Massimo Franco presenta il suo libro "C'era una volta Andreotti. Ritratto di un uomo, di un'epoca e di un Paese"

Nottola
Ah ecco il microfono intanto davvero buona sera buonasera a tutti siamo felici di essere in una sala meravigliosa con così tanta gente grazie
A tutti voi e grazie pure per questa atmosfera nel senso che come dire pro probabilmente se il presidente Andreotti avrebbe avrebbe avuto con la sua ironia avrebbe saputo sottolineare bene
Questa questa situazione insomma cerchiamo in ogni caso vedo che ci sono dei fasci di luce che si illuminano noi siamo in luce cerchiamo cerchiamo di raccontare i terreni di e di cercare di di esaminare quello che questo importante libero di Massimo Franco
Non ho capito
A benissimo
Questo libro di Massimo Franco ci dice tanto il titolo c'era una volta Andreotti e c'era una volta Andreotti
è un titolo credo scelto da Massimo e da Solferino dalla casa editrice
Della RCS del Corriere della Sera loro a caso perché viene anche come dire articolato emittente spiegato vede nei nei capitoli introduttivi
Di solito si cerca di raccontare i protagonisti del passato cercarli
Quindi si esaminano con l'idea di dirci cosa qualcosa del presente volerli immergere nelle nostre battaglie quotidiane di farli parlare
Magari ai nostri nemici politici per i utilizzarli
In qualche modo tutto questo nel libro di Massimo Franco non c'è un libro in cui francamente si dice che parliamo di una storia che non c'è che non c'è più
Lasciamo al giudizio di ognuno
Giugno uno di noi di ognuno di voi dire se questa storia cosa degenti importante di positivo e il migliore ci fosse in questa storia rispetto a quella che quotidianamente stiamo vivendo sicuramente non c'è nessun nel tentativo e nessuna tentazione di rilegge degli presente attraverso il racconto di in un grandissimo protagonista dell'Italia dell'Italia della Prima Repubblica
Anche perché furibondo quel mondo un mondo che non è che è finito in questi giorni è in quei in quel passaggio che io credo molto
Importante che sono state le elezioni del quattro marzo è un mondo che finito per lo meno venticinque anni fa nel momento in cui in cui anzi forse anche un po'prima le nel momento in cui cade il mutuo Muro di Berlino del momento in cui i partiti storici democrazia sia nel partito comunista
Subiscono prima un declino irreversibile e poi e poi la scomparsa quindi restituire Andreotti alla sua storia di protagonista politico dell'Italia del dell'Italia del dopoguerra
Restituirne interattivi politici ma anche i i tratti umani e personali
E a raccontare anche lì vicente controversi di un leader politico che assicura mente diviso tantissimo il Paese
Massimo Franco non nasconde gli aspetti controversi il dibattito ci si immerge dentro sarà che quello è un capitolo ancora non chiuso l'abbiamo visto sul Corriere della Sera perché immediatamente dopo la recinzione la recensione del libro da parte delle di Antonio Polito arrivata una lettera del procuratore Caselli a precisazione di alcune delle cose
Scritte quindi ancora una una vicenda che ancora rappresenta una ferita aperta e norme rimarginata però dico e chiudo perché voglio essere d'abito mi piace invece far parlare i protagonisti di questo nostro incontro è un libero che per quello che mi riguarda io sono molto appassionate degli aspetti anche personali umanitaria terziario psicologici dei personaggi che si descrivono
E qui veramente ce n'è tantissimo sono raccontati bene sono descritti
Con grandi ricchezza di particolare ce come tiene a un'umanità politica ma anche tantissime storie che si intrecciano che sono molto belle da leggere
Con tantissimi episodi di anche ironici interessanti che restituiscono anche tutta la poliedricità la complessità della personalizzati Andreotti
E sicuramente c'è la parte umana di Andreotti in quella che forse come dire meno abbiamo conosciuto
Massimo Franco parla di una una famiglia che per molti aspetti è stata invisibile accompagnato il protagonista politico
Dalle retrovie ha avuto un ruolo importante ma che il pubblico ha conosciuto solo da un certo da un certo momento in poi ci sono c'è il racconto della famiglia e c'è un episodio che abbiamo pensato anche estratto in una delle presentazioni cui negli ultimissimi giorni
Al figlio Stefano Andreotti che abbiamo qui con noi
Con la misura solida che chiedeva come come andasse come stesse avendolo visto in una situazione medica un po'preoccupante Andreotti dice pare maluccio dove quel maluccio dice tutto di Andreotti l'understatement voler ricondurre tutto a una dimensione come dire accettabile non voler preoccupare
Saper dare a la famiglia come dire l'impressione che tutto potesse andare avanti e quindi proprio dall'Andreotti personalità come la famiglia l'ha conosciuto l'accompagnato
E anche nella battaglia in un certo punto si è sentita di dover combattere per difendere per difendere la la sua memoria proprio da da qui partirei dando la parola Stefano Andreotti che ringrazio di aver voluto partecipare a questo nostro incontro
Ok buona sera io ringrazio il direttore Massimo Franco
Di avermi invitato stasera
Con Massimo Franco ci conosciamo la prima volta ci siamo visti era il due mila e otto restava scrivendo la biografia che diciamo seguiva a un Andreotti visto da vicino penso fine anni nove anni ottanta ottanta
Una una conoscente comune chiese se qualcuno dei figli voleva incontrare appunto l'autore
Per parlare un po'di famiglia ci vedemmo allora un paio di pomeriggi anche con mia sorella Serena
Ne venne in quel in quella biografia un capitolo appunto dedicato un a questa famiglia definita adesso indicibile mio padre definita una famiglia sanamente normale perché per noi vivere la nostra vita era sempre stato
Del tutto
Normale come ho già detto che parlammo di questo qualcos'altro che poi palco osservazione che era venuta poi fuori nel libro i credo che appunto il fatto di conoscere dei figli noi siamo quattro tutti quattro abbiamo fatto una vita prima scolastica poi professionale nella più completa autonomia non ci siamo mai
Sta chiaramente abbiamo avuto qualche vantaggio e non posso negarlo magari anche qualche seccatura spero che nessuno possa mai dire che abbiamo approfittato di essere stati tra virgolette i figli di Andreotti
Non ci siamo poi in quel momento diciamo a mio padre aveva quasi novant'anni però era ancora molto lucido mentalmente non aveva scelto necessità della nostra protezione ci siamo incontrati quando gentilmente Massimo Franco ci venne a far visita in occasione della morte di mio padre nel due mila tredici quest'estate mare chiamato appunto mettendo me
Al corrente di questa idea che poi ha realizzato di di aggiornare o riscrivere la biografia
Di mio padre con l'ulteriore periodo successivo abbiamo avuto diversi incontri abbiamo chiacchierato chiaramente magari un po'meno della nostra infanzia abbiamo parlato un po'più di nostro padre
Abbiamo diciamo racconta gli ho raccontato no quello che erano stati gli ultimi anni in cui indubbiamente aveva necessita di aiuto dei figli è un po'quello che succede alle persone anziane
Che danno tanta i bambini da piccoli e poi dovrebbero ricevere quando non sono più troppo autonome di ritorno in loro aiuto e abbiamo parlato anche come accennato il direttore
