War Room Books - Alessandro Barbano incontra Mauro Magatti, autore insieme a Chiara Giaccardi, del libro "Nella fine è l'inizio. In che mondo vivremo" (Il Mulino)

Cari amici di una robusta la rubrica di Moroni delicate libri ci rivediamo mentre l'emergenza sanitaria disegna inquietanti scenari di morte e gli nuove e stringenti limitazioni alla libertà personale di angoscia e per la nostra economia per il nostro benessere per questo libero di cui voglio parlare di oggi e molto attuale il suo titolo nella fine e l'inizio e una luce oltre il tunnel in cui rischiamo di tornare è uscito con il Mulino e potremmo definirlo un manuale iterati esistenziale perché oltre a spiegarci in quale preciso punto della storia umana e arrivato il coronavirus e quali le Effetti ha prodotto sulle società
Disegna una exit strategies individuale e collettiva cioè ci aiuta a capire come possiamo elaborare il trauma
Che ha
Prodotto il coronavirus nelle nostre vite e affrontare non solo i problemi sanitari ed economici che ha determinato ma anche alcuni problemi che preesistevano l'arrivo del Vioxx
A scrivere questo bellissimo testo sono chiara già cambi docente di sociologia e Antropologia dinieghi alla Cattolica e Mauro Magatti
Sociologo ed economista anche lui della Cattolica dove è stato anche preside editorialista del Corriere della Sera e autore di volumi importanti che spaziano tra l'analisi sociale e la filosofica
Ma Magatti oggi economico benvenuto Amoruso professore
Buongiorno a voi grazie dell'invito
Senta professore la tesi che voi sostenete in questo libro la provo a riassumere in questa sintesi vediamo se lei si riconosce all'inizio del ventunesimo secolo
Dopo tre shock globali e cioè l'undici settembre
La crisi dei subprime
E da ultimo la pandemia lei dice è venuto il momento di riconoscere che ha fallito tanto l'utopia globali sta quella che si è sviluppata dopo la caduta del muro di Berlino ma anche la reazione localista quella che si assista resta nel nazionalismo populista
E oltre a queste due prospettive che cosa c'è però
Bene intanto è importante per me dire che provare a versare un attimo lo sguardo al di là della dei numeri di tutti i giorni che sentiamo al telegiornale di questo senso di oppressione che tutti viviamo no perché tutti siamo
Essere emotive emozionali e quindi siamo tutti un po'angosciante da quello che sta succedendo e non riusciamo a vedere cosa succede davanti a noi quindi non abbiamo messo prima di tutto punto come ha detto non ha bisogno in una prospettiva storica
Questa pandemia energie diciamo abbiamo alle spalle una stagione pazzesca straordinaria incredibile abbiamo fatto un salto tra fine Novecento inizia nel due mila l'abbiamo chiamata globalizzazione in cui tutto sembrava espandersi tutto sembrava destinato a una crescita illimitata ecco questa questo grande esperienza collettiva che sorta dopo il muro di Berlino dopo il due mila otto aveva già incontrato tutta una serie di fallimenti e molto per molte persone concrete in carne e ossa quella narrazione di una crescita limitata economica da una parte ma anche soggettiva il desiderio individuale
Un'esperienza così di esplorativa dalla realtà si è tradotta invece in difficoltà è professionali solitudine esistenziali e da qui il movimento nella del populismo ecco noi diciamo che questa terzo sciocca
E l'esperienza del confinamento ce l'ha fatto vedere molto bene ci dice da una parte abbiamo bisogno di confini dici Tree ci siamo dovuti chiudere in casa gli Stati nazionali hanno sono ritornati a gestire i loro confini non è che si può essere esposti genericamente al mondo perché questa cosa la regola le multinazionali o i grandi capi d'impresa ma l'uomo che la strada non ce la fa però nessun confine
Ci salva l'abbiamo visto quando ne eravamo nello davano anzi il nostro appartamento che ci salva a Parma del possesso del nostro carcere
Allora questa è un'immagine potente per dire perché ne abbiamo bisogno continuamente di creare confini ma confini corrosi confine ci fa vivere solo se un confine che poi attiva una relazione uno scambio con quello che sta oltre questo confine e questo è un'immagine potente un'immagine potente perché ci indica una direzione di futuro
