Il Centro Astalli presenta il Rapporto Annuale 2018

Allora buongiorno con un giorno a tutti grazie per essere qui grazie di essere intervenuti
Alla presentazione di questo rapporto annuale del Centro Astalli
Io leggendo le pagine del rapporto più andavo avanti più mi veniva in mente una una mostra che ho visto come molti di voi immagino nel due mila la mossa di Sebastião Salgado che si chiama in cammino
è una mostra che ha fatto la storia del della fotografia che fu esposta alle Scuderie Papali nel due mila che era l'anno del grande Giubileo ed era una delle iniziative
E culturali e non solo di quell'anno mi è venuta in mente perché in quella in quella mostra si vedeva e si mostrava questa umanità in cammino questa umanità e questi uomini e queste donne questi bambini che si spostano da un continente all'altro
Rispondendo principalmente a una domanda di vita
A una domanda di migliorare le condizioni di vita quindi ha un istinto di sopravvivenza ma anche di più a alla prospettiva di un futuro migliore alla prospettiva di essere migliori rispetto alla situazione in cui si trovano c'erano le foto dell'Africa c'erano le foto dell'Asia dell'America latina lo spostamento dalle campagne alla recita
La nascita della nuova Asia che in quegli anni siamo appunto nel due mila quindi siamo proprio in una situazione in cui lo sviluppo delle grandi città asiatiche prende il formale diventa
Racconto giornalistico racconto di un grande giornalista al per immagini come Salgado
Ed eravamo nel due mila l'anno in cui sembrava sembravano crollare i muri insomma eravamo ancora a poca distanza dal mille novecentottantanove e in questo cammino c'era una prospettiva di una possibilità qualcosa di simile a quello che era stato il grande spostamento di uomini e di donne nella alla fine dell'ottocento all'inizio Novecento quindi cento anni prima un secolo prima che avevano riguardato
Grandi popolazioni dall'Europa verso verso l'America e in particolare degli italiani
Mille ottocentosessantuno mille novecentottantacinque diciotto milioni di italiani sono partiti dall'Italia senza fare più ritorno a casa e sembrava quella una forza inesorabile che avrebbe cambiato verrebbe trasformato
Il mondo e avrebbe trasformato anche noi
Oggi lo scrive padre Ripamonti
Nel nell'introduzione del Rapporto citando papa Francesco a sono tornati i muri
E diventato sempre più facile
Costruire muri che costruire ponti innalzare muri piuttosto che costruire ponti anche se papa Francesco dice il contrario
Il due mila e diciassette che l'anno di riferimento del rapporto è esattamente questo questo tipo di anno e l'anno in cui mi sembra se dovessi riassumerò in termini politici è l'anno in cui chi fugge chi cerca rifugio che cerca riparo chi si muove
Ha incontrato muri
è stato un anno in cui chi ha cercato di fuggire dalla sua situazione ha trovato sempre più strade bloccate
E l'Italia in particolare questo paese di frontiera tra tante frontiere tra l'Est e l'Ovest dell'Europa come è stato storicamente nell'epoca del muro
E tra il nord e il sud del Mediterraneo come la consegna la sua posizione geografica storica da sempre
L'Italia diventata questo crocevia di di frontiere che si chiudono
O si aprono a fatica siamo ancora sotto l'effetto anche motivo di quello che è successo qualche giorno fa alla vigilia di Pasqua a Bardonecchia
Con lo sconfinamento dei gendarmi francesi e tutto quello che ha comportato in termini di relazioni diplomatiche
A Bardonecchia è uno di questi posti simbolo
La frontiera Italia Francia che la montagna assomiglia sempre di più alla frontiera di Lampedusa che il mare
Con delle dinamiche che si mettono in moto
Di accoglienza di comunità civili che si trovano in una situazione inedita e provano a far fronte a quello che era inaspettato Lampedusa a Bardonecchia la frontiera di Ventimiglia la frontiera del Brennero
Poi c'è la grande frontiera dell'Europa con la Turchia oggi siamo all'indomani di una nuova strage dai contorni ancora tutti da definire ma sappiamo quanto dal due mila e undici in poi la questione siriana con i suoi milioni di di sfollati
I i sei milioni di di persone che che hanno cambiato città rispetto al luogo di origine dove vivevano ai cinque milioni che sono andati fuori dalla Siria
Apposto a di fronte al mondo e di fronte all'Europa un'altra questione un'altra questione rispetto alla quale l'Europa approvato pronta a rispondere in termini di chiusura raccordo con la Turchia
E tutto quello che comporta e per gli italiani parla anche padre Ripamonti
Il due mila diciassette è stato un anno in cui si sono fatte delle cose la la legge zampa sui minori non accompagnati ad esempio ma è stato c'è stata la campagna io e lo straniero sulla sulla sul cambiamento delle norme sull'immigrazione sono ancora legate in Italia una legge del due mila due la Bossi-Fini
è stato anche l'anno però in cui il parlamento che chiudeva i battenti proprio nelle ultime ore non è riuscito ad approvare la legge sullo ius soli quindi qualcos'altro che si è chiuso si sono chiuse si è chiusa una legislatura
E il suo è chiusa anche la possibilità chissà per quanto dato anche il nuovo sviluppo politico di approvare una legge che tutti ritengono tutti insomma è una legge molto conflittuale una tutti gli operatori e tutte le persone
Che incontrano i bambini a scuola in un campetto di calcio in una parrocchia in un'associazione di ritengono italiani insensato che il solo la legge non li ritenga italiani
è stato poi l'hanno voi se ne fa un cenno anche nell'introduzione
In cui è cominciata dell'Italia una lunga campagna elettorale in cui il tema dell'immigrazione il tema dei rifugiati il tema dell'accoglienza al tema del no all'accoglienza e Stato centrale
Fino ad arrivare all'episodio
Di Macerata che nella sua singolarità di quello che successe solo dall'omicidio o sinuoso della ragazza
Italiana a opera di un gruppo di nigeriani
Fino alla reazione omicida folle di chi è andato a sparare a degli innocenti
Ha proposto uno scenario per l'Italia completamente nuovo lo scenario che l'Italia nella sua tradizione di di accoglienza e di umanità non aveva ancora conosciuto e che non è un caso singolo perché come ogni caso singolo di cronaca di quella portata
In realtà riassume è una metafora di tutto era una parte per il tutto
Quindi siamo diventati un paese di frontiera ancora di più di quello che ci ha consegnato la nostra più storica posizione geografica
Frontiera sono le nostre frontiere del Nord frontiere sono le nostre città solo nelle periferie delle nostre città e sono anche i centri storici
Frontiere sono tutti i luoghi in cui il Centro Astalli compie la sua azione
Stavo ragionando sul Progetto fari chiesta per formare assistere riabilitare inserire dal punto di vista dell'azione dei volontari
Rispetto ai migranti rispetto ai rifugiati e richiedenti asilo direi che il rapporto del Centro Astalli ICI
Ci chiede e di qui anche la presenza della presidente della RAI e Monica Maggioni che e anche ed è tuttora una grande giornalista una grande osservatrice che ha raccontato tanti dei posti in cui stiamo sto stiamo parlando
E richiede all'opinione pubblica quindi a chi come noi fa informazione
Tre cose altre ditte altri tre verbi informare quindi essere informati e quindi avere una mole di dati tutte consenta lo per quanto possibile di superare la il luogo comune le opinioni strampalate senza informazione
E per noi è un un dovere fondò il nostro è il nostro mestiere informare essere informati
Comprendere perché l'informazione funzionale a una comprensione di qualcosa che può anche spaventare può anche fare paura sono sentimenti la paura la rabbia la frustrazione
Solo sentimenti istinti che non vanno demonizzati ma vanno compresi e vanno vanno ascoltati vanno interpretati ma poi bisogna appunto informare comprendere e infine agire perché il Centro Astalli agisce
Fa tante cose ma chiede anche alla politica la Società italiana e anche al noi che facciamo comunicazione informazione
Un'azione che sia conseguente gol alle informazioni e con e con la comprensione quindi io ringrazio questa mattina tutti voi che siete intervenuti
Sarà un incontro a più voci in cui ascolteremo testimonianze ascolteremo dati ascolteremo riflessioni
E adesso prima di tutto do la parola mousse rifugiato del Mali per la sua testimonianza grazie
Prima di tutto saluto buongiorno
Mi chiamo Musa ho ventisette anni
Vengo dal Mali oggi sono rifugiato in Italia
Il Mali faccio costruttivo legge mi piacevano
Grazie al mio madre potevo andare a scuola Sasà dove lavorare
E poi mio madre si è ammalata
E poi morta
Ho dovuto iniziare a lavorare
Ho un amico di mio padre mi ha preso Collinella Soffici una di meccanico dove facevo manutenzione dell'auto del Governo
Tutto andava bene Cicu c'era stato un colpo di Stato che ha creato un molto problematica a tutti coloro che lavoravano con il governo
Sono stato messo in crisi in carcere
Torturato picchiato
O giorno metro che mi facevano pulire all'esterno del prigione
Sono riuscito a scavalcare il muro di cinta
E andare via
Ho camminato tantissimo
Ho viaggiato fino all'Algeria
Poi Livia
Ho capito subito quelli via era peggio che in Mali
Quindici ore di lavoro
Nero al giorno
Con due soldi
Per due soldi
Che veniva venivano rubati regolarmente
Costrette a vivere in un campo ai consueta vivere in campo all'aperto insieme al tante le migliaia di ragazzi come me
Erano senza documenti
Per questo oggi loro mi hanno fermato il poliziotto
E l'altra in carcere un'altra volta
Violenza torture
Il guardia di carcere chiedevano soldi
Ma io non all'arrivo
