Salone del Libro di Torino 2018 - Conversazione con Mariangela Ciceri e Daniele Robotti, autori del libro «Cose recluse», e Bruno Mellano

Radio radicale ancora dal Salone Internazionale del Libro di Torino insieme a Daniele Robotti Mariangela scissioni e Bruno Mellano benvenuti a radio radicale dall'arbitro
Allora presentiamo un libro molto interessante e importante leader edizioni zero tre
Coste recluse storie vite raccontata attraverso le immagini degli oggetti in cella e le parole di chi via costruiti un libero importante che unisce la dimensione fotografica alla dimensione narrativa
E proprio iniziamo con Daniele Robotti che ha confezionato questi scatti che attraversano queste pagine
Nella tu esperienza ovviamente il il carcere un un momento importante dell'esperienza di un fotografo entrare lì dove quasi mai nessuno entra filmare a raccontare e fissare quelli che in qualche modo sono dei pezzi importanti del nostro Paese che però ovviamente non sono illuminati da immagini chiari da immagini mette rimanesse lì poi un lavoro
Volutamente fatto tagliando fuori l'immagine del detenuto per non costruire lo stereotipo dalla sua e rimase del detenuto la persona tatuata eccetera eccetera ma invece raccontare
Descrivere quello che è l'ambiente quella che la vita all'interno di una struttura di di detenzione
Per far capire anche fuori come si vive qual è la realtà appunto all'interno del delle mura di un carcere quindi attraverso questa cosa che ci ha colpito livello dico così tali inizio cioè l'oggetto
Oggetto vietato si scoprono Baricco così da tipo che non si possono portare in in cella certi tipi di di perenne non si possono apportare
I libri con le copertine rigide ad esempio e poi da lì ci siamo allargati alla descrizione di quelli che sono gli ambiti della del della detenzione ovvero sì agli ambiti comuni sia proprio come la come la cella per far conoscere al di fuori della dell'esperienza del del singolo detenuto come l'ambiente appunto del del carcere in modo
Possibile per per renderlo rendono diverso ecco ecco il la casa di reclusione in questione la casa di reclusione Sammichele Michele Alessandria
E diciamo una caratteristica che balza agli occhi è l'idea appunto di come esista una quotidianità alternativa mi piace definirla in questo modo
Dai tuoi scatti si comprende come innanzitutto c'è un una forte manualità all'interno dei diciamo dei calci in c vale in questo caso di questa appunto di questa casa di reclusione
Come appunto gli oggetti che che noi utilizziamo in modo quotidiano assumono voi altre valenze altri e altri strumenti c'è una sorta di artigianato carcerario fatto da diciamo elementi di uso che anche importante da valutare come se diciamo la costrizione i pochi mezzi la poca possibilità di introdurre diciamo materiali e via dicendo danno
Diciamo la possibilità l'uomo di reinventarsi il proprio spazio quotidiano del proprio spazio abitativo sì infatti la possibilità di crearsi appunto un popolo un proprio spazio personale con cose con cose personali e anche dei dettagli abbastanza curiosi tipo il l'inventarsi quello che può essere un contatore un contatore della luce disegnato certo su un foglio di carta appiccicato appiccicato su un muro giusto per dare l'idea di un popoli o di un poco spazio di un proprio ambiente ambiente intimo per quanto può essere intimo chiaramente la cella
Vissuta spesso in quei pochi metri quadri con due o tre o anche più persone
Ecco invece Mariangela tu invece hai diciamo accompagnato anche con con le parole con le parole scritte questo viaggio per immagini
Le però in questo libri in qualche modo sono giuste sono tarate sono essenziali perché diciamo un contenuto veramente armonico lì dove la fotografia già già dice tante cose abbastanza impossibile aggiungerne altre tu però lo hai fatto in modo molto delicato accompagnando in un fluire di sensazioni e in un fluire appunto di nel frattempo si vede sorridere perché un bambino ha cercato di utilizzare una tentata di diciamo il buttare giù la telecamera riprendiamo il filo appunto hai cercato di costruire un tessuto narrativo
Delicato per accompagnare queste immagini
Che esperienza è stata aperte a livello esistenziale umano riuscire anche a trasporre perché una delle delle cose diciamo che che a me spesso capita anche nel mio lavoro a radio radicale quando diciamo
Accompagno magari delegazioni del partito in in visita poi in realtà le parole fanno molta fatica ad uscire dopo anche se uno all'abitudine insomma di di entrare di essere a contatto con i detenuti
è stata un'esperienza bellissima quando mi è stata proposta da Daniele perché il progetto era suo inizialmente fotografico
Ho accettato perché ai miei mi piaceva l'idea comunque di entrare in un ambiente che non conoscevo se non perché ha raccontato comunque come viene raccontato spesso e di sicuro il Progetto mio aveva come scopo principale quello di tentare nel rispetto delle regole imposte comunque da un sistema carcerario
Quelle che erano le comunicazioni che detenuti volevano far arrivare all'esterno di loro e del il loro modo di di vivere questa questa esperienza di reclusione
