"Violent borders": il reportage sulle violenze lungo la rotta balcanica. Intervista a Giorgio Fruscione

Ufficialmente è stata chiusa ma in realtà non ha mai smesso davvero di funzionare parliamo della cosiddetta rotta balcanica cioè il percorso che i migranti i profughi che approdano sulle coste greche
Affrontano poi per tentare di raggiungere i paesi del del nord Europa
Dichiarata chiusa la rotta balcanica si sono anche spenti i riflettori dei dei media ma purtroppo non si sono spente le sofferenze il dolore delle persone le tante persone che nel tentativo di trovare fortuna in Europa
Sono finite poi nelle mani dei trafficanti di esseri umani ma vittime anche delle violenze e delle forze di sicurezza
Alle frontiere dei vari dei vari Paesi che vengono appunto attraversati dalla cosiddetta rotta balcanica ecco Violent border cioè proprio frontiere violente confini violenti è il titolo di un reportage
Che vuole dare voce a queste sofferenze in particolare a quelle di donne e bambini che sono poi i soggetti più vulnerabili
E autori di questo reportage sono tre giornalisti indipendenti Valentina Marconi Michele Aiello e Giorgio fusion è e noi siamo là per telefono con Giorgio procione che ricordo anche vicedirettore del portale i giornali punto netta che è uno dei portarli più più attivi più ricche di informazioni
Sull'Europa centrorientale sul Medioriente sulla l'area balcanica ed anche prefatore dell'associazione mostro che in serbo bosniaco entrino in croato salvo Prato vuol dire ponte Buongiorno Giorgia grazie di essere con noi
Buongiorno Roberto buongiorno a tutti ecco allora parliamo un po'di unto di questo vostro questo vostro lavoro di questo vostro
Portas e cominciamo dai dai luoghi perché voi vi siete concentrati raccontate si della rotta balcanica bravi siete concentrati in particolare sulla Serbia perché che cosa di particolare la situazione serba rispetto a quella degli altri paesi dell'area balcanica
Inizierei subito dicendo che la share abbia è stata definita l'H le dei Balcani il parallelo è appunto con la città francese dove terraneo gli anni e Magellano in questo limbo
Migliaia di migranti questo è quello che è un po'successo negli ultimi Toujani Serbia che era il paese centrale della rotta balcanica perché appunto i flussi migratori che risalivano dalla Grecia ma anche dalla Bulgaria passavano François Macedonia e quindi la Serbia
Sino a quando poi di fatto incontravano il muro o il recinto di ferro come si può chiamarlo ungherese al confine con l'Ungheria
Di fatto creando un ostacolo fisico per per per i migranti che cercavano il passaggio quindi cos'è successo quest'immigrante sono stati respinti
E e sono rimasti in Serbia quindi perché è quella che in qualche modo ha maggiormente sofferto la politica di chiusura
Delle frontiere in particolare da parte della dell'Ungheria di Viktor Orban quindi diciamo non ci siamo concentrati sui campi ufficiali gestiti dal governo serbo così come quelli informali che fino allo scorso per esempio ricorderemo le immagini famose di queste code di migranti in coda per per il pane per mangiare dietro la società in grado per lo più in mezzo alla neve
Quindi noi abbiamo voluto focalizzarci sul perché secondo noi guarì sentito di più e in particolare per avete voluto parlare della condizione delle donne e dei e dei minori che sono come dire i deboli tra i deboli
Assolutamente tutte le istituzioni e le organizzazioni internazionali
Concordano nel definire donne minori non accompagnati come e categorie più vulnerabili tra tra i rifugiati migranti che sono già una categoria vulnerabile di per il nostro obiettivo era quello sostanzialmente di occuparci di quelle categorie non solo perché sono così vulnerabili ma soprattutto perché
Sono quasi sempre estranei dalla narrazione mediatica che invece sembra spesso concentrarsi
Neanche tanto sulla figura maschile ma vivere da dire sui numeri sulle quote sulle sui dati percentuali noi invece abbiamo voluto dare un volto e dare una voce a quelle categorie che non sono assolutamente rappresentate nei
Nei media che si occupano di queste tematiche a che tipo di che tipo di testimonianze di di di racconti avete avete raccolto
Purtroppo il diciamo la risposta a questa domanda la dà il titolo stesso del del nostro reportage d'inchiesta ovvero la violenta che queste persone hanno vissuto sulla propria pelle
Sì affinché carpiato ecologica quindi come conseguenza anche a quello che hanno assistito semplicemente con i loro occhi
Si tratta di violenza assolutamente gratuita che ha accompagnato i respingimenti per esempio alla frontiera ungherese ma anche semplicemente violenza fine a se stessa al confine tra Turchia Bulgaria dove la maggior parte delle persone intervistate confermava che
Ufficiali di polizia non solo
Non diciamo risparmiavano abusi e violenze sui undici migranti ma anche rubavano cibo zaini acqua e tutto quello che si poteva rubare quindi
Si tratta di varie forme di violenza noi abbiamo voluto diciamo riportarle è stato difficile far parlare nelle donne e bambini particolare
Il bambino particolarmente difficile più caldo sembrava che fossero abituati all'idea che qualcosa di così brutto potesse capitargli noi
Di fatto non abbia fatto che riportare quello che loro si dicevano
Che ce lo raccontavano con una estrema in genitali ingenuità tipica i bambini mentre invece per quanto riguarda le donne devo confessarvi che è stato inizialmente molto difficile
