25 aprile - Intervento conclusivo della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, alla cerimonia per il 76° anniversario della Liberazione al Teatro Carlo Felice di Genova

Permettetemi di salutare cordialmente tutte le autorità civili militari e religiose
I cittadini e le cittadine che partecipano anche da remoto a questa celebrazione
Il venticinque aprile segna la festa della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista
E per me è davvero un onore è un motivo di vera commozione essere stata invitata oggi a celebrare questa memoria proprio a Genova
Per il ruolo che questa città medaglia d'oro della Resistenza ebbe nella liberazione dell'intero Paese
E per il modo con cui la liberazione fu condotta a termine in questa terra ligure
Ritorniamo ancora una volta i fatti
Soffermiamoci
Sui frangenti terminali di quei venti mesi più lunghi dello scorso secolo puntiformi nel tempo eppure carichi di portata storica e di valenza epocale di cui oggi facciamo memoria
Venticinque aprile mille novecentoquarantacinque ore diciannove e trenta
A villa Migone generale Günther mai inoltre appose la storica firma
L'atto di resa delle truppe tedesche al cospetto del presidente del CNU LN Liguria Remo Scappini
Che ricordando quello storico passaggio notava con semplicità
Quando venne finalmente sottoscritta la resa tutti tirammo un sospiro di sollievo
Parole semplici parole di un operaio che seppe esprimere e rappresentare Lanni detto di liberazione dei protagonisti e di tutto il popolo italiano
Ore nove del ventisei aprile
Paolo Emilio Taviani dalla stazione radio di Granarolo sulle alture di Genova annunciava
Per la prima volta nel corso di questa guerra un corpo d'esercito agguerrito e ben armato si è arreso dinnanzi a un popolo genovesi risultate Genova è libera
Ventisette aprile
Il generale Edward malori Almond comandante della novantaduesimo divisione Buffalo entrava in una città in cui si era già insediato il sindaco Vannucci o Faraglioni
Liberato dal carcere di Marassi all'opera già per riportare la vita cittadina alla normalità
Quello scenario
Fece pronunciare gli ufficiali alleati la famosa esclamazione a quando sul Giordano ottimo lavoro ragazzi
Quella firma del venticinque aprile pose fine nel capoluogo ligure all'occupazione tedesca e agli orrori della seconda guerra mondiale
Una guerra che aveva provocato in Italia in Europa le più infami atrocità e le più immani devastazioni
Il rischio che le fasi finali della liberazione portassero ovunque distruzione e morte come era avvenuto a Varsavia dove l'insurrezione era stata soffocata nel sangue e la citare rasa al suolo
Non era una remota eventualità
La situazione all'alba della liberazione era incerta rischiosa confusa angosciante avrebbe potuto evolvere in una massiccia perdita di vite umane
E in una generalizzata distruzione di risorse
Genova non fu la versatilità Diana
A Genova le cose andarono diversamente
La liberazione anticipo all'arrivo degli alleati e fu sancita da un accordo firmato da nemici irriducibili due uomini appartenenti a mondi lontanissimi un operaio comunista e un generale dell'antica tradizione militare prussiana
Il cui incontro fu reso possibile
Dalla mediazione di un terzo come sempre avviene di fronte a dissidi insanabili quel terzo fu Alfredo Carmine romanzi futuro docente e rettore dell'Università di Genova
Quella firma siglata da uomini che si erano combattuti strenuamente in modo efferato
Contribuì a coltivare un terreno fertile ove poterono attecchire le radici del difficile processo di ricostruzione morale e materiale dell'Italia e dell'Europa
Devastate da decenni di totalitarismi e di guerre
In questa ricorrenza vorrei soffermarmi su due considerazioni particolarmente evocative per il nostro oggi
Così segnato da un anelito di liberazione
E da un bisogno di ricostruzione si sia pure di fronte a un assedio di natura e aspetto non comparabili a quelli delle condizioni dell'epoca
L'assedio della pandemia oggi non ha il volto di un esercito nemico militarmente armato da sconfiggere
L'oppressione che da un intero anno grava sulla vita sociale
Non è dovuta a mano Duomo né a un cieco disegno politico-militare
Ma oggi come allora in un contesto diverso e per molti aspetti imparagonabile ci troviamo a un crocevia della storia
Dove di nuovo imperioso si affaccia il bisogno di liberazione e di ricostruzione
Mi per azione dalla malattia dalla morte dalla paura dall'angoscia dalla solitudine dall'isolamento dall'incertezza dalla povertà
Ricostruzione di legami di prospettive di posti di lavoro di prosperità economica
Ecco che allora ricordare e festeggiare il venticinque aprile è un'occasione per imparare dalla storia