Poi il mare il trafficanti sono saliti sui il mare sul gommone scusate insieme a un centinaio di persone tanti come me tanti idonei tanti bambini
Anche soli
Pensavo di morire
Ne ero sicuro
Dopo tre giorni in mare
Una nave ci ha salvato e ci ha portato incisiva
Ora sono qui studio l'italiano cerco un lavoro
In Italia sono stato in tante città diverse ho conosciuto tanti tipi di accoglienza
Ora sono a Roma esigo un centro di tv in come nota di ospiti ospitalità del Centro Astalli
Sì però di fermarmi
Fermarmi per iniziare a consigliere la mia vita qui
Per non essere più un peso per lo Stato ma per aiutare
Sono che non posso inizi di ricominciare a studiare legge subito
Ma sono un bravo meccanico conosco i motori
Per questo mi piacerebbe poterlo fare anche in Italia
Mi fermo qua perché
Grazie grazie Moussa per questa testimonianza che che appunto ci ci riporta dà i numeri alle ditte singole delle singole persone da avvoltoi storia a a quello che anche per tanti di noi spesso sono solo numeri
Do la parola a padre Fabio Baggio e sottosegretario per la sezione migranti e rifugiati della Santa Sede per il saluto
Grazie grazie per navi la parola
Tanto buongiorno a tutti
Sono qui a a rappresentare la sezione migranti e rifugiati del nuovo dicastero continua a essere nuovo dopo tanti mesi per la servizio dello sviluppo umano integrale
E come immagino già sapete all'interno di questo dicastero il Papa ha voluto una sezione per i migranti e rifugiati
Sono due sottosegretari padre mai concerne che manda i suoi saluti e New York in questo momento in una fase molto complicata di negoziazioni stanno vedendo per il tattico globali sulle migrazioni
E io e io aver Fabio Pace
Giovedì scorso con padre Michael ce li siamo stati dal Santo Padre come facciamo una volta al mese ogni mese il nostro incontro diretto con lui
Lui vuole guidare almeno per questo tempo la sezione direttamente quindi e nostro superiore diretto e abbiamo parlato di questo evento
Era già al corrente comunque per rapporto era già stato ben informato
E manda espressamente i suoi saluti
A coloro che dirigono il centro i centri Astalli sono diverse e a realtà presenti sul territorio italiano tutti gli operatori che stanno lavorando e gli addetti ai lavori qui convenuti quindi saluti tetti al Santo Padre
E abbiamo avuto in modo insieme di di riflettere due minuti su quello che è il rapporto e se c'è una frase che il Santo Padre ha sottolineato esattamente quella che è stata sognato poc'anzi
Non parliamo di numeri ma parliamo di persone
Ed è stata è un po'il leit motiv durante tutto il due mila diciassette noi esistiamo da poco più di un anno è stato presente tanto questo tempo oltre ai numeri i folti delle persone
E penso che nessuno come papa Francesco durante questo tempo e parlo di un ambiente internazionale a voluto esprimere con voce forte a volte anche con
Un un richiamo un richiamo forte questa attenzione ai folti delle persone che bussano alla porta
Non sono numeri sono persone hanno dei nomi e ogni persona ha una storia
Massi ficcare generalizzare non fa bene a noi
E non fa bene a coloro che bussano alla porta ogni persona come il test a testimonianza che abbiamo appena ascoltato va ascoltata va compresa e a partire da questa comprensione poi bisogna cominciare a lavorare
Centro Astalli ha lavorato tanti anni che sta lavorando io personalmente ancor prima di lavorare nella posizione in cui mi trovo ho avuto modo di
Di apprezzare il bellissimo la bellissima missione che si è sviluppata durante questi ultimi anni attraverso la sapienza di vari direttori dal primo fino a quello attuale
Ma soprattutto attraverso le capacità degli operatori che sono messi in gioco
Non mi ha sorpreso vedere nel rapporto parliamo di numeri si settecento quasi settecento operatori volontari che sono presenti in questo assurdo in queste strutture sul territorio italiano ma solo una piccola parte
Delle migliaia di persone che sono lasciate coinvolgere da questa sfida che oggigiorno la sfida di tutti
La sfida dell'accoglienza
Questa parola che non può essere ridotta occorrano questione giuridica prima seconda terza accoglienza
Ma che una parola e un verbo quello di raccogliere che il Papa ha voluto inserire come il primo dei quattro verbi di tutta la Pastorale migratoria
E
Un verbo che indica la capacità cristiana di riconoscere l'altro di valutare apprezzare l'altro di fare spazio all'altro
Coscienti che questa azione fa più bene a me
Che all'altro
E nella crescita della relazione che noi riscopriamo gli stessi e riscopriamo la nostra umanità
So che non sto parlando o un pubblico come sono solito fare all'Urbaniana dove insegno no di studenti di teologia ma immagino che non sia difficile comprendere come se Dio
Trinità quindi è relazione e diversità Padre Figlio e Spirito Santo
E ci ha dato la sua immagine nel momento stesso della creazione anche noi scopriamo la nostra essenza nella relazionalità con l'altro
E nella diversità una volta che togliamo questo abbiamo perso la nostra umanità
Un momento di nel momento in cui si parla da prima di muri il muro viene costruito per impedire la relazione per fare in modo che io e l'altro non lo veda non lo conosca
E la rinuncia stessa alla nostra essenza di umanità
La costruzione dei ponti che il Santo Padre continua a promuovere è invece l'esatto opposto la ricerca dell'arma relazioni Rita sapendo che in questo incontro riconosci mento
Valorizzazione e fare spazio io vengo arricchito
Allora cambia la dinamica non è quello che io sto facendo per gli altri mai come storica realizzando la mia umanità in questa apertura
Noi sappiamo che queste sono idee meravigliose poi c'è una realtà molto problematica che si presenta ai nostri occhi Saradello ascoltare le testimonianze degli operatori Cira conterebbero molte di queste difficoltà e nel dialogo quotidiano con la gente
Ma quello che noi scopriamo in questo senso e che l'accoglienza pur essendo un verbo meraviglioso non è sufficiente
Bisogna guardare più in là
Il Santo Padre quando ci ha indicato il lavoro della nostra sezione ha voluto indicare tre momenti ha ha detto avete un'azione a breve termine una a medio termine e una a lungo termine
E qui lo ripeto perché ho visto nel rapporto del Centro Astalli tutti tra i termini inseriti ed è stato molto bello riscoprire ce in questa sintonia di intenti di intenzioni di propositi
Quello a breve termine eccetto Santo Padre e salvare le vite
Sapete come cammina con un po'di difficoltà è andato nell'altra stanza ritornato da padre Michael e dal sottoscritto con una salvagente un giubbotto salvagente ce l'ha consegnato io ha detto mi raccomando che non muoia più nessuno
Questa è la prima al breve termine salviamo le vite e non c'è discorso non c'è discorso che posso tenere sul salvare ferite
Perché solo quando la vita è saldata possiamo decidere che cosa fare quando la vita non c'è più non c'è più alcuna decisione non c'è politica che tenga
Se non ci sono le persone con le quali e per le quali si esercita la politica quindi salvare le vite
La seconda parte che la parte più problematica diciamo così è quella di una trasformazione delle politiche non è cosa di oggi una cosa a medio termine
Processi internazionali a lavello di Nazioni Unite che sono in corso uno per i rifugiati e una per una una migrazione che dicono che sicura ordinata e regolamentata
Questi due processi che vanno insieme e che riconoscono la complessità del fenomeno migratorio ci dicono che c'è un esigenza di governo una cover innanzi globale delle migrazioni sì perché non è una questione nazionale
è una questione internazionale per definizione
Ed è per questo che i va affrontata in questo modo e le politiche di oggi devono essere politiche che non chiudono che non alzano i muri
Ma chi invece permettono flussi regolari delle persone attraverso dei canali semplici alla accessibili alle persone possono fare richieste
Perché se questo non facciamo se invece costruì Amuri se facciamo politiche più restrittive stiamo facendo il gioco
Dei trafficanti del degli aguzzini della tratta di oggi degli speculatori dei sogni delle persone
Che stanno guadagnando milioni e milioni di euro per un passaggio offerto nel deserto nel Mediterraneo questa è la realtà in cui ci troviamo oggi quindi a medio termine e la trasformazione delle politiche intendendo che guardiamo al il mondo si deve interrogare l'Europa si tiene si deve interrogare deve guardare all'Africa all'Asia
Ai flussi che provengono da diverse parti del mondo e in questo dialogo
Intorno a un tavolo mettere tutti gli attori per costruire delle nuove politiche insieme che verranno poi codificate trasformate anch'io lecci
A lungo termine
Si è parlato molto dell'avete sentito citare in mille occasioni della necessità di eliminare le cause delle migrazioni forzate di oggi il Santo Padre sottolinea che la maggior parte dei migranti di oggi
Escono per ragioni indipendenti dalla propria volontà
Quando parliamo di ragioni economiche la povertà e inclusa tra queste ragioni oppure no
La miseria e inclusa tra queste ragioni delle ragioni della delle migrazioni economiche la mancanza di alternative per una sussistenza degna
è inclusa ovviamente no
Ne quando parliamo delle migrazioni economiche parliamo di chi davvero alternative il tra questi migranti di oggi pochi avete un'alternativa quindi migrazioni forzate intese in senso lato
Per togliere queste ragioni non basta fare un viaggio dare qualche milione
E le cose si risolvono
Chi sta lavorando e penso che ce ne sono molti qui in sala sui progetti di cooperazione internazionale sa bene che le trasformazioni impiego non da una a due generazioni venticinque cinquant'anni certo che dobbiamo cominciare oggi
