Festival InQuiete 2018 - Presentazione del libro di Nadia Terranova "Addio fantasmi" (Einaudi)

Una mattina di Methos
Mia madre mi telefono però devi farmi che entro qualche giorno sarebbero iniziati i lavori sul tetto di casa nostra
Disse proprio così
Il nostro
Ma io avevo già da tempo in un'altra città un'altra casa cui badare una casa pesa presa in affitto da Meda un'altra persona insieme
Non esisteva più una casa che avrei chiamato nostra quell'etichetta si era staccata quando è andata via e negli anni successivi avevano ripulito la memoria con appurata violenza
Sì
Sapevo che il tetto crollava aveva cominciato a crollare fin dalla mia nascita non aveva fatto che sgretolarsi e piovere in forma di polvere e calcinacci Prisco tutta la vita che avevo vissuto lì dentro
Ma non era in alcun modo responsabile
Non sia colpa per le cose che non vogliamo evitare
E abbiamo già ripudiato
Scrivevo per la radio finte storie vere che avevano avuto un'inattesa popolarità aveva un uomo un lavoro una città diversa
Nuove severe
E un altro tempo
Mia madre disse che si era sempre dovuta occupare di ogni problema da sola la casa dalle pesava sulle spalle era stanca ormai rifare il tetto era piatto il piastrellato il fungeva anche da terrazzo
Sarebbe stata la sua ultima forma di generosità
Perché certo non poteva mettere la casa sul mercato bucherellata com'era prima di comprarmi una più piccola et solida disse che una ditta avrebbe riparato le voragini scavate dal maltempo da una cattiva coibentazione e da chi ristrutturazioni dei vicini
A casa nostra ripete nostra sotto il tetto sotto i piedi il lavoro degli operai io e lei avremmo setacciato mobili utensili litri per cominciare a svuotarla
Non voleva che un giorno poté si rinfacciano di aver dato il via ai miei oggetti bisognava che tornassi per scegliere cosa lasciare andare
Senza che era facile
A parte una scatola di ferro rossa custodita in fondo un cassetto non tenevo niente
Prepara in America con pochi indumenti e della biancheria
Comprai su internet un biglietto del treno per l'indomani
Guardando fuori dal finestrino per il lungo tratto di mare della ferrovia calabrese fino a villa San Giovanni di lei ha ripreso il traghetto per Messina raggiungendo mia madre
E portandoli l'aiuto che chiedeva
Quella notte sogna di allegare
Scaldava il letto il piede di mio marito appoggiato sulla mia caviglia in un certo punto dal tepore sotto il lenzuolo iniziavo ad entrare in acqua camminato
Come se avessi saputo dove andare e l'acqua mi rinfrescata le caviglie i polpacci le ginocchia Ray le conosce i fianchi la pancia il seno risparmi e ancora il mento e e la bocca
Finché appena approvato a parlare salivo inghiottita da un'onda
Un attimo prima camminato
Un attimo dopo amica fu non mi si annebbiano la vista
E non perdevo le forze sono accadeva acquisto
E in un istante entrato in mare
Il mio corpo non esisteva più
Mi svegliai e mi tirai su chiamai sottovoce Pietro mio marito non perché avessi bisogno di lui ma perché desideravo non escluderlo dal fatto che stavo morendo
Mi pareva importante
Morire
E volevo che ne fosse testimone
Agevole braccia e le ascelle sudate sudore sulla fronte sulle spalle Duini presenta con vomito facendosi forza aprì gli occhi e si mise seduto accanto a me
Non c'era nulla che potessimo dirci
Affinché a me arrivasse una consolazione
Ed è il mio sogno
Sentiti non poter condividere nell'incontro nella paura
Buonasera buonasera a tutti sì buonasera Grazia inquiete per questo per averci fatto
Aprire questo festival bellissimo con un romanzo bellissimo
Il romanzo di Nadia Terranova dico addio fantasmi di cui appena Stato letto l'incipit le prime tre pagine e e così anch'io l'ho letto naturalmente come tutti cominciando dal dalle prime tre pagine e immediatamente ma l'avrete sentito l'avete sentito anche qualche ascoltavate
Ho sentito che c'era qualche chi era una cosa importante
Importante e potente trascinante
Con una lingua a altissima e precisa
E allo stesso tempo scarna e semplice e soprattutto in queste prime tre pagine mi diceva questo libro mi diceva già tutto mi diceva che c'era una vita presente
Apparentemente tranquilla un matrimonio un matrimonio stanco
Una madre io una casa in cui tornare una casa che stava crollando
E quindi un un grande dolore un'ossessione a qualcosa
In cui erano eccetera in cui è necessario andare a fondo e sentivo che la protagonista di questo romanzo stava per gettarsi
Completamente dentro il suo dolore la sua ossessione il suo segreto e anche nella nella vergogna di confessarlo nel bisogno di liberarsene
Quindi davvero sono rimasta colpita io ho letto naturalmente anche il primo romanzo
Di Nadia Terranova gli anni al contrario
Ho letto molte cose che che ha scritto il non sempre apprezzata e amata come scrittrice e questa volta ho sentito il salto
