Rassegna stampa estera

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale mercoledì sei febbraio questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta tra i temi di cui parleremo quest'oggi
Apriremo tornando sul Venezuela dopo che una ventina di Paesi europee hanno deciso di riconoscere quando vedo come presidente a interim incaricato di organizzare elezioni libere e democratiche riproporre Monti i commenti dalla stampa spagnola che evidentemente ha un attenzione maggiore alla situazione venezuelana rispetto al resto del continente El Pais scrive che la priorità deve essere il ripristino della legalità democratica in Venezuela il mondo parla invece di un riconoscimento tardivo da parte dei paesi europei e in particolare della Spagna e di Pedro Sanchez il suo primo ministro vedremo anche un editoriale da Libération sulla tragica farsa di Maduro il quotidiano progressista francese e abbastanza critico su chi contesta il riconoscimento di One guai dopo come presidente a Inter rimpalliamo poi di Francia della crisi che sta attraversando ma anche in parte superando Emanuel Marco con il movimento dei Gillet gialli vi proporremo un'analisi dalle mondo su quella che sembra essere come dire la alla all'ultima proposta in via d'uscita a questa crisi convocare uno o più referendum dopo il grande dibattito nazionale che è stato lanciato dal presidente francese ma con in mezzo al guado il grande dibattito sarà vano se il capo dello Stato non troverà gli strumenti per dimostrare al Paese
Che è stato ascoltato in caso di referendum sottolinea le Monde macro non è al riparo da un plebiscito contro di Luís chiuderemo con gli Stati Uniti discorso sullo Stato dell'Unione ieri dicono al Trump un po'in ritardo a causa dello show da un ieri prima del discorso dei campi di wall street journal pubblicava un editoriale proiettandosi in quello che è la prossima scadenza presidenziale le elezioni del due mila e venti la sfida della rielezione di Trump in caduta nei sondaggi Trump ha bisogno di un'economia forte per avere una chance di conquistare un secondo mandato scrive tra l'altro il giornale
Ma cominciamo dal Venezuela e dal Pais che ieri dedicavo l'editoriale la decisione di una ventina di Paesi europei di riconoscere uan guarito non c'è l'Italia
Italia che tra l'altro viene criticata tra le righe da diversi giornali spagnoli anche sudamericani
Ad ogni modo sostegno a quei Dole titolo di El Pais la priorità del resto del ripristino della legalità democratica in Venezuela andiamo a leggere il riconoscimento di quando è doc come presidente ad interim del Venezuela
Annunciato dal presidente dal premier spagnolo Pedro Sanchez è una decisione giusta e lo strumento adeguato per arrivare all'obiettivo finale il ripristino della democrazia nel Paese sudamericano
L'annuncio di Sanchez test è stato seguito da una cascata di riconoscimenti da parte delle maggiori potenze
Europee che condividono la strategia di arrivare a un governo di transizione in Venezuela per convocare organizzare elezioni presidenziali con le dovute garanzie di correttezza e trasparenza la Spagna e l'Unione europea
Ora dovrebbero fornire tutto il sostegno necessario al gruppo dei Paesi latinoamericani che a loro volta hanno riconosciuto guai dopo e potrebbero agire come mediatori contribuendo a risolvere i problemi causati dalla crisi disastrosa del Venezuela
La situazione istituzionale economica e sociale in Venezuela ha raggiunto livelli di degrado senza precedenti anche se in regime di ma duro fa finta di nulla l'unica via d'uscita secondo il Paese un'elezione che permetta al popolo venezuelano di decidere su un governo la cui legittimità democratica sia indiscutibile
L'annuncio della Spagna e degli altri di alcuni altri Paesi europei
Non è una violazione della legalità semmai il contrario l'obiettivo è proprio restaurare la legalità attraverso il presidente a interim riconosciuto dalla maggioranza dell'Assemblea nazionale venezuelana
E dalla comunità internazionale
Paesi come Russia Cina e Stati Uniti hanno interessi economici importanti nel Paese ricorda ancora il quotidiano spagnolo ma questo è un conflitto interno al Venezuela con implicazioni regionali e dunque deve essere affrontato come tale
