L'intervista è stata registrata giovedì 27 maggio 1993 alle 00:00.
Nel corso dell'intervista sono stati trattati i seguenti temi: Amministrative, Comuni, Elezioni, Enti Locali, Lega Nord.
La registrazione audio ha una durata di 5 minuti.
Rubrica
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LEGA NORD
Roberto Maroni e il vicepresidente del gruppo lega nord
Maroni si nota un certo nervosismo né da lei abbiamo letto alcune dichiarazioni di Bossi
Secondo le quali c'è il rischio di sommosse popolari anche violente nel caso in cui la Lega non si affermasse alle prossime elezioni amministrative che interessano tra l'altro le città di Milano e di Torino
Messi sono sensazioni che sentiamo così in ma negli incontri pubblici sentendo la gente la quale molto preoccupata del fatto che in un modo o nell'altro dall'alla lega venga impedito di svolgere quel ruolo di governo che si è guadagnata sul campo in tutti questi negli ultimi anni ecco non è pensabile che una forza politica che ormai a Milano è accreditata al trentacinque per cento del trentacinque per cento quindi qual è in continua crescita forza di maggioranza relativa
Venga esclusa dal governo della città per una norma di legge fatta ad arte fatta apposta per dare
Come numero di seggi quel potere che i partiti hanno perso in cabina elettorale questo credo che sia sentito dalla legge come dalla gente come un affronto prima di tutto se stessa non ha la Lega è questo il rischio è che questa rabbia Tura della gente questa senso di frustrazione poi possa esprimersi in modi
Piuttosto violenta diciamo ecco Maroni ma voi non potete polemizzare contro un criterio democratico direzione i rappresentanti del popolo
Ma questo non è un criterio democratico questo è la stessa legge di prima che premiava partitocrazia tant'è vero che noi avevamo proposto durante la discussione del suo Sindaco che certo venisse eletto direttamente il sindaco ma con una lista sola collegata con una lista di coalizione
Si è preferito invece la coalizione di liste il doppio turno che al mercato delle vacche
Perché nel secondo turno chi è rimasto escluso cercherà di vendere i propri voti ad un ad uno dei due passate in ballottaggio
Passando sopra alle propri programmi e alle differenze politiche ideologiche che esistano o semplicemente per aver la garanzia di entrare nella stanza dei bottoni questo il vero e proprio mercato delle vacche e le regole democratiche non c'entra assolutamente niente con quello
Che sta succedendo a Milano Torino ma non è stato un vostro errore di Bossi in particolare caricare di un significato politico generale questa consultazione
Ma non l'abbiamo caricato noire è evidente nelle cose in Sam Milano è la capitale della capitale morale d'Italia è il centro dell'economia il centro dell'informazione
è il centro del potere economico e prendere governare una città come Milano significa avere da parte nostra riconosciuto un ruolo di governo
Eliminerebbe totalmente dalla scena politica in quella città e gran parte del nord i partiti di governo tradizionali che si pongono al centro dello schieramento politico in primo luogo la Democrazia Cristiana
Non a caso Martinazzoli ha detto tra Formentini e Dalla Chiesa noi voteremo dalla chiesa ecco perché
Se Martinazzoli la Democrazia Cristiana e sono decisi a sostenere il candidato
Di rifondazione comunista
Del PDS e della Rete invece che il candidato il vero candidato di centro che Formentini della lega
E perché se quindi se si è decisa a fare questo triplo salto mortale rinnegando tutto il proprio passato è perché ha capito che Formentini
è la Lega è alternativo alla DC Formentini sindaco di Milano significa che la democrazia cristiana sparisce
Però non è un'operazione di democrazia un'operazione
Di strategia è un'operazione di bassa politica un'ultima cosa Maroni e capisco il duello di Milano
Tra candidati molto forti ma a Torino voi avete un candidato che sostanzialmente sconosciuto non solo al grande pubblico
Italiano ma anche agli elettori di di Torino tra l'altro viene da Cuneo e questo so che è considerato torinesi un handicap comunque come giudica lei questa questa battaglia politica
Ma noi abbiamo scelto deliberatamente di non mettere un torinese a Torino perché non fosse vincolato in nessun modo a agli ambienti che contano a Torino gli ambiti economici in primo luogo la FIAT abbiamo deciso di mettere qualcuno che venisse da fuori perché avesse la forza di governare Torino senza nessun cedimento di nessun tipo ai potenti della città queste l'operazione io credo che da qui al sedici giugno e ancora di più successivamente nelle due settimane
Dal sedici giugno al ballottaggio del venti il nostro candidato Domenico Comino si farà conoscere benissimo
E io mi auguro che la gente capisca il senso di questa operazione che non è non abbiamo messo un torinese perché non avevamo nessuno Torino assolutamente amo tanti di candidati abbiamo deciso di mettere questo da fuori perché la nostra logica non proprio queste almeno candidato con le mani totalmente libere anche da condizionamenti psicologici nei confronti dei potenti della città
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