Pasolini e Sciascia: "Ultimi eretici". Affinità e differenze tra due intellettuali soli e disorganici, "fraterni e lontani" (seconda giornata)

Cominciamo e la i lavori della seconda sessione del convegno stamattina abbiamo quattro relatori
Già prevedo che lo spazio della discussione
Sarà un po'compresso insomma però abbiamo questi quattro relatori che sono Roberto Andò Daniela Marcheschi Guido Vitiello
E Roberto chiesi soltanto proprio un mio breve commento brevissimo commento
Alla sessione di ieri
Non pretendo di riassumere la puntata precedente perché quelli che ieri non non c'erano
Ma attratto colgo l'occasione per dirvi che radio radicale ha registrato sta registrando l'intero convegno quindi se qualcuno di voi si è distratto
Durante le relazioni potrà riascoltare tutto alla radio radicale credo già a partire da domani quindi ringraziamo molto radio radicale per questo servizio prezioso insomma no tanti altri ne fa come sappiamo
Ecco dicevo prima giornata i relatori di ieri sono stati Ricciarda ricorda Giuseppe Traina
Bruno Pischedda Davide luglio e Andrea Cortellessa
Io direi semplicemente che devo dire sono state approfondite molto le differenze tra i due no perché lui punti di convergenza le le energie ci sono tantissime ma ovvero sono più ovvie sono più alte ieri da abbiamo tentato di approfondire invece alcune differenze e poi volevo semplicemente dirvi che questo convegno mi pare di ieri
Qua si tradisce una una una vocazione filosofica questo convegno perché tutti gli interventi hanno ruotato intorno ai concetti di verità e di realtà appunto come fosse un convegno subimmo un solo su questioni ontologiche me questa cosa comunque fa molto piacere ovviamente e
Sia Sciascia e Pasolini hanno continuamente riflettuto su questi concetti e un e devo dire ecco che pur spiriti
Molto problematici però credo che per nessuno dei due la verità
Possa essere ridotta a Effetto retorico ecco io credo che su questo non avrebbero mai ha colto un'idea Nick Scianna di verità come sintomo di Potenza
E effetto stilistico retorico diciamo che ieri tra l'altro Andrea Cortellessa ci ricordavano l'aforisma di Manganelli la realtà
Non è realistica potremmo anche aggiungere un altro allora aforisma diciamo Pseudo Manganelli uno potrebbe anche dire la verità non è vera ecco diciamo la cosa si può declinare in mille modi però io credo che per entrambi la letteratura è quella menzogna
Che però e quell'artificio che però smaschera
La menzogna del potere proprio come il falso dell'abate Vella
Appunto per Sciascia la letteratura e fu fatta lo dice passo Rudy fatta di oggetti e Terni
In qualche modo alla verità
Si relazionano anche se la verità e inappropriata bile e su questo non ci piove anche per Pasolini nessuno la possiede tra l'altro leggevo la sceneggiatura di quel corto di Pasolini Cosa sono le nuvole
E non so se questo Peppa andato Roberto non so se è andato nel nel nel corto questa cosa di sceneggiatura ma a un certo punto nel perviene messinscena l'Otello e Ninetto chiede a tutto cos'è la verità e Totò dice
Chiudi gli occhi concentrati dopo un po'la senti dentro di te poi batte subito fuggite subito ecco questo era la posizione posso dire comunque
Detto questo io aprirei i lavori della seconda sessione e come vi dicevo dunque il primo ospite Roberto Andò regista sceneggiatore scrittore è stato amico di Sciascia
Ha collaborato con Rosi Fellini
Macché anzi meno non lo sapevo Coppola
Decisivo l'incontro con Sciascia ricordiamo solo qualche titolo dei suoi firma il manoscritto del principe
Sotto falso nome viaggio segreto
Poi ha vinto anche con invece un libro il trono vuoto il Campiello opera prima del due mila tredici e dunque a Roberto andò la parola prego
Buongiorno ma diciamo che subito vorrei dire una cosa a proposito di quello che adesso commentava Filippo a proposito della nozione di verità no io ho fatto il finché ricordava adesso
Il manoscritto del principe non firma
Dedicato proprio al rapporto maestro allievo
E in quel caso il maestro Giuseppe Tomasi di Lampedusa e l'allievo era Francesco Orlando
Episodio che è molto noto e a cui Francesco aveva dedicato un libro signora Ricordo di Lampedusa
Ricordo di Lampedusa a distanza di anni si arricchì di un ulteriore postilla in cui Francesco diceva delle cose
Che non aveva detto nel primo libero
Primo libro era poi per me è stato l'ispirazione di quel film perché a volte i registi proprio si concentrano partono da un'idea che e totalmente anche diciamo quasi non detta nel senso che in quel libro quello che mi piacque soprattutto fu il momento in cui Francesco diceva nel mio rapporto con Giuseppe Tomasi a un certo punto
Si incrinò e e io non dirò i motivi per cui si quel non dire per me fu la molla per immaginarli e io ho fatto un film a partire da questo
Ma quello che mi colpiva quello che mi interessa ora dire prima di cominciare questo mio intervento che non ha alcun carattere
Cioè uso mi sento un po'fuori dal dal dal dal dal linguaggio che voi avete dovuto adoperato perché Saro più così
Presente in termini testimonianza proprio per il mio rapporto con Sciascia però
E siccome Filippo ci ha in qualche modo chiamato all'inizio a interrogarci su la valenza di questa realtà
Questo realismo in dormiveglia no
Come dire sognato
Evocato in quella lettera
E siccome c'ha anche invitato a parlare di Pascal Vieri insieme ritornata questa cosa perché era una era un riferimento per Leonardo Pascale e ed era sicuramente un riferimento per Tomasi di Lampedusa
Cioè questo pensiero tragico quindi diciamo
Tutta la
Filosofia del giansenismo
E i Tomasi Lampedusa ripeteva continuamente a Francesco Lando questa frase la verità e la peggiore delle interpretazioni possibili di un fatto io nel film faccio un grande uso di questa frase
Perché mi colpisce e mi colpiva e Sciascia che considerava questo libro di Francesco Orlando come il libro da regalare a qualcuno che si accostarsi alla Sicilia senza averla mai visitata ci si dovessi dire regalare
Un libro che K capire cos'è la Sicilia scrive Sciascia io gli regalerei Ricordo di Lampedusa di Francesco Orlando
E effettivamente
Si concentra anche lui su questa frase
Come sappiamo Sciascia è partito diciamo in qualche modo contestando il Gattopardo poi invece
In tarda età
E arrivato in qualche modo ad adottarlo quasi come standard no fino addirittura a
Fa suo quelli redini bile che allora invece aveva suscitato un grande disappunto da parte di Sciascia
Ma adesso diciamo a abbandoniamo questo aspetto
Mi scuso perché ho visto che hanno allegato l'articolo
Che mi fa piacere che che uscito sull'Espresso dove in parte quindi si ripetono delle cose che chi l'ha letto però siccome c'è un pubblico vario penso che bene per dare un senso quello che dico partire dall'inizio
Nel settantacinque credo che fossero i primi giorni di dicembre Francesco Rosi chiese un suo collaboratore di accompagnare Leonardo Sciascia una proiezione privata del nuovo film di Pier Paolo Pasolini Salò o le centoventi giornate di Sodoma
A sua volta il collaboratore di Rosi Gianni Arduini un aiuto regista qui per la sua innata eleganza la tribù del cinema aveva conferito il titolo di principe mi chiese se mi avrebbe fatto piacere affiancarlo in quella missione
Io che allora avevo sedici anni e in quella fine estate ero ospite e in quella fine estate c'è in realtà era dicembre in quell'in quel dicembre ospiterà la sua caso ubicata in via Mario Fani
Nello stesso angolo in cui anni dopo gli uomini delle Brigate Rosse avrebbe ucciso gli uomini della scorta e rapito Aldo Moro gli diedi la mia adesione entusiasta
Ricordo l'emozione con cui entrando nella o di un albergo vicino la stazione credo fosse il Quirinale vidi lo scrittore di Racalmuto seduto in un salottino d'angolo la brace dell'ennesima sigaretta tra le labbra
Intento a leggere un romanzo di Agatha Christie della collezione I Gialli Mondadori
Io e Arduini ci avvicinammo timidi e dopo poco avvertendo la presenza di qualcuno Sciascia sollevò su di noi il suo sguardo penetrante donando ci un'occhiata che sembrava provenire dalle terre più remote e silenziose che fosse dato di visitare dopo un attimo lo scrittore si alzò e nel porci la mano mentre si apriva un sorriso timido e ironico sibilo il suo cognome soffiando lo come un suono arabo Sacha usciti dall'albergo ci avviamo verso l'automobile manco a dirlo il principe possedeva un elegantissimo maggiolino blu e una volta che la raggiungemmo ci espone molto certe a sedere Gianni al posto di guida Sciascia a fianco del guidatore io sul sedile posteriore
Il viaggio proseguì in quel silenzio pensoso e assorto che il volto dello scrittore naturalmente imponeva
All'entrata della saletta di proiezione trovammo ad accollarci una collaboratrice di Pasolini che dopo qualche convenevoli invito a sedersi
Si spensero le luci finalmente fin cominciò a scorrere
Fin dall'inizio ricevere quelle immagini e quei dialoghi fu per me e Sciascia un'esperienza al limite del tollerabile Arduini invece vide il film in modo apparentemente imperturbabile
Il più inquieto e direi turbato sembrava lo scrittore si agitava sulla sedia sofferente in più di un'occasione protesse il proprio sguardo con la mano usata come una barriera contro il male che proveniva dallo schermo
Quando le luci si riaccesero apparve stravolto per terra davanti a Lucera un mucchio di mozziconi di sigarette almeno una decina e alcune sembrava fossero state spente dopo poche boccate
Quando ci ritrovammo in macchina Leonardo bisbiglio e terribile terribile e dopo poco come se continuasse a pensarci no non si può fare un fin così disperato
Poi chiuse gli occhi esausto come se col buio nel buio potesse finalmente placcare il flusso di immagini moleste che continuavano a vorticare nella sua mente
Dopo poco uscì un suo commento al film che dava conto della sofferenza che aveva approvato in parte e quello che ha fatto che abbiamo sentito per la voce di Marco Baliani no
E dove lui dice per quanto mi sforzi Sassi non riuscivo a nastro chiudere gli occhi davanti a certe scene
E nel buio diciamo fisico che si faceva in me precario conforto a quell'altro morale e intellettuale che dilaga la dallo schermo disperatamente come annaspando cercavo nella memoria immagini d'amore
Poi venne da una delle vittime da una di quelle che anche negli Ascari iniziali coi loro nomi anagrafici sono definite vittime venne l'invocazione chiave l'invocazione che spiego il senso del film e l'impressione che produceva in me
Dio perché ce l'hai abbandonato
Lo stesso grido di Cristo nel Vangelo di Marco e Loiero Islam Sabbatani
Quel commento rifletteva perfettamente le sensazioni che mi aveva provocato la proiezione ma nel suo pezzo Sciascia insinuava anche che fin fosse da leggere in relazione alla morte di Pasolini
Una morte in cui come scrisse gli elementi libertari sono sovrastati e annichiliti degli elementi cattolici
Nel film il grande regista metteva in con una volta al centro la sua idea del sacro e la contrapponeva al pensiero illuministico tramite sarde
Questo meraviglioso provocatore che attraverso la razionalità illuministica a dissacrante o non solo ciò che l'illuminismo distaccava ma l'illuminismo spesso come scrisse
Una posizione alquanto diversa da quella di Sciascia
Come ha giustamente sottolineato Claude Ambroise l'opera del grande scrittore siciliana infatti pervasa dalla volontà di negare fino in fondo l'ideologia della passione
Niente nessun ideale per quanto giusto nessun progresso deve poter giustificare dal senso positivo al supplizio la ragione non ha bisogno di detentori
Passarono degli anni prima che potesse rivedere Leonardo e questa volta fu Elvira Sellerio favorire un incontro che avvenne a Palermo nella sua casa editrice
Io volevo parlargli di un film che avevo intenzione di dedicare a Lucio Piccolo il poeta dei Canti barocchi
Lo trovai seduto sul divanetto liberti del salottino di via Siracusa in maniche di camicia immerso nella lettura ovviamente stava fumando e di tanto in tanto annotava qualcosa a margine delle bozze di un libro di cui aveva scritto risvolto di copertina
Mi chiese di aspettare io lo spia il mentre apponeva con una grafia nitidi stima le sue correzioni sul foglio
Quando iniziammo a parlare mi disse di piccolo come uno degli incontri più straordinari che gli era capitato di fare accolse con entusiasmo l'idea del film al punto che con grande generosità si propose come coautore e mi suggerì di parlarne anche Vincenzo Consolo che del poeta era stato una sorta di allievo
Alla fine della nostra chiacchierata sul punto di salutarci rivelargli a Leonardo che c'eravamo già incontrati egli ricorda in occasione della proiezione di Salò o le centoventi giornate di Sodoma
Mi guardo stupito e anche smarrito come se quell'accenno avesse riacceso la memoria di un esperienza penosa dopo poco scosse la testa e disse sì ora ricordo perfettamente
Lo disse restò un po'in silenzio e io ebbi l'impressione che gli stessero sfilando ancora davanti agli occhi le immagini del film
Il sano di passi Pasolini allora non mi piacque scanditi poco dopo e aspirata un'ulteriore boccata di fumo continuano anzi lo subito come si subisce una tortura ma penso che sia un film importante che resterà
Non disse altro io timidamente mi spinse a chiedere in che senso resterà
Nel senso che è un film con cui continueremo a fare i conti e proprio per le ragioni per cui allora lo considera in la tortura penso che Pasolini abbia vista prima del tempo un orrore che tra poco sarà evidente anche per noi lei che è giovane ha più probabilità di me di doverci fare i conti si fermò mi guardò fisso negli occhi indugiando studiarmi con quel suo sguardo limpido il mite
Da come lo ha rappresentato viene da pensare che di quell'orrore Pasolini abbia avuto un'esperienza concreta e direi anche intima sibilo ancora
E per quanto possa apparire assurdo a Pier Paolo quell'orrore non faceva più alcun effetto e questo è terribile
Poi questo in silenzio e io capì che era venuto il momento di congedarmi
Ci stringiamo la mano ci rinviamo alla prossima occasione in cui avremmo riparlato del film sul piccolo
Fu un saluto affettuoso e per quel che vale anche una sorta di riconoscimento intravidi una sorta di viatico nel suo modo di salutarmi mi ha fatto piacere chiacchierare con lei le cose che ha detto immaginato per il suo finto promettono bene
Ascoltando le sue parole Bin pressione di essere stato accolto in un club molto esclusivo e gliene fu grato tornato a casa vuol riprendere subito nota nel mio diario del dialogo su Pasolini il virgolettato delle frasi di Sciascia che ripropongo qui e desunto dalla trascrizione che ne fece il loro
Sono passati quarant'anni all'incirca
E lo scrittore siciliano è più che mai tra noi come Pasolini del resto anche lui destinato una considerazione postuma crescente dopo una vita trascorsa tra strappi scandali equivoci lacerazioni
Lui Sciascia ancora e per sempre accomunati dall'autorevolezza dei loro interventi sulla politica sulla società e dalle metafore che hanno immaginato per capire il potere il suo segreto nella società italiana
E noto che con petrolio Pasolini si fosse impegnato svelare quello che Emanuele Trevi ha definito il gioco nascosto delle forze che governano il mondo
E che quel film Salò
E petrolio si classe lo per il grande regista e scrittore la morte della narrazione
Mi capitato molto spesso di ripensare
Alle convinzioni di Sciascia alla convinzione dice a Sheffield finte sta mento di Pasolini nascondesse una profezia sul nostro futuro di uomini costretti a un surplus divisioni orrende
Come se con quel fin Pasolini volesse rappresentare una sorta di emorragia del vedere e in particolare del nostro ostinarci a spiare ciò che non va vista la violazione del corpo la morte in atto
Da qui il film il disagio che il fin da sempre provoca negli spettatori disagio che si incarna in una visione grigie sinistra
Il libro postumo di Pasolini Petrolio riassume alcuni spetti e idee che lo ossessionava no ed è nato dall'idea di trasformare qualcosa di scritto nell'esperienza suprema della vita
Ma in realtà quel film e quel libro segnavano una distanza tra Pasolini e Sciascia a partire dal sacro e dall'idea illuministica della verità
Rispondendo alla fatidica domanda di Pilato a Gesù cos'è la verità Sciascia senza mezzi termini scrisse che la letteratura
Sullo stesso argomento Pasolini autor recensendo sì aveva invece scritto parlando genericamente è stato ricordato ieri da Lully
Si potrebbe dire che Pasolini amara realtà ma parlando sempre genericamente si potrebbe forse anche dire che Pasolini
Non ama di un amore altrettanto completo e profondo la verità perché forse come egli dice l'amore per la verità finisce col distruggere tutto perché non c'è niente di vero
In questo senso diciamo
Facevo ieri una riflessione pensando all'intervento che ho trovato molto sollecita ante di Lully sul fatto che
A un certo punto lui ne conclude che Sciascia ha scritto dei libri dei romanzi dove in qualche modo e riuscito a condensare i saggi che non ha scritto
E e poi ha parlato di una specie di peculiarità l'impotenza del narratore Sciascia
Ecco e paradossale ma certamente è stato un narratore che come pochi avuto il privilegio di suscitare degli effetti concreti a partire da questa impotenza cioè se c'è un attrattore che ha segnato un immaginario con effetti concreti e Sciascia e adesso non so se questo gli vale il titolo di maestro ma sicuramente
Diciamo quella sua idea un po'alla Paul Louis Courier che la letteratura e legata a una buona azione a in qualche modo avuto un compimento per lui
Perché se pensiamo che introdotto per la letteratura un argomento che non esisteva
La mafia
Questo gli è costato molto perché ha suscitato nel tempo degli equivoci crescenti
E soprattutto nelle costieri
Nelle complicazioni che lui ha voluto dare a questo termine mafia e quindi nell'alcol notarlo politicamente a un certo punto
E invece è ovvio che lui si è imbattuto in una ambiguità che è tipica della letteratura e che alcuni cronisti che invece non capiscono il valore di altra natura e hanno preso alla lettera
E
è stato diciamo inopportuno in alcuni momenti Sciascia sicuramente io sono stato tra le persone che avuto il privilegio di pranzare con lui e Borsellino quando si sono riconciliati quindi