Una cosa forte una cosa grossa il salto sia
Di una interiorità che viene svelata sia di una lingua che viene maneggiata con grandissima cura ma anche disinvoltura per andare finora nel
Nocciolo del del dolore
E per farlo
Nadia Terranova ha usato la prima persona singolare ha detto
Io
In un modo che aderisce al Dosso immediatamente qui quelli io
A non non crea un una separazione tra chi scrive e chi legge ma invece diventa un mio un mio quasi universale nel senso che
La protagonista del romanzo ci racconta
La sua storia ossia il suo essere rimasta incatenata a quella casa di Messina i ai suoi tredici anni nel momento in cui il padre
Sempre più malato di depressione Buongiorno ed esce dalla porta se ne va scompare scompare per sempre quindi non c'è nemmeno per questa figlia e per questa moglie una una lapide un corpo da piangere
La possibilità di mettere la parola fine a una storia angosciosa ma c'è un mistero e il senso spaventoso di un abbandono
E una storia così
Così precisa così particolare ha invece la alla capacità di diventare universale cioè di rimandare arcigni
Hanno i lettori a tutto quello che dentro di noi ICI ossessiona non è compiuto non era il solito ci fa vergognare
Ci fa continuamente tornare indietro nel tempo ecco questo romanzo è un continuo avvicendare essi tra il presidente e il passato il presente quello di questa diritta di giovane donna che se n'è andata a Roma chiamo matrimonio
Diciamo
In cui c'è una gratitudine per per l'essersi aiutati a vicenda perché il marito ha riconosciuto il suo dolore senza nemmeno doverglielo chiedere senza che lei nemmeno dovesse raccontarglielo
E però c'è in conto continuamente il ritorno a quella ragazzina di tredici anni che si è sentita ed è stata abbandonata e che da quel momento forse è cresciuta forse invece è rimasta ancora lì
Ed è rimasta lì dentro quella casa dentro quella casa in mezzo quegli oggetti
Dentro quella stanza da letto con quelle terrazzo sul tetto con la sveglia della Camera dei suoi genitori ferma all'ora in cui il il padre quell'ultima mattina la spenta
E e però si così finalmente c'è una specie di resa dei conti
E appunto di e di addio fantasmi di cui una naturalmente non non non siamo qui per rivelare o raccontare la trama però ecco vorrei che parlasse
La Nadia io davvero sono convinta che questo sia un libro bello importante serio e
E si e soprattutto sincero
In cui a ogni pagina si sente una verità non non si sente un artificio o una costruzione di tensione per creare
Un compiacimento nel lettore c'è molta tensione ma tutta la tensione è chiaramente una tensione interiore che era stata riversata
Sulla carta
E mi ha colpito il fatto che Nadia Terranova abbia usato
La prima persona singolare e l'ho trovato un atto di coraggio naturalmente tu hai creato un personaggio che non sei tu
Però questo io veramente intimo e in un po'anche sconvolgente
E ti volevo chiedere di raccontare come ci sei arrivata
E che cosa è stato per te dire io
Grazie banana è bellissimo tutto quello che dissi a De bello sentirsi ritrovarsi nelle parole di qualcuno che ha letto con tanta passione cura e attenzione effettivamente il romanzo è cominciato nel momento in cui io addirittura non sapevo che fosse un romanzo era in realtà inizialmente pensavo che poteva essere un monologo teatrale è cominciato nel momento in cui io ho avuto presenti due cose che volevo raccontare una casa precisa
Che forse l'unica cosa veramente totalmente aderente alla mia biografia la mia vita perché quella casa
Per descrivere quella casa io ho usato la casa in cui sono cresciuta la casa di mia zia in cui sono cresciuta
E avevo un personaggio femminile che parlava all'interno di quella casa o meglio che parlava da un punto della sua vita adulta
Ma che raccontava un dolore ogni infelicità un'assenza che aveva avuto luogo per diventa per tanti anni negli anni della crescita quindi negli anni dell'adolescenza
Del traghetto dall'infanzia all'età adulta esattamente in quella casa io non sapevo come si chiamava sapevo che questa donna che ovviamente
Non ero io ma doveva avere delle caratteristiche che mi somigliasse il più possibile quindi doveva avere un'età simile a quella che avevo io doveva essere andata via da missina e aver vissuto a Roma doveva raccontare di un'assenza e di una buona quindi queste sono le cose da cui sono partite e ho cominciato a raccontare di una madre e una figlia che vivono da sole dentro una casa
Con un padre che se n'è andato che li ha abbandonati che non si sa se è vivo o morto perché la morte in fondo è un lutto elaborabile è un lutto a cui si si è data una sepoltura acquisita tra una cerimonia un rito e che quindi segue una procedura del dell'abbandono della rinascita la scomparsa invece la mancanza di un segno di interpunzione da finire la frase come quando da una frase ammettiamo il punto ma lascia aperta e qualcosa scivola via da questa famiglia il padre dovrà essere scivolato via