Ma non possiamo aspettare che l'effetto sia domani
L'impegno di oggi e produrrà Effetti tra venti venticinque ho cinquant'anni dobbiamo cominciare oggi e seriamente
Di Ho voglia e ci assista con la sua provvidenza che ci vogliono meno anni però questo è quello che ci insegna la storia nel frattempo politiche nel frattempo salvare Rita questa è la realtà
Un plauso un forte apprezzamento per il lavoro del accende i centri del Centro Astalli in tutte le entità presenti a tutti gli operatori a chi dirige
E un ringraziamento profondo anche a nome di coloro che spesso non hanno voce che sono i richiedenti asilo e rifugiati i migranti
Che trovano una porta aperta e non chiusa grazie
Grazie padre Baggio ci ha ricordato che il Papa e il diretto responsabile della della sezione credo che questo sia un unicum un un capo dello Stato perché Fava è un capo di Stato che guida direttamente il ministero che si occupa di rifugiati con questa immagine del giubbotto che ricorda quella montagna di giubbotti salvagente dell'isola di lesbo dove papa Francesco
Insieme vari patriarchi ortodossi si recò per per una preghiera comune e anche un impegno comune di una dell'Europa cristiana senza divisioni senza muri
Adesso do la parola padre che meno Ripamonti perché il PCI espone il rapporto del Centro Astalli rapporto due mila diciotto
Con i dati con la lettura di quanto è successo nel due mila diciassette
Grazie saluto tutti voi che siete intervenuti questa mattina nonostante il tempo inclemente
Ringrazio la presidente della RAI e Monica Maggioni e Marco Damilano che hanno voluto essere con noi questa mattina saluto anche tutti i rappresentanti delle istituzioni che sono qui oggi
Tutti i volontari gli operatori in modo particolare i rifugiati
è un grazie particolare al direttore del Teatro di Roma che ogni anno ci concede questa sala per presentare il nostro rapporto annuale il dottor Bevilacqua grazie veramente
Presentiamo oggi la diciassettesima edizione del Rapporto annuale del Centro Astalli che vuole essere il racconto di un anno
Vissuto cercando di concretizzare le indicazioni che papa Francesco ha consegnato nel messaggio per la giornata mondiale del migrante rifugiato cioè accogliere e proteggere promuovere integrare derby determinanti in un momento storico in cui si torna lo si diceva confidare nei muri di separazione e a costruirne piuttosto che credere nella forza generativa del dialogo e dell'incontro
Pensate che dall'anno due mila circa dieci mila chilometri di cemento di filo spinato sono stati utilizzati per dividere i popoli e nazioni con Investimenti e questo non lo si dice mai di milioni di euro nella prova nel rapporto proprio in questa prospettiva troverete un inserto fotografico in cui abbiamo voluto raccogliere alcune immagini di street art
Attraverso l'arte i colori la fantasia il muro diventa luogo creativo che apre orizzonti e ridisegna la topografia delle nostre città
Da qui la copertina del rapporto annuale che è un particolare di uno di queste di queste opere ringrazio l'autore che questa mattina si Bona
E di una di queste opere dicevo il volto di una bambina che scruta l'orizzonte che guarda lontano
Un omaggio alle giovani generazioni perché più Dinoi sappiano guardare al futuro con coraggio creatività e rispetto delle diversità
Concludono il rapporto i testi dell'intervento del colloquio delle migrazioni per la Giornata del rifugiato dove diciassette del cardinale Pietro Parolin il segretario di Stato della Santa Sede
Ferruccio de Bortoli con la moderazione del padre lombardi anche qui si tratta di ulteriore contributo di riflessione sulla situazione annuale nazionale internazionale
Intero rapporto non è solo cartaccia ma è scaricabile anche nel sito del Centro Astalli www Centro Astalli punto it
Ma entriamo nel merito del rapporto annuale non c'entra Stalin cifre
Nel mondo sono ormai oltre tre sessantacinque milioni i richiedenti asilo e rifugiati il trend è però sta rallentando dal due mila il sedici
Così come gli arrivi in Europa centosettantuno mila meno della metà di quelli del due mila e sedici che sono stati trecentosessantadue mila settecento cinquantatré in Italia al trentuno dicembre due mila e diciassette erano centodiciannove mila trecento sessantanove
Il Centro Astalli nelle sue diverse sedi territoriali Catania Palermo Grumo Nevano Napoli vicenza Padova e Trento a risposte ai bisogni di circa trenta mila persone quattordici mila nella sola città di Roma
Con numeri che si mantengono pressoché costanti nonostante la flessione degli arrivi
Le nostre strutture di accoglienza con diverse modalità hanno ospitato circa novecento persone di cui trecento solo nella città di Roma
I progetti avviati e conclusi nel due mila e diciassette sono stati tredici e anche quest'anno abbiamo dato un'attenzione particolare per le persone vulnerabile donne sole vittime di torture di violenza intenzionale nuclei familiari
Con particolare riguardo a quelli mono parentali persone con problemi di salute problemi psichici
E poi preoccupati del Crivelli del crescente clima di intolleranza più che in passato abbiamo curato i giovani studenti e la loro formazione
Come racconta una specifica parte del rapporto progetti nelle scuole hanno raggiunto
Ventotto mila trecentotrentacinque studenti con un incremento del sette per cento rispetto al due mila e sedici che già aveva visto un incremento del dieci per cento
E questo è il segno di un bisogno da parte di insegnanti e studenti di conoscere e informarsi su ciò che sento non essere parte del loro presente e del loro impatto e del loro futuro ed imparare
Un modo critico di affrontare il fenomeno migratorio
Volontari coinvolti sono stati lo si diceva quasi settecento su tutto il territorio nazionale i giovani impegnati nel servizio civile venti
Gli operatori che ormai lavorano nelle varie sedi del Centro Astalli sono oltre cento
I costi costi sostenuti
Dal centro Astalli per garantire questa rete di servizi e Progetti pareggiati da corrispondenti entrati ammonta a circa tre milioni e duecento mila euro nella sola sede di Roma come dettagliato nella sezione finanziamenti
Oltre a convenzioni e progetti finanziati dall'Unione Europea dal ministero dell'Interno dalla Regione Lazio da Roma Capitale anche per il due mila diciassette circa un quarto dei finanziamenti si deve la generosità di donatori privati
Spesso si tratta di piccoli donatori che riconoscendo la qualità del servizio identificandosi nei nostri ideali contribuiscono per quanto possono
E questo ci dà la misura anche del desiderio di condividere quello che sia per costruire un mondo diverso
Un grazie particolare da poi alla Conferenza episcopale italiana Allegri musi neri a del Santo Padre alla Fondazione Migrantes alla Federazione Chiese evangeliche alla Fondazione BNL a BNL Paribas
A Ubi Banca e a segretariato sociale della RAI
Alcune considerazioni sull'Europa
Europa preoccupazione che divengono realtà
Prima di entrare nel merito di questa situazione locale della situazione locale che ha affrontato il Centro Astalli vorrei fare due considerazioni sull'Europa
La prima di cui siamo testimoni indiretti ormai da anni attraverso il racconto di tanti testimoni l'abbiamo sentito anche da Moussa poco poco fa proprio durante la presentazione del rapporto annuale del due mila e diciassette esprima da una nostra profonda contrarietà all'accordo con la con la Turchia che impedisce di fatto l'accesso in Europa soprattutto di siriani in fuga da una guerra che dura ormai da sette anni
Il proprio ieri sono le notizie appunto dell'efferatezza di questa guerra che continua
E manifestano amo la nostra preoccupazione per accordissimi dei che avrebbero potuto interessare altri Paesi la nostra preoccupazione si è puntualmente verificata
L'accordo con la villa con la Libia è stato stipulato a luglio due mila e diciassette
Esso a ridotto notevolmente il numero degli arrivi in Europa attraverso la rotta rotta del Mediterraneo centrale ma il prezzo che viene pagato in termini di violenza sulle persone
E inimmaginabile
Quello che viene salutato come un successo è per noi una grande sconfitta
Dell'Italia e dell'Europa intera confermata nei giorni scorsi dalla notizia della corte penale dell'Aja che la Corte Penale dell'Aja sta indagando per crimini internazionali contro i migranti perpetrati in Libia
La seconda considerazione la traggo dal nostro lavoro di a di advocacy a livello della Rete Europea del GR S Servizio dei Gesuiti per i rifugiati del lavoro al tavolo nazionale asilo
La proposta di revisione del sistema europeo di asilo sta portando verso un suo snaturamento
Definizione dei concetti di Paese terzo sicuro paese di primo asilo paese di origine sicuro procedure accelerate ritiro implicito della domanda sono alcuni solo degli esempi verso cui stiamo ci stiamo muovendo
E che dicono di un'Europa in difficoltà proprio su quei diritti che stanno alla base della propria nascite
Vorrei indicare a questo punto tre direttrici lungo le quali mi muoverò e che sembra riassumere o così riassumere quanto abbiamo vissuto quest'anno precarietà integrazione e convivenza
Parto dalla precarietà
Vite precarie
Lo scorso diciotto dicembre abbiamo inaugurato il nuovo olio locali ristrutturati della Nesa di via degli Astalli
In quell'occasione ha avuto modo di sottolineare l'importanza di quel luogo dove il Centro Astalli nato e dove sono posti i sistemi di un futuro di speranza chiederà frutti a suo tempo perché lì si risana non le ferite di un e di un'umanità in cammino grazie al lavoro di tanti operatori e volontari