Conosco bene insomma il tam anche ha vissuto Sciascia in quegli anni in cui persone che prima lo conosco mi consideravano un maestro lo isolarono e lo lasciarono come dire lo misero nelle nella colonna dei cattivi ecco
Però sicuramente ecco mi sembra che
E
Forse il grande tema di Sciascia è stata proprio come tutta una letteratura del Novecento il fallimento
Quindi è vero che c'è l'impudenza del letteratura ma è un tema
C'è il ticket la la peculiarità della scrittura di Sciascia
Anche laddove passa dal romanzo al saggio anche laddove si colloca indecisa tra il romanzo il saggio e e lui dice molto spesso non si sa mai come definirsi se uno scrittore un saggista
Racconta il Cul de sac
Racconta e ieri un vicolo cieco
E quindi in cui quindi in un certo senso il fallimento sceglie il giallo e lo sceglie dalla parte di Garda senza voler mai come oggi e invece totalmente come dire appiattito
Dare soluzione al con colpevoli no
E
In questo senso
Un'altra influenza enorme che ha dato secondo me ed è testimoniato dalla varie generazioni di magistrati e quanto a diciamo
Inoculato
Un dubbio sulla giustizia
Attraverso tutta la letteratura che ha prodotto cioè se se io vado a vedere da palermitano gli interventi di alcuni protagonisti degli anni e ne abbiamo vissuto da Falcone Borsellino ma tutto quello che è venuto dopo
Tutti partono da Sciascia cioè non c'è uno scrittore che abbia avuto una rilevanza nel formarsi di una coscienza di chi giudica
Questo è abbastanza impressionante gli avrebbe lo considero un privilegio che forse dopo
Non sarà più possibile oggi non gliene frega niente della scriverà letteratura un giudice giovane che capito allora c'aveva un ruolo centrale la letteratura ed era possibile che e uno scrittore arrivasse ad essere così modello da influenzare questo lo dico perché e si si può considerare con grande suggestione quello che diceva Lugli ma sicuramente se è stato un narratore impotente avuto il privilegio di raccogliere degli effetti concreti da questa impotenza
E come Pasolini anche Sciascia arriverà ad affrancarsi dalla narrazione tradizionale alla fine tra le scritture da praticare mostrerà una netta predilezione per il saggio
Tra l'altro anche questa nozione di realtà di cui stiamo discutendo da ieri noi qui diceva giustamente
Filippo che quasi diventa
Un dibattito filosofico ENI
Mi piace introdurre anche il termine romanzesco nel senso che
Ci arrivo anche dopo
E un altro punto di contatto e petrolio e in qualche modo il luogo dove Pasolini
Porta a compimento delle idee e delle ossessioni che prima accennato ha lasciato così ma sicuramente quando lui parla del del fatto che il racconto deve essere pazzariello oppure non essere no e
Va a toccare un'idea del romanzesco che della realtà
La realtà non c'è più c'è il romanzesco quello che un po'secondo me fa da un certo momento in poi Sciascia e di confrontarsi con e lo fa attraverso il luogo dove il romanzesco si presenta in modo puntuale la politica
Non c'è più la realtà della politica ma c'è un romanzo della politica Pasolini come sottotitolo di Petrolio romanzo delle stragi
Il romanzesco quindi non è una categoria si potrebbe definire un po'Burton Paul aveva enucleata a un certo punto in quel suo accenno a un romanzo che non avrebbe mai scritto parla del romanzesco come di una deriva che si deposita nella realtà ecco mi sembra che anche Sciascia e Pasolini arrivino a questa conclusione
E
Per entrambi gli scrittori la morte rimarrà un pensiero un'ossessione da indagare a Pasolini toccherà di scontare l'immenso dolore di pensare alla parte più cara di se stesso come un morto
Come ha scritto Walter Siti ma anche per Sciascia la scrittura si legherà inestricabilmente al morire all'esperienza della morte
Cerco di considerare la morte un'esperienza narrata bile scriverà
Come ha osservato Claude Ambroise la sua e la scrittura terminale nel senso che la morte per Sciascia l'unico movente della scrittura l'unico vero pretesto per il ricorrere di un ragionamento da fare disfare io vorrei raccontare il morire la morte come esperienza
Mi limito dunque ad avere nei riguardi della morte della mia morte un'ultima suprema curiosità intellettuale
Il che rende questo dominante pensiero della morte nonché un pensiero diceva Savinio la morte e il pensiero stesso meno greve meno ossessivo come per ogni attese a cui un sentimento di curiosità si accompagna almeno due dei suoi ultimi libri sono incentrati sulla morte
è chiaro che la morte è presente anche in Morte di un inquisitore presente in tutti i suoi gialli ovviamente ma sicuramente
Il modo in cui fa i conti in alcuni suo dei suoi ultimi libri appunto L'affaire Moro un libro su un politico consapevole della fine che lo attende che scrive lettere per evitarla
E il cavaliere la morte il racconto dell'ultima intangibile di un investigatore malato di cancro forse il libro più autobiografico che Sciascia ha scritto
Ieri abbiamo capito che l'ha scritto proprio da queste parti a casa di Giannola Nonino
Il fondo anche Sciascia come Canetti affidava la scrittura il compito di togliere prestigio alla morte
Insomma pur nell'affetto fraterno che li legava tre due grandi scrittori
E sì c'era una distanza vistosa per Pasolini l'autobiografia era una condizione essenziale dell'opera
E la persona dell'autore come ha scritto siti una componente del significante posto che la letteratura non è altro che la traccia di un'opera vivente
Sciascia invece considerava la sua vita subordinata la letteratura e come ha scritto un offrì pensava che la realtà finisse per essere una coppia più scura e degradata dei suoi archetipi letterari
Andando alcuni dei suoi ragionamenti sulla letteratura lo scrittore siciliano l'ha descritta come un sistema di oggetti eterni che ciclicamente ti tornano a risplendere sotto il sole della verità
L'illuminismo tragico di Sciascia considerava il romanzo come una scheggia scaturita dal delitto quasi una sua postilla
E l'investigazione un puro lavorio mentale da condurre svariare su binari ipotetici del romanzesco se la giustizia impostura investigazione può infatti comprendere solo una disamina del possibile non Defoe attuale
E lo strumento di questo tipo di indagine avrà a che fare più con la fantasia e con la realtà con la letteratura per quel con investigazione
Certo di non poter reperire prove documentali l'investigatore di Sciascia si inoltre incerto e privo di garanzia non paesaggio morale e politico in cui ciò che appare diverso da ciò che e dunque solo il pensiero la sua forma più limpide assoluta la scrittura possono stabilire un aperto veritiero tra le immagini e le cose tra le parole le cose tra il delitto il movente
Così nelle opere di Sciascia l'investigatore lo scrittore si sovrappongono sino ad apparire indistinguibili l'uno all'altro e per cogliere sì in fondo l'ordine segreto delle cose devono entrambi fare ricorso alla letteratura
Alla fine anche poi Pasolini approderà un totale sfiducia verso i fatti e petrolio giunge a noi con una prova documentale fantastica di questo atteggiamento paradossale
Esplicitato nella tesi di fondo secondo la quale la storia italiana dell'ultimo cinquantennio e del tutto romanzesca e dunque i tentativi di narrativo
Narra la non possono che affrancarsi dalla forma tradizionale e lasciare il passo a un racconto che o è pazzariello o non è come scrive Pasolini nell'appunto dodicesimo del suo romanzo postumo
Oggi l'eredità dei due scrittori pure essendo continuamente evocata non è più così evidente
Nel tempo che ci separa da loro è avvenuto un cambiamento epocale che ha stravolto i caratteri della nostra società in particolare per ciò che riguarda il ruolo morale e politico degli artisti degli intellettuali
L'autorevolezza culturale è stata equivoca mente delegata al mercato
Al punto che gli stessi Pasolini Sciascia pur essendo considerati tra i più grandi intellettuali scrittori che l'Italia abbia avuto e pur continuando a prestare la loro luce
Appaiono oggi del tutto estranee al paesaggio che sotto i nostri occhi
L'estraneità è una qualità oltre che è una misura probabilmente anche il segno tangibile di quanto fossero diversi per carattere poetica degli scrittori che li circondava
Pure l'eresia quell'eresia che fu il blasone della loro maniera d'intendere la letteratura oggi non sembra avere più cittadinanza
Ai giorni nostri lo scrittore si professa eretico solo per assecondare una strategia di comunicazione vincente e le resi appare come il pallido surrogato dicevo che in passato le si attribuiva
In questo senso fa una certa impressione che digitando su internet il nome i Pasolini si incorra su una pagina di Facebook intestata eretico e Corsaro una scheda che sembra spalancarsi sul vuoto
Uno dei motivi per cui Sciascia e Pasolini invece sono ancora letti e nell'impronta profetica della loro letteratura
E in questo può esserci anche un equivoco e noto come negli ultimi tempi entrambi gli scrittori affidassero al romanzo dal saggio la possibilità di conoscere una verità più radicale e profonda di quella fornita dalla cronaca
In questo il maestro di Regalpetra e il maestro di Casarsa hanno anticipato quel che poi ha teorizzato Walter Siti a proposito della letteratura non fiction
Quando essa si impiccia con la storia e per dire quel che la storia e la politica non possono dire perché non hanno le prove
Io appartengo a una generazione che come scrisse jaime Pinto ha fatto a meno dei maestri eppure in quella Palermo terribile degli anni ottanta in cui vivevo
Io sono ho sentito il bisogno di andarmi a cercare dei maestri e in particolare ho cercato Leonardo Sciascia
Quando l'ho cominciato a frequentare con assiduità ero poco più che ventenne e cercavo nella Palermo lugubre di allora qualcuno che mi aiutasse a decifrare me stesso e il luogo in cui abitavo è stato lo scrittore che da ragazzo mi ha investito del piacere della scrittura offrendomi la sua voce inconfondibile in grado di frugare nel caos siciliano italiano attraverso gli squarci febbrili di una scena mento lucido e acuminato
La sua letteratura costitutivamente legata al pensiero alla riflessione sia che parlasse di mafia o di un aspetto del potere legato alla giustizia o ancora del potere interrogato nella sua natura più intrinseche astratta mi aveva subito stregato
Ma se non fosse stato per la grande generosità di Elvira Sellerio non l'avrei mai incontrato la probabilità che un giovane palermitano potesse intercettare un grande scrittore come Sciascia nella Palermo di allora erano nulle
Non esistevano festival di letteratura e non c'era ancora la voga dei tour promozionali per i libri in uscita in più egli aveva un suo modo felpato e sghembo di abitare Palermo dimorava in punta di piedi
Per proteggersi dalla sua violenza e dall'infinita imprevedibilità gli gli incontri umani si era infatti creato dei rituali delle abitudini questi rituali traccia una sorta di mappa di Palermo e inevitabilmente nell'Italia una geografia speciale
Leonardo sembra applicare al suo modo di abitare la città la lezione dell'amico Calvino dedicandovi attenzione e apprendimento Contini riconoscendo chi e cosa in mezzo all'inferno non è inferno
Dandosi da fare perché durasse e avesse spazio
Beninteso in questo atteggiamento non c'era nulla di prudente o di ortodosso seppure latte messe in qualche modo la disprezza asse Sciascia amava Palermo
L'amava sensualmente anche nella sua pericolosa indecifrabili ITA da scrittore avete stava all'inconcludenza
In questo verde in assorbito la lezione del suo maestro Vitaliano Brancati
Tra le tante letture fondamentali che mi ha suggerito devo a Leonardo anche la scoperta del Brancati saggista soprattutto degli scritti raccolti da De Feo Cibotto nel volume il borghese l'immensità
In uno di questi intitolato il castello Brancati teorizza l'inconcludenza di Palermo e la sua refrattarietà creare scrittori
Non credo che la letteratura abbia molti artisti palermitani i pochi che passano per tali sono nati dall'equivoco in cui cadono sovente i deboli filosofiche di credersi forti poeti affermazione lapidaria ma sottile insinuante
Non a caso per Brancati l'autentica vocazione di Palermo e l'intellettualità intesa nel suo carattere più vago e astratto
Da questa porta scrive ancora lo scrittore di Pachino sono entrati in Sicilia agli arabi i cavilli le sottigliezze Livio e il non mio la malinconia e i mosaici
Personalmente ritengo che Brancati sbagliasse e che in questo caso per amor di boutade avesse appiattito la letteratura su un'idea alquanto convenzionale lo dimostra la scrittura che è poi nata a Palermo da Lucio Piccolo Tomasi di Lampedusa
Ai romanzieri che in anni più recenti mi hanno creato una sorta di scuola con opere che pongono la riflessione come peculiarità vincente di questa tradizione
Ribadendo ancora una volta che se non costituisce un inciampo la creatività del romanzo come non lo era per Musil non lo è per Fiore per Riera vasta Alaimo Sant'Angelo tanto per fare dei nomi
Ma è vero come scriveva Sciascia che della Palermo prima del quattordici non esiste racconto e se è scomparsa senza lasciare immagine disse
In un libro che si possa paragonare a quello di Savinio Leonardo si riferiva l'ascolta il tuo cuore città appassionata dedica la Milano capitale civile e alla sua capacità di cambiare volto mantenendo integro il proprio cuore
Sul fatto che Palermo avesse ancora un cuore Sciascia nutriva invece dei dubbi
A questo proposito vorrei evocare un ricordo personale di solito ero io a chiamare Leonardo in tarda mattina verso mezzogiorno quando ero certo di non disturbare nella scrittura
Ma a volte mi chiamava Luís per comunicarmi qualcosa o per probabili propormi un programma particolare
Anche se quasi tutti i pomeriggi aveva bitumi fare una puntata da Arte al borgo di Maurilio catalano una galleria
Ricordo che un pomeriggio mi chiese di accompagnarlo al Castello c.t. peggio
Mi disse che noi con noi sarebbe venuto anche Castelli delizioso scrittore di libri come gli ombelichi tenui entro mondo
Dunque alle quattro passati a prenderlo da casa sua viale scaduto insieme raggiungemmo Antonio ci aspettava davanti un rivenditore di tabacchi in via Pirandello lo stesso in cui Leonardo aveva la consuetudine di comprare le sigarette
Si compiaceva di dire che erano mafiosi
Da lì con la mia centoventisette ci avviamo verso Monte Pellegrino
Sciascia era come sempre silenzioso ma sembrava di ottimo umore mi aveva fatto la sorpresa di un dono un libro per lui fondamentale è quella già avuto modo di introdurmi letame garanti di Pierre Bordry debba Antonio
Tradotto da Alberto Savinio
Lungo la strada Castellini arrivo caro di vestiti alcuni passi un impasto brillante o di erotismo e arguta elucubrazione giunti in cima al monte con nostra grande sorpresa trovammo aperto il cancello d'ingresso al Castello
Una volta entrati dopo aver parcheggiato ci avviamo a piedi verso il castello e visto che nessuno ci aveva fermato Sciascia ci chiese di dirigerci verso il torrione che si protende sulla piana di Palermo sulla Conca d'Oro
C'era vento e le raffiche improvvise rendevano ancora più fragile precaria l'andatura di Leonardo appoggiata quel bastone cui negli ultimi anni si era dovuto piegare
Ci sporge mo'appuntare la vertigine offerta dal panorama e Sciascia atteggiando il volto al sorriso mi disse che per capire Palermo bisognava guardarla Dalli
Mi spiegò che quel castello era considerato da Brancati l'emblema del fallimento di Palermo
Il proprietario un imprenditore si era suicidato buttandosi dalla rupe
Era un edificio che riassumeva in modo icastico la velleità di una classe
Imprenditoriale destinata allo scacco il simbolo di una città investe bramata senz'altra voce che non fosse quella della sua piccola borghesia
Una classe scalzare moralmente disponibile nutrita dagli stipendi della Regione la stessa che nel tempo l'avrebbe sfigurata sebbene l'avesse aggiudicasse severamente Leonardo amava profondamente Palermo e l'aveva battuta palmo a palmo frequentando i tassisti danno un guidatore in un'epoca in cui nessuno Palermo si azzardava a prendere un taxi
Soprattutto amava consultarlo attraversa le fotografie ripercorrendo nelle strade le statue i giardini le inferriate perlustrando la cioè con l'immaginazione l'unica via percorribile per abolirla il degrado
Seguendo lo scatto del fotografo Sciascia ritrova la città che i palermitani hanno lasciato all'incuria
Proprio perché l'amava prescrivendo a me quello che lui aveva intimato di fare e gli ho Vittorini a un certo punto mi ingiunse di lasciare Palermo qui non si può combinare nulla devi andartene
Suggerimento che io non tralasciare e del quale gli sono infinitamente grato ma Leonardo era un uomo geniale e contraddittorio anzi come è noto amava contraddirsi così nel tempo e si sarebbe adoperato per far sì che ci fossero meno ragioni perché un giovane lasciasse Palermo perché la vita non fosse altrove
L'aiuto sostanziale la nascita della casa editrice Sellerio ne è una prova come pure la frequentazione anche notturna della redazione del giornale loro a un certo punto quando mai vivevamo entrambi a Roma lui era deputato in Parlamento per i radicali io mi ci ero trasferito per lavorare nel cinema
Leonardo mi propose di farli da vice nella rubrica di cinema di cui si era fatto carico in un giornale che durò molto poco il globo
Sì
Allora vado vado un po'avanti e
Il cinema gli piaceva molto apre diceva quello silenzioso come amava definire il cinema muto credo che in quel giornale di recensione pubblicata solo una ma capitava che andassimo a vedere dei film insieme che lui parlasse dei quaderni in cui da ragazzo scrive i suoi giudizi sui film che vedeva e capitava anche di andare insieme in libreria quasi sempre perché aveva deciso di regalarmi un libro un verranno un Diderot per esempio tra i libri di cui gli sono grato e
E un libro eviterò che LAN Chrétien dal Philips Avex son per che in pratica e questo ho molto apprezzato la relazione di Cortellessa cioè il diciamo il vedere Sciascia all'insegna della riscrittura Borghesiana il contesto e per esempio
Diciamo una riscrittura di questo testo perché questo testo Diderot racconta l'episodio del calzolaio di Messina
E mi fa un racconto presso cui discutere della giustizia cassone di Messina era unione
