Speciale Giustizia

Buonasera a tutti dai Lorena Durso benvenuti all'ascolto dello Speciale giustizia e dunque anche questa sera vogliamo tornare sulla processo d'appello sulla presunta trattativa stato marziana processo che iniziato il ventinove aprile scorso davanti alla Corte d'assise d'appello di Palermo presieduta dalla consigliere Angelo o Pellino si tratta lo ricordiamo della processo contro gli ex ufficiali del rosso Antonio Subranni Mario Mori
Giuseppe De Donno e contro l'ex senatore Marcello
Dell'Utri accusati di minaccia a corpo politico dello Stato accusati in sostanza di avere veicolato in tempi diversi
Le minacce di Cosa Nostra al governo allo scopo di imporre iniziative le legislative a favore della mafia in cambio della fine delle e stragi
E lo ricordiamo il primo grado si è concluso nell'aprile dello scorso anno nell'aprile due mila diciotto
Si è concluso con condanne pesantissime nei confronti degli uomini del rosso dello stesso braccio destro di Silvio Berlusconi Marcello Dell'Utri noi questa sera vogliamo tornare in particolare su un'udienza
Del trentuno Maggio scorso udienza in cui il papello cioè l'Elenco contenente le richieste che il Bosso mafioso Totò Riina avrebbe fatto a rappresentanti dello Stato per far cessare la strategia stragista di Cosa Nostra è stato il protagonista in particolare della prima parte dell'udienza
Del del processo che abbiamo già avuto modo di ascoltare nelle precedenti puntate dello speciale giustizia il presidente per io infatti ha ripercorso i punti salienti
Del processo di primo grado anche in questa terza udienza
E ha ricordato le sicure modifiche apportate da Massimo Ciancimino assieme alla persistente incertezza sul vero autore del papello
Per il presidente Pellino le prove sull'autenticità finiscono per passare dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino
Caratterizzate da oscillazioni incertezze questi elementi costituiscono un ostacolo insormontabile
Approvare la sua autenticità sostenuta dall'accusa nella parte che sentiremo in particolare invece questa per sera nella parte di di udienza ormai alla quasi alla conclusione
Il presidente Pellino lo sentirete
Fra poco sì soffermato in particolare sull'avvicendamento al vertice del DAP
Tra Nicolò Amato e ad Alberto Capriotti sul ruolo di Oscar Luigi Scalfaro nella sostituzione di Amato con Capriotti e nella nomina del dice di Capriotti Francesco Di Maggio allora occorre fare un passo indietro perché lo ricordiamo
La tesi in accusatoria si basa sulla convinzione che dopo la strage di Capaci dove perse la vita Giovanni Falcone la moglie e gli agenti della scorta
Gli uomini del rosso intavolare una trattativa con Totò Riina usando come intermediario don Vito Ciancimino l'ex sindaco mafioso di Palermo
Secondo i pubblici ministeri nel palermitani questa interlocuzione non solo rafforzo Rina nella convinzione che le stragi
Pagassero portandolo ad accelerare la successiva strage di via D'Amelio per eliminare Paolo Borsellino
Mai in un determinato momento sposò una implicita minaccia contro l'allora ministro della giustizia Giovanni Comisso inducendolo nel novembre del mille novecentonovantatré a non prorogare centinaia di decreti di quarantuno bis
Ora secondo la difesa invece di di Mario Mori
Intanto non vi è prova che i contatti tra rosso Vito Ciancimino si sostanziare uno in una trattativa tra Stato e mafia
Inoltre sempre stando ai legali già in primo grado emerso come l'avvicendamento al vertice del dato il dipartimento
Dell'amministrazione penitenziaria nel giugno del mille novecentonovantatré propedeutico all'attenuazione del quarantuno bis
Sia riconducibile all'ex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro lo stesso Conso e Haji cappellani carcerari non certo al generale morì
La difesa dimori poi sottolinea come a parte Conso anche altri i vertici istituzionali e di governo come Giuliano Amato Luciano Violante Claudio Martelli è il perfetto Gianni De Gennaro abbiano sempre negato di avere ricevuto minacce da parte degli egli attuali imputati e c'è da dire anche che nella udienza nel udienza che del dieci giugno nella quarta udienza che sentiremo nelle prossime puntate dello Speciale giustizia
Il presidente Pellino ha continuato a esporre le motivazioni
Scritte della corte d'Assise di primo grado in particolare i punti relativi alla mancata proroga del regime di carcere duro nel novembre mille novecentonovantatré nei confronti di esponenti della criminalità organizzata i rapporti tra Mario Mori Francesco Di Maggio il vicecapo del Dap è la posizione dell'allora ministro della giustizia Giovanni Conso che quella decisione ad otto la Corte d'assise di primo grado ha detto Pellino nella quarta udienza
Ritiene innegabile che la decisione di non prorogare il regime di carcere duro da parte del ministro Conso
Sia stato un segnale un'inversione di tendenza rispetto a quella di conferma dello stesso regime adottata nel luglio dello stesso anno da Conso
è stato lo stesso Conso ritiene la Corte d'assise di primo grado sentito come teste nel due mila dieci che è annegato escludendo qualunque tipo di trattativa
E di non essere a conoscenza dei contatti tra morì De Donno e Vito Ciancimino
Una mancata proroga ritiene la Corte d'Assise di primo grado
Che Conso dice di aver preso in totale autonomia
Disattendendo anche le indicazioni provenienti dal DAP coltivando una speranza un vero che l'attenuazione del clima
Carcerario potesse essere un segnale per Cosa Nostra al fine della cessazione della strategia stragista questo dunque lo ha detto appunto presidente Pelino
Nell'udienza del dieci giugno nella quarta udienza del processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia ma come dicevamo questa sera continuiamo ad ascoltare l'udienza del trentuno maggio scorso in particolare la parte in cui il presidente Pellino nella sua relazione introduttiva ricostruisce la sentenza di primo grado
Relativa all'avvicendamento al vertice del DAP tra Nicolò Amato
Ad Alberto Capriotti dunque udienza del trentuno maggio scorso processo d'appello Bagarella ed altri sulla
Presunta trattativa a Stato mafia continuiamo da dove ci eravamo fermati ieri sera ad ascoltare la relazione introduttiva della Presidente Angelo Pellino
Questo più o meno la ricostruzione della della sentenza vediamo adesso di seguire come arriva a questi esiti la la sentenza partiamo dalle dichiarazioni proprio di di di Carlo Azeglio Ciampi quelle che sono state acquisite a seguito del decesso nella del teste
Le dichiarazioni cominciando dal verbale delle Seat resse al pm in data quindici dicembre due mila dieci