Lei no l'interesse sono state fatte in maniera molto libera senza che non si è mai stato seguito un un criterio particolare ripetuto da una da un detenuto all'altro c'è chi ha voluto raccontare che cosa gli piaceva fare prima chi invece che cosa ha scoperto di poter fare dopo ma essendoci comunque una forte componente emotiva che non poteva essere trascritta senza ridere quelle che erano comunque le direttive
Dell'amministrazione carceraria il mio il mio obiettivo era mio mio strumento per riuscire a portare comunque anche nel libro la parte emozionale è stata fortemente inserita nei pezzi dove non c'erano nove non ci sono le interviste non ci sono le descrizioni
Degli spazi come viene colmato il tempo come viene strutturata la giornata ponendo a volte anche in maniera abbastanza netta la sensazione comunque di una costrizione che va al di là del del della funzione riabilitativa che dovrebbe secondo me avere un carcere
Ecco Bruno questo un lavoro letterario e fotografico che ovviamente ci aiuta a ad inquadrare il problema ma soprattutto ci aiuta a fare entrare la società dei liberi all'interno di un penitenziario
E questo è diciamo a livello culturale forse un'operazione da diciamo non solo appoggiare ma anche da replicare darà diciamo da promuovere proprio perché diciamo al di là dei dati sulle recidive su tutti quanti i dati tecnici dice un dato culturale ineludibile che il carcere insieme diceva tutti gli argomenti che riguardano gli ultimi che riguardano persone private di libertà riguardano coloro che non sono attori della vita di questo Paese in modo economicamente valido se così si può definire
Fanno sempre scandalo allora queste fotografie queste parole avvicinano forse diciamo
Tanti chi e non sanno neanche di cosa parliamo quando parliamo di carcere sì infatti come garante dei detenuti da Regione Piemonte o sin da subito dato il mio appoggio mio sostegno all'iniziativa di Daniele di Mariangela perché fanno un'operazione doppia molto importante quella di compare degli stereotipi
Ma e banale ciascuno di noi chi non ha avuto il contatto diretto la conoscenza diretta
A del carcere un'immagine che ho un'immagine da film americano
Per esempio se vai a raccontare dire che nonostante la legge in Italia lo preveda del Duemila non c'è nessun carcere che ha un refettorio c'è il detenuto non mangia nella piccola collettività in un tavolo con altre persone
Ma mangia seduta se va bene su uno sgabello se va male sul letto nella propria cella di reclusione
Questo cambia le dinamiche cambia l'immaginario anche collettivo che non abbiano rispetto al carcere vedere gli spazi
Per come ci raccontano sia le foto che il racconto vedere dove si svolge effettivamente la vita di un detenuto nel nostro Paese nelle cento
Centonovanta carceri italiane è un dato che può far capire qualcosa in più che non tante denunce appelli necessario li facciamo tutti i giorni ma per spiegare che all'opinione pubblica che cos'è davvero il carcere in Italia dall'altro punto di vista la scelta opportuna e innovativa significativa di non puntare sul volto delle persone altre mostre che abbiamo anche in qualche modo veicolato sostenuto hanno fatto poco l'esatto contrario puntato sul volto opera attraverso il volto raccontare le storie però importante questo sforzo di dire attraverso le cose le cose recluse raccontare un mondo che ci ha in qualche modo escluso per per idee per alla grande opinione pubblica e attraverso quelle cose lì come lo stato di navi tu la capacità l'abilità di costruirsi magari a semplicemente una Meng solida per il bagno con le scatole sigarette ho poi i lavori fatti con gli stuzzichini che sono diciamo delle opere d'arte ma sono funzionali per cercare di avere uno spazio abitativo dentro al carcere più vivibile
Allora raccontare con immagini e con parole che cos'è oggi nel due mila diciotto l'Italia penitenziaria è una sfida una scommessa che come garante di tutti ho sostenuto intanto perché il lavoro fatto a Sammichele alzate a e un unico nazionale
Seconda cosa perché si può davvero replicare abbiamo già con Daniele proposto altri istituti si parlava di Torino si parlava di Saluzzo si parlava dell'altro istituto di Alessandria ed è significativo come all'inizio è stato dato un permesso e poi ci sono state un un attimo di ripensamenti
Fosse l'epoca dei ripensamenti non abbiamo conquistato le riforme esami ripensamenti sulle riforme non fatte però non demordiamo perché credo che la delicatezza la comunicazione che passa attraverso queste foto e queste parole siano necessarie
All'opinione pubblica
Citiamo sovente le persone che ci sono vicine ci sono care che magari attraverso il nostro lavoro quotidiano di operatore il giornalista che ha vengono a conoscere una realtà che fuori dalla portata diciamo del grande pubblico ecco cose recluse la mostra le foto il testo è uno strumento di lavoro di comunicazione prezioso e quindi usiamolo son contento che Daniele si sia appassionato Mariangela per cui si faccia veicolare questo strumento è il libro
Siamo al sale del libro è uno strumento dato votarsi a casa
Ecco allora io in conclusione ultima battuta per Mariangela Daniele il libro
