Il desiderio di libertà, Lectio magistralis di Luciano Canfora - Taobuk, Taormina Book Festival 2019

Adesso sì
Beh diciamo che il professore Luciano Canfora si è presentato da solo e l'avete accolto con un magnifico abbraccio che il vostro applauso possiamo ripeterlo
Siamo di fronte ad uno dei più grandi filologi classici nel panorama internazionale Tavo book lieta di ospitarlo anzi di ospitarlo ancora una volta per una lectio magistralis naturalmente incentrata sul desiderio le sei a capire quale di queste sfaccettature che Tao bocca apertosi in questi giorni poco fa parlavamo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa il desiderio dell'oblio il desiderio
Di mobilità il desiderio di morte la voluttà della morte e dell'oblio e invece qui colui parleremo di un concetto estremamente vivi vitale e vivificante il desiderio di libertà
Dopo il professore sarà con voi per il firma copie
Luciano Canfora desiderio di libertà
Secondo me il più bello ecco vorrei tu cambia tutto no no ma era uno scherzo tutto preordinato orbene
Il mio argomento è stato già detto
Esige un piccolissimo preambolo anche perché parlerò
Molto diciamo un maggioritario a mente
Di
Storie antiche rifatti diremmo nel tempo
Ma forse abbastanza attuali
Allora
C'è un testo mirabile testo geniale della nostra letteratura antica ateniese in particolare chiede l'inizio delle rane della commedia intitolata rane
Di Aristofane
E il prologo nel prologo si svolge una scena la stanza
Insolita e cioè il dio del teatro
Dopo che i grandi sono scomparsi
Euripide morto da poco siamo nell'anno quattrocentocinque avanti Cristo
Il dio del teatro
Vuole andare nell'Ade a riprendersi Euripide riportarlo sulla terra questo il suo disegno poi fallirà in pieno perché porterà invece Eschilo per varie ragioni
Ma non sa come andare
Quindi va a visitare il fratellino il fratellino è nientemeno che Eracle personaggio che ha una certa esperienza di come andare nell'Ade mi che c'è già stato ha fatto un diavolo a quattro
Tenuto a bada il cane Chair boero quindi ha un'esperienza notevole e lui vuole sapere come si fa ad andarci e come ci si comporta però non viene creduto non viene preso sul serio tra l'altro Aristofane prende in giro gli dei prima maniera
Bruciante
Dioniso come alcuni dicono Dioniso
Ma va bene l'uno o l'altro non ci sono problemi
Si presenta travestito da Eracle quindic'addosso la pelle di leone insomma l'effetto comico si accresce e cerca di spiegare a al fratellino cedere tre perché cosa vuole
E imbocca il concetto di desiderio
Dice hai mai avuto un forte desiderio Porthos
Come lui un po'esitante dice per esempio di lenticchie e dice certamente era che un grande mangiatore un divoratore come si vede anche in una tragedia
Parte comico come Alcesti
E dice be io ho un desiderio fortissimo di Euripide a il quello si mette a ridere diceva il morto
Dal non scherzare una mia un dolore tremendo lui dice è talmente forte questo dolore questo desiderio che quasi un dolore
E allora gli spiega il desiderio riappare
Come protagonista potremmo dire
In un'altra commedia
Quindi qualche anno precedente anch'essa molto
Politicamente significativa
L'unica commedia in cui ha visto farne ha dato come titolo il nome del protagonista che in quel caso però è una donna Lisistrata no l'unico a volta in cui ha avuto questa trovata che invece altri comici hanno usato molto più spesso
Ora perché dicevo lì regna sovrano perché la la trama è ben nota in questi giorni Siracusa sarà messa in scena ancora una volta
Il molto che spinge le donne organizzate da Lisistrata
Ad
Adottare uno sciopero micidiale
E un moto
Liberatorio cioè il loro hanno capito
Gli uomini non saranno capaci
Di chiudere questa esperienza tremenda che la guerra una guerra che sta durando da anni e anni cosa inaudita del mondo antico delle guerre si risolvevano in due battaglie invece questa guerra dura dal dal quattrocentotrentuno da quasi vent'anni
E loro vogliono liberarsi di questa di angoscia che il tormento di tutti di tutte le classi sociali particolarmente dei contadini che sono molto cari ad Aristofane
