Troppi diritti

C'è un fatto di cronaca
Avvenuto la notte di Natale che ci interroga sull'efficacia dei mezzi con cui combattiamo la mafia si tratta della omicidio del fratello di un collaboratore di giustizia avvenuto appesa a Roma in un appartamento dove costruì viveva
Con la moglie e i due figli appartamento pagato dal Viminale
Si tratta di una vicenda chiederà qualche grattacapo al ministro dell'Interno Matteo Salvini che proprio qualche settimana fa aveva ribadito la promessa di cancellare la mafia dal paese
La verità e che il sistema di protezione dei pentiti e dei collaboratori di giustizia e lo stesso sistema di confisca e sequestro dei beni mafiosi o presunti mafiosi alimentano una incredibile a burocrazia pubblica che va sotto il nome di antimafia e che è diventata un'emergenza istituzionale e come ogni emergenza
Finisce per tradire le sue premesse
La strategia di Salvini in questo però coincide con quella del governo che l'ha preceduto in particolare con quella delle ministro guardasigilli al Andrea Orlando che aveva avviato il cantiere della così detta agenzia nazionale dei beni confiscati una enorme cattedrale burocratica sul modello ANAC in cui far far confluire le decine di migliaia di aziende sequestrate e confiscate ai mafiosi e presunti mafiosi per farle gestire senonché i poliziotti funzionari di polizia che confluiscono presso questa agenzia sono digiuni di gestione d'impresa e faranno certamente peggio degli amministratori giudiziari a cui prima
Le procure affidavano e tuttora in parte ancora affidano in beni confiscati con esiti peraltro molto modesti la maggior parte delle imprese sono destinate al fallimento
L'impatto di questa politica fallimentare sull'economia sulla Società di intere aree del Mezzogiorno
E del Paese e ormai consistente a conti fatti il sistema delle confische a go go non politica i territori mentre il sospetto di cui si alimenta perché per il Codice per le misure di prevenzione la confisca
Viene
Disposta sulla base di una mera valutazioni di pericolosità sociale e non sulla base di un giudicato che accerti la colpevolezza bene questo sospetto scoraggia ovviamente l'economia e l'impresa
Ebbene la strategia di Salvini è quella di insistere sugli strumenti della legislazione speciale
E che hanno prodotto tanta burocrazia ma non hanno prosciugato le cosiddette sacche di resistenza mafiose
Un Paese liberale non può accedere alla tentazione di eterna degli strumenti repressivi pensati trenta quaranta anni fa e mai sottoposti a una manutenzione come per esempio lo strumento del pentitismo e come per esempio lo strumento delle confische
La sfida al populismo
E alla demagogia di questi tempi passa per lo smascheramento di questa ipocrisia che del populismo giudiziario l'emblema e che transita purtroppo tra la prima la seconda e la terza Repubblica
In un crescendo di ruolo anche direi d'impatto sulla società
Archiviare la Commissione parlamentare antimafia cancellare la legislazione speciale e dismettere la mano morta giudiziaria solo i tre pilastri a mio avviso di una strategia liberale per superare la lunga stagione dei professionisti dell'antimafia quelli che denunciava Leonardo Sciascia
Senza intaccare anzi intensificando con gli strumenti investigativi e giudiziari ordinari la lotta ai mafiosi
Ci vogliono meno misure eccezionali meno demagogia populista
Ma più indagini più personale specializzato più controllo del territorio più bonifica sociale più investimenti e pedagogia civile in quelle aree del Mezzogiorno che purtroppo sono ancora il bacino di cultura di avamposti della criminalità organizzata la mafia non si vince né con le promesse ne agitando il bastone ma facendo funzionare la democrazia