Sono stati discussi i seguenti argomenti: Emergenza, Immigrazione, Integrazione, Libia, Libro, Mass Media, Politica, Razzismo, Societa', Tratta Di Esseri Umani.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 36 minuti.
Rubrica
Convegno
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Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale benvenuti a non ho puntato di fortezza Italia trasmissione di informazione e di critica delle politiche dell'informazione sull'immigrazione nel nostro Paese
Di estrema attualità alla Libia con quello che sta succedendo a livello di guerra e però viene entra lasciato per lo più quello che sta succedendo ai emigranti che sono trattenuti in questo paese contro la loro volontà
Di questo si occupa un bellissimo romanzo
Che ha scritto Francesca Mannocchi e e di cui ci siamo occupati nell'intervista che vendiamo proporre che abbiamo realizzato con Massimiliano Coccia
Radio radicale ben tornati in questo spazio di approfondimento Massimiliano Coccia Andrea Bill allo studio ben trovato Andrea
Grazie a Massimiliano e siamo in compagnia di Francesca Ama no a chi ben trovata bene è ritornata radio radicale francese
E siamo qui per parlare del tuo libro io Khaled avendo uomini e sono Innocente edito da Einaudi collana Stile libero
Un libro a mio avviso molto molto interessante molto importante perché la figura di di Khaled è un libico poco più che trentenne ci porta verso un aspetto delle migrazioni e della e della vita all'interno di un paese come la Libia alle volte totalmente non considerato nella nel dalla narrazione e me dalla stampa spesso siamo abituati ovviamente a trattare sia i migranti ma coloro che diciamo fanno parte anche del sistema migratorio come dell'entità indistinta invece tu con questo libro hai voluto innanzitutto accentrare i la tua luce il tuo focus su un uomo che inizialmente voleva fare altro voleva essere
Una risorsa per il suo Paese voleva fare l'ingegnere pensava dopo la caduta di Gheddafi di avere un futuro differente e si ritrova invece a fare altro allora vorrei sapere anzitutto come è nato il come ha incontrato Khaled
Khaled è nato
Da una da una proposta sarei felice di raccontare questo fenomeno migratorio ci siamo detti attraverso la voce di chi raccontiamo attraverso la voce dico persone in cammino di un migrante di qualcuno mi sfugge
E abbiamo pensato per raccontarlo dalla voce di un migrante
Forse avrebbe messo in discussione il nostro punto di vista meno di quanto di quanto lo fa Khaled perché Khaled nella sua ha dichiarazione di innocenza si mette di fronte a una domanda cruciale e cioè quanto siamo responsabili noi
Del traffico di uomini o meglio se esistesse per le persone in cammino per le persone che migrano per le persone che fuggono dalla guerra dalla fame e carestia dei cambiamenti climatici un modo altro
Per andare via dai posti da cui stanno scappando tale da non esisterebbe Khaled sarebbe ingegnare cala dello falling segnare ma fare il trafficante
Chiaramente perché è un criminale su questo come dire non c'è alcuna indulgenza né nessuna soluzione nessuna giustificazione cosa diciamo che troppo cheap abbiamo ricordare il libro gioca su un crinale dell'opacità tra la colpa l'innocenza
Ma la la figura di tale ente ci fa dovrebbe farci chiedere quanto le politiche del lontano dagli occhi lontano dal cuore hanno anziché debellato cambiato
La forma del traffico di uomini
Ecco io vorrei infatti direi che questo Ribolla Cupido monto perché effettivamente
Esso riprendendo un somma una
Ha detto famoso divi Hannah Arendt che è anche il titolo di un suo libro la banalità del male descrive effettivamente come un un individuo che appunto come diceva prima Massimiliano e come te ricordarvi poteva insomma avere un altro destino
Inserito in una serie di avvenimenti in un contesto che prima di tutto de molto interessante la parte che descrive la rivoluzione libica
Diciamo che inserito in una prima parte appunto che quella della ribellione armata contro Gheddafi con le speranze che questa portava e poi in un secondo momento diciamo questa cosiddetta rivoluzione in realtà frana su se stessa
