Lectio Magistralis "Donne e politica" - La Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, apre il 52° Anno Accademico del Centro di studi e ricerche Mario Pannunzio

Fa ingresso nell'Aula Magna dell'Università il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
Fa ingresso Aula Magna dell'Università il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
Fa ingresso nell'Aula Magna dell'Università il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
No
Inoltre
Signor signor presidente del Senato autorizzato colleghi che colleghi studentesse e studenti signore signori con vero piacere signor Presidente le do il benvenuto questo antico ateneo che come tanti altri in Italia preso su Padova costituisce una grande patrimonio civile della storia e della vita intellettuale
Mi piace salutarla ricordando alcuni passi del suo discorso d'insediamento il ventiquattro marzo due mila diciotto come presidente del Senato prima donna ad occupare la seconda carica
Ed è in quell'occasione mise in evidenza questa svolta dicendo di volerla condividere con tutte quelle donne che con le loro storie azione esempio impegno e coraggio hanno contro costituito costruito l'Italia di oggi
E si riferisce specificamente alle rovine del Risorgimento che hanno lottato per quel sonno chiamati e alle tante ragazze di ogni estrazione sociale e di ogni cento religioso che hanno rappresentato Lanna dell'allora di liberazione
Torino nulla del Risorgimento prima capitale d'Italia città medaglia d'oro della Resistenza si sente perfettamente all'unisono con le sue parole
Ma in ogni epoca ogni epoca le proprie sfide
Quella che approviamo oggi in quest'aula quella che lei affronta ogni giorno nell'aula di Palazzo Madama
Quella che docenti i docenti di questo ateneo affrontano le Aule di lezione tutti i giorni
E la sfida per rimuovere le condizioni che oggi ancora purtroppo impediscono alle donne di ambire a posizioni apicali
Vogliamo che nelle scienze nelle arti nella letteratura nella società in generale le pari opportunità non siano solamente una formula o una prospettiva ma una realtà quotidiana
La sua presenza oggi ci onora ci permette di essere ottimisti circa il ruolo delle donne in ogni campo del vivere civile soprattutto circa il loro ruolo all'interno di una politica alta e nobile
Ma sappiamo che la battaglia per i super i membri per il superamento di questi pregiudizi è ancora molto lunga
In questa battaglia noi comuni per città disponiamo però di un'efficientissima
La conosce
Il pregiudizio non è ancora vinto e in questa fase storica le donne che vogliono impegnarsi in politica sono costrette a dimostrare di essere più bravi degli uomini più preparate
E allora noi siamo orgogliosi di affidare a tutte le nostre studentesse lo strumento che da medico mi piace chiamare studi strumento e non a Roma lo strumento dicevo lo strumento del sapere
Come è noto per un breve ma significativo Periodo Luigi Einaudi fu rettore di questa università parlavamo proprio prima
E la sua elezione tra queste mura non è certo stata dimenticata
Neppure quella delle sue prediche inutili come egli stesso le aveva definite Colautti ironia
Tutta piemontese mi lasci dire
Fu una di quelle sue prediche tra l'altro che in autentiche nella quale Inaudi espresse un concetto tanto semplice quanto fondamentale quello del conoscere per deliberare
Non sappiamo quanto quante delle nostre studentesse saranno chiamate un giorno a deliberare ma tutte questo lo sappiamo bene in qualità di donne cittadine saranno chiamati a decidere
La nostra missione e fornire loro quel conoscere che condizione necessaria tanto nel deliberare quanto nel decidere di ogni giorno
Siamo dunque estremamente felici che il Centro Pannunzio l'abbia invitata a tenere una lectio magistralis su donne e politica