Uomo che che si era preso il carico di risolvere tutti i delitti non risolti della città i delitti che erano rimasti impuniti e quindi andava a fare delle esecuzioni sommarie e uccidendo chi era colpevole di un
Elisa in fondo sì senso non rilegge il contesto e e lo spunto è quello
Così come fa a volte punta i libri che mi ha regalato che segnalo il racconto di De Benedetti sulle stiramento degli ebrei a Roma
Il volume della Pléiade consacrato Pascal
E mi piace molto col fatto che a un certo punto c'è una lettera la terza molto bella pubblicata in un volume di recente in cui parlando delle parrocchie Regalpetra gli scappa detto
Lo vorrei girare così Celan con una frase dal regista lo vorrei girare così dice all'altezza
Perché nel sogno di Leonardo giovane c'era il cinema e c'era da fare il regista e forse sarebbe stato il regista dei documentari di creazione oggi direi io cioè il documentario di creazione
E il documentario alla Rossi Gianfranco Rosi tanto mentre c'è un documentario
Che ha le stesse caratteristiche di un film di finzione che utilizza il romanzesco della realtà per fare un racconto ma diciamo qual è la caratteristica filosofica di questi film e che non sai mai quale finale
Differenza di un film di finzione dove finale prestabilito in un documentario dichiarazione non sai mai quale finale ecco io oggi sì dovessi pensare a Leonardo regista penserei a un regista di documentari
E io penso sempre a quella sigla che lui ha voluto dare al suo rapporto con la realtà l'invisibilità dell'evidenza
E cioè è una formula in suo nome dice molto del suo rapporto con la realtà
Adesso vado vado avanti un po'per re
E perché altrimenti se facciamo troppo
Ecco
Si è scritto tanto di questo singolare scrittore a volte anche in modo strumentale come sempre Capitalia Kissin PC atto di politica
Nella sterminata varietà di commenti che gli sono stati dedicati oltre alle recensioni dei suoi romanzi scritti da Pasolini alle lettere editoriali che negli anni invio Italo Calvino le parole affettuose riconoscenti allusivo oltre da Moravia ecco Moravia è uno che ne ha parlato in termini secondo me molto perspicace quando dice che non è vero affatto che il Sciascia
è uno scrittore razionale un razionalista è uno scrittore della ragione ma parla di un progressivo passaggio dalla ragione al mistero
Lo stesso mistero di cui parla Pasolini a proposito di Majorana nell'ultima intervista Furio Colombo Vincenzo Consolo Umberto Eco Roberto Calasso
Andrea Camilleri George Steiner
Mi piace segnalare quel che di lui ha scritto Goffredo Parise uno scrittore che per sensibilità può sembrare lontano da Sciascia
Peraltro detestato da Pasolini
Parise definisce la Fermor un libro poetico e non tanto per la sua inattendibilità politica e storica ma al contrario Geno Scalfari che ne fece una polemica proprio per la sua attendibilità poetica esponenti che storica
Nel tentativo di riassumere in modo essenziale
Il mondo descritto dallo scrittore siciliano Parise abbozza una sintesi fulminante ridotta la faccenda parole spicciole c'è un solo modo di eliminare un nemico che muoia e c'è un solo modo di vivere appartenere a una mafia
Ed è assolutamente vero che la mafia oltre che a una precisa organizzazione criminale per Sciascia rappresentasse anche un modo di vivere seri italiano è una dimensione assoluta del male
Ma Leonardo con la sua opera ha lasciato una delle declinazioni più significative della letteratura come forma di conoscenza e di pensiero
Le sue pagine sulla giustizia sulla politica sulla condanna a morte sono insieme a quelle di pochi altri irregolari tra le più alte civilmente risonanti della nostra storia letteraria
Ma oltre che dalle parole Sciascia era affascinato anche dal silenzio delle immagini
Così in alcuni dei suoi saggi ha fatto i conti con l'immagine del volto o con il suo simulacro la maschera per lui il luogo geometrico in cui si prefigura il destino dell'esistenza umana
La traccia in cui si raccolgono e si manifestano contemporaneamente il presente il passato e il futuro
Anche il suo libro dedicato a Moro prigioniere può essere considerato un ritratto come tale di sottinteso un desiderio di autenticazione del volto dell'uomo politico e lo sforzo struggente di riconoscervi una verità oltre l'apparenza
Sciascia contestava il pregiudizio secondo il quale il volto di Moro interna se il pessimismo meridionale e quindi l'idea che tutte le illusioni corrano fatalmente verso la morte
Oggi penso che mi interroga ritratti stanchi e apparentemente disillusi dello statista democristiano Sciascia tentasse di decifrare anche se stesso
Per chi si appresta a rileggerlo oggi consiglio di andare a riguardare i ritratti che gli ha dedicato uno dei nostri più grandi fotografi Ferdinando Scianna
Un amico che lo ha seguito in ogni luogo del mondo e a cui lo scrittore ha deliberatamente consegnato una parte disse il mistero che si nasconde dietro il volto per Sciascia l'unico documento attendibile dell'avventura umana
Sono ritratti in cui si coglie la dimensione essenziale del silenzio
Una dimensione che per Leonardo non era ad accostare all'acquiescenza all'omertà
Ma la resistenza vigile consapevole un luogo è un tempo quello del silenzio qualitativamente moralmente significativo dove nel misurare l'impotenza della parola e del pensiero se ne propaga la vibrazione più autentica
Sull'eredità lasciata lasciaci non posso che citare in con una volta Parise l'arte e come una farfalla senza eredi e capricciosa si posa dove e quando vuole lei e inoltre di un insetto come tutti sanno ha vita breve
Grazie
Grazie rotta del fondo
Per questo
Questo prezioso Capello testimonianza personale tra l'altro
Intervento pieno di spunti mi limito due sottolineature lui partiva proprio da farlocche
Diede a Sciascia un senso di nausea tre curioso che il film più amato dalla neoavanguardia sono quasi l'unico forse recentemente Angelo Guglielmi diceva
Che firma per lo più bello di Pasolini la molto amato io non so se si possono a maresciallo ecco io non lo so perché a me sembra il documento terminale di di una disperazione senza più vitalità
E dunque senza più qui sia comunque la la relazione era piena di spunti conferma la propensione o ontologico filosofica di questo convegno ha parlato molto di verità
Al citato Tomasi di Lampedusa l'abilità e la peggiore delle interpretazioni di un fatto no straordinaria
Mi fece in mente vice avere in mente un prisma di Gomez Davila quando dice per i moderni è vero tutto ciò che immondo
E poi va be la scrittura che toglie prestigio alla morte sembra un aforisma di Elias Canetti
E infine ecco mi ha molto colpito questa faccenda che di cibi del fallimento trovo che sia un uno spunto notevole perché io penso davvero che un po'con qualche forzatura si potrebbe dire che l'intera opera di Sciascia e Pasolini
Bene felicemente essi mi fallita in che senso nel senso che probabilmente ogni loro libero film è sempre ne una prova di qualcosa erano la prova di un romanzo giallo la prova di un romanzo metafisico ogni loro opera è un assaggio è un progetto di qualcosa non nel senso si diceva una volta no alla Bosso non rifinito perché mi in Sciascia tutto è ulteriori finito però l'intera opera di di Sciascia eccome aperta
Al non concluso della realtà
Ecco in questo senso sta sempre lì sul bordo a me sembra veramente uno spunto notevolissimo
Bene grazie a Roberto andò a questo punto la prossima relatrice Daniela Marcheschi
Allora vi ricordo che Daniela Marcheschi
Ha insegnato in molte le università italiane e straniere
A Uppsala Salamanca Firenze attualmente in forza al Claypool che il centro di studi della facoltà di letteratura di università di Lisbona ha scritto numerosi saggi di letteratura molti dei quali tradotti e accurato i meridiani e delle opere di Collodi e di Giuseppe Pontiggia
Oltre a tanti altri saggi di teoria della letteratura eccetera eccetera il molti dei quali sono raccolti in nel libro no no va be'sì insomma bisogna dire con nel sogno della letteratura pubblicato da Gaffi nel due mila dodici
A questo punto più do la parola
Buongiorno ringrazio Filippo la Porta per l'invito a parlare ringrazio il Centro Studi Pasolini per tutto i relatori che mi hanno preceduto ma anche quelli che mi seguiranno perché
Hanno messo il Tito portando il peso di di lei straordinarie esperienze
Sud dei nodi fondamentali della cultura
Chiedo scusa
Prego
Gentilmente Filippo la Porta di avvisarmi quando avrò parlato venti minuti in maniera che possano concludere
E
Che cosa vorrei dire vorrei anch'io portare un attimo l'attenzione sul fatto che la mia generazione è stata profondamente segnata il coinvolta da questi due scrittori cioè Sciascia e Pasolini
E appartengo ahimè
A a quei giovani che leggevano Sciascia alle medie
Sia appassionavano di Pasolini
Alle scuole superiori dove hanno litigato ferocemente su Pasolini sulle tesi di Sciascia
Per anni hanno amato questi maestri perché questi sono stati maestri delle persone che hanno insegnato un principio il principio della responsabilità degli intellettuali
E queste persone secondo me sono delle persone
Aree ma
Sono anche come dire dei padri dei maestri da cui prendere le distanze ma solo delle persone da amare perché sono stati altamente credibili hanno pagato di persona
Questa è la loro singolarità in un contesto di deresponsabilizzazione della classe intellettuale che è uno dei problemi della cultura italiana contemporanea io voglio parlare compassione di queste persone quindi sarò molto scandita mi scuso perché lo spazio non non ci permette di di approfondire avrei voluto ascoltare andò sentirlo parlare ancora di più di Francesco Orlando di cui ho avuto il piacere di seguire lezioni serali va be'la famosa però quello che ma e i il problema è che poi rimando agli atti se ci se ci saranno intanto io direi proprio questo il principio di responsabilità e poi un altro grande principio che deve muovere la culture e il dibattito degli intellettuali in un momento in cui si segue lo spettacolo cioè in cui vince l'estetismo
Né Pasolini né Sciascia sono stati degli esteti anche se Pasolini
Forse in malafede e forse a torto è stato accuse cioè non a torto senz'altro perché bisogna essere uniti bisogna dire come si pensa no il critico deve dire quello che pensa perché altrimenti si fanno delle chiacchiere qui diciamo fece discutere
Allora brevemente Pasolini non è un esteta perché lui soffre c'è il dolore
C'è il dolore nell'esperienza di Pasolini
E anche quando Pasolini Cristo la vittima sacrificale questo percorso sarà evidentissimo
Ed è già evidente dalla poesia a forma di rosa nel sessantaquattro e qui ricordo una bellissima recinzione una delle cose più belle di un critico
Il TG uno dei critici di punta di quegli anni che che collaborava anche con fax all'erba voglio ma personaggio straordinario uno di quei maestri che restano in ombra che era il critico del giorno Romeo Giovannini ma questo mila la evidenziato
Non c'è in Pasolini questo compiacimento ma il senso vero di una sofferenza
Una sofferenza autentica
è un'altra cosa che vorrei sottolineare è che questi e queste personalità
Hanno fatto saltare un principio che che dia ideologismo ad oltranza che è quello di ritenere la verità come rapporto di forze sociali se io intendo la verità
Come un rapporto di forze sociali io ho detto arrivo la verità di quel senso di quella valore fondamentale che ha nell'esperienza conoscitiva antropologica dell'essere umano
E che è invece il percorso di conoscenza di possesso di confronto di negoziazione con la realtà
Questo ad esempio è il motore dal mio punto di vista ovviamente è un motore straordinario dell'esperienza di Sciascia Sciascia è un autore lo si vede intanto ha il coraggio di recuperare la tradizione della favola io do per scontato che le più la bibliografia dato per scontata scusatemi
E sto pensando a tutti questi scavi ai uscito di recente anche gran ce la fa a vola che che stanno facendo che si stanno facendo sulla tradizione della favola del Novecento noi abbiamo una storiografia che privilegia la scrittura
Del cosiddetto realismo la realtà effettuale ma c'è tutta una grandissima tradizione che parte dalla metà dalla seconda metà dell'Ottocento in cui la favola ha un grande valore criticò agonistico
E conoscitivo la Paolo poggia è proprio leopardi il pensatore lo scrittore che pone l'apologo
E i poiché non solo quello con il grande valore conoscitivo quindi lo Sciascia che appare sulla scena letteraria con le sue favole non è lo Sciascia che vuole mascherare i Pasolini secondo me non ha colto lo nello Sciascia che vuole
Che che usa i termini della favola come gli ermetici si muovevano poi in un'area così un po'remota per citare Dionisotti ma è lo Sciascia che ha già questa forte
E questo forte il senso di una verità che si contende attrito con la storia
E quindi la favola è un realismo diverso perché porta all'attenzione sul dato sulla responsabilità e sul dato etico
L'idea di verità ben ma non solo Sciascia fa un discorso interessantissimo in tutta il percorso che noi possiamo trovare dai primi libri da queste favole al Cavaliere e la morte e cioè il percorso
Quindi
Rompere con il naturalismo con le colleghi residui naturalistici tant'è che Lusi dichiarerà
E lo riporta proprio Matteo Collura in quella sua grande biografia che lui non amava il giorno della civetta cioè non ama i libri più naturalistici
Quelli dove in qualche modo anche se poi sono ci sono delle cose che sono estremamente coerenti Kokoshari però che cosa fa
Perché non li chiama ma perché il vero quell'vero che viene dato per vero la realtà quello che si vede le cose che accadono è un vero estremamente semplicistico è una visione semplicistica della realtà
Sciascia allora molti approfondisce il vero giuridico il vero giuridica un'altra forma di vero non è il vero effettuale e qualcosa di più complesso qualcosa che mette in evidenza gli intenti
Ma il e non e questo è un altro aspetto importante
Pasolini
è l'uomo in cui e scusate un'altra cosa il vero il vero
è il il vero non è la verità
La c'è un vero oggettivo un vero soggettivo e c'è un percorso di verità che si fa
Negoziando i veri soggettivi
Quindi Sciascia ecco dal mio punto di vista perché la moltiplicazione delle delle prospettive attrae Sciascia perché moltiplicando le prospettive e gli angoli percettivi verso cui guardare al vero io
Accresco il percorso conoscitivo percorso conoscitivo cioè quello verso la verità
Il discorso di Pasolini
è tutto questo tutto questo sempre andando per punti e muovendomi con l'accetta invece che con il bulino Duff appunto la situazione
Tutto questo vuole essere proprio un grande contributo ma anche Pasolini in altro modo lo fa contro il razionalismo delle filosofie della storia tant'è che la parola orrore è stata giustamente citato perché è una loro parola
Gli orrori di una economia considerata assoluta non c'è quella bellissima fra le tante citazioni che abbiamo sentito bellissime ce n'è una che leggo brevemente perché mi sembra non sia venuta fuori e può dare un contributo nulla è più anarchico del potere il potere fra pappa partitamente ciò che vuole
E ciò che il potere vuole completamente arbitrario dettato da sua necessità di carattere economico che sfugge alle logiche razionali
Lo io detesto soprattutto il potere di oggi
E l'intervista su Salò di nel settantacinque U credo una delle ultime o l'ultima ognuno del potere che subisce quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni
è un potere che manipola i corpi in modo orribile che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta dagli nulla o da Hitler
Li manipola trasformando nella coscienza cioè nel modo peggiore istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi
I valori del consumo che compiono quello che Marx
Chiama un genocidio delle culture viventi
Almeno tali precedenti sono caduti dei valori e sono stati sostituiti con altri valori sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento
Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente
Dal basso ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico cioè l'annoso s'la nostra industria italiana pluri nazionale e anche quella
Nazionale degli industria lotti
Scusatemi degli industria lotti
E anche quella nazione scusate mi ha è anche quella dell'industria lotti che voleva che gli italiani consumassero in un certo modo un certo tipo di merce e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano è una una
In un
Affermazione fortissima
Ora Pasolini che cosa
Qual è il suo rapporto con la verità lui possiede la verità
Della cui sia cioè che cosa la poesia come Poesia totale la poesia che può dire del mondo
Direi che il mondo
Allo stesso livello e con la stessa dignità degli altri saperi
Solo che Pasolini ha un'idea che possiamo dire da questo punto di vista è primo talk show in testa della polizia
Perché lei grande sviluppo della modernità ha portato la poesia ad essere qualcosa che si deve deve riguardare un ambito più privato più più individuale più soggettivo e più individuale scusate più ripiegato e ad essere in qualche modo uno in inferiorità rispetto a nuovi linguaggi
Quindi la scienza linguaggio della scienza altri linguaggi ritenuti più capaci più adatti
Quindi Pasolini è stato scandaloso perché invece assegnato per la nostra generazione l'idea che l'ha poi sia può essere totale cioè qualcosa che serve per parlare di politica di economia
Di civiltà e di questo e questo non è un fatto
Di arretramento perché perché nella cultura i valori si negoziano la storia non è una linea e ed è come la fuga no per salire su un tram una volta perduto siamo fuori della storia siamo indietro no nella cultura i valori si negoziano Sempre e la sto questa senso di Akron in coda il tempo che fugge non è l'unico a tempo che ha a disposizione l'uomo questa è la grande acquisizione dei saperi
Della della fisica degenerasse psicanalisi stessa la relatività di Einstein ma il nuovo le nuove acquisizioni della genetica non sto a dirle però quindi Pasolini citava veramente questo che lui ha vissuto tre tragicamente perché perché ancora resta legato ad una visione di quel tipo della storia c'è una linea per cui quella storia quel passato il dialetto il mondo del dialetto il mondo del popolo irrevocabilmente perduto una volta che è finito
