la setta alauita
Nicola ha già illustrato alcuni aspetti fondamentali del carattere regionale di questa crisi io ricordo che siamo passati nel giro di un paio d'anni da appunto da questa narrazione primavera araba dittatori eccetera eccetera a
Stato islamico baracca
Anche qui facendo diciamo una certa semplificazione
Allora porre innanzitutto dire che
Stati islamico ha subito dei formidabili rovesci
Ma immaginare che il modello di controllo del territorio che dei gruppi jihadisti come lo Stato islamico hanno creato
E mantenuto anche e vorrei aggiungere anche con relativo consenso in alcune parti dei dei territori che occupavano in questo periodo è un modello che può valere anche per il futuro
Non è non è che lo Stato islamico muore ammesso che muoia davvero e poi risolto il problema
Storia islamico è uno dei vestiti che un certi gruppi radicati nel territorio iracheno siriano o comunque afferenti all'ideologia jihadista
Hanno scelto questa volta come ne abbiamo scelti degli altri precedentemente e ne sceglieranno degli altri poi per esprimere quella che loro considerano una politica e una ideologia
Giusta e coerente
Vorrei anche ricordare che magari per una popolazione di tipo sunnita essere liberato da milizie sciite non corrisponde esattamente a un ideale
Paradigmatico quindi
Cerchiamo di non confondere il nostro punto di vista con la situazione sul terreno
Prima senatore Latorre parlava del disimpegno americano io metterei qualche bemolle a questa affermazione cioè intanto sappiamo che contrariamente a quello che ci veniva raccontato gli americani sono presenti in forze in Siria più di due mila uomini cioè non proprio uno scherzetto quindi sì certo sono arrivati i russi ma gli americani non se ne sono mai andati e vedremo cioè quanto durerà questa presenza americana
Gli americani con Obama avevano tentato di disimpegnarsi da un'area che consideravano sempre meno rilevante per loro
Stanno ancora lì e provarci
Anzi in Afghanistan sono aumentate le truppe insomma o la sensazione che un disimpegno americano dall'aria non ci sarà mai completamente
Anche perché quello che agli americani interessa in linea di principio e non parlo di un presidente piuttosto che dell'altro ma delle strutture del potere americano in generale e che non ci sia una potenza regionale che si eccessivamente
Superiore alle altre e che magari si anche minacciosa nei confronti di Israele in questo caso sto parlando dal punto di vista americano ovviamente dell'Iran perché la Siria è importante in questo contesto è ovvio perché la Siria e considerata a torto o a ragione una un alleato o addirittura un servo delirante ancora una volta le cose sono un pochino più complesse di come ci vengono raccontate ma certamente l'Iran non poteva permettersi altrimenti non sarebbe intervenuto così pesantemente come ha fatto
E ai massimi livelli di perdere la Siria perché perdere la Sire significava perdere lo sbocco sul Mediterraneo sinceramente
Potenzialmente perdere anche il Libano di albo la e quindi perdere quella dimensione imperiale che la Persia sempre coltivato e che oggi si esprime nella linea che collega Herat in Afghanistan occidentale a Beirut in Libano sul Mediterraneo e che comprende oltre ovviamente all'Iran in quanto tale buona parte dell'Iraq buona parte della Siria e direi
Quasi tutto il Libano ciascuno degli attori peraltro che in qualche modo sono funzionali a questa visione imperiale persiana alle sue agende anche Hezbollah non è semplicemente servente rispetto agli interessi iraniani
Ma comunque nella percezione della strategia americana e anche nella vulgata corrente esiste questo sorta di crescenti uscita
Che fra l'altro è anche diciamo fattualmente sbagliato perché per esempio ampliare afgane sotto influenza persiana non sono affatto uscite sono sunnite nello stesso Iran c'è un venti venticinque per cento di sunniti
Che va anche se gli iraniani preferisco non parlarne e così via quindi diciamo la partizione sunniti sciiti e una partizione certamente importante
Certamente comoda ma da vedere con un grano da prendere con un grande l'aspetto dal mio punto di vista più interessante ne ha già fatto cenno il presidente Latorre ma aggiungo qualcosa io
E l'intervento russo quella mossa del cavallo che Putin si inventò dopo la crisi ucraina cioè dopo la sconfitta che ha subito in Ucraina
Parzialmente ma molto parzialmente compensata con il ratto della Crimea e in parte ripresa con l'ingresso in Medioriente
