Conversazione con padre Antonio Spadaro sull'ultimo numero de "La Cività Cattolica" e sulle recenti parole di papa Francesco su fede e ateismo.

Radio radicale siamo in collegamento telefonico con padre Antonio Spadaro benvenuto bentornato a Radio Radicale Buonanno padre al crac come sapete direttore della Civiltà Cattolica che appunto oggi giovedì tre gennaio esce con il nuovo numero quindicinali un numero particolarmente importante che si apre con il messaggio di papa Francesco verrà cinquantaduesima giornata mondiale della pace tratta del dialogo interreligioso in Siria
Soldi e felicità una grande importante riflessione di e del filosofo
Coreano naturalizzato tedesco sull'hanno assunto ritrovare il senso del tempo e poi un altro punto molto interessante il tornare ad essere popolari sette parole per il due mila diciannove prosegue poi con ammazza dei diritti umani la Santa Sede il Global Compact sui rifugiati
La via d'Ignazio di Loyola l'uomo e le cose dialoghi musicali domani questo è un po'il sommario di questo numero particolarmente ricco e allora iniziamo proprio dal diciamo da da questo argomento importante il tornare ad essere popolari
Si recita nell'indice in questo tempo di cambiamenti e conflitti che ci sfidano non possiamo correre il rischio
Di seguire ciò che leggiamo nel Gattopardo viviamo una realtà mobile alla quale cerchiamo di adattarci come le alghe si piegano sotto la spinta del mare bisogna reagire per dar forma questa reazione
Il direttore appunto dovrà sposare invita a considerare sette parole chiavi per l'oggi paura ordine migrazioni popolo democrazia partecipazione lavoro allora in questa analisi molto interessante beh Antonio lei indica innanzitutto
Il una via di riconnessione ricostruzione del rapporto con i ceti popolari la ricostruzione di una relazione con il popolo che non passi possiamo sintetizzare per il populismo
Perché forse in questo tempo si è sempre girato molto intorno alla crisi del ceto medio quando in realtà il ceto popolare diventava sempre più
Povero anche a danno delle delle delle fasce medio era un ceto medio che diventava un ceto proletario ecco l'ora queste sette parole sono sette parole forse per rovesciare un po'il paradigma del dibattito odierno
Sì e il tentativo è quello di avviare appunto una riflessione secondo me è urgente in questo momento
E rivolta anche non solo al mondo ecclesiale evidentemente ma ho quindi aperto a tutta la società perché importante riconnettersi con il popolo con i ceti popolari per ricostruire la relazione naturale tra la politica il Popolo e a mio avviso qui c'è oggi viviamo almeno una carenza di partecipazione citavo appunto nell'un testo che la il Papa ha scritto nel due mila dieci quindi realtà prima messa del Pontefice
E in cui affermava l'importanza di recuperare restrittività dell'essere cittadini cioè dobbiamo passare dalla visione della del dell'abitante a quello del cittadino che prende parte attiva fu da me come prende parte attiva cioè siamo arrivati a un punto per cui oggi e i cittadini italiani
Sentono di non partecipare attivamente
Alla ditta della del paese non si sentono rappresentati allora e chiaro che qui c'è un problema e c'è anche un problema di sfruttamento se vogliamo di questa percezione che viene poi di essere associato a sentimenti di paura di ostilità
Di di preoccupazione nei confronti del futuro che viene facilmente manipolata però bisogna ascoltare questo desiderio di partecipazione perché importante ecco questo è quello che cerco di dire nella nel testo e chiaramente poi a cerco di analizzare anche il termine popolo per non finire appunto nel populismo ma allo stesso tempo perché importante uscire
Da una visione molto elitaria bella discorso politico non basta più formare i giardini delle è lite discutere al caldo del caminetto diciamo di alcuni Illuminati
Dobbiamo fare discorsi ragionevoli però il rischio che poi la gente si altrove se non c'è una comunicazione un ascolto reale di quello che accade quindi temi come quello della Democrazia oggi è un tema sono son temi fondamentali
Nel momento in cui la democrazia rappresentativa sembra quasi destinata a estinguersi ovviamente la nostra risposta è un no deciso a questa prospettiva
