Radio Carcere: "Giudici & Carcere" - Parla il Cons. Giuseppe Gennari: "A San Vittore ho visto condizioni drammatiche che non immaginavo. Ogni magistrato dovrebbe conoscere il carcere prima di deliberare". A seguire le lettere scritte dalle persone detenute

Una volta con l'italiano il tribunale
Trentacinque del codice di procedura penale dichiaro Italia l'appello di Palermo seconda sezione
Data cinque aprile del mille novecento
Ben trovati ben trovati all'ascolto di radio carcere da parte di Riccardo Arena oggi vogliamo insistere su un tema che c'è molto caro e di cui ci siamo già occupati in passato e che riguarda la necessità che i giudici di merito ovvero quelli che materialmente irrompono una sanzione penale conoscano la realtà detentiva un'esigenza di cui si sente il bisogno visto che molti giudici penali
Hanno una conoscenza meramente ideale immaginata
E non diretta del carcere e non conoscono quindi come di fatto verrà eseguito un loro provvedimento restrittivo in carcere e così tanto per fare un esempio un Gip o dei giudici del tribunale di Roma
Difficilmente conoscono direttamente la realtà detentiva di Regina Coeli o di Rebibbia
Come difficilmente un Gip o dei giudici del tribunale di Milano conoscono la realtà di San Vittore o quella del carcere opera di Milano
Ora è vero che l'atto della carcerazione la sua mera esecuzione è un atto di natura amministrativa com'è anche vero che la fase della restrizione in carcere non compete al giudice di merito eppure ci si chiede
E ancora citabile che oggi il giudice di merito non conosca di fatto dalla realtà detentiva
Dove verrà eseguito un suo provvedimento rispettivo sia essa misura cautelare o sentenza e ancora ammissibile che il giudice di merito continui a emettere misure cautelari o sentenze di condanna
Senza conoscere come quel provvedimento verrà di fatto il seguito ed infine domando
Siamo certi che una pena una misura cautelare eseguite in modo disumano e degradante non finiscano poi col contaminare anche illegittimo provvedimento giurisdizionale che le ha generate
Ora e al di là di queste domande resta il fatto che il tema posto non sembra essere così irrilevante
Non a caso il presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi
Durante un'intervista che ci ha concesso affermato credo che tutti i giudici dovrebbero conoscere la realtà detentiva
E quando facevo il giudice penale mi sembrava un esigenza conoscere il carcere da dentro perché mi chiedevo ma come faccio a sapere il significato esatto di tre anni
Di tre mesi di due giorni di pena
Per un giudice ha concluso Lattanzi conoscere la realtà del carcere significa avere maggiore consapevolezza della sanzione che sir droga ebbene per affrontare questo tema che dovrebbe essere sentito come un esigenza da tutti i giudici penali oggi vogliamo partire dall'esperienza se vissuta da uno dei pochi magistrati che si è recato per la prima volta additare un carcere e che ha conosciuto quella difficile realtà
Si tratta del consigliere Giuseppe Gennari che dopo aver svolto per tanti anni la funzione di jeep presso il tribunale di Milano ha visitato tanti reparti tante celle Del Vecchio e sovraffollato carcere San Vittore di Milano
Consigliere Gennari che oggi è qui con noi consigliere Gennari benvenuto Radio Carcere e grazie per aver accolto il nostro invito grazie buona caratura allora consigliere Gennari lei ha visitato diversi reparti dei calci San Vittore ora alla luce di questa visita qual è il suo giudizio la sua impressione circa le condizioni detentive presenti a San Vittore ma
Debbo dire che la realtà di San Vittore è una realtà molto differente rispetto a quella che possiamo trovare in altre carceri anche milanesi perché come Benfica a San Vittore
Una casa circondariale e accoglie prevalentemente soggetti in attesa di giudizio quindi a un Tasso di rotazione molto elevato mi hanno spiegato un tempo di permanenza media di soli tre metri una continuità per lo più da extracomunitari oltre il sessantacinque per cento quindi la situazione di una situazione estremamente complessa per questo tipo di fattori devo dire che nonostante l'impegno di tutti gli operatori obiettivamente all'interno si si si osservano delle condizioni sono condizioni spesso di grande difficoltà condizioni drammatiche condizioni che non ci si attenderebbe di di di trovare all'interno di una struttura di un Paese
