Intervista al criminologo Antonio De Salvia, fondatore, con il missionario Gianfranco Testa, dell’Università del Perdono di Torino

Torino spiritualità ventotto settembre Museo del carcere le nuove Sala Teatro Ino che liberano e in prigione hanno
Ne parliamo con Antonio De Salvia che insieme a Gianfranco Testa è uno dei relatori di questa serata
Ma innanzitutto diciamo nel Museo della carcere le nuove come nasce questo museo e perché nasce il dunque quando è stato dismesso questo carcere e ha smesso di svolgere qualsiasi funzione penitenziaria
Noi abbiamo creduto che avesse ancora una propria funzione sia perché architettonicamente storicamente pedagogicamente anche cognitiva mente costituisce un'occasione per parlare dei temi che riguardano la giustizia e il rapporto che c'è tra appena il reato
Tra chi commette un reato e quale sia o possa essere la pena giusta per espiare il reato commesso senza impedire alla persona di potersi reinserire all'interno della società
Chi ha commesso il reato che non lo vogliamo o no fa parte della stessa società della quale facciamo parte noi
Quindi ci conviene sempre poter recuperare riabilitare la persona perché possa essere un elemento funzionale della Società della quale facciamo parte noi
E quindi in vent'anni fa nel mille novecentonovantotto abbiamo costituito prima un comitato e poi in associazione indifesa delle nuove dell'ex carcere delle nuove perché ci permette intanto di conoscere la storia che questa città a Torino
Ha avuto in centocinquant'anni questo carcere infatti è stato progettato nel mille ottocentocinquantasette entrato in funzione nel mille ottocentosettanta e ha dismesso qualsiasi funzione penitenziarie nel due mila e tre
Ci sembrava più che giusto poterci ricordare di tutto ciò che è avvenuto in centocinquanta anni di storia
Delle leggi razziali per esempio
Per quanto riguarda i partigiani quindi la resistenza il terrorismo
E abbiamo capito che tutto ciò che succede all'interno del carcere al di là delle recinzioni che tendono ad emarginare chi sta dentro e chi sta fuori
La comunicazione non può essere mai completamente interrotta
Quindi facendo questo percorso all'interno del carcere con i visitatori non riusciamo a capire che cosa è successo anche all'esterno del carcere in centocinquanta anni di storia
Per questo andava salvaguardata
Veniamo alla serata inno che di De Donno o in prigione a loro
I due relatori appunto lei e Gianfranco Testa avete fondato qui Torino l'università del perdono perché e di che cosa si tratta
Intanto abbiamo voluto chiamare università questa attività che porta alla conoscenza la pratica del perfido l'abbiamo voluta chiamare università perché i e un messaggio è una proposta che si rivolge a tutti quindi universalmente da tutti
E perché siamo partiti da questo presupposto la conflittualità il contrasto la contrapposizione tra buoni e cattivi ecco è una costante della società attuale
E allora ci siamo detti e possibile interrompere il circuito appunto della conflittualità degli offese che vengono recate deve essere e delle offese che vengono appunto subite come e abbiamo detto che se noi analizziamo la persona e le possibilità le potenzialità che la persona hanno ritroviamo nella persona anche la risorsa a perdonare
Dando un significato specifico alla parola per donne
Perdono non significa assolvere l'offensore
Perdono significa prendersi cura di se stessi quindi dare fare un dono a se stessi in quanto vittima se non perdono me stesso come faccio poi chiedere agli altri appunto di perdonare me stesso
Il perdono quindi è un regalo che ognuno di noi può fare a se stessi per riuscire a stare meglio per evitare che le offese che uno ha ricevuto vengano poi reiterate
Invece di rispondere all'offesa con l'offesa
Noi diciamo interrompiamo questo circuito queste reazioni perché la vittima che soffra per l'offesa ricevuta se dovesse spendere delle proprie energie per offendere l'offensore intanto non sarebbe diverso dall'offensore e rispondendo con l'offesa dalle darebbe ragione all'offensore
Invece se utilizza quelle risorse per il proprio benessere
Allora non soltanto interrompere il numero delle offese che sono in circolazione è riesce a stare meglio con se stesso e con gli altri
Beh ma qui la funzione del ruolo dell'autorità oggi dello Stato sembra essere esattamente quello di interporsi tra la vittima e l'offensore
E impedire così alla vittima di realizzare quella che la vendetta la ritorsione che nel passato sono stati anche figure giuridiche state anche canonizzata
Ecco oggi lo Stato
Ha la funzione di punire certamente chi si è opposta alla legge infrangendo la ma
Direi soprattutto dovrebbe essere l'articolo ventisette la risocializzazione costituzione usano tutto parola rieducare ma comunque di socializzare di immettere nella società da questo punto di vista però lo Stato è carente
Certamente anche qui dovremmo riscoprire un po'il senso del valore della giustizia perché se non ci ponessimo a questo problema che rapporto c'è tra il reato e la pena
Noi potremmo risponderci che se la pena ingiusta non è mai contro la persona
Anche contro chi ha commesso un reato
Però già gli antichi Eschilo per esempio se lo poneva questo problema come castigare colui che ha commesso un reato senza commettere un altro reato e qui in effetti noi vediamo specialmente in quest'ultimo periodo ma ci sono esempi di leggi ingiuste anche abbastanza recentemente di dei giganti giuridicamente
Ebbene specialmente appunto in questo periodo noi troviamo delle proposte che in realtà per esempio l'abolizione dell'eccesso colposo di legittima difesa
La difesa è sempre legittimo a prescindere anche dalla proporzionalità che deve esserci
Tra l'azione della reazione della persona
E si sta portando lo Stato che dovrebbe dare una risposta istituzionale da colui che commette il reato