Senta professore ha citato il knock down e quindi i giorni più tragici di questa esperienza
Di fronte al coronavirus e alla sua realtà scabrosa si è attivato dei dice nel libro un potente dispositivo di diniego c'è abbiamo finto di non vederlo questo virus troppi interessi troppe inerzia troppa superficialità e una rimozione promuova in questi casi professore
Sì è un grandissimo se solo auguri bene che che scritto questo libro addirittura negli anni ottanta la società del rischio ce l'aveva già spiegato
La nostra società potentissima straordinaria dal punto di vista tecnologico economico nessuna generazione ha vissuto a un livello di vita come la nostra naturalmente
Ma la società anche che produce un e norme entropia cioè una quantità di questioni di problemi che non è qua non è in grado di risolvere e che generano rischi che poi diventano come in questo caso della pandemia emergenze
Ecco allora invece lo diceva no guardate che nonostante il rischio nella quale viviamo noi continuamente facciamo un'enorme fatica a primo a valutare rischio perché un conto quando vedi un incendio davanti e pesca qui diciamo invece il rischio è una cosa molto più difficile dipende da dei numeri da delle ricerche lo degli e Sperti e con chi la pensa in un modo chi la pensa in un altro per cui questa è una società che sarà di avere davanti dei problemi ma tendenzialmente per le ragioni appena detti interessi diciamo abitudini così via
Li rimuove e appunto ne diciamo questo è il terzo grande choc ci sono molti rapporti internazionali che ci dicono che ce ne sono molti altri pensiamo al riscaldamento globale
Anche questo è un secondo grande insegnamento dobbiamo smetterla di rimuovere i rischi che noi stessi produciamo e dobbiamo questo il tema della resilienza attrezzarci
Per sapere che se non ci attrezziamo andremo a sbattere la faccia questa è una nuova razionalità
Ne abbiamo proprio bisogno
Ci sono molte parole nuove i sociologi sono molto bravi a coniare queste parole no resilienza intesa in un senso che magari vorrei che lei ci spiegasse ma c'è un'altra molto bella responsività
O addirittura un'altra ancora un interesse ce le vuole morto
Sì noi naturalmente non non e grazie perché Emily Dickinson una grande poetessa dice che le parole sono finestre e quando introduciamo una parola nuova non col per gusto della novità
Quando proviamo a varie alza a usare un termine nuovo questo ci apre una prospettiva diversa e questo un po'al lavoro che abbiamo tentato di fare questo libro no
Cioè lavorare anche sulle parole per darsi un vocabolario che ci Possa fare vedere qualche cosa che altrimenti non riusciamo a scorgere perché le parole servono esattamente a quello ecco diciamo resilienza è diventato una parola anche quotidiana nel Parlamento nei giornali ma resilienza al due a due dimensioni uno è semplicemente un adattamento a una sciocca un trauma un disastro no
Per cui la resilienza la capacità di resistenza è questo va bene
Ma noi nel libro cerchiamo di dire che e questo prima declinazione insufficiente il re la resilienza in realtà comporta l'adattamento e insieme la trasformazione e la capacità di cambiare e quello che diciamo tutti i giorni no la lezione del coronavirus certo Colnaghi dosate le lezioni
Cerchiamo di lasciare stare la retorica a delle lezioni per ciascuno di noi per tutti noi ecco no e se proviamo a guardare queste elezioni allora possiamo anche adottare dei cambiamenti riversi difficile difficilissimo ma è quello che dobbiamo fare beh responsività un po'sulla stessa linea perché la parola responsabilità e servono se uso se l'auto per i miei figli
Brandibuck hanno come una resistenza iniziale prevale la sua responsabilità qualche è una termine che è un po'usurato no e poi c'è un secondo aspetto che la responsabilità sta in qualche modo presuppone il fatto che siano signor calcolabile le conseguenza dalla nostra azione
Ecco no invece sia perché i nostri sistemi sono molto complessi sia perché stiamo attraversando un tempo che nessuno conosce abbiamo bisogno di una responsabilità che si sporge per dir così verso un qualcosa che non conosciamo
