Rassegna di Geopolitica. La presentazione dell'ultimo numero di Limes: l'America nel segno di Trump

Bentrovati all'ascolto di radio radicale era rossi neri geopolitica di mercoledì ventidue gennaio due mila venti oggi presentiamo l'ultimo numero della rivista Limes rivista di geopolitica diretto da Lucio Caracciolo
L'ultimo numero intitolato America contro tutti sottotitolo ma non tutti contro l'America paradossi fascino a Follini dell'impegno che non può chiamarsi tale
Per rappresentare quest'ultimo numero di Lima sapevo scelto l'articolo di Dario Fabbri intitolato l'America trenta euro e libero arbitrio scrive Dario Fabbri l'America del Domina diciannove imperiali inquieta contro tutti
L'immaginabile cogenza della condizione egemonica unità alla fatica percepita dalla cittadinanza la rissa tanto universalistica quanto aggressiva nei confronti di cliente essi e nemici
Anziché a regredire allo stato di nazione promesso da tre negli ultimi tre anni l'America ha puntellato il proprio ruolo cresciuto in freddezza il disposizioni globale soli psichismo
A dispetto di una vulgata che lavora in ritirata aumentano contingente militare dispiegato in ogni continente l'attività di compratore sistemico il numero di immigrati che accoglie sul proprio territorio
Ha continuato accollare agli altri il suo benessere attraverso il mostruoso debito pubblico a usare casistica mentre la retorica umanitaria per occultare la politica estera
A controllare rotte marittime del pianeta per fissità dell'architettura imperiale tutta spontaneamente impossibile da estinguere Consolo arbitrio
Contro la volontà della popolazione che provata dal mantenimento della primazia vorrebbe tornare nazione stretta tra l'impossibilità di sottrarsi al proprio destino che la voglia di distacco in questa fase la superpotenza considera il caos sullo strumento della soluzione almeno finché non è lambisce gli interessi strategici
Promuovere il non interventismo che mi riduce la fatica pretende che i satelliti spendano di più per accendere al suo sistema finendo per considerare ogni interlocutori come un nemico
Per cui risulta simultaneamente in lotta con la Cina e Russia Germania e Giappone Turchia Iran Gran Bretagna Australia karate Corea del Sud Venezuela e Messico persino l'Italia
Attraverso il contenimento le azioni dimostrative fidarsi e le sanzioni impegnata a esigere da ogni cancelleria il pagamento del tributo per conservare i rapporti bilaterali per scongiurare una minacciata rappresaglia
Con il rischio di smarrire la narrazione che ogni egemone utilizza per tirare verso dissi le nazioni tributarie
O di finire vittima di una lega ai suoi danni senza badare alle conseguenze sicure di essere inarrivabile oppure troppo sofferente per agire altrimenti
Esseri impero prosegue l'analisi di Dario Fabbri del Limes essere impero condizione strutturale indistruttibile sul piano politico
Una collettività si fa imperiale senza accorgersene rimuovere da sì la prima linea di difesa
Perché capace di uno specifico lampo temporale di imporsi sui vicini
Soltanto in un periodo successivo sviluppa se la storia vuole di strumenti culturali tecnologici militari per conservare tanto approdo
Allora si dota di una missione strumentale si racconta in lotta per la libertà pronta ad agire in nome del bene perché aree dipendenza trasse i satelliti per tenerli stretti al petto
Rinuncia all'economicismo si fa compratore di ultima istanza tra le proteste del popolo rigenerativo
Per diffondere prosperità tre clientes per indurli a vivere di ricchezza materiale a disinteressarsi di strategia
Importa massicciamente immigrati non qualificati con l'intenzione di rendere i cittadini
Per mantenere giovane e violenta la società per impiegare nove arrivati in guerra è impossibile disarticolare tanta costruzione un impero umore da tale senza andare in pensione senza lasciare l'agone
Delle grandi civiltà cadute avessero soltanto per ovine
Inattesa della fine sono costrette a rimanere a se stesse pure quando vorrebbero mutare pelle obbligate dallo Stato se e dal terrore suscitato negli altri a stare nel pianeta con il fucile alla caviglia
Artefici di troppa sofferenza per ritirarsi a vita monastica
Nonostante i giganteschi sacrifici commessi al mantenimento dell'egemonia segnati da due decenni di unipolarismo trascorsi intervenendo per il mondo riacquistando merci straniere
Già a partire dall'inizio degli anni due mila dieci gli americani hanno platealmente segnalato la moglie di tornare a casa di sfruttare il Nord America come isola inaccessibile
E affidando attratto che il compito di realizzerà impellenza di tradurre l'intero in nazione messaggio colto dal pretore newyorkese che sovente ha promesso la trasformazione degli Stati Uniti in un soggetto quasi convenzionale
Dedito principalmente gli affari anziché al dominio del mondo mediamente isolazionista chiuso nei confronti degli immigrati
Perseguendo tanta svolta dalla Casa Bianca con estrema coerenza
Non riuscendo un intento anzi partecipando involontariamente Trump all'ulteriore affermazione dell'impero
Per maggiore potere degli apparati federali da sempre favorevole dello status quo organizzati secondo dipartimenti d'impostazione geografico globale addestrati a valutare l'interesse strategico superiore a quello economico
Capaci di distrarre chi provvedimenti dalla Casa Bianca rendendoli aderenti alla propria visione