Si sta portando lo Stato Annoni considerare più tra le potenzialità della persona anche quella di poter cambiare
Noi tutti sappiamo e questo lo diciamo anche come Università del perdono
Che tra il passato e il presente e il futuro di ogni persona ecco il passato non può essere cambiato
Però il passato può servire sia al singolo sia alla persona che alla società per poter progettare il futuro per poter cambiare
Ma per poter cambiare colui che ha commesso un reato deve essere aiutato non può farlo da sola e quindi se noi no noi offriamo delle opportunità all'esterno a chi ha commesso un reato e per esempio ha commesso un reato perché in condizioni di tossicodipendenza
Che ha commesso un reato perché il clandestino non assolutamente la possibilità di scegliere
Tra un'azione e l'altra ebbene noi dovremo porci anche il problema per esempio della selettività della carcerazione
In carcere attualmente ci sono il trentasette per cento di detenuti extracomunitari clandestini e vanno a finire in carcere anche perché clandestino e il venticinque per cento di detenuti perché hanno il problema della tossicodipendenza
Se mettessimo insieme trentasette più venticinque arriveremo quasi ai due terzi della popolazione detenuta che è costituita da queste duettato da queste due tipologie di persone se ci ponessimo contestualmente anche questa domanda
Questo sessantadue per cento che sta in carcere commette il sessantadue per cento dei reati commessi
No e allora dovremmo certamente arrivare alla conclusione dirci che la giustizia la cosiddetta giustizia tra virgolette in Italia e selettiva
Vanno a finire in carcere quelli che sono i più deboli e forse anche i più fessi
Da un altro versante noi abbiamo cioè sul versante di coloro i quali hanno compiuto crimini e parlo del
Isolamento diurno parlo del quarantuno bis parlo dell'ergastolo ostativo ecco da questo punto di vista
Dunque anche in questo caso dovremmo porci il problema appunto di che cosa può fare quella persona che ha commesso un reato
E noi anche come Università del perdono ma anche come persone come operatori penitenziari che si occupano del settore della giustizia diciamo che i ogni persona è sempre più del proprio errore ogni persona è sempre più delle azioni che ha commesso
Potremmo aprire una identità che retrospettiva quindi basata su ciò che ha commesso precedentemente oppure potremmo anche porci il problema dell'identità che in prospettiva per quanto riguarda il futuro e che cosa può essere il potere sarebbe la persona è possibile appunto se ci sono degli strumenti di aiuto alla persona perché possa cambiare possa avere del del condizioni di cambiamento
Non basta solo l'individuo che faccia un percorso è necessario noi anche se dovessimo porci il problema ma anche con gli stessi detenuti sei giusto punire o meno colui che ha commesso il reato
Anche gli stessi detenuti sono d'accordo nell'ammettere che non si tratta di se punire o meno colui che ha commesso il reato ma la questione si pone per quanto concerne il come punire quanto punire perché punire chi punire dove punite
E su questo ovviamente abbiamo la possibilità anche di fare altre considerazioni per esempio fermarci alla concezione retributiva della pena oppure invece arrivare alla concezione riabilitativa della pena la concezione riparativa della pena la concezione sociale della pena
Ma ne potremmo concludere così qui si dice
Il no
Si esplicita nella pratica della non violenza nel superamento della vendetta e della ritorsione come esigenza preliminare di giustizia e questa è una cosa che lo Stato dovrebbe anche visto l'articolo ventisette la Costituzione fare è una cosa che lo Stato non fa più
Ma ci siamo anche disabituati a fare presto sia perché è abbastanza comune appunto assistere a delle conflittualità che avvengono anche a livello individuale Inter soggettivamente nei rapporti tra le persone sia perché tanti di noi hanno smesso di essere degli educatori e intendo dire i genitori per esempio ci sono sempre più insegnanti
Però insegnanti che rifiutano rinunciano ad essere educatori e anche da parte dello Stato per esempio in termini di prevenzione si è assolutamente carenti io da ventisette anni faccio dei progetti nelle scuole però assolutamente non c'è nessuno nessun ente pubblico
Che vuol fare un investimento per quanto riguarda questa parte
Pedagogia Ica che deve essere rivolta ai ragazzi ai ragazzi perché non finiscano all'interno del carcere non si mettano nelle condizioni per arrivare all'interno del carcere
Ma allora poi dobbiamo porci anche l'altro problema se la società non fa niente per cambiare le condizioni esterne nelle quali erano inseriti i detenuti e poi andranno a reinserirsi
Allora anche la società e lo Stato hanno delle responsabilità specifiche
Specialmente in merito alla sofferenza di altre vittime Chelini saranno vittime di reati perché non si è fatto nulla per cambiare le condizioni delle persone voglio dire
Se il tossicodipendente va in carcere perché tossicodipendente se non tolgo
La tossicodipendenza e quindi non mi occupo di disintossicazione di riabilitazione di colui che e tossicodipendente lo metto all'esterno farà le stesse cose che ha fatto precedentemente anzi sarà forse ancora più portato perché all'interno del carcere ha imparato altre modalità per far
Grazie ringraziamo anzi con una notazione visto che siamo radicali in radice il problema la proibizione di sostanze che la società ritiene dannose e che intende punire con il carcere o comunque con i rigori della legge mentre altre sostanze che sono anche più dannose sono considerate normale eccetera
Comunque ringraziamo Antonio De Salvia che abbiamo dimenticato di dire è criminologo col quale abbiamo parlato di questa incontro che si è tenuto a Torino nell'ambito di tre spiritualità e che a titolo inno che liberano in prigione