Perché la prima donna a ricoprire la carica di presidente del senato ha dichiarato che l'Italia è un grande Paese democratico e liberare in cui nessun obiettivo nessun traguardo e più precluso alla donna questa tenevo con la sua protettrice con la sua con le sue vice lettrici con tutte le sue docenti dei suoi dirigenti le sue studentesse e tutte le donne della comunità universitaria vuole essere la dimostrazione tangibile delle sue parole mi piace infine ricordare che due anni fa il Centro Pannunzio celebrò i suoi cinquant'anni in quest'Aula Magna rendendo omaggio Francesco Ruffini rettore di queste unità di di questa università senatore del Regno giurista e storico della libertà i pensieri uscendo quindi vorrei invitarla sostare un attimo davanti alla lapide che recentemente a pochi passi da qui abbiamo posto in ricordo dei professori che rifiutarono giuramento il giuramento di fedeltà al fascismo
E che persa no la cattedra per questo atto di Keita coraggiosa tra questi tra essi ci furono Francesco e Eduardo Ruffini
Quell'esempio di amore per la libertà si conforma con il nostro agire affinché l'Università di Torino sia sempre luogo delezione per uomini e donne liberi di essere protagoniste nella società della conoscenza grazie ancora per aver accettato
Signor presidente del Senato signor magnifico rettore autorità civili e militari Sorce i soci del Centro Pannunzio
Il Centro Pannunzio rivolge a lei signor Presidente un saluto particolarmente cordiale ed esprime il suo ringraziamento per avere il raccolto il nostro invito attenere una lectio magistralis sul tema donne e politica
Un tema che il Centro Pannunzio da sempre attento alle problematiche femminili sulla parità di genere ma non demagogicamente femminista sente in modo particolare
è l'impegno civile che fu del mondo di Pannunzio che continua a sollecitarci dopo oltre cinquant'anni di attività al servizio della cultura e della libertà
Uno in via di quasi altrettanti e Diana per noi indici fungibile in quanto senza libertà non c'è cultura
Signor presidente è la è il terzo presidente del Senato della Repubblica che ci onora dopo Giovanni Spadolini che venne anche in qualità di presidente del consiglio e del filosofo Marcello Pera che tenne in quest'aula una lectio magistralis su Pannunzio e dopo di lui
La sua figura di altissimo valore istituzionale è per noi del Centro Pannunzio un riferimento sicuro in tempi difficili perché i suoi valori ideali sono anche i nostri
La sua attenzione al mondo della cultura è per noi un riconoscimento importante della validità dell'affermazione che cultura e politica come diceva Pannunzio devono rappresentare una duplice aspirazione nel quadro della libertà
Valore prima ed assoluto a cui richiamarci
Il Centro Pannunzio ha avuto sempre alto il senso delle istituzioni parlamentari e democratiche della Repubblica
Voglio qui ricordare il presidente Sandro Pertini che ci insegni nel mille novecento settantanove della Medaglia d'Oro di benemeriti della cultura
Il Presidente Francesco Cossiga che venne ad inaugurare una nostra mostra su Cavour e il Presidente Ciampi che seguire incoraggiò le nostre iniziative volte a difendere le ragioni del Risorgimento e del patriottismo
è la signor presidente nei suoi giri per l'Italia rivela un affaire reati appassionata volontà di tenere alto il livello delle istituzioni salvaguardando le nella loro imparzialità
E da italiani che amano l'Italia le siamo grati di questo impegno civico e civile più che mai oggi molto importante a difesa della democrazia parlamentare e della Costituzione che nella garanzia
Grazie di cuore signor Presidente
La sua lezione di oggi sarà per noi motivo di attenta riflessione per tutto l'anno annunciano il cinquantatreesimo che si apre oggi
Magnifico rettore la ringraziamo per l'ospitalità in questa storica aula magna in cui Mario Soldati nostro presidente per vent'anni ascoltava le lezioni di Lionello Venturi e di Francesco Ruffini
Il Centro Pannunzio ospitato dal rettore Mario all'Ara nacque nel mille novecentosessantotto fra queste storiche mura in epoca di contestazione studentesca manifestando solidarietà ai maestri di allora Franco Venturi Giorgio Pullini Aldo Garosci contestati violentemente
E per noi una ragione di legame profondo Corano Stra storia venire in questa storica aula magna che tante volte ci ha ospitati in questi cinquant'anni
Benissimo allora invito dal presidente il Senato
Buonasera a tutti
Signor magnifico rettore signor sindaco autorità signore e signori e per me è un vero piacere
Essere con voi oggi in occasione dell'apertura del cinquantaduesimo e anno accademico del Centro Pannunzio
