Tra gli argomenti discussi: Antisemitismo, Comunicazione, Cultura, Destra, Digitale, Discriminazione, Ebrei, Fascismo, Libro, Razzismo, Storia, Violenza.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 14 minuti.
Rubrica
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docente di semiologia all'Università degli Studi di Bergamo
Radio radicale un appuntamento delle parole e le cose parliamo di memoria per farlo abbiamo in
Marco legamento sulle nostre frequenze la professoressa Valentina Pisanti benvenuta ben trovata su Radio Radicale innanzitutto professoressa
Grazie buongiorno
Allora siamo qui per parlare del suo ultimo libro edito da Bompiani i guardiani della memoria
Un testo molto interessante che ha un sottotitolo importante i guardiani della memoria e il ritorno delle destre se non fu bene ho voluto spacchettare diciamo il titolo in due parti perché seppur su due righe diverso sono intimamente collegati sono due fatti che ovviamente abbiamo sotto gli occhi per chi si occupa di dibattito pubblico di giornalismo ma la percezione plastica nelle strade e nei luoghi del sapere quella che vi sono diciamo da un lato delle attività ormai istituzionalizzate sulla memoria pubblica
Del nostro continente e dall'altro però cioè una cosiddetta zona grigia una terra che ancora diciamo fa paura e con la quale non si riesce a trovare un meccanismo di sradicamento e questo diciamo è l'oggetto di questo saggio interessante che ci pone tutti un po'in discussione professoressa perché se qualcosa non va nella trasmissione della memoria lo si deve forse anche ad una decodifica non sempre diciamo funzionale ed efficace
Sì la contraddizione cui fa c'è un accenno esattamente il punto di partenza del mia riflessione una riflessione che vasta qui raccolta a varie riprese nel corso dell'ultimo quinquennio
Nel durante il quale notavo osservavo questa discrepanza sempre più risponda tra l'intensità
Era frequente delle attività commemorative non soltanto il ventisette giugno gennaio ma generare un'attenzione molto
Marcata sul tema della memoria dell'Olocausto in particolare
Con tutti i suoi corollari retorici inclusa la l'equazione fondamentale per non dimenticare uguale mai più come se fosse sufficiente
Ricordare certi eventi dalla prospettiva delle vittime affinché infiniti episodi non si ripetano mai più nella storia da una parte e dall'altra negli ultimi anni non solo in Italia peraltro ma in tutto il mondo occidentale cioè esattamente nei paesi in cui le politiche della memoria sono state promosse con con vigore i fenomeni del razzismo e della xenofobia e anche in parte dell'antisemitismo sono riaffiora in maniera sempre più prepotente sempre più aperta
Laddove prima
C'è la cifra che assisteva molte molti tentativi di nascondere i propri impulsi xenofobi con le solite espressioni io non sono razzista ma e via dicendo
Ora non c'è neanche più bisogno di tutti perché disclaimer tiene però popolo dichiara senza tanti giri di parole
Ecco io mi sono chiesto che ci fosse un nesso perché due serie di eventi che fossero punto una una una coincidenza un caso o se come ho provato a esplorare dimostrare un ex sono viceversa ci sia al di là di tutte le migliori intenzioni che sono state così crisi sono alla base di queste politiche di queste retoriche della memoria
Ecco c'è da dire presso le sa che nell'arco di questi anni
Forse proprio la mancanza di una coniugazione con la vita pratica che ha in qualche modo diciamo fatto di di fatto c'è parte radicato il il
Diciamo anche l'orrore che che che le nostre città e i nostri quartieri le lapidi che sono opposte praticamente ovunque nel compongono un'agiografia differente delle delle metropoli che viviamo
Siano mano mano risultare fredde indifferenti forse proprio perché diciamo quelle coniugare non tanto la tragedia dell'Olocausto che storicamente per le percezioni e soprattutto per il disegno che c'era dietro ovviamente non ha in qualche modo dei paragoni storici ma forse vedere che quella memoria in qualche modo è in modo pratico il viatico per evitare non solo di cadere i punti più bassi dell'umanità ma di evitare una deriva complessiva si pensa sempre al punto che
