Omaggio a Vittorio Zucconi - Intervento al convegno "Senza malizia? Il potere dell'informazione" del 26 maggio 1982 a Roma

Tocca Zucconi allora
Da comparso anche perché tocca a lui
La difesa di Repubblica e non certo me
Anche se e credo che un richiamo al realismo non guasti
Perché altrimenti queste nostre riunioni rischiano sempre di trasformarsi in sedute psicoanalitiche io credo che coloro che si occupano di giornali dovrebbero passare almeno un anno in una relazione
E quando noi giornalisti e direttori parliamo di giornali ricordarci della vita che facciamo delle condizioni in cui operiamo
Alludo in particolare a
Quello che Pajetta chiamo l'audiovisivo del ministero della difesa che abbiamo visto prima
Quando si fa un ragionamento per dedurre una malizia per assenza per silenzio
Opere aggiunta
A proposito della fotografia di Lagorio presi un atteggiamento sorridente da Dracula di periferia
Beh ci si dimentica che probabilmente quelle la prima fotografia che in una certa ora di chiusura venuti in mano arredatore dove impaginare
E
Quando un giornale adottare dei caratteri Bodoni con il quale al massimo può fare
Un titolo di ventisette battute a volte un paio di virgole possono servire a chiudere una riga che altrimenti balla
Cioè cerchiamo di ricordare le condizioni nelle quali
Di improvvisazione
Un giornale si fa
Sarà forse perché io sono credo il più vecchio qui dentro con esplosione di Pajetta ma io che ricordo i tempi nei quali ho cominciato a fare giornalismo di confronto ad oggi
Trovo che il giornalismo è cresciuto in questi anni insieme con la società io ho cominciato a fare il giornalista quando un grande inviato che ancora in flebile attività perciò non nominerò
In una serie di corrispondenza dall'Estremo Oriente
Descrisse
Che aveva visto disse che aveva visto nella giungla indiana
Dei meravigliosi bastimenti aveva tradotto malamente un libro dal francese battimani no edifici ma non c'era la televisione smentirlo non c'era questa
Pluralità di voci e di informazioni che costituiscono uno dei principali motivi di controllo della stampa italiana e non solo dalla stampa italiana e che ci costringono a essere più seri
Credo che se noi di non non teniamo conto che il giornalismo è qualche cosa che si muove all'interno di una cultura di un Paese e facciamo questa astrazione di pensare che da una parte ci siano i politici
Che cercano la legittimazione con i metodi corretti e dall'altra dei giornalisti che sono naturalmente maliziosi o cattivi beh non verremo mai a capo di nulla realtà
Giornalismo sta dentro una certa cultura d'un certo Paese cresce e diminuisce con esso
Io restai affascinato quando andando a Beirut
Una decina d'anni fa prima che cominciasse quella tragedia vidi
Che quel Paese grondava di giornali era un giorno un Paese che esprimeva un pluralismo politico e giornalistico
Quasi incredibile per noi
E pensai che fosse un Paese di alta democrazia era semplicemente un po'insediati quattrini
E gli sceicchi depositavano i loro soldi nella in quella che allora considerata la svizzera del Medioriente e con quei soldi ci scappava anche qualche giornale però è bastato che partisse il primo colpo di cannone
Perché questo castello di carta del giornalismo crollasse immediatamente
Così come bastò che e Mussolini facesse la marcia su Roma perché Albertini
Non riuscisse a difendere il suo impero di carta siamo tutti dentro a un certo processo
Però credetemi il giornalismo in questi anni e profondamente cresciuto la crisi della professionalità nostra che noi avvertiamo nasce
Io credo da questa diminuzione l'idea che esiste tra il pubblico e certe professioni o certe attività era stesse crisi che mette in difficoltà gli insegnanti che mette in difficoltà il parroco
Il il il il professore di medicina l'avvocato che si sente contestare dei clienti
Il giornalismo è in gran parte ancora quell'approdo di molti che non hanno finito gli manca due esami e la tesi per laurearsi magari medicina poi sono finiti a scrivere di economia o di politica
O di diplomati o addirittura di niente mentre intanto la cultura del pubblico no la scolarizzazione del pubblico scusa Covatta
L'incendio che Dante che Pannunzio scrisse sul mondo dicendo che un giornale così in un Paese come questo non si poteva fare
Ma con tutto il rispetto che abbiamo la venerazione per amore di Pannunzio Pannunzio si auto si auto condannava voleva dire che autorevoli non si poteva fare in questo Paese e perciò era perfettamente inutile farlo