Ciampi dichiara in quella sede di non ricordare nulla chi specifico in ordine all'avvicendamento anche lui su questo a un notino le vicende amento avvenuta al vertice il DAP tra Nicolò Amato il dottore Adalberto Capriotti nel giugno del novantatré dichiara di non conoscere che non conosceva personalmente Capriotti non ricorda chi materialmente propose la nomina sia del dottore Capriotti che del dottore Di Maggio alle cariche
Nieri specchianti e direttore e vicedirettore del DAP però non ha ricordo divergenze nel governo da lui presieduto con riferimento all'applicazione del quarantuno bis
Anzi
Non ricorda neanche nell'appunto che fu inviato al direttore del DAP Amato il sei marzo novantatré al ministro nella giustizia
Però può affermare con assoluta certezza
Che la linea del governo proprio questo su questo versante era chiare ed era estremamente rigida e non ricorda affatto che vi fossero ministri che avessero opinioni diverse in tema di contrasto allarme criminalità organizzata
Il contributo però prezioso di di Ciampi al di là di queste dichiarazioni è che su questi temi ha indicato come fonte sicuramente di informazioni né
Più attendibili dei suoi in certi ormai lacunosi
Ricordi le sue agende custodite presso gli uffici del del Quirinale quindi andato lui stesso questa indicazione agli inquirenti di andare a compulsare su questi temi le sue agende dove sicuramente ci sarebbero si sarebbero trovate
Delle annotazioni pertinenti ai a queste a questi temi così è stato in effetti nelle agende sono state acquisite in tutte le parti che contengono annotazioni sui temi rilevanti per questo giudizio con particolare riguardo con la vicenda della sostituzione dei vertici del del DAP
Tra le annotazioni
Ne rinvenute nelle agende del Presidente Ciampi che conferma una volta di più il ruolo assolutamente preminente che fu del presidente Scalfaro
Sul nuovo assetto da dare ai vertici del DAP c'è la notazione alla pagina il quattro giugno mille novecentonovantatré quel giorno al c'era lo all'ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri c'era proprio la la la vicenda nella della sostituzione di Nicolò Amato del suo trasferimento ha un incarico presso un organismo internazionale
E la notazione è molto molto stringata
C'è anche un'annotazione nel nel giorno precedente Conso propone trasferimento di Nicolò Amato Istituto Internazionale contro la tortura esistente a Strasburgo
Trattino d'accordo quindi su questo c'era interessa
Ma dalla da quell'annotazione delle quattro giugno novantatré si ricava anche la preoccupazione espressa da Scalfaro quella stessa mattina in una telefonata fatta alle nove e quarantacinque allora Ciampi
Che il ministro Conso potesse recedere dalla determinazione di trasferire Amato
Nell'annotazione testualmente nove e quarantacinque Scalfaro pellet telefonata preoccupato che Conso non tenga sul caso Amato quindi la la determinazione ad andare avanti su questa Scelta della sostituzione era molto più di Scalfaro che non di Conso secondo quello che si ricava da questa annotazione alla luce di questa notazione la corte rilegge anche una precedente annotazione che si rinviene una pagina diciotto maggio novantatré concernente il colloquio
E quello stesso colloquio che è stato ricordato anche da Nicolò Amato con con Ciampi che si riferisce alla possibilità alla di essere destinato la possibilità che da chiamato venisse destinato ad altro incarico testualmente si legge undici e quaranta Nicolò Amato vorrebbe altro incarico
A una prima lettura sembrerebbe appunto che fosse stato amato a chiedere di essere sostituito quasi dando
Dando conferma cosa che invece lui ha negato ripetutamente a quelle voci che circolavano secondo cui lui era ormai stanco di di del dell'incarico ondate voleva e voleva cambiare incarico invece e questa è la lettura che appunto prospettata dai dai difensori anche anche in sede di discussione ma
Ma questa notazione in realtà va riletta alla luce appunto di tutte quelle altre risultanze da cui è emerso che da tempo circolavano voci sulla sostituzione di chiamato
E con quella dichiarazione di di Amato per cui
Fu lui stesso a contattare il presidente Ciampi per conoscere le ragioni per cui circolano queste voci e si parlava di una sua sostituzione
E quindi meglio è possibile poiché anche umanamente incomprensibile che una volta edotto del fatto che
Quelle voci avevano una certa consistenza fondatezza Amato abbia anche per un momento perlomeno accarezzato l'idea di assume un altro incarico cosa che poi comunque non fece
E l'altra
L'altra annotazione
Che con proverebbe appunto come la richiesta chiamato di un nuovo incarico non fu causa della sua sostituzione ma caso mai affetto nella Venere
Amato
Preso atto che ormai c'era la volontà politica di sostituirlo
Un'altra notazione importante è quella che corrisponde alla pagina sempre nell'agenda del presidente Ciampi del sei giugno Milano centonovantatré
A quella data risulta che il Presidente Consiglio Ciampi ha un colloquio con presenta Repubblica Scalfaro
All'esito del quale annota che
Scalfaro rappresenta
Le sue preoccupazioni per il seguito della successione di Nicolò Amato alla direzione carceri perché Conso avrebbe nominato anche un vice troppo duro e torna qui e questo discorso della durezza stavolta riferita
Al vice
L'annotazione non lo dice ma non è sappiamo adesso che questo dice di cui si era parlato in un primo momento era proprio il Falcone
E allora quindi sempre all'annotazione si legge che Scalfaro suggerisce che gli venga affiancato il giudice Di Maggio e fa capire che è stato interessato da Parisi quindi Scalfaro dice a al Presidente Ciampi niente Consiglio Ciampi che sarebbe stato opportuno affiancare a Capriotti
Come dice come sul dice il giudice Di Maggio egli dice o gli fa capire comunque che
Un'indicazione in questo senso gli era venuto dal capo della polizia Parisi allora Ciampi chiama e questo risulta pure l'annotazione chiamata rivisti
E e ha così conferma di quello che Scalfaro gli aveva detto allora sempre Ciampi chiama Conso
Che al contrario c'è questo inciso nell'annotazione
Mi riferisce che tutto procede nel miglior modo sì perché Scalfaro invece aveva riferito tutto questo con una certa apprensione perché temeva che questa manovra alla fine non
Non riuscisse me invece Conso ha un atteggiamento niente
Rassicurante
E quindi riferisce alla al Presidente del Consiglio che tutto procede nel migliore dei modi e la notazione si conclude con questo inciso gli suggerisco di mandare messaggio che la politica carceraria non cambia
E lui è d'accordo domani verrà da me dopodiché
Lei sì di questo giro di consultazioni telefoniche Ciampi riferisce il tutto a scalzi quindi dall'annotazione che cosa SIM card anzitutto la conferma che il presidente Scalfaro contrariamente a quello che ebbe a dichiarare al pubblico ministero il quindici dicembre due mila dieci ebbe un ruolo più cattivo