Che deve volessero democratico come l'Italia è come la prima di entrare a San Vittore sono immaginava così ma fatto coppia quando si parla di carceri come dire chi chi sa che è un luogo che le strutture non non non sono certo un'eccellenza che ci sono gravi difficoltà sovraffollamento però tu puoi renderti conto effettivamente di quali sono le situazioni solamente quando siete in solamente al momento in cui tu Passigli cinque cancelli che ti portano dentro e invece vedere che cosa vuol dire
I terreni i raggi la realtà cos'è cambiato e lei consigliere nella sua cultura anche di magistrato la sua formazione
Dopo aver conosciuto la realtà difficili San Vittore ma sicuramente e una preda di contatto molto forte con quella che appunto nella realtà carceraria
E ed è un modo per dare una dimensione concreta no a quelli che sono i provvedimenti che tu quotidianamente addotti nella sua nella tua attività lavorativa ma di cui poi non vedi materialmente gli affetti un po'come un medico che ho paranze su un manichino piuttosto che su un corpo umano
Ecco entrare in carcere vuol dire rendersi conto che hai a che fare con umanità e non semplicemente con fascicoli ho con me
O con numeri e presumo anche possa significare per un giudice capire le conseguenze di un proprio provvedimento no re certe procedurali consiglieri Gennari
Proprio perché amo di lei per fare un piccolo viaggio nel carcere San Vito di Milano anche dalla sua prospettiva di magistrato il Cav Cisal Vittore non solo in carcere vecchio che risale al mille ottocentottantanove
Ma è anche un carcere sovraffollato di super conta circa seicento posti effettivi
Il secondo il quarto raggio sono chiusi dal due mila e sei seicento posti effettivi che però sono occupati da oltre mille persone detenute
Ora consiglia Gennari ci può descrivere
Una di queste tante celle di San Vittore che lei ha visitato ma guarire le celle sono sono veramente delle strutture molto molto piccole sono rimaste quelle che sostanzialmente erano a fine Ottocento quando venne costruito il carcere
Nei tempi di Massimo sovraffollamento
E tenevano sei detenuti per cella con me letti a castello a crea tre e tanto per capirci non siano in grado di scendere dal letto se non a turno perché lo spazio tra
I due lette per terra talmente piccolo che non si poteva scendere contemporanei ora la situazione è quella rete
Oggi la situazione parzialmente migliorata nel caso che in queste celle hanno tre brande ma chiaramente dal dal diciamo la metratura di posizione estremamente ridotta tanto è vero che no sono anni che poi è stata adottata questa questa soluzione un po'italiana da lasciare tutte le porte aperte in modo tale da dare la possibilità detenuti di circolare liberamente per tutto il raggio per tutta la giornata
Tre persone in piccole celle presumo quindi manchino quei famosi tre metri quadri a testa che ci ha ha imposto la CEDU sotto il quale c'è trattamento disumano e degradante certo certo infatti come le dicevo
Il e il tenere aperte le porte all'espediente che noi stiamo per far sì che quei famosi tra mentre vengono raggiunti semmai che a quel punto
Tu compiuti anche i metri del raggio e non soltanto delle singole celle e spiegate dalla mattina alla sera le celle sono aperti espediente detto bene Consigliere
Altro che lei consiglia Gennari in una recente intervista rilasciata ai giornale ha definito quelle celle di San Vittore che ha visitato come dei book
Chi maleodoranti di varia umanità accatastata ma guardi io se posso dire la cosa che veramente mi ha francamente sconvolto
E il fatto che io questo veramente lo scoperta perché non non immaginavo che i malati psichiatrici si trovano in carcere anche dopo la chiusura degli Opg
Le strutture che avrebbe dovuto sostituire gli ho PG
Non sono state costituite o non sono state costituite con capienza sufficiente
E quindi malati psichiatrici sono contenuti in un caccia spesso persone che non dovrebbero stare in carcere non hanno titolo vessati in carcere non hanno titolo per fare in carcere ed è e non e in un anno
Tra l'altro nessun tipo di come dire di di assistenza qualificata ma questo devo dire anche con con grande difficoltà del personale di polizia penitenziaria che ovviamente e è ben consapevole del fatto che loro non hanno formazione organo competente per la dizione di palle di malati ci chiariamo nell'orgoglio questo debbo dire che ho visto un paio di persone palesemente affetta risucchiati ci sono scene che mi potevo immaginare in un film neorealista degli anni Cinquanta non in un carcere di oggi