Di quello che è successo un po'dopo la morte di mio padre di quello che in famiglia con i nostri limitati mezzi perché questa è la verità cerchiamo comunque e fare per
Dare diciamo una memoria che secondo noi è un po'più aderente a quello che nostro padre è stato molto correttamente a settembre mi ha fatto leggere
Fa ancora delle parti diciamo Carasca erano state scritte in base alle nostre chiacchierate erano perfettamente aderenti a quanto c'eravamo detti
Quando è uscito il libro ci siamo visti molto carina mente mi ha dato una una copia con una bellissima tecnica io ero curioso era uscito il giorno prima in edicola già avevo acquistate il libro lo ha ringraziato diciamo con qualche riserva
Ok Kaká va bene
Allora nel libro c'è innanzitutto questa contrapposizione che viene fatta da questa nostra idea
Franco CD la chiama inclinazione a dare di nostro padre una visione Angelica e la contrappone a una visione forse luciferina che viene data da qualcun altro in più Franco fa un'osservazione questa che che condivido pienamente che non si può ancora probabilmente per un personaggio comunque che è vissuto un periodo così lungo nella politica contante
Cose che sono state fatte Daloui intorno a lui fare un giudizio oggi non è semplice bisognerà attendere la storia e io credo che una cosa molto importante sarebbe approfondire cosa che si sta già facendo l'esame delle tantissime carte che sono conservate all'Istituto Sturzo al quale ancora inviti a mio padre dono tutto il suo gigantesco archivio
Tanti professori stanno già professori studenti studiosi stanno già attingendo questi carte sono stati credo mai pubblicati oltre trenta o quaranta libri a attingendo proprio a questa documentazione
Sul fatto di essere di parte e questo è vero io posso anche aggiungere che sicuramente lo siamo però io ho vissuto accanto a mio padre sessanta anni magari posso anche aveva avuto forse una posizione diciamo una visione privilegiata di osservazione sul fatto che la storia va tutto bene però dovrebbero essere tutti magari attendere un giudizio a me fa molto piacere
Essere stato invitato oggi alla presentazione di questo libro perché il quattordici gennaio appunto erano cento anni dalla nascita di nostro padre negli anni successivi alla sua morte se n'è parlato molto poco pure
è inutile negarlo anche in termini spesso non troppo lusinghieri
Per e più siamo qui anche se oggi c'è questa situazione di anomalia no questo poi ho scadranno vale impensabili sale anche solo quindici giorni fa era piena di luce perché qui noi abbiamo la e io e i miei fratelli abbiamo organizzato un incontro per presentare la mostra fotografica che abbiamo allestito qui affianco
Che riguarda un po'una Massimo Franca scritto un libro noi abbiamo dato un'immagine di nostro padre per immagini
L'abbiamo fatto qui e l'abbiamo fatto alla Biblioteca del Senato dove il dio il giorno quattordici il giorno prima la presidente Casellati avena curato la mostra
Venendo diciamo
A un'osservazione ripresa anche dal direttore Fontana sul fatto che la guerra fredda comportato un
Un grande diciamo che abbia buon comportato uno sconvolgimento dell'anche in tutto il mondo questa è evidente
Diciamo le conseguenze della venir meno della guerra fredda questo lo posso testimoniare per mio padre erano un po'diverso cenno mio padre nonna
Le io sentivo anche spesso Massimo Franco quando ha partecipato a oltre quello che c'è scritto nel libro ha partecipato anche ai vari continui in cui si è parlato in questi giorni sulle pelli nelle televisioni
Mio padre non riteneva che
Psv non ho finito cioè non riteneva che con la crollo diciamo del Unione Sovietica quindi i suoi punti di riferimento storici l'America il Vaticano la situazione geopolitica europea
Metteva fuori tutta la sua generazione mio padre sapeva di è stavamo alla fine degli anni Ottanta inizio anni novanta si renderà conto anche se allora era presidente del Consiglio che era stato fin troppo una Highlander della politica non poteva pensare di continuare
All'infinito Loi credeva di poter svolgere quel ruolo di
Di vecchio saggio che poteva che poi in parte per altri vent'anni io gli ha dato vita l'ho anche fatto di dare un consiglio con la sua esperienza permettetemi un paragone magari inerente un po'a quello
Che
Viene fatto anche dai giornalisti io non so quanti giornalisti si vedevano così presto molti continuano a scrivere apparteneva a partecipare a dibattiti anche fino Rita branda certamente dando consigli e non avendo più la responsabilità magari e alla guida del giornale
Quindi diciamo mio padre l'accaduto qualcosa di diverso in quegli anni
Con la fine dell'era sovietica
E mio varietà e non solo per mio padre
Qualcuno che non era mai arrivato al governo l'Italia con le elezioni pensava di arrivarci in un altro modo ci fu la grande azione giudiziaria che ha sparso
Via democristiani socialisti rappresentanti di tutti i partiti diciamo di governo
Anche se poi diciamo questa grande azione giudiziale è rimasto non più controllabili e anche in qualche modo chi forse sperava di avere al governo poi per colmo dell'ironia non è riuscito neanche ad arrivarci
In più mio padre era sicuro poi può essere vero o non vero queste sarà la storia semmai a riusciva a fare che con lo zampino internazionale ci fosse anche dietro a tante vicende giudiziarie anche che lo hanno riguardato era sicuro che se la storia si dovessi leggere in questo tema in questi termini sicuramente andrebbero perdere diciamo di portanza tante questioni sulle vicende giudiziarie anche quelle che lo hanno riguardato in particolare
I sofismi a cui oggi qualcuno anche nominato magari poco tempo fa si vuole diciamo agganciare per giustificare l'veramente
Modestissimo risultato processuale affrontato dalla valanga delle accuse che gli erano state tirate addosso
Perderebbe di peso
Veniamo al libro è impressionante la quantità di episodi
Massimo Franco mi porta io già l'altra volta nel libro del due mila otto è rimasto colpito che era andato a Segni paesi di origine di di mio padre a l'esempio a sapere che il nonno di mio padre faceva il cappellaio oppure descriva descrizione della tomba dei nostri avi venditore estremamente significa che
Franco ha fatto un'indagine davvero straordinaria e anche diciamo quello che acque accennava il direttore Fontana c'è tutta questa grande quantità di episodi di fatti di
Aneto di che vengono riportati veramente è stato un lavoro straordinario
Il legame magari tra questi
Esso Corgoň usava una battuta anche se poi voglio dire una cosa sulle battute di mio padre
Magari potrebbe essere quasi un quello che in qualche modo lui diceva è un tirare a campare che è meglio che tirare le cuoia
Le battute diciamo sarò una delle cose che a mio parere utilizzava non solo nella vita pubblica ma anche in famiglia da noi tutti i giorni quando si parlava lui aveva questa
Predisposizione ad utilizzarle
Magari andrebbero e ancora oggi spesso io sento parlare di mio padre è sempre vero si fa peccato queste belle a pensar male ma non sa cioè tutte queste battute che vengono in continuo riprese però forse non possono essere prese così come significative di filiera realmente mio padre perché certamente le un giorno avanti ha detto la battuta meglio tirare a campare che tirare le cuoia a questo non era credo il suo modo di intendere la vita e la politica