Ben consapevoli che l'insegnamento che si può trarre non è tanto legato alle specifiche soluzioni elaborate con più o meno successo in altri frangenti quanto al metodo tenacemente applicato e alla tensione morale che muoveva l'azione dei protagonisti
La singolare e straordinaria modalità di azione con cui Genova giunse alla liberazione merita due sottolineature di metodo appunto di cui far tesoro anche nella nostra contemporaneità
La prima a Genova
La resa tedesca fu possibile grazie al coinvolgimento di tutti i protagonisti che furono capaci di una straordinaria coesione
Al di là di ogni innegabile differenza politica sociale e culturale grazie cioè
A una mobilitazione unitaria
La seconda la lotta per la liberazione pose le basi per la ricostruzione del Paese per la nascita della Repubblica
Dunque anzitutto una mobilitazione unitaria
A Genova un intero contingente tedesco era capitolato
Non al cospetto di un generale nemico di un potente esercito superiore per dotazioni o abilità militari
Era capitolato di fronte alla mobilitazione di un popolo coordinato sotto il profilo politico dal Comitato di Liberazione Nazionale
E unito nella determinazione a porre fine all'occupazione all'oppressione a porre le basi della nuova Italia in vista di un futuro di pace libertà giustizia prosperità
A Genova come in altri luoghi d'Italia la liberazione avvenne anche grazie al concorso della resistenza civile certamente meno visibile eclatante rispetto a quello della resistenza armata ma non meno rilevante
Per l'importanza del contributo che seppe fornire a sostegno dei combattenti offrendo rifugio alimenti protezione
E su questo fronte il ruolo delle donne non dimentichiamolo è stato troppo a lungo sottovalutato
Donne e uomini civili arruolati contadini operai cittadini Montanari bianchi e rossi persone di ogni appartenenza politica
Se però lasciar prevalere le forze di coesione sulle spinte centrifughe
In visita del condiviso interattivo della riconquista della libertà
La storiografia a concordemente sottolineato i caratteri di particolare unità della Resistenza genovese e ligure in generale
Giancarlo Piombino in un saggio dal titolo significativo L'Unità partigiana in Liguria
Osserva che
La Liguria costituì un esemplare eccezione di unità militare partigiana
Il movimento di liberazione qui fu fortemente unitario nonostante i contrasti terrà e all'interno delle formazioni politiche che costituirono il Comitato di liberazione nazionale
La tenuta unitaria di tutte le forze sane della Liguria come ebbe a dire Paolo Emilio Taviani nel famoso proclama
La tenuta unitaria di tutte quelle forze consentiti stemperare gli antagonismi e mantenere vitale la collaborazione questo spirito di coesione capace di perseguire l'obiettivo della liberazione senza farsi distrarre dalle differenze e dalle divergenze
è una ricchezza della storia della Resistenza ligure che può essere offerta a tutto il Paese anche in questo nostro presente
Sempre Taviani nel suo Pittaluga racconta ricorda che comunisti e democristiani si erano messi d'accordo per un'organizzazione unitaria sui monti il futuro esercito partigiano
Ah Cichero due uomini Bisagno cattolico e Bini comunista venivano da tutti riconosciuti fin da settembre quarantatré come capi della guerriglia delle Dante non si trattava d'un concordato né di un compromesso era una convergenza che per le necessità della guerra superata e appianato alle non trascurabili differenze gli inevitabili contrasti
Lo spirito di coesione di mobilitazione di unità nazionale non è conquista che si dà una volta per tutte
Anche allora non mancarono momenti di grande tensione e persino di scontro e non devo essere io a ricordare voi al popolo ligure
Le tensioni che si consumerà Maron a poche settimane dalla liberazione nel febbraio marzo quarantacinque proprio riguardi o della divisione Cichero la spaccatura tenne con gran fatica ricomposte non senza un costo
In una delle narrazioni più avvincenti della Resistenza che ci ha consegnato la nostra letteratura
Il partigiano Johnny
Beppe Fenoglio ritrae all'inizio alcuni giovani che ancora non si erano arruolati e che discutevano lungamente animatamente su quali fossero i requisiti del vero partigiano
Ciascuno rivendicava una superiorità della propria parte ideologica
E mentre disquisito hanno sull'essenza e sulla finalità delle essere partigiano a rischio come qualcuno nel dialogo ironicamente sottolineava di essere nel frattempo colti di sorpresa da un'incursione fascista
Il loro professore di liceo o l'interruppe
E cito si volto un'ultima volta e dissidenti con la faccia stanca aggravata dalla barba trascurata
Ragazzini
Teniamo di vista la libertà
Non perdere di vista la libertà
Non perdere di vista l'obiettivo ultimo di tutto quell'impegno quella fatica quel sacrificio quel dolore
Non perdere di vista la libertà appunto fu essenziale per contrastare le inevitabili fratture che insorsero fra le varie componenti