E la sua assenza doveva procurare angoscia non poteva procurare in nessun modo Santiago quindi mi era molto chiaro che il tema che mi si presentava era quello della scomparsa
Perché la scomparsa congela nel tempo e obbliga a una resa dei conti continua anche piena di vergogna anche piena di dubbi
E ha molto a che fare con il corpo anche la morte certo a che fare con la con il corpo con la sepoltura la scomparsa queste donne
Hanno il corpo di un uomo che ha vissuto con loro che non sanno più se vivo se è morto quindi non sanno dove e il mio personaggio diventa grande questa ragazzina bambina alle soglie dell'adolescenza il padre quando lei scomparve il padre scompare aveva tredici anni
Diventa grande e la scomparsa del corpo del padre quindi c'è un rispecchiamento tra un corpo maschile quello che serve per riconoscersi per per esercitare anche la i primi primi Giochi seduzioni di gelosia che non c'è che non si sa dove e il corpo di una bambina che diventa donna anche quindi immediatamente viva la sessualità problematica difficile perché c'è qualcosa che e si è inceppato e che non si può risolvere non c'è un funerale possibile per una scomparsa
Allora mi interessava questa assenza
Fosse proprio come sospesa nel tempo e costringesse Ida tra l'altro il libro è diviso in tre parti ce la prima parte che si chiama il nome la seconda il corpo e la terza la voce insomma le tre cose che scivolano via delle persone che ci lasciano che sia una separazione la fine di una storia d'amore un abbandono un lutto una scomparsa un addio
Ma in prima perdiamo la voce forse appunto adesso molto meno perché c'è più la possibilità di registrare di di riascoltare
Ma almeno soprattutto in passato la prima cosa che per via dalle orecchie di qualcuno che muore per esempio la voce il senso del tonno
Il nome il nome scompare dai discorsi tra i della madre perché troppo doloroso a volte succede per esempio anche con i nomi delle malattie c'è una parola che fa male anche soltanto dire quindi ci giriamo intorno
Quindi sì io ho iniziato a scrivere girando intorno a al dolore che stava lì come una pietra e che però non si poteva nominare perché appunto
Quando qualcosa fa molto male quello che noi facciamo è non andarcene del tutto da quel sepolcro perché non possiamo abbandonarlo fa parte di noi ci costituisce ma non riusciamo neanche a a prenderlo di petto d'affrontarlo a dirlo voler bene alla propria vita e la cosa è più difficile
E io creato un personaggio che in in quel preciso momento non riesce a voler bene alla sua vita
è un personaggio che non riesce a voler bene alla sua vita e a volte io ho avuto anche l'impressione perché non riuscisse davvero fino in fondo
A volere bene alle persone che aveva intorno che ha intorno perché è come se
Quando il dolore si prende tutto lo spazio poi non è mai lo spazio per comprendere il dolore degli altri soprattutto nei confronti di una madre e difficile perché da figli e riteniamo che comunque la madre si debba da figlie soprattutto che la madre si debba fare carico di tutto siti debba proteggerne consolare aiutare accompagnare e non ci importa da figli e di vedere di capire di sapere se lei è felice al no io non non mi sono mai fatta questa domanda ad esempio sul mia madre forse comincia adesso ma sicuramente a tredici anni
Ma anche a trenta non ho mai pensato chissà se mia madre
è felice è stata felice sarà felice ancora pensavo che lei si dovesse occupare della mia felicità invece questo fortemente e ovviamente non era in grado di farlo secondo me e e in questo in questo libro c'è una conflitto piuttosto evidente con con la madre
E una e una Genet una specie di a
Indifferenza verso i sentimenti degli altri da parte della protagonista perché davvero è chiusa dentro la sua ossessione
E anche dentro la vergogna alla vergogna di non dire infatti tu
Raccontati del fatto che madre e figlia dentro questa casa dove fino al giorno prima a un mese prima a un anno prima
C'era anche il padre non l'hanno più non lo nominano parlano della frittata che ai bordi un po'bruciacchiati del fatto che se tu mi comprasse il motorino non avrete hard non arriverà i tardi a scuola e dentro tutte queste frasi
Banali non risuona continuamente
Chissà dov'è lui forse tornato forse è morto
La sua voce
E e la cosa che mi ha colpito tantissimo
E che io riconosciuto di melma
Credo che ci possiamo veramente riconoscere invitanti è stato è stato questo orgoglio di nonna mostrare agli altri il dolore
E quindi proprio il non parlarne e l'essere sempre con il fruttivendolo a scuola con Lemon quegli amici sempre affabili e sorridenti