Sia a far di qualcun'altro non ci sentiamo mai al centro
Di una vicenda discriminatoria invece forse proprio l'idea di coniugare le altre discriminazioni con la stessa radice dell'odio potrebbe essere una prima a diciamo un primo aspetto per riconvertire un po'tutta quanta questa parte istituzionale e riportarla impone la vita pratica delle persone
Sì e a complicare la questione c'è il fatto che la memoria così come viene coltivata da noi e altrove
E templi assume sempre la prospettiva delle vittime che si capisce dal punto di vista per l'identificazione
Del qual è il punto di vista giusto per così dire sulla storia salvo che questa identificazione quelle vittime proprio ciò che che che porta alla deresponsabilizzazione
Che a cui di cui lei parlava perché è evidente che se ci si identifica d'ufficio con le vittime pensando al punto che il la conto da fare che dà conto dei vissuti dolorosissimi Turchia subito
Delle delle discriminazioni delle persecuzioni ci si dimentica del fatto che per poter mettere a frutto l'esperienza storica affinché molto simili episodi non si ripetano mai più
Occorre esplorare e anche dolorosamente identificati con la prospettiva non dico dei carnefici soltanto nei sogni dei venti
Dei promotori attivi sì sì sì delle delle della discriminazione del razzismo ai tempi dell'antifascismo ma anche di tutti coloro che in varia misura con vari gradi di responsabilità
Forse ci parlano agli eventi ferita e per le vittime ora e noi vogliamo davvero pensare che questo episodio storico deve fungere da pietra angolare delle nostre cosciente possente europea del dopoguerra
O anche specificamente della coscienza italiana dobbiamo anche fare i conti con il fatto che la maggior parte della popolazione vittima non era non in quel senso e quindi è un po'comodo diciamo a settantacinque anni di distanza
Assumere appunto questa prospettiva tardivamente quando non serve più a nulla e non interrogarsi viceversa sulle cose che succedono adesso e su quelle dinamico e quei meccanismi che allora e coltelli sì c'è continuità e oggi continuano a parchi che alcune minoranze potranno essere facilmente prede divenire privati dei loro diritti
Ecco ci sono ovviamente tutta quanta una serie di interrogativi che animano il dibattito intellettuale intorno
Alla manutenzione della storia e della memoria sembra però e anche questo libro ci fa riflettere
Su questo importante diciamo non solo trovare modalità nuove ma anche parole nuove perché effettivamente siamo le parole che pronunciamo e in qualche modo raccontiamo quello che abbiamo vissuto
In modo più o meno coinvolgente in modo più o meno
Efficace anche con il modo ovviamente le testimonianze dirette hanno avuto il merito di ricostruire se vuol dire la complicata rete di vicende personali però è anche vero che spesso ci siamo trovati di fronte al diciamo ad una platea generalmente quando si parla di studenti a cui queste iniziative sono rivolte nella quale diciamo sì sì li portava a casa un dieci per cento di studenti qual è il messaggio arriva magari anche sull'onda della commozione di quell'orrore descritto è impersonato ovviamente da da chi è sopravvissuto però poi diciamo tutto quel novanta per cento rimane o indifferente o addirittura
Gli si genera un senso di rancore e proprio questo rancore che tecnicamente dovrebbe essere immotivato alla scelta poi è alla base della scelta dell'irrazionalità del del male potremmo dire ecco in questo in questa ricerca e nuove parole di questa sfida antiretorica
Come diciamo coniugare tutto questo anche con il mondo del digitale dove tanto passa dove quasi tutto ormai passa nell'invocazione e nella condivisione della nostra memoria
Anche la nostra memoria è cambiata rispetto al passato nei magazzini amo molte più informazioni rispetto a dieci quindici vent'anni fa
E quindi anche questo diciamo fa un po'a scomporre quel meccanismo
Iniziale