Nonostante con nuove scosse
Dall'inchino Marconi che parla molto bene l'arabo e che diciamo una certa vicinanza per questi temi
Inizialmente devo dire che c'è stata una barriera di fatto poi abbiamo cercato di farle sentire a loro agio facce nuove parlare tra di loro raccogliendo quindi anche testimonianze come dire collettive
Sostanzialmente nessuno a parte hanno hanno capito che eravamo lì per dare loro voce per dare un senso a quello che stiamo facendo che bisogna ricordarlo è arrivare verso un futuro migliore quindi alla fine hanno deciso di aprirsi ma
Ripeto non è stato facile certo immagino e qualcuno ha cercato di ostacolare o di impedire questo vostro lavoro oppure è andato tutto liscio
Ma generale delle che è andato tutto liscio anche
Chiaramente aver a che fare con le agenzie governative
In Serbia non è mai ecco una cosa così scontata ecco nel nel
Nesso con nel suo complesso quindi come da ultimo insomma vince ricorda il caso di Mauro Donato quindi c'era sempre un qualche come dire un sentore un po'anche di di timore che
Gli addetti alla sicurezza dei canti potessero ecco essere infastiditi dalle nostre eccessive domande ai ai rifugiati perché costantemente noi eravamo interessati a scoprire ogni forma di violenza
Sicuramente non non erano appropriati migranti nel riportare eventuali forme di violenza
Avvenuta all'interno dei campi di cui di fatto appunto non siamo riusciti ad avere testimonianza certo che comunque importante sono anche
Siete riusciti a a come dire a fare un po'di luce su questa sulla questa situazioni dei dei dei migranti e dei profughi
Tra l'altro una situazione che non non credo che sia tutto tavolo tuttora in atto insomma che voi avete avete preso queste testimonianze un po'di tempo fa ma non credo che la situazione sia molto cambiata nel frattempo
Quelli dei diciamo testimonianze risalgono all'anno scorso quindi febbraio-marzo due mila diciassette la situazione è leggermente cambiata però io direi che non è migliorata nel senso che
Le i numeri delle persone all'interno dei centri accogliente ufficiali nella perde solo è diminuito
Ma allo stesso tempo è aumentato il numero di persone che purtroppo ricorre ai trafficanti quindi
Questo io direi che è una delle conseguenze peggiori e più odiose della chiusura di fatto della della rotta balcanica perché c'è stato un ritorno al dall'utilizzo dei trafficanti gli esseri umani
Questo tra l'altro va be adesso speriamo che non non si debba verificare anche in Italia però certo se ci fossero cambiamenti di politiche nel nostro Paese che Jan sono non sono esenti da da critiche speriamo insomma che e che le che cose analoghe non del non debba verificarsi da noi insomma anche se siamo in una situazione geografica un po'diversa insomma pensiamo assomigliamo da questo punto di vista forse più alla Grecia che non magari ai Paesi del dei Balcani
Si tratta la Serbia fatto sostanzialmente un paese prevalentemente il cavalletto ma che si è trasformato in un limbo quindi è diventato quello che non doveva diventare di fatto la denominazione ufficiale dei diciotto centri di accoglienza in Sardegna
Trovandosi tenta cioè centro di transito pensato per accogliere
Rifugiati e migranti per uno due tre giorni o qualche settimana al massimo mentre invece la realtà quella di persone che stanno lì per mesi sostanzialmente per aspettare di entrare nella famigerata lista che è un sistema illegale ma di fatto l'unico accettato cioè la lista di dieci persone al giorno
Accettate dalle autorità ungheresi
Per varcare il confine quindi sostanzialmente anche il come dire la diminuzione del numero di migranti presenti oggi e centrini Serbia
Gli Honda farei come dire a ricondurre a un tentativo da parte di queste persone di scappare o comunque di trovare altre vie per proseguire il proprio viaggio sì
Valdengo nascosto tutto questo reportage che state state realizzando una produzione indipendente ed è anche una produzione autofinanziata sono voi avete ha anche lanciato una raccolta di fondi via internet per poter finire il lavoro per poter coprire appunto i costi di questa produzione ecco a parte la cosa importante insomma di di questa di questa iniziativa è importante anche perché si sostiene in questo modo una forma indipendente di di giornalismo di di inchiesta ecco chi volesse sostenermi come come può farlo
Allora chiunque volesse supportare il nostro progetto può farlo attraverso la piattaforma di clausola ritenga che si chiama Indigo go
Oppure semplicemente seguendo tutte le indicazioni delle nostre pagine Facebook e Twitter Violent Borders e troverà tutte le indicazioni necessarie per l'appunto la piattaforma è quella di indico che sarà attiva fino a martedì
Merito ne riparliamo di martedì quindici quindici maggio insomma sarà possibile dare un contributo per consentirvi di di completare la produzione di Van Bommel
Giorgetti ringrazio molto ringraziamo Giorgio fusion è che uno degli autori
Gli altri sono Valentina Marconi Michele Aiello di Weill ancor versa un reportage indipendente che racconta la la realtà della condizione dei migranti soprattutto donne e minori non accompagnati
Sulla cosiddetta rotta balcanica in particolare in Serbia è le violenze subite nelle varie frontiere in particolare la frontiera con con l'Ungheria grazie
Giorgio fusione auguri naturalmente prevale il bomber sa e buon lavoro grazie e buon lavoro a voi grazie