E parlare della frittata casa invece che della scomparsa del padre anche questa in fondo era una vergogna madre e figlia addirittura fra loro si vergognano
Di parlare della scomparsa del padre quasi cioè come se fossero in qualche modo una colpa
Sì e loro la sentono come una macchia scarlatta in effetti quello i dialoghi tra di loro nella delle senza sonno una recital sono una mimesi di qualcosa che non può essere tetto e tutto il loro rapporto con il mondo esterno
Allora la recita di dare la finzione diciamo di compostezza di orgoglio di garbo
Certo a qualcosa e di inquietante perché finta ma anche qualcosa di rassicurante che quando il dolore troppo incandescente il fatto di avere un ruolo no presente se ci pensate
Il fatto di riprendere a lavorare di andare a lavorare di avere di fare delle altre cose qualcosa che anche ci dà una sicurezza stiamo facendo qualcosa per qualcuno non siamo la persona
Che ha una colpa che ha subito una perdita che è una vergogna che sta soffrendo ma siamo qualcos'altro
E allora piano piano ci vediamo di convincerci che siamo qualcos'altro anche se dentro qualcosa brucia idea dice
A un certo punto che dentro il petto a una piccola sfera arroventata ed è ed è così perché il dolore qualcosa di fisico
C'è un libro bellissimo e di aver McDonald che è un libro un romanzo sulla falconeria c'è questa donna che a destra un falcone a un certo punto per proprio per risollevarsi da un lutto ha perso il padre all'improvviso
Quindi decide di darsi alla all'addestramento di questo rapace e a un certo punto per parlare del dolore di che cosa e di quanto egoista per tornare anche quello che di solito fa un esempio preciso e dice come se qualcuno entra in una stanza
Ci sono quattro cinque persone dà un calcio nello stomaco a tutti tutti provano lo stesso dolore ma ciascuna si piega il pensa soltanto al suo non si riesce a dire tu come stai del Cagnola sta soffrendo troppo
La viviamo un po'nel mondo così non so se è giusto se è sbagliato però succede
E il dolore non venisse una falsità divide divide soprattutto le persone che vivono lo stesso perché crea dei tabù crea dei dei problemi di comunicazione crea un addossarsi corte reciprocamente o addirittura prendersele e per questo essere ancora più divise questo non parlare di della madre tiranni naturalmente le divide fessi che idea si è un personaggio carico di rabbia rabbiosa non lo sa
Sai di essere una persona mite con gli altri Gentile
Sa che con il marito con le poche persone che frequentano perché appunto alla tendenza a isolarsi
Il suo dolore immagina che non traspare o meglio con il marito si perché si sente riconosciuta ma anche non parlarne protetto una zona protetta però lei ha un carico di rabbia incredibile nei dialoghi con la madre a volte questa esplode in parte per il passato in parte anche per quello che dicevi tu Annalena c'è
I figli c'è anche un egoismo dei figli che è mostruoso e Ida non ha figli quindi è è rimasta più figlia di altre
E a un egoismo nei confronti di sua madre che è totale c'è ha soltanto a un certo punto
Del romanzo a tre quarti lei si accorge che esistono e gli altri e questo l'ha fatta esistere anche ai miei occhi di persone che l'ha creata che la scriveva come personaggio
Avviene in tre momenti con la sua amica Sarah che a un certo punto le dice qualcosa sulla fine della loro amicizia
Qualcosa a cui lei non aveva mai pensato ogni corsa un ragazzo greco che sta lavorando a questo tetto che anche simbolicamente crolla sulle loro teste
E che il la fa partecipe di una confidenza
Su una cosa che gli è successa in quel dialogo per la prima volta sa Ida non parla disse ascolta soltanto non ha più importanza dire che è stata e poi a un certo punto
Rispetto alla madre quando lei Ria ascolta la voce della madre molti anni prima e disse c'è una sofferenza in lei che adesso riesco a cogliere per sottrazione perché la voce che aveva allora quando mio padre c'era
Il suo marito era con lei era una voce di Varsavia ettari suonava in un modo diverso
Adesso a un'altra voce fatta in altro modo e da quella sottrazione da quello scompenso e squilibrio lei capisce che cosa è mancato anche alla madre e l'età forse finalmente un'umanità
Vogliamo legge
La mattina all'alba illuminava la sverniciatura delle persiane
Mia madre diceva che bisognava cambiarle passare da un legno antico a un nuovo alluminio più resistente e patinato
Lo ripeteva
Intanto tenevamo le vecchie pregiate e da manutenere io e lei che del tardo manutenere non conoscevamo nessuna coniugazione
Interverrà essere per la nostra sciatteria che mio padre se n'era andato
Doveva essere per colpa di quelle giornate in cui Louis fioriva e noi non sapevamo in che modo di ottimismo
Per quelle coperte che sembravano non ritenerlo mai abbastanza dal freddo