Lì come in altri luoghi si custodisce il senso di umanità che piano piano stiamo smarrendo e lì ci si sente a casa come molte persone raccontano
Eppure nelle nostre città si percepisce per i migranti un senso crescente di precarietà
Spesso indotta da procedure burocratico amministrative farraginose e da un clima genere generale sempre più spesso impaurito
Anche quest'anno sono stati circa sessanta mila i pasti distribuiti con circa una media di duecento venti persone al giorno oltre un centinaio di colazioni distribuite
Nei periodi invernali ed estivi durante il piano caldo il Piano freddo
Nonostante la flessione degli arrivi come già ho detto la flessione è stata di oltre il trenta per cento Roma mantiene la sua forza attrattiva sui migranti
Arrivano sempre più numerosi nella cambi capitali in cerca di soluzioni
Persone per le quali il percorso di riconoscimento della protezione internazionale si è interrotto per qualche motivo
E che quindi risultano in una situazione di precarietà che diventa esistenziale senza garanzie e con un futuro incerto
Per esempio coloro che lasciano i centri di accoglienza straordinari il cast di un altro territorio e non possono più essere accolti nel territorio di provenienza né in quello di arrivo e questo spesso su mi si impedisce il proseguimento della procedura di asilo
Che tali persone vivono molto spesso per la strada per le nostre città delle nostre città
Aumento ha poi il numero di coloro che hanno ottenuto un diniego anche dopo il ricorso e rimangono sul territorio in una condizione di irregolarità
Sono queste le tipologie di persone per le quali il servizio legale del Centro Astalli ormai incontra con più frequenza e che risulta difficile dare delle soluzioni e dare delle prospettive
A Roma poi la delibera della giunta a Capri capitolina del marzo del due mila e diciassette che ha revocato alle storiche associazioni di volontariato la possibilità di concedere le residenze dei senza dimora
Ben lungi dall'aver garantito più diritti
Ha aperto un ulteriore Furlo snella esigibilità di quelli che in passato erano dati per acquisiti
Uno su tutti pensiamo ai ricongiungimenti familiari per i titolari della protezione internazionali che sistematicamente vengono vedi vedono non accordato il ricongiungimento familiare
Perché non viene riconosciuto come valido indirizza l'indirizzo virtuale di via potestà Valenti
In alcuni momenti del due mila e diciassette la mensa di via degli Astalli è stata poi il luogo di passaggio il punto di riferimento perì transitanti che continuano a esserci in Italia anche se poi alle ai confini vengono rimandati indietro
E persone che sono state sgomberate dagli insediamenti informali
Secondo punto di precarietà il percorso migratorio e la marginalità nel paese di arrivo incidono sempre più sullo stato di salute dei migranti forzati anche nel corso del due mila e diciassette per il Centro Astalli è stata una grande sfida l'attenzione alla salute dei migranti che nel summit Fo che è divenuto il centro a valenza regionale ormai inserito nell'organigramma della ASL Roma uno
Trova un innovativo esempio di collaborazione tra pubblico e privato
Oltre sei mila visite e oltre due mila utenti
In questo ambito quello che ci preoccupa la deroga lo abbiamo detto tante volte ma è sempre bene ricordarlo non è l'impatto che la salute di chi arriva a sulla collettività
In genere chi arriva e giovane e a un buono stato di salute ma piuttosto che questa condizione di salute si mantenga fatto che non è sempre scontato e la situazioni di marginalità e di povertà favorisce l'insorgere di patologie
E l'aumento della precarietà di vita di molti richiedenti tutelare protezione internazionale come ho cercato di spiegare prima ha ripercussioni importanti sullo stato di salute
I tutto questo siamo testimoni nell'ambulatorio di via degli Astalli dove molti medici e farmacisti volontari prestano con dedizione competenza il loro servizio a chi il più delle volte vive per strada
Quasi due mila settecento visite sono state fatte nel due mila diciassette
Io ho dato interessante e che gli afgani sono quelli che accedono con maggior frequenza
Al a questi ambulatori afgani che sono quasi spariti dai numeri di quelli che richiedono asilo e di quelli che arrivano appunto alle frontiere ma che continuano a essere nei nostri territori e spesso in situazioni di precarietà
Situazione poi neo in Europa degli afgani sa aprirebbe tutto un'altra parentesi soprattutto per le questioni di Stato sicuro comunque situazioni di sicurezza che ha spinto molti Paesi a rimandare gli afgani nel loro Paese
Un altro dato preoccupante nel corso del del due mila diciassette è stato l'aumento del numero delle persone traumatizzata dal viaggio e soprattutto dalla detenzione dei centri in Libia
In questa prospettiva abbiamo accolto con favore la pubblicazione nel corso del due mila e diciassette delle linee guida per il riconoscimento e la presa in carico di vittime di tortura e persone
Di di violenza intenzionale di tortura il cui obiettivo prioritario è quello di tutelare i richiedenti protezione internazionale in condizioni di particolare funerali vulnerabilità
Tali eventi traumatici cioè quelli dei viaggi constatiamo sempre più frequentemente avvengano lungo il percorso migratorio
Soprattutto per le donne e hanno una profonda influenza sulle condizioni psicofisiche dei richiedenti asilo
Quindi il fatto che siano state pubblicate queste linee guida che creeranno una omogeneità sul territorio nazionale non può essere che un elemento positivo ma ci preoccupa che questa persecuzione
Nei Paesi di transito stia aumentando
La seconda parola l'integrazione
Il piano di integrazione prove tecniche di convivenza nella diversità lo scorso settembre un altro elemento positivo del due mila e diciassette il ministero dell'interno ha pubblicato il piano integrazione per i titolari di protezione internazionale un teste importante con indicazioni chiare per una società inclusiva
Negli obiettivi è previsto per i rifugiati un percorso che va dall'accoglienza alla piena autonomia un percorso che da anni è uno dei capisaldi del Centro Astalli
L'obiettivo di un sistema di accoglienza unico è ancora lontano ma l'Asia per raggiungerlo è quello progressivamente di addotta di adottare anche nel cast standard quantitativi e qualitativi simili a quelli degli SPRAR
Nel due mila e diciassette si è vista la conclusione del triennio due mila e quattordici due mila sedici con una proroga al primo semestre due mila diciassette del Progetto SPRAR di accoglienza e l'avvio del nuovo triennio due mila diciassette due mila diciannove
Tutte le sedi territoriali del Centro Astalli sono impegnate nell'accoglienza priva lentamente nel circuito SPRAR e sono quattrocentonovantaquattro le persone raccolte nel due mila diciassette
I duecentocinquantacinque solo a Roma
Ma anche nelle sedi licenze Trento dove si offra si offre un'accoglienza nei cassa gli standard sono quelli dell'accoglienza diffusa e non di centri con dei numeri di persone Illy fatti
Triennio due mila e quattordici due mila e diciassette si è chiuso con un bilancio positivo per quanto riguarda il lavoro di accompagnamento delle persone un dato su tutti solo nell'ultimo anno delle diciotto famiglie accolte al perdurare ruppe
Dieci sono uscite dal Progetto ottenendo un'autonomia alloggiativa o proseguendo nei Progetti di semi autonomia
Ma anche la l'esito positivo è stato anche per quanto riguarda la collaborazione con l'ente pubblico cioè il ministero dell'Interno e l'ente locale
Stima reciproca e comuni obiettivi per il servizio centrale dello SPRAR ha visto in più occasioni una collaborazione diretta
Anche la collaborazione con Roma Capitale in particolare con gli uffici preposti all'accoglienza all'inclusione è stata molto positiva anche se non priva di qualche difficoltà per la creazione di comunità integrate la sinergia tra i vari attori dell'accoglienza risulta fondamentale e auspichiamo per il futuro un'assunzione di responsabilità ognuno per la sua poi parte ancora più efficace non mancano tuttavia alcune criticità tra cui per esempio il fatto che stia diventando prassi consolidata almeno a Roma che gli SPRAR siano sempre più utilizzati per chi ha già un riconoscimento della protezione
Questo se da una parte mette al riparo da un'eccessiva della trazione dei tempi di accoglienza dall'altra escluse qui scruta e quasi del tutto
I richiedenti asilo da questo tipo di percorso con ripercussioni sul loro inserimento nel nostro Paese
Inoltre i tempi per chi ha già un riconoscimento ridotti di regola sei mesi possono risultare troppo ridotti per immaginare una reale integrazione ancora sull'accoglienza un dato per sfatare alcuni miti
Un dato significativo è che la sede di Roma del centro Astalli ha dimostrato smentendo ogni pretestuosa strumentalizzazione di saper astenere degli standard alti di qualità nello stile dell'accoglienza senza sprechi
Sia nel triennio due mila e quattordici due mila sedici in cui venivano corrisposti dall'ente locale ventotto euro al giorno come spesa
Sia nell'attuale triennio in cui vengono corrisposti trentatré euro al giorno
Tutte le risorse aggiuntive sono destinate per un'accoglienza migliore e per un'integrazione migliore delle persone e non per arricchire chi fa questa accoglienza
Questo dimostra come non sia la quantità del finanziamento che determina lo stile dell'accoglienza ma il porre le persone al centro
D'altro canto sostenere ideologicamente con sempre maggior frequenza che si spendono troppi soldi per l'accoglienza