E avere l'opportunità di svolgere alcune riflessioni sul dibattito sempre più attuale relativo alla presenza delle donne nello scenario politico
Saluto il magnifico rettore
Dell'università degli studi di Torino Stefano cioè una la Presidente del Centro Pannunzio Chiara Soldati e la ride direttrice del Dipartimento donna Anna Ricciotti
Un saluto che desidero estendere al corpo docente al personale amministrativo e a tutti i collaboratori che a vario titolo ogni giorno si dedicano con impegno e passione
Alla formazione scientifica culturale ed umana delle nostre giovani generazioni riferente riflettere sul presente e sulle prospettive future di un tema così complesso e articolato come quello legato alla presenza femminile nelle istituzioni e nel contesto politico il generale richiede necessariamente di svolgere alcune premesse di tipo storico
Guardare al passato
Consente infatti di comprendere come il percorso di emancipazione e di affermazione della condizione femminile sia stato trasversale alle epoche storiche territori alle religioni alle differente culture e tessuti sociali dei vari Paesi
Un percorso che peraltro ancora oggi fatica a concretizzarsi pienamente perfino all'interno di quelle ordinamenti che quanto meno sotto il profilo formale possono vantare una legislazione saldati all'avanguardia nell'affermazione delle pari opportunità tra uomini e donne
In molti Stati tra cui anche il nostro le donne hanno iniziato ad acquisire la titolarità dei diritti politici s'solo a partire dal ventesimo secolo il primo Stato europeo riconoscere il suffragio universale e il diritto delle donne a sedere in Parlamento fu nel mille novecentosette il Granducato di Finlandia
A questo fecero seguito la Norvegia e la Danimarca negli anni antecedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale
Mentre in Russia in Germania in Olanda e nel Regno Unito il voto alle donne sia pure con alcune limitazioni venne esteso tra il mille novecentodiciotto il mille novecentoventi
Sul piano del diritto internazionale
Il primo documento di portata generale che riconosce alle donne di tutto il mondo il diritto di partecipare attivamente alla vita politica del proprio Paese e la Dichiarazione universale dei diritti umani
Adottata dalle Nazioni Unite nel mille novecentoquarantotto
Se guardiamo all'Italia
Salvo alcune vicende relative alla Repubblica Romana del mille ottocentoquarantanove le consultazioni amministrative svoltesi negli anni venti e nel mille novecentoquarantacinque
Il primo vero voto femminile su scala nazionale avvenne nel mille novecentoquarantasei
In occasione del referendum istituzionale e delle elezioni dell'Assemblea costituente
E fu quello un momento decisivo
Nella storia dell'emancipazione femminile italiana
Un'emozione che la giornalista Anna Garofalo descrisse allora con queste suggestive parole
Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un'autorità silenziosa e perentoria
Le rigiriamo fra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane
Stringiamo le schede come biglietti d'amore
Le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso un tomo alla pari
Ventuno furono le donne eletta in seno all'assemblea costituente
Le prime ad entrare nelle istituzioni parlamentari e apportare una voce femminile nel dibattito politico nazionale
Fu anche merito loro sì lo spazio che la nostra Costituzione riserva riconoscimento dei principi di uguaglianza di parità di genere delle pari opportunità tra uomini e donne e ampio e puntuale
Principi che oggi diamo per acquisiti
Ma che per l'epoca in cui furono affermati rappresentarono una grande conquista legislativa e tracciarono il ritratto di una nazione moderna e democratica
La Costituzione ha indicato la via ma dare attuazione a quei principi di uguaglianza tra uomini e donne si è rivelato un cammino lungo e certamente non facile
Non solo in politica
Anche sul lavoro o nel mondo delle professioni passi in avanti hanno richiesto pazienza e progressività
La prima legge in materia di tutela
Delle lavoratrici madri risale al ventisei agosto mille novecentocinquanta mentre in Italia le donne hanno avuto la possibilità di accedere ai ruoli della magistratura soltanto nel mille novecentosessantatré