Questo è un aspetto molto interessante che ho solo parzialmente affrontato però è vero che il concetto di memoria adesso va rivisto anche alla luce del fatto che non c'è
Nulla delle azioni che noi compiamo nessuna relazione compiamo quotidianamente anche le più banali che non venga registrata su qualche supporto
E che non potrà essere successivamente riesumata qualora servisse ai fini di una ricostruzione quindi l'idea di una la memoria deve necessariamente accompagnati
A un filtraggio è una dimenticanza una somma
Un eccesso di memoria incetta i meccanismi anche del immemore pioniere per ricordare qualche cosa ne dobbiamo dimenticare tante altre
Il problema è proprio come funzionano i filtri che selezionano quali sono gli episodi di elementi meritevoli di essere ricordati e in quale chiave e quali invece verso sono quei ricordi o quelli quei vissuti che finiscono nel dimenticatoio a volte vengono persi perché in palio c'è non resta traccia di queste esperienze altre volte vengono conservati in no negli l'attenta diciamo riesumati che eventualmente in futuro
Ma non può entrano a far parte di quella che potrebbe essere considerata la narrazione egemone cioè il racconto cornice in cui si inquadrano i vissuti personali
La questione del rancore è molto legata questo aspetto perché se noi pensiamo che il concetto di memoria condivisa così come viene raccontata descritta anche un po'retoricamente
Dovrebbe essere questo grande racconto che vede tutti concordi nella ricostruzione di un passato che noi sappiamo benissimo essere stato estremamente conflittuale
è è molto difficile immaginare che ci potrà essere un racconto
Soggettivo la memoria sempre soggettiva quindi un racconto di vissuti soggettivi che sia unanimemente condiviso
Non foss'altro che per il fatto che gli attori che all'epoca parteciparono dipendenti militavano su fronti diversi ora la questione dove vanno a finire
I ricordi dei perdenti diciamo della storia di coloro che non sono stati inseriti nella memoria cosiddetta condivida
Non spariscono vanno a finire appunto in queste sacche di attenta
Pronti via etere riesumati come di fatto è accaduto anche in Italia e altrove quando all'affetto dei poteri a un certo punto si modifica quell'egemonia quella parete egemonica del racconto che prima del racconto della Resistenza poi diventerà appunto delle vittime perde un po'del suo mordente e anche della sua capacità il piegare infatti attuali
E inoltre cambi anche il sistema dei poteri di coloro che rappresentano le varie nel morire
Così che quelle memorie rancorosa in quanto sono state conservate in clandestinità come se fosse
Quando poi sgorgano fuori come sta succedendo adesso attraverso forme di xenofobia
E i discorsi e frammenti negli archivi ratifiche pensavamo di esserci lasciati definitivamente alle spalle ritornano con un'aggressività
Che in parte anche attribuibile alla l'attenta che persone e le memorie che incarnano ritengono di aver subito negli ultimi decenni
Bene allora noi siamo in una conclusione di questa nostra conversazione ovviamente ci sarebbe ancora molto da dire perché il libro è veramente ben strutturato troverete anche all'inizio appunto alcune domande da cui si parte alcune considerazioni una descrizione analitica dei capitoli che vi portano all'interno appunto della volume il dovere della memoria il discorso della storia le memorie collettive il nuovo cinema della Shoah lo spettacolo del male negare e punire sono appunto i titoli
Di capitoli che rappresentano veramente un viaggio molto interessante all'interno anche delle parole che utilizziamo della modalità di trasmissione
Della memoria quindi io ringrazio la professoressa Valentina Bisanti e ricordo libreria per Bompiani i guardiani della memoria e il ritorno delle destre Senofonte grazie davvero professore sta per essere stata con noi grazie
Grazie perché ci avete ascoltato in seguito sino a questo momento rimanete cono di perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
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