Nella vicenda della sostituzione del direttore del DAP Amato e si preoccupò non solo di del sostituto chiamato quindi nel nuovo direttore del DAP ma pure nella nomina del suo vice
Sì altresì la conferma che il vicedirettore del DAP che era stato individuato in un primo momento dal dal ministro Conso che sappiamo appunto che era il dottore Falcone per il quale addirittura era stato quasi predisposto già il il decreto di di nomina non era gradito in realtà presente Scalfaro perché ritenuto troppo lungo
E effettivamente Falcone avrebbe rappresentato la continuità della politica carceraria intatto che era stata condotta da
Giada Amato
Per cui sostituire Amato con con Capriotti non sarebbe servito perciò che annulla se poi comunque al vertice del DAP fosse rimasto un soggetto non meno duro
Di dello stesso Amato
Ma e illumina dirittura illuminante si legge nella nella sentenza il fatto che il Presidente Scalfaro proprio al fine dichiarato di
Mitigare l'eccessiva durezza del dice a cui in un primo momento Conso aveva pensato abbia suggerito al Presidente del Consiglio che Apple una procedura del tutto eccentrica perché in effetti per il presidente del Consiglio dovrebbe passare del Consiglio e ministro mi passa la nomina del direttore ma è un anche del dice
Del dice
Capo del del dato comunque abbia subito al presidente del Consiglio su sollecitazione del capo della polizia Parisi di affiancarli il dottore Di Maggio
Anche se
I tra l'altro non era possibile pensare alla nomina di Di Maggio
Per per il vertice del dato ma anche per l'arte per l'incarico di vice capo
Perché in effetti non ha era solo magistrati la qualifica funzionale Eva magistrato di di tribunale non aveva ricoperto mai ricoperto incarichi direttivi infatti fu poi necessario per superare questo ostacolo
Diciamo nominarlo dirigente presso la presidenza del consiglio dei dei ministri
Comunque tutto ciò tutto questo conferma mi che il capo della polizia Bettarini si sicuramente come peraltro
Amato aveva più volte
Segnalato anche con notte ufficiali in particolare come si ricava dall'intervento di Paris il
Nel nella riunione del comitato nazionale nel Comitato nazionale l'ordine e sicurezza del dodici febbraio novantatré
Era a favore di una linea meno dura nella gestione del problema carcerario
E e qui e appunto la la sentenza prende atto che Di Maggio in realtà come peraltro testimoniato da tutti anche nel nel processo
Non è che si potesse ascrive alla categoria di soggetti meno duri
E tuttavia per essere stato designato in luogo di Giuseppe Falcone perché valutato come meno duro
Di Giuseppe Falcone evidentemente è perché chi aveva morirà indicato per questo incarico riteneva o di poterlo comunque guadagnare avevo dove a questo diverso orientamento e o lo aveva già adeguatamente si legge nella sentenza catechizzato
Catechizzato sulla necessità appunto di attenuare in quel preciso momento storico la durezza del del regime carcerario
Cosa che poi dice ancora la la sentenza effettivamente avvenuto con l'apporto o con la non opposizione del dottore Di Maggio che solo in un secondo tempo si sarebbe resoconto
Di una certa
Scelleratezza di quella linea che poi Nava contro le sue idee e la conferma questa
Lettura di questa ricostruzione si ricaverebbe dalle dichiarazioni della dottoressa Ferraro secondo cui quando nel novembre novantatré è venuta a conoscenza del fatto che erano stati revocati centinaia di decreti applicativi del quarantuno bis
La la stessa Ferraro la contesto quella scelta al al Di Maggio tre contesto la mancata proroga
Dei dei provvedimenti applicativi del quarantuno bis
Di Maggio lei rispose in modo lapidario mi hanno presso la mano facendole intendere in sostanza che aveva dovuto
Subire delle delle scelte che poi erano in qualche modo contrarie alle suore al suo intimo convincimento
Questo però appare la corte dimostrerebbe che fino al novembre mille novecentonovanta almeno fino al novembre mille centonovantatré fino a quando non sopravviene questa presa di coscienza del fatto di essere stato probabilmente strumentalizzato a sua insaputa
La linea meno dura meno intransigente del DAP che è troverà un momento anche di esternazione formale in un documento del ventisei giugno del novantatré indirizzato al ministro in cui si propongono tutta una serie di misure per allentare la stretta carceraria quella linea quindi
Nemmeno dura nella gestione della politica carceraria del DAP era stata sposata anche da Di Maggio che proprio per questa ragione era stato designato per il ruolo di il vicedirettore del del
Del tatto
Nel nell'intento appunto di scongiurare il rischio che la nomina di un vicedirettore invece troppo duro potesse vanificare rendere sostanzialmente inefficace
La sostituzione del diritto del direttore Amato con il dottore Capriotti
E quindi
La alla conclusione un po'
Diciamo articolata della Corte sul punto eh
Che Capriotti
Per il suo carattere notoriamente più debole
Era ritenuto non in grado di fronteggiare un vice dal carattere forte quale sarebbe stato Giuseppe Falcone
E ed effettivamente un vice dal carattere forte e fu proprio il dottore e Di Maggio
Ma
Come nelle
Sì
Avvocato
Le ora non se ne può andare poi se si va per un caffè politico come meglio posso imperi
Dunque
Quindi Di Maggio sicuramente personalità forte prorompente ma debitamente catechizzato dai suoi stessi sponsor
Poi la sentenza prosegue anche con l'esame della lettera dei sedicenti familiari dei diritti dei detenuti
Che
Diciamo è un elemento che concorre a delineare il clima in cui sarebbe maturata anche quella
Quell'intendimento di cercare una strada per fare decantare la tensione che era era
Aggiunto veramente livelli insopportabili perché quella è una lettera spostamenti di minaccia pure al Capo dello Stato quindi si era arrivati ormai la sfida tecnico e veniva dai familiari dei detenuti
E soprattutto delle detenuti mafiosi quindi
Era una un atteggiamento di di sfida che non risparmiava neppure la carica più alta
E questo era indice di un'attenzione arrivato a proposito allo all'estremo
Quindi c'è un'analisi appunto del contenuto di questa lettera che viene riportata per per esteso
Ci sono anche minacce ed espressioni e molto dure nei confronti del per gli del del dittatore Amato invece che direttore Amato il dittatore Amato insomma a riprova del fatto che in effetti amato non avesse a reputazione di persona partitamente morbido al contrario
E dopodiché la la sentenza si sofferma anche sul sul modo estremamente
Travagliato in cui le è stato possibile portare alla luce questo questo documento
Perché di cui non c'era traccia praticamente lì dove avrebbe dovuto essere top e trovato a cominciare dall'archivio storico del del Quirinale e e tra l'altro è una lettera sottiletta fantasma perché tutti i vertici diciamo i funzionari che avrebbero dovuto essere interessati anche per ragioni di competenza