E certamente ci sono delle cose che sono irrevocabilmente perdute ma ci sono delle cose che irrevocabilmente cioè che revoca abilmente possono essere appunto possono essere possono essere rielaborate ripensate perché è sempre possibile questo quindi anche questo è stato lo scandaloso in Pasolini perché in un contesto in cui si dava spazio per ideologia alla rivoluzione al flusso a un flusso a un destino progressivo della storia che doveva essere quello della rivoluzione degli operai insieme ai contadini Pasolini pone comunque ho il Po nello stomaco l'attenzione sui Proletari cioè sul degli emarginati dalla storia gli studenti agli studenti ricorda quanto sono proletari i il poi i poliziotti richiama una cosa a e e questo vorrei dire per me è una delle cose più forti di Pasolini e più che io ricordo quanto è stato indigesto ma non voglio dire lasciamo stare l'aneddoto personale ma quello che è e e perché è indigesto perché noi apparteniamo a una cultura dove ad una certa sinistra dimenticato il rapporto con il popolo in di ripensare il concetto di populismo
Se io faccio diventare populismo demagogiche i Latemar consiglia oggi la prima quel demagogia è populismo e io faccio crea europei che qui voti gli equivoci terribili
Ora il pensiero italiano di una sinistra italiana
Non ha non ha rotto certi e certe legami con un pensiero che è progressista anche si è di marca diversa da dagli atti faccio un esempio
Se io penso dico dei nomi che faranno saltare sui tavoli ma noi bisogna ritornare a leggerli anche vedendo nelle contraddizioni e i limiti faccio l'esempio di del grandissimo Gioberti amico fra i più Caridi idiopatica
E uno dice come una parte cattolico amico fra i più cari di leopardi perbacco che succede e succede che stanno pensando delle cose
Gioberti dice una cosa fondamentale per una cultura di sinistra anche per Gramsci spesso per Gobetti per tanti Hutter Lussu
Dice
E la nuova cultura italiana deve nascere
Dall'unione e dalla negoziazione delle culture multe cioè scritte ulteriore
E alle culture popolari e orali perché perché la cultura popolare e ora orale anche se è orale non è meno colta
E anche se lo è in maniera diversa della cultura che noi consideriamo alta a priori cioè c'è nelle culture popolari una dimensione di alta cultura che noi non conosciamo ora il fatto che che Pasolini veda nel dialetto questo momento di Nostalgia
Di di struggimento perché io riletto le poesie a Casarsa che gentilmente sono state donate ai relatori le ho viste tutte norme le orme di tate
E sono veramente di di uno struggimento di una tenerezza giù e c'è qualcosa di di appunto dolente dentro perché perché c'è qualcosa di perduto
Perché noi abbiamo dismesso quel tipo un tipo di rapporto vitale con le culture orali e popolari quindi il dialetto e la diventa regressivo
E diventa anche luogo di particolarismi che non rispetta non rapporto con le culture altre mentre Sempre nella visione culturale di questa grande cultura abbiamo questo rapporto
Detto questo poi appunto dicevo
S'la poesia totale per la poesia no di Pasolini nella poesia di Pasolini quindi avendo essendoci anche questa idea comunque che la storia ha un percorso lineare e progressivo c'è questo senso di perdita e e di tragedia che è terribile no per cui
Il Pasolini che si scaglia contro i serbi di una civiltà morta all'annientamento la gente dalla fronte di canne non può non può che avvenire in questa idea di una fuga impossibile
E di un ritorno o comunque di una negoziazione altra possibile
Non può che andare verso la dimensione del martirio attraverso il peccato
Quindi
Questo ecco è questo senso cioè a un certo punto ma ripeto mai modo estetizzante
E qui
Sono
E qui c'è un altro aspetto che è estremamente importante
E che il discorso appunto sulla sulla realtà il sogno e che cosa è il il realismo fra l'altro era molto interessante ripensare al fatto al rapporto che questi due autori hanno avuto con l'agiografia proprio in
Con la geografia la storia insomma per della loro della loro cultura perché
Sciascia
Veramente è impensabile senza senza la Sicilia impensabile radicato in tutto sommato e e certe è stato a Milano è stato ha viaggiato è andata per il però è un uomo che ha vissuto dentro la sua Sicilia
Fino fino in fondo
Siamo a come l'impressione che Pasolini venga avviata a Casarsa si fermi a Roma non solo per il cinema non solo per gli aspetti che il che positivi ecco pratici
Ma anche perché in fondo a Roma da Roma delle borgate la Roma
Dette gli squilibri economici gli permette di ritrovare una purezza quel popolo che aveva perduto venendo venendo via
Ora anche il discorso del del realismo il discorso
Complesso
Ed è un discorso che interessa anche Sciascia fra l'altro volevo dire eh
Notevole il fatto che Sciascia il Milan che il nel dialetto è stata se non erro
Ricordata ieri la citazione che nel il dialetto non permette la conoscenza non permette l'acquisizione di di dati Complessi
Che che è una contro l'evidenza di una cultura nazionale no perché i nostri la nostra cultura italiana è la cultura della geografia e della storia delle geografie e delle storie delle lingue che esprimono letterature e testi anche importanti
Quindi qual è il il il problema del discorso abbiamo sentito no che la realtà che parla da sola abbiamo sentito alcune definizioni date anche se non erro proprio da Pasolini
E e quindi
Il il tema è l'idea
Di di come
La visione della letteratura di Pasolini sia molto legata all'esperienza e agli Statuti stessi del cinema il vedere ora il cinema è qualcosa che affascinato sia Sciascia sia
Sì a Pasolini ma
Il cinema di perse è vedere vedere con l'occhio
Non voglio entrare con andò davanti mi preoccupo non voglio entrare va anche perché non abbiamo il tempo in questioni di statuti del cinema
Però questo come dire termine del vedere è comunque il il il vedere il il fondamento e quello che poi veicola un certo atteggiamento è una certa posizione nei confronti del mondo
Vedo
Vedo
E nella visione stalla visione del sogno che è un altro modo di vedere quindi il rapporto tra realtà quella che si vede il sogno diventa fondamentale proprio in questo in questo binario
Ora Pasolini
Anche il discorso di Sciascia
è il vedere il vero che si cerca che si moltiplica appunto come dicevo nella moltiplicazione di possibilità
E nella trasmutazione continua del vero perché il vero è il tentativo di capire la realtà che diviene e quindi chiaramente c'è questa moltiplicazione
Però il fatto di essere legato a questo porta Pasolini e lo si vede molto bene né soprattutto nella narrativa ancora un tipo di gli statuti di scrittura che sono legati proprio in onda lunga alla al naturalismo l'immediatezza la registrazione dell'immediatezza diciamo del parlato e così via quindi e il tipo di scrittura il modo in cui vengono viene impostato la narrazione e così via quindi questo è un elemento sicuramente che porta Sciascia e Pasolini a una divaricazione perché chiaramente Sciascia quello che fa dall'inizio come accennavo prima è l'allontanamento invece il tema a è è uno dei primi scrittori
Che ha vissuto con grandissimo successo
La la stagione della scrittura neorealistica con il giorno il il giorno della civetta e che ha capito che rimanendo in quel tipo di scrittura
C'era qualcosa che bisogna si sarebbe perduto un aspetto forte di creatività e di possibilità di invenzione letteraria
Quindi la costruzione del giallo che oramai il giallo consolatorio di oggi ma è il giallo che rilancia il tema di una verità che sfugge come è naturale che sia perché ha un percorso verso qualcosa
Quindi questo secondo me è una degli elementi proprio di grandezza di Sciascia
Aver capito che bisognava liquidare i conti con il naturalismo cosa in cui oggi invece ritorniamo perché appunto nella cultura e valori si negoziano ma si negoziano
Mettendo insieme istruzione cultura invece c'è una forma di di arretramento della della della cultura anche della narrativi della narrativa italiana proprio in queste direzioni dal mio punto di vista
Quali gli altri nodi vorrei sottolineato non è poi non è deve casuale anche ricordare che il modo in cui Pasolini Vai in Africa è un modo per ricercare in qualche in qualche
In qualche maniera proprio un'autenticità e una e questo è un altro elemento tipicamente novecentesco cioè l'idea che se la storia e quel percorso obbligato io posso cercare un autentico una dimensione di purezza e di innocenza fuori della storia e quindi vado in Africa ripeto questo senza
Senza estetismo i perché c'è un un dolore una un dato reale
Allora ci siamo quasi avrei tante cose che volevo dire in maniera molto più logico e consequenziale di quello che ho fatto ma quello che mi interessa
è che
Pasolini e Sciascia
Hanno vissuto comunque anche un destino tragico perché il destino tragico e non lo vedo anche di Sciascia quest'uomo borghese in fondo che aveva questa apparenza borghese
Abitudinario il lavoro poi magari gli amici la casa editrice
Le vacanze per lavorare nella sua casa di campagna realtà anche Luisa avuto un un destino tragico
Il destino tragico che in quei termini di grandissima mitezza abbiamo colto in quel piccolo spezzone ma
Significativo il cui lui ricorda Pasolini
La solitudine il senso di una sconfitta
Ma qual è questa solitudine
Qual è il destino tragico di Pasolini vive e testimonia una verità che lo distanzia dagli slogan alla moda dal pensiero di massa dall'istruzione confusa sulla cultura
E quindi ha incarnato Pasolini
In un certo senso il destino
Che
Una cultura moderna che ha voluto
Ridurre il portato di verità e di conoscenza della poesia dell'arte anche della religione insomma
La religiosità e il Pasolini c'è c'è in in Sciascia e c'è proprio come intenzione a qualcosa nel senso proprio etimologico re ligio cioè qualcosa che lega legga l'individuo agli altri uomini
Al visibile all'invisibile al naturale allo storico queste e INCE e quindi questo senso di legame è fondamentale
è il legame che viene rotto dal mondo consumistico dal mondo che travolge quel mondo volgare rapace dove l'economia diventa l'unico valore ora però l'antropologia insegna che l'economia è un elemento della cultura
Quindi il fatto che all'economia sia dato così tanto ruolo è un errore della cultura vogliamo citare un altro grande pensatore del Novecento di non lontano da qua che Noventa
è un errore della cultura ci sono errori della cultura e noi dobbiamo i iscritto ori e i grandi scrittori anche nelle loro contraddizioni ci portano portano a riflettere sui grandi errori della cultura
Per questo sono sempre fertili non sono mai solitari sono sempre dei padri
Generano generano sempre
Quindi Pasolini
A a incarnato e lo ha fatto veramente anche in questa morte atroce e anche lui ha vissuto in questa morte in qualche modo causata primo
Va be'ma lasciamo stare ha incarnato il destino della poesia e messo McKay quel destino che ha messo in discussione dalla modernità che stiamo vivendo
Perché
Una delle prime cose guardate bene lo dico perché vedo dei giovani anche una delle prime cose che viene insegnato è che non si deve si deve parlare anche di di cultura in un certo modo deve essere non siamo sesso chi fa cultura non è un sacerdote chi fa cultura è una persona che crede che nella letteratura si gioca la vita
Loro hanno creduto questo e sono stati profondamente inattuali per questo e quindi profondamente vitali perché sono Icco i nostri contemporanei del futuro
E finisco
Poi Pasolini
Ha sentito qualcosa di molto antimoderno la poesia il suo linguaggio sono linguaggi non superati in insuperabili da altri perché perché se io penso al rapporto fra vero e verità
La scienza in data un vero ma non intacca la verità la verità è un'altra cosa
è una qualità che riguarda di più l'intento metafisico quindi il discorso del realismo non è solo quello degli effetti ma anche quello che io nel reale in merito
E va be potremmo darlo ma rimando ad altre cose che ho scritto in altri anni
E anche Sciascia che combatte un certo tipo di narrazione che l'anfora per approfondire il concetto di vero vedendo questa dialettica tra il vero e la verità
Questa è una grande cosa
Siamo immersi in una cultura che continuamente parla di verità della scienza cose che fanno saltare sulla sedia
Se un mio studente mi parlasse di verità della scienza e gli direi ritorni a fare l'esame all'appello di febbraio d'accordo però e siamo immersi in un contesto di chiacchiera dove i termini di vero verità realismo solo come dire da dati per scontati quando non lo sono affatto quindi credo che questo però ha parlato anche troppo essi basta perbacco basta quindi vi ringrazio molto della pazienza vi chiedo scusa se sono stata un po'frammentaria ma i temi erano stati
Allora
Procediamo non vedo ancora le scolaresche va be'verranno vero Piero ma ci sono venuti a scusate non lo visse allora membri Ranocchia benissimo allora
Davvero no
Daniela ci suggerisce una riflessione anche originale sui concetti di verità di realtà mi fa pensare che al convegno doveva invitare anche Ferraris Achille Varzi Franca D'Agostini almeno mi ha colpito una cosa cioè va certamente la verità della letteratura non è la verità fattuale o effettuale alcuni di voi hanno usato con qualche vezzo questo termine che viene dal Principe di Machiavelli ne la verità della letteratura non è la verità fattuale del giornalismo
è il è una verità sempre ambigua la verità dei Fratelli Karamazov fa non si può riassumere né si può tradurre in uno slogan ma mi ha convinto una cosa di quello che diceva Daniele almeno una cosa che io condivido
La critica della verità storica ecco diciamo tutto il suo intervento è stato attraversato da un atti storicismo che io condivido molto
Ha citato Noventa
Quindi la critica delle delle magnifiche sorti Nicola Chiaromonte il rifiuto del della logica del fatto compiuto
Della verità del fatto compiuto il nome di ciò che nella storia e in adempiuto e sta ai margini la storia non è solo quello che è avvenuto è che quello che poteva avvenire e anche le sue promesse inadempiente e questo mi fa pensare sia a beniamina sia un grande filosofo eretico come Giuseppe Renzi
Bene a questo punto sì è stato citato il vedere la visione quindi questo mi mi pare che introduca bene
I due ultimi relatori che sono soprattutto dire studiosi di cinema quindi ora invito Guido Vitiello
O Guido Vitiello che insegnate le del cinema la sapienza vi ricordo solo l'ultimo libro uscito da pochissimo che è una visita al Bates Motta ed vorrebbero motto fascinoso in cui lui come un ispettore di Sciascia permette richiesto
Si mette a indagare sul film di Hitchcock a Psycho un libro che gli invidio molto io
Se l'avvertimento potesse mi permettessero libero del genere su un mio figlio un film che io ho amato comunque lui fa un indagine su Psycho mettendo in relazione Tea Falco con i miti greci
Con suggestioni bibliche con Freud un libro di veramente di grande fascino
Quindi abiti Yellow do la parola prego
Una luce o ecco qui
Grazie a un ispettore di Sciascia spero che poi non si concluda con come era un era un fesso dopo
Concreti comunque spero che mi perdonerete se ad opero il tempo che avrei
Dedicato ai ringraziamenti di rito per un augurio di lunga lunghissima vita radio radicale che è oggetto in
In questi anni di in questi giorni di
Piatta chi veramente veramente vergognosi è quasi vogliono farla passare come un canale di comunicazione di pizzini con con i capi della della criminalità organizzata
è un fuori programma ma neanche tanto perché sappiamo come entrambi Sciascia e Pasolini fossero legati per vie Diversi al mondo radicale anche se di fatto Pasolini morì qualche mese prima delle prime trasmissioni di Radio Radicale quindi non non poté mai sentirla
Dunque come ha ricordato giustamente Filippo la Porta e avendo dagli studi sul cinema quindi scrivendo prendendo appunti per questo intervento che rischia di essere ben più disordinato dei precedenti perché ho qui dei foglietti per cui cercherò di destreggia mi continua a venirmi in mente il titolo di questo film
Dei primi anni ottanta con Alberto Sordi e Monica Vitti che si chiama io so che tu sai che io so che rischia di perdermi un po'dello stesso garbuglio dicendo che io tuttora non so come Pasolini intendesse il suo io so
Io ieri in un momento informale del del convegno Filippo la Porta ricordava che che Pasolini era come molti perenni adolescenti estraneo al registro dell'ironia prendeva tutto terribilmente sul serio io però sempre sospettato che in questo io so ci fosse quanto meno un elemento pazze nello per per per per per richiamare quell'appunto
Ossia che ci fosse un elemento quasi di di bravata di di di bluff letterario c'è uno che si tira su per il codino che notoriamente a differenza del barone non aveva e si mette in cima al Palazzo per dire io so io so i nomi dei responsabili dei colpevoli e vedere e vedere l'effetto che fa vedere anche il tipo di di reazione di sospetti e di Paure apprensioni che poteva che poteva
Generare questo questo bluff può etico nel nel palazzo a dire il vero questa questo elemento mi sembra che sia del tutto scomparso poi dalla ricezione successiva di quel di quell'articolo del novembre
Del settantaquattro che uscì col titolo mi pare che cos'è questo golpe poi fu ripubblicato
Negli scritti corsari come il romanzo delle stragi
E e basta accorgersene Cecere ce ne si accorge già soltanto guardando come viene diffuso in Rete per lo più associato a quella foto di Dino Pedriali in cui Pasolini guarda fisso verso verso l'obiettivo è verso lo spettatore con la mano poggiata sul mento in questa questa aria un po'di Parre sia corrucciata che è la stessa che vediamo
Spesso legata per esempio al quando quando pubblicano interventi diversissimi di dire di Oriana Fallaci mettono sempre quella quella stessa foto mi pare fosse di ska bullo invece in cui fallace sta così guarda sempre dritto
Con questo questo quest'area per uso
Lo lo spettatore
Ma dunque volevo citare soltanto un brano brevissimo provi mente molti di voi sapranno memoria ma che mi serve per per per parlare un po'delle vicissitudini di questa di per dell'eredità di questo di questo articolo
Che io so perché sono un intellettuale uno scrittore che cerca di seguire tutto ciò che succede di conoscere tutto ciò che se ne scrive di immaginare tutto ciò che non si sanno che si tace
Che coordina fatti anche lontani che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico che ristabilisce la logica dove sembrano regnare l'arbitrarietà la follia che il mistero