Per l'incapacità di fargli accettare le prescrizioni dei medici intanto il nome di mio padre si era nascosto nell'acqua
Nelle infiltrazioni nella muffa sul tetto e io a quattordici anni spiato dalle finestre in mare Linati il traffico la linea della palma afflosciarsi sotto la pioggia
Dopo
Io e mia madre avevamo vissuto da sole la casa unità e non c'era riuscito mai discrezione
Il nome di mio padre
Arrestato nel piatto della Cina
Si nascondeva nella frutta ricomposta sulla credenza sulla parete scivolata un gergo mia madre urlava che erano tornati i topi la tovaglia parlava e le posate si portavano le orecchie mi si concludevano finché il rumore non passava
Il nome di mio padre sigle annunciava
Quando lo rispettavamo ci prendeva in giro andandosene per settimane lasciandoci recintate nello sconforto e nella paura
Ma se ci impegna fanno attinenti Carlo uscito periferico dal cassetto dove i segni vicinali erano scaduti si cantava davanti alla tavola apparecchiata l'uomo che era stato mio padre guardava la nostra vita e avrebbe continuato a farlo per sempre si infila famiglia tubi che non avevamo riparato sedeva al suo posto per non lasciarlo vuoto
Rideva della vergogna con cui consumavamo i nostri pranzi mio padre sorvegliava la casa come un guardiano
E l'aveva abbandonata come un codardo
Entrambe le cose continuavano ad accadere in tutti i giorni un rito stanco al pomeriggio quando fuori pioveva e la sera serviva finire i compiti accendere il televisore rimbambiti davanti alla pubblicità secondo Taine morto
Chiedevo a mia madre
Inoltre i periti i balconi simile ad Alfano
Senza che dalla sua bocca né dalla mia fosse venuta una voce
Dicevamo invece i porti di questa frittata sono secchi mamma ti ricordi la versione di latino presso sette meno domani devo comprare incompresa di nuove diceva ancora ucciderei Jackie porta sfortuna mi sono arrivati altri chiedevamo i topi
Un cenno uno solo si nascondeva dietro le vetrinette in ciliegio della cucina
Uscì Parisi recante non vada annui notavamo Luigi
Sarà mi aveva raccontato di avere trovato una nidiata di topi sotto il suo fratello prediligevano le zone umide nulla di strano che avessero invaso la mia casa sì nell'acqua a casa sua li aveva uccisi suo padre
Nella mia io
Fra il tramonto e la cena
L'assenza di mio padre tornava a visitarmi
Il primo il balcone sperando che il temporale transita i soffitti
E squarcia se le crepe sul muro supplicato la tramontana di trasformarsi in uragano e lo fece all'Inghilterra l'orologio e le sedie alla nel letto i cuscini lenzuola non vuole sapere sono diventata grande non ci interessa chiedevo
E nessuno rispondeva
Le mestruazioni mangiavano lenzuola che la mattina mi aspettavo a raschiare con il sapore di antico odoroso di bucato spalmato sul dorso delle spugnette per i piatti
A poco a poco negli anni precedenti mio padre ci aveva abituati alla sua dipartita
Come tutti
Aveva iniziato a morire il giorno in cui era nato
A un certo punto della decisione ingannare questa di composizione
Deve essersi sentito onnipotente scendendo le scale per interromperla chiudersi la porta alle spalle e cordiali saluti a me a mia madre illudere Diaco ammuffita che era arrivata al suo posto sotto forma di vapore raffiche di vento
Sparisce
Scegliere un punto nel tempo il chiudersi la porta alle spalle scende alle persone cose tanto il ponentino farebbero sui ricordi con la stessa violenza con cui si accaniva tendere immuni papà è tornato pure oggi
Confessato a mia madre la postura con cui sedevo a tavola
Piombata in cucina dall'universo sbagliato dell'esistenza che va avanti la schiena piegata
Una scorta stanco che le ragazze non dovrebbero aderire
Era qui un attimo fa lei visto anche tu urlava la velocità con cui finivo lacerano il piatto per togliermela dagli occhi prima possibile invece grazie non voglio più niente il mercoledì hanno sempre lo stesso film non arriverai tardi a scuola settori comprarsi il motorino
Avete sentito questo passo tra l'altro si raccontano cose di cui abbiamo parlato poco fa e cioè molto utile anche per comprendere quanto questo romanzo ossia Allo stesso tempo
Per Natale perché c'è una grande forza dei corpi come diceva prima Nadia e degli oggetti del luogo della casa di cura questa ecco mi è caduto ma non mi serve
Questa casa di questa casa di Messina anche il mare un elemento molto importante e carnale e allo stesso tempo
C'è c'è qualcosa di fortemente onirico perché la protagonista
A e racconta e condivide i suoi incubi
Incubi che naturalmente raccontano il suo dolore e la sua ossessione
Quindi c'è una qualcosa di di aereo di di soprannaturale di impalpabile e allo stesso tempo