Funzionale per così dire è andata la pertinenza della materia
Alla contenuto di questa lettera in realtà hanno dichiarato di non averne mai saputo nulla di averla prezzo soltanto a distanza di anni come se in qualche modo fosse stata tenuta nascosta la lettera per gli effetti che in qualche modo aveva innescato questa almeno l'ipotesi tuttavia tuttavia la corte non ritiene che nonostante i dubbi che diciamo circondano
Quell'alla l'anomala segretezza malumori serbo che fu mantenuto intorno a questa lettera ritiene che non per questo vi siano elementi sufficienti a far ritenere fondata
L'ipotesi adombrata dallo stesso Amato secondo cui deliberatamente gli fu tenuta nascosta questa Lettera a lui come anche al dice direttore nel tappa dell'epoca
Fazioli
Come anche al al vice capo di gabinetto del ministro della giustizia alla greca Giuseppe che puniva ha detto d'avere mai Conte avuto cognizione dell'esposto inviato dai i familiari dei dei detenuti ad un do di petto l'ipotesi Amato per gli fosse stata deliberatamente tenuta nascosta perché altrimenti mi avrebbe sollevato un avrebbe né protestato appunto contro
La
Il rischio che a seguito anche di questa lettera vi fossero cedimenti sul terreno della politica carceraria dopodiché a quel punto sarebbe stato molto più difficile diciamo procedere alla sua
Sostituzione
Però il dato saliente che comunque si può ricavare da questo documento è il fatto che questa lettera sicuramente ispirata dai mafiosi
Effetti ente reclusi nel carcere di di Pianosa il lieto ramato viene indicato espressamente come responsabile delle condizioni carcerarie di particolare durezza che sono lamentate appunto in quel in quel documento infatti tra le frasi insomma del la sentenza riporta c'è la l'auspicio e la richiesta del tramite i sedicenti familiari dei detenuti di togliere gli squadristi al servizio del dittatore Amato dando dignità di detenuti ai detenuti il che il così viene clamorosamente smentita l'immagine del che si è tentata di accreditare del del direttore Amato per escludere che la sostituzione la sua sostituzione possa essere stata determinata dalla volontà di attenuare il rigore del regime carcerario applicato ai mafiosi
La sentenza affronta poi la questione delle modalità attraverso cui si pervenne alla nomina e Francesco di Francesco Di Maggio superando una serie di ostacoli legati a anche la mancanza dei dei titoli dei requisiti prescritti
Parte dall'esaminare le dichiarazioni di Liliana Ferraro Ferraro
La quale ricorda che candidatura già nel novantadue Di Maggio al prospettato la possibilità di essere assegnato alla direzione gli affari penali
Poi era tornato a trovarlo nel nel novantatré nella seconda metà del del Nord questo progetto diciamo Q accantonato
Verosimilmente perché quando aveva accarezzato quest'idea il virgola la alla direzione del dell'ufficio
Affari generali del Ministero Giustizia c'era
Ancora Giovanni Falcone
E quindi la possibilità di andare a lavorare con Giovanni Falcone era ritenuta dal dal Di Maggio una prospettiva
Accattivante
Poi ovviamente dopo dopo la strage di di Capaci alla Direzione degli Affari generali e l'Ufficio affari generali viene designata la la Ferraro il il Di Maggio perde interesse a quell'incarico ma nella seconda metà del novantatré torna a
Trovare la la Ferraro
E le prospetta
Che si erano create le condizioni per una sua destinazione al
Al tatto
Disse alla Ferraro che di questa destinazione aveva già parlato con il ministro Conso che anche il Presidente Scalfaro era informato
E quel contesto le disse anche che lui aveva personalmente delle conoscenze negli ambienti del del Quirinale
Dice la la Ferraro che in quel primo colloquio tipo ce ne fu uno successivamente proprio a ridosso della della nomina
Si era riferito genericamente al settore carcerario ma senza fare specifico riferimento a incarichi ruoli
Di cui invece le parlo in occasione del del successivo colloquio
La collocazione temporale di questo primo colloca intorno a metà del novantatré comunque ancora non c'era stata la nomina di Capriotti mangia si parlava al ministero di cambiamenti clamorosi corso di cambiamenti anche al vertice del del DAP
Di Maggio le chiese appunto chiarimenti sulla sua sulla mancanza dei titoli
Per essere designato all'eventualmente a incarichi direttivi nella nelle d'ambito
Viene redatto per il fatto che lui non aveva ricoperto uffici direttivi aveva un'anzianità i servizi alla qualifica funzionale insufficiente per ricoprire anche il ruolo di direttore e di vicedirettore del del DAP
E
Lei la stessa Ferraro le indicò quale potesse quale poteva essere il il percorso per sino a capo di questo ostacolo cioè
Gli disse che
Gli aspiranti che non avessero i requisiti prescritti potevano essere nominati i prefetti o dirigenti i generali
Di Maggio poi appunto nella successivo colloquio che tiene invece a ridosso
Della della nomina le chiese addirittura di dargli una mano a preparare materialmente la bozza di provvedimento di nomina da sottoporre poi al Consiglio europeo dei ministri cosa che lei fece insieme alla sua è segreteria quindi la bozza fu preparata nell'ufficio Della Ferraro con l'aiuto pure del dottore Loris D'Ambrosio
Ma almeno così ritiene di ricordare la Ferraro perché per tutta la parte normativa dell'ufficio
Della della degli affari generali e la
La Ferraro ha sempre bene lavorato si è sempre avvalso della collaborazione nel dottore D'Ambrosio
Di tutto questo naturalmente non vi sarebbe stato bisogno se Di Maggio fosse andato alla direzione
Gli affari penali o anche all'ufficio detenuti ma invece per il ruolo di di capo vicecapo del Dap era necessario appunto procedere in quel senso
Aggiunge la la Ferraro che D'Ambrosio era uno stretto amico
Di Francesco Di Maggio
Che hanno passato un lungo periodo entrambi all'ufficio dell'Alto commissariato
E non ebbe
Mai il il D'Ambrosio esternarle come pure avrebbe potuto fare benissimo
Anzi laterale un po'imbarazzata doverlo ricordare adesso che in Abruzzo è morto anche perché era un amico non le esterno
Tutte quelle perplessità sul provvedimento di nomina di Di Maggio
Di cui invece lo stesso D'Ambrosio D'Ambrosio risulta avere fatto cenno in un colloquio con Nicola Mancino intercettato il venticinque novembre due mila e undici
Laddove appunto sì interroga sul
Sulle vere ragioni quindi questo
Di questa designazione di di maggior sul perché
Di Maggio e sia stato dirottato con un provvedimento sui generis o comunque singolare al dipartimento e tutti l'abbia abbia voluto appunto la sua
Designazione
La Ferraro aggiunge
Di aderire ritenuto che Di Maggio avesse chiesto di andare al DAP perché agli affari penali alla perso interesse per gli Affari penali perché non c'era più