Ma è chiaro che la sfida è da accogliere che cosa significa vivere la democrazia oggi ecco abbiamo voluto un po'problematica già adesso vogliamo il panorama attuale della del dibattito politico per cercare una strada che sia effettivamente
E praticabile
Ecco tra le riflessioni interessanti c'è anche quella della democrazia quindi anche dello stato di diritto delle istituzioni liberali
Perché appunto viene iscritto emerge anche in Europa l'ossimoro di democrazia che possono morire per mani di leader eletti democraticamente
Sembra ormai insostenibili il divario tra il carattere globale dell'economia della comunicazione ancor di più della finanza e la dimensione solamente locale della democrazia che rischia di divenire quasi solo una gestione amministrativa si è incrinata la fiducia nei sistemi democratico liberali sia perfino simpatia per una certa improvvisazione democratica che da almeno il senso di appartenenza ecco in queste poche righe secondo me
Cioè concentrata forse la questione preminente che però viene sempre un po'accantonata nel dibattito pubblico che ad esempio ha trovato come molto chiara nelle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno cioè il senso di comunità anche senso di democrazia questo sembra in qualche modo
Raccontarci un po'diciamo il Colle in quel messaggio così se vogliamo accorato ma ricco anche di esempi pratici quindi le istituzioni secondo re padre Spadaro come possono in qualche modo
Diciamo non solamente tra annullarsi nei confronti del popolo ma ritrovare la giusta credibilità perché poi la democrazia se ovviamente
Come dice lei quasi delegata ad una questione amministrativa
Chiaramente lo è anche perché diciamo i limiti che ha evidenziato nel corso di questi anni nella partecipazione popolare appunto sono stati abbastanza evidenti idea di non incidere mai abbastanza
Sì ma un fenomeno comunque non è solo italiano amore esatto quello che succede nel mondo ci rendiamo conto che questo è il tempo dei Trump come del Botswana aroma degli Orban
E così via quindi in realtà questo è un problema che fa Understand già nel mondo
E in modo particolare vive alle soglie diciamo della nostra Europa anche all'interno nostro Europa attuano un problema per le prossime elezioni europee e che saranno punto un testo interessante per capire verso dove ci stiamo muovendo
Non ci sono ricette facili evidentemente quello che stiamo verificando e che partiti che hanno sempre espresso diciamo una a una dimensione popolare si sono fatti carico anche della invenzione di cambiamento addirittura quei momenti addirittura rivoluzionario
Non sono più in grado di a raccogliere giù fuori dell'agente o comunque di interpretarli in maniera efficace io credo che questo sia un momento di passaggio delle nostre democrazie tutto sommato forse possono ancora addirittura potrebbe essere un passaggio quasi necessario purtroppo per un ripristino degli equilibri ciò dei fenomeni per esempio sono molto difficilmente comprensibili
Come quello della Rete no la la questione della Rete per me è fondamentale cioè oggi ci si esprime la gente si esprime anche in Rete e trova nella rete una forma di partecipazione per quindi basta scrivere un posto su Facebook
O su Twitter che ci si sente già partecipi di un discorso chiaramente questo discorso è facilmente manipolabile questo è il grande problema che stiamo vivendo d'altra parte esprime un desiderio di partecipazione che nella gente c'è allora come fare discernimento come aiutare la gente a prendere parte quindi esprimesse trovare anche forme di coinvolgimento popolare di questa espressione nello stesso tempo evitare di cadere appunto nel nel vortice se vogliamo nel nel baratro della del populismo da una parte della dello sfruttamento opportunistico da parte di aziende poi questo di questo stiamo parlando che voglio imporre imporsi
Addirittura muovendo il voto popolare possono grande i grandi questioni che vanno affrontate ripeto non ci sono ricette facile a portata di mano però certamente sono dei dei dei passaggi fondamentali sui quali dobbiamo dobbiamo interrogarci