La retorica aggressiva del presidente americano Donald Trump non aiuta chi vuole il ritorno della democrazia in Venezuela il contrario
La forza ma duro e i suoi seguaci continuare a invocare un intervento militare come si fa a Washington
Non solo alimenta i timori della comunità internazionale ma mette in difficoltà i Paesi dell'unione europea e dell'America latina che sostengono Gualdo questa una linea rossa quello dell'intervento militare che non deve essere in alcun modo superata
Probabilmente secondo il Paris sarà necessario avviare un dialogo con Maduro per gestire la sua partenza senza spargimenti di sangue ma questo dialogo a livello internazionale deve essere guidato dai paesi dall'America latina il ruolo della Spagna
Degli altri attori che non fanno parte della regione e quello di sostenere il gruppo di Paesi dell'America lattina oltre all'emergenza istituzionale c'è poi l'emergenza umanitaria che non è meno grave
Ai milioni di venezuelani che hanno abbandonato il Paese si aggiungono i milioni che vivono in povertà assoluta a causa della gestione incompetente di Maduro
Di fronte a queste urgente alleviare i bisogni più ruggenti derivanti dalla carestia
E avviare meccanismi che consentano un ritorno alla normalità il più presto possibile la democratizzazione del Venezuela
Passa anche dal sostanziale miglioramento delle condizioni di vita dei suoi cittadini così tra l'altro El Pais
In questo editoriale un po'critico nei confronti la lentezza del governo spagnolo dunque anche più in generale del dell'unione europea
è il mondo in un editoriale sempre di ieri dal titolo riconoscimento giusto ma tardivo scaduto l'ultimatum che era stato dato ma duro
Senza che ci sia stata una risposta da parte del tiranno com'era prevedibile il governo spagnolo
Ha proceduto con il riconoscimento di quali guai do Pedro Sanchez però non si è mosso di un centimetro dal linguaggio diplomatico dicendo di considerare il presidente dell'Assemblea nazionale come il presidente incaricato di convocare elezioni il più rapidamente possibile
A prescindere dal linguaggio il riconoscimento è un sollievo anche se arriva in modo tardivo
A questo punto però riconoscimento di quei don non deve restare una formalità nel limbo della retorica essenziale urgente adottare misure che contribuiscano ad accelerare la transizione democratica in Venezuela
è tempo di passare all'azione con iniziative come il Gruppo di contatto perché ormai è chiaro che solo una pressione forte della comunità internazionale può mettere alle corde la dittatura di ma duro
E anche necessario raddoppiare gli sforzi per convincere Russia e Cina a smettere di sostenere Nicolas Maduro così tra l'altro il mondo in questo editoriale
O prendendo un po'le distanze andiamo su un quotidiano francese un quotidiano progressista che in passato è stato affascinato
Dalla rivoluzione bolivariana in particolare Hugo Chávez le sue misure sociali parliamo di liberazione
Che con un editoriale firmato dal direttore lo apostrofa in qualche modo rispondere a tutti quelli che criticano questa decisione
Di gran parte dei paesi europei Italia esclusa di riconoscere one guai do la farsa tragica di Maduro il titolo
E scrive scrive Libè sei paesi europei tra cui due di retti da governi di sinistra Spagna e Portogallo
Hanno riconosciuto qualunque documento presidente a interim incaricato di organizzare una nuova elezione presidenziale in realtà poi i paesi sono più di una ventina gli stati membri dell'Unione Europea e altri dovrebbero seguire nei prossimi giorni
Qualcuno dirà di cosa si mischiano perché in seguire Donald Trump il primo che ha proclamato la legittimità di Gualdo rianimando così lo spettro dell'imperialismo yankee
In realtà i paesi europei che hanno riconosciuto Gualdo secondo liberazione si mischiano degli affari della democrazia
L'Unione Europea a suo tempo aveva e messo seri dubbi sulla validità delle elezioni che hanno confermato Nicolas Maduro
Organizzati in tutta fretta da una commissione elettorale agli ordini del regime boicottate dall'opposizione e malgrado questo segnate da frodi di ogni tipo
La Costituzione venezuelana un po'come in Francia in caso di impedimento del presidente prevede che sia quello dell'Assemblea nazionale all'occorrenza quali guarendo esercitare l'interim ma prima dell'organizzazione di nuove elezioni
