Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia - Conversazione con Claudio Locatelli

Radio radicale dal Festival Internazionale del giornalismo di Perugia in compagnia di Claudio Locatelli benvenuto a Radio Radicale anzitutto Claudia benvenuti a voi a tutti gli ascoltatori
Allora Claudio tu sei stato speaker di un panel molto interessante dal titolo Kurdistan la promessa sa tradita insieme a te
Linda Dorigo Marta Serafini saranno Amadei Eugenio Grosso allora
Di Anna diamo un po'i figli della tua storia anche per gli ascoltatori che non ti conoscono
E raccontiamo innanzitutto il tuo rapporto con il Kurdistan è il tuo rapporto con quella terra
Ma io iniziato in realtà ad occuparmi di Kurdistan e di quella realtà tra il due mila e quattordici due mila e quindici sono forse più conosciuto per l'impegno sul campo di battaglia del due mila e diciassette quando ho fatto una scelta di vita
Ho scelto che forse era giusto dedicare l'impegno e la mia vita a qualcosa di più e sono sceso affianco De Mita di protezione popolare delle gli vecchie nel campo di battaglia come combattente veemente sono anche un giornalista una persona che crede che il mondo si cambi con l'educazione la comunicazione non ho mai perso l'impegno di cercare di divulgare e capire
In quello tra due mila e quattordici quindici inizia e quindi ad approcciare la questione curda in un campo profughi Iazzi Ida in realtà nelle nella provincia di Diyarbakir quindi nella tagliato Kurdistan turco
Lì
Cambio tanto in me qualcosa al di fuori della coerenza degli acari però sono sempre stata una persona cattiva il mondo in cui viviamo nel terremoto in Abruzzo quest'anno ricorre l'anniversario tra l'altro di dieci anni
Quello di Amatrice in Emilia ma lì per una cosa in più che non avevo così tanto percepito fino a quel giorno ovvero le le gli Agide le famose schiava del sesso di Isis in questo campo profughi allo colosso tantissime famiglie comodato proprio nel panel
Ma tutte queste famiglie
Avevano una persona mancante tendenzialmente le figlie
Questa cosa me la molto sconvolto pensare che queste norme mondo mostruosa che era quello delle barbarie di sapeva di fatto realmente calamitato catturato presso centinaia di donne oggi un'epoca moderna con l'epoca nel due nel due mila quattordici
E questo cambio molto per me e quindi fece scattare quella scintilla insieme a tante altre che importano poi per la via di Raqqa io ho combattuto nel battaglione internazionale
Nella parità capacità prima di H e poi nell'ex capitale dello Stato islamico dove abbiamo liberati insieme a molti altri arabi curdi gli avvisi di tanti altre unità di battaglione la città vecchia
Ecco
La storia di questo impegno sostanzialmente è la storia
Anche della questione curda la storia del di quello che ovviamente i curdi hanno sempre rappresentato per un pezzo dell'opinione pubblica mondiale e mai per le diplomazie internazionali ovvero un popolo un popolo coraggioso un popolo fiero un popolo diciamo che è sempre stato all'avanguardia anche rispetto i i diritti la democrazia diciamo all'interno di un contesto geopolitico che sempre di reato da tutt'altra parte adesso
Teoricamente da un punto di vista militare Isis è stato sconfitto diciamo qualche qualche tempo fa qualche giorno fa insomma abbiamo pianto anche la morte di un nostro connazionale di Lorenzo orsetti
Proprio negli strali finali della battaglia di di Bagus ecco in tutto questo però sembra totalmente intatte cristallizzato il pregiudizio contro i curdi e fondamentalmente
Da parte della diplomazia internazionale la volontà sempre di
Ripiegare questo popolo all'interno di una sorta di zona cuscinetto in cui lì dove i serbi dove c'è da combattere ci sono loro lì dove c'è da essere diciamo possiamo dire la muraglia rispetto a quelli che che verranno poi successivamente si utilizzano i curdi però poi riconoscimenti ti ritti tutele non è hanno
è toccato un punto fondamentale di cui tra l'altro Joppolo parlato nel panel perché io ricordo come ho detto poche ore fa che tutti abbiamo pianto i morti del Batacchi lampo dell'attentato terroristico di Berlino
Di Barcellona anti Londra e subito ci siamo rivolti verso il nemico da combattere da ovviamente respingere ovvero a quel mondo Disease però abbiamo fatto delle masse nazioni europee però poi realmente sul campo di battaglia in prima fila c'erano i curdi
Insieme a tutte quelle popolazione che hanno coagulato creando questo enorme Progetto che si chiama confederazione democratica nel nord della Siria fatto di islamici cristiani atti dei curdi arabi internazionali
Questo è un punto fondamentale perché
Perché c'è una certa ipocrisia
Un'ipocrisia nell'utilizzare il mondo curdo per un impegno che si arriva a tutto il mondo cioè sconfiggere Isis