Giovanni Falcone aggiunge che la predisposizione della bozza del decreto di nomina le fu sollecitata soltanto da Di Maggio come favore personale cioè in sostanza nessuno
Nessun né né il ministro
Me alcun responsabile di uffici competenti del del ministero
La sollecito a predisporre quel
Quel decreto nel lei ritenne di informarne alcune non si limito diciamo a prendere atto delle rassicurazioni verbali che le furono date
Da Di Maggio che le aveva detto che aveva concordato con Conso quel trasferimento che il presidente Scalfaro informato e quindi lei ne dedusse che se così stanno le cose vuol dire che qualcuno muore autorizzato
La Ferraro e certa che quel frangente della predisposizione materiale nei suoi uffici della bozza di decreto di nomina non era presente Gaetano Gifuni Gifuni che all'epoca era segretario generale del del Quirinale d'altra parte lei non ricorda di avere mai visto metano Gifuni al al ministero
E vero ponte quando era stata sentita dal Pubblico Ministero il venticinque gennaio del due mila dodici non ricordava nulla della vicenda erano nel maggio perché così non così disse così dichiarò
E la potuta ricostruire a distanza di tempo solo successivamente quando divenne di pubblico dominio nel giugno due mila dodici proprio la intercettazione della conversazione D'Ambrosio Mancino in cui si parlava di quella di quell'episodio
Fine della della predisposizione del decreto di di nomina negli uffici della direzione affari generali
Non ricordava nulla neanche del percorso seguito per arrivare a quella nomina cioè la messa fuori ruolo e la contestuale e nomina a dirigente generale la Presidenza del Consiglio
E non se ne sarebbe ricordata se non avesse letto le dichiarazioni che erano state rese nel corso di un'audizione dinanzi alla Commissione antimafia e dal dottore Calabria che era vicecapo dell'ufficio detenuti
E tutti questi i passaggi le sono venute in mente solo a distanza di anni e a seguito della lettura
Riportata anche sui giornali di quei i passaggi della intercettazione del colloquio D'Ambrosio Mancino
Naturalmente le viene contestato per quale ragione una volta ritrovata la memoria non si fosse presentata
Spontaneamente all'autorità giudiziaria per rettificare o integrare le precedenti dichiarazioni ma a questa non
Non sa dare spiegazione se non nel fatto che comunque lei non non ha mai stata sua intenzione tacere
Alcunché
La sentenza ribadisce tutte le perplessità sull'attendibilità della testimonianza nella dottoressa Ferraro
Perplessità già
Già evidenziate con riferimento a quanto aveva detto sui contatti con Mori e De Donno non è stato del novantadue non minori perplessità naturalmente suscita anche l'acqua parte della sua deposizione riguardante la nomina del dottor Di Maggio per dimenticanze che la corte reputa sorprendenti
Dal momento che su tali fatti venne esaminata dal Pubblico Ministero il venticinque gennaio del due mila dodici con domande dirette le specifiche
Alle quali la Ferraro che poi metterà addirittura di essere stata investita specificatamente e il problema di trovare il modo di superare l'ostacolo legato alla mancanza dei requisiti ricorderà per pure di aver recuperato agli adempimenti preparatori in vista della nomina di maggio addirittura in quella sede riferì di aver appreso di come era stato superato quel problema soltanto leggendo informazioni su internet
Ribadendo poi di non ricordare comunque altro
E quindi diciamo tra l'ardua sentenza ribadisce
Il tutte le perplessità sulla condotta
Della Ferraro
E comunque la la corte attribuisce queste e anche altre reticenze
All'intento della Ferraro di nascondere alcune sue
Conoscenze
Per frapporre ostacoli alla
Complessa ricostruzione accusatoria che cominciava ad emergere dall'indagine allora condotte dalla Procura della Repubblica di Firenze e reputa che soltanto dopo esservi stato costretta da sopravvenuta emergenze conoscitive abbia otto otto collo fatto parziali ammissioni trincerandosi
Dietro la giustificazione del cattivo ricordo per il tempo trascorso però anche
Ulteriori anomalie la Corte ritiene di poter ricavare pure dalla dal ruolo di Loris che Loris D'Ambrosio ebbe nella vicenda cui
Chiamato in causa Loris D'Ambrosio dalla anche dalle dichiarazioni della della Ferraro
Il D'Ambrosio conferma
Le sue prime dichiarazioni
Di avere prestato servizio all'ufficio legislativo del ministero di Giustizia sino all'aprile mille centottantanove poi era passato all'ufficio dell'Alto Commissariato all'epoca diretto dal dottore Domenico sì che li aveva conosciuto il dottore Di Maggio
E ho trovato anche il dottor vigna e Misiani che comunque già oscena perché aveva prestato servizio alla rispettivamente alla Procura e all'Ufficio Istruzione del tribunale di di Roma
Dichiarò che ignora il
D'Ambrosio dichiarò nel sempre nelle sue prime dichiarazioni disse di ignorare chi avesse chiamato Di Maggio all'alto commissario ma sapeva che il dottore Di Maggio è uno stretto rapporto con il colonnello Bonaventura che prestava servizio anche lui presso l'Alto commissariato
E in precedenza la prestato servizio presso la Sezione anticrimine dei carabinieri Milano interessandosi impartiva di indagini sul terrorismo
Tra l'altro Di Maggio era figlio di un maresciallo dei carabinieri quindi ava dell'arma un'altissima considerazione e cioè tra i suoi rapporti di conoscenza vantava anche quelli con molti ufficiali dei carabinieri
Tra cui a parte il Cornello Bonaventura i chancellor morì Di Petrillo Pignero
Presso l'ufficio nella direzione affari generali si occupava effettivamente della danno presso anche anche presso l'ufficio dell'Alto commissariato si è occupato soltanto della parte normativamente lignaggio Di Maggio iniziali che svolgemmo per lo più compiti operativi
Occupandosi in particolare il il secondo del territorio siciliano pone alla fatto rientra l'ufficio legislativo del ministero la giustizia e quindi non ho avuto più occasione di incontrare Di Maggio si raggiunge il novantatré
Quando luogo dello stesso Di Maggio lo informo che sarebbe stato nominato vicedirettore verità
Ne i esterno le sue perplessità perché non aveva la messa la qualifica prevista da una legge del mio cento o novanta
Ma lui replicò che stava per essere nominato dirigente generale e alla sua obiezione che questo avrebbe comportato il definitivo abbandono alla magistratura relativo trattamento retributivo rispose che l'aveva messo in conto e che gli andava bene
Ignora attraverso quali percorsi si era addivenuti alla fine alla nomina del del Di Maggio non avendone mai parlato né con la dottoressa Ferraro né con la dottoressa Pomodoro
E può dire solo che a norma di legge la nomina era di competenza del ministro su proposta del capo dipartimento
