Come l'immigrazione interpella il progetto europeo: intervista a Maurizio Ambrosini

Libreria Claudiana al secondo incontro della ciclo quali sono i confini d'Europa
Questa sera la relazione del professor Maurizio Ambrosini docente di Sociologia delle migrazioni presso l'Università degli Studi di Milano e anche alla nel come l'immigrazione interpellato jazz europeo dice il titolo di questa conferenza di oggi
Come l'interpello
Dunque l'Unione Europea competenze in realtà limitate in materia di immigrazione perché gli Stati nazionali hanno gelosamente conservato molte le prerogative in materia
Per quanto riguarda l'ammissione di immigrati per quanto riguarda politiche come quelle della cittadinanza e dell'inclusione degli immigrati
Ciò nonostante per alcuni aspetti l'Unione europea ha sviluppato delle politiche la prima e fondamentale
è un'agenda in parte esplicita impartì implicita di apertura verso l'est dell'Europa e contrapposto una chiusura sostanziale verso il sud del mondo
Pensiamo all'allargamento dell'Unione europea prima di tutto pensiamo alle politiche dei visti per cui già ai tempi del governo Berlusconi per esempio che non europea ha tolto l'obbligo del visto a tutti i Paesi dell'area balcanica partire dall'Albania e l'Italia l'ha seguita
Quindi c'è un quadro per cui abbastanza tollerato l'arrivo da Ester mentre molto più difficile l'arrivo da sud gocce da questo punto di vista un privilegiare gli ingressi di cristiani generalmente intesi
E scoraggiare larghi fu di musulmani
Questo avviene in modo indiretto non in modo esplicito perché e privilegiando l'Europa dell'Est e vuol dire privilegiare un'area che culturalmente di tradizione cristiana
Mentre il Sud del mondo molto più mister variegato ma certamente la componente musulmana consistente quindi implicitamente c'è forse anche una preferenza di questo tipo per persone avvertite come culturalmente più simili più vicine più assimilabili
Poi l'Unione europea affatto delle politiche per quanto riguarda integrazione e
Cittadinanza degli immigrati soprattutto due ce la prima si chiama integrazioni civica prendo le distanze dal multiculturalismo oggi i diversi governi dell'Unione e l'Unione nel suo complesso
Chiedono gli immigrati di essere il loro i responsabili della loro stessa integrazione
Interazioni invece di essere una politica promossa dai governi più un dovere richiesto gli immigrati
Per esempio in tutti i paesi sono stati introdotti i test di lingua in alcuni Paesi come la Francia e come l'Italia dei contratti di integrazione strana forma di contratti obbligatori per cui l'immigrato si vuole vedere un permesso
Di lunga durata deve firmare questo contratto
L'altro versante delle politiche interne più liberale la lotta contro le discriminazioni
E infatti qui vediamo che di frequente anche politiche discriminatorie messi in atto d'autorità italiane centrali e locali sono state contrastate da decisioni dell'acqua e l'Alta Corte di Strasburgo dell'istituzione europea o dalla Corte costituzionale della giustizia italiana in ottemperanza e recependo delle normative europee
Detto in altri termini lo slogan prima gli italiani prima di essere in giugno sto impraticabile alla luce dell'attuale quadro europeo per metterlo in atto dovremmo uscire dal l'unione europea come hanno fatto i britannici e non è detto che sia possibile nemmeno in quel caso
Terza parte delle politiche europee e la quella relative rifugiati quella più nota ma ricordo che rifugiati e richiedenti asilo in Italia sono trecentocinquanta mila
Su un cinque milioni trecento mila immigrati quindi i rifugiati non sono l'immigrazione come si tende a credere su quest'ultimo versante sappiamo che l'Unione Europea ha sviluppato gli accordi di beh di Dublino che responsabilizzano il primo paese d'ingresso
Questi era queste convenzioni sono state rafforzate dall'istituzione dei cosiddetti hot spot cioè dall'obbligo di identificazione al momento dello sbarco
è stato quello nel due mila quindici il passaggio che ha obbligato molto di più l'Italia e la Grecia farsi carico direttamente dell'accoglienza dei richiedenti asilo
Anche perché che gli accordi che pure erano stati sottoscritti per la redistribuzione di richiedenti asilo nei diversi Paesi dell'Unione europea
Sono rimasti largamente inattuati e non solo per responsabilità del Gruppo di Visegrad
Solo tredici mila rifugiati sono stati ricollocati e poi il programma è stato ingloriosamente chiuso diciamo che questo è forse il maggior limite dell'Europa intergovernativa quando invece in Europa federale avrebbe risolto il problema in altra maniera
Probabilmente si io credo infatti che
La stessa politica delle quote sia un passaggio intermedie o non l'obiettivo finale a cui tendere come dice lei una soluzione federale in cui i rifugiati possono essere liberi di scegliere dove ricostruire la propria vita e sia lo Stato federale poi ad andare incontro alle unità nazionali che maggiormente sopportano il carico dei nuovi arrivati dei loro bisogni
Sarebbe secondo me la soluzione più ospiti Kabila ma siamo ancora lontani e tra l'altro segnalo che l'Italia si è opposta alla stessa revisione degli accordi di Dublino che pure era stata avanzata quindi noi intendiamo farci ma la natura oltre che essere stata avanzata
Quindi io credo che alla fine la sfida sia questa superare l'idea che il rispetto dei diritti umani sia facoltativo come tendono a Sos come sostengono i paesi del Gruppo di Visegrad
E altri in modo più o meno esplicito vi seguono non può esistere credo un'Unione Europea un procedono Peo duraturo
Rigidissimo sulle quote latte e flessibile sul rispetto dei diritti umani fondamentali che vuol dire che ognuno gli applica solo se vuole
Grazie grazie professor Maurizio Ambrosini grazie a voi