Sappiamo appunto ci sono si è rivelata poi una una lo scontro tra fazioni
Diverso non non non si è mai tirato un vero governo
In Libia e e in questo in questa condizione
La violenza diciamo
Pensare a se stessi insomma sia per difendersi che come unico modo per affermarsi coinvolge per esempio il protagonista ecco la domanda è questa
Effettivamente e empi nel libro c'è quello che dicevi che un crinale in cui sembra che appunto lui cerca di giustificarsi
è però effettivamente sempre nell'ottica della banalità del male e cioè il fatto che tu fai vedere come le persone si abituano la violenza cioè alla disse umanizzazione e e topo diventa normale insomma la crudeltà in questo caso soprattutto verso i migranti ovviamente
Sì perché diciamo cioè c'è un un grande rimosso secondo me nel nostro modo di raccontare la Libia
Gheddafi è stato deposto otto anni fa neanche
E non non ne parliamo più
Non ha successo vent'anni fa o trent'anni fa è successo otto anni fa con modalità a che sono stati come spesso succede nella stampa indenni media insomma li faccio parte quindi è è anche un'autocritica questa
Tutto in una maniera sensazionale istiga emergenziale e giocata sul qui e ora finita la il flusso dell'entusiasmo rivoluzionario quello che c'è prima quello che c'è dopo vengono macinati digeriti velocemente
C'è un elemento secondo me biografico in cui nella violenza che stiamo vivendo oggi in Libia chi oggi ha quarant'anni Lippi ai trafficanti diciamo di ultima generazione sono persone che hanno vissuto per trent'anni la speranza di una dittatura che non è stata una dittatura di cinque anni e di decenza da una dittatura di quarantadue anni
In un Paese ricchissimo che ha sottoposto quel paese al grande inganno delle dittature sognando e pensiamo sempre che le dittature primi no
E perciò determinano il destino delle persone le dittature come quella di Gheddafi
Determinano così tante cattive conseguenze non per per troppa privazioni ma per troppa abbondanza Gheddafi ha cresciuto un paese adolescente
Ricco con un'economia totalmente sussidiarietà casi è
Banalmente ospedali educazione scuola naturalmente perché era incline all'obbedienza non per gli oppositori politici
Ed ha cresciuto un Paese suddito
Il vero Khaled Ibrahim un giorno mi ha detto
Tutti gridavano libertà in piazza del due mila undici ma noi non lo sapevamo cos'era la libertà perché non sapevamo di essere stati solo schiavi fino a quel momento
E poi mi ha detto noi nel nel due mila undici ci siamo ritrovati come un bambino di fronte ad un giocattolo tanto desiderato va smontato
E non avevamo nessuno strumento per mettere insieme i pezzi ecco siamo tutti animali sociali
Come cittadini come vittime di una dittatura come lavoratori Khaled è un animale sociale e da una persona che ha vissuto una fase di transizione difficilissima quale è stata quella post rivoluzionaria
E sempre trovato a fare i conti con un disordine politico e sociale a cui ha dato una risposta che ha chiaramente sbagliata ma che è frutto anche delle nostre scelte sbagliate
Ecco
All'interno della storia di di Care del sì come abbiamo visto si intrecciano le vicende pubbliche le vicende private di un paese una cosa molto interessante anche come sottolinea Andrea
La la scelta anche di scegliere fondamentalmente un personaggio comprimario per narrare
Quello che un grande stravolgimento storico e al tempo stesso uno stravolgimento continuo anche del del nostro vivere quindi le migrazioni interessante anche il il rapporto tra Calle de il padre questo secondo me è un è un a è un passo molto importante del libro perché lì si scorge una cesura generazionale se vogliamo ma anche una rabbia che che Khaled e poi di in qualche modo sfoga in altro modo la figura genitoriale viene poi sostituita da altre figure che lo incontra tra lo stesso Ussel me che è il diciamo suo primo datore di lavoro e e qui il libro diciamo si trasforma anche in una sorta di romanzo di formazione perché care decresce anche insieme alla storia del suo paese alla storia
