Il centenario della fondazione del Partito Popolare Italiano. Conversazione con Marco Follini

Radio radicale continuiamo il nostro approfondimento in occasione del centenario della nascita del Partito popolare questo giro vogliamo fare con Marco Follini che abbiamo in collegamento telefonico
Bentornato a Radio Radicale innanzitutto conosceva grazie a voi
Allora stiamo ripercorrendo non solo la Fondazione male ricadute pratiche ancora nel pensiero nella politica italiana europea del della grande famiglia dei popolari
Marco Follini stato appunto fin dall'inizio della sua esperienza politica
Un giovane della democrazia cristiana ricordiamo anche segretario del suo movimento giovanile dal mila novecentosettantasette ai primi anni ottanta mille novecentottanta se non erro e benissimo e quindi ecco ha dedicato anche un libro molto importante è molto ben fatto insomma per noi appassionati anche del settore dal titolo la DC edito dal Mulino nel due mila ecco allora a cento anni di distanza
Da quel momento così importante cosa rimane nella cultura italiana nella cultura politica italiana di quella esperienza e di quel e di quell'appello di don Luigi Sturzo
Ma l'appello di Sturzo mirava a ridare ai cattolici un protagonismo politico e all'indomani della questione romana della Breccia di Porta Pia
Da quel giorno in poi non c'era più stato ricordiamo che ai cattolici era anche sconsigliato dal Papa di portare e tutti i tentativi erano stati fatti negli anni precedenti di riparare forma politica con il mondo
Erano tutti per un verso o per un altro finiti male
Sturzo invece comprende che i cattolici sono una grande risorsa civile di questo Paese
E cerca di dare loro una voce
Cerca di farlo a partire dalla periferia suo cammino cominciato a Caltagirone da un paesino siciliano estrema periferia dell'Italia di allora
E lo fa a
Mettendo al centro della politica e la tradizione municipalista che uno dei dei dei dei fondamenti di quel pensiero di quella tradizione
C'era quindi questo ritorno dei dei cattolici dentro la vita del paese da un lato e c'era soprattutto la consapevolezza che lo Stato liberale lo Stato che si era formato all'indomani del Risorgimento aveva tenuto fuori troppe persone troppi ambienti troppi pezzi di società
E quindi bisognava che tutto quel mondo che era periferia tornasse dentro la vita del paese
Ecco interessante vedere che insieme alla formazione del Partito Popolare Italiano nasce quello che possiamo dire essere una una sorta di fase due dei cattolici all'interno della vita politica del Paese ovvero la grande operosità nella costruzione dei movimenti di cooperazione del della sindacalismo di quella che in qualche modo oggi chiameremo lavoro culturale e al tempo stesso lavoro sociale che sembra essere ancora Follini all'interno di questo panorama che ovviamente mutato drasticamente rispetto agli anni passati sembra essere ancora una diciamo una metafora e un qualcosa di fisico che rimane all'interno della nostra società quello di Sturzo fu un pensiero lungo strutturato anche con diciamo con dolore con sofferenza ricordiamo le Silvio ricordiamo anche
Le tante avversità che incontrò in una parte consistente del clero perché vale la pena anche ricordare che in uno dei passaggi iniziali di di quel discorso del diciannove in cui il primo congresso che si svolse a l'albergo Santa Chiara a Roma
Lui disse proprio che l'idea di non chiamare una formazione che si ispirasse ai valori cristiani e valori cattolici di non in qualche modo incardinarla con il nome di cristiano cattolico era in qualche modo diciamo una un'esigenza perché il la fede unisce il partito divide ecco oggi un ragionamento così lungimirante sul pare veramente quasi utopistico perché si cerca diciamo di prendere i pezzi preferiti di tutte quante le cose e per miscelare lì all'interno di una sorta di ideologia che che mixa un po'il populismo un po'il richiamo a stagioni anche passate del nostro Paese a percorsi ormai anche antichi all'interno della chiesa ecco oggi che cosa manca ma a chi è rimasto orfano di quella tradizione politica per tornare ad essere un pensatoio importante e strutturale all'interno del nostro sistema democratico
Ma andiamo con ordine incanto Sturzo pronuncia un'altra frase importante lui dice la Chiesa è tutto il partito parte e dunque insiste come lei dice sulla diversità trentennio ecclesiale e impegno politico e questa linea di pensiero sarà poi fatta propria anche da molti democristiani consapevoli che la chieda andava in qualche modo tenuta alla riparo dai rischi dagli errori dalle imperfezioni della politica
Quando nel dopoguerra gli anni quaranta
I rimette all'ordine del giorno la la presenza dei cattolici in un partito anche le carte che inizialmente si pensa che quel partito non detta chiamarci cristiano
