18 GEN 2020
intervista

In viaggio nel Parco Nazionale del Pollino con Giorgio Braschi. Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - San Severino Lucano - 00:00 Durata: 25 min 34 sec
A cura di Delfina Steri
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Il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993, con i suoi 192.565 ettari (88.650 sul versante lucano e 103.915 sul versante calabrese), è la più grande area protetta d’Italia.

Nel corso della tredicesima conferenza Europea dei Geoparchi, svoltasi in Finlandia dal 3 al 6 settembre 2015, il meraviglioso e prezioso Parco calabro-lucano è entrato a far parte della rete mondiale dei geoparchi Unesco.

Un Parco patrimonio mondiale dell’umanità che comprende i territori di 56 comuni (24 in Basilicata e 32 in Calabria) e una popolazione di oltre 150mila abitanti.

Come viene spiegato sul sito
unesco.org, “l’area della catena del Pollino rappresenta una delle chiavi per comprendere la relazione strutturale tra l'arco peloritano-calabrese e l'Appennino meridionale”.

Nel Parco Nazionale del Pollino troviamo le vette più alte dell’Appenino meridionale: Serra Dolcedorme (2267 mt s.l.m.), Monte Pollino (2248 mt s.l.m.), Serra del Prete (2181 mt s.l.m.), Serra delle Ciavole (2127 mt s.l.m.), Serra del Crispo (2053 mt s.l.m.), Monte Alpi (1900 mt s.l.m.).

Parlare del Parco del Pollino significa non solo parlare della sua straordinaria geodiversità, di flora e di fauna, ma anche di arte, cultura e gastronomia.

Dici Parco e inevitabilmente pensi al Pino Loricato, un albero che deve il suo nome al fatto che la corteccia ricorda la lorica dei legionari romani.

Pino Loricato che per la sua unicità e bellezza è stato scelto come simbolo del Parco.

Dici Parco e inevitabilmente, se lo hai vissuto e visitato, vieni trasportato in atmosfere magiche, come quella del “Giardino degli Dei”.

Dici Parco e inevitabilmente pensi alla Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero e a mille altri luoghi incantati.

Giuseppe Appella, critico d’arte, parlando del Pollino ha detto: “L’arte trabocca da ogni pietra e da ogni zolla in un dialogo continuo con la natura”.

Giorgio Braschi, storica guida del Parco, fotografo, membro del Soccorso Alpino e autore di volumi quali “Pollino.

Viaggio interiore in una realtà irreale” e “Sui sentieri del Pollino”, è un profondo conoscitore del Geoparco.

Braschi, nel rispondere alle mie domande, ha parlato di “essenza spirituale della montagna” e “selvaggiosità”.

Con la “preistorica” guida lucana, come scherzosamente si è definito, abbiamo respirato gli odori, i colori e i sapori del Parco e ne abbiamo ascoltato i silenzi.

(La scheda è tratta da un articolo dell’autore del servizio).

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