Il giocare al ribasso non favorisce altro che i mestieranti dell'accoglienza cioè coloro che cercano grandi numeri e offrono bassi costi facendo economia di scala
Ma non hanno come obiettivo l'integrazione delle persone
Questo è dimostrato anche dal Progetto Comunità di ospitalità cioè quei posti in accoglienza messi a disposizione delle congregazioni religiose
Che senza costi aggiuntivi per l'ente pubblico accompagnano le persone verso l'autonomia
Nel corso del due mila e diciassette si è registrato un aumento del trentasette per cento in questa tipologia di accoglienza la centoventisette persone del due mila e sedici a centosessantuno nel due mila e diciassette
Settantacinque persone sono uscite da tali accoglienza nel due mila diciassette nostri nuclei familiari e quarantasei singoli e di questi sei famiglie trentaquattro singoli hanno raggiunto una piena autonomia
Questi sono risultati incoraggianti che dicono come le persone se accompagnate riescono a diventare autonome
Nel corso dell'anno abbiamo avviato anche delle esperienze dico housing perché una delle accuse che ci viene mossa di occupate di migranti ovviamente e non vi occupate di italiani allora per dare anche un segnale di questa creazione di comunità
Che siano sempre più integrati abbiamo iniziato anche dei percorsi dico housing tra italiani e rifugiati stanno dando dei segnali molto positivi
Il lavoro poi continua a essere un grande problema una grande questione per i rifugiati e non solo che hanno chiuso che ha bisogno di creatività oltre che di competenza
Ogni giorno persone qualificate hanno aiutato i rifugiati a cercare il lavoro
E c'entra Stanley ha iniziato su tale tema una riflessione interna e attivato una piattaforma che sarà sperimentata nel due mila e diciotto il cui obiettivo e di coordinare maggiormente coordinarsi maggiormente all'interno e un maggiore
Dice di cercare un maggior raccordo con l'esterno sia con gli enti pubblici
Che con gli le aziende private
E passo alla confidenza la costruzione di comunità
Diceva parla Francesco in una presentazioni di lettere credenziali ad alcuni ambasciatori
Le forze centrifughe che vorrebbero dividere i popoli non sono da ricercarsi nelle loro differenze
Ma nel di fallimento nello stabilire un percorso di dialogo e di comprensione come il più efficace mezzo di risposta a tali sfide
Ecco perché nel corso del due mila e diciassette abbiamo lavorato intensamente per abbattere i muri e costruire punti soprattutto dal punto di vista della sensibilizzazione per uscire dalla dicotomia che ormai asfissiante tra noi e loro e creare sempre più delle comunità solidali
Lo abbiamo fatto con un impegno civile serio che è già stato ricordato che abbiamo dimostrato come promotori della campagna io lo straniero l'humus l'umanità che fa bene
Perché siamo convinti che il fenomeno migratorio è cambiato e anche l'assetto legislativo vada adeguato ai nuovi scenari ma con un atteggiamento culturale che sappia essere aperto inclusivo e rispettoso delle differenze
L'abbiamo fatto prendendoci cura dei giovani progetti nelle scuole hanno avuto come già accennato un ulteriore incremento duecento istituti abbiamo raggiunto oltre ventotto mila studenti in tutta Italia che hanno partecipate Progetti Incontri
E i Progetti finestre
E l'abbiamo fatto anche grazie alla collaborazione di tanti volontari a cui va tutta la mia riconoscenza nelle varie sedi territoriali sono stati quasi settecento come si ricordava
Le persone che hanno condiviso con noi i nostri indie ideali con coraggio e anche non curanti di quegli attacchi che nel corso del due mila diciassette sono stati scagliati contro le organizzazioni umanitari
Occuparsi con umanità dei migranti in alcuni momenti è stato considerato un atteggiamento di cui vergognarsi aiutare diventato sinonimo di malaffare in alcuni frangenti in alcune alcune persone è stato imputato come un reato
Non dobbiamo vergognarci
Di quanto abbiamo fatto
Di quanto facciamo ogni giorno per i nostri fratelli e le nostre fra sorelle migranti occorre continuare a farlo sempre meglio e andando avanti con coraggio
Non siamo poveracci che aiutano dei poveri siamo uomini e donne che con senso di responsabilità civile non vogliono smarrire il proprio senso di umanità
Perché credono nella dignità della persona e si impegnano a restituirla a coloro ai quali è stata tolta con solidarietà e secondo il sentire della nostra Costituzione
E mi avvio alla conclusione
Vorrei rivolgere a questo punto un grazie a tutti coloro che a diverso titolo hanno collaborato a questo in questo due mila diciassette non su uno si deve sentire escluso gli operatori la cui professionalità e umanità è un aumenta ogni anno i volontari senza il cui aiuto poca strada avremmo fatto le ragazze e i ragazzi del servizio civile per i quali mi auguro che il passaggio al Centro Astalli
Sia per voi stimolo per aprirvi al mondo
I benefattori che ogni giorno ci fate sperimentare il senso vero della condivisione le istituzioni pubbliche con le quali ci confrontiamo sempre con grande spirito di collaborazione
Ma con altrettanta onestà intellettuale di chi ricorda sempre che il proprio mandato essere dalla parte dei rifugiati
Inti di tutela associazioni di volontariato del privato sociale con le quali condividiamo ogni giorno l'inquietudine per la giustizia
La Rete del CRS del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati con la quale condividiamo la fedeltà all'intuizione del padre Pedro ruppe e la Compagnia di Gesù
Che sa l'importanza di questa missione perché azione di riconciliazione tanto centrale per un gesuita
E voi carissimi rifugiati lottatori di speranza come egli ha definito Papa Francesco non perdete mai questa speranza insegnate la anche annui
E ora concludo veramente
Con una citazione che papa Francesco ha consegnato ai giovani a Cracovia nel due mila e sedici diceva papa Francesco
La vita di oggi ci dice che è molto facile fino a per fissare l'attenzione su quello che ci divide su quello che ci separa dovrebbero farci credere che chiudere CD il miglior modo di proteggerci da ciò che ci fa male
Oggi noi adulti abbiamo bisogno di voi per insegnarci a convivere nella diversità nel dialogo nel condividere la multiculturalità non come una minaccia ma come un'opportunità
E voi siete un'opportunità per il futuro abbiate il coraggio di insegnarci abbiate il coraggio di insegnare a noi che è più facile costruire ponti che innalzare muri abbiamo bisogno imparare questo grazie
Grazie padre Camillo per questo intervento
Anche emotivamente intenso
E che ha dimostrato come il il vostro lavoro
Sia in un contesto non contesto sociale in un contesto politico col testo
Informativo è stato calato sono stati carattere vostra attività le vostre azioni i vostri interventi
Nel contesto di di un anno il due mila diciassette in cui come come ha detto aiutare diventato sinonimo di malaffare diventato quasi un reato in cui chi fa accoglienza è stato messo sotto accusa in cui ci sono luci perché ci sono dei segni positivi sia rispetto alla al al per esempio quello le diceva su un percorso di accompagnamento dall'accoglienza alla alla piena autonomia
E anche qualche segnale positivo sul piano legislativo dentro o un quadro in cui
è vero che s'è diminuito il numero dei rifugiati è stato presentato come un succedersi somma e quindi qui chiamo do la parola la presidente della RAI Monica Maggioni a un certo punto padre Ripamonti diceva vedere vedere che vedere significa appunto avere le immagini avere le informazioni quindi spesso viene presentato come un successo il fatto che non vediamo più ha l'umanità di queste persone perché a volte come è successo come è successo ad esempio sulla rotta mediterranea il il le le persone vengono non partono più uno lariano più ma non per questo le loro condizioni sono migliorate come ci diceva che la testimonianza
Sa punta di Moussa da cui siamo partiti
E questo chiama chiama in causa noi che facciamo informazione noi che abbiamo come mestiere il mestiere di raccontare e di raccontare particolare credo che sia la cosa c'ha spinto a fare questo lavoro raccontare quello che non si vede in tutti i campi ovviamente ma in particolare in questo nel nel campo dell'immigrazione dove dove spesso non vediamo questi volti queste storie e lo stesso terreno della comunicazione diventa un terreno di battaglia terreno di battaglia culturale civile perché dalle parole che si usano domani al agli accenti che vengono adoperati per per parlare dai card ai grandi casi di cronaca a alle grandi questioni più globali flussi
La guerra le guerre l'Europa e l'accoglienza ognuna di questi tre di queste questioni pongono a chi fa informazione una sfida continua una sfida per certi versi inedita
La parola la presidente Monica Maggioni
Grazie grazie a tutti ma in realtà mentre
Sì ripercorreva nei numeri di quella che teoricamente una vittoria forse non è una vittoria mi veniva in mente che nel racconto di questa cosa siamo addirittura un passo prima perché nemmeno abbiamo detto questo perché abbiamo continuato a chiamare emergenza
Nella maggior parte dei casi e quindi vuol dire che nemmeno quel presupposto
Sul quale giustamente io dico
è il caso di analizzare le luci e le ombre i tantissime ombre che ci sono ma nemmeno quello viene registrato nella maggior parte dei racconti che attraversano le nostre giornate di comunicazione perché ha comunque nella maggior parte dei casi si continua a utilizzare io dico impunemente il termine emergenza qualcuno mi deve spiegare qual è questa emergenza l'emergenza