Ecco interessante padre Antonio vedere come questa riflessione sull'essere popolari giunga anche quasi alla vigilia di un anniversario importante che quello
Del mille novecentodiciannove del diciotto gennaio del diciannove ovvero la fondazione del Partito popolare italiano che chiaramente
Rappresentò per i cattolici italiani il ritorno in una forma partitica organizzata la vita attiva della politica italiana dopo parecchi decenni dia assenza a causa del non expedit
Dopo punto l'unità d'Italia ecco il ruolo ovviamente dei cattolici nel dibattito politico italiano sembra essere possiamo dire un'altra diciamo problematiche ancora aperta perché è paradossale se da un lato abbiamo un papà così tanto comunicativo così tanto diciamo attento alle diciamo ai contesti nel quale si muove la sua azione apostolica dall'altra parte
Diciamo almeno in Italia ma è una questione che riguarda voi anche la famiglia popolare europea vedere di come si sia in parte disperso quel patrimonio appunto del cattolicesimo sociale
Le idee di Romolo Murri insomma di tutto quanto quello che ha dato diciamo anche la famiglia popolare al Progetto europeo ecco il questo centenario forse può anche far riflettere
In modo nuovo i cattolici che si approcciano nella politica in cui magari forse potrebbero essere in questa fase storica
Lo strumento per superare poi questa polarizzazione di cui raccontiamo anche spesso
Ma il cristiano è un cittadino questo è molto importante e cordata ricordarlo con il contributo del cristiano alla vita sociale un contributo molto importante il Papa ha sempre detto
Tra l'altro due dei suoi viaggi apostolici quindi non solo in Italia ma direi tutte le volte che arriva in una nazione fa il suo primo discorso davanti al presidente al governo
Parla sempre del ruolo dei dei cattolici all'interno dalla vita sociale insieme a tutti gli altri quindi cristiani come portatore di alcuni valori che poi vanno condivisi
Discusse evidentemente dibattito democratico con con tutti gli altri certamente questo momento critico perché sembra che i cristiani si interroghino su quale sia la forma della loro partecipazione al dibattito politico in questo senso vorrei ricordare spero di farlo presto anche sulla rivista il discorso che Francesco ha fatto a Firenze nel due mila quindici al convegno della Chiesa italiana quando affermò che la nazione non è un museo ma un'opera collettiva in permanente costruzione
E dove appunto sono da mettere insieme a lui disse quel discorso
A le appartenenze politiche appartenenze religiose
Evitando di cercare soluzioni in condotte e forme superate che non hanno capacità proprio culturale di essere significativa
Allora qui siamo proprio alla constatazione se vogliamo profetica parliamo del due mila quindici quindi sella della crisi della della democrazia che Francesco avevo intuito
In maniera molto precisa mettendo in guardia la chiesa fidarsi troppo dei piani astratti o delle delle dimensioni istituzionali per poter ascoltare effettivamente la la realtà della della gente
E quindi c'è davanti un compito non facile che la chiesa italiana comunque sta abbracciando così come come può ma appunto
Non possiamo dare ecco questo forse sì per scontato come forse abbiamo fatto il cattolicesimo del nostro popolo abbiamo visto alcune espressioni per esempio anche di odio TTT
Come dire di tensione sociale la questione degli dei dei migranti per esempio uno al di là del lecito dibattito no che che evidentemente si è sviluppato nel nostro Paese abbiamo assistito anche dalle prese di posizione molto dure
Prese anche prendendo in mano prendendo in mano il crocefisso ecco quindi usando simboli religiosi nel propagandare di fatto idee che sono del tutto estranee
Al cristianesimo e allora ci rendiamo conto come qui c'è un problema ecco allora forse questo questo centenario dovrebbe aiutarci a comprendere meglio
Che cosa è andato storto che a recuperare in maniera popolare la presenza della Chiesa nel nostro Paese
Ecco proprio su questo ci ricolleghiamo anche al documento che apre questo numero della Civiltà Cattolica che appunto la politiche la buona politica al servizio della pace il messaggio del Santo Padre Francesco per la cinquantaduesima giornata mondiale della pace ed un passaggio al proprio citato anche papà San Paolo sesto dice prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli locale regionale nazione mondiale significa affermare il dovere dell'uomo di ogni uomo di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme
Il bene di nascita della nazione e dell'umanità
Ecco la pace sembra essere in qualche modo sempre più distante dalle agende appunto non solo dei governi ma anche delle organizzazioni sovranazionali oggi guardiamo ai conflitti anche dimenticati nel mondo con una storta naturalezza potremmo dire ecco e e qui in questo documento c'è anche un'analisi su quali sono ad esempio i vizi della politica che è un diciamo un un termine secondo me molto importante e i vizi della politica che tolgono dice il Santo Padre credibilità i sistemi entro i quali essa si svolge così come all'autorevolezza le dici se nell'azione delle versioni che vi si dedicano
Allora anche qua diciamo il passaggio fondamentale tra questo tipo di impostazione e quindi questo tipo di allerta rispetto a alla pace la guerra sembra in qualche modo farci comprendere che il Santo Padre veda
In profondità quali possono essere le lacerazioni che possono colpire tutto il sistema mondiale il Papa ha sempre parlato di una guerra mondiale a pezzi però la globalità di questo conflitto sembra dirci in questo documento
E anche all'interno delle scelte
Anche più semplici che gli stati in questo momento storico stanno attuando
Sì che dunque la visita del Papa non è una visione dello per visitarla
Diciamo vagamente genericamente pacifista no il Papa vuole andare Val normalmente nella sua riflessione la radice del conflitto e spesso questa radice Coronika
Per questo insiste molto sulla solidarietà che cioè se non si trova nel non si riflette sull'economia difficilmente si raggiunge la pace non lo sappiamo ciò dei conflitti aperti magari non armati
In questo momento che sono di carattere economico ma e poi anche altre questo arriva quella ecologica per esempio nella nota otto si schieri si pone la questione socio economica
E quindi questo è molto importante cioè non non parlare di pace in termini astratti anche se vogliamo la conflittualità onnipresente nella diciamo lì dove ci sono degli uomini che discutono però bisogna capire quali sono le radici profonde e quindi son questi indizi da sanare
E il Papa li propone ad un esame di coscienza e questo può il suo compito specifico no di coloro che guidano o ivi le nazioni teniamo sempre conto che questi discorsi del Papa sono discorsi che valgono per per il mondo intero e quindi nella visione
Del Pontefice colpisce ci sono i vari quadranti complesse diciamo del nostro del nostro mondo una cosa in particolare o due cose se vogliamo IMI colpiscono in particolare di questo messaggio
E il fatto che il Papa la buona politica promuove la partecipazione dei giovani ora questo questo accento insistente sul ruolo dei più giovani che non solo il futuro ma solo il presente
E che difficilmente viene fatto
Diciamo quando si parla
Di pace la il fatto di attaccare direttamente la strategia della paura dice il Papa a dire no alla guerra ma dice no anche alla strategia della paura
Perché in fondo la radice del conflitto sta proprio in questi confetto viene anche fomentato cioè basta muovere agitare le paure della gente Checco tira fuori il conflitto all'alto viene percepito come un nemico
E questo lottare uno dei punti che mettevo appunto anche nel mio nel mio articolo nove una delle sette parola per il due mila diciannove l'avevo paura
Perché questo secondo me è il grande spettro contro il quale dobbiamo oggi lottare
Con diciamo su questo c'è anche un un interessante diciamo nota al dibattito di questi giorni perché
Nella giornata di ieri quindi parliamo del due gennaio nell'udienza generale
Papa Francesco ha toccato un tema che sta abbastanza infiammando il dibattito profonda a proposito del ruolo dei cristiani all'interno delle società perché papa Francesco ha detto ecco dunque come Gesù introduce l'insegnamento della preghiera del Padre Nostro fa prendendo le distanze da due gruppi del suo tempo anzitutto gli ipocriti
Non siate simili agli ipocriti che nelle sinagoghe negli angoli delle piazze amano pregare stando dritti per essere visti dalla gente