Tattile descrive questo è quella cosa che mi ha forse colpito di tipo
Be'immagino
Descrive persone come fantasmi era gomito lati sotto le coperte o in piedi a battersi il petto a guardare nel vuoto no neanche negli ospedali visto sì io ero Leonova proprio a mente due persone esattamente quelli uno che li batteva il petto e batteva
Le mani contro il bar e l'altro riguarda la FIFA può due tutti e due malati psichiatrici che lei si può immaginare un reparto di psichiatria di un ospedale dietro le sbarre
Forse neanche lui voi l'altra sensazione è che ma appunto un carcere come San Vittore sia un po'e come dire la Allegri il modo con cui noi chiediamo il fenomeno dell'immigrazione perché giovedì dentro no molti presenti etnie di ogni genere persone che vengono dalle persone che vengono dall'Africa e e e ed ENI vedi proprio lì concentrarsi di vedi un poco come noi pensiamo di risolvere il problema dell'immigrazione esponendo in una struttura carceraria
C'erano circa seicento le persone scusi per consiglieri sono circa seicento le persone detenute nel caso di San Vittore che sono straniere vicino a mai capire intelligibili dato incarico ma poi
E ecco l'invio a Cogoleto proposi un'altra cosa che io ho trovato assolutamente incredibile
Che non non ci sia istituzionalmente un servizio di di mediazione culturale dello Stato Geo analmente un qualcuno che sia in grado di capire cosa dice lo straniero che arriva in quel momento
E a me hanno detto ma nel magari a volte chiediamo a un detenuto di tradurre per l'altro detenuto
Va be'immagini mille in Lilli detenuto che viene dal che magari sbarcato un mese prima che arriva da Centrafrica
Che parla un dialetto praticamente incomprensibile magari è dentro per una resistenza a pubblico ufficiale per quello che sia che si trova in in in un ambiente dove non ha proprio veicoli di comunicazione Baggina nessuna delle due parti
Ecco persone straniere come diceva giustamente lei che arrivano magari da viaggi disperati e che addirittura non riesco neanche avvedersi tradurre gli atti non riesce neanche a capire cosa sta subendo una no non riesce a capire cosa sta subendo tutto del loro devono
La hanno ogni cooperative che due volte alla settimana inviano mediatori culturali che in qualche modo ma il tecnicamente non non c'è nessuna struttura due volte si
Rimane per qualche ora scusi due mi hanno detto due volte a settimana per qualche ora a Prato cooperative cooperative profano gratuitamente preso atto che entri
I come dire il tizio e che molto verosimilmente non ha neanche idea del perché si trovi in questo è assolutamente realistico e che non ci sia nessuno che glielo spieghi significa nessuno che glielo spieghi fin quando o si riesce a spiegarglielo perché magari trovi un altro compagno di cella di carcere che vi era la stessa comunità e quindi in grado di fare da tramite oppure quando arrivano queste i mediatori culturali queste cooperative che che evidentemente
Insomma fanno quel poco che posso avrà insomma un istituto dello Stato e dei diritti fondamentali i rimessi o al caso o al volontariato insomma una cosa grave o al caldo al volontà né è grave
Noi ci teniamo lo Stato per questo lo dico
Allora ora consigliere Gennari e alla luce di questa sua visita fatta nel carcere di San Vittore dovervi Sozzo ma come ci ha raccontato tanti
Elementi di criticità crede che sia ancora ammissibile che il giudice di merito continui emettere misure cautelari o sentenze di condanna senza conoscere come quella sentenza poi verrà di fatto eseguita no guardi io
Il Orndorff come le dicevo ho ho scelto di andare perché ritengo che sia un'esperienza importante
Ma questo chi lo possiede da due punti di vista uno forse quello più semplicistico no cioè e intuitivo che nel momento in cui tu poi lavoro come noto dove hai una ampia discrezionalità e come dire è bene che tu conosca i luoghi in cui mandi le persone che in nome della legge condanni male delle voglie vai con la risposta che magari è una risposta un po'più sofisticata lei sa che ci sono tantissimi studi di psicologia cognitiva che analizzano il processo decisionale del giudice
Non so che età credente c'è un famoso studio di qualche anno fa su dei giudici diciamo l'equivalente di Cristo regnante israeliani per cui ad esempio nel nel nell'orario dalle undici alle tredici diciamo l'istante