Mio padre aveva sicuramente una capacità adesso non voglio dire straordinaria perché io sono il figlio però della gestione della politica unico no dalla gestione politica no non fossero siete voi che è fonte del bello come me però diciamo la gestione politica che sicuramente la macchina dello Stato la sapeva far funzionare giorno per giorno affrontava i problemi
Odiava i grandi voli pindarici della politica quelli che raccontavano della politica come grande filosofia all'UE non sono mai piaciuti però questo non vuol dire che mio padre non avesse dietro un ideale un credo molto forte innanzitutto
Aveva un grande rispetto per le istituzioni e in particolare vi è un qualcosa che oggi assume una grande importanza per il Parlamento mio padre credeva nel parlamento nella centralità del parlamento anche quando e di Massud ultimi venti anni a fare
Senatore a vita
Fino agli ultimi tempi in cui non era più in grado fisicamente di farlo lui frequentava tutte le udienze tutte le sedute
Delle
Del Senato tutti i lavori della commissione per Luigi il Parlamento non era quello
Diciamo che sta adesso in qualche modo finendo per diventare
Oltre a questo lui aveva un grande
Una grande fede cristiana
Lui credeva nei principi che la religione cattolica gli aveva gli avevano insegnato e questi principi
Certo non riusciva sempre a tenerli perché altrimenti sarebbe stato un santo ha cercato però di adottarli sia nella sua vita privata che nella sua vita
Pubblica
Questo che poi lo portava anche ad avere un rapporto straordinario con il Vaticano e col clero però anche lì non è un qualcosa che si esauriva andava ben oltre quello che era il rapporto tra temporale perché realmente mio padre credeva in questi principi
Credeva nel progresso e nella benessere diffuso e soprattutto da sotto un altro aspetto era un grande fautore di una nuova che deve essere sotto Lala diciamo delle tradizionali alleanze quindi di un'Italia che facesse parte dell'Europa
Qui si potrebbe parlare di tante leggi
Che in qualche modo sono state fatte Franco ne cita alcune magari se ne potevano citare di più quello che secondo me un mi permetto una un qualcosa che avevo già detto a Franco a luglio quando c'eravamo visti
Ricordavo perfettamente la biografia del due mila otto secondo me nel libro c'è una parte della vita di mio padre fondamentale che viene un pochino trascurata ed è quella relativa alla politica estera
Per mio padre la politica estera è stato tutte le volte che ha avuto l'incarico dopo essere stato il momento in cui ha avuto più voglia di lavorare in cui si è sentito realizzato per Luís e questo non è un anche loro prova se si va a vedere all'archivio in di mio padre all'Istituto Sturzo
Credo che oltre la metà delle carte riguardino proprio l'Europa e la politica estera
Mio padre come ciò occuparsi di politica estera nel primo dopoguerra si occupa delle questioni dell'Alto Adige di Trieste poi come ministro la difesa come ministro degli Esteri Presidente del Consiglio
L'unica credo che ha contribuito alla distensione con l'Unione Sovietica aveva comincia ad andare all'Unione Sovietica negli anni settanta quindi molto presto ad avere rapporti con loro e il grande ruolo anche che ha svolto non solo istituzionale ma anche il ruolo diciamo il formale mio padre è stato utilizzato spessissimo anche da altri Stati comma e più di tutti dal dalla dagli Stati Uniti proprio per delle missioni informali con tutti quelli che erano i capi dei leader del mondo arabo
Per la pressione diciamo in quello che credeva di poter tramite un dialogo in qualche modo riuscire non dico a sistemare per l'eternità ma a rendere meno traumatica la questione palestinese e israeliana
Pessotto dove esce al buio la nostra mostra fotografica noi abbiamo ragionato anche U una marea di foto che lo ritraggono con una parte di quelli che ha incontrato i leader mondiali
Non era possibile metterli tutti con questi leader lui ha avuto un rapporto
Non solo legato all'incontro che fa
Fine a se stesso ma tenuto un rapporto che è durato con tanti decenni e in alcuni casi anche di amicizia
Un'ultima annotazione
La chiusura fatta dalla Franco nel libro in cui lo descrive con un uomo molto per pessimista
Sul genere umano che considerava l'Italia come un eterno Purgatorio io dai miei occhi vedo mio padre un po'diverso cioè io l'ho sempre visto con un grande ottimista quindi ho una visione un po'diversa
Soprattutto come un grande estimatore del del genere umano italiano cioè per lui italiani sì con qualche difetto ma erano un popolo che comunque a talmente tante risorse talmente tante qualità che è riuscito a
Io sorgere dalla situazione
Della seconda guerra mondiale quindi dando alla situazione di moda e a diventare uno dei grandi Stati del mondo e fare un progresso sotto tantissimi
Campi
Ancora l'ottimismo gli dedicava penso intorno al discorso della fede cristiana io non penso che sia una fede cristiana vera può essere pessimista deve essere ottimista per natura
Quando andai a trovare panico egli dette molto gentilmente libro gli aveva anticipato un po'di queste mie riflessioni ne parlavamo gli portai un libro che scelto sempre in questo periodo per ricordare il centenario della nascita scritto dal padre sapienza e dal giornalista rotondo di Avvenire che si chiama il Paradiso e i miei santi in cui parla diciamo del dei rapporti che e si parlano di rapporti che mio padre ha avuto con tanti pacchetti e tanti
Riconosciuti dalla Chiesa cattolica Santi
Richiesti in un modo un po'scherzoso di leggerlo soprattutto per quello che erano i rapporti con Madre Teresa di Calcutta e gli dissi che magari se lo avesse letto e avesse un po'approfondito anche questo sì questo piccolo campo della sua vita quando fateci anni sfiderà l'ennesima Ager l'ennesima aggiornamento della biografia di mio padre aveva magari aveva un'idea un po'più vicina quella che ho io
Grazie
Bene grazie grazie a Stefano Andreotti naturalmente la la citazione sulla famiglia invisibile era era qualcosa di molto positivo nella via della mia come dire nel mio giudizio anche perché in questo momento invece di famiglie ultra visibili ne abbiamo tantissime in politica anche se in realtà in questo sono un po'più i padri che creano problemi ai figli ma insomma le le parti sono sono invertiti ma insomma è un ex
Qualcosa
Insomma saper saper stare dentro un contesto di riservatezza e di sobrietà che sembra un aspetto molto importante che forse un lascito che dovremmo dare a questa nuova nostra non sono Terza Repubblica Seconda Repubblica bis
Abbiamo parlato lo introduceva già bene il tema se però Andreotti della dell'importanza dell'importanza della politica estera e della proiezioni internazionali e per Andreotti nel libro
Se ne parlava
Beh A pagina quattrocentocinquanta lo dico perché è citato per l'appunto uno dei nostri protagonisti di questo incontro che Lucio Caracciolo direttore di Limes un rissa che si in occupa con grande da tanto tempo e con con impegno prestigio di geopolitica
E si parla di un Andreotti che sapeva mettere insieme i preti tra virgolette gli americani