Non perdere di vista l'obiettivo ultimo necessario ora come allora per conquistare la liberazione e avviare la ricostruzione
La ricostruzione appunto i lunghi mesi di guerra e di resistenza
Furono anche luogo genetico della Repubblica che si sviluppo attraverso tutta la fase costituente in una ricostruzione morale politica e materiale del Paese molti protagonisti della Resistenza
Furono anche protagonisti dell'Assemblea costituente
Tra tutti gli uomini che assunsero un certo rilievo attivo nella Resistenza ligure
Tardi anni fu eletto nel quarantasei alla Costituente insieme al primo sindaco di Genova dopo la Liberazione socialista Vernuccio Faraglia il democristiano Filippo Guerrieri
La partecipazione dei protagonisti della Resistenza alla scrittura della Costituzione e alla vita politica degli anni immediatamente successivi non è un fatto casuale
Nel corso del settantesimo anniversario del venticinque aprile e il Presidente della Repubblica intervenendo a Milano osservava è la Costituzione il frutto principale del venticinque aprile
è la pietra angolare su cui poggia la civiltà e il modello sociale che i nostri padri ci hanno lasciato ed è anche la strada maestra sulla quale camminare ancora
La Costituzione è figlia di quella capacità di coesione e di solidarietà tra diversi in vista di uno scopo comune che Cappon caratterizzò immensi della Resistenza specie in questa terra
E tuttavia il perdurare di quel clima dopo la fine della guerra non era affatto cosa scontata
Lo spirito di solidarietà nazionale dei comitati di liberazione nazionale avrebbe potuto facilmente deteriorarsi in quella congiuntura internazionale che sinteticamente definiamo guerra fredda
Non accadde o meglio un po'accadde ma senza intaccare i lavori dell'Assemblea costituente e senza comprometterne il risultato
Emblematico a me e ai miei occhi è il passaggio del tredici maggio quarantasette data in cui nel pieno dei lavori dell'Assemblea costituente il presidente del consiglio De Gasperi aprì una crisi di governo
Che portò all'esclusione delle componenti comuniste socialiste della compagine governativa
Una frattura ci fu con quella svolta si forma fu utilizzata una rottura dell'unità antifascista con effetti che si sarebbero proiettati a lungo nel tempo eppure l'estromissione delle forze politiche di sinistra dal governo non produsse ripercussioni negative sui lavori dell'Assemblea costituente
Non ne compromise gli esiti né riuscì ad intaccare i fondamenti della Costituzione che dentro può dirsi costituzione di tutti nata dalla Resistenza
I suoi principi fondativi dalla libertà all'eguaglianza alla solidarietà
Dal modello economico all'architettura giurisdizionale sono articolati secondo declinazioni originali anche rispetto alle altre costituzioni dell'epoca
Frutto di un intenso confronto del pluralismo di cui si parlava poco fa
Che ha coinvolto tutti gli esponenti principali delle forze politiche culturali rappresentate la liberale la socialista e comunista e la cattolica
Le diverse visioni ideologiche c'erano che si presentavano spesso assai divaricate non mancarono momenti difficili
L'opera di mediazione necessaria per riconciliare le posizioni antitetiche
Però non si limitò a mai alla mera ricerca del compromesso in ossequio alle basilari regole dell'arte politica
Ma fu tesa a elaborare nuovi punti di sintesi culturale
Originalità di contenuti e ricerca di soluzioni unificanti inclusive ampiamente condivise
Caratterizzarono lavoro costituente nell'elaborazione dei principi cardine dell'ordinamento costituzionale italiano
Per questo ancora oggi tutti possono riconoscersi in quel testo
Di quello spirito capace di contenere le tensioni di parte in vista di una costruzione comune
Di quell'apertura culturale di quella disponibilità d'animo capacità di sintesi creatività che sono alle origini della nostra convivenza c'è bisogno oggi più che mai in questo tempo di ricostruzione recovery che i cittadini italiani attendo no
Far memoria delle origini significa tener vivo lo spirito che permise la nascita della Costituzione repubblicana
Uno spirito che rifugge gli estremismi
Nella perenne ricerca di un equilibrio secondo un metodo che mi piace ricordarlo con i concetti di Romano Guardini che esprime nell'opposizione polare
Che descrive come una ricerca inesausta di un punto di raccordo che non è mai nulla di fisso o di cui si possa dire a priori e qui o è lì
Un metodo che nasce da un atteggiamento in cui la vita conosce il senso del limite e tutti in questo tempo di pandemia abbiamo sperimentato che cos'è il senso del limite
E conoscendo il senso del limite conosce anche il coglie la misura
Dove la misura e accordo giusto rapporto rispetto e accortezza grazie buon venticinque aprile a tutti