Che leggiamo ecco perché quanto è stato difficile anche possiamo dire sovrapporli questi piani perché spesso diciamo il rischio come come spesso
Anche un po'constatiamo è che per raccontare le storie ci si dimentica del problema per raccontare il problema ci si dimentica le storie e alla fine ogni prodotto letterario e giornalistico rimane incompleto Ettore invece qui se è riuscito a fare un'operazione di unione tra questi due tessuti narrativi uno giornalistico uno di inchiesta storico-culturale e l'altra inchiesta interiore
Khaled
Khaled difficili tanti viaggi fatti nel corso di questi ultimi anni quindi in un certo senso posso dire che fosse pronto dentro di me e che si sia un po'scritto da solo
Non l'avrei potuto scrivere dopo il primo anno di viaggi in Libia non avrei potuto scrivere da cui primi di Acilia ci credo perché perché non avevo capito ma non perché ora abbia capito tutto ho capito delle cose che se penso ai miei primi viaggi in Libia di pranzo con la tenerezza con cui si guardano le cose ingenue cioè per capire un Paese Complesso fluido e pieno di ombre come alla Libia bisogna dedicare il campo ma il tempo necessario farsi contraddire questo scarto
Generazionale che ha poi lo scarto che nasconde il grande Itamar dissidenti in matta ma che con con con naturalmente maggiore più tragicità storica aveva già espresso la linea sommersi e salvati la colpe le le colpe grandi sono di chi tasse perché chi tace
E la grande maggioranza che cambia continuamente la storia esattamente così è stato in Libia per cui oggi noi ci ritroviamo a otto anni dalla rivoluzione ad a osservare i movimenti di persone che sempre meno timidamente richiedono un uomo forte perché perché tutto quello che è stato il tentativo nel mezzo ha fallito
E per capire questo scarto generazionale ci sono anche per me voluti negli anni primo trafficanti che ho incontrato
Che ha poi diciamo il vero Sanna
Colui che mi disse ti porto a vedere dove facciamo lo stoccaggio merci
Lì per lì mi sembrò una persona abominevole
A distanza di anni posso dirti che quella persona nelle sue parole manifestava paradossalmente una forma di umanità maggiore rispetto e trafficanti che ho incontrato dopo perché lui mi disse
Io facevo il trafficante ai tempi di Gheddafi quando lavoravamo per Gheddafi noi dovevamo fare arrivare le navi perché dovevano arrivare tutti vivi
Perché dovevamo fare pressione sull'Europa oggi ai ragazzi come Khaled a Ibrahim che è il vero Kalent non importa farli arrivare vivi vuol dire che c'è stato un tracollo della
Che la percezione della violenza e della ferocia della barbarie in questo in questo meccanismo per cui Acco in qualche anno anche quello che prima sembrava poco importante è diventato un particolare che dà senso alle cose
E questa cosa non l'avrei capita se non avessi collo su tutto trafficanti più giovani
Quindi
Percorso è stato accidentata ecco io adesso voglio proprio affrontare il tema che già più volte toccato delle nostre responsabilità perché
Evidente che per esempio nell'informazione e anche nelle decisioni politiche europee in generale
La lotta ai trafficanti no è stato un punto falò dei di queste politiche confondendo vivamente
Il la causa con l'affetto perché ovviamente non sono i trafficanti che provano le migrazioni Marx casomai sono l'affetto delle migrazioni e però la situazione libica è una situazione veramente particolare e di fronte al fatto che
Tu dicevi occhio che non deve cuore che non vuole di fronte esattamente a questa esternalizzazione del problema
E di fronte appunto a quello che che sta avendo molti hanno fatto i paragoni con gli anni Trenta no con per esempio
è evidente che dall'altra parte ne deriveranno noi come insomma coloro che vivono sotto l'artista aveva una Nazim o avevano accanto a un villaggio il campo gli Lager e continuano la loro vita noi adesso ce l'abbiamo di fronte
Tratta parte del Mediterraneo però
Non so se sei d'accordo
A me sembra addirittura peggiore la situazione oggi in che senso nel senso che allora
Da due punti di vista
C'era un un paragone con parole molto simile sul fatto che tutti i Paesi durante l'epoca nazista non volle raccogliere