Che che in qualche modo faceva parte di quelle strettissimo club di persone che ero che potevano consultarsi sui destini sui destini del mondo
Se ne parla tanto della che cosa ha rappresentato Andreotti nella politica estera e delle tante anche le diffidenze che ha suscitato se copie non capisco capisco bene anche una delle degli spunti
Addirittura se idea che forse tutto quello che gli è successo sia stata anche si sia del lo zampino di qualche vendetta Venter il ruolo che ha avuto sullo scenario internazionale io
Francamente non sono in grado di dirlo di saperlo però Lucio Caracciolo vorrei chiedere di ragionare un po'su questi aspetti del libro e della vita di Andreotti
Grazie
Buona sera
Dei libri di Massimo Franco questo è sicuramente il più importante
Perché forse anche al di là delle intenzioni dell'autore è un libro di storia
Perché Andreotti è già un personaggio storico è morto da appena sei anni ma è già un personaggio storico
Si può parlare si può scrivere di Giulio Andreotti con la distanza dello storico e questo fatto molto brillantemente Massimo in questo libro che in realtà è in sé una storia perché
Io ne ho seguito un po'tutte le tappe con grande piacere interessa
E certo come diceva Stefano Andreotti
Si capisce quanto la politica estera il mondo altra is Giulio Andreotti
E soprattutto si capisce e qui sono forse un pochino meno d'accordo con figlio di Andreotti
Quanto resto spaesato dalla fine dei paradigmi che segnavano il mondo nel momento in cui lui era uno dei leader dell'Italia e quindi sostanzialmente
Dagli anni cinquanta fino alla caduta del muro di Berlino
Non solo lui in realtà un po'tutti penso anche a occorre
Un po'tutti i leader che avevano anche non sempre consciamente contribuito alla caduta di quel muro si trovarono una volta scoperte le carte una volta
Persi di assi cartesiani entro cui si muovevano a muoversi appunto in una situazione ignota e a sentirsi un po'pesci fuori dall'acqua
Ma io partirei per capire il rilievo di Andreotti nel mondo cioè non solamente un leader italiano ma anche uno dei pochi italiani che partecipavano di quel club informale lo diceva prima il direttore
Che al di là anche dell'incarico del momento riuniva i principali protagonisti della scena internazionale ecco io partirei da una frase
Di un democristiano non andreottiano che fra l'altro raggiunse un obiettivo che Giulio Andreotti vanamente perseguiti cioè la Presidenza della Repubblica parlo di Francesco Cossiga
Il quale
Mi disse in una intervista di qualche tempo fa parecchio tempo fa
Andreotti
Coni Ugo bene fedeltà alla Chiesa e fedeltà allo Stato
Aggiungerei fedeltà la Roma ma questo è un altro discorso
Fedeltà alla Chiesa di fedeltà allo Stato credo che sia
Un equilibrio difficile
Da mantenere però credo che sia la verità cioè Andreotti si mosse sempre fra le due sponde del Tevere da italiano
Ma non solo da credente da uomo molto vicino ad alcuni dati forse meno ad altri
E
Che aveva una visione necessariamente
Larga ecumenica universale come qualsiasi fedele nella chiesa romana universale dovrebbe avere
Che in questa sua apertura
Credo che Luís trovasse anche le ragioni della sua passione per la politica estera
E la consapevolezza del rilievo del papato sulla scena internazionale ricordo proposito di battute ma forse questa non era una battuta
Che una volta un dirigente americano gli disse ma presidente forse sarebbe il caso che Roma data la sua importanza fosse protetta da un sistema di difesa missilistica
E Andreotti rispose non c'è bisogno né l'abbiamo il Papa
Ma ridurre Andreotti a una sorta di segretario di Stato
In parte il Poussin fidelium secondo me significa capire poco
Della sua visione profondamente
Europeista
Direi quasi quindi veramente son d'accordo con Stefano Andreotti il suo ottimismo qualche volta andava anche paradossalmente a gettare il cuore oltre l'ostacolo mi riferisco al suo impegno
Per il Trattato di Maastricht
Che evidentemente a mio avviso almeno fu uno dei fattori che contribuire in maniera piuttosto radicale nella sua preparazione a separare il prima
Del mille novecentottantanove lire ottantanove novantadue quindi caduta del Muro Maastricht e il dopo cioè per un Paese nelle condizioni anche di debito pubblico cui si trovava l'Italia entrare in un sistema di rigore come quello previsto a Maastricht che poi nel tempo è stato come sappiamo anche accentuato era un grosso rischio
E ricordo che mi scrisse una
Una lettera manoscritta quando io pubblicai un libretto piuttosto critico su quelle impresa appunto molto
Calorosamente
Spiegando le ragioni per cui militare doveva prendere questo rischio
In quanto
Decisivo paese europeo e qui credo che la lezione come anche Massimo ricorda la lezione di De Gasperi sia fondamentale
O dobbiamo mai dimenticare che Giulio Andreotti arriva alla politica con De Gasperi sappiamo bene che cosa fosse De Gasperi come De Gasperi partecipasse di una ristretta élite che aveva in comune almeno tre cose il cattolicesimo
L'appartenenza a regioni di frontiera
E la Germano fonia
Parlo di Konrad Adenauer
Di Robert Schumann o meglio Robert Schuman
E di appunto Alcide De Gasperi
E a questo proposito ricordo anche un altro episodio che
Evidentemente Massimo Franco
Ricordare sottolinea
Il famoso discorso del settembre mille novecentottantaquattro al Festival dell'Unità
In cui Giulio Andreotti riprendendo la battuta di un famoso scrittore francese
E siamo tanto la Germania che vorrei fossero sempre due
Io in quel momento mi trovavo casualmente a Berlino Est
Mi ricordo che la mattina fui svegliato da una di quelle persone sono di quelle spie era incaricato in qualche modo di sorvegli armi quale mi fece i complimenti di avete un grande leader io domandai perché mi fece vedere appunto la dichiarazione di Andreotti al Festival dell'Unità che lo aveva particolarmente emozionato
Ma
Che cosa
Univa dal punto di vista della politica estera l'Andreotti tra virgolette vaticane Andreotti senza Grigoletto italiano
Beh univa l'idea che l'Italia dovesse muoversi in uno spazio in cui le coordinate erano precise la cortina di ferro era cogente
Che schiera anche se vogliamo una semplificazione nel senso che appunto esistevano degli assi cartesiani tutto devi muoverti dentro quello spazio
E ricordo anche come Andreotti lo ricorda anche Massimo Franco sia stato
Non solo lui ma evidentemente coloro che nella Chiesa erano a favore della cosiddetta Ostpolitik fosse spiazzato da voi TV a
Il quale ricorda Massimo già da cardinale quindi prima della sua salita al soglio di Pietro quando arrivava una messo di Casaroli
E non era proprio diciamo la sua tazza di te
E gli diceva ma voi non capite questo Paese questo è un sistema che sta per crollare non potete continuare a immaginare che ci sia questo
Colosso con il quale bisogna per forza dialogare e trattare perché non c'è assolutamente altra possibilità assumo dei barbariche vanno presi per come sono e poi col tempo verranno cristianizzati
Ecco la la
Il cambio di passo ma io direi proprio a centottanta gradi
Che voi Tiwa impresse
Alla politica estera vaticana fu anche un cambio di passo che corse spiazzato
