Tra gli argomenti discussi: Cultura, Letteratura, Libro, Venezia.
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Rubrica
Dibattito
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scrittore
Radio radicale bentrovati al nuovo appuntamento delle parole le cose siamo felici di avere i nostri studi quest'oggi Paolo Malaguti benvenuto ben trovato su Radio Radicale innanzitutto grazie grazie a voi bentrovati a voi
Allora Paolo Malagodi siamo qui per parlare del tuo ultimo romanzo edito da Solferino l'ultimo Carnevale allora iniziamo un po'a raccontare perché questo Carnevale l'ultimo dove ci troviamo
Sì
Niente e l'ultimo perché probabilmente una fine di Venezia il romanzo ambientato nel due mila ottanta nella città di Venezia in una città abbastanza diverso da quella che conosciamo oggi perché ho immaginato che da qui ai prossimi sessanta anni
Come del resto i dati ci dicono insomma il mare si sia alzato la popolazione se ne sia andata la città sedimentata un museo non un museo a cielo aperto
Il nell'ultimo giorno di Carnevale nel martedì grasso immaginato che accadano molte cose delle avventure delle disavventure in una città ormai morta o in punto di morte
Nell'arco proprio delle ventiquattro ore quindi il titolo a a questa ragione e questo questa l'ambientazione
Ecco questo diciannove febbraio del due mila ottanta un martedì grasso come dicevi in qualche modo il il palcoscenico per tutta quanta la serie di protagonisti che ovviamente si alternano all'interno del del romanzo e
è diciamo è un romanzo che mente ci proietta in una chiave futura però è un futuro tra l'altro neanche troppo troppo lontano o neanche troppo impossibile da vedere realizzato diciamo le figure che in qualche modo risaltano immediatamente sono
Michele Sandro che sono dei così ti guardi anche la laguna voce
Carlo una guida turistica appena promosso a pace Rebekah un attivista che non si arrende sostanzialmente al declino alla chiusura la morte della città
Ecco questo sistema di personaggi in qualche modo hanno
Parecchio in comune qui in Comune hanno anche il senso e la volontà di far rimanere invita la città e questa volontà di futuro si coniuga un poco la memoria del romanzo che Giobbe in qualche modo e li all'interno del libro a a fare un po'da trait d'union tra il passato e il presente della città allora al di là delle peculiarità di carattere del e le caratteristiche dei protagonisti questo è un romanzo corale un romanzo corale che ambientato nel futuro insomma
Quasi a volersi sottolineare in modo laterale può e dico che forse diciamo le cose importanti nel futuro possono essere salvati da una colla da una collettività non dal singolo eroe
Sì detto bene sono completamente con Loconte
Questo questo libro attraverso ovviamente una storia attraverso l'avventura
Vorrebbe lanciare dei messaggi attorno a Venezia attorno al suo futuro ma al di là di questo attorno in generale al destino del generazioni che adesso stanno affacciando al mondo i Millennials si i ventenni e lo dico da da insegnante oltre che da appassionato della scrittura
Credo che sia necessario sia obbligatorio per noi aver fiducia nella capacità di chi verrà dopo di noi di prendere in mano le cose e se necessario di fare anche delle delle scelte pesanti anche di mettersi di traverso a una politica che che che a volte sembra far fatica a capire le emergenze che che già oggi ci ci interessano
Edito altrettanto bene Venezia nel due mila ottanta da da racconto in maniera se vogliamo distopica quindi allagata sommersa dalle acque svuotata però i problemi di cui scrivo sono già oggi tutti i presenti
C'è un turismo feroce che si fa fatica a gestire anche fatti di cronaca recente ci mostrano una città delicata in mano delle forze a volte violente ci sono dei veneziani soprattutto già oggi che fanno fatica a vivere nella loro città
E quindi è ovvio se se le cose non cambieranno peggioreranno
Forse la Venezia che racconto si realizzerà cosa che spero proprio non avvenga
Ma credo che chi chi oggi ha vent'anni o o sedici anni insomma né abbia una sensibilità che forse noi alla Loretta non avevamo e quindi credo che sia doveroso aver fiducia
Della del cambiamento come come protagonisti
Ecco il libro è avvolto in un clima molto particolare devo dire un clima che mi ha stranamente riportato a una canzone che dica di qualche anno fa insomma era la fine degli anni
