13 MAR 2019
intervista

Cronache dalla Valle dell'Agip: il pozzo Costa Molina2. Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Montemurro - 09:00 Durata: 20 min 46 sec
A cura di Alessio Grazioli
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(3 marzo).

Dal 2006 Eni reinietta ogni anno nel pozzo esausto Costa Molina2, ubicato in agro di Montemurro, centinaia di migliaia di metri cubi di acque di produzione petrolifera.

L'autorizzazione a scaricare effluenti industriali in questa unità geologica profonda è stata concessa nonostante quanto prescritto dall'allegato 5 (Norme tecniche generali) della Deliberazione del Comitato dei Ministri del 4 febbraio del 1977, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento.

Nel citato allegato è dato leggere che lo scarico di effluenti industriali in una unità geologica profonda può
essere autorizzato, ma a condizione che la stessa sia ubicata in una zona tettonicamente e sismicamente favorevole.

Nel 1857, Montemurro fu epicentro di uno dei sismi più distruttivi verificatisi in Italia negli ultimi due secoli.

Come ricordato nel corso di un incontro organizzato dall'Unibas nel 2017, all'epoca il terremoto di Montemurro, che provocò la morte di oltre 9.000 persone, "venne ritenuto uno dei maggiori eventi sismici avvenuti in Europa e la Royal Society of London decise di organizzare una spedizione volta a studiarne gli effetti sul territorio lucano e campano ed a migliorare lo stato delle conoscenze sulla sismologia".

Nel 2001, sul piazzale pozzo Costa Molina2 è stato avviato un procedimento per sito inquinato tutt'ora aperto.

Nel 2018 è emerso da ulteriori accertamenti e monitoraggi che la contaminazione della matrice ambientale terra è andata ben oltre il perimetro del sito.

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