Di fatto vive di
Cinque spazzini cinque aspetti l'ingresso la detenzione la riabilitazione il lavoro la spiritualità e la gestione del tempo sono tutte quante
Diciamo modalità che in qualche modo
Significano tanto a livello esistenziale quando si entra in un penitenziario sia che lo si fa da reclusi che da persone
Libere ovviamente la prospettiva rispetto al mondo che Andrea vedere e andrei a vivere sarà differente la detenzione Chechi appunto
Può essere una condanna nella condanna al tempo stesso la riabilitazione verrebbe da dire quando c'è perché anche questa come come
Il lavoro quando cioè e come c'è della spiritualità quindi il rapporto diciamo
Del dell'uomo nei confronti di una verticalità di l'orizzontalità differente forse di di un'apertura di uno spazio dell'anima importante e la gestione del tempo quindi mi verrebbe anche da dire che che che l'ultima parte è forse quella più importante perché il grande nemico che si comprende anche da queste fotografie e l'ozio la
Diciamo la Stasi la noia
E quello che comunque alla fine avviene in tutti quanti questi tempi non vissuti diceva che a meno che Dinoia si può morire anche non fisicamente ma interiormente allora queste sono anche foto che cercano di far comprendere che si può andare oltre l'otto inoltre la noia che le persone che abitano questi spazi sono persone che possono contribuire nuovamente ad essere delle parti attive della società infatti
Come pensavo il carcere il carcere dovrebbe diventare una macchina
Per cambiare le persone in modo da costruire persone che siano diverse corre spererei con un'esperienza diversa che è data anche dal lavoro che non vuole essere soltanto
Un'occasione diciamo così per
Sopravvivere si può dire alla noia ma anche un'occasione per acquisire
Un nuovo umano una nuova vita
Cercheremo di ampliare questo racconto anche istituti che hanno appunto situazioni di vita di spazi digestione degli oggetti e del tempo differenti
E poi una cosa che ho notato parlando con le persone che hanno partecipato i nostri incontri alle mostre che
Spesso l'idea l'idea che sia anche sia detto di quella che è la vita nel carcere chiaramente totalmente diversa da quella che che la realtà
E purtroppo anche nei confronti di quelle persone che diciamo così tra virgolette sono quelle che vorrebbero buttare via la chiave come si dice
Ah non immaginario di quella che è la giornata di vita il detenuto che alla fine purtroppo il migliore di quella che si riscontra in tanti istituti con il nostro sforzo è quello punto quello di
Far capire qual è la vita e come può essere la vita all'interno del carcere anche per creare persone diverse
Ti ho abbattuto anche Mariangela sì volevo volevo dire che una delle secondo una delle esperienze che capisco non siano fattibili Marchetti da fuori dice e i detenuti sono trattati bene in fondo rimane di manteniamo noi buttiamo via la chiave cosa dovremmo fare di più per loro
Potrebbe essere quello di far vivere l'esperienza di entrare in un carcere anche solo per un'ora la sensazione comunque di perdere identità sotto tutti i punti di vista il rumore dei cancelli che si chiudono il sapere che di lì anche se sei comunque un un ospite un visitatore potrai uscire solo se qualcuno ti riaprirà al cancello se avrei fatto le cose come vanno fatte
Ed è una sensazione claustrofobica fortissima anche solo distrutta all'interno
Di un'ora cioè di un periodo ben definito Comelli dover lasciare tutto dal cellulare alla penna al alla Borsa le cose che fanno parte comunque gente una nostra identità
è un percorso secondo me che andrebbe andrebbe proposto
Una battuta finale io credo che l'avevo l'ultima foto del del volume quella fosse più evocativa del spazio dell'ora d'aria le famose quattro ore di libertà dalla cella che vengono tessute Young
Parallelepipedo di cemento qui evocativo ancora di più perché c'è una scatola rossa in un angolo che dà il senso di una solitudine estrema sotto il sole o o sotto la neve perché ad Alessandria
Nemica e cosa vuol dire Cocco quale delle l'elemento è straniante dividere qui allora
Chiudo con un dato positivo il carceriere Sanda Sammichele anche un calcio in cui in questo momento si sta ragionando su un progetto che sarà innovativo a livello nazionale perché che stanno costruendo uno spazio che si chiamerà Agorà dove si libra la detenzione della vigilanza dinamica all'Inter una serie di laboratori comuni quindi si sa come assumendo un capannone centrale dove i detenuti potranno scendere e vivere
Il grosso della giornata in una menti di socialità di laboratorio di formazione
Ecco si può fare un carcere diverso io dico si deve fare un calcio diverso perché questo carcere così come non riabilita non recupera non riferisce Novi educazione dice l'articolo ventisette della Costituzione
E allora cose reclusione Mariangela Ciceri Daniele Robotti grazie per essere stati nostri ospiti ricordiamo edizioni zero tre
Prendere questo libro regalate lo anche come diceva Bruno a Chieti dice insomma che il carcere
Uno Atella Cinquestelle grazie ancora rimane dell'ascolto perché continuano sempre alza la reiterazione del Libro di Torino le trasmissioni di Radio Radicale