Sono intervenuti: Augusto Sainati (critico cinematografico).
Tra gli argomenti discussi: Cannes, Cinema, Critica, Cultura, Film, Premio.
La registrazione audio ha una durata di 3 minuti.
Rubrica
Assemblea
critico cinematografico
Giornata altalenante al Festival di Cannes con tre titoli in concorso assai diversi per genere per qualità il migliore dei tre è stato decisamente il coreano parassita di Bong Giovinco Autore già visto nel concorso paio d'anni fa con orge
Parassita una famiglia di quattro persone che vive in un miserabile nel seminterrato ma che riesce l'imbroglio dopo imbroglio a farsi assumere tutta intera da un'aristocratica famiglia dei quartieri bene della città
Quando però il progetto sembra portata a compimento intervengono fulminanti colpi di scena che complicano i piani dei quattro introducono nel racconto una dimensione surreale quasi kafkiana condita con straordinario il Moro il film gioca sui contrasti tra fasce sociali opposte senza però sviluppare la componente ideologica in chiave manichea
Privilegia invece il rigore visivo e la precisione millimetrica della scrittura che viene intesa come una corda la narrazione
Certamente una piacevole scoperta di Cannes è un film che potrebbe ambire al palmarès
Deludente invece del secondo film della giornata Mattia Hassen Maxim di con Exa dietro la altra vecchia conoscenza del Festival già premiato in diverse occasioni do l'anno è un autore canadese appena trentenne eppure ha all'attivo una decina di lungometraggi e un'importante carriera di attore
Proprio la ricca carriera già alle spalle ha probabilmente nuociuto alla creatività di un ex ragazzo che potrebbe produrre meno rapidamente
E metabolizzare meglio il passaggio delicato all'età compiutamente adulta
Questa volta Dolan realizza infatti un film incerto su un gruppo di ragazzi che non hanno ancora ben chiare le coordinate della vita e si parlano addosso
E traduce questo spaesamento in una sorta di spaesamento visivo con inquadrature fastidiosamente mosse quasi agitate che sono l'immagine emblematica diffidenza infine Arnold e Brescia in Kolbe il mio Roubaix una luce racconta con uno stile quasi da telefilm la vita turbolenta di un commissariato di una città tra le più povere della Francia
Tra ragazze che scompaiono finte denuncio gli incendi fatte per intascare l'assicurazione e un omicidio la vita del commissario il Talmud complicata
Depressione tratteggia la figura del commissario in forma nobile ma un po'piatta immigrato bambino dal Maghreb è cresciuto nella città dove ora lavora vivendo la prima dell'escluso e poi da tutore dell'ordine
Ma se il percorso del commissario encomiabile i vari interventi sui casi difficili soprattutto gli interrogatori delle indiziante risultano troppo buonisti per essere del tutto credibile
Primo onesto ma senza troppa energia Lube una luce trova il suo pregio principale nell'ottima interpretazione di Roche di sembra nella parte del commissario che lo candida al premio come miglior attore del concorso
Da canne per radio radicale Augusto Sainati
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