Andreotti tantissima gente con lui citato Casaroli e Silvestrini tutti i protagonisti di quella stagione della apertura della Chiesa che naturalmente partiva dalla necessità della chiesa di proteggere i suoi fedeli oltre cortina non era semplicemente una visione
Del mondo ma era una sorta di dovere di protezione che poi portò con sé anche appunto una strategia geopolitica che in gran parte coincideva fra l'altro con la strategia della Germania occidentale di qui anche il termine Ostpolitik vaticana
Vorrei concludere però
Riprendendo anche le pagine
Più puntute più puntiglioso e di Massimo sulla persona di Andreotti vorrei concludere
Appunto
Anche avendolo qualche volta incontrato su alcune sue caratteristiche
Circa la gestione della politica diceva Stefano Andreotti si lui amava a gestire la politica odiava Lee filosofie della storia certamente e a mio avviso lui certamente amava il potere ma loro derivava oltre chiamarlo cioè non lo considerava un fine in sé
Ma amava io credo molto più che la gestione userei il termine l'amministrazione del potere
Sì
Massimo ricorda come si svegliasse R cinque fosse attivo alle sette mi risulta che fosse attivo persino prima nel ricevere delle persone che appunto si lamentavano vi ricordo il cielo ma questo mi fa venire alle sei in mezzo in ufficio
Per parlare cose del genere ecco però questo apparteneva al suo gusto dell'amministrazione del potere cioè anche le piccole cose non necessariamente i grandi incontri erano per lui occasione di studio di preparazione di gusto della gestione
Insomma quelle cose che non solo nel campo della politica forse sono leggermente disperse
E questo lo portava forse e qui sta il suo limite
A magari perdere di vista la differenza fra le cose più piccole le cose più grandi e a pensare che tutto che entrasse in un unico schema che si potesse trattare
La questione
Di un vigile urbano piuttosto che di un segretario di Stato come pertinenti allo stesso mondo
Quindi la sua diffidenza per le grandi visioni strategiche invece il suo attaccarsi ai ai grandi principi Fini qualche volta per creare delle discrasie per rendere meno efficace la sua azione
Un ultimo ricordo
I pochi da insomma forse una decina d'anni prima della sua scomparsa quando fra le altre cose non essendo più un leader politico
Dirigeva una rivista
E a una presentazione che dovevamo fare insieme l'arrivo un po'in anticipo
E aveva una borsa tiro fuori dalla Borsa le bozze di queste riviste comincio a correggerle come un correttore di bozze
E io francamente rimasi stupito e ammirato
Di come una persona di quell'età avendo il passato che aveva avuto
Potesse dedicare il suo tempo a correggere i punti e le virgole degli articoli che sarebbero apparsi
Sulla sua rivista
E lui mi guardò un po'notando la mia sorpresa ricordo con la sua ironia e mi sta dice ma se sarà dopo tanti anni di tappeti rossi queste cose fanno bene
Che vuol dire
In quanto meno aveva una perfetta cognizione di chi fosse e dove fosse cosa volesse che cosa gli piacesse
Grazie grazie all'uso Caracciolo io adesso passerei la parola al professor presidente
Monti che
Della della sua esperienza politica e professionale naturalmente a prima valutato probabile l'azione di Andreotti come vittoria lista commentatore e commentatore del Corriere della Sera e in particolare e poi si è dovuto misurare nella sua esperienza di governo con questioni molto rilevanti che hanno a che fare con la crisi del mondo
Del mondo della Prima Repubblica di Andreotti ma in realtà anche della seconda ormai a quel a quel punto che contante delle questioni che sono derivate dal dal modo in cui l'Unione europea è stata costruita le sue difficoltà ma anche le sue opportunità
Io penso che presidente su questo voglio fare una riflessione passo la parola grazie
Grazie direttore
Nella
Mia attività in effettivo lungamente avuto occasione di guardare da lontano Giulio Andreotti
Ho avuto poche occasioni di incontro conclusivo
E quindi niente particolarmente
Gradito è utile dovermi misurare con questa opera di Massimo Franco
Che ha il respiro sistematico dell'enciclopedia e contemporaneamente a la
Passione
L'oggetto effettivamente molto appassionante
Del suo studio e
Forse
Massimo Franco si autodefinisce entomologo quando dice nel nella sua introduzione
Non si esagera se si dice che per decenni affatto Andreotti la felicità di qualunque entomologo del potere ecco c'è questa passione di descrizione analitica non senza sue Spanos in molte parti in questo libro accanto al al respiro al sistema
Dicevo che io ho
Ho avuto pochissime occasioni di incontro con Andreotti
Grazie
E ricordo particolarmente una volta un'occasione molto semplice in cui Lulli nel
Novembre del
Del mille novecento
Lo dico subito
Nel novembre del novantuno è venuto all'Università Bocconi per dialogare con i docenti e con gli studenti in occasione della seduta la presentazione di uno dei suoi libri che era appena uscito governare con la crisi
Devo dire che
Diciannove anni dopo quando
Inopinatamente
Ho dovuto misurarmi come ricordava il relatore fontane con alcuni di questi problemi primo libro che sono andato a guardare questo che ricordavo di avere letto all'epoca
E mi sono detto governare con la crisi beh sembra scritto per me oggi a fine due mila undici e due aspetti ENI hanno subito
Interessato particolarmente uno come nasce un nuovo governo perché ha descritto la nascita e la morte in questo libro governare con la crisi di quasi infinite i governi e poi la sua esperienza straordinaria nel mille novecentosettantotto quando
L'onorevole Moro ha lasciato a Luís mentre Andreotti la voleva fosse Moro ad assumere la presidenza del consiglio di quel al Governo
Di unità nazionale
Che doveva far collaborare partiti contrapposti e in un'epoca storica certamente molto diversa io mi trovavo senza avere l'esperienza di Andreotti a dover
Far lavorare
Nell'interesse del Paese contemporaneamente
La parte di Berlusconi e la parte di Bersani ma rivedendo il il libro di governare con la crisi Andreotti oggi non riesco a non citare un passaggio che c'è nell'introduzione dato il contesto in cui ci troviamo a questo tavolo non riesco a non citare la frase che dice
Andreotti
Il ventidue scritto questo libro anche per controbattere una convinzione ricorrente all'estero ma spesso anche all'interno sulla instabilità delle strutture pubbliche dell'Italia
E qui non non deriva soltanto dalla frequenza delle crisi ministeriali ma dall'abitudine a iniziare a parlare della successiva crisi il giorno stesso
Della composizione del nuovo governo prosegue mi torna alla mente per analogia quanto Mario Missiroli diceva dei proprietari del Corriere della Sera
E cominciavano a pensare la scelta di un altro direttore non appena il nuovo firmava per la prima volta il giornale ma erano ma erano altri tempi erano erano altri
C'erano altri tempi
Si vede in quel suo libro un aspetto di Andreotti che Massimo Franco richiama continuamente e molto bene cioè la la grande attenzione di Andreotti per la per la durata del governo per le statistiche relative alla durata in carica
Dei governi molto appassionato in un questo ma
Il lo stesso direttore Fontana ci ha detto nella nell'introdurre questo dibattito