E questo è un modo di essere responsabili responsi vi un po'particolare noi dobbiamo rispondere a quello che sta accadendo senza avere la certezza di potere stimare bene le conseguenze delle nostre azioni
E di questo abbiamo proprio bisogno perché se se non siamo responsibility in questo momento è difficile guardare al futuro con ottimismo
E questo questi sono gli auspici poi vediamo in concreto ritorniamo all'inizio della pandemia la rimozione di cui lei parlava e proprio in quei giorni io ricordo un articolo ma mi pare che anche nel libro Lillo usciti di uno storico israeliano Alari
Che sul financial times disse attenzione le reazioni del mondo possono oscillare tra due estremi
Da una parte la sorveglianza autoritaria dall'altra il potenziamento della cittadinanza e della responsabilità collettiva
Quando e le sue strategie lei sembra stia vincendo soprattutto nel nostro Paese
Ma come nel libro continuamente diciamo io credo che in questi mesi noi siamo proprio sud di di fronte lidi
Uno uno uno dei vivi che abbiamo davanti è questo che è stato citato anch'ancora secondo me non abbiamo preso una direzione
Me portante credo sottolineare questo aspetto il tema della sorveglianza è figlia non tanto dall'emergenza
Ma è figlia del del processo potentissimo di digitalizzazione che cominciato una trentina d'anni fa e che la pandemia Azzam celebrando
Negli Stati Uniti si parla di Screen nel senso di video Scagliarini le new deal perché la digitalizzazione sta facendo passi in avanti no pensiamo lo smart working che diciamo a cui siamo tutti un po'forzati pensiamo l'adozione magari un po'goffa ma che segna dei passi in avanti importanti nella didattica a distanza e via discorrendo no e poi dall'altra parte anche se è stato fallimentare il tentativo punto del della di introdurre la quindi immuni per il tracciamento cioè noi in un'asta complessa come questa
Sì saremo sicuramente dovremo sicuramente fa sempre più ricorso al digitale e questo non va demonizzato naturalmente sarebbe assurdo
Al tempo stesso nel libro ci ci citiamo Joseph Schumpeter che è un economista liberale nel secolo scorso importante un grande teorico dell'imprenditoria il quale diceva nel quarantotto diceva guardate non illudiamoci la la questione della centralismo lui pensava della dell'economia centralizzata pianificata pensavo l'Unione Sovietica
è una questione che riguarda direttamente il capitalismo e quindi noi adesso avremo davanti nel ventunesimo secolo i nostri figli in particolare una grande scommessa di civiltà cioè la digitalizzazione la accompagnamolo da un potenziamento della responsabilità dell'educazione e della formazione delle persone
C'è continuiamo a credere che la libertà sia cardine del nostro futuro e di conseguenza ne creiamo le condizioni perché possano darsi oppure tutti quanti siamo tenuti a rispettare unicamente delle procedure anzi a lasciare stare la nostra intelligenza la nostra capacità di decisione e semplicemente a eseguire quello che un grande fratello digitale in qualche modo civili
Ci dirà per il bene nostro per il bene della società per il progresso e così via ecco per dirla così a pensavamo di aver battuto va questo tema della centralizzazione con l'ottantanove
Oggi ci ritorna questa partita su una scala molto più impegnativa e la Cina
Per tante ragioni culturali prenderà esattamente questa strada per la Cina la digitalizzazione siamo qualche cosa che si adatta perfettamente a una cultura in cui il gruppo fa premio sull'individuo allora per noi il tema è non rifiutare il digitale ma capire che dobbiamo sovra investire insisto sopra investire sulle persone il capitale umano il capitale sociale se non facciamo questo anche dentro questa pandemia
La nostra storia la nostra tradizione occidentale rischia di essere sommersa
E cioè questa domanda mi richiamo molte altre lei nel libro ne pone alcune che poi e in qualche modo sono la declinazione concreta
Di fronte alle questioni che la pandemia apre di queste domande
Rispetto al ruolo fra cittadino e lo Stato fra la libertà di cittadini e il controllo dell'autorità pubblica tra appunto il potenziamento della cittadinanza e Lidia invece di una sorveglianza