Quanto poi ai personalismi quanto poi alla drammatizzazione della politica
Beh io ritengo che se appunto si vedesse nei giornali
Ci si renderebbe conto di quali problemi nascono quando poi un giornale comincia a perdere copie perde ritirato ora allora non solo interviene con i sindacati ma anche il vescovo ma anche i deputati di tutti i partiti e vengono tutti missione a Roma dicendo questo giornale va salvato
E allora si capisce che un direttore
A volte posso anche drammatizzare o personalizzare o fare del teatro per tentare di sollevare un pochino le sorti io sono convinto Pajetta per esempio che la tentazione di quello scoop mancato de L'Unità nascesse forse anche da una sindrome no bici ricerca di copie e di consensi direttori su imitazione di altri giornali al di là delle valutazioni politiche che in questa sede
Non voglio fare
Credo che se le cose si collocano neurologi osta luce allora
E concerto un'attenzione una professionalità che deve crescere speriamo che un giorno ci siano anche delle facoltà di giornalismo per adesso ci sono soltanto delle scuole
Di specializzazione no non siamo finiti perché ci sono delle cose che si imparano davvero scuola e non basta avere il caporedattore che dici beh cominci a passare questa breve e poi un giorno farà e l'articolo di fondo è tutto ancora molto artigianale l'apprendimento dalla professione
Il giornalismo italiano potrà crescere insieme col Paese certo
Credo che occorre anche dire che questo mestiere deve ritrovare il gusto del rischio
E che oggi non c'è più
E bisogna che i giornalisti si abituino e non soltanto i direttori
Anche a rischiare il loro posto è sapere che possono essere licenziati io personalmente tutte le mattine prima entra nel mio ufficio busso perché se si già il mio successore almeno abbiamo un primo incontro educato non sgradevole
E penso che anche se e Caro Piazzi si e dirigo un giornale delle partecipazioni statali pesa che scarso profeta fui io quando in una in un momento di accesso pre senile accettai di fare il deputato
E avendo avuto la ventura di collaborare alla Facci Tura della legge sull'editoria proposi in una delle prime riunioni al quale mi pare c'era anche l'amico Tempestini facciamo una legge di un solo articolo
Articolo uno i giornali che non possono campare muoiono mi sarei segato l'erba per il futuro sotto i piedi bene nonostante che io lavori in un giornale delle partecipazioni statali
Che ha anche un grave deficit che mi poi mi spinge a cercare anche i modi per commentare la tiratura con la drammatizzazione non mi sento meno libero di te che lavori un giornale voglio dire siamo uno uno otto io non posso parlar male delle unito non può parlar male della FIAT ma la dalla dialettica generale probabilmente vien fuori
La verità
Di un
Io merito anch'io mai male del mio editore quando c'è stato la vicenda della successione all'ENI perché le libertà tu quelle tacciono i segni
Ah beh quando era la nazione chiamata si imposta infatti è
Adesso non credo che voglia rifarlo con può dare sino per sono lussi si fanno una volta sola la vita no voglio dire che la libertà Pajetta Pistol citando ad esempio libertà uno se ne deve prendere perché non li regala nessuno
I giornalisti devono anche imparare riprendersi la libertà un'ultima parola a all'amico onorevole
Martelli
Io non credo che la stampa debba e possa essere potere perché se fosse potere in un servizio come io credo debba essere anche se poi assume le funzioni il potere nascerebbe appello per un problema costituzionale di stabilire quali sono i rapporti di questo potere con gli altri tre tradizionali
E sì ma non per il potere e per limitare un servizio come non può prevaricare la Banca d'Italia non può prevaricare la stampa ma guai se attribuiamo alla stampa la funzione del potere ha ragione James Preston quando dice
Noi il potere al massimo gli diamo fastidio ma di più non ci possiamo fare e che poi la stampa assuma delle valenze in una società dello spettacolo come questa questo è un altro discorso sono d'accordo con te che richiede anche una tesi o legislativa probabilmente diverso ma non credo nemmeno che compito della stampa sia quello di creare consenso
O dissenso e quindi legittimazione la riprova della stampa e di raccontare col minor numero di parole possibile con la maggior resta possibile quello che succede poi il problema della legittimazione tocca a voi e non a noi