Non sono convinto che no io non sono convinto di quello che direttore ci ha detto e cioè sia la storia di qualcosa che non c'è più cioè questo aspetto di definitività
Della figura dell'opera del contributo di Andreotti che Massimo Franco mette in luce che il direttore ha ribadito ebbene io non sono così convinto
Che il mondo di Andreotti non ci sia più
O per lo meno credo che l'ho di Andreotti abbia avuto sul mondo di oggi un'influenza molto maggiore di quella
Che noi pensiamo
Perché in fondo qual è la questione
Politica ideale concreta di interessi che agita di più i nostri paesi oggi e l'Italia in particolare ma non soltanto l'Italia
E è la questione europea
Del dell'intersezione tra l'unione europea e i singoli Stati nazionale
Nel suo libro un Paese senza leader o in un centro più direttore Fontana
Ha scritto ha parlato di Italia post andreottiana di un sistema frantumati
Ma che cos'è che dà
Una spina dorsale o almeno qualche vertebra a un Paese che sembra è un sistema che sembra frantuma beh ordina in grande misura nel bene o nel male
L'Unione europea illuso che dell'Europa si fa nel dibattito politico e quindi di ritrovo con quello che
Stefano Andreotti a detto che poi è stato sviluppato magnificamente da Lucio Caracciolo cioè la dimensione della politica internazionale e la dimensione dell'Europa
Sono forse stante state anche più rilevanti di quanto il il libro eccezionalmente ricco di Massimo Franco ci lasci pensare
Soprattutto noi pensiamo in Italia che l'Italia abbia dato grandi contributi nell'archiviazione del progetto europeo
Alcide De Gasperi
Altiero Spinelli
Manteniamo dimenticare e forse Andreotti nell'esempio più importante
Il contributo che l'Italia andato
In diverse occasioni con il genio politico della realizzazione e dell'avanzamento di aspetti devono
Io voglio citare tre passaggi assolutamente cruciali della costruzione concreta dell'Unione Europea
Nel quale Andreotti ha avuto un ruolo molto importante se non chiave un passaggio si è svolto meglio dal Consiglio europeo del mille novecentosettantasei il governo italiano era presieduto da Giulio Andreotti
Laddove dopo ampio dibattito si è deciso che a partire dal mille novecentosettantanove il Parlamento europeo sarebbe stato eletto con suffragio universale direi
Veramente una svolta allora in nuce ma di cui oggi misuriamo tutta la portata della costruzione europea
E poi due momenti ulteriori sempre con Andreotti protagonista per la verità una volta con il ministro degli Esteri e un'altra volta come presidente del Consiglio
Come il ministro degli esteri scusate la voce che si adegua all'ambiente
Come ministro degli Esteri nel famoso consiglio europeo di
Di Milano del giugno mille novecentottantacinque al Castello Sforzesco
Dove
La
Sagacia tutti Andreotti ministro degli Esteri
è riuscita ad avere ragione della opposizione della signora Thatcher bisogna agire Thatcher e Andreotti sono forse i due
Poli opposti del modo di un paese di dedicarsi alla costruzione europea e della di una personalità politica di dedicarsi alla costruzione europea
E
Del resto grazie Milano
Del resto
Il Libero di Massimo Franco ricorda come Andreotti e sia rimasto male leggendo
Leggendo la biografia della signora Thatcher per quanto
Per quanto aveva scritto su di lui e ci ricorda Franco in un articolo apparso nell'ottobre del novantatré sull'Indipendente
Intitolato la Thatcher ce l'ha con me perché le ho detto di no
Diceva Andreotti per andar d'accordo con lei occorreva aderire alle sue tesi anche quando nei Consigli europei vi erano schieramento di uno contro undici
E allora Andreotti elencava i giudizi negativi dell'altro Thatcher anche contro dolor accontenterò
Il sarà anche della Thatcher diceva
Agli occhi di Caligola e la bocca di Marilyn Monroe
E aggiungeva aggiornerà Andreotti di essere rimasto un possono preso dall'ostilità della signora Thatcher memoria lista
Ma concludeva c'era da aspettarselo da chi amava essere definita la lady di ferro io non ho vocazioni metalliche
Ma se
Prendiamo la testimonianza di un grande costruttore d'Europa questa volta francese risaltano ci spiega bene quelle circostanze e
Perché
La Thatcher abbia tanto detestato Andreotti
Perché Andreotti è stato il regista del passaggio definitivo
Del passaggio risolutivo nel mille novecentottantacinque al consiglio europeo di Milano
E Andreotti che era nel secondo girone non dantesco questa volta ma con il ministro degli Esteri alla riunione dei capi di governo piena nel secondo girone
Ma da lui era venuta l'osservazione guardate presidenti ci ha ricordato loro che non potrà esserci un mercato unico senza una modifica del trattato
La Thatcher non voleva assolutamente che ci fosse una modifica del Trattato
Allora
Il Presidente del Consiglio Craxi a delegato una sera al ai ministri degli esteri presieduti loro da Andreotti di trovare una soluzione a questo problema
E
La soluzione è stata trovata votando era la prima volta che a un Consiglio europeo si vota tre si sono opposti Gran Bretagna Danimarca e Grecia ma lo stratagemma di Andreotti ha consentito di convocare il la Conferenza intergovernativa per fare poi famoso atto unico il mercato unico
Analogamente e Andreotti era allora presidente del Consiglio quindi presiedeva a Roma nel mille novecentonovanta l'ultimo Consiglio europeo decisivo prima che iniziasse la Conferenza intergovernativa che si sarebbe conclusa con il Trattato di Maastricht
E di nuovo Andreotti è riuscito
Ad accantonare mettere in un angolo meglio la signora Thatcher nel Consiglio europeo di Roma
E questo a precipitato poi a Londra la caduta dentro il partito conservatore della signora Thatcher e l'avvento di Johnny giorni quindi è interessante esaminare la ruggine tra i due una la consideriamo tutti la lady di ferro
Che nel bene e nel male affatto la storia d'Europa in quella fase di Andreotti non diciamo che ha fatto la storia d'Europa ma l'ha fatta più della Thatcher perché la sconfitta duro
E su due cose non non lievi il mercato unico e la moneta unica
E Andreotti aveva
La grande capacità di valorizzare le competenze tecniche di cui riconosceva la necessità mettendo le al servizio della sua azione del suo genio politico
Per essere concreto nella Conferenza intergovernativa di Maastricht chi ha scelto come suo ministro del tesoro Guido Carli
E ci raccontato lo
Recandosi in aereo da Roma a Maastricht la sera prima della stretta finale di Maastricht si consulta in aereo con una
L'altra grande intelligenza tecnica e in seguito anche politica italiana Tommaso Padoa Schioppa
E come ha raccontato lo e anche altre testimonianze
Padoa Schioppa sull'aereo dice guardi Presidente che la moneta unica non si farà mai se non sarà introdotta una scadenza una data capestro che attualmente nella bozza non c'è
Andreotti è arrivato Maastricht
Ne ha parlato con Mitterrand e concludo
Mi terrà ecco gli hanno tetto per noi va bene
Ma tu
Presidente del Consiglio italiano sei disposto a fare quello che tu ci proponi mettere una data entro la quale la moneta unica si realizzerà ti rendi conto di cosa vorrà dire per il tuo Paese
E Andreotti ha detto sì mi rendo conto
Sottinteso di quanto impervia sarà la prova Pernorio ma proprio per questo voglio che ci sia la data
Ebbene