C'è gente che è capace di proporre al Cesco ed essere veritiere ATER senza Dio che lo fanno per essere ammirati dagli uomini
E quante volte noi diamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa è stato lì tutta la giornata o vanno tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente questo è uno scandalo meglio non andare in chiesa vivi così come fossi atrio
Ma se tu vai in chiesa vivi come figlio o come fratello e da una vera testimonianza Ronco una contro testimonianza
La preghiera cristiana invece non ha altro testimone credibile che la propria coscienza dove si intreccia intensissimo un continuo dialogo con il padre
Quando tu preghi citando per leggero di Matteo entra nella tua camera chiudi la porta e prega il Padre tuo
Che nel segreto poi Gesù prende le distanze dalle veritiere dei pagani continuavano Francesco nostro ricade parole essi credono di venire ascoltati a forza di parole sempre dal Vangelo secondo Matteo poco prima di questo passaggio il Papa aveva detto il cristiano non è uno che si impegna ad essere più buono degli altri sa di essere peccatore come tutti il cristiano semplicemente l'uomo che sosta davanti al nuovo roveto ardente alla rivelazione di un Dio che non porta l'enigma di un nome
L'impronunciabile ma che chiede ai suoi figli di invocare lo con il nome di padri di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene così
Inattesa di belle notizie ecco questa diciamo è è un po'io l'ho voluta leggere tutta lei diciamo l'inciso su questo ragionamento qua perché diciamo come al solito un po'il la vulgata giornalistica diciamo vuole che il Papa abbia detto è meglio essere atei che cristiani
Sbagliati in verità diciamo abbiamo ascoltato le sue parole il ragionamento è un po'più complesso e si inserisce anche forse in questi ragionamenti che abbiamo fatto fino a questo momento padre Antonio
Sì chiaro che il il Papa ha diciamo e naturalmente profetico semplicemente perché non c'è il Vangelo il Papa ha citato il Vangelo e e quel guai a voi scribi e Farisei ipocriti quindi questa ipocrisia non è lanciata dal Papa ma lanciano dal Vangelo quindi l'attacco all'ipocrisia che entri in uso nel se vogliamo della del della fede
Il il Papa tende a evitare in tutti i modi che il cattolicesimo c'è la fede cristiana ecco più in generale diventi manierismo no diventi qualche modo modalità esteriore che non tocchi il cuore
Allora il suo è un appello se vogliamo energico certamente a deporre questa sorta di ipocrisia che ci portiamo dentro ed essere onesti davanti a noi stessi quindi
Le incoerenze fanno parte della vita umana ma l'ipocrisia in via una cancrena
Che ci impedisce di guardare a noi stessi alla nostra vita e di fare anche un esame di come di come viviamo allora
Lontano dalla dal Papa l'idea che un cristiano possa accontentarsi di una mediocrità
Il suo discorso e deve essere profetico in questo tempo storico così importante
Il fatto che lui dica meglio sia su sei ipocrita non andare in chiesa perché perché comunque come dire quando quando si vasche ipocriti
E si continua andare in chiede come se si facesse un vaccino nei confronti del vangelo c'è diventa insignificante non diventa più capace di farci convertire allora quando il Papa dice così dice meglio essere sinceri con se stessi riconoscersi per quello che si è non credenti piuttosto che credersi credenti e poi per vivere come se non si fosse allora è un appello all'autenticità di cui io credo ci sia grande bisogno nonostante tutta la nostra povertà e incapacità se vogliamo
Bene allora io ricordo ancora questo numero della Civiltà cattolica che appunto esce oggi i treni
Tre gennaio punto Grazia padre Antonio Spadaro che ha condiviso con il nome di queste riflessioni di inizio d'anno che sicuramente ci accompagneranno anche nei mesi a venire proprio perché i temi poi come capita anche sentito da questa conversazione si intrecciano diciamo con le urgenze
Non solo mediatica ma umanitarie civili e sociali del nostro paese e quindi io la ringrazio anche padre Antonio della preziosa e costante attenzione nei confronti di radio radicale
Il problema è quello grazie all'estero