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere
Così il Pasolini fraterno e lontano formula che abbiamo sentito echeggiare tante volte fatalmente in questi giorni che probabilmente mai come in queste parole fraterno e lontano perché parla allo stesso tempo un po'come come gusti ottenne un po'come come Mara
Fraterno appunto perché un po'per questo ruolo esorbitante assegnato alla alla letteratura su cui penso di trovare in i il il plauso in in platea di Bruno Pischedda su questo scritto cose bellissime
Ma anche perché qui scrive veramente un po'come il podio pende il de il mistero di di di Marie Roach è uno dei dei grandi antenati del romanzo poliziesco
In cui semplicemente mettendo insieme fonti giornalistiche
A lume di logica si cerca di risolvere un un grande un grande mistero di un delitto di una di una ragazza uccisa Balsamo risultato sui ritagli dei giornali dell'epoca
E un modo di di ragionare che che che sicuramente Sciascia trovava congeniale che ha adottato in tanti in tanti dei suoi libri soprattutto quelli più basati sulla sull'indagine storico letteraria
è al tempo stesso lontano molto lontano perché questo modo di ragionare mi ricorda veramente una una frase
Di di Mara ai tempi del terrore dice be voi avete bisogno gli prove giuridiche a me basta l'andamento della situazione generale le relazioni dei nemici della libertà gli andirivieni di certi agenti del potere cioè non mi serve avere le prove e nemmeno indizi io osservo un insieme
Difatti e in base a questi fatti o delle certezze inoppugnabili
Ovviamente con la Giunta che in quel caso aveva anche il potere di mandarli all'ottica la ghigliottina che che Pasolini per fortuna non ha avuto premente non avrebbe mai usato quindi figuriamoci
Ed è e questi invece decisamente molto lontano dal modo di di di pensare di intendere letteratura di Sciascia
Per basterebbe ricordare quel quella frase
All'UIC carissima di Montaigne così così cara che che il la città in varie occasioni pare sia in porte aperte sia nella sentenza memorabile
Dopotutto è è un mettere le proprie congettura ben alto prezzo di volere per esse farà arrostire vivo un uomo dai dai saggi di di Jim di Montaigne
Perché in effetti io so ma non ho le prove
Siamo tolta all'estro e al al genio pasoliniano è letteralmente la formula dell'inquisitore
E di quella perenne Inquisizione di cui diceva Croce il Santo Uffizio è stata soltanto una una delle tante incarnazioni passeggere e le cui altre incarnazioni Sciascia ha censito per una vita
Ricordo quell'intervista con la famosa con Marcel Padovani in cui dice secondo me non c'è differenza sostanziale tra un un qui si un inquisitore
Uno stalinista
Degli anni quaranta e un è un brigatista rosso
E quella stessa inquisizione questa stessa mentalità inquisitori alla vista all'opera in altre occasioni nel nel caso Tortora e nel nel momento in cui nacque a Palermo un un antimafia particolarmente
Come persecutoria fanatica e sospettosa che a lui sembrava un comitato di di salute pubblica
E che spesso devo ancora matrice clericale piuttosto forte non ricordiamoci che alle origini della primavera palermitana ci sono anche due figure di di gesuiti un Bartolomeo Sorge che appena preso le distanze padre Ennio Pinto Cuda che fu invece poi messo a distanza perché era fin troppo calato in questa idea il quel tipo di di antimafia non dimentichiamo che il mio primo citavano a far una frase di di Mara ce n'è una perfettamente sovrapponibile di quegli anni di Leoluca Orlando il quale diceva io faccio dei ragionamenti
Le prove pare cercano i magistrati però in base a questi ragionamenti faceva delle delle accuse anche molto molto decise beh e quindi se Pasolini l'eretico che così un po'per azzardo poetico pazzariello veste per una volta i panni
Di un inquisitore senza potere e senza braccio secolare per così dire l'eredità postuma di questa di questa formula io so
Sarà sempre più marcatamente
Inquisitoria di dai da inquisitori mascherati da Eretici e al punto che dall'essere il la denuncia di un poeta come diventerà pian piano
Uno uno schema retorico utilizzato prima da politici che poi da magistrati addirittura e io vorrei ripercorrere un po'le vicissitudini di questa
Di questo schema
Ama fonico così forte retoricamente del dell'io so di cui peraltro si scorda spesso la la coda quando diceva Pasolini dice c'è labili verità saranno sicuramente in fonti politiche giornalistiche non in un intervento di immaginazione o di finzione com'è per natura il mio questo aspetto dell'immaginazione della finzione sodo completamente rimosso dalla ricezione successiva
Almeno per quel che riguarda l'uso più apertamente civile di questa di questa
Di questa formula
Dicevo vorrei parlare un po'delle decisioni successive ma permettendo però si tratta di una storia lineare o di una non so progressiva
Decadenza semplicemente di usi diversi perché uno dei più importanti ritorni del dell'io so
Lo dobbiamo a Roberto Saviano
Che nel su Nuovi Argomenti nel nel nel due mila e cinque in un numero numero di ottobre-dicembre due mila cinque a Polito verrà ripreso anche in Gomorra
Riprende appunto loro lo schema dell'io so
Però in un modo molto diverso scrive io so e ho le prove
Io so dove le pagine dei manuali di economia si dileguano mutando i loro frattali in materia cose ferro Temple contratti io so
E lo sanno le mie prove le prove non sono nascoste in nessuna pen drive celata in buche sottoterra non o video compromettenti in garage nascosti l'inaccessibile paesini di montagna
Ne possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti
Le prove sono inconfutabili perché parziali riprese con le iridi raccontate con le parole con le parole temprata e con le emozioni rimbalzate su ferri e legni
Io vedo tra sento guardo parlo e così testimoniò brutta parola che ancora può valere quando sussurra
è falso all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere la verità e parziale in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica io so
E ho le prove e quindi racconto di queste verità
E se vedete qui e all'opera un tipo di io so completamente diverso che si confonde più con un io c'ero io ho visto io ho sentito io ho ascoltato io appunto testimoniato il tipo di autorità che
Che che Saviano reclama per sé in questo in questa riscrittura del dell'orazione civile pasoliniana e quella del testimone di di quale testimone cioè la distinzione molto bella che fa che che che richiama Giorgio Agamben nelle prime pagine del suo libro su su su Auschwitz quel che resta di Auschwitz diceva il testimone
Può essere testis può essere superstar is
Nel primo senso una prima accezione il testimone chi parla perché possiede delle informazioni su su alcuni fatti Darkly deriva la sua autorevolezza Superfast se qualcosa di più e qualcuno che parla perché all'autorevolezza di chi è sopravvissuto a un un inferno
E quindi può tornare poi alla luce per per parlarne e quindi la sua autorità deriva dal fatto di esserci stato
Ed è il motivo per cui da un certo punto in poi lo ricordava ieri Andrea Cortellessa Saviano
Gioca anche se in maniera non troppo marcata non troppo esplicita sul richiamo a a Primo levi
Quando pubblica un un audiolibro
Di se questo è un uomo fin quando fa fa propria la voce
Di levi
I non nelle nelle nel messaggio di accompagnamento introduttivo continuamente sta su questo crinale dicendo
Il Lager e come Gomorra anche sono lo dice apertamente e il la sua posizione è simile a quella di chi è stato lì
Tato si rifà a una frase
Probabilmente ha pochi fa che lui stesso sa sapeva serva alimenta pochi fra lo lo dice a un'intervista con Enzo Biagi
Di Philip Roth dicere chi ha letto levi non non può dire di non essere stato personalmente in fila davanti a una camera a gas
Frase
Ambiziosissima che non solo probabilmente però come ha detto ma che soprattutto è quanto di più lontano dall'idea di di letteratura di
Di levi che non non ha giocato su questa che è un grande sua sorella ciò ha chinato fan queste questo tipo di fantasie di testimonianza questo essere stato lì un'idea un po'
Orrico sciamani con localistica dalla letteratura per cui lo scrittore quello che scende all'inferno e porta la sua parola ora questa posizione del testimone e piuttosto ambigua il bellissimo libro di di Alessandro Dal lago su su Saviano che forse a qualche impuntatura polemica di troppo però riscontri esattamente questo l'ambiguità del presentarsi come testimone quindi del credere nel chiedere quel tipo di fiducia che si accorda al testimone all'io c'ero
Per qualcuno che racconta anche molti fatti che gli vengono da fonti secondarie
De relato da fonti giornalistiche giudiziari eccetera ma tutte unificato da questo da questo io testimoniale appunto
E ci sono però altre
Occorrenze di questo io so che mi sembrano significative negli anni successivi
Una è quella di una lettera che scrive Walter Veltroni allora deputato del del partito democratico ma che era stato già candidato alla presidenza del consiglio il consiglio insomma aveva già avuto altri altri ruoli più più importanti
Nell'il sette novembre del due mila e undici
E una lunga lettera che scrive che scrive
Veltroni al Corriere della Sera e che viene intitolata radiografie pasoliniani implicita anche Sciascia
E dice io so non leggo soltanto un pezzettino perché molto lunga
Io so che ci sono assassini in giro ci sono stragisti liberi ci sono mandanti che ancora condizionano il Paese
Io so che il potere in Italia e più opaco che altrove Leonardo Sciascia diceva che nel nostro Paese il potere altrove non nei governi non nel Parlamento
So per la breve esperienza di due anni dovuto al governo che non ci sono cassetti da aprire che non siano già stati svuotati so che a chi governa e lo accetta richiesta una cieca continuità che Ustica rimanga un cedimento strutturale la morte di Calvi un suicidio
Perché solo così quel grumo di interessi opaco potrà continuare a dominare condizionando con la violenza come è sempre stato il destino del politico del Paese
Eccetera eccetera va avanti per Arcore per altre ride ancora c'è molta ce n'erano prima e finisce dicendo
Io so che non è stato solo Pino Pelosi sottinteso a uccidere Pasolini e qui già una variazione piuttosto insolita sull'io so perché non è più appunto il poeta che parla mettendosi con le gambe penzoloni in cima al palazzo e qualcuno che nel palazzo c'è stato e che
Lancia un'accusa che anche piuttosto
Piuttosto inquisitoria in questo il di Rio so che sono stati svuotati tutti i cassetti importanti sono già stati su svuotati ricorda un po'il Orlando che diceva perché Falcone si tiene i suoi i suoi dossier né chiusi in un armadio
Cioè non ho le prove
Non le trovo non le ho trovate
Sono in opposizione oggettivamente diversa da quella del poeta disarmato sono un inquilino del palazzo anche di di lunga data
E però giustifico il fatto di non trovarli col fatto che qualcuno è passato a svuotare i cassetti come come nel nel caso del della della della ma tardiva perquisizione del covo di di Rina se vi ricordate tutta quella storia ovviamente il non è una appunto e e e l'uso di una di di oggi e di uno schema retorico consolidato molto amato da ma Veltroni uno dei del delle delle diffonde delle vie della diffusione di Pasolini
Quello racconta molto bene Andrea Romano in quel bel libro e sia compagni di scuola è nel PC il romano dei degli degli anni settanta è molto legato lì a questa tra tradizione e e però appunto comincia già esserci uno slittamento è una torsione verso un un uso quasi inquisitorio del dell'io so
Che invece diventa molto più diretto quando ed era il due mila e nove
Sonia Alfano
Lancia una manifestazione in difesa di un procuratore di Salerno Luigi Apicella
E insieme alla sua azione azione del del familiari delle vittime della mafia che lei sta e appunto e figlia di di una era figlia di una vittima della mafia
E con poca in piazza
Una manifestazione che si chiama appunto io so
è un momento importante realtà è poco importante per la per la storia degli ultimi anni ma perché perché noi non non lo sappiamo meglio cominciamo a saperlo adesso che che che cominciano a uscire le prime storie documentate della genesi del Movimento cinque Stelle ma di fatto Sonia Alfano
Insieme a Luigi De Magistris e sono le prime due persone su cui Casaleggio punta permettere
Alla alla prova elettorale la macchina di propaganda che ha creato negli anni precedenti
Non ancora non non ancora l'intervento diretto è una forma di sponsorizzazione diciamo così e le prime due candidature sono appunto quelle di Alfano e De Magistris alle elezioni europee con un grandissimo successo che lo convincerà che il suo esperimento sta funzionando
E con Sonia Alfano che fa crescita il suo io so in piazza ci troviamo già in presenza palesemente di quella cultura
Dell'indiscrezione avrebbe detto Sciascia o del del sospetto come anticamera dei khomeinisti avrebbe detto Falcone che è quanto di più lontano
C'era dal non solo di lontano venda anche di ben poco fraterno c'era rispetto al mondo di Sciascia
E infatti io so di Sonia Alfano era questo
Io so che in Parlamento siedono mafiosi amici di mafiosi servitori mafiosi protettore di mafiosi e lo sanno molte procure d'Italia molti giornalisti anche molti italiani
Ma non abbastanza io so che il presidente del Senato Schifani è stato consulente al Comune di Villabate quando lo stesso Comune era sotto il controllo del tram Mandalà
E che dello stesso boss Mandalà Schifani è stato socio nella Sicula Brokers io so che il Ministro Alfano che baciato con il boss Croce Napoli al matrimonio della figlia dello stesso boss di Cosa Nostra
Io so che Marcello Dell'Utri pregiudicato per vari reati è stato condannato in primo grado per ma anche lo stesso Dell'Utri ha detto che Vittorio Mangano stalliere di Arcore mafioso per lui è un eroe eccetera eccetera e va avanti
Con messi mescolando dati di fatto congetture deduzioni
Denunce diciamo così per per per vicinanza o per o per opera affiliazione che sono una delle cose più terribili e più inquisitori tutta la cultura antimafia cioè considerare colpevole un ambiente generali qui se finisce in quell'ambiente immediatamente
E come se fossi affiliato anche se sei del tutto
Esterno o marginale e così via e quello diventa il momento in cui io so prende pienamente quella tradisce inquisitoria quella radice del c'è una conoscenza pregressa che nasce dal sospetto alla dubitarsi incerta dell'inquisitore su cui Italo Mereu ha scritto quel libro straordinario che era stata dell'intolleranza tolleranza in Europa
E che l'ha scritto non a caso alla fine degli anni Settanta sull'onda delle prime emergenze giudiziarie italiane all'epoca il il terrorismo ma poi la cosa verrà estesa ovviamente anche alla lotta alla criminalità organizzata alla mafia
E alla alla camorra e si arriva Ultimo
Ultimo passaggio al caso più sconcertante dal punto di vista sia pasoliniano che esce Asciano cioè il nel due mila e dodici
Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia pubblica un libro che si chiama io so
Con Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza per chiare lettere
E ed è un un libro che parla della essenzialmente della trattativa
Stato-mafia pensate un po'giusto
Piccolissimo inciso divertente quando uscì un libro se non mi ricordo quale libro precedente di Ingroia chi prescriveva moltissimo
Mi arrivò il comunicato stampa
Del dell'editore che diceva con questo libro
Ingroia non solo entra nella tradizione della grande letteratura siciliana
Come Sciascia ma diventa l'erede più visibile del grande scrittore siciliano Ingroia presentato come nuovo Sciascia i capelli dritti
Quando ho letto questa cosa perché mi ricordavo di una bellissima dichiarazione di Ingroia erano altre risse nove non abbiamo segreti quando la nostra procura abbiamo porte aperte come in quel bellissimo romanzo di Sciascia ecco tutto pare diciamo va letto il titolo probabilmente comunque al di là di questo e diceva Ingroia parafrasando Pasolini io so che lo stato ha avuto una responsabilità nella morte di Paolo Borsellino e non mi riferisco soltanto alla responsabilità morale ed etica
Sono convinto che l'uomo e dello stato hanno avuto una responsabilità penale in quell'eccidio
Attenzione qui non sta parlando né un poeta
Ne un politico nei un candidato alle elezioni questa parlando un magistrato
Sta parlando il braccio secolare in persona sta parlando uno che ha il potere di mettere le persone in carcere
E dice io so e ho le prove questore sottotitolo
E però USA di fatto questo libro per divulgare
Congetture collaterali rispetto al processo che di fatto sta celebrando anche negli anni nelle aule di giustizia e io so diventa un modo per dire benissimo tutta questa parte di cose non la posso portare in aula non è abbastanza
Fondata non è abbastanza documentata ma io so
E ed è adesso visto che che che siamo su radio radicale è un'occasione anche per ricordare il grande grandissimo Massimo Bordin il quale in uno dei suoi interventi giornalistici più belli purtroppo è difficilissimo da ritrovare perché uscì sul sul Riformista mi pare nel nel due mila nell'uso durante il periodo della direzione di di di Macaluso e poi le cose e riformista sono un po'scomparse dalla Rete
Ed era un mondo un lungo articolo sul metodo Ingroia che le diceva il metodico Aia consiste nel
Nel nell'usare tutto nel nell'usare un inchieste giornalistiche
Per processi già passati in giudicato mentre magari l'imputato è stato assolto pezzi di vecchie requisitoria eccetera cercando di accreditare una tesi che magari processualmente debole creandogli intorno questa specie di cintura di congetture eccetera
E qui secondo me siamo veramente al ribaltamento del dell'io so
Pasoliniano che tu dicevi ieri Pasolini era un po'un Savonarola
Sì però appunto Savonarola predicatore qui invece siamo poi in presenza dell'inquisitore
Che dice che si che si veste del non dico del San Benito però quanto meno si mette in questa posizione in fondo di irresponsabilità chili è andata dal
Dalla dal richiamo pasoliniano quando invece è uno che ha arriva il potere e il dovere preciso di cercare delle prove circostanziate sottoporle al vaglio di di di un giudice
E invece appunto io so
Per questa misteriosa