Di libertà discusse nell'orario dalle undici alle tredici hanno tendenzialmente una molto più ridotta possibilità di attracco oltre per una serie di ragioni che la psicologia cognitiva spiega molto bene
E e quindi se così stanno le cose che fattori cognitivi inconsapevoli operano e concorrono alle nostre decisioni e penso che anche conoscere quel luogo debba essere uno di quegli elementi che magari anche inconsapevolmente
Concorrano alla decisione e poi tu prendi
E nel tuo ufficio ebbe a dire a questo proposito dei consiglieri mi fa piacere
Farle ascoltare una uno stralcio un breve stralcio di una lunga intervista che c'eri lasciato qualche
Settimana fa il presidente Giorgio Lattanzi presidente della Corte costituzionale presente Lattanzi a cui abbiamo rivolto quel giorno proprio questa domanda secondo è presentata anzi è giusto o no che i giudici prendano contezza conoscenza
Della realtà detentive Lattanzi risponde i giudici devono conoscere la realtà detentiva così risponde emotiva il presidente Giorgio Lattanzi
Secondo lei Presidente Lattanzi non sarebbe opportuno e anche i pro e i giudici di merito entrassero in carcere per conoscere direttamente la realtà degli intime per conoscere come di fatto vengono applicate le pene che decisi i giudici il rovello ma sicuramente sì o quando fatto il giudice penale che ed era per me una cosa che dicevo a me stesso insomma il conoscere la realtà carceraria del dentro dal di dentro e mi sembravano un'esigenza del perché mi chiedevo ma come faccio a sapere qual è il significato esatto di tre mesi tre a nei cinque anni due giorni voglio dire e qualche cosa permette di astratto insomma se conoscessi quella realtà probabilmente quel significato per me sarebbe più chiaro e nel momento in cui applico la sanzione
Almeno maggior consapevolezza di quello che faccio
Così presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi ai microfoni di Radio Carcere di radio radicale consigliere Gennari condivide le parole del presidente Lattanzi
Secondo quel giace il corpo che conosce il carcere a una maggiore consapevolezza nella pena di Roca nasce mutamenti così incerto senta consigliere ma secondo lei un carcere che versa nelle condizioni di San Vittore
Che è uno tra i tanti è perché di case circondariali quest'ambito l'Italia è piena
Con idee serva a qualcosa e utile per la rieducazione oppure è utile per la nostra sicurezza top per l'educazione evidente che non è inutile ma francamente inutile ma che nessuno diceva che nessuno ci creda
Le dirò di più che la casa circondariale non prende neanche di avere finalità rieducativa proprio perché a questo forno rintracciabile non non ha neanche una funzione Special preventiva temo hard disk che per chi si trovi ad essere detenuto in quel carcere gli affetti sono all'opposto cioè sono effetti criminogeni
Tu magari entri per reati minori appunto per resistente per cose di questo genere e viene a contatto con una realtà
Criminale che come dire magari ti qualifica quando esci quindi questo non c'è dubbio io penso che l'unica funzione che potrà vedere che il gioco attacca che noi gli assegniamo è quella di garantire una come le più o meno effimera sicurezza
Nel nel senso di dire bensì ci diamogli cui i soggetti che annui sembrano sono per ragioni più o meno e quelli che noi riteniamo soggetti pericolosi certo però ed è come dire socio sono sono porte girevoli
Non non è ma questo a prescindere anche dalle condizioni il carcere non è culla me erano detenzione con la reclusione che si può pensare di mettere in sicurezza una società o di risolvere il problema della
Ebbe della criminalità della criminalità anche Prada effimera sicurezza così leggendari lei è uno dei pochi giudici lo diciamo anche prima che ha conosciuto la realtà di un carcere il che dimostra come purtroppo assistiamo ha un deficit culturale nei giudici penali che raramente vanno a visitare
Le celle di un carcere ora secondo lei cosa bisognerebbe fare per superare questa lacuna ma io penso che in realtà molto spesso sia
Semplicemente l'occasione non penso che non credo che ci sia come dire una contrarietà di principio un anno o volontà di conoscere probabilmente si tratta di promuovere di promuovere incontri promuovere occasioni di scambio di promuovere visite di di di realizzare appunto delle occasioni di incontro che consentano a noi i giudici di conoscere quella realtà e anche agli operatori di quella realtà di rappresentare hanno le loro difficoltà cioè io ho avuto la sensazione che il personale di polizia penitenziaria come con la democrazia lato e avete comunque piacere