No e non dobbiamo mai dimenticare che l'Unione Sovietica ai tempi della guerra fredda è stato una potenza rilevante nel Terzo Mondo in particolare nel mondo arabo e ancora più specificamente in Siria
La classe dirigente siriana storicamente e di formazione sovietica hanno studiato a Mosca parlano russo hanno i modi e i tic della burocrazia sovietica e russa
E una delle capacità di Putin è stata quella di riattivare
La
Linea di collegamenti e di amicizie che i sovietici e quindi oggi i russi nella misura in cui hanno potuto fruire di queste reti avevano stabilito nei decenni della guerra fredda e che oggi sono state riattivate
Di qui la facilità diciamo con cui i russi sono entrati in Siria e e anche l'efficacia di questo intervento
Anche parlando con io non sono mi siriano Nesi Riolo con la parlando con persone diciamo di terreni non li mi raccontavano come appunto i soldati russi Go dessero di un certo rispetto da parte delle popolazioni locali e anche di di loro avversari per esempio sono stati i russi a scortare al mostra fuori dei territori che dovevano sgombrare questa formazione jihadista rivale dello Stato islamico
Perché quelli di Al Mussa si fidavano solamente dei russi
Quindi la Russia ha saputo in qualche modo incisi starsi in un territorio che in parte era era già suo e a mio avviso continuerà a restarci per un bel pezzo
L'assenza dell'Europa è diciamo e sette per dell'Italia è un refrain sul che diciamo per rispetto di noi stessi non voglio non voglio ripetere
E certamente singolare che una Area storicamente colonizzata dalle grandi potenze europee di un tempo in particolare Francia Inghilterra veder una quasi totale assenza europea vorrei però ricordare a noi stessi noi italiani che abbiamo un certo contingente piazzato in una certa parte strategica di quell'area cioè tra Libano e Israele che sarebbe immediatamente
Immediatamente è toccato da una ripresa di questo conflitto su scala allargata cioè se effettivamente due dovesse scattare quello che alcuni immaginavano cioè un attacco io poco ho dei dubbi ma se dovesse scattare la famoso attacco israeliano Hezbollah insomma io incrocio tutte le dita possibili una perché il rischio anche per i soldati italiani nell'aria sarebbe piuttosto notevole
Non so ovviamente come andrà a finire questa vicenda so che oggi possiamo dire con una certa certezza che il giovane Bashar al-Assad
Riuscito a riprendere in mano il controllo della situazione ma la Siria non esiste più
E non credo che possano inesistente nel condizione precedente anche perché ormai diciamo ci sono in la Turchia ha preso diciamo opposizione in certe aree la Russia ha preso posizione l'Iran ha preso posizione gli americani non sembrano mai del tutto
I gruppi alcuni gruppi jihadisti continuano a controllare alcune aree quindi immaginare che ci possa essere una ricostruzione di un territorio così frammentato a mio avviso è possibile
è facile spaccare gli Stati è molto più difficile per non dire impossibile ricostruire
Motivi di preoccupazione che abbiamo davvero tanti mi pare di capire che nessuna riesce a intuire quale sarà lo scenario più probabile vorrei chiedere a Matthäus si è ritrovata in queste letture vorrei pregarti anche di accennare un attimo al lavoro che ha fatto Domitilla molto interessante sulla comunicazione in sua assenza quindi sostituirti a lei tracce la polizia dell'Isis
Grazie Anna Maria voglio ringraziare sia il senatore Latorre per aver centrato a il trenta dello scenario il trend geopolitico di quello che potrebbe ancora succedere e ovviamente ringrazio il professor Caracciolo per averci fornito delle chiavi di lettura per leggere quelle che sono state le dinamiche interne anche alla alla Siria
La parte svolta dall'amica Savignoni
E probabilmente il punto di partenza di questi sette anni di crisi perché non è vero che parliamo di feci news parliamo molto della disinformazione di alcuni paesi in questa fase storica e non possiamo non riconoscere che è alla base di quella che è la decisione politica della comunità internazionale dei singoli attori ci debba essere la comprensione di quello che avviene nel campo di battaglia
E francamente noi questo in questo volume abbiamo ricostruito la difficoltà a interpretare il conflitto siriano la difficoltà a interpretare chi fossero gli attori chi fossero gli oppositori tutte queste criticità nella comprensione delle notizie che ci giungevano dalla Siria spesso non verificabili hanno svolto un ruolo hanno avuto un peso nelle scelte e nelle non scelte