è invece una grande domanda una grande domanda che richiede delle risposte che sono delle risposte politiche delle risposte sociali delle risposte
Di accoglienza sulla quale la risposta non c'è ancora e probabilmente univoca non ci sarà mai
Perché ci piaccia o no questa è la più complessa storia del tempo che ci è dato di vivere
E la più complessa storia del tempo che ci è dato di vivere
Non può essere raccontata quel codici di una Croma Chetta qualsiasi di tutti i giorni e questo secondo me è il presupposto da cui partire perché se no non ci intendiamo su
Quale la grandezza del problema che abbiamo di fronte eppure dovremmo capirlo visto il racconto che ci ha fatto fino adesso padre Camillo e tutte
Le cose che sono state raccontate allora
Penso che dal punto di vista dell'informazione e della comunicazione o noi ci rendiamo conto che questa è una cosa anche
E c'è un deficit di razionalità nel nostro racconto e Marco lo accennava già ma ma secondo me centrale questa questione
E che non possiamo affrontare la questione della migrazione appunto con Mora cronache età ma come una gigantesca questione per la quale tutte le volte farà appoggio
Al valore dei dati dei numeri delle cifre delle cause dei contesti
è indispensabile se no continuiamo a raccontare una storia deviata una serie di cui vediamo un pezzo una coda un angolo e di cui non riusciamo a restituire
Anche a chi ci guarda ci ascolta ci segue l'assoluta complessità vedete ci arriverò alla fine è molto difficile per chiunque anche per il peggiore sulla faccia della terra non seguire il racconto di musei non partecipare ed è molto facile invece sentirsi distante da quelli allora il tema della distanza del racconto è l'altro tema centrale accanto alla razionalità
Che ne dovremmo introdurre
E poi le parole
Qualche passo avanti anche qui è stato fatto perché non possiamo sempre pensare che siamo all'anno zero
Io non mi posso dimenticare quando un po'di anni fa nelle redazioni tranquillamente sì scriveranno dei pezzi in cui si chiamavano clandestini sempre e comunque immigranti erano clandestini non è granché
Il comma inserito nella l'abbiamo fatto li chiamiamo migranti sono persone in cammino non so definiti
Dalla qualità giuridica della loro presenza sul nostro territorio sono definiti dall'essere persone con una storia di vita che li porta ad essere in un percorso
Estremamente complesso non appunto del
Dei nomi sul su delle fiches legittime o meno
E e quindi se qualcosa è stato fatto a partire da quel qualcosa dobbiamo capire qual è la strada di questo racconto perché l'altro dato del di quello che viviamo e la comprensione e il fatto che le cose non raccontate raccontate in un modo o in un altro determinando realtà ci piacerebbe poter dire che la realtà vale di più certo che vale di più vale di più
Nella dimensione esistenziale personale privata ma quando questa dimensione si allarga la comunità si allarga l'essere stato determina le scelte politiche
La comunicazione è realtà
Perché perché quella che stiamo affrontando è una storia che negli ultimi anni e voi padre Camillo sapete molto meglio di tutti gli altri ma è una storia che può mettere a discutere addirittura in discussione la tenuta degli Stati
Può mettere in discussione la forma che questi Stati assumono può orientare pesantemente le scelte politiche
Perché la gestione della paura legata alla virgolettato e che nel suo vive quindi non usi le virgolette invasione
Alla percepita è raccontata invasione che poi nei numeri non è un'invasione e magari uno sta nel non gestita
Quelli del tipo di percezione orienta le scelte orienta
Il sentire delle persone determina gli atteggiamenti delle comunità e noi non possiamo far finta che questo non esista perché se no non sappiamo da che parte prendere per cominciare a dare le risposte
Allora la comunicazione fa tutto il nome alla comunicazione un pezzo chiave di questa vicenda
E se noi prescindiamo da questo pezzo chiave non troveremo le soluzioni anche se io in premessa ho detto e ribadisco proprio per quanto e complesse ed esteso quello di cui stiamo parlando la soluzione unica assoluta non c'è e quindi
Da questo punto di vista mi sento di dirti padre Camillo la dimensione del bisogno
Temo che ci sarà sempre non ce ne libereremo
Nemmeno con la migliore delle politiche applicate ma perché la dimensione del bisogno c'è anche nelle società più evolute la dimensione del bisogno rimane il problema è di capire se politicamente la dimensione del bisogno sostituisce
La dimensione della gestione oppure rimane dimensione del bisogno che quindi
Come dire è la frangia estrema che sfugge alla gestione e su quella sappiamo che che dovremmo continuare a intervenire per sempre perché vale per tutti gli ambiti della nostra esistenza e della dimensione sociale però allora
Che cosa
Stiamo facendo che cosa stiamo raccontando è chiaro che se nel momento in cui la gestione viene meno la gestione si fa debole le persone che arrivano occupano i tre punti di maggiore passaggio di una città perché racconta estremamente semplice accendere telecamere e dire e le città sono invase ci credo
Quanto costa un cartellone pubblicitario all'ingresso di una stazione moltissimo perché costa moltissimo perché quello che viene percepito lì viene percepito come globale
Se invece del cartellone vedo l'aggregazione di persone disperate in fuga e bisognose
è quello il cartellone lì che diventa globale ed è estremamente facile raccontarlo come globale anche uno che non lo voglia raccontare in modo enfatico
Lo racconta come dato di cronaca però e qualcosa che esiste allora perché la gestione non perché qualcuno debba nascondere i migranti non mi si fraintenda esattamente il contrario ma perché nessuno possa strumentalizzare la presenza invece
Che è esattamente l'opposto
A vere le aggregazioni nei luoghi di massima visibilità che danno l'idea del fuori controllo è la cosa più strumentalizzabili e di tutte
Quindi non è nascondiamo lì per non farli vedere no evitiamo che la presenza in certi luoghi diventi la più semplice delle strumentalizzazioni a disposizione di chi ha un interesse a strumentalizzare questa cosa
E poi ancora la gestione
è chiaro che se i tempi di verifica del diritto di asilo e poi mi prendo un istante però per entrare nella questione rifugiato emigrante economico perché per me è un nodo non sciolto anche a livello personale quindici voglio fare un piccolo passaggio ma
Se i tempi della verifica del diritto di asilo perché comunque ne avrebbe diritto sono così lunghi da costituire essi stessi un problema è chiaro che stiamo non gestendo e la non gestione
Diventa qualcosa che poi è molto difficile raccontare in chiave positiva ora contare in chiave costruttiva se vogliamo sostituito we're al alla categoria della positività quella della costruttività che secondo me è ancora più più seria e più produttiva all'interno di un contesto sociale
E allora lì arrivo a dire che quella che noi continuiamo a raccontare come distinzione essenziale tra rifugiato emigrante economico è una categoria che personalmente mi mette in crisi
Perché
Dovrei capire perché qualcuno che deve lasciare il proprio villaggio del fondo del Sahel nel caso di Moussa c'era la dimensione
Che anni fa un rifugiato politico ma nel fondo del sei il interi villaggi a causa della desertificazione che sono una storia che ci riguarda tutti devono lasciare la loro casa perché lì non si vive più
E perché non sono stata nel frattempo attuate politiche globali per cui alla desertificazione se risponda
Questa persona non debba avere a nessun titolo di rito di andarsi a cercare una vita diversa perché
Non lo so
Io so che noi ci siamo andati a cercarci vite diverse all'inizio dell'altro secolo quando le opportunità
Non ce n'era nel non c'erano per nessuno e perché noi oggi dal nostro scranno comodo dobbiamo negare a qualcun altro diritti di cercarsi una vita diversa io francamente continua a non capirlo se era un mio limite personale ma continua a non capirlo insomma
Allora qual è il tema il tema non è di raccontare che le cose vanno bene perché le cose non vanno bene in moltissimi casi ma il tema è di raccontarci nei in un modo per cui vengano da tutti percepite
Come un problema di enorme rilevanza che riguarda tutti con un'ultima se mi permettete
Declinazione che è quella dei poveri contro i poveri
C'è un enorme facilità in questo momento in cui noi arriviamo da anni di durissima crisi economica ne stiamo uscendo siglati ci sono per fortuna ma quello che si è creato in mezzo a un dato di fatto e c'è una società che più divisa
Quella forbice sociale si è allargata in cui le persone che stanno male sono molte di più e se c'è molto poco hai un bel dire ad andare a spiegare
A quello che non ha quasi nulla che dobbiamo come dire dare i posti di lavoro a tutti e agli altri e allora di nuovo eliche si pone il problema sia di un racconto che di un'azione di una gestione che non permetta di mettere gli ultimi contro gli ultimi perché gli ultimi contro gli ultimi di nuovo è lo strumento più semplice di strumentalizzazione perché ha bisogno di tanta rabbia e la rabbia sappiamo che è molto come dire è una moneta
Molto pesante da giocare poi sui tavoli della gestione del consenso
E allora di nuovo gestione e racconto racconto
Per chi racconto per chi fa il mestiere come quello che faccio io perché è chiaro che per esempio la rabbia rapida la rabbia reattiva la rabbia
Del momento trovano spazio pazzesco dentro e sociali ma non perché siano più cattivi semplicemente perché non essendo mediati un urlo che si sovrappone a un altro urlo e diventa un boato noi