I profughi ebrei famosa conferenza degli armeni dove il cavallo nel caso della se non usa e getta
E questo è è la è uguale però c'è una differenza allora i Paesi occidentali
Non volevo raccogliere agli ebrei ma non è che finanziavano i nazisti per tenersi le Opel Peugeot non mettermi nei campi qua c'è stata pure una guerra dopo
Oggi mi sembra invece la situazione sia quasi peggiore nel senso che
Da una parte c'è chi proprio ha come scopo quello di esternalizzare quindi coscientemente fa questo ci sono classi politiche ma d'altra parte c'è l'indifferenza della gente coltivata in un clima in cui effettivamente non essendo noi una dittatura c'è un'ambiguità no tra chi siamo noi siamo i tedeschi che che che interna Abano i gli ebrei in questo caso per via differita possiamo gli occidentali che non li volevamo accoglie cioè a me siamo l'insieme delle due cose
E il fatto di pagare no cioè di di dare le motovedette per riportarli nei campi eccetera eccetera secondo me rende ancora peggiore questo paragone cioè in una parola siamo peggio dei nazisti
C'è stato in questi anni
Un esercizio cosmetico sulle parole e da lì è cominciato diciamo avendolo serbato delle star no secondo me è stato
Un percorso dall'esterno e dall'interno l'edera qui e da lì è stato un percorso lento inesorabile verso lo spostamento lo sguardo delle responsabilità e della e e un aumento dell'indifferenza Nenni nei confronti di opinione pubblica
Abbiamo cominciato a preoccuparsi per la tenuta democratica del Paese per lui barconi che arrivavano immediatamente dopo abbiamo cominciato a chiamare questi prigioni
Centri di accoglienza per un anno e mezzo durante il Governo precedente queste prigioni sono chiamate centri di accoglienza
E questo ha portato osservatori come me che lavorano in Libia a perdere tanto tempo e sarebbe stato utile per parlare delle condizioni delle carceri per spiegare che quelle carceri non sono sentiti di detenzione perché lo diciamo noi che siamo in your ideologici movimentisti cattivi ma perché lo dice la legge libica
Allora se noi assumiamo che la Libia in qualsiasi forma governativa noi decidiamo che abbia chiama quelle e quei luoghi centri di detenzione
Che dipendono da un ufficio del loro ministero dell'interno che si chiama agenzia anti immigrazione clandestina che gestisse questi Enti detenzione o lo assumiamo che questo sia ho come dire facciamo un'azione diplomatica gli diciamo devi cambiare nome e devi firmare la convenzione di Ginevra siccome così non è così non è stato già il fatto che questi queste prigioni queste carceri venissero chiamati simmetriche accoglienza dai politici come dalla stampa
è un'operazione cose vaticane non figlia di un errore figlia di mala fede
Tutto questo al fatto sì che piano piano si accettassero delle cose inaccettabili nella piena consapevolezza di quello che si stava che stava facendo e diciotto di cui ci stavamo pregando la responsabilità politica dico responsabilità politiche sottolineo perché quello a cui ho assistito in questi anni
Ecco e e paradossale non è assolutamente così dal marzo due mila sedici ovvero da quando in Libia sia insediato il governo sarà raso che al governo riconosce che al governo non votato
Perché il governo votato in Cirenaica ed è in esilio imposto dalla comunità internazionale la comunità internazionale per facilitare l'entrata Tripoli di AXA Ras a creato delle alleanze con un cartello di milizie
Che in diciamo in ragione del fatto che garantiva la permanenza di Sarasate Tripoli a aumentato il pranzo del del dette il diciamo dell'accordo che poi diventato Plicato quindi dico banalmente per osservatori e giornalisti da quando Sarrabus che dovrebbe essere in linea di principio Garanzia di laicità e libertà e diritti e rispetto dei diritti dei cittadini così come dei giornalisti così come degli inviati diplomatici la situazione in Libia invivibile faccio un esempio per tutti
Io sono state libere ultima volta alla fine di novembre quando ci fu il famoso caso nei Vienna cioè del cargo dirottato da emigranti che stato undici giorni al porto di Misurata