Perché spesso noi abbiamo utilizzato l'espressione le linee rosse per la Siria la svolta due giorni fa leggevo sulla stampa tornava nuovamente
L'ennesima svolta nel conflitto siriano la Russa annuncia il ritiro io questa espressione l'ho sentita
Dal due mila undici dal due mila dodici la svolta nel conflitto siriano la linea rossa che non si sarebbe dovuto oltrepassare
Le immagini che arrivavano delle città assediate bombardate che però poi non producevano le relazioni dovute questo è il centro del problema la non comprensione di quello che è accaduto perché molti che sono potuti entrare in Siria o sono entrati
Insieme a alle forze governative oppure rischiando la propria incolumità fisica sono entrati di nascosto dalla Turchia ma documentando soltanto una parte
Di quella che era la conflittualità presente nel territorio siriano
E l'assenza di comprensione e di vedute rispetto al singolo fatto fatica tanti a cominciare da il famoso attacco chimico di Kuta che ha paralizzato l'opinione pubblica anche in virtù di un dispiegamento
Avviato dai russi una presunta deterrenza russa rispetto a un possibile
Intervento americano che forse
Sarebbe stato molto simile al raid punitivo fatto da Trump lo scorso aprile dopo l'attacco chimico
Di cui Assad è stato riconosciuto dagli americani responsabile ma certamente questa paralisi nel nel leggere il conflitto appieno
A impedito anche una mobilitazione lo stesso ruolo dei media
è è stato impossibile verificare spesso la veridicità di quello che ci giungeva ma perché non c'era soltanto e nella guerra e qui sia tra i relatori che in sala ci sono persone che conoscono molto bene questo ragionamento nella guerra la disinformazione e la comunicazione strategica sono elementi decisivi per vincere ma qui non avevamo un attore
Nella fattispecie il regime e un oppositore
Ne avevamo il regime e una miriade di gruppi di opposizione poi successivamente una miriade di gruppi armati armati e poi avevamo anche una componente dell'opposizione all'estero
Spesso non collegata con quella che era la realtà del campo di battaglia e quindi voi capite bene che magari il singolo gruppo aveva la la necessità di presentarsi anche agli occhi del del mondo occidentale come un gruppo armato forte e attendibile nella speranza di avere aiuti per proseguire la sua la sua la sua guerra
Quindi vedete bene che la frammentazione sotto il profilo dell'informazione è stata decisiva
Questo non c'è dubbio
Ma quello che personalmente ha orientato tutta questa ricerca fatta anche parlando sia con oppositori siriani sia anche con persone vicine regime io io parlai diverse volte anche con esponenti dei Hezbollah a cominciare dal capo degli Affari esteri degli Hezbollah
Dicendogli ma insomma questure era il due mila e tredici questo conflitto diventato un conflitto dove sono entrati nel campo di battaglia una sessantina di milizie che non c'entrano nulla con con la guerra siriana
Fermo restando che di Hezbollah in quanto alleato storico della Siria di Assad vede e emanazione anche dell'Iran sin dall'inizio in maniera inizialmente solamente politica e poi anche militare hanno sostenuto il regime e loro dicevano noi siamo stati chiamati anzi usano espressioni incredibile siamo stati invitati da Assad a combattere in Siria
Questo è paradigmatico perché noi stiamo assistendo a una trattativa diplomatica in cui si dice le milizie armate si devono ritirare e alcuni attori regionali dicono no noi siamo stati invitati cioè è un conflitto che rimescola completamente lei percezioni le valutazioni
Degli attori sia statuali sia non statuali e il caso emblematico
E quello degli Hezbollah non sono uno stato e dichiaro attraverso il loro leader Hassan Nasrallah abbiamo vinto la guerra che qualcosa di impensabile nel mondo ante due mila undici no quel mondo in cui gli Hezbollah
Erano in Libano
E erano oggetto di un grande dibattito
Interno alla politica libanese sul loro mantenimento dell'ARSIAL del del del proprio arsenale militare
E che però sono diventati da milizia armata partito gruppo terroristico secondo Stati Uniti e Israele un competitors naturale del campo di battaglia siriana stravolgendo tutto quello che era avvenuto storicamente prima ma questo è solo un elemento noi parliamo il perché di una guerra ma in Siria diceva giustamente il professor Caracciolo prima si combattono più guerre
La più alto diciamo recente quella che forse adesso il pubblico meno attento sta vedendo è un conflitto latente
Chiamiamolo a bassa intensità tra Israele e l'Hezbollah ma un conflitto in atto in Siria dal due mila undici Israele ha condotto numerosi raid contro gli Hezbollah per evitare trasferimenti di armi