Una una forza proprio piantata nel nel luogo in cui si è nella casa in cui lei si trova nelle fotografie trova tra l'altro la protagonista trova la fotografia disse ragazzina di disse nel momento in cui è stata il padre scomparso quindi lei ha subito questa ferita ecco è tutto
Utile per raccontare e stare dentro immersi a una ferita danno e come se fosse punto una persona danneggiata e che quindi sale a questo punto di poter sopravvivere a tutto
E che però chiede una una riparazione una
Le è stato tolto qualcosa e quindi lei deve essere restituito qualcosa e credo che la rabbia che avrete avete sentito in queste pagine chieda soprattutto questo
Sì ed è bello che tu abbia stato questo verbo sopravvivere il libro è dedicato ai sopravvissuti ed è la prima volta che dedicò un libro anche a me stessa perché quando c'è c'è una parte del libro in cui si parla più diffusamente dei sopravvissuti nel dialogo con Nikos
Però quando ha voluto dedicare questo libro e sopravvissuti ho pensato che a volte si dedica neri delle persone che non ci sono più le persone che ci hanno insegnato qualcosa che ci hanno lasciato qualcosa
Invece io volevo lasciarlo volevo dedicarlo alle persone che ci sono ancora che tra noi che ci siamo ancora e tutti siamo sopravvissuti a qualcosa quindi è un libro dedicato a chiunque di realtà perché chiunque
Sente di avere passato atta attraversato un momento ne aperti da una lacerazione della quale è venuto fuori nel bene e nel male anche controvoglia magari però comunque se sta leggendo il libro non è venuto fuori ed è Zero-Gravity idee sicuramente una persona danneggiata ma non si rende conto di esserlo fino a quando non si ritrova attorniata da tutti gli oggetti che le ricordano esattamente fino a che punto lo è e soprattutto la presa di coscienza più grande perché ogni romanzo è l'essere che la trasformazione della narrativa la letteratura sono qualcosa che racconta sempre un movimento abbiamo sempre dei personaggi che sono all'inizio in un modo e poi alla fine del romanzo
In un altro perché è successo loro qualcosa o perché hanno preso coscienza di qualcosa disse questo romanzo di presa di consapevolezza che passa attraverso degli eventi degli eventi anche degli Episodi trama
Macché in quei idea veramente cambia quando capisce questa riparazione che lei ha cercato nel marito che lei ha cercato nella fuga
Dalla casa nella lontananza da Roma che ha cercato nella rabbia che ha riversato sulla madre o su quello che le era successo in realtà può darsi da soltanto lei attraverso un gesto simbolico che poi concluderà i libri e su cui nulla diciamo però
Ecco la riparazione avviene
Perché lei sia autoritaria e questa cosa io non sapevo come ovviamente quando mi sono messa a scrivere però mi era chiaro fin dall'inizio che idea doveva essere come un meccanico proprietario della stessa macchina che si auto riparava da sola
Ecco tu hai detto
Che quando è cominciato a scrivere non sapevi dove dove stavi andando mi tu avevi questa materia
A incandescente da cui poi sei naturalmente immagino distaccata per scrivere ma non sapevi dove sta dove saresti arrivata e secondo me
Adesso mi mi spiego perché questo libro è così
Così tipo il fondo ora racconta di una
Di una scomparsa di una sparizione di una ragazza di una giovane donna incatenata a quello che stia accaduto
Ben vent'anni prima circa
Che comunque diciamo buon qualcuno non riesce a nemmeno a verbalizzare il il suo dolore anche se poi alla fine verso la fine somala ma con la maglia la madre dice cose piuttosto piuttosto forti e la madre le dice cose altrettanto forti
Però ecco non ci sarà non c'è la cupezza proprio perché c'è sempre un movimento proprio perché si sente che sta andando da qualche parte che da qualche parte arriverà e quindi se si vuole anche sapere dove dove arriverà iter se se ce la farà e sembra che questo dolore che in fondo che la fa sentire diversa dagli altri lei
Racconta che nelle case degli altri che sembravano così leggera sembrava che potessero volare via mentre la sua era così pesante di piombo quasi insomma una prigione la prigione del suo dolore
Diversa dagli altri e quindi forse più tempo le più più indifesa a non è Ida sembra molto forte molto
Ma molto in grado di farcela
Sì danaro non è una ante c'era in lei convivono naturalmente la fragilità e la forza ma siccome è abituata ad aver ce l'ha fatta sa di aver ce l'ha già fatta in realtà quindi indossa questa forza come un'armatura
E vero che non sapevo
Cosa volevo raccontare nei dettagli nel senso della trama ma sapevo che volevo lasciare un sollievo che c'era un saliamo Cesar pranzo gli avatar le storie più dolorose del dell'universo
E quindi anche il titolo io fantasmi è un titolo che rispecchia il libero perché appunto è formato da due parole