Voglio leggere alcune di queste domande perché sono delle domande di grandissimo rilievo che ci siamo posti per le quali risposte sono difficili
E accettabile che l'autorità politica impedisca il culto religioso o l'atto di pietà per i defunti questa è una grande domanda che la pandemia ci ha posto quando come le procedure decisionali debbano essere sottoposte al procedimento democratico i DPCM ci mettono di fronte a questa domanda
Chi decide e questa è la domanda più estrema in carenza di letti di terapia intensiva quanti chance di sopravvivenza Angoli diversi malati per scegliere chi può avere accesso chi rimane fuori
E ancora quali sono le limitazioni accettabili alla libertà personale non c'è una risposta per tutte queste domande però c'è un atteggiamento una filosofia dell'agire che il libro indica vogliamo riassumere un po'
Sì per per rispondere a queste domande mi appello all'autorità di un grande filosofo italiano che ha insegnato tutta la vita come in Germania che Romano Guardini
Che poi era anche un teologo che ha avuto molta influenza nella storia della Chiesa cattolica nel secolo scorso
Perché Guardini segna questo sguardo che non abbiamo completamente perso
E che invece dobbiamo recuperare perché altrimenti non ci schianti hanno sempre in quello che lui chiama appunto diciamo la fissazione del dualismo o di qui o di lì no dove sta la ragione ce l'ha io ce l'ho tu cioè delle righe dello Stato o cittadino
La legge o la libertà ecco Guardini ci insegna a pensare siamo intermedi polarità ce lo dice la vita sociale la vita quotidiana la vita tra di noi
Ci mette continuamente di fronte delle polarità c'è un'attenzione queste che sono state indicate sono delle tensioni no ne abbiamo bisogno dello stato che fissi delle regole che metta delle norme possibilmente le faccia rispettare
Ma questo non non può voler dire che il cittadino allora diventa un'autonoma che semplicemente esegue stupidamente la legge perché nelle situazioni coi sappiamo che la legge arriva fino a un certo punto ci c'è sempre uno spazio di determinazione di responsabilità di azione dell'umano no ecco e e questa idea di una polarità io credo che sia molto importante da richiamare oggi perché noi invece oscilliamo sempre da un punto all'altro e e questo ce l'ha anche un po'portato se volete
Il bipolarismo politico ma adesso lasciate stare non sono non sto dicendo che allora meglio il proporzionale non è quella no c'erano continuamente siamo spinti a a schierarci di qui o di lì
Ma non è che la verità ne sta nel mezzo nel senso che in mediana cioè il noi il dire che siamo nelle polarità vuol dire che sempre dobbiamo cercare un equilibrio ma quelli col quelli bio noi usiamo l'ex l'espressione di questo filosofo francese ma non emetta stabile
C'è un equilibrio provvisorio e un equilibrio che ci consente di fare un passo ma e è un equilibrio di cui dobbiamo sempre sapere che ha e già dentro il suo superamento
No equilibrio presso ha un costo un grande dobbiamo ammortizzarlo e dobbiamo anche adottarlo ma sapendo che appunto è un passo
Che ci consentirà poi di farne un altro ecco se provassimo affrontare in questa logica un po'più processuale Problemi
Forse appunto la vita sociale per al avrebbe quelle elasticità quella flessibilità di cui sentiamo che abbiam bisogno no invece circolare iniziamo
Ci fermiamo diciamo siamo di qui siamo di lì e alla fine diciamo così ci sta ci sfugge il punto quella dell'insegnamento di Guardini non abbiamo imparato in questi anni è veramente prezioso
Per la vita democratica può essenziale
è una magnetica cristiana in qualche modo quella di Guardini no ma se vogliamo però la la la politicizzazione del dibattito pubblico e anche questa tentazione estremizzando Eddie
Del bipolarismo forse è un atteggiamento difensivo perché quella maglia indica un costo ha un costo del mettersi in gioco
E un altro politologo proprio ieri sulla Repubblica politologo indiano di cui non ricordo il nome
E ha detto che le performances migliori Pergola formarsi una parola brutta nel contesto del suo libro comunque ci serve a spiegare di che stiamo parlando la risposta più adeguata