Ci sono voluti oltre cinquant'anni per giungere nel due mila e tre alla modifica dell'articolo cinquantuno della Costituzione e sancire la promozione della delle pari opportunità nell'accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive
E altre otto e altri otto anni per arrivare alla legge numero centoventi del due mila e undici sulle cosiddette quote rosa
E alla successiva legge numero duecentoquindici del due mila e dodici sulle riequilibrio delle rappresentanze di genere degli enti locali e nelle regioni parallelamente al piano legislativo occorre inoltre evidenziare
Come la questione dell'emancipazione femminile nelle dinamiche politiche nelle dinamiche istituzionali del Paese si sia dovuta confrontare anche con una diversi a un avversario
Sleale ed è tutto estraneo alle regole del confronto meritocratico
Mi riferisco a quel pregiudizio sociale
Ormai anacronistico ma ancora purtroppo diffuso in alcune aree del nostro Paese in molti Stati stranieri
Che per anni ha considerato la donna in una posizione sociale più debole e più vulnerabile rispetto all'uomo
Un pregiudizio che per molto tempo ha costituito un ostacolo insormontabile all'affermazione del riconoscimento dei meriti di tante donne di grande valore
Altrimenti come si potrebbe spiegare in termini razionali
In termini ragionevoli che la prima designazione di una donna alla corte costituzionale sia potuta avvenire soltanto nel mille novecentonovantasei ovvero quarant'anni dopo la celebrazione della sua prima udienza
Come anche occorre interrogarsi sul perché siamo stati necessari settant'anni
Di storia repubblicana diciotto legislature e radicali riforme elettorali per vedere una donna seduta sullo scranno più alto di Palazzo Madama pare io
E le donne senatrici passare
E le donne senatrici passare dalle quattro della prima legislatura alle attuali centotredici
Peraltro era già stato necessario attendere il mille novecentosettantanove per vedere per la prima volta nella nostra storia repubblicana una donna tre si chiedere un'Assemblea parlamentare
Nilde Iotti
La stessa Iotti in occasione del suo discorso di insediamento alla presidenza della Camera dei deputati ebbe a dire
Vivo quasi in modo emblematico questo momento avvertendo innesto un significato profondo che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose
Pazienti e tenaci si sono aperti la strada testo la loro la loro emancipazione
Proprio il mille novecentosettantanove peraltro fu un anno particolarmente significativo per l'affermazione della leadership politica femminile in Europa e nel mondo perché fu l'anno della nascita del primo governo Thatcher
Prima della Thatcher nessuna donna era mai stata alla guida del Governo o capo di Stato di un Paese europeo
Certo c'erano state le esperienze di Cirinnà spero di dirlo bene si ribalta Mabo banda RAI mai che è un po'difficile
Nello Sri Lanka di Evita Peron in Argentina o di Golda Meier in Israele ma almeno per quanto riguarda l'Europa furono le doti politiche e il carisma di Margaret Thatcher ad abbattersi qualsiasi steccato qualsiasi pregiudizio
La sua leadership per infatti tanto forte e autorevole
Da far considerare scontato e naturale che proprio una donna potesse essere così qualificate e determinata da fare la differenza
Guidare una nazione come la Gran Bretagna e lasciare una indelebile impronta nella storia da allora sono state trenta le donne Capo di Stato o di governo nel Vecchio Continente con un andamento sicuramente crescente ma dobbiamo anche essere consapevoli che a livello globale il raggiungimento della piena parità di genere nell'etica nella leadership politica continua ad essere un traguardo ancora lontano
Secondo i dati diffusi dall'unione interparlamentare mondiale
A gennaio di quest'anno infatti la percentuale complessiva di donne oggi a capo di uno Stato e del sei virgola sei per cento
Mentre dieci sono le donne premier sul sento novantatré primi ministri
E ancora su duecentosettantanove assemblee parlamentari in tutto il pianeta solo cinquantacinque sono presiedute da una donna mentre la percentuale media di seggi femminili si assesta intorno al ventiquattro virgola tre per cento