Ha poi saputo del ministro Conso ha dichiarato te non lo aveva mai conosciute in precedenza al Di Maggio che non conosceva neanche Capriotti
E precisa che questa è una circostanza abbastanza anomala per quella che è la sua esperienza rispetto alla prassi
Perché può qualche volta accadere che il nome del vice capo venga suggerito al capo dipartimento dallo stesso ministro
Rendendo quindi solo formale alla proposta ma non ha mai avuto cognizione del fatto che il vice capo dipartimento possa essere persona che Mecca volete patimento né il ministro conosca
Conclude quelle sue prime dichiarazioni dicendo di non sapere nulla del dimissionamento Nicolò Amato che per lui fu un evento assolutamente inaspettato però nelle conversazioni intercettate sulla utenza del dell'imputato Mancino in particolare la progressivo numero centocinquantaquattro del venticinque novembre due mila undici viene fuori tutta un'altra storia
Perché Loris D'Ambrosio in alcuni passi faccenda alla vicenda della nomina di Masi di Di Maggio
In termini molto diversi da quelli in cui poi ne avrebbe riferito nella con la deposizione resa il venti marzo due mila dodici
La la sentenza riporta tutti i passi della intercettazione in cui i due interlocutori ne parlano della questione del quarantuno disse
Dopo che è mancino ha informato D'Ambrosio che era stato citato a Palermo per essere sentito dal dal Pubblico ministero ovviamente rimando quindi a questa parte della sentenza in cui viene riportata
Le analizza tra l'intercettazione Primo dei passaggi
Il il D'Ambrosio
Rimarca appunto la la particolarità di quella lettera
Sedicenti familiari dei detenuti mafiosi che in realtà
Non era
Non era mai arrivata all'Archivio centrale dove dovrebbe essere riversato tutto ciò che arriva al Capo dello Stato
Mancino replica che è scappato in rapporti tali da consentirci anche di dire che sta storia del quarantuno bis può essere riviste su questo convengono
E poi due ed eliminano come una sorta di contrapposizione tra due linee
Che attraversava in qualche modo
Le istituzioni
Coinvolgendo in particolare
Anche la
I vertici del
Del DAP sull'orientamento e discutono del dell'orientamento di in particolare di Di Maggio
Con D'Ambrosio che
Rappresenta la sua convinzione
Che il il Di Maggio non fosse tanto favorevole al all'alleggerimento del del quarantuno bis perché lui era di un'altra idea perché c'erano come due scuole di pensiero cioè una era per l'alleggerimento tout-court delle quarantuno bis e questa era la linea diciamo che faceva capo anche al
Parisi con la polizia quindi Parisi Scalfaro e compagnia
L'altra invece era quella un alleggerimento sin ma selettivo finalizzato cioè funzionale allo sviluppo dei colloqui investigativi per consentire un più agevole accesso nelle carceri
Dice D'Ambrosio agli amici di Ciccio Di Maggio alludendo appunto in particolare ai carabinieri
Per cui si sarebbero delineate come due manovre a tenaglia e Franco Di Maggio poteva essere favorevole sì
Alla all'aggiramento del bis ma delle quarantuno bis ma solo nei confronti di soggetti che in qualche modo collaborava o fossero propensi a collaborare non formalmente ma come confidenti mentre
Prendeva a escludere che potesse essere favorevole a un alleggerimento indiscriminato del del quarantuno pisside
Insomma i due poli va
Dalla conversazione ovviamente si di lunga su tutti questi aspetti su queste valutazioni che sono comunque valutazioni dei due interlocutori quello che questa almeno in questo passaggio la motivazione la sentenza mette in luce in relazione a questo a questa intercettazione e che se ne evince come il dottor D'Ambrosio avesse perfettamente compreso
Il rilievo centrale che aveva la nomina al DAP del dottor Di Maggio nell'interesse del capo della polizia e anche del colonnello Mori ai o e quali era particolarmente legato e questo ancorché lo stesso D'Ambrosio ritenesse più plausibile conoscendo il dottore Di Maggio che quell'interesse fosse diretto PT ad ottenere un alleggerimento del quarantuno bis piuttosto a consentire l'accesso nelle carceri dei suoi amici
Cioè appunto dei carabinieri per avere
Senza vincoli colloqui investigativi con i detenuti quindi un alleggerimento del quarantuno bis a tutto concedere a vantaggio di potenziali possibili confidenti
Secondo la corte ad avviso della Della Corte però questo questa finalità questo secondo interesse cioè quello di poter accedere più facilmente i colloqui con i detenuti by passando l'autorità giudiziaria messo che
Ricorresse non escluderebbe l'altro interesse quello connesso alla tua al tema attenuazione del
Del rigore carcerario che pure era certamente perseguito con la nomina di di maggio come comprovato appunto da quella annotazione prima riportata alla pagina del sei giugno novantatré sull'agenda del Presidente del Consiglio Ciampi e soprattutto dalla conversazione intercettata emerge e come Loris D'Ambrosio riguardo alla nomina di del Di Maggio dà atto fosse a conoscenza di una serie di elementi
Ben più o cospicui quindi quanto rispetto a quanto avrebbe poi riferito al Pubblico ministero il venti marzo del dominare dodici
Anche perché
A differenza di quanto dichiarato quella sede al Pubblico ministero
Nell'intercettazione di una conversazione intercettata il venticinque novembre due mila undici sembra ricordare perfettamente di avere partecipato alla stesura materiale
Nella stanza della dottoressa Ferrara appunto del decreto necessario della bozza di decreto necessario per la nomina
Per la nomina del del Di Maggio
Successivamente e alla luce naturalmente delle risultanze di questa intercettazione il D'Ambrosi è stato nuovamente sentito dal dal dal Pubblico Ministero il sedici maggio del due mila dodici anche queste dichiarazioni sono state acquisite per il sopravvenuto decesso del del D'Ambrosio
è ritornato diciamo in termini generali sulla vicenda della nomina di il Di Maggio
Mi ha ricordato peraltro che normalmente occorre l'approvazione della proposta da parte del consiglio dei ministri e quindi l'emanazione di apposito di Piero da parte del presidente La Repubblica marmitte lasso di nomina per questo per la nomina del dirigente generale
Ma nel caso di nomina a dirigente generale presso la Presidenza del Consiglio la legge numero quattrocento in duecentottantotto prevede un provvedimento a ottobre non richiede il decreto presidenziale quindi in qualche modo fu un éscamotage effettivamente molto
Avveduto per superare l'ostacolo
Però ha ribadito di non avere mai saputo in concreto come si era pervenuti alla nomina del del Di Maggio
E nella Ferraro nella pomodori specificano come dove scrisse il provento in questione che non ha mai visto dopodiché a quel punto inevitabile gli viene contestata l'intercettazione del venticinque novembre due mila undici
E qui il teste al manifestato tutto il suo imbarazzo nel tentare di giustificare