E cede poi a questa suggestione quando si rende conto che dall'altra parte fronte social comunista e organizzato con una tale tutte in fila emotiva con una tale
Capacità di insediamento nel nel cuore per l'emozione del paese che occorre far leva su un'emozione altrettanto e forse più forte quindici rassegna a chiamare democrazia cristiana un soggetto che forse si sarebbe chiamato altrimenti questa linea laicità e tanto più preziosa se si considera che viene in personificata da un sacerdote che poi come lei ricorda negli anni successivi subirà gli effetti della conciliazione
Con regime fascista domani sarà in qualche modo spinto all'esilio anche dalle premure chiamiamole così del Vaticano per l'epoca
Tutto questo sotto il profilo storico sotto il profilo politico c'è un punto che a me sembra prezioso e cioè l'idea che appunto il partito alla politica sono l'ultimo anello di una catena cioè quel mondo si era organizzato prima nelle mille forme del suo associazionismo e c'era stata l'opera di con dei congressi e c'erano state vede che contadine c'erano state delle società il mutuo soccorso c'era stata una grande quantità di protagonismo sociale e civile dopo anni e anni di tutto questo
Sturzo si sente in condizioni di lanciare un appello coliti con l'appello appunto ai liberi e forti
Lui prende le mosse dal Comune di Caltagirone dove si candida pro sindaco e viene eletto nel mille novecentocinque e l'appello è di quasi quindici anni dopo ora è vero che i tempi allora erano rallentati rispetto alla nostra immediatezza ma comunque a un tempo considerevole il tempo che serve a fare maturare qualcosa
Dove la politica ovviamente è una risorsa preziosa ma viene dopo viene dopo che si sono fatte si è fatto un lavoro di scavo in profondità
Nelle viscere del Paese si è trovato si sono trovate le ragioni del consenso che poi alimenteranno un progetto politico
Per rispondere alla sua domanda il tema di oggi è esattamente questo
Cioè oggi immaginare che quel sistema di forze consiglia piena di valori mondo cattolico
Sì posso agli affacciare di punto in bianco sull'uscio della politica dicendo siamo qui facciamo un altro partito è semplicemente lunare non porterebbe da nessuna parte
Mentre fare un lavoro di predisposizione sociale civile e culturale
Riaggregare le persone
Dare il senso della politica parte dai territori parte dalla realtà locale che è quella che molte volte fa la differenza e dove la gente si sente più facilmente a casa propria sente la cosa complica come fosse Carla poco prima
Questo è un lavoro da fare naturalmente è un lavoro che non porta risultati nell'immediato è un lavoro lì molta Femina perché il raccolto
Posso a premiare qualcun altro tra qualche anno io non vedo oggi le condizioni per un'iniziativa immediata ripeto le condizioni per un lavoro insisto culturale sociale e di aggregazione di persone e troverà poi anche uno sbocco politico ma quello deve essere diciamo a conclusione del percorso e non il suo inizio
Ecco tra agli altri insegnamenti tantissimi insediamenti che ovviamente don Luigi Sturzo ha lasciato cioè diciamo l'anticipazione anche storica di alcune alcune battaglie in primis
In un articolo pubblicato nidi nel novembre del mille novecentoquarantasei sull'Italia
Parlo della moralizzazione della vita pubblica
Articoli che seguirono poi sul Giornale d'Italia e individuo sostanzialmente tre e male bestie che infetta ma nel sistema italiano ovvero la partitocrazia lo statalismo e l'abuso del denaro pubblico
Che scrisse lo Stato un ordine necessario al vivere civile lo statalismo e il distruttore di ogni ordine istituzionale e di ogni morale amministrativa
Difese anche appunto in modo forte la libera iniziativa dicendo che appunto lo Stato doveva facilitare e e di integrare l'iniziativa privata ecco questi sono temi nel mille novecentoquarantasei che rivestivano un'urgenza costituente della politica italiana perché chiaramente ci si apprestava
A a disegnare un paese nuovo che usciva ovviamente lascia Erato
E devastato da un conflitto mondiale dalle leggi razziali dal fascismo dall'occupazione nazista però sono in qualche modo dei moniti di veramente scioccante attualità li definirei perché sono dei questi tre emergenze forse e i tematiche nel frattempo da male bestie sono diventati dei mali
Atavici e fondativi di tutto quanto quello che dopo è stato il non funzionamento e anche lo scollamento tra politica e cittadini in questo senso
Come rileggere il pensiero di don Sturzo può in qualche modo creare anche degli argini rispetto alle a queste tre tentazioni che non hanno mai abbandonato nonostante le vittorie differenti che si sono succedute anche dopo il mille novecentottantanove quindi nella seconda fase della de della storia del Novecento all'interno del nostro Paese