Per lavorare a me era stato imposto dal ministero dell'Interno libico o Minder ovvero un uomo dei servizi segreti che mi seguiva h ventiquattro sette su sette che ascoltava qualsiasi domanda io facessi questo succede
In North Korea ma succede in Libia con un paese partner economico energetico commerciale politico Strategico alla sì dobbiamo chiedere semplicemente se tutto questo per me è sostenibile politicamente nel due mila diciotto
Ecco un'altra cosa che si rileva bene da Libero e che mi manda anche una battuta che ho sentito recentemente fare a Cacciari in televisione sono e molto azzeccata il fatto che c'è ovviamente ogni paese ha una sua tradizione anche culturale
E la Libia è un paese prevalentemente arabo e dal punto di vista di questa cultura
Mi verrebbe da dire quasi a atavica mente c'è rispetto alla popolazione nera africana
Lo possiamo ben dire un razzismo solo di fondo
E questo emerge molto bene da libero e è così e poi anche più facile la disumanità azione e anche qui la responsabilità nostra e Cacciari individua la benissimo secondo me c'è
Dare e la gestione di immigrati africani
A i libici è poppa razza interfacciano quel paragone degli anni trenta quaranta
Come dare ai nazisti la gestione e gli ebrei cioè queste e l'altro paradosso insomma
Allora la cosa mi ha colpito molto le prime volte che ho cominciato a raccontare la Libia che i libici riferendosi ai emigranti usassero il Carmine africani
Come se loro fossero nati Sudamerica
E quindi all'inizio mi sembrava un automatismo no non ci credo
Purtroppo erroneamente non ci facevo caso ha cominciato a chiedere e ho capito che la prima fonte
Di razzismo per esempio i libici se l'hanno i libici del nord quelli della costa più ricchi benestanti con i tipici del sud perché come dire la Libia in quanto entità statale
è una creazione in vitro di tre zone geografiche che sono la Tripolitania Sinagra Fezzan che non si riconoscono perfettamente culturalmente da cui ti sei tradizione delle milizie del del del delle culture tribali quindi i libici del Nord rispetto per esempio di bici del Fezzan hanno delle forme di razzismo
Ma banalmente perché ha perché i libici nel Fezzan hanno un colore data alle diverso
Questa cosa Rispetto alla ai migranti provoca perlomeno nella nel nella mia esperienza due forme di comportamenti razzisti la prima avete un colore della pelle diverso dal mio il secondo a siete codardi perché state scappando
Questo è un tema molto forte poco affrontato diciamo perché forte sembra sociologismo è però è un tema che c'è cioè i gli ufficiali libici o i trafficanti o i giovani ragazzi delle milizie disprezzavano le persone che passano dalla Libia per scappare dalla Libia
Perché li considero dei vigliacchi
Mentre non considerano dei vigliacchi quelle centinaia di migliaia di africani
Che si recavano in Libia per lavorare perché ed è un altro dato economico storico e sociologico che trascuriamo troppo
Si danno sempre troppo i numeri sulla Libia numerica non sono verificabili al momento c'è chi dice quattrocento mila settecento mila un milione lo non possiamo saperlo quello che possiamo sapere è che sia che siano quattrocento mila sia che siano più del doppio non vogliono tutti venire in Europa perché c'è una tradizione storica che fa sì che essendo la Libia un Paese ricchissimo piano di risorse enorme e con soli cinque milioni di persone
La Libia è sempre stato un punto di arrivo
Per persone provenienti dai Paesi africani limitrofi
Che volevano mettere da parte dei soldi lavorare per poi tornare a casa quindi di queste centinaia di migliaia di persone che sono in Libia moltissime vorrebbero tornare a casa loro
Faccio un esempio banale quando l'Isis appeso Sirte città sulla costa assiste sono stati liberati tra gli ostaggi di Isis
Centinaia di donne filippine che arrivavano dalle Filippine a fare le infermiere a Sirte
Capitale dello Stato islamico libico città natale di Gheddafi dove Gheddafi è morto e dove queste donne lavoravano da anni
Dentro gli ospedali dentro le cliniche quindi dire che ci sono un milione di persone pronte arrivare Europa semplicemente una menzogna non verificabile