Creazione di installazioni militari sul Golan e pochi si ricordano che nel due mila e quindi gennaio due mila e sedici ci fu uno scontro a fuoco importante sul Golan tra Israele e milizia iraniane perché svuotando si perdendo capacità militare il regime di Assad son dovuti intervenire militarmente chi poteva intervenire quindi le milizie sciite libanesi e Iva saranno iraniani questo modifica
Gli equilibri interni al Paese modifica gli assetti regionali perché naturalmente quello che dici le preoccupazioni che avanzò prima professor Caraccio relativamente anche alla missione internazionale dell'UNIFIL il Libano sono molto concrete perché in questa fase Israele guarda altri cosiddetto fronte North come un unico fronte senza fare grandi distinzione tra possibili attacchi che potrebbero venire dal Libano dagli Hezbollah o da possibili attacchi che potrebbero venire dalla Siria
Sempre da Hezbollah o dalle milizie Rania nei e che però potrebbero automaticamente in teoria forse non è lo scenario così probabile ma spostarsi che coinvolgerà anche in Libano e qui c'è la responsabilità anche della comunità internazionale c'è un contingente è cosa nota che si trova in una posizione assolutamente critica nell'eventualità dovesse scoppiare un conflitto simile al due mila e sei con dinamiche tutt'altro che che simili a quelli del due mila e sette quindi questo è un conflitto c'è il ruolo delle milizie curde che per anni hanno rappresentato l'unica forza sulla quale americani dicono gli americani hanno potuto contare per contrastare il cosiddetto Stato islamico ma che per Ankara sono terroristi a tutti gli affetti quindi c'è una difficoltà a leggere in primo luogo quello che avviene sul campo di battaglia
E cosa ancor più drammatica camme spaventa inquadrare questi attori in modo univoco da parte di tutti perché noi assistiamo a milizie che combattono contro Lisi si sconfiggono Leasys che sono terroristi per alcuni poi assistiamo a cooperazione militare russa tra Russia e Iran Hezbollah nel campo di battaglia siriano che per Israele e gli Stati Uniti invece gli Hezbollah sono un gruppo terroristico ora
E qui che ce lo sfida
Di quello che attualmente oggi possiamo chiamare un paese suddiviso in zone d'influenza perché quello che è stato un attore fondamentale ma non decisivo del conflitto siriano vero statista Nico militarmente ha perso
Lì i suoi principali centri urbani
Quello che però spaventa e la rottura la possibile rottura
Della comunità di intenti della coalizione e degli altri parte regionali
Perché è vero che ognuno ha avuto la sua agenda politica nel conflitto siriano
L'Iran aveva una sua agenda rabbioso Italia un'altra agenda la Russia ne aveva una più diciamo più tesa a sostenere Assad che non a contrastare Leasys gli Stati Uniti avevano un'altra
Però tutto sommato è avvenuto anche in alcune aree che ne dove da una parte l'aviazione americana bombardato l'Isis e sul terreno sono avanzate di milizia Damiani una sorta di divisione comune dello stesso nemico il rischio è che adesso non l'ha detto
Non l'abbiamo visto sul sito che possiamo definire un sito di fare chiuse ma uno speciale molto importante fatto dalla BBC ha fatto vedere una fuoriuscita i combattenti jihadisti Draka
In qualche modo avallata anche sulla base di una decisione presa sul campo di battaglia quindi decisioni che si prendono livello Dick di teatro operativo in cui forse per evitare maggio riscontri all'interno la città si studia un modo per fare evacuare i combattenti
La preoccupazione che questo fronte così diverso tra
Tra le singole agende politiche possa in qualche modo frantumarsi
E la la mia percezione che che veramente mi spaventa e il ricordo dell'Afghanistan negli anni Ottanta ovvero cosa succederà quando questi attori queste milizie
Una volta sconfitte sotto il profilo del loro controllo del territorio dovessero abbandonare come già successo il Paese andare altrove tutte queste sfide sono raccolte in un unico
Teatro muto tutelato di battaglia che effettivamente ha stravolto le regole del gioco
E soprattutto si è collocato in parte in quello che abbiamo descritto essere in Medioriente post americano che poi come giustamente dice il professor Caracciolo americani mantengono la presenza di due di due mila militari sul in territorio siriano
Ma è stato anche un altro motivo per il quale forse c'è stata la paralisi delle istituzioni la come internazionale la gara è stata la grandissima divergenza