Ma il pensiero di Sturzo ha una sua evoluzione nasce su territorio atti
Ok
Critica all'Italia liberale
Il primo Sturzo molto severo nei riguardi di Giolitti non arriva
Agli estremi di Fellini che lo avrebbe chiamato il Ministro della malavita ma si fermò non non troppo lontano da lì
Tante che ci fu che attribuire a questo eccesso di litigiosità transiterà Ali popolari socialisti qualche responsabilità anche per l'avvento del fascismo contro cui Sturzo invece combatte una battaglia molto ferma fin dal primo giorno contrastando quelle tendenze che all'interno del suo partito guardavano invece a Mussolini con qualche simpatia di troppo
Poi Sturzo si trova in esilio dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti e li fa i conti con la cultura economica dell'imperialismo e eredita un po'anche se spesso al suo ritorno in Italia
Una delle obiezioni che fa alle politiche per la DC dei primi anni ritenga appunto sull'industria di Stato Sturzo fortemente critico in particolare nei confronti Mattei del sua politica energetica pubblica
E appunto sul Giornale d'Italia si ricordano sua intemerata e contro quella piega un po'statalista che aveva preso la nostra economia
E soprattutto contro la confusione che si veniva a determinare tra l'ordine politico di ordine economico poi c'è un'altra battaglia ancora che Sturzo combatte sull'articolo quarantanove quello relativo ai partiti in cui come immagina che possa essere consentito l'accesso ad un finanziamento pubblico delle forze politiche solo alla condizione che quelle foto siano organizzate democraticamente
Che c'è una proposta di legge che Sturzo deposita al Senato che forse suo lascito più prezioso purtroppo più dimenticato
Dove contro Rossi dette in stretta relazione una democrazia che funziona e si organizza attraverso i partiti e quindi immaginati criticare a questo compito anche risorse pubbliche allora il finanziamento statale non veniva contestato in linea di principio
Ma ancora tutto questo ha una procedura democratica che i partiti allora avevano in moti un po'approssimativi e poi negli anni successivi soprattutto nel passaggio alla Seconda Repubblica avrebbe perduto il tutto
Credo che questa intuizione vadano recuperate
Io ricordo che quella proposta sul finanziamento pubblico dei partiti sul riconoscimento dei partiti e sulle regole del finanziamento soprattutto sulle regole della loro organizzazione interna
è stata poi via via ripresentata da molti di noi parlamentari democristiani che ci siamo succeduti negli anni era quasi un pezzo di riproporre inizio di legislatura quel tema esattamente nelle forme e nei modi in cui lo aveva scritto Luigi Sturzo
Si possono trovare altre strade quel tema resta assolutamente cruciale per la nostra democrazia
Che non può vivere di larga non pochi milioni di finanziamenti occulti che e non può vivere
Di procedure interne che non siano tali da garantire diritto di coloro che sono iscritti ai partiti
E questo diritto è stato largamente conculcato negli anni progressivamente siamo andati rimane il peggio di certamente occorre porre rimedio da questo punto di vista le parole e le azioni le proposte del Tour sono ancora più straordinaria attualità
Ecco c'è una domanda che si pose il lo storico politico già Giustino Fortunato parecchi parecchi anni fa proprio su don Luigi Sturzo dice come ha fatto un giovane prete borghese di Sicilia venuto da un su da un seminario di uscire così
Padrone anche dal lato tecnico della realtà politica del nostro Paese l'Italia considera pur di fronte a tutto il movimento della civiltà occidentale d'Europa e questa è una domanda ancora oggi secondo me molto molto intrigante da un punto di vista sia storico che politico lei che risposta
Vuole azzardare
La risorsa di Sturzo è stato il tempo
Insisto nel comincia e mi dava centocinque
E taglia la pappa del primo traguardo importante sul piano nazionale quattordici anni dopo
E quando nelle elezioni che seguono il Partito popolare a sorpresa si ritrova con cento eletti in Parlamento le cronache sono piuttosto unanimi nel ricordare che Sturzo che era sorpreso e come posso dire
Molto preoccupato di quel risultato perché si sentiva di non avere le forze per gestire una compagine parlamentare così numerosa e a quel punto così decisiva
Io credo che l'ho immaginato di avere ancora più tempo poi la storia
Ha incalzato ha preso tutti in contropiede e in modo particolare
Per la presentò a Cattolica negli anni successivi si sarebbe frantumata in mille modi soprattutto di viva sul punto cruciale della linea da tenere nei confronti del fascismo
Dove Sturzo e De Gasperi interpretarono buona coerente politica di opposizione e altre cedettero invece alla tentazione di collaborare
Età come dire uno svolgimento che aveva bisogno di molto tempo
E naturalmente suona un po'surreale dirlo oggi