Migrazione nella sua eredità passa dall'essere il Messaggio di di un eretico ha lo strumento di un inquisitore grazie
Grazie seguire vitello beh davvero le suggestioni sono molte
Sono anche d'accordo con molte cose che ha detto
Diciamo non lo scritto delle gambe nel suo ospizio non mi pare
Una delle cose migliori di Agamben vi dico la verità ma insomma comunque questo sarebbe da discutere
Anzi lui nega mica autorità al superstite Agamben perché dice che l'unico che avrebbe potuto testimoniare il sommerso il musulmano
Bah insomma no comunque questo ci porterebbe lontano
Però ecco l'idea che quell'io so sì fa pensare l'inquisitore anche seguito ovviamente tutti su dicevi un inquisitore senza potere
Quindi è uno dei tanti ossimori possiamo associare a Pasolini perché certo un inquisitore Sciascia diffida dei giudici
E della civiltà giuridica perché il giudice non vuole tanto trovare una verità il giudice vuole trovare una colpa che una cosa un po'diversa
Quindi giustamente ne diffida
Ma tutto Pasolini Pasolini un un inquisitore senza senza alcun potere
Comunque non è verissimo io per ecco però la prima volta che lei si quella frase non so se ho la mia lettura si possa escludere del tutto ma quando non è sì la prima volta all'ora
Quando dice
Io io so perché sono un intellettuale che cerca di seguire tutto ciò che succede e di conoscere tutto ciò che se ne scrive io davvero allora immaginai che Pasolini non tanto voleva rivendicare
Diciamo alla figura dell'intellettuale dei privilegi speciali
Ma forse parlava di una capacità immaginativa di un'attitudine conoscitiva di un'attitudine a coordinare i fatti a ristabilire la logica che appartiene alla funzione intellettuale
Presidente aristotelica mente no in ogni essere umano quindi mi faceva pensare all'intellettuale come a materia di Eduard assai dell'intellettuale come dilettante e lo siamo tutti lo siamo tutti
Quindi però effettivamente è vero che come dice Guido nordici uno sette anche l'inquisitore che parla è quella cosa è molto lontana da Sciascia questo mi pare indubitabile grazie Guido a questo voto siamo arrivati alla fine alle conclusioni l'ultimo relatore
Che
Roberto Chiesi critico cinematografico responsabile del Centro studi archivio Pasolini della città Cineteca di Bologna
Ultime pubblicazioni Otto e mezzo di Federico Fellini e il cinema di Ingmar Bergman che credo si pronunci però IMI Marra Illy Burberry marchio molto molto meno suggestivo per lo allora la sua il relazioni Robecco spesso perdonatemi non ho detto li titoli delle relazioni anche perché spesso però erano stati cambiati
Il titolo della sua relazione è una lunga infedeltà Sciascia e Pasolini spettatori di cinema prego Roberto
Strofa
Bene buongiorno bene ringrazio anzitutto Piero Colussi Filippo la Porta Francesco Izzo per l'invito
Rimando per quanto riguarda i gli adattamenti cinematografici dai romanzi di detti Sciascia agli atti perché altrimenti l'intervento sarebbe sarebbe troppo lungo ecco mi limito a a dire solamente che il cinema si è nutrito in modo molto così molto Fertile della narrativa di di Sciascia soprattutto negli anni sessanta e settanta con molta libertà e Cobas è solamente pensare a Todo modo al film di di Elio Petri del del settantasei dove dove Petri inserisce la figura di un di un di un grottesco Aldo Moro impersonato da da da Gian Maria Volontè completamente assente nel nel romanzo di Sciascia poi l'intero andamento del del film in effetti differisce e anche il finale differisce completamente
Dal dal romanzo ma comunque c'è c'è proprio una una una Fertile comunque un fertile nutrimento rispetto a a quello che è il fissi in dissenso di fondo del romanzo di di Sciascia
Ecco rispetto ad altri scrittori che collaborarono spesso con il con il cinema e qui invece Sciascia vi collaborò in modo molto più episodico e sfortunato ecco partecipo I dialoghi della smania Dosso nel sessantatré di Marcello andrei e soprattutto scrisse il trattamento per Bronte
Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato finché poi viene realizzato nel settantadue da Florestano Vancini ma dove però il trattamento di Sciascia fu accantonato in seguito alle traversie
Produttive del film e quindi nella sceneggiatura definitiva di Vancini Nicola Badalucco e Fabio Carpi rimangono in realtà di Sciascia solamente due
Due spunti ecco sono interessanti le collaborazioni di Sciascia con alcuni ai commenti e generare ad alcuni documentari gela antica e nuova nel sessantaquattro di Giuseppe Ferrara che fu commissionato dall'ENI in omaggio a Mattei a Enrico Mattei con il cuore fermo siciliane sessantacinque Gianfranco Mingozzi
Terremoto in Sicilia nel sessantotto di Michele Gandin la grande sete del sessantotto di Massimo Mida la Sicilia un documentario del settantatré di Folco Quilici per la serie L'Italia vista
Dal cielo e come si vede Sciascia era naturalmente sempre lo scrittore di riferimento per quanto riguarda la Sicilia ovviamente
Ecco collabora poi in due occasioni con lo scrittore e regista Enzo Muzii ecco questa sotto e collaborazione abbastanza dimenticate mi sembra nel settantasei come consulente
Per la mini serie qui che all'epoca si chiamava sceneggiato alle origini della della mafia e poi come sceneggiatore per il film televisivo la singolare avventura di Francesco Maria siamo dell'ottantatré
Per la serie dieci registi italiani dieci scrittori italiani brucia un adattamento dal racconto di vitaliano Brancati
E inoltre fra fra l'altro Sciascia e protagonista di alcuni documentari in particolare di Candide in Sicilia incontro con Sciascia di Vittorione vale Lorenzo Mondo settantotto
E di un'intervista realizzata da Giuseppe Tornatore uno una lunga intervista risata Tornatore nell'ottantadue inserita poi nel suo documentario Lo schermo a tre punte del novantacinque
Ecco probabilmente per potremmo citare la la citazione che fa Sciascia di una di un passo di una lettera di vera via del mille novecentotredici
Per per comprende le le le ragioni di queste sparute scarse scarse collaborazioni Del Mastro don Gesualdo e dei Malavoglia sembra anche a me che non c'è da far nulla per il gusto di questo pubblico
Scrive Sciascia annota Sciascia rispetta le parole di di Verga non c'era da far nulla ma non soltanto per i Malavoglia Mastro don Gesualdo
Non c'era da far nulla nel cinema per la realtà per la condizione umana per i problemi della Sicilia e del Meridione d'Italia
Infatti Sciascia non amava il modo in cui nella maggior parte dei casi il cinema aveva raffigurato la Sicilia e citava ancora Verga cioè non amava in particolare l'ingrossamento del quadro e della sintesi
Cioè cogliendo nitrati più pesanti toni più accesi riportando alla particolarità quegli elementi stessi che gli scrittori gli artisti siciliani assumevano sottospecie di universalità ecco quindi non stupisce che gli scritti di di Sciascia sul cinema siano pochi e occasionali soprattutto se paragonati a quelli sulle sulle arti figurative i suoi giudizi sui cineasti contemporanei
Rivelano delle idiosincrasie molto nette sono giudizi molto duri e drastici Sciascia stronca Stromboli di di Rossellini
L'avventura di Antonioni secondo Sciascia a quella che si vede nel film è una Sicilia calligrafica addirittura in genere dichiara di non amare per nulla il cinema di Antonioni
In una in una lettera Guido Aristarco pubblicato sul cinema nuova lettera per gli scrive da un paio d'anni che frequento pochissimo il cinema siamo nel sessantacinque
Le rare volte che ci capito quasi mai resisto a vedere un film per intero perché sono arrivato ormai la convinzione che non c'è film per quanto buono che valga un libero per quanto mediocre
E e io a quarantaquattro anni o ancora o ancora grandi tanti grandi libri da da leggere e di e di Antonioni dice Antonioni non fa che il giudizio è veramente durissimo Antonione non fatte impastare cascami letterarie figurativi facendo gran confusione tra i mezzi dell'espressione e l'espressione stessa e questo è questa è la liquidazione di Antonioli mare Altan non liquida anche il bell'Antonio di Bolognini non ritenendolo all'altezza del romanzo neanche in minima parte non ama la terra trema di di Visconti neanche il Gattopardo lo accusa di avere tradito Tomasi di Lampedusa raffigurando il principe come un decadente
E nella scena del del ballo rimprovera a Visconti di far di far sentire più l'odore della morte che non di mettere in scena il corteggiare la morte da parte del del del principe
Ecco nel saggio precedente sul romanzo di Tomasi di Lampedusa
Sciascia aveva scritto che l'apparizione di Angelica se darà era però tutta cinematografica però Luís aveva visto come interprete ideale l'Ava Gardner di alcuni anni prima e non e e non Claudia Cardinale evidentemente
In realtà l'unico uno dei dei pochi cineasti che si salvi da questo gioco al massacro e Francesco Rosi
E fra l'altro nel nella stesso nella stessa lettera che manda ad Aristarco evita accuratamente di parlare di del Vangelo secondo Matteo di Pasolini nonostante fosse sollecitato a farlo
Ancora nell'ottantasette due anni prima di di morire scrive ormai per saturazione non vado più al cinema
Se non per vedere i film di Fellini e quindi qui rivela invece improvvisamente ed esprime il proprio apprezzamento per Nuovo cinema Paradiso di Tornatore per i ragazzi di via Panisperna di Gianni Amelio dove ritrova un ideale fedeltà
A quello che aveva scritto
Ecco questa attitudine di Sciascia spettatore quindi così drastico brutale quasi nel rifiutare il film di quegli autori che non sente congeniali e non esente congeniale
Quasi nessuno
Può ricordare l'attitudine di Pasolini spettatore che sono sono credo note le stroncature di scritte da da da Pasolini contro ai sistemi contro i Ciccotti e anche il le sue forti riserve nei nei miei riguardi di Visconti
Però Pasolini amava
Ecco e come come come Sciascia Sciascia dice di di auditing di rispettare di avere una grande stima dei di Berna come cineasta ma di non amare per niente il silenzio e d'altra parte Pasolini addirittura è è è è comprovato che avesse mostrato a Tonino Delli Colli
Il posto delle fragole Perin perché capisse il tipo di fotografia che voleva in accattone quindi per per lo evidentemente Berman era un punto di riferimento ma poi quando si tratta di scrivere un testo su Berna Pasolini scrive una sorta di stroncatura
Di sussurri
E grida ecco è interessante il fatto che Pasolini amasse due personalità così tra i cineasti più personalità così diverse e lontane come Fellini e e Godard che sono anche due tra i pochi cineasti
Che segue di cui segue l'opera e di cui il rilascio su sui cui si rilascia dichiarazioni poi ricordiamo il suo entusiasmo
Per Paul vecchia lì cineasta francese all'epoca sconosciuta poi per il Ferreri della grande abbuffata che in qualche modo probabilmente il lady l'interesse di Pasolini per questo film
In qualche modo confluisce anche in i Salo
Ecco ma torniamo torniamo a Sciascia ecco se leggiamo le poche pagine scritte da Sciascia sul cinema e quindi e soprattutto quelle di carattere autobiografico emerge un un dato che è confermato anche da Gesualdo Bufalino
Fucine ma la passione suprema di Luís di me di tanti adolescenti di quella generazione c'è quindi una passione che si colloca esclusivamente nel passato nell'infanzia nell'adolescenza
Ecco in c'era una volta il cinema
Che che scrive se non sbaglio nell'ottantanove quindi proprio l'ultimo anno Sciascia ricorda il cinema della propria infanzia sull'onda della visione di Nuovo Cinema Paradiso
Di Tornatore quindi racconta l'emozione della scoperta del cinema muto nel suo Paese Racalmuto racconta che addirittura collezionava i frantumi di pellicola e chiedeva il proiezionista italiani un paio di fotogrammi dei più suggestivi pericoli potesse raccoglierli ogni hanno riempiva un quaderno di annotazioni sui finti aveva visto con compassione
E queste pagine scrive appunto che ammirava e desiderava
Da ragazzo Francesca Bertini Pina Menichelli Diana Carelli e Lupe Velez
La volta notturna la tristezza il silenzio
Si sofferma sul umori sul sull'erotismo di Clara boh
E l'erotismo vive più intensamente quanto più rigorosa è la censura c'è tanto meno si vede tanto più rimane occulto della della fisicità di una di un'attrice sullo schermo e tanto più forte
Erotismo secondo Sciascia ed evoca i grandi attori autori come basterà Keaton Chaplin Carollo e della rissa Hammond
A prova di quanto lo avessero affascinato quei volti e altri del cinema hollywoodiano degli anni Trenta
Gli anni venti e trenta
Scrive una nota proprio sui divi colpevoli prodiani per una ristampa dell'alfabeto delle stelle del trentasette di Marcora Antartica ecco in altri casi cita Greta Garbo dice dice che o lo speri come come come protagonista
Un interprete di Long John Silver dette delli dell'Isola del tesoro di Victor Fleming tratto da Stephen solo aveva così colpito che non poteva vedere che non poteva pensare a Long John Silver allontano Silver di di Stevenson senza senza vedere il volto di Wallace Beery
Poi quando quando città ombre rosse di di Ford subito richiama la dirigenza di bugie sui di di di Maupassant perché il cinema è e spesso richiamato in questa notte
Richiama spesso in queste note la la letteratura ma d'altra parte invece le apparizioni dice solo che nei suoi film
Lo fanno pensare ai committenti delle pale d'altare che si facevano raffigurare magari in un angolo dei dei quali quindi in questo caso dal cinema si passa invece alla alla pittura amava anche Angelo Musco e e di e Frei Frey fra gli amori di quell'epoca cita anche Von Sternberg Rouben Mamoulian e René Clair ecco è interessante perché Mamoulian
Clerc e Chaplin sono proprio gli unici amori che condivida con con Pasolini spettatore della sua stessa generazione infatti Pasolini nel quarantasette in una lettera a Sergio Maldini
Scrive la ragione per cui volevo farmi beffe dite
E l'aria di sufficienza con cui pare di Mamoulian ma proprio non ne avevi notizia ti avverto che Mamoulian va meritatamente per l'Ampera maggiore ed è da porsi cito sullo stesso piano di un Capra
Stai attento Sergio cerca di leggerti la non indifferente mole di volumi
Sul cinematografo ecco queste sono forse le uniche note in cui Pasolini parla con interesse del cinema hollywoodiano che a lui ha sempre suscitato un assoluto disinteresse quando non proprio una una una versione vera e propria
Ecco ma senz'altro le pagine più significative
De sono forse sono quelle dove Sciascia ricorda la sua visione del film il fu Mattia Pascal del ventisei di Marcel L'Herbier s'e sottolinea il fatto che fu grazie a quel film che avvenne per lui la scoperta di Pirandello
Io credo di averlo visto fra il trentatré e il trentaquattro perché naturalmente i film arrivavano il ritardo nel nel nel suo Paese
Lanterna magica come ancora qualcuno negli anni della mia infanzia scrive Sciascia continuava a chiamare il cinema
E mai per me così magica come nel momento in cui tra gli sbuffi di fumo della sua vita ho visto affiorare sullo schermo il volto di Mattia Pascal
Di Mattia Pascal Ivan Moshe Tine l'attore l'attore russo che lo interpretava nel film di di Verbier
Di Mattia Pascal Giacomo Casanova Imam di chi fa musica chine stranissima fusione di due personaggi tanto lontane tanto diversi Giacomo Casanova Mattia Pascale l'identità fisica di un attore
Stranissimo e naturalmente ambiguo fenomeno di incarnazione che per me si realizza non solo ogni volta che vedo immagini di Musio King ma ogni volta che torno a leggere il Mattia Pascal di Pirandello con Histoire de ma vi di Casanova io ho visto queste si su queste sue due interpretazioni prima di leggere romanzi di Pirandello e le memorie di Casanova e anzi ho cercato eletto questi due libri per l'impressione di diversa inquietudine di diverso turbamento che i due figli avevano lasciato ecco l'entusiasmo per il per i finti le nebbie e per Musio Keane fu così intenso che addirittura indusse Sciascia come veniva ricordato prima a sognare di fare il regista e lo sceneggiatore e questo inoltre di vent'anni
Il film sia impresso il Mattia Pascal di le rabbie sia impresso così profondamente nella sua memoria
E quando lo rivede negli archivi della Cinémathèque di Parigi
Scrive di ricordarlo perfettamente come si assistesse a due proiezioni una nella mia memoria e l'altra sullo schermo e la prima che anticipa di qualche secondo l'altra
Poi è interessante so è significativo il fatto che Sciascia identifichi due personaggi Mattia Pascal e Casanova sotto il segno di Don Giovanni quindi come il personaggio che vive quindi che vive altre vite
Attraverso la la seduzione quindi crea una sorta di di di Terna Mattia Pascal
Casanova e don Giovanni e com'era il suo stile Sciascia quindi convoca nel suo testo dei documenti quindi cita di recite l'autobiografia di musi utili incandescente Michel Stroke of dove però non trova nessuna traccia nessuna citazione del Mattia Pascal
E quella di le rabbie batterti Thurn e cittadini che cita anche una lettera di Pirandello alle rabbie dove guarda caso degli sottolinea Sciascia che Pirandello cita proprio il film Don Giovanni interpretato da da Musetti
Ecco la sua analisi arriva alla filologia quando quando Sciascia rileva che nella versione italiana dato che il divorzio non era consentito
C'era la scena si si concludeva con la scena di Mattia Pascal che visita la propria tomba quindi fedelmente al al romanzo mentre quella francese si si il quella francese si concludeva con il lieto fine
Ecco
Rimane così affascinato Sciascia dal dalla fisionomia di di Musil Kinda questi occhi azzurri magnetici che che aveva tanto che poi scrive anche alcune pagine sullo scrittore e regista Romain Gary Romain Gary
E che era un grande un grande mistificatoria come sappiamo nel senso più alto del del termine perché ha ha pubblicato vari romanzi con un nome falso ha inventato una una sorta di e terrorismo Emilio a Sciarra
Fra le sue geniali mistificazioni c'era anche quella di essere figlio naturale di così tutti e Sciascia crede a questa leggenda che perché all'epoca non era stata ancora smentita non era stato ma state fatte al cuore degli dettagli ha certamente ma probabilmente per Sciascia era anche troppo suggestiva l'idea che che gareggia con questo comma che che aveva lo lo ricorderete luppolo uno sguardo non meno magnetico di quello di Musil Keane