Sì sì poi tra l'altro questo anche attraverso la trasmissione stiamo facendo che era del radicale voci dalla Libia e e proprio sua testimoniato chiaramente cioè
Piuttosto che comunque rimanere lì loro vogliono tornare purtroppo ci sono pochi rimpatri c'è poca disponibilità delle organizzazioni internazionali per
Fare questa anche perché i libici se li vogliono tenere i diritti il proprio per farne un bancomat no loro bancomat siano anche su questa anche su questa sull'azione purtroppo delle organizzazioni internazionali
Diciamo la politica a gravemente speculato secondo me in questi anni perché
è vero che alcune organizzazioni internazionali sono a state messe in condizione di poter trattare con le istituzioni libiche
è altrettanto vero che nessuna organizzazione internazionale a la possibilità di entrare in un carcere libico
Senza dovere iniziare una trattativa lunga complessa che può prevedere settimane di tempo per organizzare una missione internazionale dalla Tunisia alla Libia
Il che che cosa può prevedere può prevedere il fatto che questa visita sia preparata ovvero che da quel carcere vengano escluse le persone è più problematiche ovvero le persone torturate ovvero le persone vittime di stupro vittime di violenza e che siano lasciate soltanto alcune decine di persone come specchietto per le allodole che qualcosa sta cambiando
Non lo possiamo sapere possiamo però ipotizzare verosimilmente che le cose vadano così perché quello è un Paese complicato in cui non lo dico io non lo dicono i colleghi lo dicono contro le Nazioni Unite
C'è una triangolazione pericolosa e dannosa e corruttiva tra le istituzioni i trafficanti le milizie la Guardia costiera ora questo è scritto nero su bianco da anni su ogni rapporto degli Uffici relazioni o niente
Non volerlo vedere
Fino a qualche anno fa poteva essere banale cecità adesso a Dolo
Ecco siamo quasi e in conclusione
Diciamo tutte queste considerazioni ovviamente Francesca le anche
Diciamo inserite all'interno del libro ed è anche qui la la potenza di questo libro attraverso le storie
E con questo anche un un un libro di corpi un libro dove oggettivamente alla presenza della fisicità dei di coloro che che scappano di coloro che sono sommersi di coloro che si salvano
E in qualche modo arriva arriva forte al lettore una scelta che chiaramente è una scelta da un lato narrativa ma anche una scelta politica perché diciamo
Un'altra considerazione che aggiungo a quelle di Andrea e che io stesso cuoio o ha preso anche graziare allettante interviste le tante cose che ho fatto insieme ad Andrea ora trasmissione che fa insieme a Michelangelo Severgnini voci dalla Libia
Ad un certo punto nuovi da quest'altra parte abbiamo assistito ad una sorta di
Di come dire propaganda se così la vogliamo chiamare da un lato della destra o diciamo dei governi di centrosinistra sulle questioni migratorie però dall'altra anche il racconto delle migrazioni
è stato troppo spesso racconto i reni 'sti convivere beh da dire insomma i poverini che arrivano qui che fondamentalmente li accogliamo con le merendine quei fiorellini
Arrivano qui freschi come una rosa poi a un certo punto rivediamo sparire perché vediamo sparire un certo punto nel nel grande Abreu che nelle nostre città il nostro continente e poi rivediamo riaffiorare di volta in volta quando leggiamo sulle cronache un marocchino un senegalese un un tunisino aggredito qualcuno ammazzato qualcun'altro ecco secondo me questo tempo ci ha insegnato che così non funziona cioè non funziona né per me né siamo da questa parte né per noi che lo raccontiamo
E né per chi poi alla fine delle migrazioni ci costruisce campagne elettorali ci costruisce il consenso e chi cerca di proteggerlo allora
Raccontare anche così tanto
I corpi la vita e la morte
Le ferite dei migranti presenti in questo libro è una scelta politica allora atto visto ci sarà ancora spazio all'interno dell'opinione pubblica
Per
Farla questa politica in questo modo per raccontarle in modo così politico perché il rischio poi ad un certo punto è che e che il dolore stanchi che che comunque la la la propaganda a comunque il suo vezzo migliore nel regime nel dire che che poi va tutto bene che infine continua bisogna fare sempre il dolore sempre