Negative che però insieme si annullano a formano una liberazione ce danno una sensazione positiva e io volevo che lei lo trovasse dentro di sé scoprisse anche di aver ce l'ho già avuto questo questo rilievo in parte questa riparazione dei realtà se n'è già andata da casa quindi
E già andate via manca che se lo dica manca come spesso avviene per il nome alle cose
C'era c'è una questione di Elisabeth Bisso perché io adoro che l'arte di perdere le cose che racconta
Con estrema anche allegria quanto di più lacerante ci accade nella vita ovvero perdere perdere le chiavi perdere poi lei dice a un certo punto l'intero continente
Perdere tutto
Le nostre vite fatte di perdite noi finché stiamo al mondo vediamo le persone che amiamo che ci sono vicine conosciamo
Venti deboli possiamo vedere scomparire morire da un momento all'altro perdiamo la nostra infanzia perdiamo le classi che abitiamo perdiamo gli amori matrimoni che concludiamo le storie le relazioni
Perdiamo i figli e diventano grandi la vostra vita è fatta è un percorso di apprendistato della partita e quindi tanto vale rassegnarsi essi anche in fondo alla più
Cieca disperazione metterci un po'di allegria forse
Infatti trasferita e anche ironica un molto ampio sguardo
Ironico sulle sulle cose che succedono sul suo rapporto con suo marito e una cosa che lui che mi entusiasma di questo libro la lingua cioè metti la scrittura perché è veramente una scrittura un concentrata persa
In cui in non ci sono parole parole sprecate ma soprattutto non ci sono parole vaghe e ti devo dire che davvero mi ha molto fatto pensare ai romanzi TA Mier no
Al diciamo a questo modo di cercare la verità anche dentro le parole perché tanto sappiamo che non esistono i sinonimi ma ogni parola voglio dire esattamente quella cosa e non un'altra
E le parole sono un proprio un mezzo per per arrivare alla verità e
Mi sono davvero venuti in mente i romanzi così precisi e così anche spudorati
Nel nel nel raccontare disse di anni Herno con cui ho visto ho letto il dialogo che avete avuto su Robinson di Repubblica
Lo scorso week-end perché lei ha ha letto già in francese il il tuo romanzo l'apprezzato e ancora di più quindi ho sentito con una una comunanza di intenti
Di diciamo
Mettere da parte accantonare il il dolore la vita il il racconto per scriverlo non so se per
Van Miert ma una maestra assoluta qui io attingo come si attinge veramente alla a a alla scrittrice più grande che possiamo avere in questo momento perché e riuscita a intanto mettere le mani nella vergogna e a lavorare comunque latte a farne materiale di altissima letteratura
E poi a lavorare su le vicende che le sono accadute e a farne dei romanzi infatti dissi bene sono il re di solito i libri che mi Herno tranne due sono tutti fortemente autobiografici
Eppure sono materiale poetico puro lei riesce con un lavoro sulla lingua precisissimo ressa anche molto bene integrato al suo traduttore
A trovare esattamente quella parola per dire sempre
La cosa giusta esatta perfetta senza fare dei giri IRI che di parole per arrivare al cuore di quello che vuole raccontare questo fa sì che le pagine di anni Herno siano tutte
Indipendenti l'una dall'altra i vivano e ci dicano concede avente delle cose io ce le ho tutte sottolineate pieni di citazioni lei per esempio
Dice a un certo punto la memoria una formidabile attrezzista di scena disse nel in memoria di ragazza che uno dei suoi ultimi libri pubblicati qua in Italia e forse in assoluto quello che ho amato di più
Ed è vero la memoria allestisce quindi crea gioca come se si fosse in teatro lei questo lo sa bene perché ritorna sempre a un se sceglie isola un preciso punto della sua vita un momento
Lo rende avulso dal contesto e ci lavora fino a quando non ne viene fuori il libro più sincero e contemporaneamente più letterario che possa esistere io ho imparato tantissimo del sui libri
Ho imparato che li considero una scuola di scrittura tutti gli Effetti
Perché raccontano come non necessariamente degli inventario costruire dei grandissimi scenari fantastici o mandare qualcuno sulla Luna o fare accalcati accadere delle vicende rocambolesche ma poi veramente foraggiare quello che la vita è ti ha dato
E anche se sembra pochissimo e sembrano cose che sono successe a tutti la morte della madre nel suo caso la storia di emancipazione da provvedimenti di mancate realtà emancipazione del padre quindi
Del della condizione proletaria la sua perdita della verginità quindi una cosa che accade tutti pure lei da quale esso che succede a chiunque riesce a fare dei romanzi unici
è una grandissima lezione non significa che tutti possano e debbano scrivere ma significa che chiunque può lavorare su quello che ha fino a farne materiale poetico
E anche che
Ci sputi abbiamo una storia degna di di essere di essere raccontata che la letteratura a questo a questo serve a stellare andare a fondo
Soprattutto delle ombre