Potesse essere suo figlio e quindi in e e abbozza qui Sciascia quasi quasi proprio una una una una pagina che dalla che dalla che che dalle annotazioni sul sul cinema e la letteratura vanno vanno diventano pagine di narrativa perché c'è si si segue la storia completamente romanzata fare falsa la la leggenda che Gari ha raccontato su su se stesso
Ecco ma del resto l'interesse il fascino la fascinazione di Sciascia per la mistificazione come come strategia come tattica la ritroviamo anche nelle pagine e che dedica a un altro grande cineasta del cinema muto che che ammira Erich von Stroheim
Il fatto ecco qui però però qui Sciascia entra proprio nel nel gioco fra realtà e finzione che von Stroheim aveva di pubblicato
E quindi e quindi è e proprio Sciascia sottolineare il il fatto che fossero anni avesse nascosto di essere di famiglia ebraica e soprattutto di di di di non essere affatto un aristocratico ma di essere estrazione borghese
E e di avere mistificatoria anche la propria carriera nel nell'esercito perché in realtà lui era un disertore e e aveva e aveva fatto passare la storia che era che era che che si era congedato come ufficiale che era come alto officiare il ruolo del de L'ufficiale del resto lo interpreto in alcuni straordinari film in modo in modo magistrale ecco scrive Sciascia che von Stroheim rappresenta sì il mito o l'utopia della conservazione in questi ultimi anni ad evidenza insorgenti
Ma sotto specie di rimpianto di malinconia e Nostalgia di struggimento per una perduta felicità ecco allora potremmo dire che l'amore esclusivo di Sciascia per il cinema degli anni Venti e trenta che implica la negazione di tutto di quasi tutto quello che è venuto dopo
Una un amore che si lega addirittura rituale feticisti come la collezione di fotogrammi e di cartoline degli attori
Probabilmente significa che la dimensione del cinema fonda nell'infanzia come come perduta felicità nelle ombre delle fantasie mitologiche degli anni in cui tutto viene scoperta o per la per la prima volta il prato in un mondo così particolare come come la Sicilia
Proprio perché Mutu e quindi non naturalistico il cinema risultava appartenere a una dimensione ultraterrena magica che poi Sciascia non ritrova più non può inevitabilmente ritrovare più del cinema sonoro
Nel cinema del del del presente ecco per Pasolini spettatore il discorso e è diverso devo detto che non non non c'è assolutamente lo Google un interesse analogo a quello di Sciascia per il cinema o l'indiano
Il di la la genesi di Pasolini spettatore realtà è affidata a un oggetto e non alla a alla visione di un filmato a una cartolina pubblicitaria che rimanda un finché Pasolini non ha mai visto e non vedrà mai ed è l'immagine di un esponente di un esploratore
Il cui corpo è permetta sta per essere per per metà divorato da un da una belva e e nell'immagine si vede questo corpo per metà dentro le fauci della della della belva è una sorta di immagine primaria
Che cela evidentemente un fantasma Sato masochista
Ecco e Pasolini sappiamo che ha scoperto la il cinema la la forza estetica del cinema grazie a Roberto Longhi che chiamava il il il cinema e alle elezioni
Universitarie di di Longhi alla magica alchimia fra cinema e pittura che Longhi realizzava proiettando le diapositive in bianco e nero e particolare dei dipinti di di di Masaccio
E anche il fatto che non vi fosse uno dei primi a parlare mentre parlava d'arte a parlare anche di del realismo poetico francese quindi carne del porto delle nebbie Duvivier
Renoir dell'angelo del male questi sono film che ritornano nelle nelle lettere di Pasolini
E e e sono evidentemente il parlare di e andare a vedere i film francesi imperialismo poetico francese negli anni del fascismo significava proprio anche esercitare una sorta di fronda nei confronti della sottocultura
Del del regime che infatti quei film li li ho ostracizzato aerei naturalmente il pessimismo e la disperazione che che che emanava da quei firmerà qualcosa che si che ci si contrapponeva alla alla retorica del del del regime
Poi ecco nel e Pasolini in quegli anni assiste anche alle proiezioni a al Cile bouffe di di Bologna al al cinema imperiale e li scrive è cominciato il mio grande amore per per il per il cinema abbiamo detto che vede Fini Chaplin di René Clair
Vede anche gli indicus farmaci atipici ha più fede ed è significativo però che subito più che Piquet spettatore Pasolini vuole qual essere autore di cinema e a diciotto anni scrive un soggetto cinematografico il giovine della della primavera
Una sorta di poemetto visivo che secondo Walter Siti ricorda il cinema di Leni Riefenstahl ecco poi è molto significativo che a diciannove anni nell'inverno del quarantuno in una lettera scrive di avere dire di essere rimasto molto colpito da un norvegese Lainati Jorge scene Point
E scrive che il regista è un poeta che non sa usare la macchina da Presa intuisce delle bellissime sequenze
E talvolta rally realizza ma nell'insieme il fine mi ha molto turbato e ha aperto nuove plug che nella mia fantasia
Sogno renne geli fiordi Branca branchi di lupi e la vita folcloristica dei giovinotti che a primavera si adornano comuni dei vestiti di pellicce
Ecco in realtà quello che è interessante questa in queste note è è il fatto che che Pasolini subito sia stato dato da un cinema che mostra territori spazi ambienti luoghi che non sono quelli del cinema convenzionale il suo cinema sarà proprio questo che sappiamo
Che porterà la la la macchina da prese in Turchia in Marocco riprendendo proprio luoghi che il cinema non ha mai ripreso luoghi soprattutto arcaici barbarici qui colpisce molto il fatto che che lui pari a diciannove anni di ragazzi vestiti comuni dice c'è già una una vocazione di di una di un mondo che non è quello della della regione quello borghese che è un mondo che è un mondo barbarico evidentemente ecco e questa questa questa che quest'interesse per per un per un cinema quindi che perché mostra che come come visione di spazi e di e di luoghi
Quindi quasi onirici proprio perché lontani dal dal quotidiano lo troviamo in un'altra lettera
Scritta a ventun anni dove si entusiasma per un fine sovietico oggi dimenticato che la tragedia ieri gora del trentasei dirò che all'estro Eva era tanto scrive Pasolini che non provavo un entusiasmo così puro e disinteressato
L'ingenuità e l'arretramento recita del contenuto che molto volte sul molte volte sono quasi buffet
Si riscattano attraverso una tecnica così originale fresca poetica quasi tutti i primi piani e qui c'è già in nuce diciamo la il la sua predilezione per la frontalità per per terra
Il cinema come come come pala d'altare insomma
Ecco gli amori cinematografici e di di di Pasolini sappiamo che rimarranno sempre molto forti ma saranno pochi Chaplin Murnau Micucci Dreyer e Berman però con quelle Riserve che abbiamo detto prima ma esiste anche una una una consonanza interessante fra fra Sciascia e e Pasolini a questo punto ed è il loro interesse la loro attenzione non solo per i periti per i film ma Fini forse in misura anche maggiore per per certi versi per il pubblico del cinema cioè per il quadro antropologico che offre la sala
I fatti Sciascia rievoca con passione il pubblico siciliano popolare degli anni Venti ed i primi anni Trenta che sputava contro personaggi odiosi faccio quel clima di partecipazione animata viscerale alle a al alle immagini che che scorrevano sullo scalo tanto che dice che si doveva spostare per per evitare queste manifestazioni così spontanea del del del del pubblico ecco pensiamo a a Pasolini che ambienta in una sala paesana una scena erotica dove dove registra l'eccitazione del pubblico mentre guarda Rita Hayworth in incida cioè a Pasolini DG danno gli non interessa nulla quello che che l'ha interesse e e proprio osservare l'eccitazione che serpeggia
Fra fra gli spettatori che si riflette poi sul comportamento degli stessi protagonisti
Del romanzo che Amado mio ecco sono molto interessanti sono molto sono significative secondo me le note poiché scrive Sciascia sul fenomeno della reazione del pubblico ad un clima uno dei rari film
Degli anni sessanta che lui ama cioè Salvatore Giuliano di Rosi
Per noi scrive Sciascia Giuliano andava bene bellissimo intenso firma mai la Sicilia era stata rappresentata nel cinema
Con così preciso realismo con così minuziosa attenzione e ciò di e ciò discendeva o da un da un giusto giudizio morale ideologico storico sul caso Giuliano e tuttavia i contadini siciliani vedevano un film diverso
Con diverso giudizio con diversa morale da quella da quello che Rose aveva effetto al mente fatto e non stavolta perché sprovveduti dell'alfabeto delle immagini in movimento non per il ritardo della loro mente
C'era una possibilità di equivoco di di di ambiguità che doveva trovarsi in parte nel film e a noi parve di scoprirla nella invisibilità di Giuliano per Rosi crediamo l'invisibilità era una specie di Tato immaginifico del giudizio
Non Giuliano contava ma le forze gli interessi le persone che lo muove vanno per il nostro spettatore l'invisibilità diventava invece un dato mistico Giuliano come idea della rivolta contro lo stato della vendetta sociale della redenzione del povero
Un impermeabile bianco e un binocolo quasi attributi dell'idea il bianco la lontananza
E diventa corpo il bandito sulla polvere del cortile del De Maria sull'ovale marmo della squallida morbo sotto il pianto le mani della madre una Deposizione dalla croce un Cristo
E Pisciotta che era stato il Giuda eccolo sbarrare contorcersi di veleno e confidente il corruttore di Pisciotta ecco lo fulminato da lupara
In un giorno di mercato in piena luce come si conviene ad una vendetta esemplare solenne religiosa
Il contadino è soddisfatto egli resta oscuro quel punto sia davvero sparato a Portella della Ginestra e perché
Ma così spiega perché l'ha fatto ma evidentemente la spiegazione valida per noi per qualunque spettatore che Annetta coscienza civile o che almeno ha buona memoria dei fatti del processo di Viterbo
Delle declinazioni dei parlamentari del caso non è per niente validare stanza scura incongrua per quell'altro spettatore relegandolo nell'invisibilità Rosi ha reso più dura l'accusa verso la classe dirigente che lo muoveva
Ma al tempo stesso per il pubblico siciliano non faceva che confermare
Un mito ecco sono significative queste pagine perché Sciascia coglie veramente il il a parte l'ambiguità del cinema ma anche il potere litico del cinema di conferire
Paradossalmente noi un'arte del visibile una grande forza evocativa a ciò che rimane fuori campo all'invisibile che acquista una densità incomparabile rispetto a ciò che viene che viene mostrato ecco riguardo a Salò o le centoventi giornate di Sodoma l'ultimo atroce finti di di Pasolini sembra sembra il il discorso contrario no perché è un fin dove l'orrore l'atroce
Consiste nella flagranza della violenza degli abusi nella crudeltà dei sarcasmi nella riduzione del corpo a cosa a cui siamo costretti ad assistere senza che sia concessa nessuna via di fuga nessun personaggio nessuno sguardo con cui identificare ci per salvarci o almeno attenuare l'atrocità del film invece tutto siamo costretti a vedere
Se stiamo assistendo a Salò
I quattro mostri che incarnano il potere possono ricordarci per alcuni connotati il presidente della corte suprema richiesti del contesto soprattutto nel passaggio dove dove Sciascia scrive
Si spostò in avanti sulla poltrona si inclinò verso Rojas con un sorriso accattivante gli occhi lucidi di febbrile ansietà
Come accade nei manicomi Soro Peppe solo gas dove sempre incontri quello che ti blocca a confidarsi la sua utopia
La sua civiltà aste il suo falansterio ecco Tim perché questa dimensione manicomiale el e logorroico che ha è presente in Salò ma questa questa è una è una crisi così è una suggestione
In realtà anche essa Halloween dove dove si vede tutto c'è una c'è una dimensione nascosta invisibile
Ed è il presente l'Italia degli anni settanta che Pasolini non ha mai voluto firmare
Perché la odia in quanto epoca di massificazione di perdita dell'identità di omologazione e Pasolini quello che detesta non lo vuole non lo vuole firmare direttamente
Quindi nasconde il presente dietro la maschera di Sadr ed è l'ambientazione repubblichini in e la camera una struttura in gironi
Che evoca esplicitamente l'inferno l'Inferno dantesco
Ecco Dante è il nome che Pasolini non a caso cita quando scrive del romanzo di Sciascia Todo modo nell'ultima recensione che che è stata de per il settimanale Tempo che è stata ricordata anche ieri
In Todo modo scrive Pasolini questa concezione quasi dantesca del mondo ritorna a riproporre la sua forma la piramide del potere monolitica all'esterno estremamente complicata labirintica mostruosa all'interno
Si tratta di una metafora profondamente misteriosa come ricostituite l'universo che elabora fino alla follia i dati della realtà
I tre delitti sono le stragi di Stato ma ridotte ai mobile simbolo i meccanismi che spingono ad esse sono a priori preclusi a ogni possibile indagini restano sepolti nell'impenetrabilità della cosca
E soprattutto nella sua ritualità
Ecco queste parole Pasolini le scrive a proposito del romanzo di Sciascia ma in parte potrebbero valere anche per il suo film che dominato proprio dalla ritualità
Dove la trasgressione è stata codificata ed è diventata norma del potere all'inizio proprio il il presidente uno dei quattro mostri legge un Regolamento comunque a Terno
Dove dove è contenuto un Regolamento che contiene tutte le trasgressioni sessuali che sono la norma che deve essere a cui le vittime devono conformarsi dentro dentro il il il palazzo dentro la loro prigione
Ecco
Il film Salò vuole essere un'aggressione una vera e propria aggressione nei confronti dello spettatore degli anni settanta ma non è la forma della della denuncia politica
Perché Pasolini non amava il cinema politico cui appartenevano anche alcuni film di Petri erosi è significativo che quando Pasolini
Realizza un film di intervento politico diretto dodici dicembre sulla strage di piazza Fontana non lo no non cerca la collaborazione di Petri erosi per dire che pure avevano realizzato in quel periodo anche dei film militanti
E no lui cerca la collaborazione di di un di un gruppo extraparlamentare c'è lotta continua quindi un ambiente fuori di di persone al di fuori del del cinema
Ecco Salò e quindi una metafora mostruosa dove la trasgressione sessuale diviene violenze sopraffazioni sostenibile per perché guarda come come dicevamo che sono ed è insostenibile questo film anche anche per Sciascia che come è stato ricordato non riesce non solo a guardare il film senza soffrire ma neanche ad analizzarlo cioè a renderlo oggetto di un di un discorso critico e infatti nelle nelle nelle parole in in quello che scrive Sciascia su Salò non c'è la minima analisi no e tra l'altro scriveva Emily Pasolini è senza dubbio importante importante come conclusione della sua Autobiografia importante per chi come me scrive Sciascia sente il bisogno di costruire la sua vita dispiegarsi la di capirla con umiltà
E insieme con pietà questo è è stato anche citato ma a che serve per la generalità degli spettatori a che serve per le masse
E che lo consumeranno ecco mi sembra che queste parole ultime di di Sciascia
Rivelino proprio il una certa incertezza il disagio e il malessere che gli atti che gli ha provocato il il film ecco Roberto andò ha riferito nel suo intervento che Sciascia ha detto anni dopo e quella quella visione di di di di Salò allora il film non mi piacque ma è un film che resterà penso che Pasolini abbia visto prima del tempo un orrore
Che tra poco sarà evidente anche per noi
E per quanto possa apparire assurdo a Pier Paolo quell'orrore non faceva più alcun effetto e questo è terribile
Ecco io io ho dei dubbi che quelle Rocco quell'orrore non facesse più nessun effetto a Pasolini
Se non gli avesse fatto infetto non avrebbe mai realizzato solo credo lo ha realizzato proprio per la rabbia contro quell'orrore
Ma quell'orrore cose poi alla fine
Probabilmente sono soprattutto le penultime immagini del film quando dei giovani al quando il venti luglio unici ragazzi che vengono salvate dalla dalla strage accettano di essere conniventi con i carnefici che assistono con voluttà alle sevizie
E alle torture
Ecco è l'orrore dell'indifferenza della Partia dei nuovi spettatori del nostro presente grazie
Grazie a Roberto seguito veramente appassionante The intervento sul cinema
Curioso come molti intellettuali molto piuttosto critici verso Antonioni mi viene in mente Nicola Chiaromonte e va be'Elémire Zolla cioè vedevano nei silenzi di Antonioni un sospetto di chi c'è poetico questo molti intellettuali
Poi parlato del della passione di adolescente per il cinema di Sciascia passione dell'usano perché Tucci ricordare che alla fine lo ha detto che
Non c'è il film che valga un libero
Per quanto mediocre insomma questo mi fa pensare alla famosa quella frase di Adorno che dalla visione di un film si esce sempre più stupidi più cattivi
Ne siamo alla fine dei lavori nuovi di realtà avevamo previsto dalle undici alle dodici e trenta la discussione anche aperta al pubblico sono le dodici e venticinque ciò testimone di una vocazione anti populista del convegno direi perché insomma mi pare che non c'è nessuno spazio per la discussione
Mio mi limito adesso do la parola di nuovo a Piero Colussi anche Francesco il suo decreto doveva fare una comunicazione mi limito a dire Birba volevo ricordare una cosa questa mattina c'ho pensato di dunque che ha detto Bufalino che è stato peraltro evocato da cui dissento molto Pasolini ha parlato di Bufalino ha parlato scusate di di Pasolini Sciascia negando qualsiasi parallelismo tra i due scrittori perché secondo Bufalino la passione di Sciascia si è sempre decantata e redenta nei modi dell'arte non so se si possa dire di Pasolini
Ecco no a me pare che qui affiora un'idea di Bufalino molto crociana
Ma forse più dei crociani che di Croce di arte intesa come intuizione pura io credo che invece sia per Sciascia che per Pasolini
L'arte la creazione artistica e continua rielaborazione di materiali impuri e commistione di generi letterari e di stili
Ringrazio ancora tutti insisto su un punto e cioè la disamina da parte di quasi tutti i relatori dei concetti di realtà e verità