Non si sarebbe fatta la moneta unica senza questo passaggio la cosa con la quale vorrei concludere
Che Andreotti e Craxi in qualche misura essendo stati soprattutto Andreotti grande artefici dell'Europa concreta
Hanno magari rari momenti non lo so altri che hanno studiato la personalità di Andreotti come Massimo Franco potranno dire se questi sono stati momenti di eccezione o no
Ma certamente quando trattavano d Europa sull'Europa hanno fatto la politica con la P maiuscola
A vere spinto avanti la costruzione dell'Europa con loro contributi dati con quella grande politica
Ha accelerato la fine in Italia del sistema che gestivano da grandi maestri con una di a volte molto ma molto minuscola
Noi noi siamo abituati a pensare che sia stato Mani pulite a sgominare un sistema
Ma sono Mani pulite ha avuto la sua importanza
Ma guardate che è stata soprattutto l'apertura dell'Italia
Il dover osservare le regole sul mercato unico che ha posto fine alla possibilità di giocare con gli appalti favorendo il finanziamento dei partiti
E sono state le regole sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato che hanno impedito al mondo politico che ne aveva usato e abusato per decenni di finanziare il proprio potere e di estendere il proprio potere
Comprendo a dismisura le perdite delle imprese legate allo Stato con gli aiuti di Stato resi impossibili o comunque controllati dall'avanzamento del mercato unico
Infine è stata la moneta unica col Trattato di Maastricht che ha portato da un lato impossibilitati vincolare come prima avveniva i risparmiatori italiani a investire solo in Italia e quindi buona sostanza in buoni del tesoro rendendo così facilissimo finanziare disarma
Poi a porre attenzione al debito al disavanzo pubblico e sappiamo quante cose siano derivate da quel ecco perché io penso che sia stato un grande disegno della storia magari della Provvidenza
Che questi che Andreotti abbia contribuito a creare un'Italia nella quale più difficile fare politica
Di quella in cui lui era maestro
Perché è diventata una politica vera
Perché prima si poteva dire dissi a tutti e di no a nessuno
Perché si metteva l'onere a carico di chi non c'era ancora italiani o i francesi o gli spagnoli delle generazioni future
Quello non è più stato possibile con le nuove regole
E allora la politica è diventata una cosa vera se si dice dissi qualcuno bisogna dire Dino a qualcun altro è diventata anche una cosa
Credo più etica perché a imposto un maggiore rispetto delle generazioni e quando oggi chi è andato al potere
Con diciamo contrastando
La casta
Pensa che sia scomodo avere l'Europa e l'Unione europea e vagheggia di un'Italia che tornasse ad essere più sovrana sul piano nazionale
Sappiamo che sarebbe un'Italia nella quale la politica tornerebbe ad assomigliare molto di più a quella di prima
E nella quale la casta tornerebbe a poter largheggiare
E nella quale semmai si teme oggi un eccesso di potere della Germania sull'Italia Stato membro dell'Unione europea e della zona euro
Si sappia che se fossimo fuori da questo non ci sarebbero resistenze giuridiche commi oggi ci sono all'espansione di un Paese su altri Paesi ecco a me piace considerare Andreotti come un artefice
Di un sistema in cui noi oggi con difficoltà viviamo
Che alcuni che si ritengono anni luce lontani da Andreotti
Vorrebbero distruggere per tornare ai sistemi precedenti e che ha reso certamente più difficile la sopravvivenza politica
Di quel sistema di cui era grandissimo maestro impareggiabile del regista
Grazie grazie al presidente Monti adesso a Massimo chiederei un po'di tirare le fila di questa nostra discussione lo vorrei fare per rendendo anche una sollecitazione un po'criticare il PD Stefano Andreotti citando una chiusa delle del libro di Massimo che mi pare a me pare particolarmente Bella l'emblematica non è più tempo di uomini del purgatorio come Andreotti è nata un'Italia comunque in cui ognuno si illude di essere degno del Paradiso e prebende l'inferno per gli avversari e invece rischiamo di precipitare all'inferno tutti a braccetto
Questo questa la chiusa del Lido di Massimo Franco registi punti sono stati tanti attese diciamo la parola per cercare di mettervi insieme darci qualche altra suggestione
Grazie direttore innanzitutto grazie al dottor Stefano Andreotti grazie Lucio Caracciolo che al senatore a vita Mario Monti
Soprattutto se mi permettete vorrei ringraziare dal cuore
Posso se si dà coraggio dell'ENEL colpiti o sodalizio dei Piceni l'Acea scusate ho sbagliato ecco grazie
Hanno secondo me l'hanno fatta apposta hanno steso su questa bellissima sala un clima di chiaroscuro andreottiano è che permette a tutti di stare attenti di addormentarsi
Di fingere di stare attenti ma in fondo siamo tutti insieme ed è un bellissimo spettacolo almeno visto da quali garanzie venti grazie a chi ha fatto saltare questo cavo nella piazzetta
Ritorno subito ma quello che mi chiedeva il mio direttore Luciano Fontana sì io ho l'impressione che oggi ci sia una grande tendenza a dare risposte semplicistiche a problemi complessi evidentemente perché è un Paese che ha perso un pochino ed è forse si è stancato di un sistema di grandi garanzie e quindi si tende a pensare con interesse particolare
Senta eresse generale e quindi a pensare di poterne imporre a scapito di quello altrui con una perentorietà che è il contrario di quello che abbiamo vissuto in precedenza io non credo che sia colpa degli italiani evidentemente colpa di una confusione che si è prolungata troppo nel tempo
E che ha fatto pensare che un sistema con troppe garanzie sistema che non produce democrazia e quindi in qualche modo è bloccato per cui io non mi sento poi di puntare troppo istinto
Sulle maggioranze che sono affiorate adesso se no per il fatto che c'è un dilettantismo smaccato e quasi rivendicato ma devo dire con la sensazione che sia il prodotto gli altri dilettanti ismi che si sono accumulati negli ultimi anni per cui sarei molto attento
A dire è colpa loro quando in realtà le responsabilità sono molto diffuse
E devo dire anche un'altra cosa però
Giuseppe De Rita il fondatore del Censis mi diceva qualche giorno fa che cinque anni fa c'era stata la commemorazione del primo anniversario della scomparsa di Andreotti in Campidoglio
E c'erano venti persone
L'allora sindaco Marino
Non ebbe neanche il coraggio di scendere nella sala perché il nome di Andreotti era abbinato a una sorta di damnatio memoriae
Il fatto che non solo oggi ma in queste questi ricordi che ci sono di Andreotti ci sia tanta gente fa capire una cosa non che ci sia nostalgia di Andreotti perché io non credo
Che ci siano stati Andreotti fornisce cioè Nostalgia di un'Italia
Che aveva le coordinate che sapeva come muoversi nel bene e nel male e che aveva una classe dirigente che per quanto controversa era fatta da professionisti
Figli di una selezione darwiniana del potere non soltanto nella democrazia cristiana ma direi tutti i partiti politici
E io penso che su questo io non credo andrò ti fosse finito con la fine della guerra fredda ma credo però che sia lui che gli altri politici della prima Repubblica cosiddetta
Fossero stati plasmati
Per agire e muoversi al meglio