I migranti gente che annega di bambini che non ce la fanno basta
Parzialmente giusto sai perché io credo che hanno questo valore in questi anni abbiamo raccontato morale e l'abbiamo raccontato male perché abbiamo descritto la massa di queste persone in movimento come dei disgraziati
Se come dire le persone che scappano che sono in cammino rappresentano una realtà fluida complessa esattamente come la realtà tra di noi ci sono persone più o meno intelligenti più o meno ricche più o meno depresse più o meno felici con più o meno capacità
Che scattano per ragioni diverse
Io credo che da un lato si sia come dire la propaganda sopranista abbia inseguito la paura del diverso
Contemporaneamente c'è stato un errore da parte di chi ha cercato di raccontare le migrazioni con troppo pietismo che mi ha comunque sebbene in buona fede privato la complessità
Io ho incontrato tante persone in fuga dalle guerre persone disperate ho incontrato però anche tantissimi giovani che semplicemente volevano spostarsi in un'altra parte del mondo perché volevano giustamente migliorare le proprie condizioni di vita che è la stessa cosa che facciamo noi noi secondo me
A forza di rincorrere delle testimonianze strazianti abbiamo dimenticato che il vero tema alla base della traffico di uomini alla politica dei visti sua
Io tra tre settimane devo andare negli Stati Uniti ho fatto tre interviste all'ambasciata americana mi hanno messo un timbro un visto sul passaporto e posso prendere un Arione andare da un'altra parte del mondo
Alla stragrande maggioranza delle persone che vogliono arrivare in Europa questa possibilità è negata
A dimostrazione della negazione di questa possibilità lo scorso anno sono arrivati in Italia trecento libici che cosa significa significa che sempre meno la politica dei visti è una politica strutturata e da la principale ragione del problema e non possiamo continuare a cercare la Sara straziante
Per o il trafficante lo scafista cattivi arrestati in Sicilia perché questo è un titolo vanno racconta istanza del problema il senso del problema ed è anche la ragione per cui alla alla vera donna siriana che io ho incontrato sopravvissuta ma con il figlio veramente morto annegato che mi ha veramente raccontato che cercava di appoggiarsi a qualcosa e quelle qualcosa erano testi del teste di gente morta
Queste persone hanno una resistenza un dovere tale che tenteranno ancora di arrivare qui ma il problema non è quanto siano più o meno disperate o quanto sia brutale e feroce la guerra da cui scappano perché c'è il catalogo delle guerre allora le guerre quelli dalla siriani accettiamo quelli dall'Afghanistan no perché è stata depennata dalla lista delle guerre perché abbiamo deciso che sta in pace qui il punto è tra cinque anni cominceranno ad arrivare ancora più pachistani ancora più bengalesi perché danno coraggio i villaggi dei cambiamenti climatici qui dobbiamo ragionare su una complessiva radicale mondiale
Politica dei visti questo è il tema non rincorrere la storia più truculenta di violenza e vergogna
Bene allora siamo in conclusione perché il tempo a nostra disposizione terminato io ringrazio Francesca la nostra poi per essere stata in insieme a noi io Khaled vendo uomini e sono innocente edito da Einaudi Stile libero grazie Andrea
Che appunto a grazie a Massimiliano azioni grazie della vicenda
Grazie Carmine Corvino che ha curato la regia di questa trasmissione a Claudia Franceschetti e voi che ci avete ascoltato seguito fino a questo momento rimanete come perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
Con questa intervista si chiude la puntata odierna di fortezza Italia vi ricordiamo che noi andiamo in onda il sabato alle tredici e trenta e in replica al mercoledì alle sei di mattina che potete trovarci sul sito di radio radicale punto it nella sezione rubriche che canto suo fortezza Italia dove trovate anche le puntate precedenti potete scriverci
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