Per intervento del congresso l'istituzione più influente d'America istruita a pensare in termini ideologici universalistici
Deputato ad allocare i fondi a disposizione dello Stato profondo ma soprattutto per irreversibilità della struttura imperiale destinata a perpetuare se stessa
Per la sua articolate estensione impossibile da ridurre senza provocare la dissoluzione della nazione che l'ha creata
Come capita nel tempo presente alla Spagna con Regno Unito per l'idea che le altre nazioni hanno di un impero inclini a ritenerlo perennemente minaccioso anche quando inerme
Come è accaduto negli anni Novanta la Russia post sovietica pressoché al collasso ma trattata dagli americani per riducibile nemico fino a sottrarle frettolosamente gli ex satelliti dell'Europa orientale prima che tempo tasse dire Cornwallis sebbene la vulgata la racconti trasformata in azione prossima al disimpegno militare ad abbandonare l'Europa il Medio Oriente forse che sinora emisfero occidentale
In questi anni l'America invece il percorso la traiettoria opposta senza curarsi degli intendimenti non altre che nel frattempo aveva collocato planato nel passato che promesso la fine delle campagne mediorientali
Dal due mila diciassette al due mila diciannove infatti scrive Dario Fabbri per Limes gli Stati Uniti hanno nettamente aumentato le truppe impiegate nel mondo in Europa i soldati americani sono passati da ottantadue mila ottantaquattro mila
In Arabia Saudita la regione del Golfo da trenta mila trentaquattro mila in Afghanistan da dieci mila tredici mila in Iraq tre cinque mila sei mila insidiata cinquanta circa novecento in Africa da sei mila sette mila nelle Filippine da zero a duecentocinquanta
Segnale di un soggetto che non può lasciare l'esempio planetari che non può chiudere in molteplici fronti aperti
Disimpegno che il sostantivo più applicato dai media all'attuale mandato presidenziale peccato però che non ve ne sia traccia nella realtà
Nei mesi scorsi numerosi analisi hanno magnificato condannato l'annunciato ritiro dalla Siri teoricamente avvenuto almeno quattro volte
Senza accorgersi però che nell'era Trump il contingente americano Siria è aumentato il centottanta per cento e che spesso i marines si sono sposati dal nord al sud del territorio senza andarsene
Così sicuri del Washington volesse misconoscere l'alleanza atlantica molti può essere animarsi sorpresi quando tra pavimenti mente aggredito la manzoniana proposta di rilancio della difesa europea
Beh che questa teoricamente sgravi per la superpotenza di quei compiti che dichiara di non voler più svolge anziché ridimensionarsi il Budget del Pentagono negli anni Trenta
E massicciamente cresciuto passando da seicento cinque punto otto miliardi di dollari del due mila diciassette ai settecentocinquanta miliardi proposti per il due mila venti
Con l'obiettivo principale di mantenere il dominio sulle rotte marittime telaio della globalizzazione
Sostrato della primazia universale
Manta raggio inestimabile che rende gli Stati Uniti garantite il commercio mondiale animato da merci che per il novanta per cento viaggio sugli oceani
Con la costante minaccia di ostruire il passaggio alle mani avversarie egli obbligati colli di bottiglia
Andiamo velocemente pesa ad altri tempo alle conclusioni di questo articolo di stare in fabbrica Limes solo America nel segno di Donald Trump
L'intero è scaturigine della sofferenza ma al tempo stesso principale salvezza degli americani
Condizione onerosa con la sua convertibile esistenza grava sulla collettività la costringe a sforzi indicibili a pensarsi eternamente in lotta per la sopravvivenza
Impone l'adozione di pratiche antieconomiche un'estenuante difesa del primato il perseguimento della gloria invece della ricchezza materiale
è creazione inestirpabile agganciata la popolazione che l'ha prodotta anche quando questa vorrebbe rinunciarvi
Da tale realtà già in mano i turbamenti degli americani impigliati nella maestosità della nocività mentre sognano questo sì una vita normale
Eppure anziché sprofondare restano abitanti dell'unica superpotenza detentori della primazia globale nessuno possiede la forza di insidia nella posizione per superiore solidità di quell'architettura imperiale che ne sconvolge l'umore clientes e antagonisti non riescono a smarcarsi dal dominio o cento mi hanno
Tuttora inattaccabile grazie a meccanismi di cui si compone tanto faticosamente conservati dalla popolazione
Nessuna nazione del pianeta può rinunciare al mercato statunitense mi che esportare senza il beneplacito te la marina americana o sottrarsi alla sottoscrizione del debito pubblico di oltre oceano
Per tacere dei Paesi europei direttamente inseriti nelle manovre del Pentagono
Grandi sì che mentre le mantengono sul tetto del mondo prolungano l'afflizione degli americani ne magnifica no l'impossibilità di scegliere costretti loro a benedire ciò che li dilania per non morire
L'articolo di Dario Fabre intitolato l'America tra impero e libero arbitrio all'interno di quest'ultimo numero della rivista di geopolitica Limes diretta da Lucio Caracciolo
Numero intitolato America contro tutti sottotitolo Non tutti contro l'America paradossi fascino a Forlì dell'intero che non può chiamarsi tale con questa segnalazione si dà la puntata di oggi della rassegna di geopolitica di mercoledì ventidue gennaio due mila venti vi ricordiamo che questa puntata che tutte le precedenti sonoramente sul nostro sito internet
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