Quali DOP preso atto dell'illegittimità di Maduro e vuole andare a nuove elezioni questa volta regolari democratiche corrette di qui il riconoscimento europeo
Gli alleati del regime ma duro gridano al colpo di Stato manipolato organizzato da Washington
Ma questo significa secondo Libération dimenticare il contesto successore di Hugo Chávez ma più interno eretto e più repressivo ma duro a rovinato il suo Paese
Seduto sulle più grandi riserve petrolifere al mondo in pochi anni è riuscito a dimezzare il PIL del Venezuela ridurre il suo popolo alla miseria e a provocare l'esilio forzato di più di due milioni di suoi compatrioti
Appoggiato dall'esercito incancrenito dalla corruzione il regime è riuscito a resistere alle proteste usando una repressione multiforme brutale che ha causato in poche settimane decine di morti
Il presidente venezuelano ha proposto di organizzare nuove elezioni legislative cosa che alcuni hanno subito interpretato come un gesto di apertura
In realtà si tratta di una barzelletta pessima però sono le elezioni del presidente ad essere contestate non quelle del Parlamento
Elezioni del Parlamento che si sono svolte in condizioni onorevoli e che si sono concluse con la vittoria dell'opposizione
Ma duro eletto in modo illegittimo propone di restare al suo posto di sciogliere l'Assemblea nazionale che invece legittima privando così Gualdo della sua legittimità legale
Secondo ride c'è solo un'uscita alla crisi che piomba un popolo a lungo abusato e oggi in rivolta
L'organizzazione di un'elezione presidenziale corretta solo allora si vedrà se questo regime populista continua a ricevere il sostegno del popolo così tra l'altro il quotidiano progressista francese che aiuta in qualche modo a rispondere alcuni interrogativi
Che forse qualcuno in Italia si pone sull'attitudine tenuta dal dal Governo italiano in particolare dalla Movimento cinque stelle che in qualche modo ha dettato la linea alla a una Farnesina assente su questo tema assente divisa se si leggono i tweet dei sottosegretari perché il ministro degli Esteri insomma non è che si sia espresso moltissimo
E va bene vedremo vedremo come come come andrà in Venezuela domani tra l'altro c'è una riunione del gruppo di contatto per vedere sì se questa situazione si sbloccherà veniamo alla Francia e alla crisi di Manuel ma o
In qualche modo incarnata nel movimento dei Gillet
Gialli il presidente francese sembra riprendere in qualche modo il controllo della situazione tanto è vero che la sua popolarità è tornata un po'crescere
Dopo l'avvio del grande dibattito nazionale e fa discutere in Francia
La possibilità che Macron convochi un referendum o dei referendum su alcune proposte che dovrebbero emergere da questo grande dibattito nazionale che era stato presentato da molti come una fase che in realtà si sta trasformando in un successo
Tutto questo viene contestualizzato oggi dalle Mondin un'analisi diceva Courtois dal titolo macro in mezzo al guardo
Che vale la pena leggere la crisi sociale politica provocata dal movimento dei gilet gialli si svolge ormai su tre scene la strada i municipi e l'Eliseo
E son tre tonalità molto diverse la collera il dibattito e la cui citazione per usare la parola che è stata usata dallo stesso Maremma con la posta in gioco delle prossime settimane sapere se queste tre scene e queste tre tonalità possono accordarsi eccome
Innanzitutto la strada luogo emblematico del movimento dei gilet gialli le rotonde sono state a poco a poco disertate dai loro occupanti i gilet gialli hanno non hanno disarmato da dodici settimane il teatro della loro determinazione sono le strade di Parigi e di altre città al sabato
Ma il loro grido di battaglia non vogliamo non riesce a nascondere la loro eterogeneità e la loro incapacità di trovare un modo per concretizzare l'azione oltre naturalmente alla ripetizione dei cortei settimanali
I dissensi apparsi all'annuncio della costituzione di una o più liste per le elezioni europee ne sono la prova poi c'è il secondo teatro i municipi o le sale messe a disposizione dai Comuni per organizzare il grande dibattito nazionale voluto dal Presidente della Repubblica