Tra i i i componenti del Consiglio di sicurezza Longo ovvero io mi ricordo parla e spesso anche con diplomatici
Anche anche i cinesi contraria a qualsiasi azione contro Assad che giustificano la scelta non tanto per la difesa del del dittatore ma quanto per la riscrittura delle regole del gioco mi fu detto chiaramente noi non tolleriamo più una cosa simile alla Libia nel due mila ben undici o all'Iraq del due mila e tre e quindi quello che ci porta in eredità al conflitto siriano
Il fallimento e mi della degli strumenti tradizionali per fermare ammesso che poi nella storia abbiano funzionato fermare le crisi
E evitare quello che giustamente Anna Maria prima detto vero più di cinquecento mila morti
Metà della popolazione in parte sfollata all'interno lettere rossiniana
Ci hanno e in parte fuggita in Turchia il Libano in Giordania paesi che sono veramente in grandissima difficoltà nella gestione dei dei profughi siriani che tuttavia hanno tenuto in qualche modo malgrado le grandissime difficoltà economie qual è la la la chiave di lettura di questo conflitto
è un conflitto che ridisegna uno schema di gestione dei conflitti
è un conflitto in cui chi ha imposto forse ha vinto Stati sta dettando le regole questo può piacere o non piacere ma come ha detto giustamente il professor Caracciolo intervento russo ha orientato un confetto dove Assad stavo veramente rischiando
Di essere sconfitto alterato nel giro di due anni questa condizione sul campo di battaglia e ha imposto agli altri attori e le altre potenze di sedersi intorno al tavolo di Astana quindi ha imposto di un attore fondamentale ovvero la Turchia che aveva avuto un ruolo centrale nel sostenere alcuni gruppi ribelli in particolar modo la battaglia di Aleppo ha convinto anche sulla base delle priorità politiche di Erdogan che probabilmente erano più orientate evitare la formazione del possibile regione autonoma e nel Kurdistan siriano ma la Russia è riuscita a portare questo attore fondamentale
Era un a un tavolo di trattativa insieme all'Iran né e da questa dinamica potrebbe eventualmente ripartire e quindi non il contrario il processo di diplomatico di Ginevra quindi l'azione militare di un attore l'azione se vogliamo anche con laterale
Di un attore importante come la Russia ridisegna le regole lei riscrive e porta gli altri a svolgere poi quella che potrebbe essere una Tanzio transizione politica attualmente difficile perché se noi pensiamo che per sette anni
Gruppi di opposizione in regime sono sempre andati in rotta di collisione quando si sedevano intorno al tavolo ovvero su su su quale tema sulla permanenza o meno Dias dal potere
è difficile immaginare che oggi con un Assad molto più forte rispetto al due mila tredici quattordici qualcosa possa cambiare e allora qual è il l'ultima chiave di lettura che abbiamo individuato e che c'è il concreto rischio che come questa situazione di coesistenza anche un po'forzata di varie confessioni religiose di un Paese retto per anni da una minoranza gli alauiti molto vicini allo Sciismo
Questa questo assetto istituzionale
E deriva dagli accordi di sax spigolo del mille novecentosedici accordi fatti da Francia e Gran Bretagna noi assistiamo adesso a una nuova è possibile sex spigola in salsa rivisitata con Iran
Da una parte insieme alla Russia insieme la Turchia e probabilmente anche le dichiarazioni di Putin
Di allargare questo tavolo ad altri attori sono sensate
Ma anche questo non ce l'ho
Va preso con molta Quatela perché anche nel marzo del due mila e sedici Putin annunciò un possibile ritiro e poi in realtà dovette restare fino alla vittoria su Aleppo ma certamente noi oggi possiamo assistere a una divisioni in aree di influenza che possono però produrre e alimentare
Un conflitto a bassa intensità con attacchi e attentati in cui le condizioni che hanno prodotto
Il cosiddetto Stato islamico potrebbero andarsi a ripetere magari determinando dell'esilio differenti dello Stato islamico ma il rischio enorme e che per un'altra volta venga deciso un assetto dello Stato
Forzatamente
Anche un po'sulla sulla sulla pelle sulla vita dei siriani e che questa eredità possa apportare ulteriori conflitti e non risolvere un dramma umanitario che come giustamente è stato detto all'inizio è il più grande
Che si registra dalla fine della seconda guerra mondiale
Grazie a tutti voi però che quest'incontro vi abbia restituito lo sforzo fatto veramente nel costruire questo lavoro è stimolato l'approfondimento della lettura del nostro libero grazie