"Al cuore delle diversità e delle alterità..": la storia dei radicali contro i potenti (dal XXXV Congresso del Partito Radicale a Budapest, 23 aprile 1989)

Dicevo del leader
Di volta in
Per come scrive
Siamo stanchi non dico come diceva lui o come altri ci dicono siamo stati il peggio
Siamo stati nella notte negli angoli peggiori
Non importa se recandoci o recatici
O per debolezza o disperazione
Ma certo siamo stati nel cuore delle diversità fedele alterità
E abbiamo chiesto rispetto
Il modo elegantemente liberali per gli altri
Io non ho nulla a che vedere con loro ma
Bisogna riconoscere lo no
Abbiamo sempre fatto ora c'è un diverso
Che invece il radicale rischia sempre meno di criminalizzare dentro di sé se non all'esterno
Cioè di ritenere diverso così diverso da essere irrecuperabile
Un dono quel ragionamento
Per quale gli altri dicono sì l'
Delitto ma insomma fino a un certo punto
Esso
Che bisogna evocare non a caso e poi l'unico diverso nel quale possiamo forse sperare nelle prossime settimane di avere il miracolo serve
Esso compagni amici radicali la donna l'uomo di potere
I potenti
Che sono donne e uomini come noi
Presupposto della nostra nonviolenza
Nostro dialogo nonviolento ci rivolgiamo non all'astratto gestore della istituzione
Ma al concreto uomo-donna
Che in quel momento ha il potere delle istituzioni perché sappiamo che all'interno della sua coscienza storicamente
Non può che esserci in una misura o nell'altra anche quello che abita nella nostra coscienza quello ci affidiamo
Chiudiamo
Speriamo di volere essere
La fiducia facciamo la forza della sua scelta
Di quello che ha dentro
Per incoraggiarlo rendono più forte ed usare il potere
Nella direzione opposta a quella la quale spesso viene usata
Questo è il nostro
Essere non violento in politica volere essere efficaci