Di averci e che c'era di potere comunicare anche all'esterno quelle che sono le loro difficoltà le loro perplessità e quindi penso che sia utile per tutti
Sono ricordo male qualche tempo fa l'Anm di dei piemontesi organizzò un giro nelle carceri dove portò diversi giudici di merito ecco forse la le singole
Nm regionali possono veramente contribuire a questo miglioramento cioè vero certo giunti Di Bella ma lei sa meglio di noi ci sono anche iniziative anche
Inutile ma le camere penali sul carcere per l'apertura il carcere ma certo sarebbe un
Perché è un segnale importante e stimolare le singole Nm regionali che sarebbe importante così ai generali può sembrare forse forse è una provocazione ma è noto come l'atto della carcerazione nemmeno insegna andatura amministrativa
Ma siamo certi che una pena una misura cautelare eseguiti in modo disumano e degradante
Non finiscano pago contaminare anche illegittimo provvedimento
Giurisdizionale che la generate per certo da questo punto di vista la legalità dovrebbe dovrebbe riguardare tutte le fasi avevano alcuni giuridica esatto questo grumo non soltanto nella fase Nord irrogazione della pena ma anche di reclusione da prendere
Altrimenti abbiamo una una legalità
A intermittenza ecco inutile parlare in altri termini il giusto processo se poi dopo vengo messo in una cella cotto persone no cerca perde anche la funzione poi appunto dicevamo prima si parli anche la funzione di prevenzione che viene applicata
In conclusione così ai Gennari e visto che la maggior parte dei giudici penali non conosce il carcere c'è il rischio di applicare misure custodiali o di condannare
Senza sapere le conseguenze delle proprie decisioni ma mi posso fare una brevissima premessa noi Pinto meno i giudici di Idir citiamo un potere che è un un potere di grande responsabilità de alcun potere fortemente discrezionale in molti passaggi
Giustamente discrezionale perché io come dire temo ancor più la legge che mi priva della possibilità di esprimere un giudizio sulla base degli elementi Chiodi posizione assolutamente detto questo
E è chiaro che quel potere discrezionale va esercitata in modo responsabile per esercitare in modo responsabile
E indispensabile che tu abbia consapevolezza
Effettiva di quella che è il significato di provvedimenti che assumo quindi insomma concludendo veramente
Possiamo rilanciare l'affermazione del presidente Giorgio Lattanzi che i giudici
Conoscano la realtà di Big detentiva per avere maggior consapevolezza del proprio ruolo della propria funzione giusto certi vorrebbe fare a patto di un percorso formativo dovrebbe far parte di un percorso formativo
Il consigliere Gennari grazie per il tempo che ci ha dedicato veramente grazie niente arrivederci
E allora ci scrive Bruno che è persona detenuta nel carcere di Biella Bruno che afferma cara radio carcere per prima cosa vi vorrei ringraziare e questo perché anche se non no una radiolina nella cella per potervi ascoltare i miei compagni di detenzione
Mi riferiscono sempre che leggete le mie lettere lettere che vi invidio per raccontarvi la difficile situazione che siamo costretti a subire qui nel carcere di Biella
Carcere di Biella dove purtroppo il sovraffollamento aumenta sempre di più tanto che in circa trecentonovanta posti letto regolamentari
Siamo costretti a viverci in cinquecento venti i detenuti e dirvi che viviamo ammassati
Uno sull'altro sarebbe riduttivo visto che in piccole celle siamo costretti a viverci in quattro persone o anche in più ma in questo già difficile contesto detentivo scrive Bruno dal carcere di Biella ma in questo già difficile contesto detentivo va anche detto che la realtà detentiva presente nei casi di Biella
è molto diversa in quanto esistono
Due padiglioni che sono completamente diversi tra loro ed infatti il primo è vecchio e fatiscente mentre il secondo è il nuovo ed è stato inaugurato nel due mila e tredici
Di conseguenza pur trovandoci nello stesso carcere la nostra vita
Detentiva cambia notevolmente a seconda se si è detenuti
Nel padiglione nuovo o in quello vecchio una sorta di terno all'otto