Non ci possiamo permettere quel tipo di racconto lì e lo dico con grande tranquillità non facciamo servizio pubblico quel tipo di racconto lì non ce lo possiamo permettere non ci possiamo permettere di seguire quel tipo di deriva io la chiamo deriva che ripeto non vuole dire dire signori va tutto benissimo è perfetto c'è spazio per tutti no probabilmente no ma che cosa inseriamo come fattore costruttivo che cosa raccontiamo in chiave costruttiva che cosa raccontiamo per esempio
Di chi si è inserito quanto spazio proporzionalmente dedichiamo alle storie di chi si è inserito e di chi ha portato qualcosa a questo Paese a questo Paese con un calo demografico
Che non lascia spazio al dubbio è un Paese che per sopravvivere e per mantenere il suo sistema economico abbisogna di quote di migrazione però che non siano ridicole che siano significative se regolamentazione deve essere che sia una regolamentazione
Che accoglie veramente quote significative e poi iniziamo a dirlo che la gestione anche dell'accoglienza si è fatta da dieci su cinquanta è molto più onerosa sia fatta da tutti equamente nello stesso modo molto meno pesante questo male all'interno del nostro Paese vale rapporto del nostro Paese
Con gli altri paesi per esempio dell'Europa
Ultimissima cosa ma è la prima l'ho lasciata per ultimo perché la considero la prima e le storie le persone che fanno che scheletro l'anno e il senso di invasione e ridando i nomi alle cose allora
è stato
Molto importante che la nostra conversazione questa mattina si sia aperta con la storia di Moussa perché è stato come inserire il paradigma di riferimento perché è come dire sì possiamo parlare di tutto ma da quella cosa lì non possiamo prescindere
E vedete per qualcuno come me che per accidente del destino si è trovato a fare il presidente della RAI ma molto prima ha percorso la strada che da Bamako U da casa di Moussa ti porta fino al confine libico
E l'ha percorsa però in un fuoristrada che in cui l'aria condizionava funzionava quasi sempre
Io non credo che lui avesse nell'aria condizionata nei delle ruote sotto che lo trasportavano sì qualche volta tratti in qualche modo e poi in mezzo
Tanto sarà in mezzo tanta strada di quella che nessuno di voi vorrebbe percorrere né a piedi meno un camion stipati magari in trenta in quaranta e cinquanta e quello che è sotto magari non respira più
Ne poi per trovarsi nel meraviglioso nella meravigliosa oasi libica dove le immagini dei di quei luoghi ci sono & quindi non non bisogna nemmeno fare lo sforzo di fantasia per sapere che cosa vuole dire e poi nel comune e poi
Fino al campo in Italia se ognuna di quelle storie li riprendono ma un cognome se ognuno di quelli che hanno lasciato Aleppo riprendo nome e cognome se ognuno di quelli che stamattina dopo l'attacco ad umano
E anche lì la risposta non son quelle facili e molto spesso
Dopo l'attacco Dumas decide di buttar tutto in una valigia e prendersi i suoi due bambini per mano iniziare una strada che non si sa se lo porterà qui se lo porterà in mezzo ai trafficanti turchi perché veramente anche quell'accordo ci sarebbe molto da dire
Allora di ridargli un nome un cognome una faccia noi siamo di raccontatore di storie
Se ci dimentichiamo di essere dei raccontatore di storie abbiamo perso il senso del nostro lavoro
Essere dei raccontatore di storie ripeto non vuol dire che le soluzioni sono facili non vuol dire che le politiche non sono attuate perché sono tutti brutti e cattivi c'è una complessità straordinaria di fronte ma accanto a quella complessità straordinari hanno i dobbiamo comunque tenere dentro il nostro essere raccontatore di storie in grado di dire che le persone hanno dei nomi dei cognomi delle vite e delle aspirazioni quando Moussa ci dice
Sono qua e ovvio che non penso di iniziare subito a studiare legge faccio il meccanico
Perché a quanti dei vostri figli accettereste che venisse detto no adesso legge un attimo prima fa il meccanico poi eventualmente legge
Che cosa distingue Moussa da mio nipote tuo figlio tuo fratello
Un po'di chilometri in mezzo si delle opportunità
Io penso che ora la nostra ricominciare sono società delle opportunità
Per loro ma quindi anche per noi una società che guarda in termini di potenziale che ogni a presso una rissa sviluppare o penso che abbiamo perso la nostra grande scommessa con la contemporaneità e con le opportunità che la contemporaneità porta ma raccontare le storie per me continua a essere la cosa che chi ha fatto il no ha scelto di fare il nostro lavoro deve fare poi tutto il resto di conseguenza
Grazie presidente Maggioni grazie Monica per questo intervento che mi stimola mi stimola molti molti pensieri
Tu hai detto la comunicazione è realtà
E penso che in questa questa vicenda prima mi ha colpito quando padre Camillo diceva gli afgani sono spariti dai richiedenti asilo ma lo sono spariti dai dalla richiesta di servizi sanitari quindi spariscono dalle statistiche spariscono anche dall'informazione ma non spariscono le visioni chi fa appunto il nostro lavoro
Il raccontare storie ecco questa è una storia incrini che che andrebbe raccontata proprio proprio perché è sparita da quello che si vede da quello che che è visibile da quello che il luogo comune
E poi pensavo che il racconto giornalistico l'Olocausto sempre di più si fondi
Su alcune parole chiave che sono anche l'antidoto al alla a quell'informazione invece si fonda tutto sull'istantaneità sul sull'ultimo istante sulla cronache da come dicevi tu o anche sull'altro la Chetta politicamente orientata per cui ogni evento diventa il sintomo di un'emergenza di un'invasione di di di qualcosa
Di enorme io credo che l'informazione ossia contesto e quindi da questo punto di vista Noè che uno il rapporto del Centro Astalli come il rapporto immigrazione della Caritas come tanti lavori che vengono fatti ce lo portiamo nello zaino come col testo che ci aiuta a collocare il singolo evento perché poi l'informazione lavora su anche sui singoli fatti sui fatti sono i fatti che che ci che ci conducono ma i fatti vanno Conte senza contestualizzati vanno inseriti anche dentro un contesto altrimenti i fatti altrimenti i fatti che sembrano chiarire invece oscurano occultano perché sono quell'istante quel flash che ti acceca anziché illuminati
Il contesto che significa la memoria significa collocare ogni evento dentro qualcosa che è successo prima perché e che succederà dopo
La profondità del racconto
Che è l'altro volto della semplicità del racconto della sua popolarità popolarità inteso come parole semplici parole che si capiscono storie che si possano campane capire comprendere non non un'informazione elitaria che sta sulla luna che sta sulle nuvole e al tempo stesso però profonda cioè con un approfondimento un qualcosa che va alla radice e non alla superficie della questione
E la soggettività cioè l'individualità storica minano sulle sulle gambe delle persone e qui non è una metafora che Moussa sta ha detto prima
Ho camminato tantissimo tra l'Algeria e la Libia quindi ho camminato non è una metafora
Lo siamo in cammino come come come si dice e qui il cammino è piedi che fanno una strada pericolosa difficile e li formazione deve camminare sulle stesse gambe su cui che a Milano gli uomini e le donne
Per l'ultimo intervento per il saluto finale do la parola si lite Camargo che rappresenta l'ufficio regionale Sud Europa dell'UNHCR grazie
Grazie mille
Grazie a tutti veramente sono molto emozionato perché è stato tutte le parole che sono dette cominciando per Musso
Veramente piene di carica e questo mi fa mi fa un grande piacere io sono in Italia da due mesi sono colombiano vissuto in Italia tanti tanti anni fa sono riuscito a imparare un po'di italiano vi dovete scusare pere
Gli errori a però volevo cominciare con un omaggio a quelli che sono morti perché abbiamo parlato dei vivi che dobbiamo ancora continuare a lavorare per sono tanti che sono morti anche qui in Italia
Non soltanto rifugiate però migranti
è molto importante dice avere questo in testa io sono dall'io nei sia da venticinque anni
Ho lavorato in tutte le emergenze nel mondo praticamente di tutti con in tutti i continenti
Completamente d'accordo dove l'emergenza in Italia quando è cominciata e quando finisce e questa è una domanda che che mi faccio io
Dopo di tutti questi anni di lavoro in situazione veramente d'emergenza per visite cos'è questa emergenza dove comincia e dove finisce
Siamo in un paese
Dei più ricchi del mondo
E abbiamo uno spirito una capacità è un'energia incredibili per fare delle cose voi siete l'esempio di questo come mai siamo ancora in emergenza
Come mai
Noto a molti le le risorse per rispondere o una sfida che si può vincere penso che qui e dove vedo el l'ottimismo il potenziale che offre l'Italia per far vedere chi le corse di una maniera diversa
Non è un paese di transito è un paese di integrazione lo metto prima che l'accoglienza perché siamo stati tutti abituati a parlare dell'accoglienza dei clandestini come dicevi prima
Però quale la potenzialità dell'Italia de diventare un Paese Sempio dell'integrazione dei migranti perché è stata già i storicamente un Paesi di migrazioni
E quello mi abbia ma dappertutto tanto quello hai detto gli italiani siete dappertutto nel mondo compiacere vi ho trovato nei posti più incredibili il mezzo del Sult Sudan a fare una pizza siete dappertutto e questo è un esempio che dovette prendere anche qui in Italia le frontiere io prendo alcune del parole che sono state dette che per me sono rimaste chiavi
E per me il rapporto che avete fatto oggi dobbiamo portarlo fuori