All'Armenia l'hanno data alcune democrazie asiatiche lui pensava a Singapore ma anche un po'la Corea perché da una parte hanno saputo puntare effettivamente sulla competenza dei geologi risata
Dall'altra godevano di un grande rapporto fiduciario taglia rappresentanti e rappresentati questo rapporto fiduciario che si sta sfilacciando anche in questi giorni c'è una crisi di fiducia del da parte di cittadini rispetto all'azione politica del governo lei percepisce questo sfilacciamento della democrazia italiana
Beh
Diciamo che la percezione di questo sfilacciamento naturalmente una percezione che appunto la pandemia come in tanti altri campi sta accelerando sta esasperando
Devo dire che questa primavera de nel momento del primo momento all'emergenza e i cittadini hanno dato un grande credito anche l'istituzione e l'istituzione hanno rappresentato sicuramente un colpo di tenuta
Ma adesso col passare dei mesi mi sembra che questa difficoltà un menti e come ci hanno detto le anche le votazioni regionali
C'è un po'alla ricerca di nuovi debiti tutti qualche soluzione un po'mitica perché diciamo grande successo dei vari governatori a prescindere poi dalle loro capacità di governo effettive se no così ci dice che questo sfilacciamento poi si apre a a a soluzioni semplici troviamo la persona che metta a posto tutto ecco est e e e non è difficile capire
Che che questo questa polarità tra tra la sfiducia e la ricerca di una soluzione semplice
Non è propriamente o una bella premessa per il futuro della nostra democrazia ma tornando a quello che diceva questo questo politologo
è chiaro che nei Paesi orientali che come accennavo prima a proposito della Cina hanno forte senso della dell'appartenenza comunitaria
E hanno negli ultimi decenni accostato a questo elemento tradizionale un forte senso che la competenza della responsabilità di ruolo
Sono da questo punto di vista in una condizione sono meglio attrezzati per affrontare una soggetti Legnini problemi di una società avanzata complessa e addirittura dentro una crisi pandemica come nostrano
Perché non è negli ultimi mezzo secolo abbiamo radicalizzato il polo dell'individuo
Il Polo della libertà individuale diciamo che nei comportamenti di ciascuno è io sono libero quindi nessuno mi deve dire cosa faccio
Cosa devo fare perché se no non si è più la mia libertà e per quanto riguarda le istituzioni le situazioni spesso sono occupate da
Sì figure diciamo così che hanno come obiettivo quello di conservare il loro potere punto
Siamo cosa che se devi fare un politico devi vincere le elezioni d'accordo ma deve vincere le elezioni diciamo servendo il tuo Paese
La stessa cosa la possiamo dire dell'imprenditore L'imprenditore fare un profitto d'accordo ma questo è un profitto distruggendo il pianeta oppure rispettando no ecco allora noi le nostre democrazie
In particolare l'Italia per qualche altra democrazia occidentale fa un pochino meglio
Arrivano a questa crisi
Non essendo preparate a ricomporre la libertà individuale con il bene comune
Con il anzi mi piace dirlo bene in comune no
E ed è questo l'esercizio che chiaramente non in questo momento facciamo fatica svolge no riconoscere quello che avevamo pensato di poter negare e cioè che tutti siamo in relazione la nostra libertà non vuol dire che non ci possiamo stilare dai legami con le persone tornano e con la società nel suo insieme anzi libertà è relazione
Cioè libertà l'anno facoltà che l'uomo ha di combattere le le relazioni opprimenti
Quindi inverare e liberarsi ma al tempo stesso di far nascere nuove relazioni che potranno essere opprimenti a loro volta oppure potranno essere a loro volta libera anti libertà è relazione naturalmente poi c'è di mezzo anche lo sa la tecnologia del possiamo liberarsi da tutte le relazioni e legarci unicamente a allo stato l'asta autocrazia oppure alla tecnica tecnocrazia
Ma sempre l'azione
Sempre in relazione quindi questa cosa da questo punto di vista la pandemia è veramente qualche cosa che noi dobbiamo non possiamo far scappare questa opportunità