Che sono poi la maggioranza della popolazione dell'Attica piccoli proprietari o anche benestanti vogliono liberarsi da questo incubo della guerra
E Lisistrata escogita una trovata
Micidiale cioè lo sciopero sessuale
Che è un un'arma insolita
Che viene poi dispiegata nel corso della commedia e quindi dell'Idis ed il desiderio di libertà diciamo così di liberarsi dalla guerra che il flagello più grave viene sollecitato e portato a soddisfazione la commedia finisce con una pacificazione generale
Che chiude il in commedia naturalmente il conflitto in corso
Esasperando il desiderio inesausto degli uomini cioè di quelli che combattono che vanno sempre a approfittano dell'essere in una società arcaica gli unici a decidere no le donne non esistono come cittadino
Non hanno esistenza se non privata
L'Assemblea è onnipotente ma è soltanto di uomini per giunta soltanto di uomini di condizione libera
Essi sono i veri responsabili del nefasta decisione di condurre ad oltranza questa guerra che vengono costretti attraverso quello sciopero che esaspera il loro desiderio lasciandolo
In esausto insoddisfatto vengono costretti a siglare una pace definitiva
Sparta Tebe Atene sono i rappresentanti di queste citati sono le principali città in guerra sono da Lisistrata alla fine ammaestrati con un discorso politico formidabile
E al la pace sì attua quindi i due desideri diciamo così vengono messi tra loro in rapporto anzi in contrasto e l'uno ore asservito all'altro
Però in questa storia che e ho cercato di tratteggiare sommariamente
C'è un rimosso potremmo dire no un soggetto
Gigantesco ma assente anzi potremmo dire che nelle società Arcai che le conosciamo bene
Atene ma Sparta non era tanto diversa da questo punto di vista ci sono
Parti della società che non partecipano che vengono tenute fuori
O per una condizione
Di distanza dalla politica distanza coatta naturalmente il caso delle donne è il caso degli stranieri
Che a Sparta vengono trattati malissimo e ci clinicamente cacciati ma ad Atene invece sono moltissimi e svolgono pre mestieri importanti
Economici sono anche molto ricchi finanziano indirettamente la città attraverso le loro attività
Ma soprattutto ci sono gli schiavi cioè la grande maggioranza della popolazione
Nel
Parlare
Della condizione
In modo idealizzato della città di Atene
Tutti pensano ad un testo famosissimo che il discorso
Che pronuncia Pericle
Nell'alla fine del primo anno di questa lunga guerra Bluey è morto di peste subito dopo discorso famosissimo e si si chiama l'epitaffio perché appunto pronunciato onore dei caduti
All'inizio di questo discorso
Pericle svolge un concetto abbastanza originale che probabilmente anche altri
Chiamati a fare discorsi del genere ricorrevano a questa tematica non lo sappiamo perché non abbiamo altri esempi comunque io il tema che lui svolge e il nostro sistema politico
E
Diverso da tutti gli altri unico
Il termine col quale noi lo definiamo con cui generalmente lo si definisce e Démocratie en
Ma lui obietta noi pratichiamo la libertà
E l'ente Roscoe liberamente pratichiamo il nostro mestiere di cittadini Politeia women's quindi stabilisce un nesso
Antipodi come una contrapposizione molto chiara tra la pratica della democrazia che lui tratta con una certa difficoltà e con qualche distanza e la rivendicazione della libertà come peculiare caratteristica di Atene
Si può voltare in commedia questa trovata questa escogita azione
E ancora una volta dobbiamo evocare il comico l'autore di del quale abbiamo ben undici commedie l'unico rigore abbiamo e sempre ancora restò farne è una commedia di molti anni dopo
Non abbiamo né data precisa però e certamente successiva alla fine di quella guerra terribile alla fine della guerra civile che funesto Atene al termine del conflitto si chiama alle donne ancora una volta Hristo farà un enorme attenzione per il mondo femminile le donne all'assemblea popolare
è una commedia
Nella quale viene preso in giro con una certa ferocia il Progetto platonico del comunismo dei beni e delle donne
Platone lo ha prospettato il nel quinto libro La Repubblica la anche se fatto circolare in altre forme prima di diffondere questo dialogo lunghissimo Aristofane lo bersagliato
E lo colpisce capovolgendo la sua escono citazione
E proponendo non solo la comuni il comunismo di tutte le donne ma il comunismo di tutti gli uomini quindi qualunque uomo del può avere affetto amicizia rapporti con tutte le donne il contrario idem
Ecco succede un ingorgo spaventoso naturalmente in questa sovrapposizione di pulsioni contrapposte la commedia mette in ridicolo il Progetto platonico però difende la saggezza della donna che stiamo per Assago ora che ha avuto questa idea e ha cercato di attuarla
Al termine però di questa converso la fine insomma di questa commedia sì determina come era previsto che era in fondo il disegno
Mirava a questo uno scontro paradossale
C'è un giovanotto che vuole visitare la sua bella la quale lo aspetta e invece viene intercettato da ben tre anzianissimo me
E non venute ateniesi le quali vogliono esercitare i loro diritti in forza della legge che è stata appena varata no della conformismo degli uomini
E allora c'è un disastro perché viene tirato da una parte e dall'altra lui si lamenta a un certo punto cercando di difendersi dice ma io sono un uomo libero
E una delle tre vecchie risponde no noi siamo in democrazia il che ancora una volta contrappone questi due concetti che Pericle aveva cercato di armonizzare in quel discorso
Né in un caso né nell'altro cioè né nell'aulico nobile discorso di Pericle né nel discorso molto più banale
Rozzo intenzionalmente rozzo della commedia si parla degli schiavi
Anzi ad un certo momento in quella commedia sempre le donne all'assemblea popolare dove Praça Agorà descrive il suo progetto comunista dico
Qualcuno dice va be'ma se tutti quanti i beni in comune eccetera e chi lavorerà la terra
Risposta ci sono gli schiavi
Quindi in questo con come nel comunismo platonico gli schiavi ci sono sono la base potremmo dire produttiva nella società anche nel progetto di prassi Agorà succede la stessa cosa
Bene cosa facevano gli schiavi che sono i non liberi cioè coloro che per statuto giuridico appartengono ad un'altra persona appartengono ad un proprietario
E ovviamente la pulsione principale e il desiderio di libertà ovviamente
Ma nella società schiavi istiga di Queneau con conosciamo bene conosciamo attraverso le sue lungo periodo a conoscenza diacronica fu molto ampia e anche geograficamente molto ampia cioè tutto il Mediterraneo
Dall'età arcaica al tardo Impero e anche dopo nonostante il cristianesimo caratterizzato da questo tipo di rapporto di dipendenza
Personale
Dalla quale ci si possa affrancare lo schiavo riesce a comprarsi la libertà in alcuni casi attraverso l'accumulo di un per Julio ma però sono casi ovviamente marginali
Gli schiavi che stanno in casa sono trattati meglio quelli che stanno nelle miniere muoiono a trent'anni a quarant'anni se ne mettono altri senza problemi
Analogamente gli schiavi lavorano nei latifondi della Sicilia in epoca romana
La condizione schiavi lei è una condizione terrificante
Allora lo schiavo
Fugge
Cerca la libertà individualmente
Direi che è un flusso costante una specie di stillicidio che si produce
Nel racconto della guerra tra Sparta e Atene che una guerra durata come ho detto tantissimi anni ad un certo momento Atene in grave difficoltà dopo la il fallimento dell'attacco contro Siracusa nel tentativo di o dominare la Sicilia in grave difficoltà
Di spartani si insediano in Attica si piazzano con i loro
Eserciti quindi Atene assediata dentro le mura
Ben venti mila schiavi dice Tucidide in un passo famosissimo
Fuggono
E dove vanno
Vanno
In braccio al nemico inevitabilmente perché dal dall'Attica si può scappare e si va a finire al massimo in Beozia cioè nel Paese più ostile
Alle altissimo alleato da sempre di Sparta quindi è una fuga non sappiamo se siano fuggiti tutti insieme questi venti mila che impressionante o invece un po'per volta
Ma è una fuga che non è una soluzione del problema liberarsi dalla condizione sia vile vanno a finire in una condizione probabilmente peggiore forse non sapevano per esempio che nel mondo spartano
I giovani spartiati si consideravano purosangue dal punto di vista razziale
Che sono sciocchezze naturalmente ma era un pregiudizio molto forte
Si esercitavano ad ammazzare di notte un po'di schiavi di lotti sorprendendo lì nel sonno
Per terrorizzare lì perché lo schiavo tendenzialmente si ribella lo schiavo fugge allora va terrorizzato questo e Sparta allora da Atene andarsene per andare a finire in quel mondo lì è una scelta suicida
Però è molto sintomatica rettale il desiderio di liberarsi da quella condizione che si compie un gesto così
Autolesionistico evidentemente
Noi abbiamo però
Poche notizie di ribellioni di schiavi nel mondo ateniese lo lo sappiamo molto tardi
Lo sappiamo per un'epoca nella quale
Tutto il Mediterraneo fu contemporaneamente colpito da rivolte armate di schiavi i quali si ribellano in Sicilia si ribellano nello stato di Pergamo che sbollire in Turchia si ribellano nell'Attica nelle miniere di argento che sono nella punta estrema dell'Attica
Cioè
è un momento il centotrentatré centotrentacinque avanti Cristo in cui tutto il mondo mediterraneo per una ragione o per l'altra è attraversato da una crisi talmente forte delle classi dirigenti degli Stati delle Repubbliche a cominciare dalla Repubblica romana che è alle prese con la sedizione Graziana che gli schiavi ritengono di poter insorgere e tirarsi fuori da questa condizione di sudditanza
Abbiamo dei racconti molto ricchi molto drammatici della rivolta degli schiavi siciliani
O meglio non siciliani che erano in Sicilia ma erano di origine per lo più siriaca
Non è strano perché le guerre di conquista che Roma aveva condotto per tutto il secondo secolo avanti Cristo dalla guerra contro Taranto fino al acquisizione dello stato di Pergamo sono delle guerre
Che hanno come obiettivo masse di schiavi da utilizzare cioè una delle ragioni per cui si fanno la guerra nel mondo antico avere masse di schiavi da utilizzare
Avere Oro da sottrarre alla città o alla alla Regione che hai conquistato
Quindi che siano tanti schiavi siriaci tutti insieme dentro gli ergastoli e nei latifondi della Sicilia non stupisce
Sebbene un
Teorico dello schiavismo come era ristoro tele in un'opera Luís attribuita probabilmente sua intitolata economico dice mai mettere nello stesso ergastolo schiavi che parlano la stessa lingua
Perché prima o poi si mettono d'accordo e quindi si ribellano
Invece questi proprietari erano latifondisti italici che avevano latifondi in Sicilia
Hanno commesso questo errore e abbiamo in una magnifica narrazione di Diodoro siculo per l'appunto
Una serie di dettagli su che cosa è successo quando questi Silvia ci si sono messi insieme il loro capo un uomo di cui sappiamo moltissimo sia nuova è uno
Si è proclamato re dei siriaci cioè ha creato nella Sicilia occupata dagli schiavi ribelli epicentro era Enna una sorta di monarchia siriaca
Trasferita nell'isola siciliana
I racconti che lo riguardano sono anche un po'patetici credo insomma non è una novità affermare che Diodoro siculo il quale ha dato grandissimo spazio a questa vicenda
Anche perché riguardava la Sicilia e il suo racconto ha dato spazio enorme alle vicende siciliane aveva però delle fonti d'epoca vicine ai fatti
Probabilmente un filosofo stoico
Grande pensatore si dava Posidonio
Il quale era un teorizzatore del schiavitù umanitaria
Cioè non lo schiavo trattato come merce ma lo schiavo che deve essere coinvolto nella famiglia coinvolto come parte di questa unità produttiva e familiare
Quindi Posidonio è uno che criticava questi latifondi feroci dove avvenivano trattamenti disumani al seguito dei quali le ribellioni erano come accadde negli anni centotrenta
Dal centotrentacinque fino a quasi alla fine del nel secondo secolo avanti Cristo la risposta inevitabile
Descrive episodi episodi di feroce disumana da una parte e dall'altra
Ma anche episodi di grande bontà per esempio da uno spazio notevole a una famiglia di schiavisti
Ferrosi da Morphy lo me Galli del erano marito e moglie ma la figlia invece cercava di proteggere gli schiavi dal maltrattamento continuo coreano sottoposti quando si ribella noi due
Vengono massacrati ma lei viene protetta da una squadra di schiavi che vuole impedire che l'età venga torto un capello quindi episodi anche patetici
Forse un pochino romanzati certamente rispecchiano un'ampia narrazione che soltanto sintetizzata per questo storico siciliano vissuto al tempo di Giulio Cesare più o meno quindi raccontava fatti che non aveva visto
Ma qual è la caratteristica di questa vicenda conosciamo abbastanza bene grazie a Dio d'Oro in sostanza lo schiavo che si ribella si organizza
Trova un capo questo capo a un atteggiamento anche mistico finge di essere un profeta si proclamare quindi
Restaura un rapporto che è un rapporto non di liberazione di tutti ma di capovolgimento della situazione di partenza
Lui
è uno alla fine chiuso dentro Enna quando ormai le legioni romane stanno per stringerlo d'assedio e piegarlo a una trovata un escogita azione
A suo modo geniale ricorre al teatro
Cioè gli schiavi vengono Daloui addestrati mentre ormai la fine vicina in sostanza
A mettere in scena la loro condizione originaria
Cioè gli schiavi mimano in questo teatro degli schiavi che lui ha instaurato nella città di Enna assediata alle sofferenze che partivano quando erano schiavi perché gli altri si ricordassero
Qual era il punto di partenza e avessero quindi la forza di resistere
Forza che indubbiamente hanno vengono portati allo stremo arrivano a forme di cannibalismo ma alla fine vengono fiaccati e massacrati tutti quanti
L'altra è vicenda invece in cui il desiderio di libertà viene tradotto razionalmente dallo schiavo ribelle
è la vicenda accaduto a mezzo secolo dopo
In Italia non più in Sicilia nell'Italia meridionale
La vicenda di Spartaco
Spartaco qui siamo nel settantatré avanti Cristo quindi lo passati cinquant'anni abbondanti dal vicenda siciliana
Di Spartaco abbiamo dei racconti abbastanza dettagliati
Fece scalpore la vicenda di Spartaco anche perché per un certo momento parve addirittura in grado di assediare Roma cioè come Annibale nel duecento sedici avanti Cristo quando a Canne distrutto le legioni romane tutti pensavano che attaccasse la città
Hannibal ad Portas come si diceva
E Spartaco per un certo momento avendo sconfitto una serie di legioni romane è stato nella stessa posizione
Vincente poi per divisioni interne questo non è accaduto Roma la Roma repubblicana dato all'uomo più ricco di Roma cioè Marco Licinio Crasso la dittatura dato poteri militari assoluti e Crasso e colui che poi con uno sforzo militare tremendo e la complicità dei pirati
è riuscito a sconfiggere Spartaco ma il punto di partenza di Spartaco che è un gladiatore quindi
Dà spettacolo
Combattimenti mortali
In cui o uccidi o sei ucciso
Con lo schiavo che hai davanti e che fa il tuo stesso mestiere di gladiatore
Per divertire
Il teatro coloro che assistono a questi spettacoli
Quando si parla di Humanitas grecoromana io rievocò sempre questo tipo di pratiche per demolire un pregiudizio che è una forma nostra di autocelebrazione
Comunque Sparta cocchiera abbiamo qualche notizia su di lui
è chiaro che era un prigioniero di guerra sì certamente lo era
Era però stato messo come truppa ausiliaria all'interno di una formazione militare romana quindi aveva imparato anche il mestiere delle armi
All'interno della struttura dell'esercito romano
Si era ribellato aveva cercato di disertare e perciò era stato lì
Condotto nella condizione di schiavitù e venduto ad un mercante di schiavi che in particolare forniva
Gli spettacoli di gladiatori a Capua
In Campania
Dalla fonte più interessante che noi abbiamo uno storico vissuto molto dopo siamo ad Appiano ed un egiziano di origine ma scriveva in greco
Abbiamo una notizia
Molto curiosa l'UI
Pronuncia un discorso Plutarco dice era un uomo conto
Alla greca cioè aveva una formazione intellettuale notevole non era soltanto un combattente sfortunato
Pronuncia un discorso un discorso rivolto ai compagni di sventura i pochi che lo stanno ad ascoltare in questo luogo di di sofferenza che nella Scuola dei gladiatori nord dove si vive in funzione della morte prossima che avrai combattendo per divertire il pubblico no
Produce un discorso ruotante intorno al concetto che
Ha senso la nostra esistenza la nostra vita se aspiriamo alla libertà cioè e la libertà e l'obiettivo della nostra esistenza
Quindi dobbiamo combattere
Per ottenere la libertà non per divertire chi si sta a guardare le nostre Folli e le nostre folli le avventure di combattenti destinati a morire per divertire gli altri questo discorso ha un effetto su un gruppo un pugno di uomini non sappiamo quanti di questa scuola di gladiatori c'erano tantissimi
Lui ha parlato a coloro di cui si fidava di più
Una fonte dice che erano appena trenta un'altra fonte di c'erano settanta
Sono tutte cifre ovviamente di fantasia e un pugno di uomini che però riesce con un'azione partigiana molto felice e qui si vede la sua capacità organizzativa militare
A catturare una quantità di armi notevoli ottenendo che schiavi della zona si unissero a loro anche contadini poveri eccetera quindi si crea un'armata rispetto alla quale i romani hanno problemi terribili
Qual è il lo strumento con cui Spartaco coalizzare i suoi uomini e suscita consenso tra altri schiavi
L'uguaglianza la di la suddivisione in parti uguali di tutte le risorse che loro combattendo ottengono
La fonte greca dice praticava la ISO morire cioè suddividere in parti uguali quindi è egualitarismo rigido
Principio di uguaglianza per l'appunto
In funzione della libertà in funzione del combattere per essa e difenderla una volta che l'hai conquistata
Perché insisto su questo punto perché ora veniamo una parte Breve peraltro del mio discorso che riguarda invece la riflessione diciamo teorica sul problema
Desiderio di libertà perché la visione dominante la visione che si è venuta affermando
Nel corso del tempo in particolare nella riflessione
Filosofica novecentesca hanno già nell'Ottocento nelle opere di teorico francese studioso evoluzione francese Alexis de Tocqueville
Libertà e uguaglianza sono agli antipodi del resto abbiamo preso le mosse da quel discorso famoso di Pericle no si chiama democrazia ma pratichiamo la libertà
Sparta con le mette insieme no queste due cose conquistiamo la libertà praticando l'uguaglianza invece la riflessione diciamo teorica sul punto e che il principio di libertà se vissuto pensato fino in fondo
Contiene dentro di sé la negazione dell'uguaglianza in quanto
Principio di libertà praticato fino all'estremo delle sue possibilità porta ad una disuguaglianza inevitabile tra coloro che l'hanno praticata più o meno
Intensamente ed efficacemente
Per cui nella Costituzione francese
Del mille settecentonovantatré campeggiava in apertura
Un concetto che poi è stato ripreso dal costituzionalismo del Novecento la libertà la possibilità di sviluppare in pieno tutte le proprie facoltà essa al la sua regola nella giustizia quindi la giustizia come
Regola che limita la libertà
Analogamente si dice da parte dei teorici liberali
L'affermazione radicale dell'uguaglianza
E di fatto una limitazione della libertà perché in quanto l'uguaglianza venga affermata come un principio operativo
Cogente è di fatto una limitazione rispetto al possibilità di sprigionare conseguendo risultati personali molto
Imminenti tutte le proprie facoltà
Questa antinomia diciamo così viene per così dire plasticamente raffigurata nelle o nell'opera per esempio di questo notevole studioso francese
Alexis de Tocqueville con due anni il mille settecentottantanove rappresenta la libertà il mille settecentonovantatré quindi la convenzione il terrore la legge sui sospetti eccetera rappresenta l'uguaglianza
E naturalmente dice Tocqueville mentre la libertà è un sentimento alto che ogni tanto appare l'uguaglianza è un bisogno costante un bisogno cupo
Inesauribile come la fame uno non può decidere di non aver fame ce l'ha perché c'è la e l'uguaglianza e questo è una pulsione alla irresistibile
Nella riflessione
Antica
C'è un pensatore diciamo grande esponente della corrente storica
Che ha formulato forma una pur così aforistica
Il medesimo prensile bensì ero
L'unico uomo libero è il saggio
Addirittura questo il bene di chiamato da Cicerone un paradosso il paradosso degli storici l'unico uomo libero e il saggio anzi l'unico uomo ricco è il saggio