Crescente certamente
Ma sempre relativamente bassa e ancora la media di donne che occupano posizioni di governo appena al di sotto del trenta per cento comporta foglie riferiti soprattutto ai settori degli affari sociali
Della famiglia delle politiche giovanili dell'educazione della cultura della parità di genere e della salute
Nello scorrere i dati sulla presenza femminile nei Parlamenti dei vari Stati devo dire che sono rimasta sorpresa nello scoprire che il paese che conta più donne nel proprio Parlamento è il Ruanda
Con una percentuale pari al sessantuno virgola tre per cento seguito da Cuba e dalla Bolivia
In questa classifica l'Italia occupa il trentesimo posto con una media attorno al trentacinque per cento
Prima di noi ci sono la Svezia la Finlandia la Francia la Spagna la Danimarca
L'Austria il Belgio ma troviamo anche il Messico il Senegal il Nicaragua l'Argentina l'Etiopia il Burundi è il Mozambico
Sono dati significativi
Perché riguardano Paesi con equilibri sociali politici ed economici particolarmente complessa i e dove il dibattito legislativo sulle quote rosa sulle pari opportunità non ha mai acquistato la risonanza mediatica il peso politico che invece assunto negli anni in Europa
E non è importanza si dietro il noi si collocano o il Portogallo la Svizzera la Gran Bretagna la Germania questi dati
Devono essere un'occasione per comprendere che molto c'è ancora da fare per dare forza solidità e invisibilità all'impegno delle donne nella vita politica italiana
Si tratta di una rivoluzione da attuare non più e non soltanto in termini legislativi quanto piuttosto sul piano culturale
Certo il ruolo del parlamento rimane centrale rimane irrinunciabile come peraltro dimostra il vivace dibattito in sul interno sull'opportunità di prorogare i termini di efficacia della Legge Golfo Mosca contro le discriminazioni nei consigli di amministrazione delle società quotate
Ma proprio i termini di questo dibattito pongono l'attenzione sull'urgenza che alla legislazione delle quindi dell'eguaglianza formale e delle pari opportunità sostanziali si affianchi un cambiamento di mentalità radicale
Ovvero una cultura dell'equivalenza tra potenziali maschile potenziale femminile committenti che espressioni del potenziale umano
Una cultura che consenta di colmare le lacune di colmare i limiti fisiologici di una legislazione che da sola non potrà mai dirsi pienamente efficace
Ciò vale nel rapporto tra donne e politica certamente ma vale in ogni campo del nostro vivere civile
In tale direzione
Le politiche di empowerment femminile diventa un uno strumento irrinunciabile tanto a livello individuale
Quanto nelle dinamiche sociali per infondere tra le donne fiducia sicurezza e soprattutto consapevolezza delle proprie risorse
Raccontare approfondire le tante storie di leadership femminili di donne che hanno raggiunto prestigiosi traguardi nel mondo del lavoro nel mondo dell'impresa e ovviamente anche della politica
Diviene veicolo di sensibilizzazione di massa estremamente efficace
Del resto
Sono sempre più numerosi gli esempi di donne che pur non rivestendo ruoli istituzionali o di potere politico hanno dimostrato di poter influenzare talvolta condizionare l'azione dei governi di tutto il mondo
Penso giusto per citare due esempi di evidente attualità aggredita tu Umberto
E al premio Nobel per la pace Malala Yousafzai e alle loro campagne globali di sensibilizzazione sull'ambiente e sui diritti all'istruzione di tutti i bambini del mondo
Anche questo e fare politica ed è indubbio che in queste due giovani ragazze lo stiano facendo in modo efficace e determinante
Del resto proprio Margaret Thatcher non senza ironia era solita dire
In politica se vuoi che qualcosa venga detto chiedi ad un uomo
Se vuoi che qualcosa venga fatto chiede ad una donna
Riflettere su un rapporto tra donne e politica
Significa quindi soprattutto comprendere come l'intelligenza le competenze e la professionalità e la forza dimostrata da tante donne
Nella storia delle nazioni costituisca la chiave su cui costruire un futuro in cui il tema della parità di genere possa essere definitivamente superato in ogni sua declinazione