Settanta e l'inizio degli anni Ottanta ragazzo di Francesco Guccini si intitola Venezia
Perché è un po'la sintesi del del clima che troviamo sono anche questi versi che magari apparentemente non c'entro niente tu quando è scritto un libro neanche
Ci avrei pensato per la diciamo da lettore
Mi è in qualche modo balzato al cuore alla memoria diversi concili che dice Venezia che morì Venezia poggiava sul mare la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi
Venezia la vendetta olistiche cerco in mezzo alla gente l'Europa all'Oriente che guardano alzarsi la sera il fumo o la rabbia di Porto Marghera
E poi appunto chiude
Diciamo Venezia anche un sogno di quelli che per comperare però non ti puoi risvegliare con l'acqua la vuole un dolore a livello del mare
Il Doge a cambio di case per mille finestre sia esso il vagito di un bimbo che nato c'è solo la sirena di Mestre ecco questo ovviamente e verrebbe e catalogate come in collegamento ipertestuale però e in qualche modo è anche
Straordinario vedere nelle canzoni di Vucinic era l'etere figura di di di Stefania che era Cucchiara questa ragazza appunto protagonista
Di questi versi e e però all'interno del libro c'è appunto una ragazza che combatte c'è un vecchio che punto che che dimentica ma non vorrebbe dimenticare e ci sono diciamo tutta una serie di figure che cercò di salvarla Venezia ecco
Sembra lì eravamo nel mille novecentottanta più o meno se non ricordo male qui siamo nel due mila e ottanta passato un secolo tecnicamente pure diciamo la sensazione e la spessa ci si
Hai ragione già qualche lettore mi mi ha fatto notare questo il sesso fonte Guccini anzi chi chiaramente fa piacere da un lato d'altra parte pensare che in qualche modo i germi
Che hanno fatto ammalare Venezia fossero già stati ben identificati negli anni ottanta se non prima somma fa un po'riflettere
Sulla nostra incapacità di mettere mano a queste cose si è vero il il clima dominante nel romanzo è abbastanza un po'anche le atmosfere sono nebbiose complice il fatto appunto che sia di affine di Carnevale quindi ancora inverno in un mondo lagunare in cui dominano i toni un po'cupi umbratile però però questi qui questo atmosfere mi servivano anche per mettere in contrasto le scelte e la forza di alcuni personaggi tu giustamente citato i due a cui anch'io sono più legato cioè Rebecca e Giobbe
Rebecca che da ventenne del due mila ottanta tenta di fare delle scelte anche pesanti anche controcorrente che la che sa già la renderanno
Ho odiato comunque mai vista dal dall'opinione pubblica e dall'altro soprattutto Giobbe che a ottant'anni quindi è un personaggio una uno nato nel mille dire esalazione
Ikea ha visto ha visto la morte di Venezia però non si rassegna e anche lui nel suo piccolo nella sua debolezza tenta di fare qualcosa quindi anche qua sì forse il mondo che ci aspetta per certi aspetti sarà nebbioso complicato però credo che che la chiave di volta sia la nostra capacità di non rinunciare ha il coraggio di compiere delle scelte quando servirà
Ecco molto interessante all'interno del libro
Sono anche vari collegamenti anche qui di con dei generi differenti c'è una sentenza della Corte di Cassazione che vieta l'ingresso nuovamente i cittadini avvenenza del due mila e settanta c'è un articolo futuribile della Stampa che dice Greenspan ultimo insulto
Ecco e anche qui è un libero che naviga su tanti registi testuali come è stato per te in qualche modo scrive il tocca l'arti anche all'interno di un dialetto di un'atmosfera di una nota sensoriale chiaramente differente
Sì fra Stato divertente divertente anche Complesso per la parte giornalistica i capitoli dal dal romanzo sono appunto alternati a ipotetici articoli di di di di giornale D'Aquila diciamo dal dal dal due mila e venti se non sbaglio fino al due mila ottanta
Che mi servono per accompagnare il lettore in tutto ciò che c'è prima del due mila ottanta per fargli capire come si è arrivati a questo il luna park desolato
Mi sono fatto aiutare da amici giornalisti per reca liberare lo stile per per uscire diciamo dallo stile narrativo entrare nello stile giornalistico che che mi appartiene meno lo stesso dicasi per per il dialetto alcuni personaggi
Parlano alcuni dialoghi sono in un dialetto veneziano
Morbido ovviamente abbiamo tenuto il il rigore a un livello di comprensibilità diciamo su su tutto e sul territorio nazionale però mi mi mi piaceva giocare anche quei codici