Del fine o perché per noi come io Venezia come organismo delle Nazioni Unite passare questi messaggi per volte non è facile lo sapete bene però voi come società Sibille come un'entità di una capacità una presenza una conoscenza della realtà italiana ci portate degli elementi per passare questi messaggi e io lo porterò fuori dal Fai utilizzerò questo rapporto per fare anche il mio lavoro
A frontiere e parliamo di frontiere parliamo del rifugiati e migranti ha ragione è difficile questa questa differenza di capire
E mi dispiace però ci sono dei de de in mare con legali internazionale e quello che ci manca un marco legale per la migrazione e quivi chiaramente
E e il rischio di perdere il marco legale che già esiste sulla convenzione dei rifugiati del cinquantuno è un riscopre rischio politico gigantesco
Siamo verso una oppure e e è stato detto stamattina anche una sfida di chiusura Cipollino chiudere di più in più mettiamo tutti insieme chiudiamo a tutti insieme
Noi come io e lei ci sia anche sì lavoriamo accanto con la migrazione dobbiamo proteggere questo principio basico che nato in Europa e ci dimentichiamo che lire Necci arrestato creato per gli Europei
E adesso ci occupiamo di altri per cui abbiamo tutti un po'paura dobbiamo cambiare le regole dobbiamo fare le cose diverse allora importante
Di confrontarsi a questa realtà una realtà politica una realtà che va al di fuori di quello che noi facciamo nel giorno a giorno di risposta alla situazione dei rifugiati
Italia un Paese don Marco legale fantastico adesso ce l'abbiamo anche per l'integrazione
Si stanno facendo delle cose quello che mi dispiace per volte sono stato a Milano l'altro giorno ci sono alcuni che erano lì con l'Assolombarda dove si stanno facendo delle cose bellissime per il risanamento lavorativo
Del rifugiati sono pochi i casi però sono casi bellissimi
Le storie come quella di Moussa che dobbiamo fare vedere di più potiamo vuol voliamo fare vedere alla gente che si può vivere insieme ci sono delle iniziative a Roma dei giovani che fanno un lavoro bellissimo con rifugiati rifugiati qui a Roma
E non è il marco legale solo e la pratica come facciamo questa pratica parte del del quotidiano è mettiamo le sforzo insieme e su questo certamente risorse che sono e necessari e li mettiamo tutti sull'emergenza
Rimaniamo su tutti sul sistema d'accoglienza che come esiste adesso non è la soluzione lo sappiamo tutti dobbiamo anche metterci di più a cambiare questo sistema
Comparti delle risorse per farla integrazione più effettiva e io non parlo di integrazione parlo d'inclusione inclusione sociale e chi e e noi siamo parte di questa inclusione non sono loro essere inclusi siamo noi come società a cambiare questa perfettina
La voce dei rifugiati noi io da venticinque anni che lo faccio non posso prendere decisione per gli altri e sono venuto in Italia ha detto dove sono e le e le minute come si dice le le notte delle unioni dove abbiamo consultato abbiamo parlato avevamo chiacchierato avevano imparato dei rifugiati questo dobbiamo farlo più spesso dobbiamo farlo più sistematicamente lo stiamo cercando di fare
Di fare non solo in Italia anche in altri paesi in Europa perché c'abbiamo l'abitudine che e lo Stato che risponde e noi siamo lì a osservare un po'quello che fanno e questo lo vogliamo cambiare
La tempistica è un è una sfida siamo tutti conoscenti di questa sfida della tempistica e non solo la tempistica dello è stato detto anche stamattina dopo che sono riconosciuti e rifugiati tornano nei centri d'accoglienza
Perché anche siano il diritto al lavoro il diritto
Non c'è un sistema d'accoglienza dopo che sono riconosciuti non c'è un inserimento lavorativo non hanno dove vivere quanti rifugiati oggi a Roma sono e squattrinato
Quanti
Più di tre mila forse compito qual è e il nostro lavoro di inserimento
Certamente ci sarà anche di più penso che l'emergenza anche se non si chiama emergenza
Precisa di prepararsi e prepararsi non solo per la Siria che Como lo avete detto Damasco io sono passato tutto il fine di settimana in contatto con degli amici a Damasco
Dappertutto
Sono dei ancora due milioni di persone che sono a Damasco non non stiamo parlando di una una cifra piccola io sono stato il in Libano per nove mesi durante i primi mesi dell'emergenza il rischio è gigantesco
E non è solo la Siria l'Afghanistan non ancora finita e è un e in pace l'Afghanistan ho lavorato due anni con l'alto commissario a Kabul quando è cominciata l'operazione nel due mila due due mila tre oggi Afghanistan è peggio
Le condizione sono più difficile adesso e chi decide
Non possono essere
Politici i politici a decidere chi ha bisogno della protezione la protezione un diritto individuale
Non è un diritto di un Paese che te dici questo Paese non ha bisogno della protezione sono gli individui che sono per secoli perseguitati e questo è molto importante sempre di passare questo messaggio
A per ultimo dire due parole su questa inserzione che perché me a me sembra che e c'abbiamo già un Plant italiano importantissimo
E come mettiamo questa risorsa insieme il parte del del e l'iniziativa del compact per rifugiati e veramente di creare un partenariato più effettivo con gli attori diversi e qui io faccio un chiamato anche a tutti che siamo qui soprattutto
AGEA Ress e al Centro Astalli
Per aiutarci a creare questa piattaforma per la inclusione nella maniera più effettiva avete parlato già alcune iniziative noi abbiamo altre iniziative ci mancano delle cose a tutti i livelli a livello nazionale a livello regionale a livello locali
Però ci devono fare anche un'identificazione di quello che già si sta facendo per multipli care io credo veramente che si può fare un lavoro di moltiplicazione molto più grande
E per ultimo ancora ringraziare a tutti Centro Astalli per questa opportunità dire l'Europa ancora dobbiamo pensare tanto su cosa facciamo con l'Europa per noi è chiaramente una sfida le frontiere non solo dell'Italia sono una sfida a però
Particolarmente le condizione in cui delle persone che hanno bisogno e non della protezione internazionale conosciuta per i rifugiati sono trattati nelle frontiere per l'autorità di alcuni Paesi
E questo è una sfida che continuano a noi a lavorare stiamo facendo precisamente una riunione con la Francia nei prossimi giorni per vedere un po'e con i nostri colleghi in Francia come a meglio dare un po'questa situazione nella frontiera italo francese grazie mille
Grazie
Felipe chiamarlo in complimenti per italiano perfetto e e soprattutto per quello che ha detto allora io concludo rapidamente questa mattina che sta alla molto intensa molto bella credo che noi che abbiamo partecipato spero anche i voi che ci avete
Ascoltato solo con qualche un punto appunto qualche i di idea di agenda di lavoro
Vedendo qui in prima fila il presidente Flick per e quando Monica parlava della questione dei richiedenti asilo dei migranti economici
Non potevo non pensare al fatto che la Costituzione italiana comunque l'articolo dieci del secondo comma dice lo straniero al quale sia impedito l'effettivo esercizio delle libertà democratiche
Non generiche ma quelle garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge ditemi voi se questo articolo è applicato come come come altri e la Costituzione italiana articolo tre dice rimuovere gli ostacoli ecco credo che questo sia un'altra un'altra questione gli ostacoli sono di vario tipo ne abbiamo elencati alcuni sono gli ostacoli sono i muri e sono muri che vanno abbattuti vanno sgretolata è stata usata anche questa espressione
L'hanno scritto volati ne ne con le persone con il racconto delle persone
Un grande politologo americano Michael Wolf se l'ha scritto un libro si chiama esodo rivoluzione esodo rivoluzione raccontando come dal racconto dell'esodo parte
Una nuova storia anche la storia di una nuova politica c'è una politica che ha una direzione che ha un progetto un'ambizione una terra promessa
E racconta dice nelle pagine conclusive del suo libro che ogni generazione alla sua terra promessa da raggiungere e al suo deserto da attraversare e che che queste due dimensioni non possono essere separate
Allora come diceva Monica Maggioni la immigrazione questa storia questo tempo che ci ha dato da vivere è il nostro tempo è la più grande questione che dobbiamo affrontare quindi è il nostro deserto ed nel deserto ci sono le Paure ci sono ritorni all'indietro
Ci sono gli ostacoli ci sono le voci di chi non ce la fa che vanno ascoltate non vanno demonizzate sia delle opinioni pubbliche interne delle opinioni pubbliche europee
Noi diamo la Seat una stagione in cui abbiamo Stati senza territorio abbiamo avuto un'organizzazione terroristica che si era programmata stato l'Islamic sei
Abbiamo territori che noi chiamiamo Stati ma non lo sono più non c'è un'entità statuale così come siamo abituati a raccontarla in Libia e Siria
Credo anche in Afghanistan
Abbiamo un'entità sovranazionali come l'Europa che pone problemi poi ai singoli Stati che ne fanno parte e che cerco allora di condizionarla spesso secondo una logica di stati nazionali di opinioni pubbliche interni e non di opinione pubblica europea e di logica sovranazionale questo il deserto che ci è dato da attraversare che dobbiamo attraversare ciascuno come può ciascuno nel suo ruolo ciascuno nella sua competenza
E verso la terra promessa che probabilmente non sarà mai raggiunta perché il cammino una meta ma è anche una tensione al cammino e lo siamo in questo cammino siamo in queste due dimensioni
In questo tempo in cui tutti siamo chiamati a essere concludo con l'espressione di papa Francesco usata da padre Camillo Ripamonti lottatori di speranza grazie