Il Piano nazionale della sicurezza stradale ha fallito, le vittime di incidenti dovevano essere ridotte del 50% ma i dati Istat dimostrano che non è così.
Anzi, l'Italia è il peggior paese europeo per la diminuzione degli incidenti stradali.
Forza Italia ha sostenuto una mozione con la quale si chiede al governo di predisporre un'unica amministrazione che si occupi della prevenzione, affidandone la competenza solo al ministero dei Trasporti in … sinergia con il ministero dell'Istruzione per la prevenzione nelle scuole perchè, certo, la frammentazione delle competenze non è stata utile per raggiungere l'obiettivo.
L'Italia è maglia nera nell'Unione europea 28 per la riduzione degli incidenti stradali nel periodo 2001-2017, l'undicesimo peggiore paese tra quelli Ue per numero di morti in rapporto agli abitanti.
Un dramma sociale che porta con sé anche pesanti ripercussioni economiche, poiché il costo sociale provocato dagli incidenti stradali si può quantificare in poco meno di 20 miliardi di euro.
"Il Piano nazionale sicurezza stradale Orizzonte 2020, varato nel 2014 dal governo sulla base delle indicazioni dell'Unione europea ha fallito perché purtroppo siamo ben lontani dall'obiettivo del dimezzamento delle vittime nel decennio 2010-2020: dai 4114 morti dovremmo scendere a 2057, ma al 2017 eravamo attestati a 3378 e il dato ufficioso del 2018 non sembra discostarsi molto.
E' necessario trovare strumenti diversi e più efficaci.
Oltre all'aspetto sanzionatorio dobbiamo investire di più in educazione e formazione e cambiare la struttura.
I dati consolidati ci dicono che nel 2017 sulle strade italiane si sono verificati 174.933 incidenti, con 3.378 morti e 246.750 feriti: 479 ogni giorno, con 676 feriti e 9 morti.
Più di uno ogni 3 ore.
Nel primo semestre 2018 gli incidenti sono stati 82.942, con 1.480 morti, e 116.560 feriti, mentre per il secondo semestre disponiamo dei dati forniti dalla Polizia stradale relativi ai sinistri occorsi sulla rete autostradale: 14.941 sinistri, con 141 morti e 7211 feriti.
E' ragionevole attenderci per il secondo semestre un dato che non si discosterà di molto da quello dell'anno precedente, dato che l'analisi storica ci dice che il bilancio degli ultimi sei mesi è peggiore dei primi sei.
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