E lanciare dei messaggi magari attraverso i codici ovvero sia il dialetto come non solo quello veneziano come come tutte le parlate regionali
è sicuramente può essere un elemento di identificazione un elemento di appartenenza a volte è stato usato come un elemento di appartenenza estrema come un elemento di esclusione
In questo romanzo
Finco immagino che il dialetto sia utilizzato dai cosiddetti resistenti quindi da da chi non si è rassegnato alla morte di Venezia come come il Codice di appartenenza come Codice di comprensione Interna questo a questo gruppo
Al di là della dei motivi della nazione
Mi piazze mi piace da lettore prima ancora che da che l'amante della scrittura mescolare i codici lo trovo lo trovo molto arricchente molto molto espressivo spero di di esser riuscito anche in questo
No no sicuramente l'operazione riuscite allora abbiamo ancora qualche minuto della nostra conversazione Paolo
Abbiamo la diciamo anche la percezione leggendo questo libero ovviamente di una diciamo anche di una sorta
Di di romanzo che guarda al futuro la parata di Bill Mental presente perché poi in verità i protagonisti si troveranno a scegliere in modo drammatico possiamo dire
Tra tra due entità ovvero tra il vivere e il far vivere la città ecco ormai le città possiamo dire
Tramite la gente Ficacci Silone tramite l'assalto ai centri storici stanno diventando un po'tutte uguali oggi il centro storico di Roma è drammaticamente uguale a quello di Firenze di Milano di
Di di Torino forse ancora no un po'si salva insomma diciamo di di di alcune città dell'Europa poi non ne parliamo ecco in qualche modo forse abbiamo già scelto di vivere o sopravvivere noi far morire le nostre città
Anche per questa questa è una una bella domanda sono sono d'accordo sulla sulla situazione attuale
Giusto gli ultimi dati listato di qualche settimana fa parlano di un crollo demografico e nonostante questo crollo per il nostro Paese si continua a costruire si continua a consumare suolo quindi per per chi stiamo costruendo case nuove se quelle già esistenti restano vuote
Forse forse sì forse il destino perlomeno dei grossi centri è già segnato
Questo secondo me lascia ancora delle
Dei margini di di speranza dei margini di intervento
Ad esempio solo che di comuni che di loro spontanea volontà hanno attuato il protocollo del saldo zero del consumo di suolo quindi rifiutano di consumare più suolo e se si costruiscono qualcosa a fronte di questo costruzione bonificano restituiscono diciamo la natura qualcosa che non si usava più di il problema alla base ed è un un tema che sicuramente sta dietro a questo libro come credo a tanti libri che si preoccupano del presente magari parlando di altro
Il qual è il nostro centro di valore se ovviamente nostro
Il nostro paradigma di riferimento al centro i nostri valori resta il profitto economico è evidente che a fronte di questo di quelle di questo miraggio sacrifica Remo tutto compresa la bellezza delle delle nostre città
Ancora una volta ecco da da da da insegnante voglio credere voglio sperare che magari chi arriva adesso possano bere
Una prospettiva diversa per una ragione semplice
Che insomma una mia opinione offrono una provocazione se vogliamo
La generazione che arriva adesso forse la prima che stava peggio dei propri genitori da alcuni punti di vista e questo questo stare peggio questo vivere in un mondo con maggiori difficoltà anche economiche anche lavorative spettacolo i propri genitori forse li obbligherà a fare delle scelte che fino ad oggi chi come noi ha vissuto diciamo così con molte comodità
Si ha permesso come dire il lusso di non di non per dal
Bene allora ringraziamo Paolo Malagodi l'ultimo Carnevale edito da Solferino legge dello per fare questo viaggio nel futuro nel presente tutto quanto quello che verrà insomma anche verso l'interno
Delle nostre dimenticanze delle nostre lotte possiamo dire anche delle nostre cose più vicine prossime ovvero le città c'è Venezia ma veramente può essere
Qualche modo qualsiasi città del due mila ottanta questa grazie ancora Paolo Malagodi era se vuole davvero Grazia Luciana Bruno che ha curato per noi la regia di questa trasmissione e voi che come sempre ci avete
Ascoltato rimanete come perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
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