A sinistra a destra questo dibattito nazionale era stato definito come operazione diversione
Ma i detrattori hanno avuto torto al di là dell'impulso iniziale dato dal mancano i francesi si sono impossessati di questo esercizio democratico senza precedenti
Centinaia di migliaia di contributi sono stati depositati sul sito internet del grande dibattito nazionale e migliaia di riunioni ad oggi tre mila e trecento sono state programmate ovunque in Francia
Dire gialli o no i cittadini francesi partecipano a questa vasta terapia collettiva esprimendo attese rabbia esigenze il potere ha dato loro la parola e loro se la sono presa in modo massiccio
Gli oppositori di destra o di sinistra i macro già parlano di carnevalata un manovra di macro con questi con questi dibattiti che dovrebbero produrre dei risultati delle proposte qui
Entra in gioco la terza scena della crisi l'Eliseo non c'è dubbio che il Presidente della Repubblica dopo lo choc che la paralisi iniziale
Stia riprendendo il controllo degli eventi
Se non ha smorzato la banda la vendetta rabbiosa dei gilet gialli più accaniti macro può rispondere loro che è in corso una della di liberazione democratica senza precedenti
Su un terreno meno irrazionale semplicista delle strade
Eppure secondo le mondo tutto questo sarà vanno o addirittura controproducente se macro non troverà il modo per dimostrare al Paese non solo che ascolta
Ma chi saprà dare anche una risposta politica al grande dibattito nazionale
A gennaio macro escluso un esito istituzionale classico sciogliere l'Assemblea nazionale convocare le parti sociali
Oppure cambiare il governo definendo questa ipotesi come espedienti di fronte a una crisi tanto profonda resta dunque un'altra ipotesi quella di un referendum unico mezzo per dare solennemente l'ultima parola i francesi
L'Eliseo ha detto che macro non esclude un referendum in altre parole ci sta pensando seriamente
Questo presuppone che decida rapidamente su due questioni decisive
Com su cosa consultare il Paese e con quale calendario la coerenza vorrebbe un referendum su qualche proposta forte sui quattro temi del dibattito nazionale fiscalità democrazia servizi pubblici e transizione ecologica ecologica
Niente vieta un questionario multiplo ma c'è rischio prevedibile che le opposizioni contestino le domande e poi il margine di manovra offerto dalla Costituzione francese comunque
Limitato la questione del calendario
Non è meno spinosa
La semplicità e la rapidità consiglierebbero di organizzare questo referendum il ventisei maggio cioè il giorno delle elezioni europee ma con due inconvenienti maggiori questo e chi sarebbe il dibattito sul rilancio dell'Europa di cui Macron vuole fare un asse centrale del suo mandato e poi rafforzerebbe la partecipazione elettorale
Con il rischio di cambiare i rapporti di forza di oggi tra partigiani e detrattori dell'Europa
Tuttavia e non è una cosa e in mezzo al guado e deve decidere tenuto conto della sfiducia di cui resta oggetto non è a riparo da un plebiscito contro di lui in caso di referendum
Ma non dispone di molti altri mezzi per restaurare la sua legittimità politica e la sua capacità d'azione così tra l'altro girar Courtois su nel mondo di oggi
Per chiudere almeno un accenno a Donald Trump dopo il discorso sullo Stato dell'Unione di questa notte ma con un editoriale di ieri dunque anticipato in qualche modo del Wall Street Journal
A proposito della sfida della rielezione di Trump perché ormai la campagna elettorale per il due mila venti
Sta già iniziando in caduta nei sondaggi tanto ha bisogno di un forte economia per avere una chance di conquistare un secondo mandato e c'è un paradosso che viene sottolineato correttamente dal Wall Street Journal
I principali successi di Trump in questi due anni sono risultato delle politiche tradizionali repubblicane cioè il taglio delle tasse mentre i suoi principali problemi derivano dagli eccessi e dalle eccezioni tram piani su commercio immigrazione e temperamento polarizzante
La capacità capacità o meno di superare questa contraddizione dipende la sua rielezione che oggi appare tutta in salita
Così Wall Street Journal con cui ci fermiamo David Carretta una buona giornata con Radio Radicale