Ecco cioè a rivelare non quello che illuminato dal sole ma ad andare
Là sotto appunto come ha scritto a Nadia dove ci sono dove ci sono i topi i topi che in una casa dove c'è un padre verrebbero uccisi dal padre e invece in quel caso
Il padre era scomparso e quindi è stata Ida ragazzina a doversene occupare ecco anche questo è un grandissimo racconto dettaglio narrativo e questo libro veramente uno una miniera di Piccoli racconti che costruiscono una storia grande piccoli racconti che però hanno una un obiettivo molto preciso che proprio a poco a poco si allargano per raccontare per dire una cosa grande e una cosa che anche se è così particolare davvero davvero è universale in in per questo io citavo a Mila no perché credo che insomma che ma che Nadia Terranova con questo libro e adesso vorrei sapere
Come ha intenzione enti continuare a lavorare dopo una dopo una prova del genere ecco cioè ad quale pensi che sia il compito della letteratura e quindi il tuo compito
Vita ora poi che domandano Anna buongiorno quello della referendum
Non so tuo io credo che continuerò a raccontare la tua idea di letteratura
Sì sì credo che continuerà a raccontare delle storie di finzione e realtà perché anche se dico io non è ivi odierni no cioè non è veramente io ma
Do a questo io a questi personaggi tutto quello che ho quindi tutti i sentimenti che ho tutto il materiale autobiografico che ho
Ma spostando lo stupro ma su un personaggio che sia un personaggio di finzione io riesco a essere più sincera quindi credo e continuerò a scrivere
Dei romanzi e delle storie delle finte storie vere come fa Ida Ida scrive o appunto che qui è data un Personal mio personaggio un lavoro simile h nel mio lei scrive delle storie per la radio
E scrive delle finte storie vere io penso che continuerò a scrivere finte storie vere non so se sarà dalla terza alla prima persona
Credo di restare ancora per un po'a Messina perché è una città continente che credo meriti ancora di essere raccontata anche da un punto di vista storico infatti Messina molto
Importante viva in questa storia e proprio fondamentale
Nel cammino intimità nella sua liberazione nel suo che fantasmi è una città poco raccontata non creare di anche tu che di solito la Sicilia
Si si rappresenta con Palermo con Catania con Siracusa Ortigia con le isole Eolie o al tris edema Messina io stato saldezza di Messina quindi sono abituata a sentirmi dire rossicci sono passato
E allora questa città da tutti attraversata e dal così poi chi vissuta e vista visitata secondo me merita ancora dei racconti
Allora adesso facciamo una lettura finale grazie Annalena grammaticale dell'Io ho paura a chiunque di essere lette da Annalena perché è un privilegio bellissima
Terzo notturno
Pomeridiano
Ho sette anni di giorno non dormo mai voglio giocare e non perdere tempo mia madre mi insegue per le scale pure se non dormo devo mettermi a letto per forza e vietato disturbare il sonno degli adulti
Durante i totali infanzia mi addormento al massimo due pomeriggi al tre pancia in giù la testa girata a bocca aperta e Bava sul cotone chiaro del cuscino
è così che mi accade anche ora dopo pranzo dopo la promessa fatta del saldo parlerò con i vicini incoraggiata dagli occhi ghiacciati di mia madre
Crollo
Estonia
Sto guidando la macchina
Mentre riceve una telefonata non sul mio telefono ma su un vecchio walkie-talkie e in realtà sin qui istruzione a distanza
Qualcuno vi sta conducendo perso il corpo di mio padre
Guido
E chiedo la scena dall'esterno
Come una mappa come su un'isola del tesoro la macchina cammina commette entro e il walkie talkie accesa sul cruscotto
Parcheggio
Scendo
A fondo i piedi nell'arena altri uomini stanno scavando
Non siamo qui per seppellire
Ma Teresa un mare vengono fuori il busto
La testa
Grumi di terra come quelli che si getta lo stile pare ma non ci sono pare e i gesti che Totti fanno sono al contrario
Dalla terra alla superficie fino a tirare su corpo sepolto da un Sindone il corpo di Cristo
Mi hanno portato a questo rinvio
Intorno sembra la Palestina parlano un'altra lingua parlano tutti insieme
Io non voglio partecipare a questa cosa che sembra un banchetto voglio toccare le ossa di Dio farmene delle ossa di tiglio
Io non voglio dissotterrare il corpo di Cristo
Gli disse atterrare il corpo di mio padre Pujol stringerlo a sussurrare in Liguria gli toccarlo stringerlo ancora
Siamo qui per seppellire
Ma per insomma
Se volevo ringraziare anche Tania Garribba per le vetture a grazie Annalena Benini e grazie a tutti voi che siete qui io vivo in questo quartiere sono felicissima che ci sia inquiete che ci sia un festival del genere
Che ci fa uscire di casa per parlare di libri di poesia di letteratura di teatro è bellissimo vedere il quartiere animato così grazie inquiete
Grazie