In quelle coordinate quando le coordinate sono cambiate al massimo ci poteva essere il ruolo del vecchio saggio e di questo noi avremmo in qualche modo una con firma quando nel due mila e sei nell'aprile Giulio Andreotti sì lascio candidare dal centrodestra contro il candidato del centrosinistra che era un suo ex compagno di partito Franco Marini
Pensando che i rapporti personali che aveva in Parlamento avrebbero superato le logiche del maggioritario
Mentre invece fu sconfitto fu sconfitto perché era cambiata la logica e quindi la logica andreottiana del rapporto personale dello scambio
Di favori di cortesie di quello che vogliamo era tramontato perché il sistema era diverso esistevano altri lotti di quel periodo però abbiamo una testimonianza noi abbiamo nel libro dell'inserto fotografico
L'ultimatum fotografia riprende
La spalliera dello scranno di Andreotti al Senato con una cunetta
Che l'impronta della sua schiena curva
E mi sono fatto spiegare dal vice segretario generale del Senato Federico Toniato
E perché ci fosse quella cunetta
E quale fosse il posto di Andreotti in Senato anche perché qualcuno mi ha chiesto vedendo la foto ma qual era lo scranno di Andreotti in Senato allora mi ha detto che quella cunetta si formò proprio durante quelle votazioni
Perché Andreotti per due giorni rimase immobile per tutti ci ore mentre avvenivano le votazioni senza mai alzarsi
E secondo il suo seggio per chi lo vuole sapere entrando l'Assemblea nella nell'aula del Senato che conosce bene
Il senatore a vita Mario Monti è il primo in basso a sinistra che oggi occupato dal premio Nobel Carlo via ecco questo minuetto queste sono informazioni da cronista però al di là di questo io credo quell'impronta oggi
Non ci sia molto
Credo che il mondo andreottiano girato il mondo che garantiva lo status quo
Era un grande amministratore del Governo
E garantiva vaticano nato democrazia cristiana ma
Tutte quelle realtà in realtà oggi sono molto sfumati molto sfumate e devo dire e forse vedo un po'di Nostalgia intanto nella famiglia ma questo sono credo le uniche persone legittimate ad averlo vecchie meritino il massimo rispetto
Poi però vedo un po'di Nostalgia simmetrica e opposta
Da parte di chi tende a rassicurarlo
Come soltanto un grande uomo politico nascondendo le ombre che invece ci sono
E dall'altra parte secondo me sono orfani di Andreotti anche alcuni suoi avversari
Che dicendo che Andreotti è il male assoluto in qualche modo si legittimano ancora adesso
E io ho l'impressione che se si vuole storici sarà però di andare oltre questi schermi perché altrimenti credo una verità condivisa su Andreotti se ci si affida questi confronti non si raggiungerà mai quindi bisogna secondo me forse fermarsi e prendere atto che questa verità
Almeno a breve è molto difficile da accettare in modo condiviso
Però c'è anche un altro aspetto che credo vada messi in evidenza quando si parla di Andreotti la sua fede
I suoi rapporti col Vaticano io credo che anche qui ci sia una personalità molto sfaccettata ma io non parlo coi soltanto di queste sentenze della magistratura
Che io continuo a usare il termine Purgatori gli anni o andreottiana e perché in parte è stato assolto in parte è stato prescritto e questo poi continuerà ad essere motivo di polemica all'infinito in modo a mio avviso un po'stucchevole
Ma a parte questo credo che anche sulla Chiesa Andreotti ha bevuto dei rapporti che erano confidenziali addirittura con alcuni pub di tipo più dodicesimo quand'era presidente della Fuci ma anche con Giovanni Paolo secondo Andreotti è stato un interlocutore dei partiti in continuazione
Ma devo dire anche che proprio perché è un presso spersonalizzo sfaccettato bisogna anche ricordare che anche tra alcuni esponenti di primo piano della chiesa Andreotti non era considerato soltanto uno statista che aveva sede tutto quanti una volta glielo chiesi ma come mai la chiesa nonostante le ombre che l'avvolgono le così vicina e lui mi rispose
Ma lei non si è mai chiesto che magari loro mi conoscono meglio di voi
Ecco è vero senz'altro lo conoscevano meglio di me
E però questo mi porta un altro episodio che a lei forse non piacerà ma comunque lo racconto perché raccontato nel libro che una volta andai dal presidente Andreotti
E gli dissi presidente mi ha detto un suo amico cardinale che lei è pericoloso
Andreotti allora ministro ma veramente io non ho mai torto un capello a nessuno
Io insistetti modo anche un po'provocatorio di Kobe magari qualche suo amico
E lui mi rispose ma guardi io non conosco solo pregiudicati
Ecco questa mi sembra una battuta di grandissima ironia
Di un fuoriclasse della battuta
Dopo di che mi sono sempre chiesto perché quel cardinale mi disse che era un uomo pericoloso e questa è una domanda che mi è rimasta addosso
E grazie a Dio non ho mai potuto verificare nulla in questo senso però questo per dire che non si deve a mio avviso valutare Andreotti solo con un criterio perché Andreotti è lo specchio della complessità italiana
Ed è lo specchio delle contraddizioni italiane e se uno vuole capire cosa siamo stati e cos'è l'Italia
Deve in fondo cercare anche di passare attraverso un'analisi più fretta di quello che è stato Andreotti
Io sono molto d'accordo con quello che diceva
Il dottore Andreotti sulla centralità del parlamento
E tant'è vero che mentre
Nell'edizione di tanti anni fa
Scrissi la frase che mi disse
Quando sette della mia biografia dice a me non piacciono le biografie d'arrivo ma capisco che ci si occupi di me io sono postumo di sì di me stesso
Oggi non messa un'altra
Che è quella che a mio avviso è un monito
Anche per la politica di oggi
Ed è la frase nella quale Andreotti
Di fronte alla domanda che cosa farebbe se potesse compiere un gesto di assoluta potenza risponde sicuramente qualche sciocchezza
Ecco credo che al di là del giudizio controverso che si può avere su Andreotti
Questo sì è un monito a evitare la dittatura non solo delle maggioranze ma delle minoranze per rispettare molto il ruolo del Parlamento nonostante la scarsa credibilità che ha ma anche il modo spregiudicato con il quale viene usato oggi da persone che avevano sempre teorizzato la centralità del parlamento
Se poi posso aggiungere finisco perché
Intravedo nel buio qualcuno che sia tormenta quindi non vorrei disturbare più di tanto
Sulla famiglia perché secondo me
La famiglia è stato il mistero meglio costruito gli Andreotti
Non so se la signora Livia e i figli siano stati complici di Andreotti questa riservatezza però è stata effettivamente una sorpresa perché
Vedendo la famiglia
Perché era una famiglia molto normale molto normale che anche molto unita
La normalità è stato un pochino incrinata negli occhi quando ho saputo che da bambini giocavano al conclave
E questa
è una cosa che insomma mi ha detto va conclave mi sono mi sono chiesto come mai avesse in casa dei paramenti sacri e come mai appunto tra l'altro con aspetti perfino quasi eretici perché leggevate anche sua sorella Serena commenta pensa quindi era era qualcosa che insomma sia una normalità giocosa ma diciamo mi sembra una cosa un po'andreottiana
Esatto esatto però detto questo bisogna dire che la famiglia Andreotti
è stato un esempio di stile di riservatezza di sobrietà
Che penso che qualcuno dovrebbe imitare anche oggi grazie
Era