Significa inoltre acquisire la consapevolezza che ogni donna può essere protagonista della vita politica della vita professionale e della vita sociale di una nazione
Tutto questo richiede ovviamente un impegno divulgativo importante e per certi aspetti anche faticoso
Richiede anche di attuare con convinzione forme di collaborazione forme di partenariato internazionali
Tesi ad eliminare specie a livello ordinamentale qualunque forma di disparità o di discriminazione tra uomini e donne in quei Paesi che ancora non vi hanno provveduto
In tale prospettiva
Diventa quindi prioritario dare seguito ad obiettivi strategici come quelli fissati dall'Agenda due mila e trenta tese a scardinare in tutto il mondo quei fattori che direttamente o indirettamente incidono sulla condizione femminile ponendo la di fatto su un piano di inferiorità e di particolare debolezza
Occorre cioè impegnarsi a livello globale
Per garantire alle donne e alle ragazze di tutto il mondo parità di accesso all'istruzione alle cure mediche ad un lavoro dignitoso e la piena partecipazione ai processi decisionali e processi politici
Perché l'emancipazione culturale delle donne
E l'affermazione dell'Oro protagonismo politico economico e sociale non può prescindere dal riconoscimento dalla promozione e dall'effettiva tutela dei loro diritti fondamentali
Vi ringrazio
Vorrei ringraziare signor presidente signor magnifico rettore il presidente del Senato
Per questo straordinaria lezione
Che sarà una sorta di viatico per noi del Centro Pannunzio nel corso del prossimo anno
Davvero lei ha dimostrato quello che Adolfo Omodeo chiamava il senso della storia
E a manifestato
Quell'equilibrio
Il giudizio facciamo vita
Che noi vediamo nell'esercizio della sua alta punizione
Di presidente del senato della rete
Lei ha iniziato questo questa questo giro del Piemonte
La carrucola
La città di Luigi Einaudi
E chiude comminare questa lezione magistrale su invito del Centro Pannunzio c'è un legame ideale
Tra Luigi Einaudi che tu una delle firme più autorevole del settimanale di Pannunzio il mondo e che tu unanime intimo di Mario Pannunzio e Mario Pannunzio stress quindi c'è un legame ideale
Che salda il momento iniziale della sua visita con questo conclusivo
Di questo giornate piemontesi
Che io mi auguro dal piemontese si ripetano
Perché davvero lei rappresenta quello che un maestro della nostra università Norberto Bobbio chiamava l'Italia civile lei rappresenta l'Italia civile
Signor presidente terrore se signor Presidente pensionato
Magnifico rettore
Rivolgendo un pensiero di solidarietà e di vicinanza
Al popolo curdo
Perché lì è in gioco la vita che lascia
Che ha
Shell oggi io durante la prima guerra mondiale e rischia davvero un secondo genocidio
Un centro di cultura liberale e libera come il Centro Pannunzio non può non chiuderà il questa straordinaria
Giornata
Con un pensiero di solidarietà ai curdi
Giampiero Leo che per tanti anni
Ha rappresentato uno stimolo e una battaglia in difesa del minoranze e qui con noi e io lo ringrazio
Perché insieme a lui e a tanti altri dovremmo impegnarci a difendere l'Europa civile l'Italia civile all'Europa civile
Due valori importanti enti su un GP ringrazio tutte le autorità ringrazio signora sindaca ringrazio sua Eccellenza il prefetto il questore le autorità militari per essere qui questo s'era
E
Non posso far altro che rivolgermi ai tanti soci dal Centro Pannunzio che sono qui e che io ringrazio per la loro attenzione per la loro partecipazione al centro perché il centro è un'associazione che si fonda sui propri soci
Sull'impegno dei propri soci questo il titolo di onore
Che noi abbiamo e che rivendichiamo con orgoglio
Grazie
Io nuovamente il sono Foglieni tutti i soci del Centro Pannunzio per aver organizzato questo evento ma in particolar modo il presidente del Senato per aver accettato l'invito ci ha onorato CIA sbalordito con la sua presentazione nel vero senso della parola ricchissima di contenuti e di messaggi veramente segnano una sorta di di traccia
Per andare avanti su questo importante strada
Penso che possiamo a questo punto concludere qua questa cerimonia grazie a tutti e a tutte ma la presenza e per averlo
Grazie