In un'epoca in tutto cui tutto è molto affrettato e concitato ma i grandi movimenti politici
Avvengono così non avvengono dall'oggi al domani ce lo ha insegnato anche Marco Pannella c'è un tempo di maturazione delle coscienze di approfondimento dei problemi di ricerca delle soluzioni
Che il tempo che serve a fare maturare
Una consapevolezza più antica Sturzo acuto questa virtù ma direi anche forse all'inizio questa fortuna e poi tutto questo gli si è rivoltato contro perché si è trovato come dire incalzato da una realtà che non aveva messo nel conto che si è rivelata molto più difficoltosa di quella che forse all'inizio si poteva immaginare
E e una volta che quel treno si è messo a correre
Sturzo ne ha tenuto il passo ma ho fatto poi negli anni successivi scontando una serie di difficoltà compresa la disciolta dopo la guerra di reinserirsi in un contesto che non era più quello
Degli anni dieci degli anni Venti in cui lui aveva dato forse meglio dire
Certa capire che poi una volta ritornato in Italia ricordiamo che torno a Napoli poi fino alla sua morte insomma
Phil si è anche un ritiro abbastanza riparato sulla via Appia all'interno della casa generalizia delle suore canossiane insomma oggi la prima zona più o meno centrale ma all'epoca era diciamo l'avamposto per la periferia e quindi diciamo era anche lì in questa scelta di ritornare e di fatto poi i svolge le dei ruoli come all'Assemblea regionale siciliana insomma nulla di centrale anche questo insomma ci raccontano poi di come forse più di altri e comprese la differenza dei tempi il cambio dei tempi possiamo dire ecco per questo forse anche un valore
Ma si può dire che Sturzo sia stato diciamo nei primissimi anni dopo la guerra poi esule in patria perché lui
Aveva un'idea diversa rispetto a recarsi per i su come sciogliere noto istituzionale
Niente De Gasperi saggiamente affidò la risposta ai cittadini attraverso il referendum del due giugno del quarantasei
Sturzo riteneva invece che quella scelta se avesse caricata sulle spalle dell'Assemblea costituente dato che non ci fosse alcun dubbio sull'esito a favore della Repubblica
E per qualche tempo si dice che abbia anche sospettato De Gasperi di avere qualche indulgenza nei confronti del fronte monarchico
Mentre De Gasperi aveva la consapevolezza che la Repubblica poteva vincere solo attraverso un pronunciamento popolare
E aveva altrettanto la consapevolezza che una parte larga dell'elettorato democristiano probabilmente avrebbe portato come poi avvenne per la monarchia
Per quanto invece la dirigente del partito fosse quasi tutta a favore della Repubblica
E quindi Degasperi affronta quel passaggio con una uno spirito diverso e poi ci fu nei primi anni cinquanta nel cinquantadue
Quel voto al Comune di Roma
In cui la chiesa arriva sollecitato latticini e mondo cattolico schierarsi a destra che aveva intestato Luigi Sturzo quell'operazione l'operazione Sturzo appunto
Attraverso cui si sarebbe dovuto mettere insieme un cartello nipoti tutti
Democristiani monarchici e missini liberali e chi più ne ha più ne metta in modo da fare una nazionale critica che fosse numericamente più forte
Del Tronto delle sinistre che sembrava sul punto di conquistare il Comune di Roma dei ci fu ma Tritto molto profondo che non fu tanto tra De Gasperi Sturzo ma si può dire Quttara
Degasperi Pio dodicesimo esclude uno dei punti il nodo ti tutta la nostra storia
Pasticci attraverso dei cartoni
Diceva i cittadini di Roma Al Fatah
Si doveva combattere la sinistra senza scostarsi troppo a destra questa cosa
Che è stata poi
Negli anni successivi una sorta di mantra democristiano allora era un argomento molto controverso e soprattutto molto poco apprezzato nelle
Tanto del Vaticano dove invece c'era la preoccupazione che la sinistra potesse prevalere quindi l'urgenza di mettere tutti insieme pur di evitare questo questo esito in questi frangenti Sturzo
Rappresentò come dire un punto di contraddizione
Tuttavia per quanto aspro fosse il conflitto su alcuni di questi argomenti quel conflitto si svolse sempre in tournée e noti molto rispettosi gli uni degli altri
E anche questo è significativo cioè c'era una dialettica vivace dentro i partiti e intanto più dentro la Democrazia Cristiana che aveva spettro molto ampio di posizioni
Ma quel conflitto sapeva esprimere costruttivo irrispettoso che detto così sembra appunto uno dei tanti modi di dire la era il riflesso di una civiltà politica in cui ci si parlava e si teneva conto gli uni degli altri
Bene allora Noemi ringraziamo Marco Follini per questa conversazione così puntuale e approfondita sui temi su cui dobbiamo stimolato grazie ancora
Grazie a voi
Grazie a voi che ci avete ascoltato il seguito fino a questo momento rimanete come perché continuano le trasmissioni di radio radicale