Non possiamo far scappare quello che sta accadendo no su superando le nostre paure le nostre angosce che tutti abbiamo perché ci sta dicendo punto qualche cosa che rischiavamo di non capire più assolutamente cioè che noi siamo liberi in relazione
E possiamo correggere i nostri errori se leggiamo che cosa abbiamo sbagliato l'ambiguità del messaggio istituzionale e questa polarità individuale della società hanno fatto sì che per esempio nelle scorse settimane
Molti non hanno rispettato le regole
E lei ha in un articolo sul Corriere della Sera ha visto in questa tragica ribellione alle regole di molti giovani ma non solo giovani una reazione ripiegamento identitario in qualche modo ministro in situazioni di quell'istinto di morti di cui parlava Freud
Ci vuole spiegare meglio questa reazioni distorte perversa
Sei Freud in questo saggio sull'aldilà del principio del piacere dice una cosa che io trovo straordinario per parlare del nostro tempo cioè dice
La ricerca del piacere che è ricerca del benessere dello star bene lo stare tranquilli deve avere un po'la vita sotto controllo che è una sfida che tutti abbiamo chiaramente no ecco diceva la ricerca del piacere
In realtà diciamo è strettamente legato alla custodia di morte cioè alla fine mi dice la vita un'esposizione non è ricerca semplicemente di stabilità
Le ricerche stabilita realtà e desiderio di morte che tutti anche abbiamo no allora per vivere dobbiamo trovare un ma
Sempre nel senso di Guardini non è che possiamo siamo e c'è diciamo eccede come cantava Battisti
Guidare a fari spenti nella notte per poi STET vedere se poi così difficile morire non è che dobbiamo con il una spinta vitalistica che appunto anche un po'si si intravedeva in questi questi comportamenti ridare la morte no ecco allora qual qual è di il tema che noi poniamo che la nostra società del benessere occidentale
è in una fase di ripiegamento
Cioè non non non riusciamo più per molti la promessa di prosperità di godimento di felicità che abbiamo raccontato e l'ultimo mezzo secolo non si realizza più e dall'altra parte abbiamo tutta una serie di problemi pensiamo alla questione ambientale alle disuguaglianze per cui quella strada
è una strada siamo che non va da nessuna parte allora frodi ci dice guardate
Dobbiamo dobbiamo considerare che al di là del al di là dell'accusa di morte c'è il Prinz c'è il il la pulsione di vita l'accusa è di vita un'esposizione all'esistenza che ti porta punto a avere il coraggio dell'agire
Perché i nostri giovani sono come bloccati no
Perché sono un po'come dire come dentro questa ragnatela DDT bene essere di cose date per scontato no e come se non riuscissero a trovare in molti casi quella spinta vitale no a a essere i dati della realtà e a mettersi alla prova allora Gianni populismi ma ancora di più in questa relazione che è in atto in queste settimane con la pandemia
L'accusa di morte si vede nel dire cioè a me non interessa il futuro
Mi mi interessa la mia vita è qui in questo momento punto
C'è una società si ripiega su quello
Certamente non ha futuro ma comprendiamo bene che una pulsione di questo genere Clusone molto pericolosa
Cioè senza spessore facciamo nella nell'ipotesi più ottimistica finta di aver fatto tesoro di questo manuale di tenervi esistenziale e quindi di aver conseguito quella responsività Chieppa Copparo attendersi verso il futuro nocche
è un misto farà la responsabilità e la solidarietà anche di fronte alle incertezze del quadro che si presenta e quindi di aver raggiunto quella maturità che lei ci insegna cioè ci suggerisce in questo libro poiché non c'è il quadro della realtà che è quella che ha disegnato il coronavirus lei ce lo racconta pagina centosettantatré con un'immagine molto forte
E perché dice nei mesi in cui la curva dell'Irpinia saliva ogni giorno e la possibilità di San di morire la tangibile è stato facile percepirsi solidale tutti insieme nella stessa barca
Oggi ci si accorge che non è così qualcuno sta sullo yacht e ha ripreso a solcare il mare senza timore
