Il punto critico sta tutto in quel «quasi»: perché nonostante le donne abbiano fatto moltissimo per affermarsi, sembra che manchi sempre qualcosa per un vero riconoscimento della loro parità.
Se una donna diventa astronauta, fa notizia; se per prima riesce a isolare il Coronavirus, fa notizia...
ma ciò viene circoscritto ai meriti individuali e non rappresenta un indicatore della potenzialità … leaderistica femminile nel suo complesso.
Perché per diventare un parametro oggettivo quel successo dovrebbe diventare replicabile.
La ricchezza dei talenti naturali delle donne è un dato lampante e pienamente acquisito.
Serietà, lungimiranza, costanza, intuizione, cura, fantasia e creatività sono tutte qualità che hanno aperto orizzonti insospettati alla professionalità femminile.
Ma se per entrare nella famosa stanza dei bottoni si richiederà a una donna di sacrificare alcuni aspetti della sua personalità, per esempio la dimensione affettiva e familiare, potrebbe essere difficile ottenere il suo consenso.
Perché le donne non sono più disposte a rinunciare a una qualche parte di sé, perché ormai sanno che nessun sacrificio garantirebbe loro la felicità; vogliono decidere le loro priorità e viverle liberamente, sul fronte della vita privata, famigliare e su quello socio-professionale, con la flessibilità necessaria, senza sensi di colpa e senza sentirsi eroiche.
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