E così scrive ancora Bruno dai casi di Biella e così ad esempio nel padiglione vecchio tutto cade a pezzi l'acqua calda c'è e non c'è e le dolci sono sporchi e pieni di muffa e sono anche spesso rotte
Mentre nel padiglione nuovo tutto sembra essere più decente un cambiamento non da poco visto che si tratta dello stesso carcere non trovi tende direi
Ci tengo anche a segnalare scrive ancora Bruno dai calci di Biella ci tengo anche a segnalare che nel carcere di Biella si fa un gran uso delle celle di isolamento celle dove spesso i detenuti
Restano chiusi anche per più di venti o trenta giorni infine e per quanto mi riguarda ci tengo a dirvi che sono povero e che sono nullatenente in altre parole
Fuori dal carcere io non ho casa non ho lavoro nono nulla una condizione la mia che non solo mi impedisce di chiedere misure alternative ma anche una condizione di povertà
Che mi fa immaginare con terrore al momento in cui sarò libero vi ringrazio per avermi dato voce la lettera appunto è firmato da Bruno persona detenuta nel carcere di Biella
E già quando la libertà diventa un momento terrorizzante per la persona
Detenuta perché la libertà significa trovarsi a confronto con una povertà assoluta senza casa senza lavoro
Senza sapere dove andare
Senza avere un domani possibile una libertà vissuta con paura con terrore
Che non riguarda soltanto Bruno ma che riguarda tante persone
Detenute che una volta finita la pena una volta scarcerati e si trovano in balìa degli eventi non hanno lavoro non sanno come fare eppure eppure la legge l'Oriente evidenziano prevede un accompagnamento graduale verso la libertà per quelle persone detenute che sono prossime alla liberazione una delle tante norme dell'Oriente dei penitenziario assai illuminate che però puntualmente non vengono applicati tanto che di fatto come diciamo spesso radio carcere oggi prima si è sbattuti in una cella
Sovraffollata e poi a fine pena si è sbattuti in libertà una soltanto una delle tante follie del nostro sistema
Penitenziario poi si scrive Richard che ristretto nel carcere di Caltagirone riserve che ci racconta la sua vicenda di immigrato clandestino che ha affrontato uno di quei viaggi della disperazione
Su un barcone e che poi si è trovato nei guai una volta arrivato qui in Italia scrive Richard dal carcere di Caltagirone carissimo Arena ho trentatré anni e sono nato in Ghana
Sono arrivato in Italia nel due mila e tredici dopo essere sbarcato vicino a Lampedusa
Da un barcone carico di clandestini come me
Insomma uno dei tanti viaggi disperati che ci spingeva a scappare dalla guerra nella speranza di trovare in Italia un futuro migliore
Ebbene appena sbarcati ci hanno messo nel centro di accoglienza cara di Mineo e da lì è iniziato il mio calvario ricordo scrive Richard che ora è detenuto nel carcere
Di Caltagirone ricordo infatti che ogni mattina mi svegliavo presso nella speranza che la mia vita potesse cambiare in meglio
E di certo non immaginavo che da lì a poco la mia vita sarebbe sprofondata in un incubo devi sapere infatti che nel luglio del due mila e tredici è scoppiata una terribile rissa tra ghanesi
E nigeriani proprio all'interno del centro di accoglienza
Cara di Mineo una lite tra poveri visto che era nata per problemi di mera sopravvivenza ebbene solo per il fatto di essere ghanese
Sono stato coinvolto in quella rissa tanto che alla fine ho subito diverse coltellate alla nuca e alla testa morale scrive ancora Richard dal carcere di Caltagirone morale mi sono risvegliato in ospedale
E quando ho ripreso conoscenza mi hanno detto che ero accusato di omicidio di una persona una persona di cui non conoscevo neanche
La faccia
Sta di fatto sta di fatto che dopo diverse settimane di degenza mi hanno portato nel carcere di Caltagirone dove mi trovo ormai detenuto da oltre cinque anni ci tengo a precisare che all'epoca dei fatti non parlavo l'italiano e di conseguenza sono stato travolto dalle indagini senza riuscire a capire nulla di quello che dicevano
Ma non solo scrive ancora Richard del carceri Caltagirone ma non solo
Prima del processo mi hanno fatto firmare delle carte senza che io ne potessi capire il significato
E questo perché erano scritte in italiano e non avevo con me nessuno che me ne potesse tradurre morale ho subito interrogatori mi hanno fatto firmare documenti e ho assistito a parte del processo
Senza capire nulla di ciò che mi stavano facendo
Eppure scrive Richard Takashi Caltagirone pure in primo grado