Diciamo il contrasto tra le sue dichiarazioni e quello che emergeva
Da da questa
Intercettazione
è stato tra l'altro mostrato al teste anche il verbale poi il decreto di nomina del Di Maggio a dirigente generale di livello C nell'organico di consigli e dal Presidente del Consiglio dei ministri con decorrenza undici giugno novantatré
è seguito poi dal D.P.R. in data ventitré giugno del novantatré
E qui D'Ambrosio ammesso che probabilmente l'episodio
Di cui egli usava per lo stesso ha parlato nella intercettazione si era verificato tra l'undici e il ventitré giugno del del novantatré oppure qualche giorno prima anche dell'undici giugno nel ma dove essersi trattato solo dalla predisposizione di una di una bozza
Comunque ribadisce
Quello che poi aveva esposto a Mancino una conversazione intercettata e cioè che per quanto a sua conoscenza
Il Di Maggio era contrario a un alleggerimento indiscriminato del quarantuno bis
E quindi a suo avviso la nomina la sua nomina alla al vice capo del DAP non avrebbe voluto avere questa finalità cioè di favorire una linea di alleggerimento del quarantuno bis ma semmai quella di favorire l'accesso alle cacce di personale investigativo dei carabinieri per acquisire informazioni presso detenuti e poi arrivare eventualmente a veri e propri rapporti di collaborazione quindi l'intento di chi volle la nomina il Di Maggio secondo me appunto la testimonianza del D'Ambrosio poteva essere solo quella di implementare questo tipo di attività in cui investigativa di prevenzione con particolare riguardo all'ingresso dei carabinieri del del rosso
Perché appunto umori era capo delle Rosse Ciccio Di Maggio era molto vicino ai ai carabinieri e in particolare allo stesso morì
Peraltro
Questa è soltanto una sua ipotesi perché non ha alcuna certezza del l'esistenza di colloqui non non autorizzati dalla dall'autorità giudiziaria invece conferma che a un effettivo e generalizzato alleggerimento del quarantuno visse era favorevole la cordata con per così dire commesso e componente cattolica
Che faceva capo poi al
Allo stesso presidente Scalfaro
Ancora fatto riferimento precisato che
Nella conversazione intercettata col senatore Mancini avevo fatto ritorno Incino ha fatto riferimento a rapporti tra Di Maggio e il generale Ragosa che era il capo del
Squadre e operative nel di partner dà atto
E ha fatto riferimento al suicido di Antonino Gioè secondo lui avvenuto in circostanze per ragioni mai di chiarite
La corte non insiste oltre nel
La sentenza per lo meno non insiste oltre nel richiamare imbarazzo manifestato dal teste D'Ambrosio questo anche in considerazione dalla sua comunque totale
Estraneità ai fatti costi in contestazione e anche del ruolo marginale tutto sommato avuto nell'episodio citato nella conversazione intercettata intercettazioni grazie alla quale è tornato a memoria anche alla Ferraro e però non può esimersi la corte dall'interrogarsi sul le ragioni di questo un mistero
Nel senso della reticenza di una persona pure integerrima come D'Ambrosio intorno a un promuove la questione della nomina del del Di Maggio
E l'unica spiegazione di di tanto riserbo la rinviene la corte nella
Riconducibilità appunto della nomina e Di Maggio a una precisa volontà è un preciso disegno del capo dello Stato Scalfaro e quindi aveva una remora di D'Ambrosio ha chiamare in causa una così alta autorità tanto più che ENEL si sapeva sapeva D'Ambrosio che già due anni prima lo stesso Scalfaro aveva dichiarato di non sapere nulla di quella nomina naturalmente questa è solo una deduzione
Della della corte
E però quello che c'è agli atti e la prova del PD fu un intervento esplicito del presidente Scalfaro sul presidente del consiglio Ciampi affinché si pervenisse alla nomina del Di Maggio al vertice del del tatto
Nello stesso solco di queste sofferte testimonianze si colloca anche quella resta il ventisette febbraio due mila quindici dalla dottoressa Pomodoro
Che citata dal dottore D'Ambrosio insieme alla dottoressa Ferraro per essere stata particolarmente vicina al dottore e Di Maggio la Pomodoro a di Riotta negato
Anche se dice si annota in sentenza modo poco verosimile stante il confermato rapporto di frequentazione con Di Maggio anche in occasioni
Conviviali e il ruolo di capo di gabinetto del ministro del ministro la giustizia ancora allora ricoperto ha negato qualsiasi conoscenza sulla nomina dei nuovi vertici del DAP nel giugno del novantatré adducendo come
Motivazione che in quel periodo aveva già la testa rivolta al nuovo incarico direttivo che avrebbe assunto di lì a poco importa
Solo a settembre al come presidente del Tribunale dei minori di Milano
Comunque dice la Pomodoro il dottore Di Maggio era molto conosciuto
E quindi probabilmente era noto anche al ministro Conso
Comunque tutto questo appare la corte non aggiunge e non toglie nulla alla conclusione che più rileva riguardo alle per le ragioni della nomina del del Di Maggio
Nominati e quindi a seguito della sollecitazione del capo della polizia e Parisi e stando proprio la testimonianza di D'Ambrosio verosimilmente anche il colonnello Mori per la zona vicinanza tanto a Parisi che a Di Maggio
E per il concomitante interesse ad avere la direzione del carcere un amico fu voluta dal presidente della Repubblica Scalfaro
Con la dichiarata finalità di attenuare il rigore carcerario sino allora perseguito dal da
Che si sarebbe protratto se come si accingeva a fare il ministro Conso fosse stato nominato quale vicedirettore del DAP il dottore Falcone
D'altra parte è lo stesso Francesco Di Maggio a a non nascondere ansia vantare la riconducibilità della sua nomina Alda al dato
Ha una precisa volontà del presidente La Repubblica Scalfari quanto è stato affermato in questo processo
Da Salvatore Cirignotta che a sua volta era stato chiamato alla carica di direttore dell'ufficio detenuti del DAP proprio da Francesco Di Maggio che Cirignotta ne riferisce che tante occasioni
Di Maggio che tra l'altro indica il teste indica come
Soggetto molto attivo determinato addirittura rivoluzionare l'assetto organizzativo del del DAP ebbe a vantarsi di essere praticamente inamovibile dal suo ruolo al vertice del dato perché era stato proprio presidente La Repubblica Scalfaro che lo aveva voluto
E a riprova cita anche i Cirignotta al di là delle confidenze di Di Maggio due occasioni specifiche in cui il Di Maggio ribadì questa sua ricorrente affermazione
Ripartiamo in occasione di un diverbio che aveva avuto con il collega Daga responsabile dell'ufficio studi e ricerca del dato che poi per il Real carico
Per mano di terroristi gli islamici
è un'altra volta quando Di Maggio ebbe a subire un attacco da una parlamentare ha proposto alle condizioni detentive a Pianosa e in genere nelle nelle risse anche in questa occasione il Di Maggio