Allo stesso tempo bisognerà considerare che esiste militarmente è stato sconfitto come ben dice vi ma non la sua mentalità il primo lavoro fatto tornando dal campo di battaglia quello di continuare a battagliare con un altro strumento non più l'arma ma bensì la telecamera e la scrittura di vicende spiegare che la mentalità del terrore non era finita
Mentalità del terrore la stessa che abbiamo visto nell'attentato in Nuova Zelanda
A Macerata quando una una un terrorista italiano ha sparato da una macchina in corsa contro i civili solo perché di una pelle di colore diverso esattamente come faceva il dies Iraq e anche in Siria
Quindi lamentata del terrore non è sconfitta voglio dire una cosa perché l'ha citata prima
Una buona parte se non ha detto la metà dell'intervento di oggi è stato dedicato a Lorenzo resta una scelta voluta perché credo che gli insegnamenti di Lorenzo di una persona che ha messo in a disposizione del mondo la sua stessa vita in più Laterza
Non l'abbiamo messa a disposizione me la ribalta sacrifica la del tutto e qualcuno che va ascoltato va capito soprattutto se quella vita la messa a disposizione per tutti noi
Non hanno a disposizione per qualcun altro per un gruppo folle però la mensa istruzione per tutti noi qui oggi quale di fatto parlare ho parlato proprio di Lorenzo di quello che rappresenta e di forse di un'Italia che dovrebbe tornare che quella del valore e dell'impegno un'altra epoca storica ci sarebbero riconoscimenti
E ispirazioni in quest'epoca storica alcuni di noi sotto sotto inchiesta dalla magistratura
Per misure speciali in considerati pericolosi mi riferisco ai casi di Torino dove ci sono cinque quattro gli atenei e pesce è un civile che ha lavorato in Emilia assente di Africa
E del caso sardo quindi insomma questo un paradosso io lo chiamo anche una forma di ipocrisia tornando al punto di partenza abbiamo combattuto a fianco dei curdi che si sono spesi per il mondo alcuni adesso sono sotto inchiesta
Ecco questo diciamo ci racconta poi come a livello dell'opinione pubblica il trattamento vivente di di alcuni media nel nostro caso nel caso di altre
Eccezioni nel panorama però alla fine chi va a combattere Isis chiara da combattere Isis in quei territori fondamentalmente paragonato a chi diciamo è partito dall'Italia per andare a rinforzare le file dieci su questa cosa
Abbastanza diciamo abbastanza grande forza è molto grave e e fa riflettere ci sono centotrentotto persone provenienti dall'Italia che sono andate tra le fila di Cisco
Chi è invece decide di sacrificarsi impegnare il proprio tempo e la vita rispetto non a rischio contro Isis che tutti abbiamo considerato un avversario un problema un pericolo se Motta e venticinque forse trenta
Tra italiani italiane in totale dal due mila e quattordici questo è meno grandi nostro numero Durante l'H eravamo in quattro italiani
Io un ragazzo di Varese Ragazzi Torino ragazzi Senigaglia questo siccome deve far pensare in che direzione stiamo andando
Ecco tra l'altro la la storia qui occorre fare anche un passo indietro la storia dell'impegno possiamo dire degli italiani all'interno dei contesti internazionali
In modo non mercenario è una storia anche molto lunga ricordiamo le brigate internazionali in Spagna ricordiamo ante altri esempi nel Sud America insomma ci sono
C'è un'altra storia di nostri connazionali che diciamo prendono a cuore cause apparentemente lontane a distanza di di qualche tempo
Diciamo quegli ideali che hanno spinto te a fare un passo così importante perché vero che comunque alla fine
Diciamo ai solo donato un pezzo del tuo tempo è un pezzo della tua vita e non tutta la vita però diciamo il coefficiente di rischio era molto molto alto ecco a distanza di tempo non solo
So già per certo che rifarei Silas la stessa scelta ma il il punto possiamo dire
Di di come poi far montare all'interno dell'opinione pubblica del nostro Paese questa questione come la come la fronte resi perché altrimenti diciamo
Forse il passo in avanti che va fatto è quello di uscire dal territorio della della della esclusiva testimonianza ma diciamo trasmettere quella preoccupazione che poi la preoccupazione evidenti insomma
Per le per le caratteristiche del califfato per così come si è sviluppato
Diciamo è qualcosa
è stato qualcosa di di di estremamente grave il suo propagarsi la sua diciamo radicalizzazione radicamento all'interno dell'Europa perché quel modello di sviluppo può diventare un modello
Di sviluppo militare
Sociale e politico che magari potrà essere ripetuto un futuro da qualcuno con un po'più di ha come politico e di i finanziamenti
Ma la parola propagarsi quella che usato siccome la chiave di lettura di tutto perché