Sono stato condannato a ventidue anni di reclusione condanna che mi è stata confermata anche in appello ora la mia unica speranza e che la Cassazione faccia giustizia sul mio caso
E chi si cerchi non un colpevole ma il colpevole di quell'omicidio
Ti saluto con stima la lettera appunto è firmato da Richard persona
Detenuta nel carcere di Caltagirone Richard che poi nella sua lettera ammette che almeno in questi anni di galera
è riuscito a imparare bene l'italiano Dante che scrive scrive molto bene
Caro riceve non è chiaramente non possiamo entrare nel merito della vicenda perché non lo conosciamo certo è che possiamo però entrare nel metodo della vicenda infatti se le circostanze che ci riporta Richard corrispondono al vero
è inammissibile che una persona immigrata che non parla l'italiano
Venga sottoposta a interrogatorio senza consentiti una traduzione di quell'interrogatorio come inammissibile che è una persona immigrata detenuta straniera gli vengono fatti firmare dei documenti senza capirne il significato questo mi sembra evidente comunque sia Richard speriamo che la Cassazione
Faccia giustizia in questo caso speriamo che si cerchi il colpevole di quell'omicidio e non un colpevole e comunque considera che una volta esaurite le tre fasi del giudizio in Italia tu puoi sempre impugnare
Queste fasi a dir poco critiche
Del processo dell'indagine che subito come la mancata conoscenza degli atti che firmato la mancanza traduzione per induca Dorio può impugnarle alla Corte europea dei diritti e dell'uomo fammi fammi sapere
Poi si scrive Francesco dal carcere di Cosenza Francesco che afferma caro Riccardo siccome non te ne ho sentito parlare a Radio Carcere
Credo che tu non sappia che qui nel calci di Cosenza è morto un nostro compagno detenuto
Questo nostro compagno si chiamava Antonio bla con e aveva circa settant'anni
Devi sapere che Antonio
Era malato da tempo tanto da avere continue perdite di sangue
Eppure poco o nulla è stato fatto per Bluey
Sta di fatto che solo alla fine ovvero in punto di morte Antonio è stato portato
Finalmente in ospedale ospedale dove Antonio è morto il ventisette gennaio ovvero pochi giorni dopo il suo ricovero
Ecco scrive Francesco dal carcere di Cosenza ecco l'ennesimo detenuto morto ecco l'ennesima vittima di un sistema penitenziario folle di cui nessuno come al solito sarà responsabile bravo Francesco
La verità è scrive ancora Francesco dal carcere di Cosenza la verità è che noi detenuti siamo per lo Stato italiano solo carne da macello
Non più persone ma carne da macello e i numeri dei morti in carcere lo dimostrano chiaramente
Per quanto invece riguarda il carcere di Cosenza scrive ancora Francesco
Ti faccio presente che anche qui il sovraffollamento aumenta sempre di più tanto che siamo costretti a vivere in sei detenuti all'interno di piccole celle celle dove restiamo chiusi per venti ore al giorno
Un trattamento disumano che però non convince la magistratura di sorveglianza a concederci gli sconti di pena proprio a causa del sovraffollamento insomma insomma
Non una detenzione nonno una pena ma una vera e propria tortura tanto che qui nel carcere di Cosenza
Dopo un po'di tempo che sei detenuto
Non è più paura di morire matti viene la paura
Dividere perché qui sa non è vita ci tengo anche a diritti scrive ancora Francesco da calci Cosenza ci tengo anche a dirti che ancora oggi dopo aver scontato metà della pena non sono riuscito a ottenere un trasferimento nel carcere di Reggio Calabria città dove vive la mia famiglia
E ora spero che almeno mi conceda lo un permesso premio per poter rivedere mia madre che anziana è che non vedo da oltre quattro anni
Concludo con una forte preoccupazione scrive Francesco recarci Cosenza
Concludo con una forte preoccupazione so che radio radicale tra pochi mesi chiuderà e con lei si spegnerà anche la voce di noi detenuti voce che si può ascoltare
Solo attraverso Radio Carcere e solo attraverso radio radicale
Ora sono convinto che anche noi detenuti ci dobbiamo mobilitare perché Radio Radicale continui a vivere e nel mio piccolo faccio di tutto per pagare a rate l'iscrizione al partito radicale
Ma domando ai miei compagni di detenzione ristretti dei casi tutti Italia
Noi detenuti noi detenuti possiamo rimanere con le mani in mano mentre l'unica nostra voce radio radicale radio carcere rischia di essere anzi Tita tra pochi mesi
Ciao Riccardo e grazie per quello che fai la lettera appunto è firmato da Francesco persona detenuta nel carcere di Cosenza allora andiamo per gradi Francesco innanzitutto grazie perché senza la tua lettera noi non avremmo saputo della morte di Antonio beh la con dopo che abbiamo ricevuto la tua lettera ho chiamato il Provveditorato delle carceri della Calabria poi ho chiamato anche il dato chiamato il ministero dà giustizia alla fine ho avuto conferma del decesso di Antonio
Bla con sta di fatto che senza la tua lettera noi non avremmo avuto conoscenza
Dell'ennesima morte in carcere quell'appunto
Di Antonio come dire alla faccia alla faccia della trasparenza e anzi fatti come questi mi fanno sorgere spontanea una domanda nonostante tutti i collegamenti che possiamo avere tutti i contatti
Quante quante sono le persone detenute che muoiono in carcere e di cui non riusciamo ad Atene notizia quante quante questa è una delle domande che assilla assilla chi vi parla poi caro caro Francesco grazie per la tua preoccupazione
Per le sorti di radio radicale e di conseguenza anche di radio carcere vero noi tra pochi mesi chiuderemo perché il governo l'attuale governo ha deciso dalla legge di bilancio di dimezzare i fondi necessari perché radio radicale fornisca un servizio pubblico servizio pubblico che Radio Radicale rende da oltre quarant'anni dimezzando i fondi radio radicale chiuderà chiuderà i battenti tra maggio e aprile sempre che sempre che ed è questa la nostra grande speranza sempre che si cambi idea questa novità assoluta no io posso anche maturare dopo sei mesi un diverso convincimento così fanno le persone intelligenti quindi viviamo nella speranza che nel governo si cambi idea sul futuro
Di radio radicale e si capisca l'importanza del servizio pubblico svolto da radio radicale che è la radio di tutti i partiti
Nessuno escluso e poi come diceva giustamente Francesco la sopravvivenza di radio radicale è importante anche per noi di Radio Carcere perché radio radicale attraverso radio carcere
E anche la voce di voi detenuti e poiché poi è chiaro come diceva prima Francesco nel carcere Cosenza è chiaro che noi di Radio Carcere daremo voce a qualsiasi iniziativa che voi persone detenute dalle carceri
Vorrete iniziare a intraprendere per la difesa di radio radicale e anche di radio carcere come sempre vi daremo voce anche in questa nuova e importante stagione di lotta
Per la sopravvivenza di radio radicale
Saluto poi Salvatore che ci scrive dal carcere l'Ucciardone di Palermo Massimo che ci scrive dal carcere di Monza e saluto infine Angelo che ci scrive dal carcere di Poggioreale
Bene allora come al solito io prima di salutarvi vi ricordo i nostri contatti ovvero come entra in contatto con noi di radio carcere perduto il numero di qui di radio radicale ovvero zero sei quattro otto otto sette otto uno ripeto zero sei
Quattro otto otto sette otto uno chiamate si siede da poco uscito dal carcere e volete raccontare la posta
Esperienza
Detentiva chiamateci sessi stati vittime di un errore giudiziario e chiama decise come vittime del reato non si è riusciti ad avere giustizia vi ricordo anche che siamo presenti su Twitter e su Facebook basta cercare Riccardo Arena di spunterà fuori il simbolo di radio carcere su Facebook e su Twitter e poi soprattutto le persone detenute ricordo l'indirizzo dove gli inviare le vostre lettere dal carcere che leggiamo ogni giovedì sera questo è l'indirizzo
Radio radicale
Rubrica radio carcere via principe Amedeo
Due zero zero uno otto cinque Roma abbiamo bisogno delle vostre lettere abbiamo bisogno di conoscere come evidente il carcere quindi scrivete scrivete a Radio Carcere e raccontate come siete costretti a dire bene io ringrazio Alessandro Teodori per l'assistenza in regia e poi grazie grazie di vero cuore a tutti voi che anche questa sera
Da una casa dalla macchina da un camion e dalla cella sporche sovraffollata avete acceso una radio per ascoltare una piccola voce
La voce di radio carcere l'informazione sul processo penale e la detenzione a tutti voi davvero davvero a tutti voi un caro saluto da Riccardo Arena
E adesso
La linea che abilitate
Male qualcosa
Aprite
Come è possibile del potere fare quello che fate
Scusi secondi no secondi in una città ricca superiore
Una volta con l'italiano il tribunale
Il cinque il codice di procedura penale
Dichiaro
L'appello di Palermo seconda sezione
Data cinque aprile del mille novecento