Fece sfoggio di di sicurezza perché si sentiva le spalle protetti in quanto in quel posto ce l'aveva perso Scalfaro
è stata raccolta anche la testimonianza
Del di Eugenio Morini alto ufficiale dei carabinieri che all'epoca nonché amico di lunga data del del Di Maggio all'epoca
Comandante che fu anche comandante dalla compagnia dei carabinieri di Gallarate quando Di Maggio era alla Procura di Milano
Legame personale corroborato anche dalle se entrambi figli di marescialli e dell'arma e da una frequentazione pure familiare
E Morini riferisce che
Venni informato da Di Maggio del dell'incarico che stava per ricevere andavo Old atto
Con una telefonata fatta di uno o due settimane prima che venisse
Ufficialmente investito
Del di quell'incarico si trattava proprio della funzione di vicedirettore del DAP tanto che lo strazio di maggio gli aveva proposto di fallita capo di gabinetto proposta che comunque lui aveva
Declinato e proprio in quel contesto il molti dice il Morini Di Maggio gli disse espressamente espressamente che avrebbe ricoperto quell'incarico per volere del Colle anche senta
Non preciso se intendesse di resa al Capo dello Stato qualche alto funzionario come poteva essere il segretario generale ma certamente non poteva trattarsi di Gifuni che è stato sentito nel processo e nulla a raccontato in proposto quindi probabile che Di Maggio abbia con quel termine ha voluto fare riferimento proprio al presidente La Repubblica Scalfaro
In ogni caso di una definitiva conferma della riconducibilità a una precisa volontà di di Scalfaro della nomina di Francesco Di Maggio adatto
Il riscontro della quell'annotazione contenuta nell'agenda del del Presidente del Consiglio Ciampi si ricava proprio dalla voce dello stesso Di Maggio come riferita dai testi Cirignotta
Morini
Unanime sono a parere della Corte anche le testimonianze del sono state raccolte sull'assoluta diversità di caratteri e sulla mancanza di un sostanziale dialogo
Tra il direttore del DAP Capriotti il vice direttore Di Maggio e sulla su quella che è la sentenza definisce una prevaricazione
Per il suo carattere più forte per la sua personalità dominante del Di Maggio sul sul Caprio
Con la conseguenza che Di Maggio ha finito per diventare il reale riconosciuto punto di riferimento per tutti coloro che sia all'interno che all'esterno del DAP intendessero interloquire con il vertice del del DAP mentre Capriotti
Sarebbe stato relegato a una figura un ruolo di vera rappresentanza non a caso pur sempre di maggio a rappresentare il DAP ma il direttore Capriotti nella riunione del comitato nazionale per l'ordine e sicurezza pubblica anche nelle occasioni più cruciali dell'estate del novantatré cioè dopo le stragi di Milano
Firenze Nieri unione di cui sono stati acquisiti i verbali agli atti di questo processo
Su questo punto la corte rammenta le testimonianze rese da monsignor fabbrica che appunto mi ha riferito che quando ebbe a contattare il dottore Capriotti per proporgli l'incarico di direttore del DAP lo stesso Capriotti manifestò il desiderio che gli venisse affiancato un bisce del Car dal carattere forte
E quindi come se Fabbri avesse in anticipo prefigurato uno scenario che vedeva una quasi una inevitabile subalternità del del Capriotti rispetto al vicedirettore che poi fu effettivamente nominato nella persona del dottore Di Maggio
E lo stesso Consob ha definito docile il dottore Capriotti attimo a fronte della debordante personalità del dottore Di Maggio
Giudizio che Collina peraltro con quello espresso dallo stesso Di Maggio secondo quanto ha riferito il teste Eugenio Molini quando rammenta che Di Maggio non aveva una grande considerazione del capo dipartimento perché lo considerava troppo morbido proprio nella gestione del dipartimento
Una persona che pretendeva isolarsi a starsene chiuso in ufficio non non avere non avere dialogo con nessuno e di fatto non c'era una vera e propria è collaborazione
Stessa percezione dei rapporti non facili tra il direttore Capriotti vicedirettore di maggio si ricava da fonti interne alta perché sono state pure compulsate come il vice direttore dell'ufficio detenuti andrà Calabria a dire del quale di fatto era Di Maggio che imponeva a a Capriotti le proprie decisioni
Capriotti non lasciava fare
E il direttore dell'ufficio detenuti Cirignotta
Che ha indicato il Di Maggio polli difatto il vero capo del del DAP mentre Capriotti a suo dire addirittura non non contava presso che nulla lo indica Cirignotta lo indica come una sorta di Animella
Che era lì proforma
Dichiara che tutti i direttori capi funzionari apicali dei vari uffici del DAP si rapportavano ma direttamente al al Di Maggio a meno che non ci fosse qualche cosa che d'Olanda necessariamente alla firma del presidente
Caprio Capriotti
Quindi tuttavia Cirignotta
Diciamo sdrammatizza anche la la questione dei rapporti
Tra i due perché dice che Capriotti definitiva non vedeva il Di Maggio un prevaricatore niente i suoi
Poteri perché era una una persona che Capriotti che si poteva schivare le sue responsabilità le schivavo e quindi non mi sembrava vero che è un altro si assumesse responsabilità decisionali queste la chiavi di lettura che offre
Ecco ci fermiamo qui con la relazione introduttiva del presidente Angelo appellino nell'udienza del trentuno maggio scorso udienza del processo d'appello Bagarella
Ed altri sulla presunta trattativa Stato-mafia in particolare in questa parte di udienza abbiamo ascoltato la relazione del presidente Angelo Pellino
Relativa all'avvicendamento al vertice del DAP tra Nicolò Amato e Adalberto Capriotti e il ruolo di Oscar Luigi Scalfaro dell'ex capo dello Stato nella sostituzione di Amato con Capriotti e nella nomina del dice di Capriotti Francesco Di Maggio
Lo ricordiamo si tratta del processo contro gli ex uomini del rosso Antonio Subranni Mario Mori e Giuseppe De Donno e contro l'ex senatore Marcello Dell'Utri accusati di minaccia a corpo
Politico dello Stato per aver veicolato
Le minacce di Cosa Nostra al governo allo scopo di imporre iniziative legislative a favore della mafia in cambio della fine delle stragi il primo grado
Si è concluso con condanne pesantissime nei confronti degli uomini del rosso di di Marcello Dell'Utri
Si è concluso il venti aprile del due mila diciotto adesso appunto è iniziato nell'aprile scorso il ventinove aprile scorso il processo di secondo grado davanti alla Corte d'Assise d'appello
Di Palermo presieduta dal consigliere Angelo Pellino che radio radicale puntualmente segue intanto ci fermiamo qui anche che per questa sera terminato così la puntata
Dello Speciale giustizia a tutti grazie per l'attenzione da Lorena dur sono a buon ascolto dei successivi programmi di radio radicale