Tutti coloro che non ragionano sono schiavi questo paradosso degli storici
Perché lo evoco a questo punto perché naturalmente è una formulazione che nasce all'interno di un pensiero alto molto praticato dalle classi alte dall'aristocrazia ero romana in particolare
E quindi parla di libertà
Limitatamente ai ceti che se la possono permettere che la possono praticare però quella formulazione l'unico uomo libero e il saggio e qualunque uomo non saggio a fronte dice
Il testo greco e uno schiavo
è un anticorpo formidabile all'interno della società antica perché la società dica è fondata sulla schiavitù ma sulla schiavitù giuridicamente stabilita
E questo viene messo in crisi da un'affermazione secondo cui l'unico uomo libero e colui che detiene la saggezza
Insomma un pensiero aristocratico che esalta la libertà come valore dominante
Un pensatore italiano
Che ha influenzato tantissimo perché lo sviluppo diciamo della ricerca filosofica in Italia ma anche fuori
Nome spero sempre presente nel nostro ricordo scolastico non so io non seguo molto le vicende
Gli alti e bassi diciamo dei manuali scolastici ma insomma Benedetto Croce spero che sia ancora ricordato negli studi che si fanno l'ICI al mento e me lo auguro
Nonostante si posa di sentire da tante
Sue concezioni
In un contesto polemico lui detestava il movimento di Giustizia e Libertà il Partito d'Azione
Li considerava devianti
Soprattutto per questa coniugazione Giustizia e Libertà
Il contesto polemico lui sviluppo un concetto che è poi alla base della sua filosofia
La libertà e inerente alla persona umana
Cioè ogni essere umano in quanto essere umano ha come sua caratteristica la libertà quindi la libertà non si può togliere né donare
Perché inerente alla qualificazione alla qualifica di uomo
è una visione radicale che rassomiglia un pochino al paradosso degli storici se vogliamo
E convincente
Certo detto in lui scrive queste brevi parole contesto ripeto polemico
Siamo quasi alla vigilia del del venticinque luglio quarantatré quindi della fine del l'APPA
Fine di Mussolini fino a un certo punto perché riduca ricominciò la tragedia ben più aspramente dopo ma siamo in un momento in cui la guerra va malissimo probabilmente gli alleati
Prevedono di intervenire nel nostro Paese modificando l'assetto politico no
Portare la libertà ad un Paese dominato dal fascismo quindi colpisce il fatto che proprio in quel momento Croce formuli così drasticamente
La tesi che la libertà è talmente inerente alla natura umana che non può essere data né tolta
Non so se lui avesse presente un passo famosissimo
Di di un oratore greco altrettanto noto che si chiamava Demostene che dice esattamente questo in un suo discorso politico rivolto all'Assemblea
Discorso peraltro avente come obiettivo di spingere gli ateniesi a combattere contro Filippo di Macedonia
Però io credo che quella visione estrema e paralizzante del libertà come tabernacolo interiore rispetto al quale nessuna violazione possibile
Sia una visione profondamente aristocratica
Anni addietro mi accade di parlare di questa tematica piccolo libro
E bolli allora mettere a raffronto questa pagina peraltro nobilissima
Di Croce con una lettera
Di Antonio Gramsci
Una lettera del sei marzo del mille novecentotrentatré
Per il momento più duro del carcerazione di Gramsci che in carcere già da dall'arresto nel novembre del ventisei
Ha avuto una crisi di salute tremenda
Quindi momento peggiore diciamo del sua carcerazione che in quel nel trentatré non è ancora vicina terminare poi ci saranno pratiche lunghissime per ottenere almeno la libertà condizionale
La data è una data anche notevole ma è un caso perché la data della vittoria elettorale di Hitler in Germania no il marzo del trentatré i primi giorni del marzo trentatré
La lettera di di Gramsci
Sviluppo è rivolta a Tania Schucht da sua cognata la quale sono destinate tantissimi suoi lettere
Pensate ovviamente non solo per lei ma anche per tutti coloro con cui lei era in rapporto insomma lettere private sia no insomma lettere che lui sapeva che magari venivano mostrate ad altri membri della famiglia non magari non pensava che venissero mostrate anche a Piero Sraffa che era peraltro un amico
Comunque è una lettera che è un piccolo saggio infatti alcune delle considerazioni contenute in quella lettera si ritrovano in pagine dei Quaderni del carcere coeve scritte quel di medesimo torno di tempo
è una lettera molto amara in cui lui dice per farti capire la mia condizione
Vorrei ricorrere all'apologo del naufrago
Immaginiamo gruppo di persone che si imbarcano in una vicenda insomma viaggio per mare e naufraga no
In un'isola totalmente disabitata
Nessuno di loro lui dice al momento della partenza avrebbe mai accettato anche di ipotizzare per se medesimo un degrado tale da giungere a forme di cannibalismo
Avrebbero respinto questa ipotesi come assurda
E non di meno dopo un certo tempo trovandosi in una condizione totalmente priva di risorse senza via d'uscita nel bisogno umano di sopravvivenza che forte come sai il conte Ugolino nel celebre canto dantesco
Arriverebbero a quelle forme estreme ecco io lui dice mi trovo in una condizione in cui posso osservare
Me stesso mentre continuo a serbare il controllo di me ma non so fino a che punto durerà il controllo di me stesso perché prima o poi una persona che nasce dentro ingoia era l'altra persona
E al a quel punto la perdita completa dell'autocontrollo e la perdita della libertà
Ora perché mettere a fronte Luna e l'altra pagina perché è molto facile parlare in astratto
Del tabernacolo inattaccabile ma la condizione concreta quella per cui è uno ha fatto quelle cose tremende che racconta Diodoro di Sicilia
E per cui Spartaco ha dovuto spiegare facendo un discorso che bisogna combattere per la libertà e non per divertire il pubblico ecco quando ci si trova in condizioni del genere l'idea che la libertà non si danneggia si toglie da quasi fastidio quasi offensiva rispetto alla situazione concreta
Abbiamo parlato di cose per lo più remote nel tempo anche se abbiamo tirato in ballo due
Giganti del Novecento come sono Croce per un verso e Gramsci per l'altro
Però non abbiamo parlato di cose inattuali
Quello che io credo si debba percepire sempre più come dire
Consapevolmente se abbiamo come io credo tutti sentimento civile
Di Politeia di cittadinanza quello dei non va perso di vista e che la schiavitù nelle sue forme più feroci
Si sta ritornando nel nostro presente
Si potrebbe dire
La previsione secondo cui la schiavitù appartiene a un'epoca antica poi c'è stato il feudalesimo poi c'è stato il capitale con tutta la sua forza di unificare il mondo per cui la schiavitù è un avanzo del passato
A parte che non era neanche vero all'epoca in cui furono scritte queste parole perché negli Stati Uniti d'America la metà dell'Ottocento la guerra unica che hanno combattuto in casa loro
Era esattamente pro o contro la schiavitù quindi era un problema enorme evidente a metà del secolo decimo nono ecco non del quinto avanti Cristo però a parte quello nell'unificazione mondiale dell'economia
Nella delocalizzazione sistematica la schiavitù sta ritornando in due direzioni una è quella che porta il capitale
Ad avere una forza la borsa lavoro lontana praticamente si mischia vile Bangladesh Thailandia eccetera l'altra e in direzione contraria cioè quella che viene da noi
Cercando luce cercando vita e trovando schiavitù
E noi siamo impreparati rispetto a questo problema
O meglio rispondiamo nelle forme più oneste spontanee sta cercando con di salvare delle vite nelle forme feroci e canagliesco che chiudendo i porti dove approdano i disperati quindi sono due tipi di reazioni diverse
Quello che conta è sapere che il profitto
Daccapo ha bisogno della schiavitù allora studiare la schiavitù antica vedere come hanno risposto quel problema non è soltanto un piacere diciamo della ricerca storica è un dovere civico grazie
Vi ringrazio
Salpa no nel condensazione interessante come poche professore siamo onorati ancora deve l'ha detto che il pubblico come erede l'ascoltato in religioso silenzio anzi con grande attivazione di no voglio Chatham farà