Sui quali la filosofia del Novecento si è come sappiamo se interrogate incessantemente partendo da quei due tre capoversi di micce ecco
Ma a questo punto accorda discreto siamo tutti concordi sul fatto che qualsiasi realismo contiene una vena di anti realismo comunque a tutti i relatori i miei ring i miei sentiti ringraziamenti
Per per l'impegno e la passione dei loro interventi grazie a tutti e ora chiamo Piero Colussi e Francesco Izzo grazie ancora
Sì sì ho perso quando americani che non ci sia recupero immobili va be'vogliamo proprio scusate vogliamo fare un quarto d'ora un quarto d'ora di domanda da parte del pubblico ma si va bene io però siccome poi con Roberto proposto ok
Lo volevo ricordare e ringraziare anche gli amici della Pro Casarsa che ci hanno dato una mano nell'organizzazione
Dietro ci sono delle bottiglie di vino del dell'ottimo prosegue Della Ribolla chiama molto Filippo che sono a disposizione dei relatori e poi chiedo Cristian di
Di poterle metterà a disposizione
Perché invece non ha l'aereo subito ci vediamo a pranzo al solito nostro al nostro luogo
Da parte queste informazioni proprio di di servizio io non posso fare altro che che ringraziare tutti voi che e e tutte le persone che in questi due giorni che devo dire sofferte fa come no penso e cioè ieri ho visto gente uscire che uscita visto provata Jacopo bilanciato male però ne valeva la pena è stata un'occasione importante che avrà un seguito perché risulta queste relazioni noi contiamo
Entro l'anno prossimo deve di pubblicare nella nostra collana che Marsiglio ormai da dieci anni in cura
Questo in importante appuntamento insomma io volevo dire che la storia non finisce qui e ci saranno sicuramente altre occasioni faccio tanti auguri a beh Francesco vieni qui
A a agli amici di Sciascia che hanno quest'altra appuntamento ospiti caro a Parigi da Davide luglio colla o offre perché priva
Gli piaceva questa cosa che che che Roberto aveva troncato
La o finale mi riporto
Al proprietario del cognome l'interezza
Per cui insomma credo che questo novembre ci lasciano di io sono meravigliato però se lo posso dire poi sarò smentito da da una cosa ma in questo mese di Sciascia non ci sono altri appuntamenti cioè ciascuno ce ne sono molti ecco per cui e la mia ignoranza che mi ha fatto un po'un casino
Spaventare a all'idea che che questo fosse bensì sicuramente non l'unico ma uno dei pochi perché credo che questo sia assolutamente importante
Per altro verso forse su Pasolini manca Massa si dice da da noi nel senso che c'è un profluvio di di di di volumi di cose di studio eccetera che alle volte
Come dire andrebbero anche un po'più come centellinati ma il destino di Pasolini ormai lo abbiamo capito e proprio questo per parte nostra e chiudo quello che su cui ci stiamo impegnando quel volumetto che avete trovato mi riferisco i volumetti cioè poi gira Casarsa e la volontà anche di far conoscere un po'meglio questi anni friulani
Sono poco conosciuti a mio avviso ma che sono XM poi di tutto quello che accadrà negli anni successivi cioè già tutto qui era avvenuto per quanto riguarda quelli che sono i temi svilupperà per cui avremo credo sicuramente altra occasione di incontrarsi vi ringrazio per l'per l'ennesima volta pongo per Brescia c'hanno
Una mano prima liberamente veramente volevo aggiungere doveroso ringraziamento a Filippo
Diciamo orchestrato magnificamente queste questa questa due giorni credo tutti abbiamo apprezzato la devo dire questa me mi sembra veramente una cifra della di questo di questo incontro le relazioni sono state tutte complementari è stato una cosa molto bella perché non c'è stato un ripetere ossessivamente quello che che abbiamo letto ma c'è stato uno sviluppare dei canali diversi mi sembra importante questa quando stava Filippo accennato appunto a questa dimensione della realtà della verità
Che hanno dato un connotato che andava ben al di là della della letteratura e sarebbe stato impensabile con con una autori come Sciascia e Pasolini ovviamente il ringraziamento alla al padrone di casa anche quelli in questo caso il sindaco di Casarsa e al centro studi passo limite del e ho visto che se non è una cosa anche questa consueta quindi questo devo dire come è stato seguito il convegno da tutti i relatori se ma la cosa anche questa
Ex scontata ma non è scontata abbiamo visto molti incontri nei quali il relatore arriva fa il suo intervento e se ne vanno ecco questo è una è uno stile che non ci piace e ci fa piacere invece vedere che la compagine messa insieme da da Filippo avuto una veramente una partecipazione così intensa e il momento di ieri sera è stato strepitoso eccome qui ringrazio veramente Robert no anche per questo
Questo dono di di avere portato qui Marco Baliani che mandiamo assistito credo tutti con compartecipazione con commozione
E quindi per noi credo non poteva esistere un un inizio migliore
E devo dire anche le cose che ho sentito tra gli altri da Davide luglio ieri
Diciamo ci hanno dato anche un'anticipazione di quello che sarà alta la fase successiva perché lo dico anche a chi ci ascolta attraverso Ranieri radio radicale che anch'io ringrazio ringrazio il direttore Alessio Falconio che con sacrificio so che ecco ha ha mandato qui dei tecnici per per fare questa registrazione che diventa una memoria di quello che facciamo ma a Parigi avremmo il ventuno e ventidue novembre all'istituzione siederanno in cultura il nostro decimo colloquio
E il giorno dopo proprio alla Sorbona con Davide luglio con l'esborsi
Avremo quest'incontro sugli sguardi incrociati dello Sciascia francese
E volevo anche anticipare qui è una notizia cioè che avremmo sia all'Istituto esami di cultura che alla Sorbona grazie all'amica faceva scalo una una un'équipe che registrerà videoregistrare i lavori che quindi diventeranno nuovamente una traccia importante al di là degli atti che anche per noi
Mettere demente leggeremo con piacere quello che è venuto questi due giorni con grazie appunto all'impegno del Centro Studi Pasolini con Marsilio faremo una cosa analoga conosciuti
Io volevo qui ed è devo dirlo ma non soltanto perché alla presidenza pro tempore dell'associazione ma perché quello che permette anche di realizzare questa agenda in abiti di partenariato
Volevo invitarvi e farò dei nomi dopo Emma Bonino dopo Nadia Terranova dopo Emanuele Macaluso e potrei citare anche altri nomi e cito quello di Roberto Andò
A darci una hanno a sostenerci aderendo il tavolo che abbiamo lì non è così per le spore delle pubblicazioni ma per raccogliere le adesioni questo ci permette di potere
Finanziare e sostenere quello che facciamo da ventisei anni è che vorremmo cercare di fare anche sapendo che abbiamo all'orizzonte una scadenza importante l'otto gennaio due mila e ventuno saranno cento anni dalla nascita di Sciascia un anno dopo vedremo
Quella di di Pasolini quindi chissà ci sarà un un ritrovarsi ancora però queste sono sono scadenze importanti e però non vogliono dire quello che concordo con quello che ha detto Piero qualcuno ha parlato di stress lauda attivo no
Del sottoporre un autore ad una posso dire un'ossessione della memoria
Non credo che Sciascia e Pasolini soffrano di questi di questi problemi e portante per nel guardarli con un occhio fresco un occhio diverso uscendo da quella che io chiamo la compagnia di giro perché i migliori contributi a questo convegno lo dimostra vengono anche soprattutto da chi magari Sciascia approcciato in modo tangenziale ma può portarci uno sguardo originale penso ad esempio al mondo non italiano
Qui abbiamo Davide luglio malgrado il suo eccellente Italia no ma abbiamo naturalmente tutta una una compagine fuori d'Italia che di Sciascia può offrire resterà restituire un'immagine inedite anche perché Sciascia glamour dialogo strettissimo coi suoi traduttori e questa me essendo l'elemento di particolare
Stimolo quindi grazie anche a da Faramir degli amici di Sciascia e per questa ospitalità questi giorni buona
Pensavamo compiere o se avete soltanto un attimo un attimo di pazienza in più pensavamo effettivamente di dedicare anche uno spazio un quarto d'ora proprio insomma se ci sono delle domande io immagino che i relatori stessi intendano fare domande o chiarire dei passaggi e del loro ragionamento però io da lei la priorità al pubblico
Se nel pubblico ci sono don domande richieste di chiarimento cose del genere prego venga qua
Certo ci se gli aiuti non è una domanda breve
E per forza per forza sarà breve ma sono due due annotazioni che voglio fare
Si è parlato in questi giorni molto di di Alletto vorrei ricordare che per Pasolini il friulano che era lingua
E casualmente ma è capitato poi nell'attività parlamentare di essere il pro po'scrittore della legge delle lingue minoritarie
Per rispetto della Costituzione l'articolo sei
E Pasolini
Appunto qui a Casarsa
Ha un impegno politico
Non solo quello di difendere la lingua ma anche un impegno politico perché la lingua e il fondamento di un popolo
Questo aspetto credo che vada ha ricordato
L'altra annotazione che volevo fare molto brevemente e quella su Moro
In cui l'abbiamo sentito ieri il richiamo al latino di Moro
E penso che proprio la frase di kasher che anche quando
Uno dei due fa torto comunque c'era l'accordo questo vale anche per noi ammiratori dell'uno e dell'altro
Il giudizio su Moro io credo che fosse sbagliato
Fosse sbagliato nel giudizio sulle lettere
Che invece aveva visto era stato visto bene da padre Davide Turoldo
Che friulano nato a pochi chilometri da qua
E forse bisognerebbe parlare della voce
Di Sciascia i silenzi la voce di Pasolini la voce di Turoldo terra tonante
Ebbene Turoldo sulle lettere si scaglia contro chi negato all'autenticità
E era ridotto a scrivere una lettera a Repubblica
Perché c'era la censura contro chi non accettava la verità ufficiale in quel momento
Turoldo dice le lettere di Moro sono le cose più vere
Proprio perché umane e garantirne la loro sincerità
Grandi da far pensare all'umanità di Cristo che di fronte alla morte pre che il padre perché si è allontanato da Luis Calì c'era Mario e suda sangue trema paura
Perché Cristo non è Socrate e i cristiani devono essere uomini la nostra nella religione degli umili che sono forti nella fede una cosa tutta diversa dagli eroi ecco perché dico il giudizio errato su Moro perché Moro nel mille novecentosettantasei due anni prima per essere catturato
Processato sequestrato condannata a morte ucciso
Ai suoi studenti fa delle elezioni straordinarie
Diritto penale in cui proclama la sua contrarietà non solo alla pena di morte ma anche all'ergastolo arrivando a dire che è peggio della pena di morte e lo fa con L'Unità gli hanno cristallino e purissimo
Da cioè il linguaggio di Moro come giurista e straordinario
Sciascia dice non era uno statista però era la persona che aveva scritto
Due articoli fondamentali della Costituzione
Il trentadue il tredici che sono un monumento di chiarezza su punti fondamentali
Ecco allora penso che una riflessione su o queste queste cose
Sciascia aveva intelligenza politica lo ricordo per il suo giudizio sull'autonomia della Regione Siciliana
Valgono forse oggi così come le le frasi di Moro sull'ergastolo valgono oggi nella polemica che c'è
Ecco l'ultima cosa devo dire che è stato evocato in un rapporto col mondo radicale ma forse dobbiamo essere un po'più precisi
Pannella
Al rapporto con Pasolini e con
Il nel il congresso del partito radicale a Firenze si sarebbe aperto con l'intervento di Pasolini che rimane un saggio politico straordinario che anche questo è stato censurato molto
Perché lì c'è tutta la filosofia di Pasolini nelle cose
E paradossalmente il nemico dei diritti civili
Hanno sarebbe andato al congresso a parlare radicali anche questa è una contraddizione forte
E l'ultima questione invece che mi pare mi pare questa molto molto rilevante lì io so
L'io so oggi è stato sostituito dalla richiesta di verità delle vittime
Che però al di là della giustezza di chiedere la verità sui fatti
A un fondo che non è inquisitorio ma complottisti Coco quindi credo che l'insegnamento di Sciascia e Pasolini ci possono aiutare molto anche nelle vicende di oggi esclusa
Franco
Ecco Franco Corleone Franco Corleone sì grazie davvero la lettera di Turoldo bellissima la sua citazione io ricordo una cosa veramente terribile ripugnante che disse Altiero Spinelli
Illustre europeista come sapete disse di Moro nel carcere delle BR che si era comportato come un coniglio questo dice Spinelli
Beh sono quelle frasi per me dei punti di non ritorno nel senso che io ho un'ammirazione sconfinata per la tradizione azionista ma lievi avviene fuori peggiore azionismo core della sua supponenza morale e la sua mancanza di pietà
Ecco una frase del genere Orrù al non l'avrebbe mai potuto dire ci sono altri interventi o
Prego
Quale qui ci sono degli sciuscià neri molto perché ditate di me le posso dire quello che che lo so che in un dibattito che ha fatto che poi pubblicato da Todo modo
Sciascia dice di essere un ateo incoerente questa cosa un altro incoerente e discontinuo diciamo per potrei dirlo sale se mai era importa qualcosa anche di me stesso
Nel senso che ognuno di noi in una giornata
Forse attraverso tutte le religioni perfino nazismo comunque un po'dice una cosa del genere Sciascia però ripeto qui ci sono Sciascia rivolto perché i dati di me non so se volete aggiungere qualcosa però ateo incoerente
Ecco belle bene
Quindi
Prego dai clienti
Scusate anche io ho un problema di treno tra dieci minuti anch'io dove andare ma
Prego Giuseppe Traina
Sono uno due punti così che ho preso ascoltando i colleghi che hanno veramente detto delle cose molto belle
La quella che mi ha colpito di più stamattina è stata l'immagine che ha raccontato Roberto andò di questa visita al Castello otto legge ha come luogo SIM cioè come prospettiva del della vera Palermo no
E io non riesco a non pensare parecchi anni dopo la visita di di andò e Sciascia in quel luogo
A meno che le le inchieste giudiziarie non ha pure in una verità diversa dal castello tra Reggio partiti impulso
Telecomando al per l'esplosione del della autobomba sotto sotto casa Rossellino
è una cosa che mi inquieta moltissimo e da siciliano la volevo dire
E poi è un'altra cosa molto bella che
Credo sia giusto ricordare
Mi dispiace che Daniela si è andata via ma lei ha detto delle cose molto molto belle sulla sulla ricerca del vero giuridico ecco
Siccome si è parlato
Ecco DTT di testimonianze di chiedersi di prefigurazione di tanti tutte quelle cose che vengono fuori di solito quando si parla di Sciascia di Pasolini
Una sola cosa non è stata ricordata la vorrei ricordare oggi io
Che alla ricerca del vero giuridico Sciascia
Dice
Ma perché non alle prove Luigi ma perché gliel'ha detto una fonte autorevolissima
Enrico Berlinguer tramite Renato Guttuso
Che le Brigate Rosse avevano i loro campi di addestramento in Cecoslovacchia Renato Guttuso smentisce
In una vicenda orrenda del
Simbolo di una certa mentalità stalinista quel era
Una riportare una testimonianza e in sede giuridica la si poteva appurare ma non ci si arrivò se non sbaglio questa sede giuridica e tutto rimanesse
Così nella nella damnatio memoriae che buona parte del partito comunista
Riservato a Sciascia non tutti per fortuna oggi però intervistati da Veltroni sul Corriere della Sera non ricordo quale ex esponente del partito comunista
Dar ragione a quella testimonianza scusate se non ricordo chi era ma era uno dei più importanti
E poi un'ultima cosa perché
Abbiamo parlato del giusto farlo in termini letterari di questi due grandi personaggi però dietro i letterati ci sono sempre gli uomini no anzi gli uomini sono i letterati
Con le loro debolezze con le loro meschinità talvolta con le loro normalità di esseri umani
E allora due piccole cose
Questo silenzio di cui parlavamo ieri che riguarda alcuni anni del del del rapporto Sciascia e Pasolini
Forse lo possiamo riportare anche vicende di carattere umano quella foto risale al primo premio Brancati Zafferana in cui Sciascia e Pasolini secondo me se non litigarono esplicitamente come se l'avessero fatto perché si ritrovarono su due fronti opposti per decidere l'attribuzione del premio ora si penserà ma cos'è una guerra tra letterati si tratta solo di un premio
Io ho l'impressione pensando a a a un certo un rigore morale di Sciascia che questa vicenda sia stata molto importante perché quel premio con Moravia in giuria
Dacia Maraini presente con Pasolini in giuria fu assegnato Elsa Morante per il mondo salvato dai ragazzini che era appena uscito che è un libro importante
Ma forse una certa etica professionale se se esiste la professione del letterato avrebbe magari
Ha detto
Che sarebbe stato meglio evitare quel premio Elsa Morante
E
I racconti di quel episodio parlano di due schieramenti netti lo schieramento dei siciliani e qui qualcuno dirà che siciliani fanno sempre cosca per carità volevano premiare uno scrittore siciliano ok
E lo schieramento dei romani che prevalse dando la vittoria alla Morante
Io mi chiedo
Qualcuno chiedeva se Colussi chiedeva se ci saranno altre manifestazioni in ricordo di Sciascia alla Fondazione Sciascia c'è un convegno sul contesto per l'anniversario ecco io spero di arrivare in tempo
A quel convegno studiando la Poesia che Sciascia attribuisce lo scrittore non ce l'ho nel nel nel contesto che secondo me è una spudorata parodie dello stile sia del mondo sorvolato dei ragazzini sia del
Del PC ai giovani di Pasolini ho questa sensazione quindi credo che sia veramente un periodo di frattura forte giocata tra vita e letteratura se posso dire così
Un'ultimissima cosa è più dura
è stata ricordata ancora da Daniela Marcheschi l'economia il prevalere dell'economia come errore della cultura e ancora una volta
Esiste una coerenza tra le idee e i comportamenti
E forse Francesco Rizzo Nervo ma ricorda meglio di me questa vicenda ma è abbastanza famoso il fatto che Sciascia abbia rinunciato a un cospicua
Promesse in termini di diritti d'autore se fosse passato avesse ceduto i diritti delle soap opera
A Mondadori ecco pur di rimanere fedele ad Adelphi il gruppo del film Bompiani rinuncio a tanti soliti solo questo
Grazie
Grazie a Giuseppe Traina come insomma le la la relazione tra i due è stata anche accidentata
Piena di contraddizioni e di e di rivalità nascosta
Facciamo una foto finale