Altri sono sul piccolo Battellino navigando a vista mantenendo la direzione altri ancora in mano faticosamente sulla loro zattera e si sentono esposti a tutte le intemperie altre infine sono in acqua attaccati a un asse con il rischio reale di venire sommersi da questa situazione lei dice lasciata a se stessa e destinata a diventare esplosiva lavori ordinari in termini concreti pensiamo a quanto sia diventato in questi mesi
La sorte delle donne
E gli uomini nel mercato del lavoro dei giovani e degli anziani
Dei dipendenti pubblici e dei dipendenti privati di un custode di un museo che lavora in smart working egli un ristoratore che ha chiuso questo il quadro che si disegna davanti a noi la nuova recrudescenza di contagi non ci rimette di più sulla barca che a marzo c'ha dato l'idea di stare tutti insieme anzi ci espone a nuove divisioni ecco come si affronta ancorché maturi
Questa divisività oggettiva che è un effetto della pandemia
Come sta come si affronta io onestamente non è che sono in grado di dirlo però nel nel libro siamo questa immagine che poi abbiamo usato in tante altre situazioni e come se detto che la storia non si ripete mai alla stessa maniera e come se davanti a noi ci fossero fossimo in bilico tra gli anni venti e gli anni Cinquanta nel secolo scorso cioè apparentati distruzione
Prima guerra mondiale seconda guerra mondiale e gli anni venti sono stati diciamo un esempio di come si sia stati incapaci di affrontare queste questioni che sono state qui richiamate
Cioè le le divergenze l'esplosione saltare per aria la società ha solo accelerato rabbia risentimento e dentro quel contesto sono nate le ideologie che conosciamo
Negli anni Cinquanta invece hanno messi in fila alcune decisioni sagge gli accordi di Bretton Woods dagli asset internazionali
E la la comprensione da parte degli imprenditori che il il il loro futuro economico passava dal pagare gli stipendi buoni propri dipendenti e queste non loro mercati una crescente capacità di inclusione lo sforzo dello Stato nazionale rispetto alla scuola l'insegnamento d'educazione cioè si sono messi in fila scelte istituzionali
Orientamenti predittivi
Comportamenti individuali
Lì ce l'abbiamo fatta negli anni Venti invece no ecco perché vedete la storia
Dentro cui siamo cioè e come sulle vivessimo negli Stones fossimo davanti a un mare a Lucignano no e diceva che chilo Cambiasso Cigliano sto male
Nessuno
Oppure insieme
Per questo io insiemi dico che in questo momento ci vogliono naturalmente decisioni sagge speriamo che diciamo le decisioni caprese Luino Europa siano confermate addirittura sino accelerate
Perché questo naturalmente è una cornice di riferimento generale fondamentale
No speriamo che le che gli imprenditori avviino davvero un processo di trasformati voi di responsabilità perché oggi il momento in cui bisogna mettere mano ai patrimoni
Che ci sono non è che non ci sono i patrimoni qui sembra che nessuno ad una lira no cioè chi ha patrimoni deve mettere mano ai patrimoni
E nei comportamenti individuali significa creare anche reti di solidarietà familiari di vicinato dei da soci attivi non ci dobbiamo mettere in campo tante risorse
Dice Magatti vale ma tutte queste sono belle parole no non sono belle parole e questa è la storia
E per questa importante una dimensione simbolica
Voi sapete che simbolo viene da su un ballo e e su su un ballo e il contrario di di avallo che il diavolo il diavolo elemento divisore
E ciò che rende impossibile ricomporre
Nessun ballo il simbolo è quello che ci permette di tenere insieme di fare un passo che ci sembra impossibile
Per questo la politica in quel momento oggi ha bisogno di essere competente comprendere decisioni che arrivano alla concretezza naturalmente ma ha bisogno anche
Che di esprimere dei simboli cioè un un discorso che possiamo seguire insieme
Questa responsività quindi è individuale riguarda i corpi intermedi riguarda le istituzioni e questo è il messaggio di questo libro scritto da chiara già cardi e Mauro Magatti
Gente di segnale di consiglio leggendolo comprato lo è un bellissimo testo di terapia esistenziale ma anche di analisi di ciò che sta accadendo
Ringrazio mamma Gatti che ha voluto raccontarcelo e di salute di rinvio a venerdì prossimo sempre alle diciassette e trenta su vuole un box