Il problema esiste il problema o meglio di quel tipo di oppressione diventa di tutti ed è generale effettivamente che non è la guerra di qualcun altro ma la battaglia del mondo in cui viviamo polveri in modo in cui si è propagata
Perché in realtà molte persone sono cadute nel modo di pensare di Isis perché l'alta c'erano già molto vicini
Non ho tanti lontani avevano Lidia che uno non sessuale vada lapidato hanno l'idea che una donna non può uscire da sola mi dicono alla notte hanno quella malsana e folle idea che una ragazza che viene violentata se ha bevuto qualche bicchiere di troppo in qualche modo se l'è cercata
Questo è il modo di pensare di e capite bene che questo terreno era fertile is non ha fatto altro che mettere a questi temi
Ma il terreno c'era già e questo è molto pericoloso
Chi cerca di prepararci a chi è andato con isole mente fuoristrada ma per furto nel popolo italiano fino adesso non è stato ingannato nessun italiano crede che noi chiediamo combattuto volontariamente contro di sé quella realtà folle
Siamo uguali a loro ovviamente no sarebbe ai quanto meno ridicolo un po'come dire adesso qualcuno cercasse di aggredirci mentre stiamo lasciano questa intervista e si preparasse lo nella nostra risposta l'aggressore all'aggressore questo non è pensabile
Questo sia un po'ho toccato vari punti nel cielo articoli la società no chiaramente la risposta giusta è centrata e siamo quasi in conclusione di questa nostra conversazione c'è un dato molto interessante secondo me ovvero il dato della solidarietà internazionale o della solidarietà in generale
Diciamo le nostre società si sono sempre più possiamo dire è chiuse all'interno di una militanza che tecniche diciamo è tecnica e tecnologica possiamo dire le piazze sono oggi invase da una generazione che neanche quella di Millennium ma è quella dei quindicenni dei sedicenni di quattordicenni cioè una spinta politica che di diciamo e più spontanee differenti però questa militanza tecnologica in qualche modo sembra proprio sradicare il valore della solidarietà
Ventilò insomma c'erano tante cose da combattere a casa sua perché non sia rimasto qui perché è una cosa che trovo odiosa però a mio avviso la creazione di una brigata internazionale creazione diciamo di persone ecco le loro storie da tutto il mondo vanno a combattere una guerra forse potrebbe essere diciamo replicata in tempo di pace come una sorta di ONU dei popoli che va da boia in qualche modo a a toccare quelle zone di criticità che esistono all'interno delle nostro del nostro Paese nel nostro continente nostro mondo occidentale se pensiamo ai terreni dire di radicalizzazione oggi di tutti quanti i sistemi autoritari come una criminale organizzata la la la la mafia le carceri che sono sempre più terreno di nessuno dove inizia a qualsiasi tipo di radicalizzazione sia essa criminale che religiosa ecco ci sarebbe bisogno di un internazionale solidale che toccasse questi punti con diciamo un approccio molto pratico questo più una riflessione in costruendo che
Una riflessione su come avere una risposta io credo che la grande forza
Di questa attenzione mediatica su questa nuova brigata internazionale dopo il trentasei spagnolo che citato ci questa voglia di molti di noi dovere più che voglia di sentire impegno mondiale sulle nostre spalle voler cambiare qualcosa non è diversa da quella dentale riversa di quella sulla questione femminile sono tutte collegate
Renzo perché per chi non mi conosce almeno capisce questo punto io non amo le armi
Non ho il porto d'armi non ritengo che se una cosa spicca abbia preannunziare devo dire che la vicenda io voglio vivere in un mondo in cui non devo difendere dello stupratore ma lo stupratore non ti devi stuprare cioè non esiste non arriva quel passo sopra nel caso si potrà perché forse il più immediato il più vivido ma parlo in generale
Quindi si credo che in questo momento quel tipo di solidarietà quel tipo di consapevolezza forse ancora più solidarietà
Che stanno lì fare la differenza Lorenzo concludo con questo se me lo permetti ricordare una frase che ha lasciato di testamento tutine combattenti tipo abbiamo pubblicato diceva ogni tempesta comincia con una singola goccia cercate di essere con la voce
Il concetto è semplice se ognuno di noi fa la sua parte persone come Lorenzo non saranno costrette a dare tutto
Bene allora grazie ancora Claudio Locatelli per questa nostra conversazione ricordiamo anche il titolo del tuo libro viene ancora reperibile nelle librerie certo la la testimone perché ha lasciato per far capire per divulgare l'alta si chiama nessuna resa
Claudio Locatelli Alberto Marzocchi e Edizione Piemme
Bene grazie ancora Claudio Locatelli a voi che ci avete ascoltato seguito fino a questo momento rimanete come perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale